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Autore: ShioriKitsune    31/05/2013    11 recensioni
[SasuNaru, YAOI; AU; OOC (spero solo lievemente)]
«Se dovessi riuscire a superare l’anno farò voto di castità».
Le parole di Naruto Uzumaki, in quel caldo pomeriggio di metà maggio, scossero fin nel profondo l’anima del suo compagno.
Per la prima volta, distolse lo sguardo dai suoi appunti per alzare un sopracciglio in direzione dell’usuratonkachi. «Bella battuta».
Eppure, dentro di sé, sospettava che quella non fosse affatto una battuta.
[...]
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Note:

Salve a tutti!
Ecco, sì, un'altra delle mie OS idiote. Il fatto è che quando si tratta della mia OTP non riesco ad essere una persona seria!
Ma ci proverò un giorno, lo giuro.
Comunque sia.. ecco cosa esce fuori quando si è stressati per la scuola e per i debiti. Sopportatemi.

Grazie a tutti coloro che leggeranno, recensiranno e apprezzeranno la mia storia. Ogni tipo di recensione è ben accetta!

La vostra Mery-chan *u*

 

* * * * *

Quando il dobe fa giuramenti assurdi.. imbroglia!

 

Chapter one: Castità?
 
«Se dovessi riuscire a superare l’anno farò voto di castità».
Le parole di Naruto Uzumaki, in quel caldo pomeriggio di metà maggio, scossero fin nel profondo l’anima del suo compagno.
Per la prima volta, distolse lo sguardo dai suoi appunti per alzare un sopracciglio in direzione dell’usuratonkachi. «Bella battuta».
Eppure, dentro di sé, sospettava che quella non fosse affatto una battuta.
«Sono assolutamente serio, teme», borbottò il biondo incrociando le braccia al petto.
Sasuke Uchiha sentì la sua faccia assumere la classica espressione da “continuo a sorridere, ma probabilmente ucciderò il dobe a breve” e, lasciando la penna tra le pagine scribacchiate del quaderno, si tirò indietro e lo squadrò senza parlare per qualche attimo.
«Rischi la bocciatura in almeno quattro materie, e nelle altre non stai messo nemmeno così bene. Come diavolo intendi fare per recuperare tutto in tre settimane?».
L’Uzumaki sfoderò un sorriso che sembrò illuminare l’intera stanza. Per un secondo – uno soltanto – l’Uchiha dimenticò i suoi intenti omicida.
«Ovviamente, tu», puntò il dito abbronzato contro di lui. «mi aiuterai. Sarai il mio insegnante di supporto».
Sasuke quasi non scoppiò a ridergli in faccia. «Lo dici come se sapessi con certezza che non ti dirò di no».
L’espressione di Naruto si trasformò da allegra e motivata in accattivante e seducente. Si alzò, avvicinandosi al compagno a passo lento, per poi sedersi a cavalcioni su di lui. «Beh», sussurrò, solleticando il lobo del suo orecchio. «è che di solito so come convincerti».
L’altro sorrise languidamente, accettando la provocazione. Posò entrambe le mani sul fondoschiena del biondo, stringendolo a sé. «Davvero?», domandò, con quella sua voce bassa, roca, ed estremamente sensuale. «E come intendi fare?».
Le labbra dell’Uzumaki sfiorarono la pelle del collo dell’Uchiha, candida e morbida come quella di un bambino, lasciando una scia di saliva e segni rossastri fino ad arrivare alle sue labbra, che catturò con facilità in un bacio lento e bagnato.
Le loro lingue si accarezzarono, mentre le mani del moro percorrevano la schiena del compagno facendo pressione, come a volerselo incollare addosso.
Quando si divisero per prendere aria, Sasuke ghignò. «Non potrai sempre comprare le persone in questo modo».
Naruto, con ancora gli occhi lucidi d’eccitazione, soffiò sulle sue labbra come un gattino offeso. «Lo faccio solo con te, e sembra che funzioni».
«Non ho ancora detto di sì».
La mano del biondo scese fino a tastare l’erezione del compagno, stringendola e vezzeggiandola sopra gli stretti jeans scuri. «E adesso?».
L’Uchiha gli regalò uno di quei pochi sorrisi ai quali Naruto proprio non sapeva resistere. Il suo cuore iniziò a battere velocemente, e per un secondo dimenticò quale fosse lo scopo di quel tentativo di seduzione.
«È la strada giusta, ma ci sei ancora molto lontano..».
 
Sei proprio un teme.
 
Così l’Uchiha, senza aspettare la reazione dell’altro, lo afferrò dalle anche e lo distese sul tavolo, facendo cadere sul pavimento appunti, libri, penne e voglia di studiare.
Naruto gli rivolse un’occhiata vagamente sorpresa, ma non perse tempo. Si levò la maglietta, mentre il moro gli sfilava bruscamente i pantaloni.
«Se ho intenzione di aiutarti a superare l’anno, devo approfittare del momento prima che tu faccia voto, non ti pare?».
Naruto ghignò. «Allora accetti?».
«Questo dipenderà da quanto sarai bravo oggi».
Sasuke gli lambì un capezzolo con la lingua, poi lo guardò maliziosamente negli occhi. «Ci stai?».
Le gote dell’Uzumaki erano rosse e sul suo viso non c’era traccia di dubbio. «Darò il meglio di me», mormorò con voce roca, mascherando una risata.
«È questo lo spirito», rispose l’altro, prima che anche la sua maglietta finisse per terra.
 
Chapter two: Castità.
 
Se supera l’anno sono fottuto.
 
L’Uchiha camminava pensieroso verso casa di Naruto, una mano nella tasca e l’altra che stringeva dei libri di testo.
Erano passate due settimane da quando aveva accettato di fargli da tutor, due settimane in cui il dobe non si era lasciato sfiorare neanche per sbaglio. A stento l’aveva baciato, a stampo, prima di ricordargli che faceva sul serio.
Se avesse superato l’anno, probabilmente avrebbe davvero fatto voto di castità.
E questo Sasuke Uchiha non poteva proprio permetterlo.
 
Devo trovare una soluzione, in fretta.
 
Quando l’Uzumaki gli aprì, aveva la faccia assonnata ed era in pigiama.
Beh, indossava solo la parte di sotto del pigiama.
Sasuke fu costretto a mandare giù un groppo di saliva, pregando i Kami di fargli ritrovare la calma.
Beh, chi al posto suo sarebbe riuscito a provare nulla? Erano due settimane che.. beh, che Naruto lo mandava in bianco.
Si schiarì la voce, passandogli accanto senza degnarlo di ulteriori attenzioni. «Copriti e iniziamo», borbottò, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo.
 
No, non va proprio bene.
 
«Teme, di dispiace aspettare dieci minuti? Mi sono appena alzato, volevo farmi una doccia prima».
 
Una.. doccia?
 
«Fa pure», borbottò l’altro, chiudendo gli occhi.
Un minuto dopo, il rumore dell’acqua gli fece venire in mente che, in quel momento, a pochi metri da lui, Naruto era nudo. Completamente nudo.
Prese un profondo respiro, stringendo gli angoli del tavolo in legno. Lo stesso tavolo su cui, due settimane prima, aveva accettato quello strambo accordo prima di farlo suo.
Al ricordo, la sua eccitazione si svegliò.
 
Oh merda.
Devo pensare ad altro.
Cuccioli morti.
Donne anziane e grasse che fanno il bagno.
Cuccioli morti.
Shikamaru che ci prova con Choji – Uh, questa è davvero rivoltante.
Ramen andato a male.
Ramen.. Naruto.
Naruto nudo.
..Al diavolo.
 
Sospirò, passandosi una mano sulla fronte con la speranza che almeno quell’idiota avesse la decenza di non tornare in cucina in asciugamano.
 
Non posso andare avanti così. Se Naruto superasse l’anno..
 
E poi, in quello stesso istante, il colpo di genio. Sul suo viso nacque un ghigno malefico, mentre a stento tratteneva una risata soddisfatta.
 
Ma potrebbe anche non riuscirci..
 
In fretta, sostituì gli appunti che gli aveva portato con dati inesatti inventati sul momento, pregando che il dobe non si accorgesse di nulla. Nel caso, si sarebbe giustificato dicendogli di aver sbagliato quaderno.
Preparò nella sua testa tutte le risposte errate da dargli, in modo da contrastare tutto ciò che gli aveva insegnato fino ad allora e, con un raro e articolato sorriso stampato in faccia, aspettò il ritorno del compagno biondo.
«Hai ritrovato il buonumore, ‘suke?».
L’Uchiha si limitò a scrollare le spalle. «Iniziamo?».
 
Un’ora e mezza dopo.
 
«Com’è possibile che gli animali si nutrano per fotosintesi? Non era una cosa che facevano solo le piante?». Naruto, grattandosi il capo, era più confuso di quando avevano iniziato a studiare.
Sasuke, addentando un Mikado, scrollò le spalle. «Lo leggi sul quaderno, no?».
Il biondo sospirò.
«Oh, quasi dimenticavo! Kakashi-sensei ha detto che la prossima settimana mi faranno fare un test di cultura generale. Se riuscirò a superarlo, mi promuoveranno senza debiti».
L’Uchiha alzò un sopracciglio.
Cultura generale, eh?
«Ti hanno detto gli argomenti?».
«Beh, no. Ma suppongo che saranno cose inerenti al programma. Cavolo, ho detto “inerenti”!».
Il moro si schiarì la voce. «Partiamo da storia. Allora, quand’è scoppiata la seconda guerra mondiale?».
«Nel 1939?».
«Dobe, quella era la terza».
Naruto sgranò gli occhi. «La terza?».
Sasuke annuì, trattenendo a stento una risata.
 
Come può essere così idiota?
Beh, un punto a mio favore..
 
«Passiamo ad altro. Capitale della Francia?».
«Parigi?».
«Barcellona. Dell’Italia?».
«M-Milano?».
Sasuke rimase interdetto per qualche attimo.
 
Questa non gliel’ho detta io.
 
«..Sì».
Silenzio.
«Che c’è?».
«Niente, dobe. Letteratura?».
 
Alla fine della lezione, pronto ad andare via, Sasuke si appoggiò allo stipite della porta d’ingresso.
L’Uzumaki gli stampò un bacio sulle labbra ed entrò.
 
Un bacio sulle labbra.. Oh, dobe, pensi davvero che ti avrei permesso di superare l’anno a queste condizioni?
 
Chapter three: Castità!
 
Promosso.
Promosso.
Pro-mos-so.
 
Sasuke osservava, pallido, - più pallido del solito – l’esito del compito in classe che il suo compagno stringeva tra le mani.  
 
Com’è possibile che sia stato promosso?
 
Cercando di fermare il tic al piede, strappò il foglio dalle mani del biondo. Lo esaminò con attenzione, valutando ogni risposta.
 
Giusto.
Giusto.
Giusto!
Ma che diavolo..
Come fa a sapere che è Roma la capitale dell’Italia?
 
Così distratto dall’esaminare quel pezzo di carta, si accorse a stento della risatina dell’Uzumaki.
Quando lo guardò, si dimenticò per un momento che avrebbe dovuto fingersi felice. «Che hai da ridere, baka?».
Naruto si alzò, sfilandogli il compito dalle mani e facendogli una linguaccia. «Mi credi davvero così idiota da non sapere che la fotosintesi è tipica delle piante e che la terza guerra mondiale non è mai stata combattuta? Andiamo, avresti potuto imbrogliarmi con le capitali, ma se ci fosse stata una terza guerra mondiale l’avrei saputo».
Sasuke gli lanciò uno sguardo omicida. Poi, sentitosi preso in giro da colui che aveva cercato di imbrogliare, incrociò le braccia al petto e gli diede le spalle, incurvandosi. «Non so di cosa parli», borbottò.
Il biondo gli afferrò le guance, tirandole e facendolo assomigliare ad un pupazzo di gomma. «Quindi vorresti dire che per quest’ultima settimana non mi hai rifilato informazioni sbagliate per farmi perdere l’anno?», alzò un sopracciglio, ma non smise un secondo di ridacchiare.
«Non mi risulta».
Naruto sbuffò. «Andiamo, teme, ammettilo!».
«No».
«Sì!».
«No».
«Sì».
«No».
«No».
«Sì. Maledizione!».
 
Questo sì che è umiliante. Fregato due volte dallo stesso usuratonkachi..
 
«’Suke, pensi davvero che avrei fatto voto di castità?».
L’Uchiha alzò un sopracciglio. «Beh, per tre settimane ci siamo a stento sfiorati..».
A quell’affermazione appena sussurrata, l’Uzumaki scoppiò in una di quelle risate che ti fanno mancare il fiato.
«Tu.. –risata- ..io potrei.. –risata- ..per tutta la vita.. –risata-. Sei un idiota!».
Sasuke digrignò i denti, serrando un pugno. «Se non la smetti di ridere ti faccio male».
La minaccia ebbe effetto immediato.
Naruto incrociò le braccia al petto, guardandolo con severità. «Teme, hai cercato di farmi bocciare. Devi fare ammenda per il tuo tentato sabotaggio».
L’Uchiha affilò lo sguardo. «Colpa tua che dici cosa strane», poi riacquistò il buonumore, distendendo le labbra in un sorriso. Non sarebbe più andato in bianco.. almeno fino al prossimo recupero debiti. «E come avresti intenzione di farmi pagare?», sussurrò seducentemente, rimanendo a pochi centimetri dalle sue labbra.
«Beh», iniziò Naruto, fingendo di pensarci. «Potremmo andare a casa».
«..Sì».
«..Spogliarci».
«..Sì».
«..e questa volta potresti stare sotto».
Il sorriso del moro diventò falso. «Sì».
Naruto sgranò gli occhi. «Davvero?».
«Certo», commentò l’altro, trascinandolo fuori dall’aula. «È la punizione che merito, no?».
L’Uzumaki quasi non stava più nella pelle dall’eccitazione.
Per tutto il tragitto verso casa, Naruto sfoggiò un ghigno compiaciuto che Sasuke non si prese la briga di distruggere.
 
Col cazzo ti faccio stare sopra, dobe.
Ma che male c’è a fartelo credere per qualche minuto?

   
 
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