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Autore: Macy McKee    02/06/2013    5 recensioni
Credevi che l’ultima cosa che avresti visto sarebbe stata il cielo. Non avresti mai immaginato che avresti osservato la comprensione, l’impotenza, la consapevolezza di non poter fare nulla riempire gli occhi di colei che, durante la tua lunga, lunghissima vita ti aveva compresa meglio di chiunque altro nel mondo.
Incentrata su H.G., ambientata durante l'ultima parte del finale della terza stagione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Helena G. Wells
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Future in her eyes

How do you say goodbye
to the one person who knows you better
 than anoyone else?
 
 If I only had 30 seconds to live,
this is how I'd want to live them: looking into your eyes

Credevi che l’ultima cosa che avresti visto sarebbe stata il cielo.
Hai amato il cielo. Hai amato lo spazio, vasto, straordinario, infinito, denso di meraviglie senza fine. Hai amato l’idea di poterlo raggiungere, sfiorare, toccare.
Oh, che bambina ingenua sei stata. Sorridi con una punta di nostalgia, quando ci pensi. Una bambina ingenua, presuntuosa, arrogante: volevi le stelle tutte per te. Hai rincorso i limiti delle capacità umane per tutta la tua vita, spingendoti sempre al di là, poi ancora oltre. Hai varcato il confine dell’impossibile così tante volte da dubitare che esistesse ancora qualcosa di impossibile. Hai creduto di avere il mondo in pugno, fino a quando Christina ti è stata strappata. In quel momento, il castello di illusioni di potere che avevi così diligentemente costruito aveva cominciato a cedere, intaccato nelle sue fondamenta. Avevi creduto che l’universo fosse tuo, che il tempo fosse tuo. Avevi creduto di poter fare davvero qualcosa di straordinario, qualcosa che andasse oltre i limiti dell’immaginazione umana.
E in un certo senso, l’hai fatto. Hai varcato quel confine, e l’hai varcato così tante volte da sentirti invincibile: se anche l’impossibile era possibile per te, cosa avrebbe potuto fermarti? Saresti arrivata lontano, più lontano di quanto la tua mente potesse immaginare.
Ma ogni viaggio deve finire, prima o poi, e il tuo viaggio era durato molto più a lungo di quanto avresti mai creduto possibile.
Credevi che l’ultima cosa che avresti visto sarebbe stata il cielo. Non avresti mai immaginato che avresti passato gli ultimi secondi della tua vita tenendo i tuoi occhi incollati a quelli dell’unica persona che avessi mai incontrato che fosse capace di tenerti testa, di volare con la mente tanto lontano quanto arrivavi tu. Non avresti mai immaginato che avresti osservato la comprensione, l’impotenza, la consapevolezza di non poter fare nulla riempire gli occhi di colei che, durante la tua lunga, lunghissima vita ti aveva compresa meglio di chiunque altro nel mondo.
In quel momento, tuttavia, ti rendi conto che i suoi occhi ti danno qualcosa che il cielo non ti avrebbe dato: speranza. Perché nei suoi occhi è riflessa la sua mente, una mente così strabiliante da poter cambiare il mondo. E ancora, nelle sue iridi scuro leggi la bontà, l’ingegno, la compassione e quel pizzico di folle creatività che, lo sai bene, sono le migliori armi di cui un essere umano può disporre per cambiare il mondo. Il cielo è ambizione,  desiderio, insaziabile fame di arrivare oltre e non fermarsi mai. I suoi occhi sono pace, armonia, speranza. Speranza che, anche senza di te, l’utopia di mondo perfetto per cui hai sempre lottato possa diventare realtà.
Tuffandoti nella sua mente attraverso gli occhi, ti rendi conto che non avresti potuto fare scelta migliore: una parte di te ruggisce, tenta di ribellarsi perché vuole sopravvivere, ma razionalmente sai che ormai il tuo viaggio deve giungere alla sua conclusione. Conclusione che poi non è una conclusione, perché sai che il tuo viaggio continuerà: è questo il significato del tuo sacrificio, dopotutto.
“Ti lascio il mio viaggio in eredità, Myka. Prosegui per me” le dici con uno sguardo.
 
 
Note dell'autrice: La prima citazione è presa dall’ultimo episodio della terza stagione di Warehouse, lo stesso durante il quale è ambientata la storia. La seconda è presa dall’ultimo episodio della sesta stagione di Xena, inserita perché è un episodio allegro quasi quanto questo di Warehouse e perché mi piace farmi del male pensandoci perché la amo e perché grazie a Spartacus ogni volta che penso a Jaime Murray mi viene in mente Lucy Lawless (Vi prego, vogliamo prenderci qualche istante per riflettere su quanto queste due donne siano meravigliose quando recitano insieme?).
P.S.: Perdonatemi per tutto l'angst su H.G. che sto producendo, per qualche ragione non riesco a smettere...
 

   
 
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