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Autore: _i_am_a_dreamer_    02/06/2013    0 recensioni
Mike!
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luce fortissima .Le lame brillarono nell'ombra appiccicosa, due lampi improvvisi e rapidi che con un balenante "wiiiish" sfogarono la loro rabbia contro la figura che si stagliava a malapena di fronte. Quello emise un gorgoglio soffocato, simile al rumore prodotto dal getto d'acqua quando è risucchiato nello scarico. Dalla bocca e dal torace fuoriuscì il medesimo suono e Mike non riuscì a trattenere un sorrisetto compiaciuto. Attese qualche minuto che il rumore si calmò: ansimando per la carenza di ossigeno la grottesca figura allungò una mano verso di lui, istintivamente si ritrasse. Alzò la lama che reggeva nella mano sinistra, già chiazzata da piccole gocce di un rosso profondissimo. Come un cobra l'acciaio scattò e un paio di dita tozze caddero in terra, producendo un soffice tonfo. Lo sentì a rallentatore. Gli occhi della maschera cerulea si allargarono per lo stupore e il terrore. La fine, aveva in quel tragico momento compreso come in un terribile deja vù da scena di film horror di infimo ordine, era irrimediabilmente prossima a divenire una realtà. Il tranquillo giovanotto che gli stava di fronte appariva non solo calmo, addirittura serafico, e gli stava sorridendo amabilmente. Aveva il volto liscio e rosato, distorto in un ghigno infantile:  si stava divertendo ad ucciderlo: era quella la terribile ridicola, in un certo senso blasfema, verità. Riuscì a lanciargli un'ultima sbiadita confusa occhiata prima di sprofondare ancor più nel buio. Se avesse potuto gli avrebbe domandato il perché, la profonda, intrinseca, definitiva motivazione di quel gesto, dato che nemmeno sapeva chi fosse. Subito dopo si quietarono e, dopo una sommaria pulizia per eliminare il sangue in eccesso, furono con cura riposte nei rispettivi foderi, ma il teschio umano, dalla pallida pelle tirata, quasi innaturalmente, sugli zigomi pronunciati e dagli occhi infossati, che apparivano simili a due pozze oscure senza fondo, ghignò nuovamente: mostrò una chiostra di denti bianchicci e seghettati. Per un breve momento a Mike tutto apparve luminoso e limpido, sebbene l'oscurità fosse profonda e torbida. Con un corto pugnale incise alcuni simboli stilizzati sul volto del fantoccio sanguinolento che era accasciato scompostamente ai suoi piedi. Quindi procedette a staccare, con un preciso fendente un orecchio e, dopo averlo avvolto in un candido pezzo di cotone, lo ripose con cura in uno scatolino. Il viso si aprì in un largo sorriso ebbro di gioia infantile. Con un calcio spostò la massa informe, che era stato un uomo fino a che l'aveva incontrato forse poco più di un'ora prima, e se abbandonò quella maleodorante alcova oscura. Incurante di ciò che aveva compiuto, si mosse silenzioso e solitario, come sempre. Senza guardare nessuno dei passanti in strada e senza domandare scusa a coloro che urtava se ne tornò a casa, sorrideva. Si sentiva deliziato di sé, non del suo gesto ovviamente, non gli provocava un particolare piacere - tranne quando affondava l'acciaio argenteo nella carne sentendo nervi e muscoli cedere, in quel momento una certa eccitazione lo percorreva, lasciando poi solo vuoto e il bisogno fisico di provarla di nuovo - compiere quelle azioni ma doveva, era necessario per liberare il mondo da tutti quegli essere immondi che lo percorrevano. Era una missione la sua, come quelle degli apostoli di cui suor Safna, gli raccontava quando era bambino. Suor Safna gli aveva sempre detto che avrebbe fatto qualcosa di grande come loro, una volta cresciuto. Safna era la tipica cingalese bassa, scura di carnagione, con qualche neo e capelli lunghi, grassi e scuri (schiariti dalla vecchiaia) raggruppati in una folta treccia nascosta dalla bianca veste da suora. E ora lui agiva per renderla orgogliosa e quando le avrebbe fatto avere tutti i suoi regali, lo sarebbe stata di sicuro. Arrivò a casa all'imbrunire e salì al suo appartamento, il benessere cominciava a scemare e cercó di concentrarsi su ciò che doveva fare l'indomani sera al lavoro, valutò l'opzione di cercare compagnia, ma Lei non stava più con lui. L’avrebbe rivista solo un mese dopo. Lei lo conosceva bene, fin da quando Suor Safna gli raccontava le storie della chiesa. E una volta le aveva detto che Lei era bella come la Vergine Maria.
  
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