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Autore: Violonciao    02/06/2013    1 recensioni
A cosa si può arrivare per vedere felici le persone che si amano? Si può far soffrire qualcun altro per soddisfarle? La mente è un insidioso labirinto e tocca a noi trovare la strada che vogliamo percorrere. Tu hai già trovato la tua?
Genere: Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Da poco mi è balenata in mente un'idea: racchiudere le mie intenzioni e i miei pensieri in fogli di carta.
Al quanto stupida come cosa, ma se mai qualcuno troverà questi appunti, conoscerà la sofferenza di cui sono stato vittima in questi anni.”

 

 

I Capitolo



Ginevra, Svizzera.
22 Novembre 1990.

 

Matthew varcò la soglia della nuova casa. Fu travolto da un odore di chiuso estremamente intenso e nauseante. La polvere, accumulata nel tempo, lo fece tossire più volte. Sorridendo corse verso la sorella con i suoi grandi e vispi occhi cristallini spalancati. Era un ragazzino dall'altezza leggermente sotto la media, esile e dagli ondulati capelli biondo-rossicci. Essendo il più piccolo, precisamente undici anni, era anche il più logorroico della famiglia.
«Oddio, Matt, la smetti di fare il bambino!?»
Rispose la sorella con tono irritato guardandolo attraverso i suoi occhi verde oliva.
«Mancano ancora due anni alla maggiore età, eppure mi sembrano secoli! Due anni e potrò andarmene da questa merda di famiglia».
Brontolò infine.
La caratterizzavano i suoi lunghi capelli color mogano animati da vaporosi boccoli dai riflessi lucenti. Bassottina di statura, leggermente in carne ma dal corpo formoso smorzato da un dolce viso ovale e candido. Amava truccarsi con l'ombretto nero, ovviamente contrariata dalla madre, abbinandoci i tanti orecchini fattasi all'insaputa dei genitori.
Matthew e Alexandra Devis Reverse Fontaine. Ecco il nome dei due fratelli. Il motivo di tutti questi cognomi? Basta tornare nel 1985.

Paul Fontaine, importante imprenditore ginevrino, fu mandato dal suo superiore a lavorare a Los Angeles, in California. Uomo dall'aspetto rassicurante, giovane, ma con già i capelli brizzolati e limpidi occhi di un blu magnetico. Era una delle estati più calde. In seguito al suo arrivo all'aeroporto californiano rimase totalmente bloccato con la sua Jaguar XJ 6 3200 in autostrada. Quest'ultima si riempì di pedoni adirati e imbestialiti per il disagio.
«Di questo passo non arriverò mai a destinazione».
«Ha bisogno di aiuto?».
Una voce femminile molto sensuale fece sobbalzare Paul ormai preso dalle sue lamentele. Quando si girò la prima cosa che vide furono dei bellissimi occhi verde prato. In seguito il suo sguardo cadde su pazzi e spettinati ricci rosso acceso. L'uomo rimase incantato per qualche istante finché la voce della donna ruppe il silenzio.
«Scusi, mi sono dimenticata di presentarmi...piacere, io sono Daisy Reverse. Ripeto, le serve aiuto?».
Quelle parole si persero nel vento a giudicare dall'espressione assorta di Paul, che si riscosse poco dopo.
«Ehm... si... cioè... n-non si disturbi».
La voce uscì a tratti e si riusciva ad intendere l'imbarazzo che c'era nelle sue parole. Ecco uno dei suoi grandi difetti, la timidezza, oltre all'introversione e l'essere totalmente impacciato con le donne, nonostante il suo bell'aspetto. Prese fiato.
«S-si, ecco... io mi chiamo Paul Fontaine. Veramente…non mi dispiacerebbe un po' di aiuto nel trovare la mia nuova casa».
Fece un sospiro come per liberarsi dall'imbarazzo. Daisy fece un sorriso e, per Paul, fu il più bello che avesse mai visto. La donna aveva il corpo snello ma formoso, la pelle candida e delicata e un viso materno.
«Va bene, signor Paul! Appena riusciremo ad andarcene da questo labirinto di metallo, la aiuterò a trovare la sua casa».
Finalmente usciti da quell'autostrada, Daisy, lo aiutò a trovare l'appartamento. I due si incontrarono anche altre volte, abitando nella stessa città, fino ad invaghirsi l'uno dell'altra.
La donna cominciò a trovare irresistibile la goffaggine di Paul e lui perse la testa per la dolcezza di lei. Quel che seguì fu il loro matrimonio e la nascita della nuova famiglia composta dai due innamorati insieme ai figli avuti da Daisy anni prima. Allora presero la decisione di andare a vivere a Ginevra, città natale dell’uomo, in una casa in vendita dal 1910.
Andrew Devis, è questo il nome del padre naturale di Matt e Alex, con cui Daisy divorziò. La donna volle tenersi i figli che, per il grande legame che avevano con il padre, decisero di mantenere anche il suo cognome. Matthew e Alexandra Devis Reverse Fontaine. Una storia piuttosto semplice, senza troppi risvolti ne troppi problemi. La storia di una normale famiglia.

«Invece di fare le belle statuine aiutatemi a portare le valigie!».
Ordinò Daisy con alcuni scatoloni tra le braccia.
«Va bene...».
Risposero con tono seccato i ragazzi.
Alex strappò con fare rude la sua roba alla madre e corse a scegliersi la sua futura stanza in quella vecchia dimora.
«Matt, che aspetti? Va ad aiutare tua sorella a disfare i bagagli, visto che sei lì imbambolato!».
Matthew annuì controvoglia e si diresse verso il piano superiore della casa con passo pesante e imbronciato.
«Alex, mamma vuole che ti aiuti a disfare la tua roba».
«E allora fallo!»
«Sei grande ormai, pensavo mi avresti detto di lasciar perdere, che lo avresti fatto da sola.»
«Hei, la vuoi sentire una storia dell'orrore?».
Disse lei con il sorriso di chi ha in mente qualcosa. A Matt presero a brillare gli occhi. Alex scosse la testa divertita.
«Si dice che qui vicino ci sia uno strano negozio di bambole».
«E dov'è?».
La ragazza fece un ghigno sadico.
«Se mi disfi le valigie, ti racconto tutto quanto!»
Esordì, sedendosi sul letto, suscitando grande curiosità nei confronti del fratello.

Paul scaricò anche le ultime scatole. Aggirò la vettura con la quale giunsero a Ginevra, ben tenuta e degna del suo lavoro da imprenditore. Raggiunse Daisy nella camera di fronte alla stanza di Alex. Appoggiò a terra gli scatoloni e si avvicinò lentamente alla schiena della moglie intenta a trovare una sistemazione per l'argenteria. Le sue mani le cinsero il bacino facendola piacevolmente sorridere. Lui le diede un leggero bacio sul collo e lei, girandosi lentamente, lasciò le mani di Paul scorrere sul suo corpo. Lo guardò intensamente negli occhi. Le loro labbra si avvicinarono sempre di più unendosi in un bacio appassionato.
Nel mentre Matt poggiò nell’uscio della porta uno scatolone, stiracchiandosi stanco, ma alla vista della scena urlò disgustato
«Puah! Che schifo!».
Interrompendo quel romantico momento tra la madre e Paul che sorrisero, si diedero un ultimo abbraccio e ricominciarono a sistemare le cose.
«Non perdere tempo a cazzeggiare, ragnetto, e finisci di sistemare la roba!».
Gli rispose una voce ovattata proveniente dall’interno della stanza; era Alex che, con grande menefreghismo, se ne stava sul letto a leggere un libro senza prestare un minimo di aiuto ai suoi familiari.
«Uffa, Alex! Tu non stai facendo niente!».
L'accusò il fratello. Lei accennò a sedersi e a poggiare il libro come per annullare l’accordo fatto.
«Okay, niente storia, allora! ».
Sorrise malignamente.
Prontamente Matt rispose con un «Scherzavo!» e tornò nella camera della sorella a svuotare le valigie.
Quest’ultima si rimise comoda con un’espressione compiaciuta.

  
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