Non
ho mai ascritto una shot così lunga, spero sia almeno articolata
bene.
Sarebbe
un bellissimo regalo di Natale sapere che siete arrivati alla fine pensando che
nonostante tutto non ho scritto una schifezza^^
Buona
lettura.
Trauma
cranico per una Vigilia in ascensore
Come sulle note di un Valzer, leggeri fiocchi di neve si
depositavano per le vie trafficate da automobili e persone alla ricerca del
regalo perfetto.
Con il Natale alle porte, la caccia al regalo stava
divenendo l’ossessione di ogni singolo cittadino di Londra, sia che fosse un
semplice babbano sia che fosse un austero mago.
Passeggiare tra i fiocchi di neve è poetico, ascoltare le
canzoni natalizie provenire dai vari negozi con molta probabilità lo è molto di
più, ma la voglia di trovare quel regalo per quella persona speciale che ti fa
battere il cuore è una delle sensazioni più belle del
mondo.
Non poetico, ma particolare.
Quel pomeriggio di Dicembre, Hermione Granger, aveva
avuto una delle batoste più grandi dell'anno, e non riusciva a credere che
esistesse qualcuno più meschino del suo attuale ex-ragazzo, che aveva ben deciso
di metterla davanti al fatto compiuto, invece di sprecare parole per dirle che
non l’amava più e che faceva del sano sesso con una donna molto più piacente e
seducente di lei.
Hermione non badava al freddo pungente e alle neve che le
ricadeva tra i boccoli, non aveva tempo per
preoccuparsene.
Passeggiava incontrollatamente senza far caso ai negozi,
alle luci colorate, alle persone felici e concitate e ai bimbi deliziati da
quell’atmosfera particolare.
Era troppo irata, e il suo spirito natalizio aveva ben
deciso di farsi una sana passeggiata in slitta per le dune del
Sahara.
Avrebbe solo voluto spaccargli quel suo visino angelico e
spedirlo dove avrebbe meritato di essere spedito, e invece si trovava in quella
stradina a pensare che quel Natale sarebbe stato un disastro totale e che l’idea
di trascorrerlo barricata in casa, sotto un piumone a guardare film horror
mangiando cibo da riscaldare nel micronde non era del tutto
idiota.
***
“Buonasera, posso esserle
utile?”
Una simpatica commessa era stata ammaliata dalla bellezza
del cliente appena entrato in quella grande libreria nel centro di
Londra.
Un ragazzo particolarmente affascinante per farselo
scappare, e magari tra un consiglio letterario e l’altro avrebbe potuto
estorcergli un appuntamento galante nel ristorante più romantico dell’intera
Gran Bretagna.
“No”
Una risposta secca per esprimere tutto il disgusto che
riponeva nel genere umano, e soprattutto in quello che incarnavano le commesse a
caccia di focosi appuntamenti.
Aveva una sorta di radar.
La commessa si ritrasse, per evitare ancora i modi
burberi di quel giovane uomo dal viso da angelo caduto dal cielo e spiaccicatosi
sull’asfalto con innaturale eleganza.
“I libri sono…”
“Lo so”
Era testarda la commessa, e lo sarebbe stata chiunque con
un gran senso della bellezza se lo avesse avuto davanti in tutto il suo
splendore.
“Ok”
Draco Malfoy le regalò un falso sorriso e si accinse a
raggiungere lo scaffale dove troneggiava l’ultima copia del libro che avrebbe
voluto regalarsi per quella stupida festa chiamata
Natale.
Aveva sorpreso la sua ragazza a letto, con un individuo
che aveva sempre disprezzato, una settimana prima, e la rabbia era stata così
accecante che aveva deciso di dar retta ad un colpo di
testa.
Forse a troppi colpi di
testa.
Aveva deciso di fare shopping nella Londra babbana, di
regalarsi quel libro, di non urlarle
quanto schifo le facesse, e di andare ad abitare in un appartamento vicino
Piccadilly Circus dimenticandosi della sua vita da agiato
Purosangue.
Voleva prendere un maledetto ascensore, voleva
rinchiudersi in uno stupido appartamento di dimensioni ristrette rispetto al suo
Maniero, voleva avere uno di quei mega televisori, voleva bere della semplice
birra in uno di quei pub strani e mangiare una pizza, voleva jeans firmati e
scarpe italiane, voleva assaggiare il sushi e fare un viaggio in Giappone,
voleva andare al cinema e fare la spesa come un normale
babbano.
Voleva quella vita in cui non ci fossero Purosangue,
visto che tutto ciò che era Purosangue le ricordava la vita vissuta fino a quel
infausto giorno: la sua secolare fidanzata purosangue beccata a letto con un
insulso purosangue nel suo Maniero.
Ne aveva abbastanza, e i colpi di testa avevano preso il
sopravvento; tanto che quel pomeriggio avrebbe messo, per la prima volta, piede
nel suo nuovo e lussuoso appartamento fornito di ogni comfort
babbano.
Non sapeva a cosa servisse un microonde, o un ferro da
stiro, ma avrebbe imparato anche a costo di rimetterci la
pelle.
***
Hermione Granger, continuava a passeggiare come fosse un
automa.
Nulla le andava a genio quel pomeriggio, solo la voglia
di ucciderlo ed essere fiera dell’omicidio appena
commesso.
Solo quello le andava a genio, anche se acquistare un
buon libro avrebbe potuto assopire solo momentaneamente il desiderio di uccidere
il suo ex.
Una voglia irrefrenabile di mandarlo all'altro mondo
sembrava divorarla e per una fortuna provvidenziale si imbatté in una delle più
grandi librerie di Londra.
Il suo ragazzo per quel Natale avrebbe dovuto regalarle
quel libro che le piaceva tanto, e che era divenuto un best-seller nel giro di
poche settimane.
Lo desiderava, e avrebbe voluto che fosse lui a
regalarglielo, ma il fato aveva altri progetti per quel
Natale.
Un leggero scampanellio accompagnò la sua entrata nella
grande libreria piena di gente felice.
O almeno sembrava
esserlo
Si guardò un po’ intorno, quando una commessa le si
avvicinò sorridente.
“Posso esserle utile?”
Hermione la guardò come se fosse una pianta grassa, ma
rispose comunque con il suo inconfondibile garbo, “No, grazie”, e così, sempre
guardandosi intorno, cercava quel libro che le avrebbe fatto dimenticare il
ricordo di un ragazzo che l’aveva ingannata con la sua goffaggine e con la sua
timidezza.
L’aveva fatta innamorare e poi aveva calpestato senza
pietà i suoi sentimenti.
Improvvisamente vide lo scaffale che lo
accoglieva.
C’era solo una
copia.
Si guardò intorno con aria furtiva, quel libro doveva
essere suo e avrebbe fatto fuori chiunque se ne fosse
impadronito.
Era lì, la sua piccola mano lo aveva afferrato, ma nel
modo di tirarlo verso sé, si rese conto che c’era qualcosa che glielo
impediva.
Alzò lo sguardo e ciò che vide le procurò sentimenti
contrastanti.
Era un ragazzo dall’indubbia
bellezza.
Era altamente perfetto.
Sembrava uscito da un romanzo, ma ciò che la colpì come
un dardo avvelenato fu associare quella figura aitante al nome di Draco
Malfoy.
“Granger, questo libro è
mio!”
Hermione cercò di non mettere mano alla bacchetta, anche
perché alla fine non sarebbe bastato il cadavere di Draco Malfoy a farle perdere
la voglia accecante di uccidere il suo ex.
“No, questo libro è mio,
Malfoy!”
“ E cosa ti fa essere così sicura,
Granger?”
Le guance di Hermione si imporporarono per la rabbia che
si stava velocemente impadronendo del suo corpo, e quindi sarebbe stato molto
più salutare se Draco Malfoy l’avesse piantata di fare lo
sbruffone.
“Malfoy, ci tieni alla tua pellaccia?”, ringhiò
lei.
“Granger, smettila di fare minacce con quella
faccia.”
Hermione rimase senza
parole.
Non avrebbe mai creduto che ci volesse una faccia
appropriata per minacciare la gente.
“La mia faccia non ti
piace?”
“Suvvia, vorresti mettermi paura con quel
visino?”
La fece voltare verso la vetrina, così avrebbe potuto
specchiarsi.
“Hai i boccoli pieni di neve sparati in ogni direzione,
le guance e il naso arrossati dal freddo e poi gli occhi… Merlino Granger… hai
uno sguardo così… così… così simile a un pesce.”
Hermione si voltò ancora più irata verso il suo stupido
interlocutore che voleva fregarle l’ultima copia del libro che voleva e che non
avrebbe avuto.
“Ti odio, Malfoy”
Draco ghignò, “Io ti odio di più, Granger”, le
disse.
“Non m’importa quanto mi odi… e adesso, dammi quel
maledetto libro!”
“Granger, bellezza non è sinonimo di
stupidità!”
E rimase nuovamente
interdetta.
Litigare con lui era come fare un
cruciverba.
E lei, per quanto adorasse trascorrere i pomeriggi
facendo le parole crociate, in quell’istante lo odiava davvero per le sue frasi
criptiche, enigmatiche, strane.
“Cosa?”
“Credi davvero che ti darò quel libro?”, domandò
divertito.
“Devi darmelo, non hai altra
scelta!”
“Oh Granger, e tu che mi dai in
cambio?”
“Ovviamente nulla!”
Lo sguardo del ragazzo si fece malizioso e le labbra si
piegarono in un ghigno altamente tossico per le difese immunitarie di
Hermione.
“Non vuoi fare un po’ di sano sesso con me? Dai, te lo
chiedo come regalo di Natale…”
Hermione indietreggiò spaventata e andando a sbattere
contro lo scaffale fece in modo che un libro di dimensioni spropositate le
cadesse sulla testa facendola inorridire dal
dolore.
La scena, per Draco, aveva un non so che di
divertente.
Era lì, accucciata a terra, con gli occhi colmi di
lacrime e una mano sulla parte lesa e stava solo dicendo a bassa voce che lo
odiava e che avrebbe dovuto morire.
Draco pensò che quelle brutte parole fossero rivolte a
lui, ma se si fosse soffermato ad ascoltare avrebbe compreso che quel brutto
frasario era tutto dedicato al suo ex, perché se non fosse stato per lui non si
sarebbe trovata a passeggiare per le vie di Londra, non avrebbe dovuto
sotterrare la sua furia omicida comprandosi un libro, quel libro, non avrebbe incontrato Draco
Malfoy che voleva la stessa cosa, non avrebbero litigato come al solito, lui non
le avrebbe fatto avances sessuali, lei non avrebbe indietreggiato e: I pilastri della Terra di Ken Follett,
non sarebbero caduti sulla sua
testa.
“Ouch…”
“Fatta male?”, le chiese porgendole la mano per aiutarla
a mettersi in piedi.
“Tu che ne pensi, Malfoy? I pilastri della Terra mi sono
caduti sulla testa… tu che dici?”
Draco si limitò a dedicarle un ghigno più simile ad una
risata divertita.
“Hai ragione, Granger… è davvero strano che tu sia
sopravvissuta a quel libro…”
Hermione lo guardò torva, “A proposito di libro, adesso
quel libro è
mio!”
Draco roteò gli occhi al cielo, ma nell’esatto istante in
cui si voltò verso lo scaffale per prenderlo, vide un uomo piuttosto tarchiato e
con pochi capelli sulla testa con un’aria finalmente rasserenata, che aveva tra
le mani l’ultima copia del libro per cui avevano iniziato a
litigare.
“E allora?”
Lui trasse un lungo respiro; aveva la strana sensazione
che I pilastri della Terra avrebbero fatto male anche alla sua di
testa.
Chissà perché…
“Ehm Granger, temo che quell’uomo si sia appropriato del
nostro libro!”
“COSA?”
Si rese conto di aver alzato il tono della voce solo
quando vide mezza Londra che la fissava allibita.
“Cosa?”, ripetè con tono consone al
luogo.
“Quel simpatico ometto, vedendo che il libro giaceva
sullo scaffale, ha ben pensato di prenderlo e pagarlo… se tu non avessi fatto
tante storie, a quest’ora lo starei leggendo io!”
Hermione sbuffò sonoramente, “Sai Malfoy, sei un idiota!
Perché se non mi avessi fatto spaventare con le tue avances da maniaco sessuale…
probabilmente adesso quel libro sarebbe mio!”, disse concitata mostrandogli
tutto il suo disappunto.
Draco ne approfittò e iniziò a giocherellare con i suoi
boccoli.
“Sai Granger… io voglio davvero fare del sesso con te…”,
le sussurrò suadente facendola rabbrividire, e fu così che Hermione cominciò ad
indietreggiare spaventata.
Per fortuna Draco la afferrò in tempo, altrimenti un
intero scaffale di Pilastri della Terra le sarebbe caduto di sopra causandone la
prematura morte.
E Draco Malfoy non aveva voglia di andare al suo
funerale, aveva un nuovo appartamento a Piccadilly Circus da
abitare.
“Granger, ma non ti si possono fare neanche proposte
indecenti…”
“No Malfoy, e adesso, se non ti dispiace, io avrei molte
cose da sbrigare.”, disse impettita sistemandosi i capelli, senza risultati
positivi,“Addio”, aggiunse, mentre Draco le faceva un ciaociao con la mano che la fece
imbestialire ancora di più.
***
Soddisfatta.
Soddisfatta del suo
pomeriggio.
Soddisfatta degli acquisti fatti con la carta di credito
del suo ex.
Soddisfatta anche di aver incontrato Malfoy e di essersi
procurata un trauma cranico.
Soddisfatta. Stranamente lo
era.
Aveva appena messo piede nel suo stabile colma di borse
colorate dalle svariate dimensioni, quando notò che un ragazzo stava per salire
con l’ascensore.
Era tanto che vedeva dove mettesse i piedi, e quel
ragazzo era come stato mandato dal cielo.
“Mi scusi, posso salire con
lei?”
“Sì”
“Che piano?”, chiese il
ragazzo.
“15°”
Troppo presa dai suoi sacchetti non si era resa conto che
il ragazzo gentile rispondeva al nome di: Draco Malfoy, il maniaco sessuale che
le aveva fatto procurare una specie di trauma cranico
natalizio.
Improvvisamente uno scossone violento ed Hermione cadde
per terra.
La luce li aveva abbandonati e aveva lasciato spazio alle
fievole luce di servizio e sembrava che l’ascensore si fosse fermato al 7° piano
del palazzo.
“Cos’è accaduto?”, domandò la ragazza massaggiandosi la
parte lesa.
“Niente di preoccupante, Granger”, rispose lui,
affabile.
“Granger?”, perché quel ragazzo che non aveva mai visto
prima avrebbe dovuto essere a conoscenza del suo
cognome?
Improvvisamente una sorta d’illuminazione le attraversò
la mente.
“Malfoy”
“Vedo che il trauma non ti ha procurato danni
permanenti…”, celiò lui.
Hermione era in evidente stato di… non lo sapeva nemmeno
lei in che stato fosse, quindi era una sorta di stato
immaginario.
“Perfetto! Fantastico! Dopotutto, questo periodo
natalizio è iniziato da schifo… era troppo chiedere che si risollevassero le
sorti della mia esistenza?”
Stava, indubbiamente, parlando con le porte
dell’ascensore.
Draco la guardò divertito, non aveva mai visto una
ragazza isterica che parlava con le porte di quell’affare
babbano.
“Granger, hai finito il tuo
monologo?”
“No, non ho finito!”,
sbraitò.
Lui si limitò a fare spallucce e a sbirciare tra le borse
della ragazza dai mille problemi mentali.
“Cosa diavolo stai facendo?”
“Do un’occhiata, visto che siamo intrappolati qua dentro
e tu stai dando di matto cercando di estorcere risposte ad un
ascensore”
Hermione ebbe come un’improvvisa rivelazione e scosse la
testa come spaventata dai suoi stessi quesiti.
“Malfoy, esattamente, tu cosa ci fai qua? In
quest’ascensore? In questo stabile?”
Draco ghignò.
“Ci abito, Granger.”
***
Il fato stava esagerando.
Si stava bellamente prendendo gioco di
lei.
Aveva accettato (?) il fatto che il suo ragazzo l’avesse
tradita con una sgualdrina dopo anni di amore idilliaco, aveva accettato il
fatto di non aver potuto trovare quel
libro e di essersi presa I pilastri della Terra in testa per colpa di quel
idiota che aveva davanti, ma non poteva davvero accettare che quello stesso
idiota abitasse nel suo stesso palazzo e che fosse intrappolata con lui in
quell’ascensore per chissà quante ore.
“A che piano?”, si costrinse a rimanere
calma.
“15°”, rispose lui pacificamente sedendosi per
terra.
Hermione si portò le mani alla
testa.
Quello era un incubo!
Draco Malfoy non poteva essere il suo nuovo vicino di
casa.
Era stata così felice quando aveva saputo che lo
sputacchiatore grasso e peloso, avrebbe traslocato… ma adesso, stranamente lo
rimpiangeva.
“E perché mai hai deciso di traslocare e vivere da
babbano? Perché non sei rimasto nel tuo Maniero con tutti quegli elfi? Perché?”
Aveva tutta l’aria di essere un monologo rivolto alle
porte dell'ascensore.
“Ho saputo
cos’è accaduto tra te e Weasley…”, la buttò giù
lui.
Lo sguardo di fuoco si posò su quello di ghiaccio del
ragazzo.
“E cosa c’entra in questo
momento?”
Draco sorrise amaramente, “La sgualdrina che si scopava
era Pansy, la mia fidanzata”
Inutile stare a descrivere che la mandibola di Hermione
era caduta dentro uno dei suoi sacchetti variopinti contenete forse una borsa di
un noto stilista italiano che se non avesse avuto a disposizione la carta di
credito del suo ex non avrebbe mai acquistato.
“Cosa? Era
“Già”, rispose lui amaramente cominciando a torturare uno
dei sacchetti che aveva intorno.
“E il fatto che siamo stati entrambi cornificati è
inerente al tuo trasloco?”, domandò sedendosi accanto a lui e iniziando a levare
guanti e sciarpa.
“Allora vuoi davvero fare sesso con
me…”
“Cos?”, il suo sguardo si incatenò alla traiettoria che
stava seguendo quello di Draco e notò che parlava a proposito dei guanti e della
sciarpa.
“Guarda che se non la pianti, con questa…”, indicò la
sciarpa, “… ti ci strangolo!”, disse.
Draco poggiò la testa contro la parete lucida
dell’ascensore e sospirò stancamente, “Pansy mi ha tradito con quello
straccione… che caduta di stile!”
“Ehi, lo straccione era il mio
ragazzo!”,ribattè.
Draco la guardò di sottecchi, “Anche tu hai avuto una
caduta di stile!”, asserì sistemandosi meglio e levandosi anche lui sciarpa,
guanti e anche cappotto.
Stava iniziando a fare troppo caldo e solo Merlino sapeva
quando sarebbero andati a liberarli da quella gabbia
mortale.
“Malfoy, perché hai deciso di diventare il mio stupido
vicino di casa?”
“Saranno fatti miei?”, rispose lui
brusco.
Hermione alzò le mani in segno di resa e poi si mise a
fissare il pulsante rosso dell’ascensore.
Qualcosa da fare avrebbe dovuto trovarla visto che
stavano per morire di caldo dentro quella trappola.
Poi con un gesto secco tolse il cappottino e il maglione
che indossava rimanendo in camicia, sembrava di stare in una
sauna.
Un ghigno malizioso si dipinse su quelle labbra
peccaminose: “Granger, dillo che vuoi fare sesso con
me…”
“Ouch…”, un sibilo strozzato uscì dalle sue labbra,
Hermione gli aveva appena assestato una violenta gomitata nello stomaco
facendolo contorcere dal dolore, “Sei matta?”, le domandò, ma si rese subito
conto che la ragazza non lo stava guardando e forse nemmeno
ascoltando.
Prese a sfilarsi il maglione e sollevata la maglia nera
che vi indossava sotto si studiò lo stomaco per farle vedere che grazie alla sua
dannata gomitata il suo corpo da adone greco avrebbe avuto dei danni
permanenti.
“Ehi, ma cosa stai facendo?”, domandò lei indignata alla
vista di quello stomaco a dir poco perfetto.
“Sto arredando il mio salotto, non vedi?”, ribattè
ironico.
“Bel salotto, complimenti!”, arrossì poco dopo, si era
resa conto della gaffe appena fatto, e sapeva anche che adesso, grazie a quella
stupidata uscita dalla sua bocca, Draco l’avrebbe punzecchiata per il resto dei
giorni, o almeno finchè lei non avesse preso la saggia decisione di cambiare
identità e scappare in Papuasia.
“Granger, non è che hai avuto la geniale idea di comprare
anche un ventilatore?”
“No, non credevo che sarei rimasta bloccata in ascensore
con l’ex fidanzato della sgualdrina che si scopava il mio
ragazzo!”
Sbuffarono entrambi e tornarono ai loro
pensieri.
Lui aveva in mente di rimanere in boxer, lei aveva voglia
di dormire.
“E se facessimo un gioco?”, propose lei per evitare di
addormentarsi in un ascensore in compagnia di una presenza
assurda.
“Streap-Poker?”
Hermione storse la sbocca in una smorfia: “Non abbiamo le
carte”
“Quindi, se avessimo le carte…ci
giocheresti?”
“Sento caldo anch’io, che
credi!”
E inaspettatamente, Draco le regalò un sorriso
sincero.
“Tu…tu hai sorriso?!?!!”
“Ogni tanto capita anche a
me!”
“Wow!”
Stava maledicendosi per la stronzata appena sparata: era
ovvio che anche lui sorridesse e si divertisse, dopotutto era un essere umano,
un comune mortale con istinti, paure e sentimenti.
Era, sostanzialmente, un idiota, ma dopo Ronald Bilius
Weasley quelli che lei aveva reputato idioti senza speranze adesso erano dei
veri e propri geni.
“Ho un gioco!”
Draco si voltò a guardarla e notò che sembrava quasi
imbarazzata; magari le avrebbe rivelato di aver comprato le carte da poker e che
la sua malsana idea da maniaco sessuale era una geniale
trovata.
Stava ancora morendo di
caldo
“E’ un problema se levo la
maglietta?”
“No, Malfoy, figurati!”, disse abbassando immediatamente
lo sguardo, perché la vista di lui che rimaneva solo in jeans era meravigliosa e
non poteva far altro che arrossire per via di quell’opera
d’arte.
Draco ovviamente se ne accorse, e anche se la voglia di
stuzzicarla premeva inverosimilmente, decise di assecondarla nel gioco, magari
avrebbe portato risvolti più che positivi.
“Allora, stavi parlando di un gioco… di che si
tratta?”
“Come ogni bimbo avrai avuto un pupazzo che sarà
diventato il tuo migliore amico, come si chiamava?”
Il ragazzo rimase basito; “Il gioco si chiama –scova nel
passato di un uomo che ha avuto la sfortuna di rimanere bloccato in un ascensore
con te a tempo indeterminato- ?”
“No, se vuoi rispondere rispondi altrimenti
ucciditi!”
“Risponderò, ma poi la domanda la farò
io!”
Hermione sbuffò sonoramente avrebbe voluto che non la
guardasse con quello sguardo, che la sua mano non la sfiorasse e che si
rimettesse il maglione.
Quell’uomo sapeva scatenare strane sensazioni ed Hermione
non voleva essere in balia di una tempesta ormonale fuori
luogo.
“Era un orsetto e non so neppure chi me l’abbia regalato,
so solo che io e Greg l’orsetto assassino, eravamo grandi amici… e ora che ci
penso dovrebbe essere in qualche vecchio baule gettato malamente in
soffitta!”
Era lì che probabilmente ripensava a: Greg l’orsetto
assassino, ed era particolarmente abbandonato ai suoi ricordi, ed Hermione
considerò che quasi certamente non aveva fatto caso al suo racconto su Oscar il
pinguino peruviano.
“I posti più strani dove l’hai
fatto.”
“E’ la domanda?”
Lui si limitò ad annuire, mentre Hermione faceva mente
locale dei posti su cui Ron l’aveva
usata sessualmente, sì perché dopo
aver visto che Ron amava più Pansy Parkinson che lei, allora tutte le volte che
avevano fatto l’amore diventavano automaticamente usi
sessuali.
“Uhm… letto, doccia, tavolo della cucina e
spiaggia”
“Mi deludi, Granger”
Lei si voltò furiosa verso il viso di
Draco.
“E tu, Malfoy?”, domandò a sua
volta.
Lui si umettò le labbra suadentemente e un sorrisino
sghembo, ma terribilmente malizioso vi si dipinse.
“Tavolo da biliardo, treno, aula Pozioni, bagno dei
prefetti quando ancora non ero un prefetto, camera dei miei, al
parco…”
“Ok, Malfoy, possiamo cambiare domanda?”, domandò, ma non
lo fece perchè era stufa, semplicemente perché stava cominciando a ripensare a
Ron e non poteva far altro che sentirsi sporca e usata; avrebbe voluto dire che
dopo Ron c’era stato qualcun altro, che aveva fatto l’amore con un altro perché
sapere che era stata solo di quel fedifrago le faceva più male di quanto avrebbe
potuto immaginare.
“…l’hai mai fatto in
ascensore?”
La voce di lui la investì in pieno, e la domanda sembrava
così surreale che non ebbe il tempo di ribattere o di capire cosa stava
accadendo che quella bocca finemente disegnata da un grande pittore, s’era
posata lievemente sulla sua.
Avvertiva i capelli serici solleticarle il naso e le
gote, e un brivido freddo percorrerle la schiena.
Lo strinse più a sè affondando la mano in quei crini
biondi, mentre le lingue si rincorrevano senza sosta e le mani scorrevano lungo
il corpo.
“Sai che moriremo per mancanza d’ossigeno, vero?”, disse
con voce roca tra un bacio e l’altro strappandole di dosso la camicetta mentre
lei trafficava con la cintura dei jeans scuri del ragazzo: “Lo so, e sai una
cosa, Malfoy? Non me ne frega niente!”
Draco la guardò intensamente negli occhi e poi riprese a
baciarla e accarezzarla con maggiore foga, spinto da qualcosa di innaturale,
perché era del tutto innaturale che lui si ritrovasse a fare del sesso con
Hermione Granger in un ascensore.
Hermione non riusciva a vedere quell’azione avventata
come un qualcosa di sbagliato.
Forse aveva desiderato morire facendo sesso in un
ascensore e non lo sapeva, ma doveva ammettere che rimanere bloccata lì con
Draco Malfoy era la cosa migliore che le fosse capitata da quando era finita
Hogwarts.
Baci roventi lungo tutto il corpo, mani sapienti che
giocavano con i suoi seni stuzzicandone i capezzoli turgidi, ed Hermione non
avrebbe mai pensato di poter aggiungere nella lista dei luoghi più strambi dove
lo aveva fatto l’ascensore solo pochi minuti dopo aver confessato al ragazzino
odioso e spocchioso che aveva avuto l’onore di conoscere a 11 anni e che era
stata una sorta di piaga sociale per il resto degli anni ad Hogwarts che il
posto più strano era stato il letto;
e a pensarci bene l’uomo con cui stava facendo del sesso era spocchioso e odioso
anche quando Ron aveva stretto amicizia con Marcus Flitt, (migliore amico di
Pansy Parkinson), ed erano stati costretti a delle uscite con la coppia più
antipatica dai tempi della scuola: Draco
Malfoy e Pansy Parkinson, ma ora, in quel momento in cui stava raggiungendo
l’apice del piacere con baci lungo tutto il corpo…beh il biondino non era più
tanto odioso e forse non lo era mai stato, o forse rimanere bloccata con lui in
ascensore era il regalo che il fato le aveva fatto.
Quello spazio ristretto che era il cubicolo di un
ascensore, stava prendendo le sembianze del paradiso, e avvertire il suo leggere
peso, confondere i suoi sospiri e gemiti con quelli di Draco, toccare quella
pelle, essere baciata e accarezzata con dolcezza e irruenza erano sensazioni che
Ron mai era stato capace di farle provare.
Avvertiva la passione, il desiderio dilagante, la voglia
che nutriva verso di lei e verso il suo corpo, ormai totalmente nudo in balia
delle sue attenzioni.
Eccitata
E affondando in lei si
sentirono avvolgere nel medesimo istante da quel feroce vortice di colori, in
quella dimensione dove non esistevano nient’altro che
loro.
La baciò ancora e ancora
come se non fosse sazio di lei, del suo sapore, odore e
calore.
Era lei, era tutto quello
che aveva sempre desiderato, e l’aveva trovata in quell’ascensore in quello
strano giorno di Dicembre.
“Granger…”, chiamò con la
voce spezzata, “…alla fine hai davvero fatto sesso con me…”, le sorrise
dolcemente mentre la sua bocca scendeva a baciarle un
seno.
“E sai una cosa, Malfoy? Lo
rifarei!”
“Magari in un letto, che ne
dici?”
Lo attirò a sé e
continuarono a coccolarsi e baciarsi per un tempo che sembrò
infinito.
***
“Se c’è qualcuno in
ascensore…beh, non disperate tra circa mezz’ora sarete tirati
fuori”
Una voce li distolse da ciò
che stavano facendo e così presero la saggia decisione di rendersi almeno
presentabili e far finta che tra loro non era accaduto un bel
niente.
“Da quant’è che siamo
bloccati?”, domandò la ragazza mettendosi il
maglioncino.
“Da circa tre ore”, rispose
cauto lui.
“Questo significa che è la
vigilia?”
Lui
annuì.
Improvvisamente un altro
scossone e le porte dell'ascensore si aprirono lasciando che gli occhi dei
ragazzi si ferissero per via della luce troppo
forte.
“E’ tutto ok? Siete
feriti?”, domandò l’uomo della manutenzione.
“Stiamo bene”, lo rassicurò
Hermione aggiungendo mentalmente che non era mai stata
meglio.
“Quei pacchi sono tutti
suoi?”, domandò l’uomo un po’ scioccato.
Hermione sorrise, “Oh beh,
non proprio tutti, uno è suo!”, disse indicando Draco appoggiato al muro con
aria di sufficienza per quanto riguardava quel sacchetto che sembrava
appartenere a lui.
***
Pian piano erano saliti al
15° piano del palazzo, e Hermione, gettando uno sguardo all’appartamento dello
sputacchiatore tirò un sospiro di sollievo, poi infilò la chiave nella serratura
di casa sua.
“Buon Natale,
Malfoy”
Non sentendo risposta si
voltò verso il ragazzo.
“Tieni, è tuo”, disse
semplicemente.
“E’ tuo,
Malfoy!”
“La smetteresti di
contraddirmi?”, disse porgendole il pacchetto.
Lei lo afferrò e senza
aggiungere altro, il ragazzo entrò in casa.
Hermione rimase basita di
fronte a quello strano comportamento, poi aprì il pacchetto e ciò che vide le
riempì il cuore di gioia.
Era quel libro.
Quello per cui si era presa
i Pilastri della Terra in testa.
Era forse il Natale più
strano che avesse mai vissuto.
“Grazie”
“Di niente,
Granger”
The
End
Ecco la mia piccola (?) shot
natalizia.
Ne approfitto per fare gli auguri a tutti coloro che
avranno il buon cuore di leggerla, recensirla o leggere solo questa parte perché
quasi del tutto totalmente fusi dalla caccia ai
regali.
Buon
Natale!
KiSseS