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Autore: Ireland    16/07/2003    4 recensioni
Una regina deve essere giusta. Una regina deve essere saggia. Una regina deve essere perfetta. Ma la maschera può creparsi...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Alone

MASCHERA DI VETRO

 

***

 

Nobody wants to be lonely

Nobody wants to cry

 

***

 

Capitolo I: Alone - Qualcosa inizia a distruggersi

 

Queste pagine sono diventate così gialle…dopo tutto questo tempo in cui neanche una penna le ha sfiorate, credo sia ora di riempirne qualcuna. Del resto, ora che è tutto finito, non avrò molto da fare grazie alla rinnovata pace che adesso regna su Gaya. …La tanto sospirata pace che noi siamo riusciti a guadagnare. Eppure….No, non ho voglia di parlarne.

mi manca. Mi manca troppo.

non è facile…niente nella mia vita è mai stato facile…

uff, e dire che non avrei voluto parlare di tutto questo…e neanche pensarlo…sono scema lo so…

 

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Le mie giornate sono così vuote…ogni giorno che passa non faccio altro che ripetere gli stessi identici gesti di sempre.

Dove sono finiti quei bei tempi in cui non avrei avuto neanche la certezza di dormire sotto una coperta? Quando ancora giravo il mondo in compagnia dei miei amici…mi sembrano così lontani dal presente. Quanto è passato in realtà? 7 mesi. Eppure…

 

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Che bello, ho perso addirittura la mia abilità nello scrivere epistole! infatti ho ripetuto due volte eppure…con questa tre.

E lo faccio notare nel mio diario personale. Sono davvero sola se mi metto a parlare con un pezzo di carta. Anzi, diciamo che questo piccolo libro mi funge da specchio. Parlo a me stessa. Sarebbe più naturale mettersi davanti a un vetro e conversare con una immagine che assomiglia a chi sta proferendo parola o piuttosto che perdermi in queste frasi scritte da me medesima. Ma se fossi libera di manifestare questo mio desiderio qualcuno potrebbe vedermi e dire che la regina è impazzita. Ho un popolo da gestire non posso permettermi di avere queste debolezze umane. E già, una regina non può essere una semplice persona come tutte le altre. Deve essere qualcosa il più simile a un saggia, o addirittura a un dio: deve sapere esattamente cosa fare, il momento in cui lo deve fare, come lo deve fare. Tutto questo senza esitazioni. E naturalmente deve vincere. Perché colei che ha questa corona sul capo deve essere una sorta di protettore del popolo. Il popolo conta su di lei. E tu non puoi deluderlo.

Qualcuno….vuole fare cambio?

 

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Mi sento davvero una macchina programmata per fare solo quello che altre persone vogliono. Tanto, una macchina non ha sentimenti giusto? Perché preoccuparsi di quello che può pensare, sentire dentro di sé? E’ un ammasso di ferraglia che funziona a comando, un comando che però, in cuor suo, non potrà mai non accettare. Perché la tastiera ce l’hanno gli altri, non lei. Gli altri possono farle fare qualunque cosa essi vogliano, tanto basta fare una leggere pressione su uno dei tanti bottoni che spuntano dal quadro comandi. Pulsante A e la macchina lavora. Pulsante B e la macchina si ferma.

Oh, ma che divertente….sarebbe bello comandare quella macchinetta così carina, ha tantissime opzioni. Si inchina, balla, sa parlare come un libro stampato, ha un portamento elegante ed in più ha una voce soave. Ma che bel giocattolo…di raffinata bellezza…

 

però il giocattolo non è felice. Perché anche lui ha qualcosa dentro, che gli dice che tutto questo è ingiusto, che nessuno al mondo può permettersi di trattarlo come un passatempo. Perché lui non è un giocattolo, ma una persona. Quella persona sono io. Sono io quella che siede sul quella scomoda sedia che tutti chiamano trono, sono io quella che indossa sul capo un gioiello d’oro bianco che mi contraddistingue dagli altri. Sono una figura che tutti amano chiamare Regina. Ma in fondo solo un simbolo, un’effige dietro cui si nascondono persone mosse a loro volte da altri fini, per lo più economici…

che schifo….

 

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Comincia la primavera.

Però piove. Si sa, marzo è pazzerello. Comunque, non è un bel modo per cominciare la nuova stagione. Mi sono rifugiata nei miei appartamenti fingendo di stare male. Oggi non ho proprio voglia di recitare la mia parte da sovrana. Si arrangino….tanto per loro sono solo una bambola. Potrei anche scomparire da un momento all’altro….tanto, a nessuno importerebbe.

 

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Eiko è venuta a trovarmi. Un po’ di luce in questi giorni così bui.

Finalmente ha cominciato a mettere su qualche kiletto. Da quanto mi ha detto la rimpinzano tutto il giorno con la scusa che deve crescere. Ma lei ha paura di ingrassare. Se a sei anni tiene così in considerazione la sua linea figuriamoci che futuro aspetta Hilda e Cid. Ma loro sono contenti che abbia deciso di rimanere con loro. Li vedo veramente sereni.

Eppure (eheh altra ripetizione) basta tornare solo a qualche anno fa per vederli sotto una luce completamente diversa. A quel tempo avevo appena 13 anni e ancora non sapevo cosa volesse dire non avere la possibilità di avere figli per una regina. Sì, ero dispiaciuta per la zia (così la chiamavo), ma il problema non era solo l’impossibilità di provare l’emozione di avere una creatura da chiamare figlio o figlia davanti agli occhi. C’era il difficile problema della successione. Tutto il regno ha vissuto con dolore la scoperta infertilità di Hilda, e alla sola idea che il regno di Lindblum non avesse potuto avere un reggente…ogni volta nascono sempre conflitti per divenire il nuovo sovrano, e il più delle volte sono più sanguinose di quelli tra regni vicini.

Quando sono venuta a Lindblum dopo la morte di mio padre adottivo non ho bevuto per niente la storia del tradimento di Cid. Sapevo che lui era un dongiovanni ma non avrebbe mai tradito la sua moglie. C’era sicuramente qualcos’altro dietro. Non dissi niente ma probabilmente si trattò anche di questo. Hilda non avrebbe sopportato l’idea di essere un ostacolo a suo marito e di poter diventare la causa di una futura guerra civile. Il suo senso del dovere è così forte che l’ha spinta a prendere addirittura la decisione di lasciare la persona che amava per il bene del popolo. Una regina ha tante responsabilità. Anche questo l’ho capito solo dopo che quella corona che mi incuteva rispetto e devozione è passata dal capo di mia madre al mio. In questo momento è proprio di fronte a me.

Vorrei prenderla tra le mani e gettarla fuori dalla finestra…ma tanto so che non ci riuscirei. Che regina sarei senza più corona? Eh, probabilmente non sarei più regina.

Fosse così semplice

Fosse così facile disfarsi dei propri doveri, delle proprie paure. Ma scappare, lo so, è da vigliacchi. A che serve? L’ho già fatto una volta e quale è stato il risultato? Non ho fatto altro che peggiorare la situazione. Fu solo colpa mia se tutto cominciò a trasformarsi in un incubo. Forse…forse restando al suo fianco avrei potuto evitare a mia madre di compiere una strage a Burmesia e di distruggere Cleyra e Lindblum. E se anche non fossi riuscita a guarirla da quella malattia di possedere e di distruggere, avrei potuto uccidermi e evitare di essere catturata per farmi prelevare gli spiriti. O forse…se avessi avuto più coraggio non sarei tornata a casa, per cadere un’altra volta in trappola. Kuja non mi avrebbe tolto i poteri. Mia madre non avrebbe avuto modo di uccidere gente innocente. Sì, i maghi neri c’erano, ma almeno avremmo avuto qualche speranza di vincerli. Ma no. Perché? Perché la stupida di turno ha deciso di fare di testa sua di abbandonare tutti e di “salvare da sola” la situazione. Doveva far vedere che non era una bambina, che aveva le carte in regola per diventare regina, che era soprattutto “superiore” a quella banda di ladri che avrebbe voluto rapirla, a “quel” ragazzino che solo perché era carino si credeva un dio. E come è finita? Che per un’altra volta ho dovuto contare su altre persone, ho dovuto “farmi” salvare, ho dovuto fuggire, ho dovuto lasciare il mio paese senza aver concluso niente. E chi mi ha portato svenuta fra le sue braccia fino all’uscita? Chi mi ha sorretto mentre guardavo impotente Lindblum cadere tra i colpi di Atomos? Chi è stato sempre pronto a darmi una mano e a credere in me? Proprio quel ragazzino che avrei voluto odiare ma al quale in realtà volevo già bene.

Ma a sua insaputa quel ragazzo, con i suoi aiuti, i suoi tentativi di tirarmi su di morale, non faceva altro che sottolineare la mia condizione e farmi sprofondare in essa ancora di più. Una buona a nulla. Ecco cos’ero. Una buona a nulla. Un soggetto adatto a diventare lo strumento attraverso cui gli altri avrebbero potuto raggiungere i loro scopi. Qual migliore opportunità? Una regina inutile, vuota, senza nessun pregio, debole, facile da manovrare, quale miglior partito per la meschina classe nobiliare? Se non mi fossi ribellata a mia madre sai quante domande di matrimonio sarebbero arrivate da ogni parte del mondo?

 

Eh eh

che bello

 

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Sono stanca. Sono stanca di continuare a alzarmi alla mattina e vivere una vita così inutile e insignificante. Vorrei andare a Dali. Lì ho solo bei ricordi. Ma naturalmente sono troppo impegnata. Troppo impegnata per avere tempo di vivere.

 

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Sapevo che doveva succedere. Non mi ero illusa che questo non sarebbe potuto accadere. Però….oddio…

 

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Ecco adesso sto un po’ sto meglio. Il diario è tutto bagnato. Uff, devo smettere. Sapevo che Vivi sarebbe dovuto mo…

 

Non riesco a scriverlo. Incredibile. La mia mente ristretta e infantile non riesce ad accettare nemmeno l’idea della morte. Fino a adesso ho sempre cercato di tenere quella grande tristezza che mi mangia il cuore dentro di me. Ma ora è troppo. E’ veramente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Non bastavano i miei genitori, mio padre, mia madre

Gidan

No adesso anche Vivi

Ma perché? PERCHE’ CAZZO PERCHE’???!!!

 

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La mia prima parolaccia. Uao. Che bambina che sono.

 

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Il funerale è stato abbastanza lungo. Non so dove ho trovato la forza di non piangere tutto il tempo. Ogni volta che posavo gli occhi su quella piccola bara bianca sentivo un bruciore fortissimo sotto la palpebra ed ero costretta a distogliere lo sguardo. Detesto piangere, anche se, pensandoci, Vivi se le meritava le mie lacrime. Ho deciso di non piangere più da quando Gidan mi ha lasciato. Piangere non serve a nulla. E’ solo una perdita di tempo. Lo so….eppure le lacrime dovranno servire a qualcosa. Altrimenti perché Dio ce le ha date?

 

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Non c’è un aggettivo per definirlo. Vivi…

Durante la celebrazione ho semplicemente ascoltato quello che gli altri hanno detto su di lui. Sembrava che Freija volesse far cedere con tutte le sue forze le mie barriere. Mi ha fatto ricordare tutti i momenti belli che avevo passato con il nostro “maghetto”, e di conseguenza i tempi della mia libertà. Nostalgia, rimpianto, tristezza, angoscia, rimorsi. Non so quale di questi mi abbia preso più di tutti. So solo che ho sospirato di sollievo quando il discorso è finito. Ma intanto nella mia testa cominciavano ad accavallarsi i ricordi. Quella volta a teatro che senza volerlo aveva incendiato il mio travestimento, dove ci siamo conosciuti la prima volta. Quando ci siamo diretti a Dali e lui era rimasto sconvolto alla vista dei suoi “cloni”. Povero amico mio. L’unica cosa che ho potuto fare è stata quella di starti vicino. Anche quando avevi paura o serbavi qualche pensiero tu non ti facevi notare. Stavi a guardarci un po’ lontano e forse cercavi sia di rispondere ai tuoi quesiti che ad ascoltare i nostri discorsi. Le poche volte che ti sei imposto su qualche decisione era solo per aiutare i tuoi amichetti….Vivi ma come ha fatto un mago ossessionato dalla morte a  creare un essere come te?

Me lo dici Vivi?

 

  
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