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Autore: EternalShame    03/06/2013    0 recensioni
Un incontro, forse un sogno. Una ragazza affronta una tematica importante, ovvero la religione, parlando con quello che chiamano Dio eppure le conclusioni che trae sono molto ben diverse da quello che tutti si aspetterebbero. Una storia che tenta di unire la razionalità e l'irrazionalità, mettendo un po' da parte la scienza e parlando del mondo da un punto di vista filosofico.
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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forse, dopo tutto, dio esisteva
Forse, dopo tutto, Dio esisteva.

- Come vedi, - mi disse - faccio molti, moltissimi errori e laddove credete che ci sia la perfezione, altro non c'è che lo sbaglio.-

Non riuscivo a muovere un muscolo, mi sentivo come paralizzata. Era alle mie spalle che se ne stava, probabilmente in un punto imprecisato di quella che mi sembrava un'immensa stanza. A dirla tutta non sapevo dove io mi trovassi, stavo sognando? Quando mi sarei svegliata nella familiarità della mia casa? Già dopo quell'affermazione le domande cominciavano ad accumularsi nella mia testa ma sapevo che se solo ne avessi fatta una, tutte le altre sarebbero uscite di seguito: la mia curiosità era un fiume in piena nella stagione delle pioggie.

- Pensate tutti che basti uno schiocco di dita perché le vostre assurde preghiere vengano esaudite? Pensate davvero che sia necessario solo una finta buona condotta affinchè accadano cose buone? Siete solo degli sciocchi, ecco cosa siete. -

Avevo la mente offuscata, non riuscivo veramente a capire quelle parole. Stava dicendo che ciò in cui l'uomo aveva creduto, quello per cui aveva pregato, sperato, nei momenti difficili altro non era che un'idiozia? E lui - o lei - chi era? Non era quel salvatore che tutti avevamo aspettato, che onoravamo con il Padre Nostro o con il Gloria? Non era forse colui che aveva mandato a sacrificare per noi il proprio figlio? O forse era tutta una proiezione della mia fantasia sfrenata?

- Le mie capacità sono molto limitate rispetto alle vostre aspettative. - continuò poi mentre me ne rimanevo ferma a pensare - So che voi credete nella mia abilità di andare ovunque in qualunque momento, ma non è così! Non ho mai visto nessuna delle vostre case, sono sempre stato qui ad ascoltarvi, ad imparare la vostra cultura, le mie conoscenze si sono arricchite ascoltandovi, ma ignoro la forma dei vostri volti come ignoro la tua adesso. -

Stato. Aveva utilizzato il maschile per descriversi. Quindi questo valeva dire che era un uomo?

- Sei un maschio? -

Era la prima volta che dicevo qualcosa da tanto tempo e per questo la mia voce sembrava molto più metallica, quasi come un'automobile che non viene messa in moto da tanto tempo. Mi vergognai per una così stupida domanda, quando avrei voluto fargliene altre molto più serie: furono le uniche parole che io ero riuscita a pronunciare.

- Maschio? No. Le vostre leggi non valogono con me perché io non ho corpo. - rispose - So come vi riproducete sulla terra e purtroppo no, io non sono né uomo né donna. Sono solo un'entità indefinita che non ha lingua o forma o popolo e neanche le vostre abilità. -

Ero certa si stesse riferendo alle capacità intellettive, a quanto il cervello umano riusciva a produrre, ma non ero totalmente sicura di questo; mi sembrava la sola plausibile ipotesi. 
Le mie incertezze aumentavono man mano che la discussione s'infittiva: non c'erano Santi, Madonne. Cosa ricordavamo a fare un presunto uomo che era stato ucciso dai suoi simili se avevamo dimenticato tutti gli altri e, soprattutto, se non sapevamo cosa fosse la vera bontà? Le religioni erano fondate sulla pietà, sulla redenzione dei poveri sfruttati, ma come poteva esserci un qualcos'altro? Dove, poi? Su un pianeta sconosciuto? Nell'Iperuranio come credevano i Greci? No. Era la speranza la vera religione. Uomini e donne davvero disperati che s'inginocchiavano nel buio delle loro stanze e chiedevano di essere salvati, questa era la vera religione. Eravamo noi, Dio e non un supereroe immortale qualunque. 

- Credo di aver capito - dissi -Tu sei me, sei noi tutti. Sei il dio degli uomini poveri, delle donne che niente hanno se non  la preghiera perché sono state dimenticate dai cari troppo occupati a vivere per amare ed è per questo che non hai volto. Tu sei la speranza, tu sei ciò che muove il mondo e tutto il resto, le storie che girano attorno alla tua figura, sono falsità e verità al tempo stesso. Tu sei Dio, Dio siamo noi, tu sei noi. -

E finalmente trovai la forza di voltarmi aspettando, in cuor mio, che non ci fosse nessuno, ma mi sbagliai. Ecco lì, un corpo che mutava forma. Il suo volto diventava prima di colore, poi giallo, poi bianco. Vecchio, giovane, bambino, adulto ed era sia buono che cattivo. Ero arrivata in paradiso, un posto sì mortale, ma al tempo stesso anche infinito. Le generazioni cambiavano, il genere umano rimaneva. Forse, dopo tutto, Dio esisteva.




Note dell'autrice:

Questa sone shot introspettiva - sovrannaturale tratta un argomento complesso: la religione, Dio. Ho cercato di dare una spiegazione più che razionale ad un qualcosa che può sembrare non esserlo e, ovviamente, ho cercato di farlo in chiave romanzesca. Spero che non ci siano errori morfologici o grammaticali, ma se ci dovessero essere vi prego di segnalarmeli o miei pochi lettori. Detto questo voglio precisare che non è mia intenzione ridicolizzare il sacro, anzi. Sono la prima a credere in Dio, volevo solo esprimere dei concetti che avevo in mente da tempo.
Grazie per la vostra attenzione,
EternalShame. <3




  
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