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Autore: Vale Write    30/05/2013    1 recensioni
Tutti noi abbiamo una storia da raccontare ed io ho deciso di raccontarvi la mia, anzi la nostra.
Mi chiamo Vale e sono una ragazza come tutte voi, ma mi sono sempre ritenuta un po' "diversa".
Non mi sono mai sentita accettata dalle persone, mi sentivo sempre messa da parte e forse era anche per il mio carattere timido e riservato.
Non mi sono mai piaciuta e questo mi portava automaticamente a pensare che non piacevo nemmeno agli altri, soprattutto ai ragazzi.
"Chi avrebbe mai voluto una ragazza insignificante e piena di difetti come me?" lo pensavo ogni giorno, ma nonostante ciò, un ragazzo entrò a far parte della mia vita e per me fu la fine.
La fine del male e del bene, la fine della tristezza e della felicità.
La fine di tutto.
"Era un caldo pomeriggio dell'8 giugno 2009, stavo navigando su una chat che andava di moda ai tempi, quando vidi una foto di un ragazzo. Era vestito tutto di bianco e mi ricordava i gelatai. Risi al pensiero e decisi di contattarlo. Non potevo sapere che, con un commento scritto quasi per gioco, avrei stravolto tutta la mia vita."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinn!
"Che palleee, ho sonno!" borbottai con voce rauca, agitandomi nel letto.
"Vai sempre a letto tardi tu, così poi la mattina hai sonno e non riesci a svegliarti! Cos'avrai da fare su quel computer lì tutte le sere di così importante eh?? Io non so! Adesso smettila di lamentarti e svegliati o farai tardi al grest!" la voce acuta di mia mamma mi perforò i timpani.
Odiavo le persone che urlavano di prima mattina.
“Io so cosa devo fare la sera, non c'è bisogno che mi faccia la predica ogni mattina! Maledetto grest, tutti i santi giorni, alle sette in punto dovevo svegliarmi. Quante ore dormirò la notte?Quattro o cinque, sicuramente non di più.. Sì, lo so ha ragione, dovrei andare a letto più presto, ma Stefano mi trattiene a parlare fino a tardi, come posso prendere e andarmene a letto?” pensai mentre cercai di alzarmi faticosamente dal letto.
All'improvviso, però, ricordai la conversazione avuta la sera prima con Stefano.
"Ho il suo numero!" sorrisi.
Il sonno sembrò sparire nel nulla, così mi alzai, salutai mia madre e saltellando mi diressi verso il bagno a prepararmi.

 

**


Erano le otto in punto ed io stavo già aspettando l'arrivo dei bimbi davanti al cancello dell'oratorio.
"Sicuramente lui starà dormendo.." pensai mentre il sole bollente mi baciava la pelle ancora limpida e chiara.

“Ehi, Vale! Ti va di andare con Silvia a distribuire i volantini in chiesa?” sentii una voce provenire alle mie spalle.
Era il Don della parrocchia del mio paese.

“Ma certo!” gli sorrisi gentilmente.
Ad aspettare i bimbi all'entrata, lasciai altri tre animatori e io mi diressi verso la chiesa con Silvia.
"Potrei inviargli un messaggio per il buongiorno.. non ci sarebbe nulla di male!" pensai tra me e me, con lo sguardo fisso sul pavimento.
"Eih, ma che hai stamattina?" mi chiese Silvia sorridendomi.
"Oh niente.. scusami, ma ho dormito poco stanotte.." cercai di giustificarmi.
"Ah, come mai? Non stavi bene?" continuò la mia amica.
"Nono tranquilla, sono solo andata a letto tardi e adesso ne devo subirele conseguenze!" le sorrisi per poi continuare a distribuire i volantini.
“Ecco, non faccio in tempo ad arrivare e si nota subito che non ci sono con la testa!” borbottai a voce bassa, facendo attenzione che Silvia non mi sentisse. 
Non era solo il sonno a distrarmi, il pensiero di Stefano mi mandava completamente in tilt il cervello.

 

**


Dopo aver assistito alla messa mattutina, io e gli altri animatori facemmo attenzione che i bambini formassero una fila a due e che ordinatamente uscissero dalla chiesa per avviarsi alla piscina.

Per tutto il viaggio osservai una dolce bambina con i capelli corti e biondi.

Pareva simpatica, ma nessuno sembrava calcolarla.

“Ciao bellissima!” gentilmente mi avvicinai e le presi la mano sorridendole.

“Ciao..” mi rispose lei timidamente.

“Allora, sei contenta di andare in piscina?” le chiesi.

“Sì, sì..” mi sorrise arrossendo leggermente sulle guance.

Durante tutto il tragitto le tenni la mano e lei non aprì bocca, ma ogni tanto saltava e si agitava dalla contentezza.

“Sei capace di nuotare?” le chiesi per cercare di avere la sua attenzione.

“Oh sì, mi ha insegnato a nuotare il mio papà Stefano!” sorrise.

Spalancai gli occhi e la bambina abbassò lo sguardo intimidita.

“Oh..Ma che bravo papà che hai!” cercai di rimediare e risi nervosamente.

“Ma con tutti i nomi che ci sono, doveva chiamarsi proprio Stefano?”pensai tra me e me.

Da quando la bambina pronunciò quel nome, Stefano tornò a farsi insistente nella mia mente.

“Gli invio o non gli invio un messaggio per il buongiorno?” mi chiedevo, mentre cercavo di stendere la mia salvietta vicino a quella di Silvia.

“Ma sì, glielo scrivo!” presi in mano il cellulare e iniziai a premere con il pollice sulla tastiera.

"Buongiorno caro :) Lo so che starai ancora dormendo, ma ho pensato che ti avrebbe fatto piacere ricevere il mio buongiorno.. Tutto bene? Oggi io sono stanchissima, dormo poco la notte ed è tutta colpa tua sai? Ahahah! Fra poco andiamo in piscina, spero di svegliarmi un po' con l'acqua fredda.. Bacii, Vale!"

“Premo invio? No dai, aspetto sia lui a farsi sentire..” e salvai il messaggio in bozze.
"Oooh, al diavolo! Io glielo mando!" esclamai senza pensarci e poi premetti invio.

“Che cosa?” mi chiese Silvia cercando di capire cos'avevo farfugliato.

“Niente cara, parlo da sola ultimamente..” arrossii.

“Non è una bella cosa sai?” ridemmo divertite.

**


Erano già le undici di mattina, ma lui ancora non si era fatto sentire.

“Uffa, ma perché non risponde?!” pensai nervosamente, guardando il cellulare.

“Vale, vieni qui a fare un po' di foto, dai!” mi chiamò Silvia da lontano.

Così presi i miei occhiali da sole e timidamente mi avviai verso di lei e gli altri animatori.

Dopo diverse foto dove io uscii oscenamente, decisi di tornare alla miasalvietta e la prima cosa che feci, fu guardare se Stefano avesse risposto al mio messaggio.
Presi in mano il telefono e lessi "Una chiamata senza risposta".
Andai a vedere chi poteva aver chiamato e appena lessi il suo nome sul display sentii il cuore battere più forte.
Era lui, mi aveva appena chiamata.

Decisi di fargli uno squillo e poi appoggiai il cellulare sopra le mie gambe, alzando la testa al cielo per prendere un po' di sole.
Pochi secondi dopo sentii il cellulare suonare e vibrarmi sulle cosce.

Abbassai subito la testa e sorrisi.

"Ooh è ancora Lui!" mi brillarono gli occhi.
Riusciva a rendermi felice anche solo condegli squilli.

  
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