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Autore: Anemone Grace    01/06/2013    3 recensioni
Zack...
Un sussurro.
Un richiamo spezzato e il doloroso specchio dell'amore che veniva infranto.
Una caduta al suolo che andava a diramare i pezzi così da tagliare ogni cosa, diventando piccoli e innumerevoli frammenti cristallini, taglienti come una lama d'acciaio.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cloud Strife, Zack Fair
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco, Altro contesto
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A S H E S .


Era più facile abbandonare casa che rimanere immerso in quella.
Il suo sapore l'aveva corrosa e il suo stile rimodellata, proprio come una bambola che viene vestita e acconciata da una bambina.
Immacolata e perfetta, dalle vetrate colorate, tinte anni fa da tempere chiare e dai colori brillanti. Dischi di vecchia data stilati in un mobile in legno, messi in mostra come su una staffetta, il trofeo di anni e anni di buona musica conosciuta, ascoltata e amata.
Fotografie e cartoline attaccate con magneti provenienti da ogni parte del mondo al frigorifero: sorrisi, smorfie, pernacchie, baci... l'amaro ricordo di quello che è passato e sfumato col tempo. La chitarra abbandonata a un angolo della camera da letto, spartiti per terra a segnare e coprire il parquet, come un grande e stimato tappeto persiano.
E in fine libri, foto incorniciate in rettangoli asettici e piccoli, i calzini da rovescio nei cassetti, gli shampoo aperti nella doccia e i bagnoschiuma tutti della solita marca chiusi nel mobile del bagno,le magliette con le stampe riposte sulle grucce nell'armadio, il ridicolo cappello messicano attaccato al pendi abiti, il tavolo della cucina con ancora quella terribile macchia di caffè che non era mai andata via nonostante gli anni e che anzi, ogni mattina veniva calcata di nuovo, per colpa di quella sua vecchia abitudine di andare di fretta, della frenesia che lo rendeva sempre iperattivo e pimpante. E lui?
Lui che cos'era?
Non era forse l'esatto opposto di tutto questo?
Non era quello che cercava di cambiare i brutti vizzi, di togliere le foto imbarazzanti dal frigorifero che sempre notavano gli amici, loro ospiti abituali del venerdì sera, di mandar via quella macchia insolente dal tavolo e rovesciare per il verso giusto quei dannati calzini scomposti?
E adesso?
Adesso si ritrovava sul divano del salotto a fissare il tavolino senza proferire parola, respirando a malapena per via di quella dannata cravatta che aveva indossato per tutta la mattinata.
Il cuore batteva così regolare da sembrare disumano e i suoi muscoli erano così tesi da parere un manichino o un modello in posa per un set fotografico.
Non riusciva a fare altro, se non guardare quel vaso a decorare il legno spoglio.
Iniziali a incidere il coccio scuro, di un nero opaco, chiuso da quello che era un coperchio come un altro.
E intorno a lui c'era solo una lieve corrente d'aria, che silenziosa muoveva le tende lunghe e bianche della sala, facendole danzare come ballerini orientali.
Ma non bastavano.
Non bastavano a riempire quel vuoto, quello straziante e struggente dolore che dentro lo stava distruggendo, lo stava corrodendo e affliggendo fino a sentirsi quasi morto.
Perché lui lo era, morto.

Zack...

Un sussurro.
Un richiamo spezzato e il doloroso specchio dell'amore che veniva infranto.
Una caduta al suolo che andava a diramare i pezzi così da tagliare ogni cosa, diventando piccoli e innumerevoli frammenti cristallini, taglienti come una lama d'acciaio.

Ed era un gesto forte quello che seguì, come il battito di tamburi o lo spaccarsi di un albero allo scontro distruggente di un fulmine.
Il viso contratto in una smorfia di dolore e angoscia, basso e con le palpebre chiuse, serrando lo sguardo su ogni singola cosa che riempiva quel posto.
Ma fu il danno maggiore che poté ricevere quello, il flash di ricordi a sovrapporsi, una miriade incontrollabile di frammenti di anima che si frapposero fra lui e il mondo, fra lui e il tempo.

Le corse nei prati verdeggianti, così scintillanti con quel verde chiaro e il sorriso largo, bello, bellissimo di un giovane dai capelli corvini. Poi sussurri bassi e luce fioca, così bassa da coprire la pelle con teli opachi e sguardi intensi, profondi gli occhi come abissi marini, di un blu che pareva inventato. I baci sul collo, sulle labbra tumide e schiuse, sulla pelle flebile e morbida, in estasi per ogni tocco. Poi l'unione, tra le dita lunghe, le mani saldamente unite e il cuore a struggersi in un fuoco così caldo e denso, dalle fiamme alte e bollenti. Un rumore continuo e il piacere a soggiogare i ventri, la testa, l'animo intero e a scuotersi tutto. E poi le scatole e i pennelli, le risate calde, le birre a dissetare le gole secche, il caldo di un'estate bellissima, piena di sole e mare. L'autunno a seguire e poi l'inverno, fino alla primavera, in un continuo circolo vizioso, per ben tre anni. Ancora e ancora, ricordi e immagini, suoni e parole, nomi e sussurri. La sensazione di un bacio, di una carezza, di una presa ferrea sui fianchi, sulle braccia magre.

In fine le lacrime.
La rovente e pungente sensazione di umido, di aspro, come il nettare di un limone maturo. L'accartocciamento di un pezzo di carta che viene paragonato al cuore strappato e divorato di un uomo, di un giovane, un ragazzo di appena ventisei anni.
I singhiozzi silenziosi a prosciugare un silenzio straziante, così palpabile da sembrare vero.



//Spazio all'immaginazione.
Bene, allora devo stare completamente fuori di melone, maaaa... i don't give a fuck (si dai, facciamo finta di sapere perfettamente l'inglese♥). Che dire? L'ho scritta per sfogo, libera depressione e perché stamattina mi sono messa a parlare di morte con quello che dovrebbe essere il ragazzo con cui sto uscendo(?). Boh, come ho detto non sto molto bene.
Perché loro? Perché io? Perché sono in fase love ZackCloud, quindi lasciatemi stare ;w;
Mi scuso per gli eventuali errori/orrori perché serio odio rileggere quello che scrivo e di RADO lo faccio, quindi no, non l'ho fatto qua (chiedo perdono per quella che è la mia somma e immensa pigrizia).
Probabilmente ne scriverò altre e beh, tanto ci sto già scrivendo una LONG su loro, quindi... potrei mettermi anche in testa di cominciare a fare raccolte o serie a caso, giusto per farli porneggiare un po'.. o in questo caso; soffrire.
Detto ciò, spero che chi ha avuto la voglia, il bisogno, la sfiga, la casualità di leggerla lasci un commento (please, tutti hanno bisogno di commenti, anche brevi, ma il giusto per sapere che quel poco di pubblico che legge almeno è attivo♥), ma soprattutto -anche se non commentate (maledetti pigroni!)- spero vivamente che vi sia piaciuta o quanto meno non vi abbia fatto vomitare. Alla prossima(forse)!

Cigarettes;

   
 
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