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Autore: damnlouis    31/05/2013    7 recensioni
Luogo: Oratorio estivo, detto anche CRE (Centro Ricreativo Estivo).
Lei: Alessia Jepsen, occhi verde smeraldo e capelli neri, è solare, creativa, estroversa, orgogliosa (fin troppo), simpatica, sicura di sé, combattiva, determinata, romantica e testarda come un mulo.
Lui: Louis Tomlinson, occhi azzurri cristallini e capelli mori a schiaffo, è divertente, cretino, estroverso, disordinato, estremamente testardo, se ne fotte di cosa pensano gli altri di lui, sincero, orgoglioso, idiota, romantico, buffone e sfacciato.
Messi insieme: litigano in continuazione, eppure c'è una qualche attrazione che li spinge a stuzzicarsi l'uno con l'altra.
Tra litigi, momenti di dolcezza, sfuriate, canzoni traboccanti di sentimenti, scenate di gelosia, sguardi sognanti, baci rubati, coppie che scoppiano, segreti, istinti omicida, sentimenti che vengono a galla, pensieri sessuali e ormoni da tenere sotto controllo; che combineranno i protagonisti?
Entrambi si odiano a morte, ma alla fine della storia sarà ancora così?
Si dice che da odio nasce amore..

Fic Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=LzpFf4-aTcE
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Domenica 24 Giugno 2012

 
Elena's mind
I raggi del sole colpirono i vetri della finestra della mia camera, diffondendosi in tutta la stanza. Strizzai gli occhi per il fastidio e dopo aver aperto prima uno, poi l'altro occhio, mi sedei sul letto. Subito dopo mi resi conto di non avere niente addosso e un braccio era stretto intorno ai miei fianchi.
Mi girai su me stessa, stando attenta a non spostarlo, per non far svegliare chi avevo accanto e mi ritrovai Harry che dormiva profondamente. I ricci gli ricadevano sulla fronte e qualcuno anche sugli occhi, il petto si alzava e si abbassava a ritmo della respirazione, le guance erano arrossate (probabilmente dal caldo) e le labbra rosee e sottili erano schiuse.
Nell'insieme Harry era altamente stuprabile.
Oh cazzo, mi sto facendo condizionare troppo da quella pervertita di Alessia.
Harry cominciò a strizzare gli occhi, prima di sbattere le palpebre e aprire gli occhi, cercando di abituarsi alla luce del sole.
Quando mise a fuoco la mia figura, un sorriso si stampò sulle sue labbra e i suoi occhi verdi si illuminarono, di una strana luce.
«Buongiorno!» esclamai lasciandogli un bacio a fior di labbra. Poi mi girai, mi alzai dal letto, recuperai l'intimo e misi la maglia bianca di Harry.
Oh, profuma.
«Ti sta bene» disse Harry, sorridendo maliziosamente. Mi girai verso di lui, non capendo dove volesse andare a parare.
Ti sta bene? Oh dio, non dirmi che sta giocando a quei stupidi giochetti c'è fanno i bambini-
«Intendo... La mia maglia ti sta bene, mi piace come cade sul tuo corpo» spiegò Harry, mentre le sue guance prendevano colore; avendo notato il punto interrogativo stampato sul mio volto. Arrossii violentemente, mentre mi mordevo il labbro inferiore e sorridevo come un'ebete.
Adesso faccio una figura di merda, me lo sento. O inciampo in cose inesistenti o vado a sbattere contro un muro, per la troppa emozione.
«I-io vado di sotto a fare colazione, ti aspetto giù. - dissi, mettendo un piede fuori dalla porta, poi mi voltai e continuai - ah i miei tornano oggi pomeriggio, quindi dovrebbe esserci solo mia sorella. Vedi di vestirti, o quella salta addosso anche a te.» lo informai, uscendo definitivamente dalla stanza. Sentii Harry raggiungermi subito dopo, quando io ero a metà scala. Mi girai osservandolo.
Oh i pantaloni se li è messi, per fortuna.
«Dai Daniela, dammi la Nutella!» sentii dire da qualcuno.
No frena: chi era con Daniela alle - guardai l'orologio, non sapendo l'ora - 8 e mezza di mattina?! Certo avrebbe potuto farmi la stessa domanda mia sorella, se avesse visto Harry nel mio letto.
Io e Harry ci guardammo, poi, scendendo le scale in punta di piedi (mi sento un agente 007, cazzo), ci dirigemmo verso la cucina, dove c'era un ragazzo biondo che rincorreva mia sorella per tutta la cucina.
Niall. Dovevo immaginarlo che era lui.
«Ehi, buongiorno!» li salutai, entrando definitivamente in cucina e dirigendomi verso la mensola con i biscotti al cioccolato.
«’Giorno» disse semplicemente Harry, cercando di non dare troppo nell’occhio. Si infilò le mani in tasca e si appoggiò allo stipite della porta della cucina, mentre Niall e Daniela lo squadravano da capo a piedi.
Yuhuu ho trovato i biscotti!
Mi girai verso di loro, osservando la faccia stupita dei due piccioncini che continuavano a posare, prima su me e poi su Harry, lo sguardo cercando di capire cosa era successo.
«Maglietta di Harry..» disse Niall in trance, indicandomi con lo sguardo perso nel vuoto.
Sì, Niall puoi farcela.
«Harry solo in pantaloncini» continuò Daniela, anche lei in trance, indicando questa volta Harry. Io e Harry ci guardammo e arrossimmo violentemente, poi tornammo ad osservare i due imbambolati. Presi l’aranciata e la versai in un bicchiere, poi cominciai a bere.
Vediamo quanto ci mettono a capire che siamo andati a letto insieme.
«Siete andati a letto insieme!» esclamarono entrambi all’unisono, dando voce ai miei pensieri. Posai il bicchiere con dentro l’aranciata sul bancone della cucina e cominciai a battere le mani.
«Quanto siete perspicaci, oh!» esclamai, continuando a battere le mani. Daniela mi fulminò con lo sguardo, Harry scoppiò a ridere e Niall si vantò del mio commento, pensando che fosse un complimento.
È un commento sarcastico, Niall.
«Era sarcastico, Niall» Daniela diede voce ai miei pensieri, dando una sberla affettuosa sulla nuca del fidanzato. Niall si massaggiò la parte dolorante e poi alzò le spalle.
Scoppiai a ridere insieme ad Harry e poi andammo tutti e quattro a sederci sul divano.
 
Alessia’s mind
L’ho già detto che odio immensamente la mia prof di scienze? Quella tro… ttola mi ha dato il debito in scienze e ora dovrò passare l’estate a studiarla. 
AHAHHA bella questa, vero? Come se adesso prendessi il libro e mi mettessi a studiarla sul serio.
«Aleeee?» urlò mia madre dalla cucina, cercando di catturare la mia attenzione.
Adesso che c’è?! Stavo per iniziare a ‘studiare’ scienze.
«Ohh, dimmi!» risposi, facendole capire che la stavo ascoltando.
Che palle.
«Visto che devi studiare scienze... – oh no. Quando comincia così è perché ha chiamato qualcuno per aiutarmi a studiare scienze. Solo scienze, le altre materie sono a posto, non sono ritardata. A volte mi chiedo se mia madre pensi che io sia ritardata. – ho chiamato un ragazzo carino che si è offerto di aiutarti. Dovrebbe essere qui a momenti, quindi vedi di prepararti!» Oh, perfetto. L’unica cosa che mi piace dell’ultima frase è ragazzo carino.
Dai almeno quello che mi aiuta è carino.
Fatti forza Ale. Solo due ore e sarai libera.
Mi alzai dalla sedia della mia scrivania e misi una maglia larga con dei pantaloncini, poi mi legai i capelli in uno chignon disordinato e misi le ciabatte comode ai piedi.
Suonarono alla porta e mi precipitai ad aprire, prima finiva questo strazio, meglio era per me.
Il ragazzo è carino, il ragazzo è carino, il ragazzo è carino..
«Louis?» chiesi, appena vidi il ragazzo castano dagli occhi azzurri. Louis mi sorrise dal suo metro e settanta, facendo ombra su di me con la sua altezza.
È sempre stato così alto?
«Posso entrare?» chiese lui, facendo cenno con la testa indicando l’interno di casa mia. Sorrisi e lo feci passare, poi lui si sedette sul divano.
«Però appena arriva un ragazzo carino te ne devi andare che deve aiutarmi a studiare scienze» alzai gli occhi al cielo, sbuffando annoiata solo all’idea di mettermi a studiare scienze. Louis scoppiò a ridere, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Cazzo ti ridi?!
«Tua madre mi ha definito ‘ragazzo carino’?» chiese Louis alzandosi dal divano e sorridendo. Alzai un sopracciglio incrociando le braccia.
Solo io non ho ancora capito una mazza?
«Ale, sono io il ragazzo carino che deve aiutarti a studiare scienze» disse Louis avvicinandosi a me, sorridente più che mai. Schiusi la bocca e spalancai gli occhi dalla sorpresa.
Ahh, ora ho capito.
Era evidente che non avevo ancora assimilato il significato delle sue parole.
No, aspetta: COSA?!
Ecco, appunto. Questione di secondi.
Però mia madre su una cosa aveva ragione: il ragazzo è davvero carino. Ma che dico? È uno gnocco stuprabile.
 

***

 
«Ora, comincia a leggere a voce alta» disse Louis, dopo esserci seduti tutti e due vicini sulla scrivania. Troppo vicini per concentrarmi. Inspira ed espira, calmati.
Aprii il libro sulla scrivania, alla pagina 69 - Cristo santo già c'era Louis ad ispirare sesso violento, pure le pagine ora me lo ricordano! - all'argomento degli acceleratori chimici. Le mani cominciarono a tremare, cominciai a sudare freddo per l'agitazione e la presenza di Louis di certo non mi aiutava.
Nemmeno sulle montagne russe ero così agitata e io ho paura delle montagne russe.
Okay Ale, frena tutti gli ormoni che stanno fremendo nel tuo corpo. 
«Okay... L'insieme di tutte le reazioni biochimiche che avvengono in un orgasmo..» iniziai a leggere, bloccandomi subito. Oh merda.
Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo, ho detto orgasmo, ho detto orgasmo! Sono rovinata, è la fine, mi prenderà per una maniaca sessuale.
Andare nel panico? Oh sì, soprattutto se ti chiami Alessia Jepsen e hai appena fatto una figura di merda, yep.
Fortuna che dovevi tenere i tuoi ormoni sotto controllo.
Ci mancava solo Subby, ma vaffanculo vah.
Andai in iper ventilazione, sperando che Louis non avesse sentito.
«Orgasmo?» Louis si girò guardandomi con quei suoi occhi azzurri da penetrare l’anima.
Eh che cazzo, sempre argomenti di sesso eh!
Ma penetrare l’anima… oh fanculo vah.
Sfortunatamente aveva sentito chiaro e tondo ciò che avevo detto e fece un sorriso malizioso.
Arrossii violentemente e buttai la testa all’indietro per prendere un po’ d’aria, ma persi l’equilibrio, dato che ero seduta in modo strano e caddi a terra, sbattendo la testa.
Ahia la testa, cazzo.
Yeah buddy, doppia figura di merda!
Louis scoppiò a ridere, ma subito dopo si accucciò accanto a me per soccorrermi.
«Ehi Ale, tutto bene?» chiese, alzandomi da terra. Mi massaggiai la nuca facendo una smorfia, poi lo guardai negli occhi per rispondergli. Sì, peccato che era a pochi centimetri da me e mi persi nei suoi occhi azzurri.
Possibile che sia così bello?
«Louis?» signore e signori, so riconoscere la gente, yeah.
Louis aggrottò la fronte mentre sorrideva. Mise una mano sul mio fianco, in modo da sorreggermi e l'altra l'appoggiò dove avevo sbattuto la testa.
Che dolce asdfghjkl.
«Sì?» rispose comunque Louis, anche se sembravo una povera rincoglionita. Che gesto carino da parte sua.
Strinsi nelle mie mani la sua maglia nera, in modo da restare attaccata a lui.
Le sue labbra sottili si schiusero, sorpreso dalla poca vicinanza che ci divideva.
Dio santo se è bello.
«Sei proprio un bel ragazzo» dissi continuando a guardarlo negli occhi. Appunto per il futuro: non perdersi negli occhi azzurri e profondi di Louis e collegare la bocca al cervello, prima di parlare. Alessia sei pregata di ricordartelo, grazie. 
Le guance di Louis si velarono di rosa e sorrise, guardando da un'altra parte.
L'ho fatto arrossire, minchia.
«L'hai sbattuta forte la testa...» disse con un mezzo sorriso, prima di passare una mano sulla parte ancora dolorante.
Dio, è la dolcezza in persona.
«Facciamo una pausa?» chiese lui, prima di staccarsi completamente da me e, dopo essersi assicurato che riuscissi a stare in piedi da sola, si diresse in cucina.
Ma se abbiamo appena iniziato?!
«Di già?! Abbiamo appena iniziato!» scoppiai a ridere e Louis mi seguì a ruota, poi entrammo in cucina a fare una pausa.
 
Harry's mind
Stavamo guardando la televisione da un bel po' di tempo. Più che guardarla, Niall e Daniela si stavano sbaciucchiando da ore ormai.
Ma non gli fanno male le labbra dopo un po'?!
«Bleah, che schifo.» disse Elena, seduta in parte a me mentre guardava disgustata i due piccioncini.
Non è che fanno schifo, ma cazzo, sembrava che non ci fosse altra attività più divertente che continuare a baciarsi. Dovevo aver inconsapevolmente assunto una faccia disgustata mentre guardavo quei due pomiciare dalla mattina alla sera.
«Cià, Harry io vado su a sistemare il mio letto... Vieni con me?» Elena si alzò dal divano e la seguii sorridente, felice di andarmene da quei due succhia-bocca. 
Dai questa ci stava! Succhia-bocca hahaha... Okay non fa ridere.
Entrammo nella sua camera e insieme prendemmo i lembi delle coperte e cominciammo a sistemarli, quando notai una chiazza rossa al centro del materasso.
«Ehm.. Elena?» la chiamai un po' allarmato. Elena alzò la testa e mi diede tutta la sua attenzione. Indicai la macchia rossa con un cenno della testa e lei voltò lo sguardo sul materasso. Sbarrò gli occhi e spalancò la bocca.
«Oddio ho macchiato il lenzuolo, che palle!» Elena si precipitò in bagno a prendere lo straccio e a cercare di togliere la macchia. La seguii per aiutarla.
«Tranquilla, è normale visto che con me è stata la tua prima volta» dissi, infilando le mani in tasca. Elena si voltò di scatto verso di me e mi guardò negli occhi, prima di sorridere maliziosamente.
Che c'è? Che ho detto?
«E arriva l'esperto Styles, che di sesso sa tutto» esclamò, prima che entrambi scoppiammo a ridere.
 
Alessia's mind
«..e dell'uretra che, a differenza di quanto accade nei maschi, sono completamente separati. - cominciò a leggere Louis, poi si bloccò. - Oddio, questa non la sapevo» esclamò Louis, prima di continuare a leggere il paragrafo sull'apparato femminile.
Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio saccente.
Pff non ci credo.
«Strano, pensavo fossi informato di questo dettaglio... Hai visto così tante fighe nella tua vita!» commentai ironica, scoppiando a ridere. Louis si girò verso di me, non trovando la mia battuta divertente e si irritò alla mia affermazione.
Eddai scherzavo.
«E tu allora non dovresti studiare l'apparato maschile, visto che ne avrai visti almeno una decina nella tua vita!» esclamò lui, chiudendo il libro con uno scatto improvviso, poi si girò completamente verso di me. Incrociò le braccia con aria superiore, mentre io sprofondavo nella vergogna e arrossivo violentemente. Abbassai lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore mentre le guance mi andavano a fuoco.
Il pene di mio cugino di 10 anni, vale?
«Tu... Sei ancora vergine?!» Louis mi indicò scioccato, mentre spalancava gli occhi dalla sorpresa.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
«No!» arrossii ancora di più e guardai da un'altra parte, incapace di guardarlo in faccia. Cominciai a mangiarmi le unghie dal nervoso.
Di male in peggio, proprio.
«Devo dire che sei molto convincente...» disse Louis con tono ironico, mentre sorrideva maliziosamente e mi alzava il viso con le dita.
Stronzo fammela pesare eh.
«E va bene, sono vergine e allora?!» tolsi bruscamente le dita da sotto il mento e mi alzai dalla sedia, per poi dare le spalle a Louis e incrociare definitivamente le braccia.
Ecco l'ho detto. Ora mi sfotterà a vita.
«E allora?! Hai anche il coraggio di chiederlo? Stai per compiere 19 anni e non l'hai ancora fatto!» sentii Louis alzarsi dalla sedia e raggiungermi, per poi posizionarsi davanti a me e allargare le braccia.
Appunto.
«Parli come se fosse una cosa di cui vergognarsi! Non mi vergogno di essere vergine e sai perché? Perché la mia prima volta la voglio fare con il ragazzo che amo, non per divertirmi e basta!» esplosi infine, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime. Uscii dalla mia stanza e andai in salotto, cercando di asciugare le lacrime con il dorso della mano.
Quello che Louis non capiva era che avrei tanto voluto perdere la verginità con lui.
Oddio l’ho detto sul serio. Non ci credo.
Era lui che amavo.
Era lui quello giusto per me.
Era lui che mi faceva sentire in paradiso con un solo sorriso.
Era di lui che mi ero innamorata.
Ma lui non lo sapeva.
E sicuramente non glielo avrei detto io.
«Ehi Ale.. m-mi dispiace, non volevo-» Louis uscì dalla mia camera dopo alcuni minuti e cominciò a scusarsi, ma lo interruppi quasi subito.
«..farmi sentire una merda perché non l’ho mai fatto con nessuno?» continuai la frase al posto suo, incrociando le gambe e le braccia. Louis rise e scosse la testa in segno di disapprovazione. Si sedette accanto a me sul divano e mi asciugò le lacrime con il pollice.
«Se vuoi, puoi rimediare..» disse Louis dopo alcuni minuti di silenzio, mentre mi guardava in modo pervertito. Okay fa decisamente paura.
È lo stesso modo in qui lo guardi tu cogliona.
Ah davvero?
Sì.
Allora mi faccio paura.
Scoppiai a ridere per la situazione imbarazzante e gli tirai un pugno affettuoso sulla spalla, prima di alzarmi e andare in cucina.
Aspetta un secondo: mi ha appena chiesto di fare sesso. Oh minchia, mi sento male.
Velocizzai il passo verso la cucina e cercai di farmi vento con dei fogli sul tavolo, cercando di alleviare il rossore sulle guance.
Respira, Alessia, non puoi morire così.
«Domani giochi a calcio?» Louis mi raggiunse in cucina e si sedette sul bancone, alzando il suo peso con le braccia e sedendosi sopra. Mi girai e, sperando di non avere ancora le guance in fiamme, lo guardai.
Oggi è il 24… oh cazzo domani mi arrivano le mie cose, cazzo, merda, porca troia.
«Ehm, no!» presi un bicchiere e ci versai dentro la coca-cola, mentre mi sedevo sul tavolo della cucina.
Minchia se sono trasgry.
«Perché?» Louis si tramutò nel ragazzo offeso e indifeso.
Eh che cazzo, cosa faccio se mi becco una pallonata sulla pancia? Già mi fa male per colpa delle mestruazioni.. no, non potrei sopportare altro dolore.
Sì, vabbè, ma adesso come glielo spiego?!
Aprii bocca per parlare, quando mia sorella entrò in casa di fretta e furia, sbattendo violentemente la porta. Mi affacciai dalla porta della cucina e la vidi correre verso la sua stanza.
Poca violenza, eh.
«Ciao, eh» le dissi, rivolgendole un saluto ironico. Giulia si girò e fece un gesto sbrigativo con la mano, come se volesse dirmi “ciao”.
Bel modo di conversare con tua sorella.
Questa me la lego al dito.
«Scusa devo prepararmi che alle 8 di stasera ci sono i quarti di finale e Andrea mi ha invitata a casa sua» urlò Giulia dalla sua camera con la porta chiusa, mentre si vestiva.
Ho sentito bene? Andrea?
«È vero che ci sono i quarti di finale!” esclamò Louis battendosi una mano sulla fronte e spalancando gli occhi. Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia.
I maschi senza il calcio non sono niente.
«Che ne dici se la guardiamo a casa mia tutti insieme? Dai vado a chiamare gli altri!» esclamai avendo un colpo di genio, mentre Louis annuiva vigorosamente.
Presi il cordless di casa e feci il numero di Niall e aspettai che rispondesse.
«Pronto?»
«Ciao Niall, sono Alessia, che ne dici se stasera vieni a casa mia a guardare i quarti di finale?» chiesi tutto dun fiato aspettando ansiosamente una risposta.
Cosa ci vuole a rispondere o sì o no?
«Posso portare anche-»
«Sisi, porta chi vuoi! Se c’è qualcuno dei nostri lì con te diglielo, ci vediamo da me alle 8 meno un quarto. Puntualità, Niall ricordatelo.» esclamai non facendolo finire di parlare e sottolineando la puntualità. Niall scoppiò a ridere e poi mise giù la telefonata.
 

***

 
La partita stava per iniziare, l'Italia stava per entrare in campo. E di Niall ancora nessuna traccia.
Fortuna che gli avevo esplicitamente detto di arrivare puntuale oh.
«Allora! Vi sbrigate o no? Sta iniziando!» urlai impaziente, buttandomi a peso morto sul divano. Louis si sedette in parte a me sulla sinistra e Harry sulla mia destra. Elena prese i pop corn e si sedette in braccio ad Harry come se fosse la sua sedia personale.
Alzai un sopracciglio, guardandoli stralunata.
Che succede qui? Mi sono persa qualcosa?
«Che c’è?» chiese Elena, continuando a mangiare i pop corn.
No ma dico, ti sei vista che sei in braccio a Harry ricci sexy Styles?
Devo farglielo anche notare io no?
«Sono arrivatooo!» urlò Niall appena entrato nel salotto con delle buste e dei cartoni in mano.
«Niall, per fortuna che ti ho detto di arrivare puntuale eh.» dissi ridacchiando e facendolo scoppiare a ridere.
Liam uscì dal bagno e si distese per terra sul tappeto, appoggiando la testa sulle gambe di Nicole che era appoggiata al divano dove c’erano le mie gambe.
«Daai non si può guardare una partita senza la… pizza!» disse Niall sedendosi accanto al me sul divano, facendosi spazio tra me e Harry con cinque cartoni di pizza tra le mani.
«Fatemi sedere vicino la mia ragazza!» esclamò Zayn e cercando in tutti i modi di sedersi vicino a Karin.
«Così quando finirà la partita e voi inglesi avrete perso, avrai una spalla su cui piangere.» rispose lei convinta e facendo delle carezze sulla testa a Zayn. Il moro la prese come una sfida.
«Forse tu, correrai da me piangendo, mia cara.» disse Zayn orgoglioso, prendendo una fetta di pizza dal suo cartone e addentandola come se fosse stato a digiuno da tre mesi.
«Stanno entrando gli inglesi.» disse Niall , con la bocca piena di pizza, sputacchiando da tutte le parti.
Daniela arrivò dalla cucina con altri pop corn e si sedette tra le gambe di Niall, sul pavimento.
«Zitti tutti che c’è l’inno italiano!» dissi gridando insieme ad Elena. Ci guardammo e mettemmo le mani sul cuore e cominciammo a cantarlo, come se fossimo lì tra tutti i tifosi.
«Io tifo l'Italia.» disse Niall.
Gli altri quattro si girarono a guardarlo furiosi, mentre noi ragazze appoggiavamo totalmente la sua decisione.
Bravo biondo, hai capito come funziona.
«Perchè mai?!?» esclamò Harry guardandolo e non capendo la decisione del biondo. Zayn era il più scandalizzato di tutti.
«Tu stai male Niall» gli disse Louis mettendogli la mano sulla spalla. Tappai la bocca a Louis e gli mimai di stare zitto.
Quando l'inno di Mameli finì incominciò quello inglese.
«Ma cos'è 'sto inno? Nah, il nostro fa il cul-» esclamai facendo un finto sbadiglio ma Louis mi tappò la bocca e insieme agli altri quattro cantarono l’inno.
«Porta rispetto, che tanto vinciamo noi» mi provocò Louis, facendomi l’occhiolino.
Elallà manco ci stesse provando con una ragazza, dai.
«Sicuro Tomlinson? Ci scommetto 10 euro che vi facciamo il culo» gli risposi con aria di sfida. Gli altri ci guardarono preoccupati.
Ero molto patriottica quella serata.
 

***

 

«Tanto ai rigori vinciamo noi» dissi convinta. Era più di un’ora che stavamo guardando la partita e nessuna delle due squadre aveva ancora fatto goal.
Cazzo nemmeno uno, uno!
Iniziarono i rigori, dato che avevamo già superato i supplementari e nessuno aveva ancora fatto un goal.
Primo rigore per l'Italia: Balotelli.
Si posiziona, rincorsa, tiro ed è GOAL.
«Ma vieni!! Tomlinson comincia a preparare i soldi, qui c’è aria di vittoria» dissi soddisfatta, mentre avevo la mano aperta già pronta a prendermi i soldi.
«Ma anche no, Jepsen» mi rispose Louis ridendo.
Secondo rigore per l'Inghilterra.
Lo prendiamo. GOL.
Nella stanza si alzarono gli urli dei quattro coglioni, mentre Niall non diceva una parola.
«Ma porca troia!» urlò Elena esasperata.
Montolivo tira.
Fuori. Non è gol.
Altri urli delle quattro scimmie.
Sbuffi da parte di Karin e Nicole.
Rooney si appresta a tirare.
GOL per l'Inghilterra.
2-1 per loro.
«Porca puttana!» urlai questa volta io.
Andrea Pirlo sistema il pallone.
«Dai cazzo Pirlo, metti dentro sta palla!» esclamò Nicole, mentre Pirlo si preparava.
Si posiziona, prende la rincorsa, tira ed è.. goooall!
«Sì, cazzo! Vai Pirlo, dai che ti amo!» urlai saltando giù dal divano.
«Cosa?» chiese Louis scioccato.
Oh poverino non ci crede che sta perdendo.
«Mettetevela nel cu.. - tutti gli occhi erano puntati su di me. - ..cchiaio.»
«Non ti preoccupare Liam ci sono io a proteggerti da quei cattivoni degli Italiani» disse Zayn abbracciandolo. Karin alzò gli occhi al cielo.
Li zittii con un cenno della mano.
Tira un inglese.
Palo.
Non e' gol.
«Evvai! Ha sbagliato!» urlò Elena praticamente attaccata alla tv. Gli altri in silenzio guardavano lo schermo.
Dai che vinciamo.
E Niall... mangiava.
Nocerino sistema la palla.
Fa la finta e GOL.
«Tièèè!» urlò Karin anche lei sotto la televisione al portiere.
Gli altri ancora impassibili.
3-2 per l'Italia.
Un inglese si prepara a tirare, si dice che sia il più forte dei rigoristi.
Parte.
Il nostro portiere la blocca.
«Buffon io ti sposo!» urlai di nuovo con le lacrime agli occhi.
«Pff.» commentò Louis irritato.
Gli altri erano ammutoliti.
3-2 per l'Italia.
L'ultimo rigore, Diamanti.
«Diamanti, se non segni, vengo lì e ti stupro» esclamò Elena, con le mani giunte a mo’ di preghiera. Harry sbarrò gli occhi dalla sua affermazione.
Prese la rincorsa.
'Ed è GOOOOL! GOL! GOL!' urlò il telecronista.
«EVVAIII ABBIAMO VINTOO» urlammo saltando sul divano dove gli altri erano seduti.
«Sgancia i soldi, Tomlinson» esclamai sorridendo.
«Ma non ce li ho!» borbottò lui, guardando nelle tasche.
«Tirali fuori, ora!» commentai ridendo.
«Altrimenti?» chiese Louis, guardandomi con sfida.
«Ti prendo a cucinate!» presi il cuscino sotto al culo di Harry e lo sbattei in faccia a Louis. Subito scoppiò una guerra di cuscini.

 

 


____Autrice____
 
Ce l’ho fatta ad aggiornareee evvai HAHAHH lol
Che ne dite? Vi piace?
Chi si ricordava che la domenica c’erano i quarti di finale?
Dioo io me li ricordo ero in oratorio e stavamo tutti urlando lol HAHAHAHAH
Oggi è l’ultimo giorno che sto in azienda. È finito lo stage *sigh* ç_ç
Non frega a nessuno ma vabbè.
RINGRAZIO QUELLE MERAVIGLIE CHE HANNO RECENSITO E QUELLE CHE LEGGONO SILENZIOSAMENTE, INFINE QUELLE CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE.
 

Passate anche dall’altra mia FF? lol

   
 
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