Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: puciu    16/12/2007    3 recensioni
Shot.
Emmeline Vance decide di entrare a far parte dell'Ordine della Fenice per vendicare la sorellina tanto amata.
Per la mia Cami, coraggiosa e forte.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Due bambine giacciono languidamente distese sul pavimento di una stanza inondata di luce. Dietro di loro, vicino alla finestra, c’è un sedile senza cuscini. Per terra uno spesso tappeto. Si capisce che è comodo, infinitamente più comodo del duro legno del sedile, perciò ha senso che stiano sdraiate per terra. La più lontana è prona, appoggiata sui gomiti. I capelli lunghi e biondi, illuminati dal sole del tardo pomeriggio, le ricadono sulla schiena nuda, il suo corpo risplende al sole. L’altra, la più grande è sdraiata supina, gli occhi chiusi. La sua mano destra è aperta sul petto, la sinistra è abbandonata sul pavimento lungo un fianco. La sua veste trasparente risplende di luce. Le gambe sono snelle e lunghe e le unghie sono dipinte di un lucido smalto rosa. La piccola sfoglia un libro, la più grande non sembra farci caso. Sul suo viso si legge la placida quiete di un sonnellino pomeridiano. Si crogiola al sole, serena.*

“Emmeline?” “Emmeline..”
“Emmy..” sussurrò nell’orecchio una delle due ragazzine all’altra, che sembrava caduta in un sonno profondo.
La ragazza apre gli occhi, pigramente.
“Prudence?”
“Emmeline, vieni fuori,ti devo.. devo dire, far vedere.. una.. cosa.”
La ragazzina si alzò, gli occhi ancora semichiusi, ancora abbandonata in una piccola isola di tepore.
“Si, mamma.”
Si avviarono lungo un corridoio pieno di ritratti e antichi vasi, la casa era antica e ben tenuta,ma non si poteva dire accogliente. Le sottili pareti bianche ed immacolate emanavano un’aura fredda. Non si sarebbe mai detto che in quella casa vivevano due bambine di sei e undici anni. La donna entrò in cucina, la ragazzina al seguito. Sullo spesso tavolo di marmo c’era una lettera che era stata chiusa da ceralacca rossa, ma la busta era già stata aperta, e a giudicare dallo stato del foglio di pergamena contenuto all’interno,la lettera era già stata letta molte volte.
“Siediti”.
Emmeline sedette, sorpresa dalla freddezza della madre.
“Emmeline..”cominciò lei
“È una lettera dalla scuola,mamma?”
“Dalla.. scuola? ah,si.. cioè.. la scuola.. non lo so,Emmeline,davvero..”
La ragazzina allora si sporse e prese la lettera tra le mani. Lo stupore fu enorme.

Cara signorina Vance,
siamo lieti di informarLa che Lei ha il diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Scuola di Magia e stregoneria di Hogwarts.


Io sono una strega.. Una lacrima scende dagli occhi azzurri di mia madre  e traccia una riga umida sulle sue guance pallide, fino a cadere silenziosamente sul tavolo di marmo.


“Ed è per questo che i roghi di streghe del XIX secolo furono totalmente inutili…”
Emmeline faceva pigramente ruotare la penna su se stessa con un gesto della bacchetta durante la noiosissima lezione di Storia della Magia…sapeva che avrebbe dovuto stare attenta, il quinto anno era l’anno dei G.U.F.O., ma nemmeno una “secchiona” come lei riusciva a resistere alla voce soporifera del noiosissimo fantasma che insegnava quella lezione, il professor Rüf.
Guardò fuori dalla finestra, ma a parte un grosso allocco marrone che tornava dalla caccia notturna con un ratto grigio in bocca e si dirigeva verso la guferia, niente interrompeva la monotonia del paesaggio. Era una bella giornata di primavera e il lago nero era illuminato da sprazzi di luce. Qualche studente in quell’ora libera studiava sul prato o rinfrescava i piedi nell’acqua chiacchierando con gli amici. Emmy allora girò lo sguardo per la classe. Nessuno era veramente attento, ma il professore come al solito continuava a leggere i suoi appunti. Lo sguardo di Emmy si fermò su un suo compagno, che sedeva alla sua destra due banchi più in là. Il suo migliore amico Elphias aveva corti capelli color paglia e il naso piuttosto lungo. Emmy fu sorpresa di ritrovarsi ferma a guardarlo ancora dopo 2 minuti. Si affrettò a distogliere lo sguardo.
“Le streghe inoltre si prendevano gioco dei babbani continuando a farsi catturare sotto diversi travestimenti perché il fuoco, con l’aiuto di un semplice incantesimo Raffreddante, faceva un piacevole solletico…”
Anche Elph si girò a guardare Emmeline, e le sorrise. Era impressionante quanto dolce poteva essere il suo sorriso….

“Buon Natale, Emmy…”
Emmeline si svegliò di soprassalto. Il volto dolce della sorellina splendeva di gioia quando questa la svegliò nel giorno di Natale. Emmy era tornata a casa da 3 giorni per festeggiare il Natale con la famiglia..
“Ciao, Pru..! Buon Natale..”
La sua sorellina Prudence era sempre così dolce con lei. Emmy pensava che in qualche modo si sarebbe arrabbiata con lei, dopo che, compiuti gli undici anni, non le era arrivata la lettera per Hogwarts. Ma Pru non se l’era affatto presa, anzi. Continuava a chiedere alla sorellina dei suoi progressi con la magia senza una traccia si invidia o risentimento…erano molto affezionate l’una all’altra.
“Ho qualcosa per te” Emmeline arrivò con un pacchettino viola. Pru lo aprì e questo rivelò un piccolo album. Con stupore lo aprì e vide che dentro c’erano moltissime foto.. almeno un centinaio. Emmy e Pru da piccole; Emmy e Pru al parco, Emmy col papà e la mamma e Pru nel passeggino, Emmy e Pru sull’altalena…l’ultima le ritraeva vicinissime, mentre si davano uno dei loro “baci da farfalla”, con le ciglia. Era un gioco che adoravano fare da piccole.
“Oh Emmy…grazie, è bellissimo..!”
Emmeline rispose con un ampio sorriso.
“Anche io ho qualcosa per te, però”
Tirò fuori da sotto il letto un involucro morbido, lo diede a Emmeline che lo aprì. Ne usci scivolando un morbidissimo scialle verde smeraldo, che luccicava talmente che sembrava incrostato di diamanti. Era davvero di manifattura notevole… intrecciato sottilissimo,tanto che sembrava non fosse composto di fili ma fosse tessuto puro, o smeraldina acqua solida.
“Pru.. è..splendido!”
Prudence le regalò un sorriso. Era davvero bella, con i lunghi capelli biondi e gli occhi color miele. Bella come Emmeline non sarebbe mai potuta essere.
Si avvicinarono e si diedero uno dei loro baci da farfalla.. vicinissime.. due sorelle,un’anima,erano come una cosa sola. Condividevano pensieri, speranze, sogni, solo con la forza di uno sguardo.
Questo era l’amore.


Emmeline era a scuola. Il suo scialle era a casa. Non sapeva come aveva potuto dimenticarlo.. forse nella foga di tornare a Hogwarts e rivedere il suo ragazzo, Elphias. Questo “tradimento” a Prudence bruciava nel cuore di Emmy.


“Signorina Vance.. Emmeline.. potresti seguirmi, per favore..”
Era in corso una lezione di erbologia, e Emmy veniva trascinata verso il castello da un’agitata vicepreside.
“Emmeline.. mi dispiace.. sai non c’è niente di certo.. ma voci, voci piuttosto.. sicure, dicono che V-Vo.. Tu-Sai-Chi.. abbia compiuto l’ennesima strage di b.. non maghi. Potresti avere subito delle perdite Abbiamo predisposto un collegamento di polvere volante.. devi tornare subito a casa.
Emmeline non era lì. Il suo cuore era sospeso in un vortice. Vorticava più veloce che mai,o forse era solo fermo.. Emmeline non lo sapeva. Sapeva solo che si era ritrovata vicina a casa, scortata da un gruppo di maghi diretta verso uno spiazzo erboso, bruciato, pieno di macerie. Poi era ad un ospedale.. poi in una sala semi vuota dove tutti la guardavano con compassione. Poi davanti a un medico che le annunciava con voce triste che per la mamma c’era ancora una speranza. Ma la dodicenne Prudence Vance invece era dispersa.

Quanti ricordi si affollavano. Quante cose si riescono a ricordare, cose che sembravano dimenticate, in questi attimi di dolore e disperazione…

Dove prima c’era casa sua, adesso c’erano solo macerie. Ogni tanto Emmy trovava i resti di qualcosa a cui teneva, ma non le importava. La cosa a cui teneva di più era scomparsa. Vagava tra le macerie, sola, infinitamente sola. Forse la stavano cercando, era scappata senza dire nulla dall’ospedale, ma non le importava. Non le importava ormai di nulla. Si avvicino cautamente al cumulo dove prima c’era camera sua, e vide una cosa che la lasciò paralizzata.
Tra le macerie si levava un brillio, un luccichio verde smeraldo. Scostò le macerie e vide la sua sorellina, con il volto coperto di sangue, tra le sbarre di quello che doveva essere stato il suo letto. Stringeva uno scialle, lo scialle di Emmeline. Prudence aveva sempre detto che da quando gliel’aveva regalato quello scialle conservava il suo profumo. Pru teneva lo scialle vicino al naso… Emmeline non capì più nulla. Venne inghiottita da un vortice di dolore e lacrime e vuoto e odio per l’uomo che le aveva strappato quella creatura. Si amavano, era amore puro vero e sincero, e Emmy non aveva mai potuto viverla davvero la sua sorellina… Le tolse lo scialle dalle mani, lo tenne stretto a se.. abbracciò il corpo di Pru come se avesse paura che lei potesse scapparle, lasciarla ancora e ancora.. le forze la abbandonarono. Sentiva solo il calore della sciarpa, e il corpicino esanime di Prudence tra le sue braccia, e nient’altro aveva più senso.


Con il tempo al dolore si sostituì l’odio. Emmeline odiava quell’uomo, se di uomo si poteva parlare. Tutto il dolore veniva da lui. Le cicatrici sul volto della madre.. il dolore per la perdita di suo zia Mauritia, e quello acuto e bruciante per la perdita di Prudence. Era odio puro, brama di uccidere, di provocare il lui il dolore corporale che lei sentiva dentro di se. Non voleva solo eliminarlo; voleva cancellarlo dal mondo, dalla mente delle persone, dai suoi ricordi… dai suoi rimpianti. Doveva farcela. Era l’unico scopo che aveva nella vita, ormai. Voldemort, la morte, doveva cessare di essere. Voleva rendersi utile, attiva, voleva ucciderlo di persona, se ci riusciva.

Emmeline Vance aveva terminato gli studi e ora con suo marito Elphias Doge lavorava nell’ufficio Auror del ministero della magia. Era un lavoro difficile e rischioso ,ma per Emmeline era tutto. Solo che il lavoro del ministero spesso era vano ,molto frequentemente non catturavano maghi oscuri, ma solo uomini stupidi con voglia di mettersi in mostra compiendo atti di violenza pubblica. Due mangiamorte erano in cella grazie a Emmeline, ma lei voleva andare più a fondo nella caccia all’uomo che aveva distrutto la sua sorellina, voleva entrare nella sua mente, voleva cancellarvi tutto ciò che di orribile c’era. Doveva fare di più.

All’improvviso, l’idea. Era rischioso, fuori legge, ma poteva farlo, doveva farlo.

Alcuni anni dopo, nella cucina chirurgicamente asettica di zia Petunia, al numero 4 di Privet Drive, Little Winghing, Surrey;  Remus Lupin presentava a Harry Potter, il ragazzo-che-è-sopravvisuto, alcuni dei membri dell’organizzazione che più di tutte stava fermando l’avanzata di Voldemort. Erano maghi in gamba, che avevano studiato, erano Auror famosi e cacciatori che i maghi oscuri temevano. L’organizzazione era un’associazione segreta nota con il nome di Ordine della Fenice.

“Questo è Kingsley Shacklebolt”. L’alto mago nero si inchinò.
“Elphias Doge” Il mago fece un cenno.
“Dedalus Lux…” “Ci siamo già incontrati!” squittì l’eccitabile Lux, levandosi il cappello a cilindro viola.
“E Emmeline Vance” Una strega dall’aria nobile con uno scialle verde smeraldo abbassò il capo
.




Questa è per Camilla, la mia amora coraggiosa e forte, che ha scelto di diventare paramedico dei pompieri per aiutare i bambini che, come la sua cuginetta Emma, rimangono vittime delle stragi. Grazie Cami per l’aiuto che dai a loro e per quanto fai riflettere noi sulla caducità della vita e delle cose…
___fine___



Grazie a voi che avete letto e a *“Riflessi di Luce”  di Miranda Whittemore.

Un grosso bacio! Puciu

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: puciu