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Autore: Arolda styles    31/05/2013    1 recensioni
Parla della mancanza del nostro idolo..
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao. Sono Susanna e pero che la mia storia vi piaccia!! Amavo la gente spensierata, la gente che si muoveva senza un senso logico, amavo semplicemente le persone che si sapevano divertire. Forse era per quel motivo che scelsi di fare un lavoro in particolare. Il mio compito era far divertire la gente, far muovere i loro corpi in modo precario, farli cantare a squarcia gola senza il pensiero di stonare, farli ballare senza pensare ai passi e di fare brutte figure. Il mio compito era far dimenticare alle persone una brutta giornata che avevano trascorso. Far incontrare persone e poi far nascere l’amore, quello era il mio compito. Ero davvero felice quando la gente faceva tutto quello che io dicevo. Continuavo a ripetere urlando e le persone sotto di me le alzavano, come se io fossi la regina. Loro seguivano i miei “ordini”. < Voglio vedere le mani alzate> era la seconda frase che faceva parte del mio repertorio. Continuavo a toccare tasti, abbassavo levette, schiacciavo pulsanti. Stavo solo dando una svolta a quella noiosa serata. Amavo quando la gente si lasciava andare quando ascoltava la mia musica. Amavo vedere le bocche che pronunciavano parole delle mie canzoni. Amavo vedere le persone che si buttavano in pista quando il dj annunciava il mio nome. Tutti al sabato sera aspettavano me, ma soprattutto aspettavano la mia musica. Cuffie giganti appoggiate sulle orecchie, e addio mondo. Ogni tanto mi ritrovavo a cantare quando la console mi dava diversi problemi, ma me la cavai sempre per il meglio. Tutti mi conoscevano come la “Vocalist Path” di sera e come la santarellina di giorno. Avevo una doppia vita, ed era quello che faceva di me una ragazza diversa dalle altre, ed era quello che faceva di me una ragazza interessante. Nel mio lavoro mi ritrovavo molte volte a presentare “Special Guest” come gli italiani Nari e Milani, Francy Cap che molto probabilmente nessuno conosceva fino ad allora, alcuni modelli di Abercrombie, ma stasera dovevo presentare una persona che al solo pensare al nome mi venivano i brividi. Era ora, era l’una di notte, e dovevo annunciare. Dovevo annunciare lui. Spensi la musica, e ne feci partire un’altra. Di solito quando arrivavo a questi tipi di momenti, mettevo la colonna sono del gladiatore,e così feci anche quella volta. Era il mio lavoro, e non potevo sbagliare. Non potevo farmi prendere dal panico. < Ragazzi e ragazze, è arrivato il momento che voi stavate attendendo di più. Ragazzi e ragazze ecco a voi …> Era mio solito, lasciare qualche secondo di suspense. Dovevo far aumentare l’adrenalina nei corpi delle persone che stavano sotto di me. < Zayn Malik> urlai il suo nome al microfono. Lo vidi entrare con lo sguardo rivolto verso la distesa di gente che lo stava attendendo da più di tre ore, salutò tutti, e poi posò lo sguardo su di me, e io lo ignorai completamente. Mi diede le spalle, e io rimisi la musica. Mi ripetevo sempre che quello era il mio lavoro, e che nonostante gli inconvenienti sarei dovuta andare avanti. Lo guardavo. Le spalle erano più grosse. La schiena sembrava fosse stata scolpita. In un certo senso lo stavo contemplando. Ed ecco che arrivarono i ricordi, anzi arrivò quel ricordo. Arrivò violentemente nella mia testa. Una sua frase, la frase che mi spezzò il cuore cinque mesi fa. < Forse è meglio che la chiudiamo qui> e appena ricordai quel particolare, tutta la nostra storia riaffiorò nella mia mente. Commentate perpiacere!! <3
  
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