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Autore: TheShippinator    02/06/2013    4 recensioni
Listen Up Tour a San Francisco. Darren Criss si trova sul palco e sta per cantare una delle sue nuove canzoni e rivelare un po' di sé stesso al mondo. La gelosia, la rabbia e la nostalgia lo invadono quando canta, mentre i ricordi gli pervadono la mente.
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«Premeva i tasti di quella tastiera con cattiveria, socchiudendo gli occhi per imprimersi nella mente le immagini di Chris e Will, Will e Chris, le braccia attorno alle spalle, lo sfioramento delle dita, i loro video che trovava in rete, le volte che si erano incontrati ai vari eventi.
La sua espressione si fece disgustata [...]»
Genere: Angst, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Allora… da qualche giorno siamo in piena Riot per il Listen Up Tour di Darren Criss e… come sarebbe possibile non esserlo? Foto di Darren, Video di Darren, Darren, Darren, Darren everywhere! Personalmente, sono veramente molto orgogliosa di lui e non credo proprio di essere l'unica. L'ho scoperto grazie ad A Very Potter Musical e ho cominciato a vedere Glee solo perchè ero curiosa di scoprire com'era il personaggio da lui interpretato. Inutile dire che ho scoperto di avere davanti una persona veramente meravigliosa che si merita tutto questo (Thumbs Up anche per le canzoni della Disney che si ostina a cantare e per il quale lo amo).
A proposito del Tour, ovviamente, immagino abbiate sentito le vecchie canzoni e… le nuove canzoni. Beh, una di queste canzoni mi è rimasta impressa più delle altre, tanto che l'ho quasi imparata a memoria. L'ho ascoltata e riascoltata e non riesco a convincermi che non sia CrissColfer. Chiedo scusa, davvero, ma… è lei. L'ha scritta per lui.
Prima di leggere, vi consiglio di ascoltare la canzone e guardare il video (really, c'è qualcuno che non l'ha ancora fatto??) e di premunirvi di gelato, perchè mi hanno detto che sono stata "pessima", "ridammi i miei feels" e "angst a palate".
Senza ulteriore indugio, vi lascio alla mia One Shot e ringrazio tremendamente le mie due amiche che ho costret-… coff… che si sono offerte volontarie per darmi un parere prima della pubblicazione: grazie Bia e grazie tennantswife!

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Conosceva la scaletta, l'aveva imparata a memoria.
Aveva imparato a memoria anche tutti i testi di tutte le nuove canzoni, conscio che avrebbe dovuto davvero fare bella figura. Sbagliava. Sempre.
Sperava solo che non succedesse di nuovo con Human. Quella canzone probabilmente l'odiava, perchè ogni volta si ritrovava a dimenticare l'inizio o la fine o l'inizio della strofa subito dopo il ritornello… una grande scocciatura.
Sapeva, comunque, che canzone avrebbe dovuto cantare adesso. L'aveva presentata con un atteggiamento strano… e sapeva di essere quasi arrabbiato. Più che arrabbiato, aveva la mente pervasa di ricordi, ricordi di quando aveva deciso di scrivere quella canzone e ricordi del perchè avesse deciso di farlo.
Aveva concluso frettolosamente e si era seduto al piano, per suonare personalmente l'introduzione.


«Io lo capisco, davvero… lui è dichiarato e tu ti meriti qualcuno che possa stare vicino a te in pubblico.»
Darren era in piedi, con la schiena poggiata alla parete della sua roulotte, le mani in tasca e lo sguardo basso. Chris era seduto sul divano, sulla punta dei cuscini, le mani strette nella morsa delle sue ginocchia e lo sguardo basso e lucido, arrossato.
«Non ho mai capito perchè tu non volessi fare coming out…» sussurrò Chris, fissando il pavimento.
«Non mi piace essere etichettato, lo sai. E la mia vita privata mi piace che resti privata» affermò Darren, atono.
Chris conosceva Will da tanto, ma fino ad allora non aveva mai pensato a lui come ad un compagno. Da un po' di tempo, con Darren impegnato con la stesura delle nuove canzoni e l'organizzazione per il suo Tour e lui impegnato con la pubblicazione del suo nuovo libro, avevano meno tempo da passare insieme. La quantità di scene da girare erano diminuite e loro non potevano bearsi nemmeno del tempo per le riprese, per vedersi. Il loro rapporto si stava lentamente sgretolando. Non erano più una coppia, ma erano più che amici.
Stavano insieme più che potevano, ma stavano lontani, in pubblico. Sulla difensiva.


Premeva i tasti di quella tastiera con cattiveria, socchiudendo gli occhi per imprimersi nella mente le immagini di Chris e Will, Will e Chris, le braccia attorno alle spalle, lo sfioramento delle dita, i loro video che trovava in rete, le volte che si erano incontrati ai vari eventi.
La sua espressione si fece disgustata, dopo aver guardato il microfono che un operatore gli aveva sistemato sull'asta. Avrebbe dovuto cantare al mondo i suoi sentimenti per la prima volta. Si leccò le labbra e decise di alzarsi, lasciando a qualcun altro il compito di accompagnare con la tastiera il resto della band.
Era serio, era troppo serio… ma andava bene, perchè la canzone non era una canzone veramente allegra, la musica ingannava molto. Era un po' come lui.
«Last time you were mine»
Stava tenendo il microfono con la mano destra e gli occhi gli caddero sull'anello.
Non l'aveva messo così, perchè gli piaceva. Era un simbolo, una dichiarazione, qualcosa che parlava di loro e lui voleva che tutti lo vedessero… ma guardarlo durante la canzone gli faceva male, così passò in fretta il microfono alla mano sinistra.
«I was just a kid
I didn’t know there were consequences for what I did»


Si sentì tirare per un braccio e si voltò, rischiando di dare una testata a Chris Colfer, più vicino di quanto mai si sarebbe immaginato in una situazione come quella.
«Che cosa voleva dire?» domandò in fretta Chris, fissandolo con serietà per un mezzo secondo, voltandosi tanto in fretta che quasi Darren credette di aver immaginato quello sguardo.
L'osservò ridere con Naya di quello che era appena successo e registrò la posizione delle rughe d'espressione sul suo volto quando fece una linguaccia ad Ashley, che era piegata in due poco distante da loro.
«Allora?» gli chiese in fretta, tornando serio per un secondo, fissandolo e tirandolo più indietro verso i camerini. Ignorò gli operatori dietro di loro e qualche compagno del cast, che lanciava battute maliziose sul loro appartarsi.
«Di che parli?» chiese Darren, mentre Chris lo spingeva nel camerino delle ragazze e chiudeva la porta, incrociando le braccia.
«Eravamo in due sul palco. Va bene, è l'ultimo giorno, ma questo non autorizza tutti a dare di matto! Come ti è venuto in mente di baciarmi, Dare?» disse piano lui, guardando la porta chiusa come se avesse paura di essere spiato.
Darren abbassò lo sguardo e poi lo rialzò su Chris, facendo spallucce.
«Volevo farlo» disse semplicemente, azzardando un sorriso.
«Non… non puoi fare le cose solo perchè vuoi farle» si lamentò Chris, le guance che andavano a tingersi di rosso. «Ci sono sempre delle conseguenze!»
«Non ci ho pensato…» borbottò Darren, inclinando il capo e tirandosi la cravatta dei Warblers, infastidito.
Chris si avvicinò, sbuffando esasperato e scacciando le sue mani con un piccolo schiaffo. Lui le portò immediatamente ai lati del corpo, mentre il più piccolo gli allargava il nodo della cravatta in modo da impedirgli di strozzarsi.
«Avresti dovuto. Avresti dovuto pensare "chissà se a Chris andrà bene quello che farò" o "e se gli desse fastidio?"» disse Chris, mentre tirava un po' di più la stoffa, come se poi ce ne fosse ancora bisogno.
«Ti andava bene o ti ha dato fastidio?» chiese Darren a bassa voce, fissando Chris e sollevando le mani, posandole sulle sue. Con un semplice movimento, fece in modo di far stringere le sue dita attorno alle estremità della cravatta, per sciogliere il nodo e levarsela.
Chris la strinse più forte, sollevando lo sguardo e fissandolo nel suo.
Non rispose, inclinò il capo verso destra e gli andò incontro in quello che era il loro vero, primo bacio.


Si stava sfogando con il pubblico, stava raccontando quello che era successo a lui e Chris, cos'era successo a Darren. Stava raccontando cosa c'era nella sua mente e nel suo cuore. Si stava, finalmente, dichiarando al mondo.
Diede le spalle al pubblico, prendendo un profondo respiro e cominciando a passeggiare per il palco, tornando a stringere il microfono con la destra.
«There were times it was good,
but when it got bad,
I didn’t have much but I gave you everything I had»


Era impossibile non litigare con Darren Criss almeno una volta a settimana, perchè era così testardo, così infantile, che a volte si sentiva il bisogno di urlargli contro.
Lui, però, trovava sempre il modo di mettere a posto le cose… come quella volta che, dopo aver fatto l'amore, aveva iniziato a paragonare il sesso omo e quello etero. Chris l'aveva trovato di cattivo gusto e se n'era andato, gridandogli contro che era uno stupido se paragonava quello che facevano loro ad un qualunque tipo di sesso. Loro non facevano sesso. Con lui, Chris faceva l'amore.
Darren si era presentato fuori dalla porta della sua roulotte con solo una chitarra, intonando le prime strofe di Your Song. Al primo ritornello, Chris aveva aperto la porta e l'aveva trascinato dentro, aggiungendo che era anche un incosciente.
E che era per quello, che l'amava. Per quello e per la sua chitarra.


«Cut to today
I’ve lived enough to know that love is such a mess…

Oh yeah
I have to say that seeing you with someone new
has got me pretty curious»
Non stava sorridendo perchè era felice, stava sorridendo perchè era sarcastico.
Aveva conosciuto Will, ma non l'aveva più visto da quando Chris aveva deciso di troncare la loro relazione e provare ad avvicinarsi di più a Will. Non stavano insieme, questo lui lo sapeva. Però si frequentavano.
Uscivano insieme, Chris lo portava agli eventi… praticamente, Will non gli si scollava mai di dosso. Era incredibilmente irritante, con quel suo ciuffo tirato all'insù e la faccia da topo, tanto che spesso Darren si perdeva nei suoi pensieri, immaginando di rasarlo a zero e rompergli il naso con un pugno.
Li aveva osservati, aveva osservato incuriosito il cambiamento dei loro gesti.
Prima erano distanti, distaccati, come due semplici conoscenti, forse qualcosa di più; poi erano diventati due amici… infine, sembrava che Will avesse assunto la funzione di Ombra Di Chris Colfer 24 ore su 24.
Come poteva, Chris, sopportare la presenza di un individuo quasi più molesto di Darren? E Darren era il tipo che se doveva raccontarti una cosa, si sedeva fuori dalla porta del bagno mentre tu eri sulla tazza e cominciava a parlare, dicendoti di fare pure con comodo che lui poteva raccontarti tutto anche da lì.
Forse Will era il tipo che, invece, entrava in bagno e restava a guardarti come un gatto molesto e decisamente inopportuno.
Darren si voltò, chiudendo gli occhi di nuovo e riprendendo fiato. Aveva abbandonato il sorriso sarcastico e la sua espressione ora era quasi preoccupata. Si passò il microfono nella mano destra, sollevando la mancina per elencare le domande del ritornello.
«Is he gonna kiss you in the rain?»


Era San Valentino e Darren e Chris avevano passato insieme la giornata agli studios, registrando alcune scene in compagnia di Matt Bomer per una puntata un po' speciale. Non avevano potuto festeggiare come si doveva, ma Chris era d'accordo con Kurt: San Valentino era una festa commerciale e non gli piaceva. E poi pioveva. Pioveva tantissimo e lui odiava la pioggia, questo Darren lo sapeva.
Forse era per quello che, poco prima di permettergli di infilarsi nella sua roulotte, dopo una corsa priva di ombrello (Chris odiava anche gli ombrelli), Darren l'aveva afferrato per un braccio costringendolo a fermarsi sugli scalini, poco prima della porta.
L'aveva superato, salendo prima di lui ed attirando su di sé alcuni favolosi insulti che mai si sarebbe sognato di sentir pronunciati da quelle labbra.
Aveva alzato gli occhi al cielo nuvoloso, bagnandosi le ciglia ancora di più, quindi l'aveva zittito con un bacio. Erano alti uguali, con Darren sugli scalini più in alto.
Gli aveva afferrato il viso tra le mani e Chris era rimasto immobile, per poi rispondere al bacio e gettargli le braccia al collo, lasciando cadere sull'asfalto scintillante la sua copia dello script.
Chris Colfer aveva imparato ad amare la pioggia.


«Is he gonna cook on Sunday?»


C'era una sola cosa che Darren Criss sapeva fare bene in cucina, a parte gli spaghetti con le polpette: i pancakes.
Il sabato sera, Chris si fermava sempre a dormire da Darren e la domenica mattina, visto che Darren si svegliava sempre prima, cucinava per lui.
Preparava un brunch con i fiocchi: uova strapazzate (sempre un po' troppo cotte), bacon (anche quello solitamente bruciacchiato), salsicce, tartine di salmone, macedonia di frutta fresca, succo d'arancia che spremeva lui stesso, brioche ripiene di cioccolata recuperate direttamente dalla pasticceria italiana sotto casa sua… e ovviamente i suoi pancakes, che la facevano da padroni.
Il tutto, Darren lo portava a letto, su un bel carrellino apposito; poi, apriva la tapparella giusto un po', quanto bastava a far scivolare quei tre o quattro raggi di sole nella stanza. Immancabilmente, Chris mugolava infastidito, ma poi apriva un occhio, poi due… e poi sorrideva, quando il profumo del bacon e delle brioche calde gli riempiva le narici.
Gli dava il buongiorno, andava a lavarsi i denti e poi tornava a letto.
Lì se ne stavano fino al primo pomeriggio, a volte anche di più, a rotolarsi nelle lenzuola e ad imboccarsi con pezzi di pesca e mango.


«Is he gonna love you?

No, he won’t do any of those things»


Ricordava perfettamente la prima volta che gli aveva detto che l'amava.
Litigavano. Litigavano, come sempre, perchè Darren parlava senza pensare a quello che voleva dire e Chris faceva gaffe terribili fraintendendo le sue parole.
Arrivavano, quasi ogni volta, a discutere per argomenti del tutto diversi da quelli per il quale avevano cominciato a litigare.
Guardando gli occhi lucidi e il naso rosso di Chris, che gli stava gesticolando contro di quanto lui fosse sempre infantile e di quanto poco il loro rapporto significasse per lui, tutto ciò che riuscì a pensare era che lo amava.
«… se non hai nemmeno il coraggio di andare davanti ad una telecamera e dire "sì, mi piacciono anche i maschi"!» stava gridando Chris, in barba alla segretezza.
«Riesco a pensare solo che ti amo!» esclamò in quel momento, senza previsione, Darren. Si passò le mani sul volto, strofinandosi gli occhi ed accorgendosi che Chris si era zittito. Le sollevò, infilando le dita nei ricci disordinati, ed incontrò lo sguardo incredulo di Chris.
«Tu sei lì che mi urli contro quanto sono orribile e quanto sono pessimo, come compagno, e tutto quello a cui riesco a pensare io…» abbassò le mani, porgendole verso il viso dell'altro, che non si mosse di un millimetro; non lo toccò, ma si morse il labbro inferiore, assottigliando le palpebre e gemendo un mezzo singhiozzo. «…è che ti amo da morire e non voglio… Dio, non voglio vederti piangere…!»
Chris si era portato una mano alle labbra, per soffocare i forti singhiozzi che avevano iniziato a scuoterlo. Darren l'aveva stretto e Chris aveva continuato a piangere a dirotto, mentre al suo orecchio lui gli sussurrava mille "scusa" e "mi dispiace" e "amore mio".


La sua voce si era incrinata e lui aveva mascherato la piccola nota spezzata con un sorriso di scuse rivolto alla sua band o a non sapeva nemmeno chi, non gli interessava.
Probabilmente era vero, Will non gli avrebbe mai detto che lo amava, non in quel modo, non mentre stava piangendo.
Will glielo avrebbe detto a cena, a lume di candela oppure subito dopo aver fatto l'amore… ma non è tanto più facile dire "Ti amo" a qualcuno nella situazione che si ritiene giusta, piuttosto che farlo quando il cuore ti sta scoppiando così tanto che proprio non puoi riuscire a tenere tutto dentro, anche se si sta litigando?
«Is he gonna take you where he knows that it’s out of his way?»


Darren Criss era, tutto sommato, un tipo prevedibile. Bastava selezionare, nella propria mente, l'occasione che lui avrebbe potuto trovare interessante ed escludere tutti i logici metodi di festeggiamento. Quello che restava in gioco era, probabilmente, un miscuglio di quello che Darren avrebbe fatto.
Certe volte, però, Darren si dimostrava molto, molto imprevedibile, quando, per esempio, organizzava una cena per uno dei suoi strampalati anniversari. C'erano "la prima volta che siamo usciti a cena" e "la prima volta che ci siamo conosciuti" e questo era facile da ricordare, perchè il giorno coincideva. Anche il giorno del loro "primo bacio" era di pubblico dominio, quindi era facile da ricordare. Quello che proprio Chris non si sarebbe aspettato, era una cena per un semplice "anniversario di fidanzamento". Non che fossero fidanzati, ovvio, ma stavano insieme, no? Darren gli aveva fatto trovare sul letto -lavato e stirato- un bel completo, era passato a prenderlo alle sei di sera con una macchina con l'autista, gli aveva portato cioccolatini e rose. L'aveva accompagnato fino ad un ristorantino riservato, costoso, con poca clientela. Aveva prenotato un tavolo circondato da dei separè, un menù con piatti che sapeva gli sarebbero piaciuti e il suo dolce preferito. Chris era rimasto veramente stupito, quella volta.
«Allora? Cosa ne dici, sono stato bravo?» gli aveva chiesto, con un sorriso sornione appoggiando il mento alle dita unite, le braccia con i gomiti puntellati sul tavolo.
«Beh… mi hai decisamente sorpreso. Non è proprio da te, tutto questo… è così…»
«Normale?» aveva concluso Darren, mentre Chris si puliva la bocca con il tovagliolo ed annuiva.
«Già, esatto. Ed era tutto squisito. Anche se, insomma… le porzioni. Nouvelle cuisine, ok, ma la gente come cena con due ravioli e una fetta di arrosto? Non offenderti, eh, era davvero buono! Però… tu non hai fame?» chiede Chris, con una vaga smorfia.
Darren sorrise ancora di più, alzandosi in piedi e porgendogli la mano.
«Ovvio che sì e sapevo che anche tu l'avresti avuta. Ecco perchè ho mandato il mio autista a prenderci due menù da McDonald's. Ci aspettano in macchina.»
Chris rise e si alzò, afferrandogli la mano.
«Mh… sai che menù prendo da McDonald's?”
«Certo che lo so»


«Is he gonna miss you?

No he won’t do any of those things»


Era appena atterrato a New York, e, in barba alle direttive del personale aereo, lui aveva già riacceso il cellulare. Sperava, a dir la verità, di ricevere una sfilza di notifiche di chiamate da parte di Chris, magari anche qualche messaggio… invece tutto quello che trovò fu solo un messaggio che notificava una chiamata avvenuta circa venti minuti prima.
Con un lieve disappunto, scese dall'aereo e, reggendo il suo bagaglio a mano con la mancina, si portò il cellulare all'orecchio.
«"Pronto?"»
«Una chiamata soltanto? Però, mi aspettavo auto della polizia, l'FBI, magari anche un paio di ninja a stalkerarmi… e invece mi hai chiamato soltanto una volta?»
Darren si fingeva profondamente offeso, ma non fu lui a stupire Chris, bensì proprio il ragazzo.
«"Beh, ma eri su un aereo, so che non sono permesse telefonate. Il volo ha ritardato vero? Saresti dovuto arrivare una ventina di minuti fa, e infatti ti ho chiamato…"» disse, con voce apparentemente tranquilla.
«Sì, ha fatto un po' di ritardo…» rispose Darren, ora veramente rattristato. Solo lui sentiva già la mancanza di Chris? Non si vedevano da poche ore, ma il pensiero che non si sarebbero visti per chissà quanto lo faceva sospirare di tristezza e frustrazione.
«"Dare? Sei ancora lì?"» domandò preoccupata la voce di Chris.
«Sì…» borbottò Darren, facendo le acrobazie per riuscire a mostrare la carta d'identità e il biglietto aereo a chi di dovere.
Chris non disse nulla, all'inizio, poi, ad un certo punto, esplose.
«"Ok, io volevo chiamarti, giusto? Però Lea mi ha sequestrato il cellulare, dicendomi che tanto non avresti potuto rispondere e che era inutile cercare di chiamarti; che mi sarei sentito peggio perchè non avresti risposto e avrei guardato l'orologio ogni cinque minuti e che ti avrei chiamato, ogni cinque minuti, ma tu non avresti mai risposto, perchè il cellulare in aereo va tenuto spento. E allora mi ha detto, lei, mi ha detto… che mi avrebbe ridato il cellulare quando saresti atterrato. E l'atterraggio del tuo volo era previsto per venti minuti fa. E quando non hai risposto sono andato nel panico e volevo chiamare qualcuno, solo che non sapevo chi dovevo chiamare, forse l'aeroporto. Lea allora mi ha sequestrato il cellulare di nuovo."» prese fiato, finalmente, e Darren poté sentirlo ansimare sul microfono. Probabilmente, era scosso per il lungo discorso e per la nostalgia.
Darren sorrise.
«Quindi ti sono mancato?»
«"Mi manchi da morire"»


«No he won’t do any of those things»
Nessuna, nessuna di quelle cose sarebbero state rimpiazzate da Will, Darren lo sapeva, ed era per quello che adesso rideva. Rideva, sorrideva, sarcastico. Per una volta, per una volta sola, stava permettendo a quella leggera rabbia, a quella gelosia, di pervaderlo come la volta che aveva scritto quella stessa canzone.
Will non avrebbe mai potuto nemmeno scalfire la superficie di vetro della bolla dei ricordi di Darren, nella mente di Chris. Erano giovani, questo era vero, ma erano giusti l'uno per l'atro.
Non c'è un'età per capirlo, quando ti capita lo capisci e basta e Darren… beh, lui l'aveva capito quando aveva baciato Chris per la prima volta. Quando avevano girato per la prima volta il primo bacio di Kurt e Blaine. Doveva essere un bacio di scena, ma Chris aveva fatto di testa sua e a Ryan era piaciuto. Se n'era convinto sempre di più, ad ogni ciak… aveva capito che non stava baciano Kurt, nella sua testa, ma Chris, perchè era giusto così.
«Remember there was a time when we used to laugh

You said nobody else could make you do that»


Chris aveva sofferto davvero tanto, durante l'adolescenza. Non era un ragazzo che rideva spesso e, grazie a Glee, era riuscito ad aprirsi un po' di più.
Da quando era arrivato Darren, però, tutti l'avevano capito, Chris era cambiato. Rideva più spesso, era più sciolto durante le riprese, non cercava più continuamente l'approvazione degli altri, perchè gli bastava lanciare un'occhiata a Darren e vederlo lì, adorante, a fissarlo. Darren aveva espresso sin da subito la sua ammirazione nei confronti di Chris. Era diventato il suo più grande fan nel momento in cui Chris gli aveva detto che conosceva i suoi Musical di Harry Potter.
La prima volta che davvero l'aveva fatto ridere sul set era stata quando, dimenticate per un istante le parole di Teenage Deam, che doveva cantare in playback per le riprese, aveva abbozzato una versione un po' scombussolata di Harry Freakin' Potter. Chris aveva riso, ed era stato così spontaneo che quella scena era finita nella puntata.


«Sometimes I got it right, even when I got it wrong

I would have thought that you meant I was the only one»


Darren rotolò sul letto, portandosi sulla schiena. Il respiro era ancora affannoso e gli occhi chiusi, il battito del cuore a mille. Tutto quello che voleva, ora, era fregarsene del sudore e del fatto di essere sporco ed abbracciare il ragazzo meraviglioso che stava alla sua sinistra, altrettanto ansimante, altrettanto sconvolto.
«Quindi tu… davvero non avevi mai…?»
La mancina di Chris gli arrivò spiattellata dritta in faccia. E non si spostò.
«Inopportuno come sempre» borbottò l'altro, accoccolandoglisi addosso e sollevando il lenzuolo dal fondo del letto, con l'aiuto dei piedi.
«Non mi hai risposto» ribatté Darren, cercando di mordere piano un paio di dita di Chris.
«No, non avevo mai.» rispose semplicemente Chris, mugolando appena. «E domani ne pagherò le conseguenze…»
«Sono stato il primo?» continuò Darren, come se la sua ammissione non fosse già abbastanza.
«Darren, te l'ho già detto… finora mi era capitato solo di essere attivo. Sei stato il primo, in quel senso» sottolineò Chris, baciandogli una spalla nuda.
Darren sorrise, voltandosi verso di lui, sistemandosi sul fianco e raggomitolandosi nel suo abbraccio.
«Sono stato il tuo primo… e unico.» aggiunse, come ripensandoci.
Chris sorrise.
«Probabile»


«Cut to today

I’ve seen you smiling with a diamond on your hand»
Senza nemmeno guardarsi la mano destra, la sollevò e mosse piano le dita, facendo risaltare l'anello al dito medio. Era alla ricerca di un riflettore, di qualcosa che facesse notare a tutti che cos'aveva lì alla mano. Tutti dovevano sapere, se la canzone non poteva bastare a farlo capire, quello che lui provava.

«I know that face

I can see behind it and you’re hiding something

He won’t understand»
Si dimenticò per un istante che era su un palco con centinaia di persone, davanti agli occhi aveva solo il volto di Chris che camminava su un red carpet in compagnia della sua nuova fiamma.
Davanti agli occhi, aveva il modo in cui Chris teneva lo sguardo basso quando gli parlava, senza incrociare quello dell'altro, o il modo in cui fissasse sempre qualcosa a destra, a sinistra, lievemente più in alto o sulla sua cravatta, quando invece teneva lo sguardo a tratti puntato su Will.
Un tiepido calore gli montò dallo stomaco, su nella gola, rendendo la sua voce roca di gelosia e lui quasi gridò le parole della canzone, come se in realtà le stesse dicendo davvero in faccia a Chris.
Provava un moto di rabbia nei confronti di Will, nei confronti di colui che gli aveva portato via l'amore della sua vita, era geloso ed arrabbiato anche con sé stesso per non essere riuscito ad essere abbastanza qualsiasi-cosa-servisse per poterselo tenere.
Non era stato abbastanza coraggioso, non era stato del tutto sé stesso con il mondo e ora ne stava pagando le conseguenze, con Chris che non era più suo, ma nemmeno di Will.
Si riprese all'improvviso, voltandosi ed improvvisando qualche giravolta per avvicinarsi di nuovo all'asta del microfono.
Cantò il ritornello con una sorta di mezzo sorriso sarcastico dipinto sul volto.
Tutta San Francisco, tra poco, avrebbe dato ragione a lui. Tutta San Francisco, tra poco, avrebbe urlato a Chris che aveva fatto un errore a scegliere di separarsi da lui… ma prima…
«Something in me is still with you

Do you feel it too?»


«Chris…?»
Chris si era girato con le dita già sulla maniglia della roulotte.
Lo guardò con gli occhi lucidi, forse una vaga espressione speranzosa che però Darren non seppe identificare appieno.
Abbassò lo sguardo, per non fissare quegli occhi azzurri arrossati.
«Anche se ci stiamo lasciando… io…» non resistette ed alzò gli occhi. Si morse il labbro, per trattenersi alla vista dell'espressione distorta dell'altro, che stava, probabilmente per rimettersi a piangere.
«Detesto vederti piangere…» sospirò Darren, raggiungendolo in fretta e stringendolo in un abbraccio. Chris non si oppose e lo abbracciò nascondendo il viso tra la sua mascella e la spalla sinistra.
«Io ci sarò sempre… anche se non lo dico al mondo… tu sai che io ti amo…»


Si allontanò dal microfono, per prendere fiato e deglutire, impedendosi di commuoversi proprio ora.
«So I’m asking, are you in love?

And is this really you?»


«E va bene se sei innamorato o se ti stai innamorando di lui…»
Faceva un male incredibile, fare la cosa giusta. Gli faceva davvero male, avrebbe voluto stringere Chris ed impedirgli di lasciare quella roulotte, egoisticamente.
Ma non l'aveva fatto, l'aveva lasciato andare… e qualche tempo dopo l'aveva rivisto in compagnia di Will. Non c'era l'ombra di quel sorriso spontaneo che lui era tanto abituato a vedere, i suoi occhi erano privi di espressione e mostravano l'ombra del Chris Colfer che era stato.
Chris non era felice e lui riusciva a vederlo.
Avrebbe voluto avvicinarsi, chiedergli se tutto andava bene, ma qualcun altro si stava già precipitando nella sua direzione e Chris si era voltato verso di lui con uno di quei sorrisi da copertina, tagliandolo fuori da quella scatola dalle pareti invisibili che ora era la sua relazione con Will.


Si lasciò andare ad un lamento quasi frustrato, quindi si voltò e vide il pianoforte.
Ecco, era questo il momento.
Si sedette e diede istruzioni al pubblico, cantando, com'era solito fare.
Ma era serio, era serio e compensava gesticolando molto, forse troppo, non gli interessava.
«Is he gonna kiss you?»
Il pubblico rispose con un sonoro "No!", come da lui richiesto.
Era per Chris, era per dirgli che lui non gli avrebbe mai preso il volto tra le mani con le dita callose per le corde della chitarra, guardandolo come un bambino guarda una fontana di cioccolata, baciandolo, poi, come si bacia un petalo di rosa.
Non gli avrebbe mai ricoperto l'intero volto di baci, per zittirlo di fronte all'ennesima arringa sul perchè Luna Lovegood fosse molto più geniale di Ron Weasley, cosa sulla quale ovviamente erano in disaccordo. Non l'avrebbe fatto fino a farlo scoppiare a ridere tra una protesta e l'altra, fino a costringerlo a rispondergli ai baci.
«Is he gonna kiss you?»
Di nuovo, il pubblico rispose di no e lui quasi sorrise, sottolineando il loro dire con le proprie parole.
«No, he won't, no he won't»
Non l'avrebbe fatto, di questo Darren era sicuro e lo stava ripetendo.
Will l'avrebbe baciato sotto il vischio appeso tra le luminarie di una piazza, ma Darren avrebbe acceso il camino, cosparso il soffitto del proprio salotto con rametti di vischio, acceso le decorazioni esterne e spento tutte le luci e allora l'avrebbe portato in quella stanza, solo per avere una scusa per baciarlo ad ogni passo in quella penombra rossa, azzurra ed arancione.
Will l'avrebbe baciato allo scoccare della mezzanotte, a Capodanno, ma Darren avrebbe iniziato a baciarlo un minuto prima, per essere certo di essere l'ultima persona a godere delle sue attenzioni nell'anno vecchio e la prima dell'anno nuovo.
Provò a chiedere altro, ma tutto quello che riusciva a pensare erano le labbra di Chris, la sua bocca sottile e morbida. Tutto il resto era superfluo, non gli interessava nemmeno elencare che cosa Will non avrebbe fatto, per lui.
Glielo stava gridando dall'inizio della canzone, aveva fatto in modo che anche San Francisco glielo gridasse, adesso non era più importante continuare.
Sembrava tranquillo, sembrava allegro, cantò l'ultimo ritornello e sembrò davvero il solito Darren.
Non appena la sua voce ebbe intonato l'ultima nota, però, lui si voltò.
Non degnò nemmeno di uno sguardo la folla di fans urlanti sotto il palco, si voltò e chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo e dirigendosi verso la bottiglietta d'acqua che teneva lì a portata di mano. L'aprì e ne bevve un sorso, per mandare giù il groppo che gli si era formato in gola.
Provò a mandare giù anche la gelosia, ma quella rimase, come la rabbia verso l'uomo che si era portato via il suo ragazzo, verso Chris, ma, soprattutto, verso sé stesso.

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E… bum! Sì, lo so, sono orribile >__<
Non odiatemi troppo, vi prego!
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Grazie per aver letto, vi invito, se volete, a dare un'occhiata anche alle altre mie ff a tema CrissColfer e Klaine. Se può ulteriormente interessarvi, sappiate che sto scrivendo un Crossover Marvel/Klaine che, spero, possa piacere a molti!

Andy <3
  
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