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Autore: Fuuma    31/05/2013    2 recensioni
Arthur. Karen. Un materasso su cui cadere e farsi male, dimostrandosi ancora una volta il meno virile degli uomini. E Matt che, per fortuna, ha sempre la soluzione.
{Smarvill}
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Arthur Darvill, Karen Gillan, Matt Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Characters: Thomas Arthur Darvill; Matt Smith; Karen Gillan;
Pairing: Matt/Arthur {smarvill}
Rating: PG
Genre: fluff
Warning: slash
Words: 952
Disclaimers: Gli attori appartengono tutti a loro stessi. Ambientata sul set di The angels take Manhattan.


Le mani di Arthur sono strette al ginocchio come se avesse paura che, lasciandolo, possa spargere pezzi della propria rotula sul materasso su cui lui e Karen si sono gettati pochi minuti prima, prima che lei lo colpisse, in uno di quei pochi punti deboli nella costituzione di un uomo, con quelle dannate ossicina appuntite che la ragazza si ritrova. Non ha neppure la forza di articolare parole decenti, solo gracchianti "Ahaaa... bloody hell... ahaaa, maleee..." che si trasformano presto in un pigolio patetico al quale si aggiungono le solite prese per il culo di lei (Eddai, ti ho appena toccato. Che razza di uomo sei? Hai sempre reazioni esagerate!).
Vorrebbe mandarla cordialmente a quel paese, ma la lingua è occupata nella trappola dei denti, che la mordono per non alimentare i gemiti di dolore, mentre il tempo passa e Arthur vorrebbe morire perché soffre come un dannato, Dio come soffre!
"Non mi butterò mai più su un materasso insieme a Karen, pretendendo di gettarmi da un edificio di Manhattan con Amy Pond!" Non è un suo pensiero - a quello ci arriverà con più calma; è Matt a pensarlo per lui, perché lo conosce abbastanza bene da potergli leggere la mente e da sapere che Arthur è il ragazzo più lamentoso che abbia mai conosciuto in vita sua. E, per un inglese, significa essere ben oltre la media.
«Arthur, hai finito di fare il bambino?» sospira Karen, infilando il dito nella piaga. Adora pungolare l'orgoglio virile di un -ora- meno virile Arthur.
«Spiritosa, vorrei vedere te al mio posto.» borbotta lui, nascondendo il volto contro la gamba, ma anche così è facile immaginarne il broncio.
Matt avanza, le braccia spalancate, come un arbitro incaricato di valutare i danni.
«Sei ancora vivo?» domanda, inginocchiandosi accanto a lui, con la malaugurata idea di cominciare a picchiettargli l'indice contro il fianco. Quel che è peggio è che le dita di Matt sono lunghe e la vita di Arthur è sottile e, sotto la sua mano, gli sembra di venir colpito da piccole scariche elettriche ogni volta che lo tocca.
«Ti odio...» mormora. Sapeva che, ancora una volta, quel capellone si sarebbe alleato con Karen per prendersi gioco di lui e farlo impazzire. Non è una novità, forse è colpa del proprio carattere, che non è facile, perché gli ci vuole tempo per adattarsi a qualsiasi cambiamento (e farti distruggere il ginocchio dalla tua collega è decisamente un cambiamento importante di cui avrebbe preferito discuterne prima, eh!), è permaloso e ci sono volte in cui vorrebbe scomparire. Come adesso, mentre Matt continua a tormentarlo e a chiedergli se è ancora vivo, in quel suo inglese britannico in cui riesce a dare ad ogni parola un senso di rotondità. Non c'è nulla di più piacevole della voce di Matt, del modo in cui fa rimbalzare le parole contro il palato, come se la sua lingua giocasse a calcio nella sua bocca, prima di farle rotolare in un goal al di fuori.
Ora, però, preferirebbe rimanere da solo a compatirsi per la propria incapacità di incassare il dolore come un vero uomo.
«La puoi smettere?»
Alla fine ha ceduto, ha tirato su la testa e, disperato, guarda Matt ed il sorriso furbo che sembra urlare al mondo "Ho un piano malefico in mente e non ti piacerà quando lo metterò in atto" che è molto simile al sorriso "Ho di nuovo bloccato la porta del TARDIS, ma tu non dirlo a nessuno". Non promette niente di buono, specialmente quando si avvicina pericolosamente alla gamba di Arthur e, davanti agli occhi dell'intera crew, vi posa le labbra, lasciando l'impronta di un bacio sulla stoffa ruvida dei jeans.
«Ecco fatto,» annuncia orgoglioso; lo è sempre, di ogni proprio gesto, anche se la maggior parte delle volte finisce per rompere qualcosa o rovesciarsi il tea sui vestiti di scena «Adesso è passata la bua?»
Arthur sta per sibilargli che cazzo, non è un bimbo ritardato, se dice che gli fa male è perché gli fa male sul serio, quando si accorge che ha smesso da parecchio di sentire dolore.
«S-sì…» borbotta, il broncio ancora lì, in bella vista sul volto spigoloso e perfettamente sbarbato di Rory Williams.
Sarebbe il momento perfetto per esultare, ma Matt non emette suono e continua a fissarlo in un modo inquietante e sospetto. D'accordo, è anche eccitante quando fa così, ma Arthur preferisce non pensarci e domandargli un neutro: «Cosa?»
«Hai qualcosa...» risponde l'altro, vago.
«Dove?»
«Qua.»
Che tu sia maledetto, Matt!
Il pensiero arriva un istante di ritardo rispetto alla sua bocca.
Il bacio è lungo e le labbra di Matt sono fresche su quelle del ragazzo. Gli occhi di Arthur sono socchiusi in due spiragli azzurri e languidi che spariscono presto al di sotto delle palpebre, quando risponde al bacio e circonda le spalle di Matt con le braccia.
Non ci vuole molto perché il coro di "uhuuuu" esploda, guidato in prima linea dalla voce di Karen che ha iniziato a tirare loro cose: una sciarpa, il romanzo di Melody Malone e perfino il cacciavite sonico che, di solito, Matt riesce a far sparire nelle tasche della giacca prima che i suoi colleghi glielo nascondano per evitare che rompa anche quello - ha un record personale di sei cacciaviti sonici rotti in meno di una settimana.
Il primo a sciogliere il bacio è Arthur, si guarda intorno, incassando la testa tra le spalle e ormai sa che la loro relazione segreta -che tanto segreta non è mai stata- è stata scoperta ed è tardi anche per negare l'evidenza.
«Oh, al diavolo.»
Quindi, dopo aver fatto una linguaccia a Karen, è tornato a dare un senso alla bocca di Matt così vicino alla propria.

 


Note: What. The. Hell.
Questo non era previsto, non il fatto che mi mettessi a scrivere sugli attori di Doctor Who, invece che sui personaggi della serie tv! Per questa volta darò la colpa alle troppe foto che mi è capitato di vedere di quei tre assieme che sono adorabili almeno quanto lo sono i Ponds e il Dottore insieme.

   
 
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