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Autore: itsover    01/06/2013    2 recensioni
Emily è una ragazza come tante altre, ma un giorno due esseri cambieranno la sua vita trasportandola in un mondo parallelo dove tutti sono sotto l’effetto di un incantesimo; tutti ad eccezione di un ragazzo, Chris.
Lui, l’accompagnerà nell’avventura per scoprire la verità legata a sulla morte di sua madre. Tra loro nascerà qualcosa tanto forte da sconfiggere la paura di morire.
Dal sesto capitolo:
-“Per favore... Fallo per il tuo ragazzo.”
-“Scusa, cosa hai detto?”
-“Per favore.”
-“D’accordo. Ma non sono la tua ragazza né ora, né mai.”
Questo lo dici tu, pensa Chris.
-“Perché sei così con i maschi? Anzi, con me?”
-“Non mi fido più, tutto qua.”
REVISIONATA.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La sveglia suonò.
Emily si girò e rigirò senza la minima voglia di alzarsi dal letto che non voleva lasciarla andare.
Sbuffò. Si stiracchiò svogliatamente, prima di alzarsi e recarsi nel piano di sotto a fare colazione.
-“Buongiorno, mamma.”
-“Ciao Emily, dormito bene?”
-“Sì, fin troppo, il letto non voleva lasciarmi andare... ”
-“Capisco...  Che cosa vuoi di colazione?”
-“Solito, caffèlatte e brioche al cioccolato.”
-“Due minuti e ti servo.”
-“Grazie.”
Aspettando l’amata colazione, Emily pensava a come sarebbe andata quella giornata di scuola, dovendo subire ancora, altri atti di bullismo, come ogni giorno d’altronde.
-“Ecco a te Emily, buona colazione.”
-“Grazie.”
Emily mangiò di fretta perché, come ogni mattina, era in ritardo per il bus. Salì di nuovo in camera sua, prese un paio di jeans e una maglietta a maniche corte; ci mise sopra la felpa, prese la cartella e si recò nuovamente in cucina, a salutare la madre prima di uscire, per prendere il  bus che la portava in quel malefico posto chiamato SCUOLA.
 -“Ciao mamma io vado!”
-“Ciao piccola e stai attenta, vedi di non farti picchiare ancora.”
-“Ci proverò. Ciao”
Dopo un bacio alla madre, Emily si recò alla porta per uscire. Scese le scale ed eccola entrata nel mondo esterno.
Durante il viaggio sul bus Emily restò con le cuffie nelle orecchie a pensare, sotto la colonna sonora di”Taken” degli One Direction, i suoi idoli. E’ proprio per questo che a scuola viene picchiata. È considerata “ la directioner sfigata”.
Scende dal bus e, per lei, inizia il timore, il timore di essere di nuovo presa e messa al muro da quei quattro bastardi.
-“Hei, ma guarda chi si vede!”
-“Oh, senti Leonardo, lasciami stare.”
-“Uh, la piccolina ha paura... ”
-“ Non ti ci mettere anche tu Jack.”
-“AHAHAH ma sentila! Vuoi fare la spiritosa con noi eh? Perché non chiami i tuoi “idoli” che con il mantello sulla schiena e le mutande sopra i pantaloni vengono giù dal cielo a salvarti!”
-“Lasciate stare i miei idoli bastardi!”
-“Scusa? Puoi ripetere?”
-“BASTARDI!”
-“Prendiamola ragazzi!”
Emily corse via e i quattro scagnozzi dietro la inseguirono e appena la presero la picchiano creandole un livido sul polpaccio e uno sulla spalla.
Emily non volle andare a fare lezione quel giorno, sì era abituata era già stata picchiata tante volte, ma non aveva mai avuto il coraggio di insultarli e loro, non l’avevano mai picchiata così violentemente.
Rimase lì, sotto un albero ad ascoltare gli One Direction con le cuffie nelle orecchie, non gli importava di nulla, aveva solo voglia di piangere.
Emily si risvegliò senza essersi accorta di essersi addormentata e per di più erano le due e lei aveva perso il bus. Dovette farsela a piedi. Fino a casa.
Dopo quasi un quarto d’ora di cammino riuscì ad intravedere il cancello di casa sua e a pochi passi da lì era arrivata. Risalì di nuovo le scale ed entrò in casa ma, sua madre, era già andata al lavoro e lei sarebbe rimasta lì, sola.
Mangiò un panino, anche se non aveva molta fame, dopodiché decise di mettersi delle fasce sui lividi, in modo da nasconderle alla vista degli altri.
Entrò in camera sua, con polpaccio e spalla fasciati e si sedette sul letto. Accese il PC ed entrò in internet, su face book.
Verso le quattro, lei era ancora con gli occhi puntati sul PC, ma decise di fare una pausa per fare una piccola merenda.
Entrò in cucina. Il suo cellulare iniziò a squillare e svogliatamente andò a rispondere. Era suo padre.
-“ Ciao Emily... ”
-“Ciao papà, dimmi, di cosa hai bisogno?”
-“avrei una cosa da dirti...  Ma non potendo dirtela faccia a faccia, poiché sono a lavoro, dovrò dirti per cellulare tutto quanto.”
-“... Papà mi fai preoccupare.”
-“Inizia a farlo allora... ”
-“Papà, cosa è successo?”
-“Mamma... "
-“Cosa? Cosa è successo alla mamma!”
-“Vedi piccola... ”
-“Papà? Papà ma stai piangendo?”
-“Emily tua madre è morta.”
-“CHE?! C-CHE COSA? COM’È SUCCESSO??”
-“Vedi...  “
-“Papà adesso calmati e raccontami tutto.”
-“Stavo parlando con lei al telefono e lei stava guidando, quando a-ad un certo punto lei si è messa a urlare e poi è come se gli fosse caduto il telefono; io urlato “Betta!Betta!” ma lei non rispondeva. Poi ho sentito un colpo e più niente. Sono rimasto in attesa di qualcuno che dall’altro capo, mi avrebbe comunicato qualche notizia. Ero lì in ufficio, fermo, pietrificato. Non sapevo che cosa fare. Dopo circa cinque minuti di silenzio, un uomo, anzi meglio, un poliziotto, mi rivolse la parola dall’altra parte, chiedendomi se ero il marito e spiegandomi che era morta in un incidente. Qualcuno l’aveva investita di proposito ma non si è riconosciuto chi era, e non lo sapremo mai Emily.”
-“OH MIO DIO… non posso sopportare tutto ciò papà. Io devo scoprire chi l’ha investita e fargliela pagare.”
-“Emily non puoi; i poliziotti hanno già detto che è praticamente impossibile scoprire chi è stato.”
-“Nulla è impossibile papà, nulla.”
-“Come vuoi Emily, sarò sempre dalla tua parte.”
-“Grazie papà, non mi metterò il cuore in pace finché non avrò scoperto chi è stato.”
-“Ok Emily, adesso riattacco, vorrei restare un po’ da solo tra i miei pensieri qua in ufficio se permetti.”
-“Ed io farò lo stesso qua a casa.” Ciao papà. Ti voglio bene.”
-“Ciao piccola, anch’io.”
Emily non riusciva ancora a crederci, sua madre era morta e lei non ha potuto fare niente per evitarlo. Si chiede molte volte perché solo le persone che non lo meritano vengono punite e non chi se lo meriterebbe davvero. Ma ormai non può farci nulla, la può rassicurare solo il fatto che sua mamma, dall’alto, la sorveglierà sempre, anche in quello che le starà per capitare … ma ancora non è tempo di spiegazioni.
 
 
 
Nota dell’autrice: Hey! Come primo capitolo non c’è molto di interessante, ma il bello è dopo … qua si parla solo della morte della madre. Ed è ciò che lega tutta la leggenda a Emily. Questo capitolo non è il massimo, ma, la storia,migliorerà andando avanti. Spero che continuiate a leggerla! Un saluto, itsover.
  
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