Mia nonna, nelle tre settimane che mi tenne a casa, riuscì a farmi riammettere a scuola e così ci dovetti pure andare.
Era arrivata la primavera. I fiori avevano iniziato a sbocciare, il loro profumo mi era sempre piaciuto, mi faceva pensare ad un nuovo inizio. Per un attimo pensai di smetterla con tutte quelle droghe, ma ci ripensai subito. Erano l’unica cosa che non mi facevano pensare alla mia vita… ai miei genitori. Non mi importava se mi riducevo una merda.
Tornai a scuola, era una palla assurda, più di quanto ricordassi. Non avevo socializzato con nessuno, ma tutti mi conosceva, o meglio conoscevano la mia “ribellione”, quindi stranamente tutti volevano diventare miei amici. Ma non me ne fregava molto di quelli della mia classe, erano tutti abbastanza sfigati. Feci amicizia, però, con un ragazzo di un anno più grande, con cui avevo parlato qualche volta. Frequentava il mio stesso gruppo dell’hascisc, ma non eravamo mai stati intimi. Si chiamava Dano. Un giorno, dopo scuola, mi offrì un po’ di hascisc e iniziammo a chiacchierare. Aveva i capelli biondissimi, ma la cosa che mi piaceva di più di lui erano i suoi occhi azzurri. Mi chiese di uscire, io rifiutai dicendo che mia nonna non me lo permetteva, in realtà volevo fare un po’ la difficile. La seconda volta accettai e saltammo la scuola, fumammo per tutta la mattina. Ero stata davvero bene con lui, mi divertivo da matti e poi era così bello… Ci mettemmo insieme, facevamo davvero una bella coppia, a scuola tutti ci guardavano. Dopo una settimana mi chiese se volevo farlo. Ero vergine, però ero pronta, anche se avevo solo 13 anni. Mi sono sempre ritenuta più grande della mia età; certo, non ero molto responsabile e tanto meno matura, ma per quello ero pronta. Così saltammo di nuovo la scuola e andammo a casa sua. Lui era gentile, mi aveva trattata bene e non era affatto terribile come mi aveva raccontato Stella. L’unico problema fu che due giorni dopo lui, senza tante cerimonie, mi lasciò dicendo: “E’ stata una bella avventura, ma non credo che possa funzionare tra noi due.” Non mi aveva ferita e non ci ero rimasta neanche troppo male, dopotutto la scopata non era stata un granché e quindi probabilmente non era tanto bravo. Ero solo molto incazzata, me la presi col mondo, perciò con mia nonna diventai ancora più acida di prima. Andai da Stella a sfogarmi e decidemmo di scappare un’altra volta. Non ce la potevo fare a rimanere lì, andare a scuola e vedere la faccia di Dano che avrei preso a schiaffi con molto piacere.
Tornammo a girare nella zona del Sound. Cercammo Christiane, era difficile trovarla in quel periodo, stava sempre con il suo ragazzo. Ci trovammo nuove amicizie e riuscivamo a procurarci un bel po’ di hascisc e di acidi, ma quello che volevamo era l’eroina, la volevamo a tutti a costi. Intanto venni a sapere che Christiane si era fatta il primo buco, poi era partita per l’estate. Volevo bucarmi anche io, lo volevo disperatamente. Se l’aveva fatto Christiane, potevo farlo anche io, cosa me lo impediva?
Erano iniziate le vacanze estive e sapevo che i miei nonni sarebbero partiti. Aspettai il giorno della loro partenza, poi andai a casa, entrai e presi un po’ di cose che servivano a me e a Stella; cercai anche un po’ di soldi, che trovai nel salvadanaio, erano 10 marchi, e presi qualcosa che avrei potuto rivendermi. Stella pensò anche che avremmo potuto fermarci a dormire lì, almeno per una notte, ma scartai l’idea perché i vicini erano molto pettegoli e non volevo che i miei nonni sapessero che ero andata a rubare in casa loro.
La situazione per me e per Stella era molto difficile, non trovavamo sempre qualcuno disposto ad ospitarci per la notte e non avevamo soldi per comprarci il cibo, figuriamoci per le droghe. La mancanza di denaro ci aveva impedito di iniziare a farci di ero. Quando non trovavamo un’abitazione, giravamo per tutta la notte e poi solo alla luce del giorno ci appisolavamo su una panchina, perché con la luce ci sentivamo un po’ più al sicuro; per fortuna l’arrivo del caldo aveva reso più sopportabile la mancanza di un tetto. Per procurarci i soldi naturalmente andavamo a rubare, oppure chiedevamo degli spicci fuori dal Sound.
Dopo che eravamo uscite dalla casa dei miei nonni dissi a Stella che non era giusto che tutti i soldi li procurassi io; così siamo andate anche a casa sua, la madre non era in casa, abbiamo trovato 20 marchi e poi abbiamo preso qualche oggetto da rivendere.
In tutto, anche vendendo gli oggetti, abbiamo ricavato 150 marchi che avrebbero dovuto durarci per un po’. Abbiamo speso subito 20 marchi per il cibo e con 40 ci siamo comprate la prima dose di ero. La siringa l’avevo trovata io nei bagni del Sound. Ci siamo fatte il primo buco. Sì, una vera bomba.