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Autore: gemellina    19/12/2007    25 recensioni
“Granger, hai finito il tuo monologo?” “No, non ho finito!”, sbraitò. Lui si limitò a fare spallucce e a sbirciare tra le borse della ragazza dai mille problemi mentali. “Cosa diavolo stai facendo?” “Do un’occhiata, visto che siamo intrappolati qua dentro e tu stai dando di matto cercando di estorcere risposte ad un ascensore”
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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traua

Non ho mai ascritto una shot così lunga, spero sia almeno articolata bene.

Sarebbe un bellissimo regalo di Natale sapere che siete arrivati alla fine pensando che nonostante tutto non ho scritto una schifezza^^

Buona lettura.

 

Trauma cranico per una Vigilia in ascensore

 

Come sulle note di un Valzer, leggeri fiocchi di neve si depositavano per le vie trafficate da automobili e persone alla ricerca del regalo perfetto.

Con il Natale alle porte, la caccia al regalo stava divenendo l’ossessione di ogni singolo cittadino di Londra, sia che fosse un semplice babbano sia che fosse un austero mago.

Passeggiare tra i fiocchi di neve è poetico, ascoltare le canzoni natalizie provenire dai vari negozi con molta probabilità lo è molto di più, ma la voglia di trovare quel regalo per quella persona speciale che ti fa battere il cuore è una delle sensazioni più belle del mondo.

Non poetico, ma particolare.

Quel pomeriggio di Dicembre, Hermione Granger, aveva avuto una delle batoste più grandi dell'anno, e non riusciva a credere che esistesse qualcuno più meschino del suo attuale ex-ragazzo, che aveva ben deciso di metterla davanti al fatto compiuto, invece di sprecare parole per dirle che non l’amava più e che faceva del sano sesso con una donna molto più piacente e seducente di lei.

Hermione non badava al freddo pungente e alle neve che le ricadeva tra i boccoli, non aveva tempo per preoccuparsene.

Passeggiava incontrollatamente senza far caso ai negozi, alle luci colorate, alle persone felici e concitate e ai bimbi deliziati da quell’atmosfera particolare.

Era troppo irata, e il suo spirito natalizio aveva ben deciso di farsi una sana passeggiata in slitta per le dune del Sahara.

Avrebbe solo voluto spaccargli quel suo visino angelico e spedirlo dove avrebbe meritato di essere spedito, e invece si trovava in quella stradina a pensare che quel Natale sarebbe stato un disastro totale e che l’idea di trascorrerlo barricata in casa, sotto un piumone a guardare film horror mangiando cibo da riscaldare nel micronde non era del tutto idiota.

 

                                                        ***

 

“Buonasera, posso esserle utile?”

Una simpatica commessa era stata ammaliata dalla bellezza del cliente appena entrato in quella grande libreria nel centro di Londra.

Un ragazzo particolarmente affascinante per farselo scappare, e magari tra un consiglio letterario e l’altro avrebbe potuto estorcergli un appuntamento galante nel ristorante più romantico dell’intera Gran Bretagna.

“No”

Una risposta secca per esprimere tutto il disgusto che riponeva nel genere umano, e soprattutto in quello che incarnavano le commesse a caccia di focosi appuntamenti.

Aveva una sorta di radar.

La commessa si ritrasse, per evitare ancora i modi burberi di quel giovane uomo dal viso da angelo caduto dal cielo e spiaccicatosi sull’asfalto con innaturale eleganza.

“I libri sono…”

“Lo so”

Era testarda la commessa, e lo sarebbe stata chiunque con un gran senso della bellezza se lo avesse avuto davanti in tutto il suo splendore.

“Ok”

Draco Malfoy le regalò un falso sorriso e si accinse a raggiungere lo scaffale dove troneggiava l’ultima copia del libro che avrebbe voluto regalarsi per quella stupida festa chiamata Natale.

Aveva sorpreso la sua ragazza a letto, con un individuo che aveva sempre disprezzato, una settimana prima, e la rabbia era stata così accecante che aveva deciso di dar retta ad un colpo di testa.

Forse a troppi colpi di testa.

Aveva deciso di fare shopping nella Londra babbana, di regalarsi quel libro, di non urlarle quanto schifo le facesse, e di andare ad abitare in un appartamento vicino Piccadilly Circus dimenticandosi della sua vita da agiato Purosangue.

Voleva prendere un maledetto ascensore, voleva rinchiudersi in uno stupido appartamento di dimensioni ristrette rispetto al suo Maniero, voleva avere uno di quei mega televisori, voleva bere della semplice birra in uno di quei pub strani e mangiare una pizza, voleva jeans firmati e scarpe italiane, voleva assaggiare il sushi e fare un viaggio in Giappone, voleva andare al cinema e fare la spesa come un normale babbano.

Voleva quella vita in cui non ci fossero Purosangue, visto che tutto ciò che era Purosangue le ricordava la vita vissuta fino a quel infausto giorno: la sua secolare fidanzata purosangue beccata a letto con un insulso purosangue nel suo Maniero.

Ne aveva abbastanza, e i colpi di testa avevano preso il sopravvento; tanto che quel pomeriggio avrebbe messo, per la prima volta, piede nel suo nuovo e lussuoso appartamento fornito di ogni comfort babbano.

Non sapeva a cosa servisse un microonde, o un ferro da stiro, ma avrebbe imparato anche a costo di rimetterci la pelle.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger, continuava a passeggiare come fosse un automa.

Nulla le andava a genio quel pomeriggio, solo la voglia di ucciderlo ed essere fiera dell’omicidio appena commesso.

Solo quello le andava a genio, anche se acquistare un buon libro avrebbe potuto assopire solo momentaneamente il desiderio di uccidere il suo ex.

Una voglia irrefrenabile di mandarlo all'altro mondo sembrava divorarla e per una fortuna provvidenziale si imbatté in una delle più grandi librerie di Londra.

Il suo ragazzo per quel Natale avrebbe dovuto regalarle quel libro che le piaceva tanto, e che era divenuto un best-seller nel giro di poche settimane.

Lo desiderava, e avrebbe voluto che fosse lui a regalarglielo, ma il fato aveva altri progetti per quel Natale.

 

Un leggero scampanellio accompagnò la sua entrata nella grande libreria piena di gente felice.

O almeno sembrava esserlo

Si guardò un po’ intorno, quando una commessa le si avvicinò sorridente.

“Posso esserle utile?”

Hermione la guardò come se fosse una pianta grassa, ma rispose comunque con il suo inconfondibile garbo, “No, grazie”, e così, sempre guardandosi intorno, cercava quel libro che le avrebbe fatto dimenticare il ricordo di un ragazzo che l’aveva ingannata con la sua goffaggine e con la sua timidezza.

L’aveva fatta innamorare e poi aveva calpestato senza pietà i suoi sentimenti.

Improvvisamente vide lo scaffale che lo accoglieva.

C’era solo una copia.

Si guardò intorno con aria furtiva, quel libro doveva essere suo e avrebbe fatto fuori chiunque se ne fosse impadronito.

Era lì, la sua piccola mano lo aveva afferrato, ma nel modo di tirarlo verso sé, si rese conto che c’era qualcosa che glielo impediva.

Alzò lo sguardo e ciò che vide le procurò sentimenti contrastanti.

Era un ragazzo dall’indubbia bellezza.

Era altamente perfetto.

Sembrava uscito da un romanzo, ma ciò che la colpì come un dardo avvelenato fu associare quella figura aitante al nome di Draco Malfoy.

“Granger, questo libro è mio!”

Hermione cercò di non mettere mano alla bacchetta, anche perché alla fine non sarebbe bastato il cadavere di Draco Malfoy a farle perdere la voglia accecante di uccidere il suo ex.

“No, questo libro è mio, Malfoy!”

“ E cosa ti fa essere così sicura, Granger?”

Le guance di Hermione si imporporarono per la rabbia che si stava velocemente impadronendo del suo corpo, e quindi sarebbe stato molto più salutare se Draco Malfoy l’avesse piantata di fare lo sbruffone.

“Malfoy, ci tieni alla tua pellaccia?”, ringhiò lei.

“Granger, smettila di fare minacce con quella faccia.”

Hermione rimase senza parole.

Non avrebbe mai creduto che ci volesse una faccia appropriata per minacciare la gente.

“La mia faccia non ti piace?”

“Suvvia, vorresti mettermi paura con quel visino?”

La fece voltare verso la vetrina, così avrebbe potuto specchiarsi.

“Hai i boccoli pieni di neve sparati in ogni direzione, le guance e il naso arrossati dal freddo e poi gli occhi… Merlino Granger… hai uno sguardo così… così… così simile a un pesce.”

Hermione si voltò ancora più irata verso il suo stupido interlocutore che voleva fregarle l’ultima copia del libro che voleva e che non avrebbe avuto.

“Ti odio, Malfoy”

Draco ghignò, “Io ti odio di più, Granger”, le disse.

“Non m’importa quanto mi odi… e adesso, dammi quel maledetto libro!”

“Granger, bellezza non è sinonimo di stupidità!”

E rimase nuovamente interdetta.

Litigare con lui era come fare un cruciverba.

E lei, per quanto adorasse trascorrere i pomeriggi facendo le parole crociate, in quell’istante lo odiava davvero per le sue frasi criptiche, enigmatiche, strane.

“Cosa?”

“Credi davvero che ti darò quel libro?”, domandò divertito.

“Devi darmelo, non hai altra scelta!”

“Oh Granger, e tu che mi dai in cambio?”

“Ovviamente nulla!”

Lo sguardo del ragazzo si fece malizioso e le labbra si piegarono in un ghigno altamente tossico per le difese immunitarie di Hermione.

“Non vuoi fare un po’ di sano sesso con me? Dai, te lo chiedo come regalo di Natale…”

Hermione indietreggiò spaventata e andando a sbattere contro lo scaffale fece in modo che un libro di dimensioni spropositate le cadesse sulla testa facendola inorridire dal dolore.

La scena, per Draco, aveva un non so che di divertente.

Era lì, accucciata a terra, con gli occhi colmi di lacrime e una mano sulla parte lesa e stava solo dicendo a bassa voce che lo odiava e che avrebbe dovuto morire.

Draco pensò che quelle brutte parole fossero rivolte a lui, ma se si fosse soffermato ad ascoltare avrebbe compreso che quel brutto frasario era tutto dedicato al suo ex, perché se non fosse stato per lui non si sarebbe trovata a passeggiare per le vie di Londra, non avrebbe dovuto sotterrare la sua furia omicida comprandosi un libro, quel libro, non avrebbe incontrato Draco Malfoy che voleva la stessa cosa, non avrebbero litigato come al solito, lui non le avrebbe fatto avances sessuali, lei non avrebbe indietreggiato e: I pilastri della Terra di Ken Follett, non sarebbero caduti sulla sua testa.

“Ouch…”

“Fatta male?”, le chiese porgendole la mano per aiutarla a mettersi in piedi.

“Tu che ne pensi, Malfoy? I pilastri della Terra mi sono caduti sulla testa… tu che dici?”

Draco si limitò a dedicarle un ghigno più simile ad una risata divertita.

“Hai ragione, Granger… è davvero strano che tu sia sopravvissuta a quel libro…”

Hermione lo guardò torva, “A proposito di libro, adesso quel libro è mio!”

Draco roteò gli occhi al cielo, ma nell’esatto istante in cui si voltò verso lo scaffale per prenderlo, vide un uomo piuttosto tarchiato e con pochi capelli sulla testa con un’aria finalmente rasserenata, che aveva tra le mani l’ultima copia del libro per cui avevano iniziato a litigare.

“E allora?”

Lui trasse un lungo respiro; aveva la strana sensazione che I pilastri della Terra avrebbero fatto male anche alla sua di testa.

Chissà perché…

“Ehm Granger, temo che quell’uomo si sia appropriato del nostro libro!”

“COSA?”

Si rese conto di aver alzato il tono della voce solo quando vide mezza Londra che la fissava allibita.

“Cosa?”, ripetè con tono consone al luogo.

“Quel simpatico ometto, vedendo che il libro giaceva sullo scaffale, ha ben pensato di prenderlo e pagarlo… se tu non avessi fatto tante storie, a quest’ora lo starei leggendo io!”

Hermione sbuffò sonoramente, “Sai Malfoy, sei un idiota! Perché se non mi avessi fatto spaventare con le tue avances da maniaco sessuale… probabilmente adesso quel libro sarebbe mio!”, disse concitata mostrandogli tutto il suo disappunto.

Draco ne approfittò e iniziò a giocherellare con i suoi boccoli.

“Sai Granger… io voglio davvero fare del sesso con te…”, le sussurrò suadente facendola rabbrividire, e fu così che Hermione cominciò ad indietreggiare spaventata.

Per fortuna Draco la afferrò in tempo, altrimenti un intero scaffale di Pilastri della Terra le sarebbe caduto di sopra causandone la prematura morte.

E Draco Malfoy non aveva voglia di andare al suo funerale, aveva un nuovo appartamento a Piccadilly Circus da abitare.

“Granger, ma non ti si possono fare neanche proposte indecenti…”

“No Malfoy, e adesso, se non ti dispiace, io avrei molte cose da sbrigare.”, disse impettita sistemandosi i capelli, senza risultati positivi,“Addio”, aggiunse, mentre Draco le faceva un ciaociao con la mano che la fece imbestialire ancora di più.

 

                                                                  ***

 

Soddisfatta.

Soddisfatta del suo pomeriggio.

Soddisfatta degli acquisti fatti con la carta di credito del suo ex.

Soddisfatta anche di aver incontrato Malfoy e di essersi procurata un trauma cranico.

Soddisfatta. Stranamente lo era.

 

Aveva appena messo piede nel suo stabile colma di borse colorate dalle svariate dimensioni, quando notò che un ragazzo stava per salire con l’ascensore.

Era tanto che vedeva dove mettesse i piedi, e quel ragazzo era come stato mandato dal cielo.

“Mi scusi, posso salire con lei?”

“Sì”

“Che piano?”, chiese il ragazzo.

“15°”

Troppo presa dai suoi sacchetti non si era resa conto che il ragazzo gentile rispondeva al nome di: Draco Malfoy, il maniaco sessuale che le aveva fatto procurare una specie di trauma cranico natalizio.

Improvvisamente uno scossone violento ed Hermione cadde per terra.

La luce li aveva abbandonati e aveva lasciato spazio alle fievole luce di servizio e sembrava che l’ascensore si fosse fermato al 7° piano del palazzo.

“Cos’è accaduto?”, domandò la ragazza massaggiandosi la parte lesa.

“Niente di preoccupante, Granger”, rispose lui, affabile.

“Granger?”, perché quel ragazzo che non aveva mai visto prima avrebbe dovuto essere a conoscenza del suo cognome?

Improvvisamente una sorta d’illuminazione le attraversò la mente.

“Malfoy”

“Vedo che il trauma non ti ha procurato danni permanenti…”, celiò lui.

Hermione era in evidente stato di… non lo sapeva nemmeno lei in che stato fosse, quindi era una sorta di stato immaginario.

“Perfetto! Fantastico! Dopotutto, questo periodo natalizio è iniziato da schifo… era troppo chiedere che si risollevassero le sorti della mia esistenza?”

Stava, indubbiamente, parlando con le porte dell’ascensore.

Draco la guardò divertito, non aveva mai visto una ragazza isterica che parlava con le porte di quell’affare babbano.

“Granger, hai finito il tuo monologo?”

“No, non ho finito!”, sbraitò.

Lui si limitò a fare spallucce e a sbirciare tra le borse della ragazza dai mille problemi mentali.

“Cosa diavolo stai facendo?”

“Do un’occhiata, visto che siamo intrappolati qua dentro e tu stai dando di matto cercando di estorcere risposte ad un ascensore”

Hermione ebbe come un’improvvisa rivelazione e scosse la testa come spaventata dai suoi stessi quesiti.

“Malfoy, esattamente, tu cosa ci fai qua? In quest’ascensore? In questo stabile?”

Draco ghignò.

“Ci abito, Granger.”

 

                                                        ***

 

Il fato stava esagerando.

Si stava bellamente prendendo gioco di lei.

Aveva accettato (?) il fatto che il suo ragazzo l’avesse tradita con una sgualdrina dopo anni di amore idilliaco, aveva accettato il fatto di non aver potuto trovare quel libro e di essersi presa I pilastri della Terra in testa per colpa di quel idiota che aveva davanti, ma non poteva davvero accettare che quello stesso idiota abitasse nel suo stesso palazzo e che fosse intrappolata con lui in quell’ascensore per chissà quante ore.

“A che piano?”, si costrinse a rimanere calma.

“15°”, rispose lui pacificamente sedendosi per terra.

Hermione si portò le mani alla testa.

Quello era un incubo!

Draco Malfoy non poteva essere il suo nuovo vicino di casa.

Era stata così felice quando aveva saputo che lo sputacchiatore grasso e peloso, avrebbe traslocato… ma adesso, stranamente lo rimpiangeva.

“E perché mai hai deciso di traslocare e vivere da babbano? Perché non sei rimasto nel tuo Maniero con tutti quegli elfi? Perché?

Aveva tutta l’aria di essere un monologo rivolto alle porte dell'ascensore.

 “Ho saputo cos’è accaduto tra te e Weasley…”, la buttò giù lui.

Lo sguardo di fuoco si posò su quello di ghiaccio del ragazzo.

“E cosa c’entra in questo momento?”

Draco sorrise amaramente, “La sgualdrina che si scopava era Pansy, la mia fidanzata”

Inutile stare a descrivere che la mandibola di Hermione era caduta dentro uno dei suoi sacchetti variopinti contenete forse una borsa di un noto stilista italiano che se non avesse avuto a disposizione la carta di credito del suo ex non avrebbe mai acquistato.

Cosa? Era la Parkinson?”

“Già”, rispose lui amaramente cominciando a torturare uno dei sacchetti che aveva intorno.

“E il fatto che siamo stati entrambi cornificati è inerente al tuo trasloco?”, domandò sedendosi accanto a lui e iniziando a levare guanti e sciarpa.

“Allora vuoi davvero fare sesso con me…”

“Cos?”, il suo sguardo si incatenò alla traiettoria che stava seguendo quello di Draco e notò che parlava a proposito dei guanti e della sciarpa.

“Guarda che se non la pianti, con questa…”, indicò la sciarpa, “… ti ci strangolo!”, disse.

Draco poggiò la testa contro la parete lucida dell’ascensore e sospirò stancamente, “Pansy mi ha tradito con quello straccione… che caduta di stile!”

“Ehi, lo straccione era il mio ragazzo!”,ribattè.

Draco la guardò di sottecchi, “Anche tu hai avuto una caduta di stile!”, asserì sistemandosi meglio e levandosi anche lui sciarpa, guanti e anche cappotto.

Stava iniziando a fare troppo caldo e solo Merlino sapeva quando sarebbero andati a liberarli da quella gabbia mortale.

“Malfoy, perché hai deciso di diventare il mio stupido vicino di casa?”

“Saranno fatti miei?”, rispose lui brusco.

Hermione alzò le mani in segno di resa e poi si mise a fissare il pulsante rosso dell’ascensore.

Qualcosa da fare avrebbe dovuto trovarla visto che stavano per morire di caldo dentro quella trappola.

Poi con un gesto secco tolse il cappottino e il maglione che indossava rimanendo in camicia, sembrava di stare in una sauna.

Un ghigno malizioso si dipinse su quelle labbra peccaminose: “Granger, dillo che vuoi fare sesso con me…”

“Ouch…”, un sibilo strozzato uscì dalle sue labbra, Hermione gli aveva appena assestato una violenta gomitata nello stomaco facendolo contorcere dal dolore, “Sei matta?”, le domandò, ma si rese subito conto che la ragazza non lo stava guardando e forse nemmeno ascoltando.

Prese a sfilarsi il maglione e sollevata la maglia nera che vi indossava sotto si studiò lo stomaco per farle vedere che grazie alla sua dannata gomitata il suo corpo da adone greco avrebbe avuto dei danni permanenti.

“Ehi, ma cosa stai facendo?”, domandò lei indignata alla vista di quello stomaco a dir poco perfetto.

“Sto arredando il mio salotto, non vedi?”, ribattè ironico.

“Bel salotto, complimenti!”, arrossì poco dopo, si era resa conto della gaffe appena fatto, e sapeva anche che adesso, grazie a quella stupidata uscita dalla sua bocca, Draco l’avrebbe punzecchiata per il resto dei giorni, o almeno finchè lei non avesse preso la saggia decisione di cambiare identità e scappare in Papuasia.

“Granger, non è che hai avuto la geniale idea di comprare anche un ventilatore?”

“No, non credevo che sarei rimasta bloccata in ascensore con l’ex fidanzato della sgualdrina che si scopava il mio ragazzo!”

Sbuffarono entrambi e tornarono ai loro pensieri.

Lui aveva in mente di rimanere in boxer, lei aveva voglia di dormire.

“E se facessimo un gioco?”, propose lei per evitare di addormentarsi in un ascensore in compagnia di una presenza assurda.

“Streap-Poker?”

Hermione storse la sbocca in una smorfia: “Non abbiamo le carte”

“Quindi, se avessimo le carte…ci giocheresti?”

“Sento caldo anch’io, che credi!”

E inaspettatamente, Draco le regalò un sorriso sincero.

“Tu…tu hai sorriso?!?!!”

“Ogni tanto capita anche a me!”

“Wow!”

Stava maledicendosi per la stronzata appena sparata: era ovvio che anche lui sorridesse e si divertisse, dopotutto era un essere umano, un comune mortale con istinti, paure e sentimenti.

Era, sostanzialmente, un idiota, ma dopo Ronald Bilius Weasley quelli che lei aveva reputato idioti senza speranze adesso erano dei veri e propri geni.

“Ho un gioco!”

Draco si voltò a guardarla e notò che sembrava quasi imbarazzata; magari le avrebbe rivelato di aver comprato le carte da poker e che la sua malsana idea da maniaco sessuale era una geniale trovata.

Stava ancora morendo di caldo

“E’ un problema se levo la maglietta?”

“No, Malfoy, figurati!”, disse abbassando immediatamente lo sguardo, perché la vista di lui che rimaneva solo in jeans era meravigliosa e non poteva far altro che arrossire per via di quell’opera d’arte.

Draco ovviamente se ne accorse, e anche se la voglia di stuzzicarla premeva inverosimilmente, decise di assecondarla nel gioco, magari avrebbe portato risvolti più che positivi.

“Allora, stavi parlando di un gioco… di che si tratta?”

“Come ogni bimbo avrai avuto un pupazzo che sarà diventato il tuo migliore amico, come si chiamava?”

Il ragazzo rimase basito; “Il gioco si chiama –scova nel passato di un uomo che ha avuto la sfortuna di rimanere bloccato in un ascensore con te a tempo indeterminato- ?”

“No, se vuoi rispondere rispondi altrimenti ucciditi!”

“Risponderò, ma poi la domanda la farò io!”

Hermione sbuffò sonoramente avrebbe voluto che non la guardasse con quello sguardo, che la sua mano non la sfiorasse e che si rimettesse il maglione.

Quell’uomo sapeva scatenare strane sensazioni ed Hermione non voleva essere in balia di una tempesta ormonale fuori luogo.

“Era un orsetto e non so neppure chi me l’abbia regalato, so solo che io e Greg l’orsetto assassino, eravamo grandi amici… e ora che ci penso dovrebbe essere in qualche vecchio baule gettato malamente in soffitta!”

Era lì che probabilmente ripensava a: Greg l’orsetto assassino, ed era particolarmente abbandonato ai suoi ricordi, ed Hermione considerò che quasi certamente non aveva fatto caso al suo racconto su Oscar il pinguino peruviano.

“I posti più strani dove l’hai fatto.”

“E’ la domanda?”

Lui si limitò ad annuire, mentre Hermione faceva mente locale  dei posti su cui Ron l’aveva usata sessualmente, sì perché dopo aver visto che Ron amava più Pansy Parkinson che lei, allora tutte le volte che avevano fatto l’amore diventavano automaticamente usi sessuali.

“Uhm… letto, doccia, tavolo della cucina e spiaggia”

“Mi deludi, Granger”

Lei si voltò furiosa verso il viso di Draco.

“E tu, Malfoy?”, domandò a sua volta.

Lui si umettò le labbra suadentemente e un sorrisino sghembo, ma terribilmente malizioso vi si dipinse.

“Tavolo da biliardo, treno, aula Pozioni, bagno dei prefetti quando ancora non ero un prefetto, camera dei miei, al parco…”

“Ok, Malfoy, possiamo cambiare domanda?”, domandò, ma non lo fece perchè era stufa, semplicemente perché stava cominciando a ripensare a Ron e non poteva far altro che sentirsi sporca e usata; avrebbe voluto dire che dopo Ron c’era stato qualcun altro, che aveva fatto l’amore con un altro perché sapere che era stata solo di quel fedifrago le faceva più male di quanto avrebbe potuto immaginare.

“…l’hai mai fatto in ascensore?”

La voce di lui la investì in pieno, e la domanda sembrava così surreale che non ebbe il tempo di ribattere o di capire cosa stava accadendo che quella bocca finemente disegnata da un grande pittore, s’era posata lievemente sulla sua.

Avvertiva i capelli serici solleticarle il naso e le gote, e un brivido freddo percorrerle la schiena.

Lo strinse più a sè affondando la mano in quei crini biondi, mentre le lingue si rincorrevano senza sosta e le mani scorrevano lungo il corpo.

“Sai che moriremo per mancanza d’ossigeno, vero?”, disse con voce roca tra un bacio e l’altro strappandole di dosso la camicetta mentre lei trafficava con la cintura dei jeans scuri del ragazzo: “Lo so, e sai una cosa, Malfoy? Non me ne frega niente!”

Draco la guardò intensamente negli occhi e poi riprese a baciarla e accarezzarla con maggiore foga, spinto da qualcosa di innaturale, perché era del tutto innaturale che lui si ritrovasse a fare del sesso con Hermione Granger in un ascensore.

Hermione non riusciva a vedere quell’azione avventata come un qualcosa di sbagliato.

Forse aveva desiderato morire facendo sesso in un ascensore e non lo sapeva, ma doveva ammettere che rimanere bloccata lì con Draco Malfoy era la cosa migliore che le fosse capitata da quando era finita Hogwarts.

Baci roventi lungo tutto il corpo, mani sapienti che giocavano con i suoi seni stuzzicandone i capezzoli turgidi, ed Hermione non avrebbe mai pensato di poter aggiungere nella lista dei luoghi più strambi dove lo aveva fatto l’ascensore solo pochi minuti dopo aver confessato al ragazzino odioso e spocchioso che aveva avuto l’onore di conoscere a 11 anni e che era stata una sorta di piaga sociale per il resto degli anni ad Hogwarts che il posto più strano era stato il letto; e a pensarci bene l’uomo con cui stava facendo del sesso era spocchioso e odioso anche quando Ron aveva stretto amicizia con Marcus Flitt, (migliore amico di Pansy Parkinson), ed erano stati costretti a delle uscite con la coppia più antipatica dai tempi della scuola: Draco Malfoy e Pansy Parkinson, ma ora, in quel momento in cui stava raggiungendo l’apice del piacere con baci lungo tutto il corpo…beh il biondino non era più tanto odioso e forse non lo era mai stato, o forse rimanere bloccata con lui in ascensore era il regalo che il fato le aveva fatto.

Quello spazio ristretto che era il cubicolo di un ascensore, stava prendendo le sembianze del paradiso, e avvertire il suo leggere peso, confondere i suoi sospiri e gemiti con quelli di Draco, toccare quella pelle, essere baciata e accarezzata con dolcezza e irruenza erano sensazioni che Ron mai era stato capace di farle provare.

Avvertiva la passione, il desiderio dilagante, la voglia che nutriva verso di lei e verso il suo corpo, ormai totalmente nudo in balia delle sue attenzioni.

Eccitata

E affondando in lei si sentirono avvolgere nel medesimo istante da quel feroce vortice di colori, in quella dimensione dove non esistevano nient’altro che loro.

La baciò ancora e ancora come se non fosse sazio di lei, del suo sapore, odore e calore.

Era lei, era tutto quello che aveva sempre desiderato, e l’aveva trovata in quell’ascensore in quello strano giorno di Dicembre.

“Granger…”, chiamò con la voce spezzata, “…alla fine hai davvero fatto sesso con me…”, le sorrise dolcemente mentre la sua bocca scendeva a baciarle un seno.

“E sai una cosa, Malfoy? Lo rifarei!”

“Magari in un letto, che ne dici?”

Lo attirò a sé e continuarono a coccolarsi e baciarsi per un tempo che sembrò infinito.

 

                                                                  ***

 

“Se c’è qualcuno in ascensore…beh, non disperate tra circa mezz’ora sarete tirati fuori”

Una voce li distolse da ciò che stavano facendo e così presero la saggia decisione di rendersi almeno presentabili e far finta che tra loro non era accaduto un bel niente.

“Da quant’è che siamo bloccati?”, domandò la ragazza mettendosi il maglioncino.

“Da circa tre ore”, rispose cauto lui.

“Questo significa che è la vigilia?”

Lui annuì.

Improvvisamente un altro scossone e le porte dell'ascensore si aprirono lasciando che gli occhi dei ragazzi si ferissero per via della luce troppo forte.

“E’ tutto ok? Siete feriti?”, domandò l’uomo della manutenzione.

“Stiamo bene”, lo rassicurò Hermione aggiungendo mentalmente che non era mai stata meglio.

“Quei pacchi sono tutti suoi?”, domandò l’uomo un po’ scioccato.

Hermione sorrise, “Oh beh, non proprio tutti, uno è suo!”, disse indicando Draco appoggiato al muro con aria di sufficienza per quanto riguardava quel sacchetto che sembrava appartenere a lui.

 

                                                        ***

 

Pian piano erano saliti al 15° piano del palazzo, e Hermione, gettando uno sguardo all’appartamento dello sputacchiatore tirò un sospiro di sollievo, poi infilò la chiave nella serratura di casa sua.

“Buon Natale, Malfoy”

Non sentendo risposta si voltò verso il ragazzo.

“Tieni, è tuo”, disse semplicemente.

“E’ tuo, Malfoy!”

“La smetteresti di contraddirmi?”, disse porgendole il pacchetto.

Lei lo afferrò e senza aggiungere altro, il ragazzo entrò in casa.

Hermione rimase basita di fronte a quello strano comportamento, poi aprì il pacchetto e ciò che vide le riempì il cuore di gioia.

Era quel libro.

Quello per cui si era presa i Pilastri della Terra in testa.

Era forse il Natale più strano che avesse mai vissuto.

“Grazie”

“Di niente, Granger”

 

 

 

                                                        The End

 

 

 

Ecco la mia piccola (?) shot natalizia.

 

Ne approfitto per fare gli auguri a tutti coloro che avranno il buon cuore di leggerla, recensirla o leggere solo questa parte perché quasi del tutto totalmente fusi dalla caccia ai regali.

 

Buon Natale!

 

KiSseS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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