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Autore: AxXx    01/06/2013    1 recensioni
Anno 2034. Dopo un inverno nucleare durato venti anni gli ultimi uomini sopravvissuti al disastro cercano di sopravvivere con le poche risorse a loro disposizione in un mondo diventato, ormai ostile.
Adam Phoenix, giovane sopravvissuto che non ha mai visto la luce del sole, si trova a confrontarsi con pericoli ed avversità che metterebbero in crisi anche il più fanatico dei soldati.
Braccato dai sopravvissuti della C.A.O.S. (Comitato per l'Abbattimento Organizzato degli Stati) l'organizzazione criminale autrice del disastro, dovrà condurre un'intera colonia in un pericoloso viaggio lungo ciò che è rimasto degli Stati Uniti per raggiungere la California, scampata al cataclisma.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                 Eva


 


 


 


 


 

Erano passati circa sei mesi dal loro arrivo alla comunità di John Ewell e, ormai, Adam si era ambientato alla vita di comunità e al suo ruolo nel gruppo.

Nonostante le proteste di sua zia, Cutter era riuscito a farlo diventare ricogntore del gruppo e gli aveva dato le chiavi del veicolo che avevano riparato.

Adam si sentiva parecchio a suo agio al volante e gli ci volle poco per riuscire a padroneggiare quel veicolo che tutti chiamarono, ironicamente, 'spider', per la sua forma bassa. Tuttavia quella vettura si era rivelata un vero gioiellino: consumava poco ed era in grado di mantenere una buona aderenza anche sulle strade più dissestate.

"Hai un talento naturale per guidare, se fossi vissuto prima del disastro avresti potuto battere Schumacher!" Aveva detto Cutter con un sorriso durante un'ispezione, lasciando il ragazzo a bocca aperta, dato che non aveva idea di chi fosse questo Schumacher.

Suo zio gli insegnò a sparare con la pistola e con i fucili di tutti i tipi e gli insegnò anche a combattere in corpo a corpo, istruendolo sulle posizioni da mantenere, come liberarsi da una prese, come impugnare le armi improvvisate tipo maceti, coltelli e bastoni e dove colpire per abbattere un nemico con un solo colpo.

All'inizio per Adam, non fu facile uccidere: sentiva una specie di vuoto quando faceva fuori un bandito e gli veniva da vomitare pensando che avrebbe potuto esserci lui al posto dell'uomo a cui aveva sparato, ma la sensazione andò svanendo mano, mano che si calava nel suo ruolo e sentendo forte il dovere di difendere la loro piccola ma solida comunità dai pericoli esterni.

'Basta che tu mantenga la consapevolezza di quello che stai facendo...' Pensò un giorno, mentre rientrava da un pattugliamento.

I primi tempi non ci furono molti scontri: più che altro, il suo compito era quello di andare a recuperare famiglie e persone che non avevano la possibilità di muoversi, ma che erano ansiosi di raggiungerli.

Fu una bella soddisfazione per Adam salvare quelle persone tra cui c'erano anche alcuni bambini.

In poco tempo la loro comunità aveva raggiunto i numero di cinquanta persone e molte lo dovevano a lui se si erano salvate dai banditi.

Adam fece amicizia con alcuni ragazzi della comunità, tra i quali Allison, la figlia di John che si scusò anche per aver sparato la prima volta che si erano incontrati, un certo Pop Lannigan, un ragazzo un po' più giovane di lui, alto e magro, che andava spesso con lui in ricognizione, Mike Jongun un ragazzo ventunenne di origine orientale con una preoccupante passione per i maceti, tanto da regalarne uno a Adam come arma in corpo a corpo, e, infine, Long Jake Bannerman, il cui padre, Francis Bannerman, aveva un armeria a gainsville.

Questa nuova situazione non dispiaceva affatto ad Adam che, anzi, apprezzava la compagnia di nuove persone con cui confrontarsi, ma preferiva, comunque, la compagnia di Cutter con cui andava veramente d'accordo e che gli faceva compagnia durante la maggior parte delle ricognizioni.

Aveva imparato come sparare e come ripulire un arma, come orientarsi usando il sole e le stelle che erano tornati finalmente visibili. Con cura si era scelto anche le sue armi personali: oltre la macete di Mike, si portava sempre dietro una pistola e un fucile di precisione. Non gli piacevano i mitra: li considerava un inutile spreco di proiettili e, con le poche munizioni che avevano, non era proprio il caso di perderne troppi. Il fucile di precisione, invece, era potente e con una grande gittata, utile per le imboscate e gli attacci a distanza, così da poter abbattere i nemici prima che loro potessero sparare.

Sua zia, che lavorava come infermiera a Dallas, divenne la dottoresse del gruppo e suo zio aiutò la gente nelle riparazioni di batterie e veicoli. In poco tempo erano diventati parte integrante della comunità.


 


 


 


 

Erano passati sei mesi da quando si erano insediati in quel ranch e stava sorgendo un brutto problema: l'acqua e il cibo stavano finendo a causa di un mese particolarmente caldo.

Il morale che era stato alto fino a quel momento, stava lentamente peggiorando e anche le bande vicine stavano diventando irrequiete: gli attacchi degli incursori si stavano intensificando e per Adam era sempre più difficile respingerli.

Quella sera, però, John Ewell, aveva deciso di riunire la colonia per un 'consiglio speciale', come l'aveva chiamato lui.

"Ormai la situazione è destinata a diventare irreparabile, se la situazione non cambia moriremo tutti di fame e se non lo farà la fame, lo faranno i banditi." Disse l'uomo perentorio.

"Non abbiamo altro posto! Non intendo dammi al furto e al saccheggio come i banditi!" Urlò uno del gruppo, acclamato da molti altri che si trovarono d'accordo.

Anche Adam non si sarebbe mai abbassato a tanto, ma c'era un problema che anche molti altri temevano: non avevano altro posto dove andare. Lì avevano costruito una serra e fatto crescere piante e ortaggi necessari a far sopravvivere tutti: senza quelle preziose attrezature, sarebbero morti in meno di un mese.

"So che pensate non ci sia via d'uscita, ma poco fa, quando vi ho convocati, ho ricevuto un'importante notizia." Annunciò Ewell, facendo tacere tutti che si concentrarono su di lui.

L'attesa era tesa e ricca di aspettative, anche se qualcuno sembrava un po' scettico, tuttavia nessuno osò interromperlo.

Appena fu sicuro di avere l'attenzione di tutti, John parlò.

"Sono riuscito a mettermi in contatto con un gruppo di sopravvissuti ad ovest, più precisamente, di Big Spring: si trovano nella situazione opposta a noi: poco carburante e molto cibo e acqua."

"Vogliamo fare uno scambio con loro?" Chiese una donna del gruppo che teneva in braccio il bambino di due anni.

"L'idea era quella, fino a che non mi hanno dato una notizia importante: loro sono in contatto con un gruppo di Tucson, in Arizzona, a loro volta, questo gruppo afferma di essere in contatto con il governo degli Stati Uniti d'America, sopravvissuto riofugiandosi in California." Annunciò John in tono piatto, anche se gli occhi gli luccicavano e un leggero sorriso gli si apriva sul viso.

La gente radunata iniziò a bisbigliare e parlare in modo conciso: nessuno pensava che da qualche parte ci fosse un governo, anche perché questo significava che, in quella zona, la situazione era minimamente vivibile.

Anche Adam si interessò: lui veniva da lì, o almeno i suoi genitori e là erano rimasti i suoi presunti zii materni e una sorelle mai conosciuta: aveva la possibilità di incontrarli. Una speranza piccola e troppo bella per essere vera.

"Com'è possibile che ci siano altri sopravvissuti!?" Chiese suo zio curioso, ma dalla voce, si capiva che era entusiasta della notizia.

"Come tutti sapete, solo venti testate non sono sufficienti per distruggere completamente il mondo: dopo la catastrofe le città sulla costa occidentale sono sopravvissute e le condizioni climatiche in quella zona si sono mantenute relativamente miti, grazie alle catene montuose che hanno isolato il territorio, bloccando il grosso delle radiazioni e dei mutamenti climatici. Lì la civiltà è ancora presente e sembrano intenzionati ad accogliere possibili sopravvissuti, a patto che non abbiano intenzioni ostili." Spiegò lui con un ampio sorriso rivolto ai suoi compagni.

La folla iniziò a parlare con entusiasmo della notizia: c'era la possibilità di uscire da quell'incubo e raggiungere una zona sicura, lontano da banditi e criminali senza scrupoli. Adam fu colto dalla certezza di ritrovare la propria famiglia ed era deciso ad intraprendere quel viaggio.

"Io propongo di metterci a lavorare, raggiungere i sopravvissuti di Big Spring, riunirci a loro, andare verso Tucson e, insieme, andare in California e metterci sotto la protezione del governo, cosa ne dite!?" Chiese Ewell con entusiasmo, mentre cercava di superare con le voci concitate che si stavano sviluppando in tutta la piazza.

Il grido di giubilio fu una risposta più che sufficiente per dimostrare la totale adesione della colonia all'impresa. Adam sapeva che sarebbe stata dura: una strada nel deserto, con poco cibo, poca acqua nemici ovunque e molti imprevisti, ma lui avrebbe fatto di tutto per aiutare la loro gente.


 


 

La sera passò a organizzare la spedizione: si decisero i veicoli che avrebbero viaggiato con loro, radunare le scorte di cibo e acqua, controllare il carburante e fare il catalogo delle armi. Cutter aveva revisionato tutti i veicoli, assicurandosi che fossero pronti per il viaggio. Decisero che sarebbero partite un autocisterna che avevano recuperato negli ultimi mesi, avrebbe trasportato ben cinquemila galloni di benzina. Due autobus che avrebbero contenuto il grosso della popolazione e delle scorte, due furgoni con due persone e altre scorte di benzina che avrebbero anche fatto da scorta al convoglio e, infine, lo spider che Adam avrebbe guidato in qualità di ricognitore e coordinatore della scorta.

"Adam, abbiamo un problema." Disse all'improvviso Jonas, prendendolo da parte, mentre lui e Cutter stavano ricontrollando il motore dello spider.

"Cosa c'è, zio?" Chiese il ragazzo pulendosi le mani sporche di olio con uno straccio.

"Abbiamo abbastanza cibo per il viaggio e la benzina non ci manca, ma le armi scarseggiano." Affermò l'uomo preoccupato, mentre fuori, al chiaro di una luna piena, i piùadatti al combattimento, si mettevano le poche armi in spalla: soprattutto fucili e pistole, pochi i mitra.

"Forse ho una soluzione..." Sussurrò Adam pensieroso. "Il mio amico Long Jake mi parlava del negozio di fucili di suo padre: diceva che avevano un deposito segreto scavato sotto il magazzino principale. Probabilmente il negozio è stato saccheggiato, ma, forse, non hanno trovato la loro scorta segreta."

Andarono a parlarne con Ewell e, una volta interpellato il ragazzo e suo padre, decisero di mandarli a controllare se ci fosse ancora qualcosa.

"Possibilissimo che non l'abbiano trovato, era ben protetto e nascosto sotto il pavimento.Ci toccherà scavare, ma avevo almeno venti fucili e cinque mitra là sotto, senza considerare le munizioni: avrei potuto rifornire un esercito." Aveva annunciato fiero l'uomo prima di partire con il furgone.


 


 


 

Adam continuò ad osservare i preparativi, aiutando gli altri a revisionare i veicoli e ripararli per fari si che fossero pronti al viaggio. Avrebbero svuotato tutti i magazzini e portato via tutte le scorte, dopodiché avrebbero bruciato tutto, in modo da non dare risorse ai banditi della zona che avrebbero potuto inseguirli. Sapevano, infatti che un numero così elevato di rifornimenti e uuna quantità così alta di benzina avrebbe attirato i banditi come una carcassa attira gli avvoltoi.

Era l'alba quando una comunicazione li raggiunse da Gainsville.

"Ewell, sono Bannermann... abbiamo un problema: il nostro furgone ha forato e non possiamo ripartire: comunque abbiamo le armi, ce ne sono di più di quante ricordassi e abbiamo trovatu una ragazza: non è dei banditi. Abbiamo bisogno di un passaggio." Disse l'uomo dall'altra parte della comunicazione.

"D'accordo, ti mandiamo Adam, fate attenzione ai banditi, noi vi aspettiamo." Rispose John , felice della buona notizia.

"Ti pareva che non trovassero qualcuno... vai tu, Adam. Appena siete di ritorno facciamo fare il pieno allo spider e partiamo." Disse l'uomo autoritario.

"Sarò di ritorno prima che finiate la colazione!" Rispose il ragazzo uscendo dall'edificio principale e entrando nella sua fida vettura.

All'interno era attrezzato di tutto ciò che serviva per la ricognizione e l'esplorazione di nuovi ambienti: un binocolo, una bussola, un contatorie geiger, una radio che lo teneva in contatto con Ewell e suo zio, una torcia elettrica, un razzo di segnalazione e una piccola scorta di due granate esplosive. Inoltre, nello zaino, aveva una borraccia con acqua sufficiente per due giorni, cibo per altrettanto tempo e una scorta di medicinalli. Non era molto in realtà: il cibo era tutto in scatola e andava consumato in fretta e le medicine consistevano in qualche antidolorifico, un po' di aspirina, bende e disinfettanti per le ferite. Più importanti erano le compresse di iodio che erano utili per ritardare l'assorbimento di radiazioni in caso si trovasse in zone con alta radiattività, e le capsule di depurazione per l'acqua, indispensabili se si trovavano specchi d'acqua minimamente contaminata.

Le sue armi erano pronte: un fucile di precisione, sempre utile, una pistola e un macete. Il problema erano le munizioni: ne aveva solo sedici per la pistola calibro 9 millimetri e otto per il fucile, calibro 7,62, in pratica, aveva solo due caricatori per arma.

'Dovrò lesinare sui proiettili... non so quando potrò averne altre.' Pensò preoccupato: probabilmente avrebbe potuto fare scorta una volta arrivato all'armeria, ma non poteva sapere cosa poteva accadere.

Adam percorse ciò che restava dell'autostrada 75 verso nord, il sole ara alto nel cielo e la temperature era parecchio alta, ma mitigata da un leggero venticello che accomagnava il viaggio, tanto che il ragazzo non disdegnò di abbassare il finestrino per godersi un po' quella sensazione di freschezza.

Appena arrivò alle portedella città in rovina, però, lo rialzò per sicurezza.

Procedette lentamente, moderando la velocità per evitare le carcasse dei veicoli abbandonate per strada. Trovare l'armeria non fu difficile, ma qualcosa non andava: il furgone non era solo guasto, ma le fiancate erano state crivellate di proiettili.

Adam scese lentamente dallo spider dopo averlo parcheggiato accanto al furgone e, con cautela, arrischiò i primi passi impugnando il fucile.

Improvvisamente dalla porta dell'armeria si affacciò Long Jake che iniziò a fargli degli strani gesti come per avvertirlo di qualcosa, anche se non ce ne fu davvero bisogno, visto che subito dopo una sventagliata di prouiettili di mitra raggiunse il terreno vicino al ragazzo.

Subito lui si gettò dietro lo spider che incassò i colpi senza danni grazie alla sua fiancata rinforzata. Il cecchino si trovava a circa centoventi metri, sul tetto di un edificio ed era armato con un AK-47. Adam si sporse un attimo e, prendendo accuratamente la mira con il fucile e, approfittando del fatto che il nemico stesse ricaricando, lo colpì con precisione al torace.

Appena ebbe ricaricato, si guardò intorno e notò che ce n'erano altri, almeno altri quattro che stavano cercando di accerchiarlo. L'unica era tentare una corsa verso il negozio, cercando di raggiungere i suoi compagni.

L'adrenalina aveva accellerato i suoi battiti cardiaci, ma ormai aveva preso la sua decisione: prese la un respiro profondo e si lanciò allo scoperto correndo con a tutta velocità, dando il massimo di energia possibile ad ogni passo. Apena superò l'ingresso, un paio di mani lo afferrarono, mentre una raffica di proiettili attraversava lo spazio dove prima si trovava la sua testa.

"Adam, siamo messi male, questa non è una delle solite bande: sono organizzati e pericolosi. Vogliono lei." Disse Jake indicando una ragazza magra e dai capelli biondi lunghi. Aveva l'aria sconvolta, terneva una pistola in mano e i suoi vestiti avevano l'aria di aver visto giorni migliori.

"Cosa vogliono da lei?" Chiese Adam sbirciando da dietro il il davanzale, osservando i movimenti dei loro aggressori.

Improvvisamente un esplosione li travolse, mentre una porta sul retro veniva buttata giù da una carica di C4 e un uomo entrava urlando nel negozio. Francis tentò di fermarlo con la pistola, ma fu raggiunto da una rosa di pallettoni lo raggiunse al petto, ferendolo gravemente. Adam si lanciò verso l'avversario brandendo il macete, ma, con una gomitata, quello lo buttò a terra per puntargli contro il fucile a canne mozze. Il ragazzo estrasse in fretta la pistola e la puntò lasciando la mira al caso.

Il rumore delle due armi che facevano fuoco fu assordante e, per un attimo, Adam non fu in grado di dire se fosse ancora vivo. Dopo pochi istanti, si rese conto che la fortuna lo aveva favorito: i colpi di fucile gli avevano sfiorato il fianco destro senza ferirlo, mentre il suo proiettile aveva raggiunto il cranio dell'uomo, uccidendolo sul colpo.

"Papà!" Urlò Jake, mentre l'amico si rialzava.

"No! Cazzo, no! Adam, aiutami!" Urlò il giovane, mentre cercava di tamponare la ferita del padre. Sfortunatamente non era ossibile salvarlo: il cuore aveva già smesso di batere e la ferita era troppo estesa per poter essere medicata e aveva raggiunto troppi organi vitali. L'uomo spirò lentamente tra le braccia del figlio.

"Bastardi! Io gli ammazzo tutti!" Urlò Jake con rabbia cercando di uscire con il mitra, ma Adam lo fermò.

"Aspetta sei matto!? Guarda!" Gli urlò l'amico in faccia indicando l'esterno: i banditi si stavano ritirando per riorganizzarsi.

"Dobbiamo caricare le armi prima che tornino!" Urlò Adam trattenendolo con forza, guardandolo negli occhi.

Jake lo osservò con rabbia finché non cedette ed iniziò a raccogliere le armi che erano sparse ovunque, mentre l'amico si avvicinava alla ragazza, aiutandolo ad alzarsi.

"Stai bene? Come ti chiami?" Chiese amichevolmente tendendole la mano.

Lei lo guardò esitante, senza mai lasciare l'arma che teneva in mano, poi, tremante, si fece aiutare afferrando la mano che le era stata tesa.

"Eva... Eva Norton... vengo da Nord... è... complicato da spiegare..." Sussurrò lei con voce tremante, mentre si alzava aiutata da lui.

"Io sono Adam Phoenix, piacere di conoscerti, facciamo parte di un gruppo di sopravvissuti. Cosa volevano quei tizi da te?" Chiese il ragazzo, mettendosi ad aiutare l'amico a raccogliere le armi.

"Meglio se ve lo dico lungo la strada, ne arriveranno altri." Rispose lei, facendo la sua parte.

In poco tempo radunarono sul retro dello spider abbastanza armi da armare tutta la colonia. Si rimisero subito al volante, approfittando del fatto che il veicolo aveva un abitacolo abbastanza spazioso.

"Allora, vuoi raccontari la tua storia?" Chiese Adam guardando intensamente la ragazza: aveva la sensazione che non si sarebbe mai stancato di guardarla e, nonostante facesse del suo meglio per rimanere concentrato sulla strada, i suoi occhi continavano a sbirciare il suo viso.

Lei era ancora sotto shock, ma, con voce tremante, iniziò a raccontare la sua storia.

"Io vivevo a nord di qui, a Kansas City, vivevo con la mia famiglia in un bunker sotto la città. Un paio di mesi fa, però, siamo stati attaccati da una banda ben organizzata, nota come 'I Lions'. Il loro capo, Mad Dog Michigan... ha ucciso tutti... anche la mia famiglia, ma si è fatto... 'strane idee'... su di me."

La sua voce si spezzò ed iniziò a tremare, probabilmente non aveva bei ricordi e ad Adam dispiacque farglieli tornare in mente.

"Pochi giorni fa sono riuscita a fuggire, sottraendo loro una moto. Stavano andando a Pontiac, vicino a detroit, il più grande arsenale dello stato, quindi ho approfittato della distrazione di alcune delle guardie... ma i loro uomini non si arrendevano e la benzina era finita appena all'esterno della città. Mi hanno trovata subito dopo che il tuo amico e suo padre mi trovassero... mi dispiace... è tutta colpa mia... mi dispiace!"

Iniziò a piangere, mentre Adam sentì una profonda tristezza, condividendo il suo dolore.

"Non è colpa tua... ma solo di quei banditi..." Rispose Jake, dandole una pacca sulla spalla.

"Già... poi noi siamo diretti a oves e detroit è a sud, non sprecherà tempo a inseguirci." Aggiunse Adam tranuquillo, ormai mancavano pochi minuti alla colonia e non c'era traccia di inseguitori.

"Non ci sperare: il tizio che hai ammazzato non era un tirapiedi qualunque, ma il fratello di Mad Dog. Potrebbe volersi vendicare ed essendo stato uno dei superagenti della C.A.O.S., è probabile che ci insegua." Rispose lei, asciugandosi le lacrime.

"Cosa!?" Chiesero i due ragazzi in coro, voltandosi verso di lei, improvvisamente tesi: quelle parole avevano risvegliato le storie che i loro genitori raccontavano sulla spietata organizzazione: pazzi criminali, addestrati a combattere fino alla morte con ogni mezzo a disposizone. Autori di omicidi efferati, tra i quali quelli del presidente degli Stati Uniti, avvenuta nel 2013. I più potenti e spietati venivano chiamati 'superagenti'. A loro venivano affidate le missioni più pericolose e importanti e le portavano a termine senza badare a quante persone uccidevano. Non facevano eccezione tra civili e militari, tra uomini e donne, tra adulti e bambini: uccidevano tutti.

"Merda... dobbiamo far muovere subito la nostra gente e sperare che non ci inseguano!" Disse Jake con gli occhi sbarrati, mentre iniziava a sudare.

Anche Adam era preoccupato: era certo che li avrebbero inseguiti, ma era anche certo che avrebbe protetto Eva e i suoi compagni fino alla fine.

Mentre rientravano le strinse dolcemente la mano e lei gli sorrise, grata.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Rieccomi, più veloce che mai.

Questo capitolo DOVEVO postarlo! È il primo vero e, probabilmente più importante capitolo. Qui ci sono i principalei motivi che porteranno il caro Adam ad affrontare guai e pericoli, mentre attraverse le terre degli Stati Uniti, diventati una sconfinata pianura radiattiva.

Certo che non poteva andare meglio: ammazzi il fratello di un superagente di una società terroristica e per di più uno dei loro MIGLIORI superagenti.

Be', spero che, adesso, abbia stuzzicato la vostra curiosità, perché non ci credo che in cinque mi facciate visita e non mi diciate niente. Dai, fate uno sforzo, come A_ M_ Mulberry.

A presto! AxXx.

  
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