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Autore: chiara05    01/06/2013    4 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TRASFORMAZIONE

 

Damon era inquieto. Sapeva che qualcosa non andava ma non riusciva a capire cosa. Suo padre si comportava in modo strano da quando, quella mattina, aveva incontrato Megan Fell nel suo studio. Anche la donna gli era sembrata diversa, nonostante non fosse in grado di dire cosa gli avesse dato quella sensazione. Lo sguardo forse, la profonda determinazione che nascondeva.

«È accaduto qualcosa» disse irrompendo nella stanza del fratello senza bussare. Stefan posò il libro che stava leggendo sul letto e lo guardò infastidito.

«Prego entra pure» lo invitò ironicamente con il braccio. Incrociò le braccia dietro la testa rimanendo semisdraiato.

«Tu non hai notato niente di strano?» continuò il moro ignorando quella frecciatina.

«Cosa avrei dovuto notare?» gli domandò parlando come ad un bambino che faceva i capricci.

«Giuseppe. Si comporta in modo bizzarro. E poi da quando è in rapporti amichevoli con Megan Fell? Stanno tramando qualcosa e io non mi fido di lui, lo sai»

«Aspetta. Di cosa stai parlando?» Stefan si mise seduto concentrandosi completamente sul fratello maggiore.

«Giuseppe. Mrs Fell. Tramare. Comportamento bizzarro. Mi stai seguendo? Non era una frase complicata» la pazienza non era mai stata una virtù di Damon.

«Quando nostro padre ha incontrato Megan Fell?» chiese il ragazzo castano cercando di collegare tutti i pezzi.

«Questa mattina, Stef» affermò l'altro sottolineandone l'ovvietà alzando lo sguardo al cielo «Dov'eri con la testa?». Stefan non rispose. Sapevano entrambi la risposta: Caroline. Da quando lei gli aveva confessato che sarebbe rimasta con Klaus e che per lui provava solo affetto fraterno aveva fatto di tutto per impegnare la mente, per evitare di pensare a lei. Come se gli fosse stato possibile farlo. La verità era che il suo amore per la ragazza era come una malattia che lo divorava lentamente, un pezzo alla volta. Quello che lo faceva realmente imbestialire era che a lui andava bene così. Sopportava il dolore perchè era il sintomo che una parte di lei vivesse in lui, perchè la speranza che un giorno sarebbe stata sua batteva la disperazione in cui il suo rifiuto l'aveva gettato.

«È innamorata di lui, fratellino. Devi smetterla di struggerti per lei. Devi andare avanti» disse Damon seguendo inconsapevolmente il filo dei pensieri di Stefan.

«Il loro rapporto è destinato a finire, lo sappiamo tutti. Lei non vuole essere trasformata» si difese il minore dei Salvatore parlando più a se stesso che al fratello.

«Questo è quello che sostiene adesso, ma tra qualche anno non sarà dello stesso parere» predisse il moro quasi con durezza. Prima il suo fratellino avrebbe capito ed accettato come stavano le cose e prima il suo cuore si sarebbe liberato di lei.

«Credi che nostro padre stia tramando qualcosa?» chiese il cacciatore castano cambiando argomento.

«Si» confermò l'altro grato di concentrarsi su quel problema. Il rumore degli zoccoli sulla ghiaia lo distrasse. Andò alla finestra e scostò la tenda per vedere cosa stesse accadendo.

«Sta per lasciare la tenuta» disse avviandosi verso l'uscita della stanza «Sbrigati, o non riusciremo a seguirlo»

«Vuoi seguire papà?» domandò attonito Stefan. Non stava esagerando? Era necessario spiare suo padre? E se stesse per concludere un rapporto amoroso con la signora Fell? In quel caso avrebbe decisamente preferito non saperlo.

«Avanti» lo esortò Damon lanciandogli il soprabito.

Dopo un secondo di titubanza il ragazzo indossò il pesante indumento seguendo suo fratello nella sera scura.

 

* * *

 

«Sono spiacente signora ma non posso fare entrare né lei né il suo amico» le disse una guardia da dietro i cancelli di villa Mikaelson. Emily avrebbe desiderato eliminarlo subito con i suoi poteri, ma non poteva farlo. Quel vampiro scortese e pomposo doveva prima farla entrare.

«Non vogliamo fare niente di male. Vedete, il mio amico qui è il licantropo Trevor, l'amico della signora Rose. Non lo riconoscete? Eppure scommetto che siete stato uno dei suoi carcerieri per un certo lasso di tempo» affermò con tono dolce e mellifluo.

«Non ha una bella cera» disse il guardiano osservando meglio il ragazzo al fianco della strega, completamente sotto il suo controllo.

«Sono certa che una volta riunitosi con la sua mentore si riprenderà» assicurò Emily tentando ancora una volta di eludere il controllo all'ingresso. Il vampiro seppur riluttante aprì il chiavistello deciso a controllare meglio la situazione, ma non appena sollevò il chiavaccio si accasciò a terra colpito da un tremendo dolore alla testa fino a quando non perse i sensi. In pochi secondi anche il resto delle guardie fece la sua stessa fine. Con un sorriso soddisfatto la strega sorpassò il corpo svenuto dell'uomo entrando nella tenuta.

Avrebbe voluto che mettere fuori combattimento gli Originali fosse stato altrettanto semplice, ma loro erano forti e una semplice emicrania non li avrebbe sconfitti. Non importava, Emily sapeva perfettamente cosa fare.

«Mrs Fell» esclamò incredulo Elijah quando la vide entrare nel salone dove stava discutendo animatamente con Rose per una questione che neanche ricordava «Cosa ci fate qui? E come avete fatto ad entrare?»

«Trevor!» Rose si lanciò sul suo protetto con un sorriso sulle labbra ma fu rapidamente buttata all'indietro da una forza invisibile. Guardando meglio il ragazzo e i suoi occhi vitrei si allarmò.

«Pretendo una spiegazione» Klaus avanzò minacciosamente stringendo la mano di Caroline. Si posizionò al fianco del fratello portandosi davanti alla ragazza. Sentendo dei passi a lui sconosciuti per il corridoio si era subito recato nel salone. Avrebbe lasciato la bionda nella loro stanza per tenerla al sicuro, ma il suo istinto gli diceva che erano in pericolo e voleva averla vicino per poterla proteggere. A quella vista la strega arricciò il naso digrignando i denti.

«Emily» sussurrò Caroline riconoscendola. Gli occhi di tutti i presenti si posizionarono su di lei. La stretta di Klaus si fece più intensa.

«Brava» la strega battè le mani ridendo «Come avete fatto a riconoscermi così in fretta?»

«Dalla vostra espressione. Quando ero piccola eravate molto amica di mia madre e quando venivate a casa nostra passavo molto tempo ad ammirare la potente strega Bennett» spiegò la ragazza mostrando una sicurezza che non aveva.

«Potente ed ostinata» Rebekah entrò nel salone con lunghe ed eleganti falcate «Non vuole proprio decidersi a morire lasciandoci in pace»

«Rebekah Mikaelson, il membro più fastidioso della famiglia Originale» la accolse Emily. Aveva sempre considerato quella bellezza bionda ed immortale un grande pericolo, una letale combinazione di istinto micidiale e intelligenza.

«È sempre un piacere» la vampira fece un piccolo inchino sperando che la sua avversaria si concentrasse su di lei. Si trovava nella biblioteca con Jane quando la donna era entrata portandosi dietro lo spettro di Trevor. Riconoscendo nel corpo di Megan Fell sua nonna, la giovane strega l'aveva avvertita del pericolo. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani presto Jane sarebbe arrivata con il Grimorio e avrebbe spezzato l'incantesimo che consentiva ad Emily di vivere.

Si sentirono altri passi seguiti dall'entrata di Giuseppe Salvatore.

«Bene mio caro, siete arrivato. E avete portato quello che ci serve» disse la Bennett indicando la pesante spada che impugnava l'uomo.

«Ma potete essere certa che non la userò fino a quando non mi avrete svelato il vostro piano. Ho finito di essere una pedina del vostro gioco» ribattè furioso. Il suo sguardo si posò sulla mano di Caroline intrecciata a quella di Klaus e la sua rabbia diventò furia.

«Sapevo che facevo bene a non fidarmi di voi» Damon entrò seguito da Stefan. La stanza si stava facendo affollata.

«Perfetto. Ci siamo tutti vedo. Manca solo la mia piccola Jane, ed io so che si trova in questa casa» Emily chiuse gli occhi. Dopo qualche secondo Jane venne trascinata nel salone nonostante si opponesse con tutte le sue forze a quel filo invisibile. Il Grimorio stretto tra le sue braccia.

«Buona sera bambina, mi stai forse portando un dono?» disse alla nipote inclinando la testa di lato.

«Non vi darò niente nonna» rispose la ragazza con fermezza. Dopo tanti dubbi aveva capito quale fosse la cosa giusta da fare.

«A cosa vi serve Trevor? Lasciatelo andare» intimò Rose quando ritrovò la forza di parlare. Aveva già perso un figlio una volta, non poteva sopportare di perderne un altro.

«Lui è fondamentale» rispose accarezzandogli una guancia.

«Perchè?» continuò la vampira andando in avanti. Elijah la bloccò afferrandola per le braccia.

«Risponderò immediatamente. Sia a voi che all'impaziente Giuseppe Salvatore»

«Allora?» la esortò Klaus ansioso. Il suo unico pensiero era che voleva portare Caroline lontana da lì.

«Esaudirò il vostro più profondo desiderio Niklaus. Vi farò diventare un ibrido a tutti gli effetti» gli spiegò lei con fare adulante.

«È impossibile» esclamò lui incredulo. Aveva perso la doppelganger e la strega era troppo debole per poter attuare il Nectunt modificato «Inoltre quello non è più il mio più profondo desiderio» guardò la sua donna negli occhi in un momento di inopportuna intimità facendo infuriare o ingelosire gran parte dei presenti.

«Non ha grande importanza dal momento che non appena vi avrò trasformato Giuseppe Salvatore vi ucciderà» sputò lei velenosa.

«E come farà a farlo? Una volta diventato un vero ibrido sarà davvero immortale» disse Stefan incuriosito, come se l'idea di quel piano in fondo gli piacesse.

«Ho il potere di attivare il suo gene di licantropo unendolo a Trevor mediante il sacrificio dei sette musicisti. Nel momento in cui l'incantesimo si compierà Giuseppe sarà in grado di ucciderlo trafiggendolo con la spada poiché, per pochi secondi, sarà solo un licantropo. E i licantropi possono morire se vengono colpiti al cuore» spiegò la strega guardando a turno tutti i presenti.

«Come farete ad essere sicura di aver attivato in lui il gene?» domandò Elijah con la sua solita calma, come se stessero discutendo in quale modo volessero il tè.

«Quando Trevor sarà morto la loro unione sarà cessata e Niklaus sarà un ibrido»

«No» Rose si scagliò contro la strega per impedire che il suo pupillo venisse ucciso, ma dopo pochi passi rimase bloccata da una barriera invisibile. Anche gli altri vampiri provarono ad attaccarla, ma rimasero tutti incatenati dietro a pareti magiche.

Emily scoppiò a ridere «Guardatevi, così potenti eppure inutili»

«Loro forse, ma io posso ancora batterti» disse Jane aprendo il Grimorio. In un attimo il libro le fu strappato dalle mani e finì ai piedi del camino, lontano da tutti.

Sfruttando la distrazione della strega, intenta a fare quella magia, Damon la attaccò ma presto venne lanciato nel quadrato magico insieme agli altri. Stefan rimase in disparte, osservando la scena come se non fosse realmente lì.

«Adesso che siete tutti al vostro posto, cosa ne dite di cominciare?» trascinò Klaus lontano dagli altri e cominciò la sua magia unendolo a Trevor.

Caroline si scagliò ripetutamente contro la barriera cercando inutilmente di sorpassarla.

«Elijah, Rebekah» implorò Klaus comunicandogli silenziosamente un messaggio che non tardò ad arrivare. I due vampiri bloccarono la ragazza prima che si ferisse nel tentativo di raggiungere il suo amore. Damon fu immediatamente vicino a lei, la strinse cercando di confortarla. Il suo sguardo tuttavia cadette su suo fratello ancora completamente libero di muoversi, di intervenire e fermare tutto ma che, invece, se ne stava lì a guardare la scena senza fare nulla.

Rose era come impietrita. Non riusciva a muovere un muscolo, a parlare, ad urlare tutto il suo rancore e la sua sofferenza. Trevor era innocente, giovane, doveva ancora vivere e scoprire cosa la vita aveva da offrire. Non poteva morire. Il maggiore dei Mikaelson si allontanò da Caroline e corse da lei, ma lei lo allontanò. Se si fosse abbandonata nel suo abbraccio avrebbe perso il controllo mentre doveva rimanere lucida. Lui per la prima volta da quando si erano conosciuti ignorò il suo volere stringendosela al petto.

Klaus sentiva un forte dolore pervadergli tutto il corpo, ma non emise alcun suono. Tutte le sue energie erano concentrate su di lei. Se davvero stava per morire voleva farlo con il suo viso impresso nella mente. Quando il resto del gruppo riuscì a farla calmare si fissarono negli occhi dimenticandosi di tutto il resto. Ti amo mimò lui con le labbra. Caroline annuì, lo spettro di una lacrima sulla guancia, ti amo rispose.

Il loro contatto fu interrotto da un urlo straziante proveniente da Trevor. Rose urlò di rabbia e impotenza trattenuta da Elijah. Gli occhi del ragazzo si riversarono all'indietro diventando completamente bianchi. Klaus ringhiò trattenendo il dolore, poi il licantropo si accasciò a terra senza vita. Rose crollò a terra sostenuta dall'Originale.

«È il momento» disse Emily a Giuseppe. L'uomo strinse l'impugnatura della spada avanzando verso l'ibrido. Stefan rimase a guardare impassibile, con un sorriso di soddisfazione appena accennato. Quando il capostipite Salvatore prese la mira per trafiggere Klaus, Caroline tentò ancora una volta di rompere la barriera scagliandocisi contro con tutta la forza che possedeva. Al secondo tentativo ci riuscì. Sotto lo sguardo incredulo di tutti i presenti si buttò su Giuseppe allontanandolo dall'ibrido.

«Com'è possibile?» urlò la strega stupefatta. Credendo che il blocco fosse stato eliminato anche gli altri provarono ad uscire dal quadrato dietro il quale erano rinchiusi ma non ci riuscirono. Emily proruppe in un urlo bestiale. Il suo piano era fallito, Klaus si era trasformato in un ibrido immortale. Continuò a tenere bloccati gli altri cominciando ad ideare un nuovo piano.

Giuseppe rispose all'attacco della ragazza tentando di colpirla con un gancio destro. Lei schivò e contrattaccò con un calcio sul fianco che andò a segno. L'uomo si piegò dal dolore dando l'opportunità a Caroline di attuare una mossa insegnatale da Giles, lo colpì con una ginocchiata allo stomaco e lo stese con un gancio destro sotto il mento.

Giuseppe crollò a terra svenuto. La bionda raccolse velocemente la spada caduta per terra dopo il suo assalto ed infilzò Emily. La strega non poteva morire, tuttavia l'indebolimento che seguì ruppe la barriera e permise agli altri di muoversi liberamente.

Rose corse dal suo pupillo e tenne stretto il suo corpo senza vita potendo finalmente piangere la sua morte. Elijah le stette accanto per tutto il tempo. Klaus corse da Caroline stringendola e baciandola con passione. Rebekah si avvicinò a Jane, che aveva recuperato il Grimorio, per aiutarla a spezzare l'incantesimo che avrebbe eliminato definitivamente Emily. Non appena la giovane strega cominciò a pronunciare la formula sua nonna si contorse su se stessa con lamenti strazianti.

«Puoi farcela Jane, coraggio» la incitò la vampira bionda. Il sangue cominciò a colarle dal naso ma lei non si arrese e, dopo un notevole sforzo, riuscì a completare l'incantesimo.

Emily diventò incorporea e poi lentamente scomparve, come se non ci fosse mai stata, come se fosse stata solo un brutto sogno.

Il silenzio regnò nella stanza. Tutto si era fermato. Dopo tutto il timore, il nervosismo, la rabbia, la vendetta e il desiderio di pace, era finita. Gli occhi di tutti erano fissi sul punto in cui la famigerata Emily Bennett era sparita senza lasciare alcuna traccia del suo passaggio. Jane credeva che si sarebbe sentita vuota senza sua nonna, invece tutto quello che provò fu sollievo e rassicurazione. Dal giorno seguente avrebbe intrapreso una nuova vita dove non sarebbe mai più stata costretta a vivere tutto quello.

Sfruttando quel momento di distrazione generale Giuseppe si alzò, sfoderò un pugnale dalla cintura dei pantaloni e pugnalò Caroline nella schiena, all'altezza del cuore.

Klaus impiegò un secondo a comprendere cosa stava accadendo, Stefan, dalla sua postazione isolata dal resto del gruppo, ancora meno. Senza rendersi conto dei suoi gesti il ragazzo estrasse la pistola dall'interno della giacca e sparò a suo padre. Guardò la pistola nella sua mano tremante e la lasciò cadere a terra. Giuseppe crollò a terra, morto.

«Caroline» mormorò l'ibrido straziato. Non doveva morire. Non doveva. La fece sdraiare a terra continuando ad abbracciarla.

«Va tutto bene tesoro» lo rassicurò lei accarezzandogli una guancia. Con le lacrime agli occhi lui si morse un polso pronto a guarirla con il suo sangue ma quando avvicinò quella medicina alla sua bocca la vita la abbandonò.

Stefan crollò a terra tremando, Damon sentì mancargli l'aria nei polmoni e si appoggiò sulle ginocchia cercando inutilmente di respirare. Klaus rimase immobile fissando quel viso sereno e bellissimo.

L'ibrido sentì una mano posizionarsi sulla sua spalla per dargli conforto.

«Mi dispiace Nik» mormorò Elijah. L'Originale voltò la testa verso il fratello sofferente. Sua sorella e Jane, dietro di loro, stavano piangendo in silenzio. I due Salvatore sembravano morti con lei.

«Non è morta» affermò lui tornando a guardare la sua Caroline.

«Nik» tentò di farlo ragionare sua sorella «Il suo cuore non batte»

«Ha il mio sangue in circolo. Non è morta. Presto sarà in transizione»

 

* * *

 

Stefan era per terra con la testa tra le mani e ripeteva ossessivamente «Cosa ho fatto? Cosa ho fatto?» aveva ucciso suo padre, lasciato che suo padre uccidesse Caroline. Era tutta colpa sua. Era un assassino. Aveva assassinato il suo stesso sangue. E Caroline si sarebbe trasformata in quello che odiava di più al mondo, un vampiro.

«Stef smettila» Damon gli prese le mani cercando di fermarlo. Sua sorella presto sarebbe tornata dal mondo dei morti e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era un fratello che impazziva per il senso di colpa.

«È tutta colpa mia» continuò il minore dei Salvatore alzando lo sguardo verso il moro.

«No fratellino. Ti sbagli» detestava vederlo in quello stato.

«Si lo è. Non ho fatto niente. Tutti voi avete cercato di contrastare Emily ma io non ho fatto niente. Sono rimasto lì a guardare. Avrei potuto attaccarla, non ero bloccato come il resto di voi, ma non l'ho fatto. Non volevo. Perchè avrebbe ucciso Niklaus e avrei avuto una possibilità con Caroline. E adesso lei è morta, e io non ho fatto niente»

«L'hai vendicata» tentò di rassicurarlo, di farlo sentire meglio. Era il suo fratellone, era suo compito prendersi cura di lui.

«Uccidendo nostro padre» urlò disperato.

«Ha smesso di essere mio padre molto tempo fa» da quando aveva giurato di eliminare sua sorella.

«Questo non cancella quello che ho fatto» come avrebbe fatto a superare quell'episodio? Guardò il fratello in cerca di conforto ma si accorse che anche lui ne aveva bisogno. Per la prima volta lo vide come una persona normale, e non come l'uomo forte e indipendente che non ha mai bisogno di nessuno. Aveva perso sua sorella e, sebbene lo avrebbe negato con ogni molecola del suo corpo, suo padre.

Senza aggiungere altro lo guardò per un attimo e poi lo abbracciò. Damon lo strinse immediatamente cercando di dare e ricevere consolazione. Ne aveva bisogno. Presto la sua sorellina sarebbe stata in transizione.

 

* * *

 

Klaus era seduto sul letto di fianco a Caroline. Presto si sarebbe svegliata e lui voleva essere lì per lei, per cercare di fare chiarezza nella confusione che sarebbe susseguita al suo risveglio.

«Nik, sei qui da ore» cominciò dolcemente Rebekah «Prenditi una pausa, vai di sotto, prendi qualcosa da mangiare. Starò io con lei»

«No» rispose lui secco «Non la lascio» come poteva anche solo pensare che l'avrebbe lasciata sola?

«Va bene. Allora starò un po' con te, d'accordo?» non voleva lasciarlo solo con i suoi pensieri. Lui annuì. Si sedette dall'altro lato del letto.

«Quando ho sentito il suo cuore smettere di battere mi sono sentita inutile e insignificante» ammise la bionda dopo qualche minuto di silenzio. Si era affezionata alla ragazza come ad una sorella ed era grata a Klaus per averle dato il suo sangue quel pomeriggio.

«Io mi sento ancora così» confessò il fratello. Non era da lui manifestare le sue emozioni. Quell'evento doveva averlo scosso parecchio.

«Non avresti potuto fare niente di più» lo rassicurò. Lui non rispose né alzò gli occhi dal viso di Caroline.

«In fondo è andata bene» la vampira cercò di guardare il lato positivo «Presto sarà una vampira e passerà l'eternità con te»

«O si lascerà morire» disse lui senza nascondere il tono angosciato.

«Di cosa parli?» chiese lei senza capire il discorso del fratello.

«Lei non ha mai voluto diventare una vampira Bekah»

«Ma io pensavo che dopo averti perdonato per la strage del villaggio...»

«Avesse cambiato idea? Non eri l'unica» anche lui lo aveva creduto.

«Non si lascerà morire, ne sono sicura»

«Non era così che doveva andare» esclamò lui tormentato «Avrei dovuto avere tempo per convincerla, per farle scegliere autonomamente di stare con me per l'eternità. Non avrebbe dovuto essere costretta a scegliere tra la vita eterna e la morte immediata»

«Il risultato sarà lo stesso Nik. Avrai meno tempo per convincerla ma sono sicura che ce la farai» doveva farcela.

Klaus annuì di nuovo, poi rimasero in silenzio aspettando il suo risveglio.

 

* * *

 

Rose si sentiva vuota. Fredda. Morta. Per l'ennesima volta nella sua lunga esistenza aveva perso una persona che amava. Non riusciva nemmeno più a piangere. Aveva finito le lacrime.

«Rose mi dispiace tanto» disse Elijah entrando nella stanza. La abbracciò accarezzandole i capelli. Era un gesto che da umana la rilassava enormemente, sperava che funzionasse ancora adesso.

«Non c'è più» sussurrò lei contro il suo petto. Lui la tenne più stretta. Non sapeva cosa dire, voleva solo farla sentire meglio.

«Non ho potuto fare niente. Ero bloccata dalla barriera» poi aggiunse «E da te» lo spinse via con aria furiosa.

«Come?»

«Tu mi hai trattenuta. All'inizio, quando Emily non aveva ancora creato la barriera tu mi hai trattenuta» come aveva potuto?

«Non ti avrebbe mai permesso di avvicinarti a lui Rose. Ti ho protetta da te stessa» non era riuscito a fare altrimenti, doveva assicurarsi che stesse bene.

«Hai contribuito alla morte di Trevor» la parte razionale di lei sapeva che le sue accuse erano infondate e senza senso, ma in quel momento prendersela con qualcuno di tangibile e corporeo le faceva bene.

«Non avrei mai fatto una cosa simile» si difese lui indignato.

«L'hai fatto invece» affermò manifestando tutta la sua rabbia per la morte prematura del suo pupillo.

Elijah comprese. Aveva bisogno di odiarlo, di riversare si qualcuno quella rabbia che la bruciava. Aveva bisogno di lui.

«Forse hai ragione. Anzi sicuramente hai ragione. È colpa mia» mentì alzando le mani in segno di resa. Sentirlo ammettere quell'assurdità la destabilizzò.

«Maledetto» ringhiò prima di scagliarsi contro di lui. Elijah la tenne ferma per i polsi mentre Rose si agitava tra le sue braccia cercando di colpirlo. Dopo una dozzina di tentativi a vuoto si calmò tornando a piangere contro il suo petto. Lui rimase in silenzio cercando di confortarla con il suo calore e il suo amore.

«So che non è stata colpa tua» sussurrò lei staccandosi da lui. L'assenza del suo corpo le provocò un tremito. Si sentiva sola senza le sua braccia a stringerla.

«Cosa farai adesso?» le domandò preoccupato. Sarebbe andata via?

«Partirò» disse lei confermando i suoi peggiori incubi «Aspetterò che Caroline si risvegli, saluterò Damon e me ne andrò»

«O potresti restare qui. Con me» propose lui esponendosi.

«Dopo tutto quello che è successo?»

«Si, proprio per quello» le spiegò avanzando verso di lei «Hai bisogno di stare con qualcuno che tenga a te, che si prenda cura di te. Soprattutto in questo momento»

«Non voglio stare da sola» ammise lei «Ma non voglio mai più soffrire in questo modo, e stare con qualcuno vuol dire poter soffrire»

«Non se quel qualcuno è immortale e non ha nessuna intenzione di ripetere l'errore di lasciarti andare» suggellò quella proposta con un casto bacio sulle labbra.

«Non devi darmi una risposta adesso. Pensaci. Intanto riposati un po'» la fece sdraiare sul letto e le rimboccò le coperte.

 

* * *

 

Un fievole battito del cuore di Caroline li destò dai loro pensieri.

«Si sta svegliando» disse Rebekah emozionata.

«Lasciami solo con lei» Klaus non aveva mai smesso di guardare il viso della ragazza. Sapeva di essere stato brusco, ma desiderava avere il tempo e la libertà di affrontare la situazione con Caroline senza interferenze. Sua sorella lo capì.

«Sono di sotto se hai bisogno» gli disse prima di sparire dalla stanza.

Pochi istanti dopo Caroline aprì gli occhi.







Allora, un capitolo bello pieno, siete d'accordo? Non ero molto sicura del risultato, non so non mi convince. Voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Inoltre ci stiamo avviando alla conclusione, mancano uno o due capitoli (dipende dal tempo che avrò visto che tra pochi giorni ho la maturità) e spero che la strada che ha preso la storia sia di vostro gradimento. Grazie a tutti quelli che continuano a leggere la mia storia un bacio a presto ;D

  
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