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Autore: Zafira    31/05/2013    2 recensioni
Questa storia è una specie di continuo de "La creatura più sola dell'universo".... racconta la vita della narratrice del primo racconto, Evangeline...
Per favore, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, perchè mi sono spremuta parecchio le meningi per scriverla.. :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Caro diario,
sono le cinque del mattino, e io sto per morire.
Lo so perchè ne sono stata semplicemente avvertita.
Mi presento, sono Evangeline Evens, ho novantatre anni e abito in Andalusia, Spagna. Mi sono trasferita qui dall'America quando avevo vent'anni, e da allora non me ne sono più andata. Ho conosciuto mio marito Miguel durante il terzo anno di università: lui era magro, con i capelli neri e mossi, e non ci saremmo mai incontrati se quel lunedì non fossimo stati assegnati allo stesso progetto di ricerca........ Quel giorno mi cambiò la vita. Tant'è vero che cinque anni dopo ci sposammo.
Abbiamo vissuto una vita lunga e felice, nonostante lui non sia mai venuto a conoscenza del mio segreto. Ho promesso che non ne avrei mai fatto parola con nessuno, e così è stato. Ma ora che sono qui, seduta alla sedia della scrivania con novantatre anni sulle spalle, ad aspettare la mia vecchia amica, non posso fare a meno di rivelare alla carta quello che mi sono portata dentro per tanti anni.     C'è stata un'era in cui sono stata giovane... giovanissima......... ma molto, molto tempo prima che nascesse Evangeline.

Era l'anno della creazione della Terra, se non ricordo male...
Io avevo lunghissimi capelli biondi, e vivevo felice in un mondo senza guerra e senza asfalto. Il mio compagno, Adam, era il mio sole, la mia anima, la roccia su cui sempre contavo. Dove andavo io c'era anche lui, eravamo inseparabili e innamorati della vita. Ogni giorno, lodavamo e ringraziavamo Colui che ci aveva donato la vita, Colui che era buono e paziente, e che non ci aveva mai dato nessun ordine e nessun comando.. se non quello di stare lontani dall'albero di mele che si ergeva ai margini del bosco.
Io e Adam eravamo ben contenti di ubbidirgli, e mai una volta Egli si era adirato con noi, o aveva dimostrato di non comprendere i nostri bisogni.
Avevamo tutto quello che una creatura potesse desiderare.... Allora, il mio nome era semplicemente Eva.
Una notte però, un essere spregevole, che odiava il Dio della vita, si insinuò nei nostri sogni, e fece breccia nella mia volontà. Mi convinse a cogliere una mela dall'albero proibito, e ad offrirla in dono al mio Adam...
Da lì in poi, tutto precipitò.
Fummo cacciati dalla vita nel giardino, e gettati sulla nuda pietra, nudi e al freddo... scoprimmo cosa fossero l'antipatia e la solitiudine, dovemmo cavarcela con le nostre forze e la sola violenza. Il mondo che c'era là fuori non era come quello di adesso, per sopravvivere eravamo costretti a lottare, e ad uccidere per poterci cibare.
Qualche anno dopo quella disgrazia, nacquero i miei due figli. Il parto fu un'esperienza che ancora adesso fatico a voler ricordare. So solo che fece male, molto male.......... un dolore così forte non l'avevo mai provato, e mai speravo di doverlo patire di nuovo......... mi sembrava di morire, stesa sull'erba umida a gridare nella notte...
Passarono molti anni da quel giorno, e molte altre disgrazie dovetti subire per espiare la mia colpa.... Essere la portatrice del primo Peccato dell'umanità.
Un giorno, in un tiepido pomeriggio, ero sdraiata per riposare all'ombra di un pino, quando all'improvviso udii una Voce che non sentivo da tanto tempo...... Immediatamente mi prostrai a terra, la fronte sul terreno, e cominciai a pregare. La Voce mi interruppe: << Alzati Eva, figlia dell'amore e della carne. Dopo lunghi anni di sofferenze hai finalmente potuto capire a cosa hai dato vita con quel tuo gesto avventato. Hai iniziato un ciclo di peccati e sofferenze che non daràmai più tregua all'umanità. Per questo ho voluto punirti, e nel corso della tua vita hai subito ogni male e ogni dolore che all'umanità spetterà nel corso della sua esistenza. Sono fiero di te, Eva, perchè così hai capito l'importanza del tuo errore.
A questo punto, c'è una creatura che vorrei farti conoscere. >>
Mi voltai, e vidi alle mie spalle, seduta nell'erba e con lo sguardo chino, una bellissima bambina di otto anni. Portava un mantello rosso scarlatto, e giocherellava con dei fiorellini bianchi, senza guardarmi. << Lei >> proseguì Dio << è un essere che esiste già da molti anni, e a cui tu stessa hai dato vita. Per così dire. Non ha un nome, ed è la sua definizione stessa a declamarne il compito.    Eva, ti presento la Morte. >>
A quel punto la bimba si alzò, e lentamente mi si avvicinò, prendendomi per mano. Io non ne fui troppo sconvolta... A quell'epoca la morte era una cosa naturale, il cessare delle sofferenze come il riposo dopo il lavoro.
<< Il tuo compito, d'ora in poi, sarà quello di accompagnare la Morte nei suoi lunghi viaggi, di farle compagnia....... Perchè anche se sarà una delle creature più potenti e temute dell'universo, rimarrà per sempre una bambina.... e come tale avrà bisogno di una madre. >>
. . . A quel punto restai shoccata....
Avrei sempre voluto avere una figlia, ma non avrei mai pensato che il prezzo fosse questo....
Ad un tratto, però, capii tutto. Non avevo scelta... ma non perchè Dio mi stesse costringendo a questo, ma per il semplice fatto che quella bambina era già mia figlia.
Era nata per mio volere, da quell'errore nel giardino avevano avuto inizio le sofferrenze... ed era nata la Morte. Quella bella bimba era MIA.
M inginocchiai di fronte a lei, che finalmente sollevò il viso e mi guardò negli occhi.  Nel suo sguardo percepii il caos. Il tutto e il niente che era portata a custodire. Vidi il fuoco e le fiamme. Vidi i pianeti e l'universo gelare. Vidi la mancanza e vidi la pienezza di qualcosa d'altro, qualcosa di così immenso e misterioso da essere incomprensibile alla ragione.............. e al di là di questo, percepii la piccolezza........ l'insignificanza di quel piccolo essere, che era una bambina sola. Fu solo un attimo, ma capii che mostrandosi mi aveva accatteta... e capii di essere l'unica a poter stare al suo fianco in tutto questo. Eravamo fatte dello stesso spirito, per quanto diverse.... madre e figlia... per quanto assurdo possa suonare.....
. . . . . . . . . Da quel momento stetti sempre con lei. L'accompagnai dovunque, per tutte le ere del tempo. Decisi di chiamarla Iris, dal nome del mio fiore preferito.
Passò molto, molto tempo.... Vidi i cambiamenti della Terra, l'avvento dei grandi palazzi, delle strade, le rivoluzioni, le guerre...... In tutto questo viaggiammo come esseri eterei, sempre presenti quando era il momento della Partenza.
Non mi sono mai sentita un'assassina, perchè ho capito fin da subito quale fosse il ruolo di Iris: quello di portatrice. Senza di lei, le anime precipiterebbero nel caos, e dopo la morte nulla avrebbe più senso...
Novantatre anni fa, le cose cambiarono. Me l'aspettavo, che non sarebbe durata per sempre, ma non potevo prevedere un simile mutamento..... proprio non potevo....

Mi è stata data una seconda possi bilità. Una nuova vita, con il nome di Evangeline Evans. Dopo tutto quel tempo, ho potuto sentire l'erba fresca tra le dita, la brezza del vento tra i capelli... ho potuto amare di nuovo, immensamente. E' stato il regalo più bello che abbia mai ricevuto nel corso della mia lunghissima esistenza.
Non mi è stato concesso, però, di dimenticare....... ma d'altro canto, non credo che avrei voluto farlo. A che scopo? Il passato mi è servito di lezione. Ora sono felice. Ed inoltre, non avrei mai voluto dimenticare la mia piccola Iris, che tra poco sarà di nuovo qui per accompagnarmi nel mio ultimo viaggio.

... Sento un soffio di vento caldo sulla nuca. E' arrivata.
Prima di girarmi, voglio assaporare un'ultima volta l'aria fresca della notte, il profumo dell'inchiostro, il legno ruvido della scrivania... mi mancherà tutto questo... ma so che ho avuto molto di più di qualunque altro essere abbia mai avuto sino ad ora...... Sono stata immensamente amata, e per questo ringrazio il mio Creatore originale.
Mille e mille volte.
Sento una calda e piccola manina sfiorare la mia..... la stringo, prima di voltarmi....... quanto mi sei mancata, figlia mia.....

Addio,
Eva, Evangeline Evans "












Va bene ragazzi, questo racconto è forse il più lungo che abbia mai scritto! Ed è stato faticoso, perchè nella mia testa ronzavano tantissime idee che non sapevo come mettere giù, e alcune purtroppo sono rimaste lì perchè non sapevo come inserirle nel contesto....
Fatemi sapere cosa ne pensate! :) Recensiiite, recensiiite... :)
Baciotti, Zafira :)
  
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