Fa
niente, amore, lo sapevo…
[
one-shot ]
Ho
provato…
Ho
tentato…
Ma,
evidentemente… non è bastato…
Ribellarsi
non è affatto facile come sembra,
specie poi quando non hai nessuno a coi ribellarti. Oppure hai una
persona che
ti costringe a prendere una strada che non vuoi, facendola passare come
tua
decisione. Appari agli occhi degli altri come un essere viscido ed
inutile.
Buono soltanto a nasconderti dietro al mantello lungo e nero del
papino.
Bisognava anche dire che lui ci stava bene, ad adagiarsi sugli allori,
senza
problemi. Poi, al primo impatto con la realtà, ti spezzi
subito, andando a
richiedere asilo a casa tua. Eppure ti senti diverso, non come tuo
padre. No,
non sei una maledetta ombra di quel vecchio, dannazione. Ma non fai
nulla. Come
sempre. Assolutamente nulla per cambiare le cose. Poi…
arrivi ad avere la
presunzione di sputare in faccia a chi ti odia che non hai potuto fare
altro,
sei stato costretto, a fare ciò che alla fine, bene o male,
hai fatto. Loro ti
guarderanno con disprezzo, alcuni forse si dipingeranno gli occhi con
la pietà,
e tu penserai bastardi, voi non sapete cosa ho patito!
Mara
illusione
Color
verde speranza,
E
di
remore.
E,
fra quegli occhi, ci saranno anche i suoi,
ne sei certo. E te ne vergogni. Vorresti scappare, ma orgoglioso, non
lo fai.
Vorresti piangere, ma cazzone, non lo fai. E… buttarsi tra
le sue braccia? Non
se ne parla!... Vero? Nulla si risolve con un ti amo, anche se
è detto col
cuore in mano. Lui te lo disse e tu, stronzo, gli hai riso in faccia,
ribattendogli
che si, il suo poteva essere degli amori più puri del mondo,
ma non serviva a
nulla. Che i sentimenti non servivano a nulla. Vorresti una giratempo
per
tornare indietro. Esattamente a una settimana prima… una
stanza, la luna come
testimone e le stelle come spettatrici e i cielo come palco.
Convinzione.
Che
crolla come fragile cartone.
Perché
piove oramai ogni giorno.
Dopo
quella sera… il suo mondo, una volta
d’oro, si dipinse di grigio nebbia e la testa continuamente
martoriata dalla visione
di lui, della sua voce da troia, che godeva come un pazzo, nella
violenza si
quell’amplesso non voluto ma, in fondo, desiderato. Di quella
faccia rossa e
contorta da smorfie di puro piacere mentre lo penetrava con una sola,
poderosa,
spinta. Di quegli occhi dilatati, lucenti, fari nella notte della sua
anima,
annebbiata dalla lussuria che lui gli dava senza pudore. In quella
stanza, in
quella finestra, sporto al freddo della notte, si era fatto fottere
senza
vergogna, come una qualunque puttana. Neanche di alta classe,
figurarsi, ma dio
se si faceva scopare da… da… non sapeva neanche
lui la definizione esatta.
Sapeva solo che, da quella notte, non si sono più visti, e
che lui si era perso
in una pioggia dentro di se e in immagini di fuoco e di gomiti.
Il
senno
ti poi
Che
ti
coglie impreparato
Mi
fa
sprofondare nel vuoto baratro.
Che
ne poteva sapere lui che andava a finire
così, eh? Credeva che, dopo quella, che lui stesso ha
catalogato, come la sua
migliore scopata della vita che gli sia mai capitata, e quella sera,
non si
sarebbero più rivisti. Diverse parti. Bene e male. Erano
incompatibili, no?
Quindi pensava che sarebbe tornato alla sua vita di sempre…
come si sbagliava!
Ed ora, che si trovava nella folla, si sentiva più solo che
nel suo Manior,
ormai anch’esso arido come la sua anima, sporco,
perché più nessuno ormai
puliva, nella piazza di Diagon Alley, come un prigioniero. Un
pericoloso
criminale. Quando invece non è neanche stato in grado di
uccidere un
vecchiaccio. Messo come un pezzo da esposizione ormai passato, ma non
del
tutto. La gente accorre, per vedere il decadimento finale del nome
Malfoy. Lo
fanno parlare, ma tanto, a cosa serve? Loro e i loro fottutissimi
metodi
medioevali del cazzo. Sapevano già la sentenza, la sapevano
tutti. Morte per
bacio di dissennatore… che bello spettacolo offerto dal
Ministro; e poi il
bastardi sarebbe lui! Lo sente, si sta avvicinando, col suo odore di
marcio e
di morte…. Ma si, finiamola una
volta per
tutte ‘sta stronzata… Felice. Poche
volte lo è stato, e questo, era uno di
quei momenti. Sentiva risatine, ghigni e sussurri provenire dalla gente
che
voleva spontaneamente assistere alla sua morte e, francamente, a lui,
di tutte
quelle teste di minchia, non gliene fregava nulla. Potevano benissimo
andar a fari
sfottere e beccarsi qualche malattia, magari. Perché no?
Dall’odore che
sentiva, mancavano pochi passi alla sua fine. Quattro. Tre. Due.
Uno… e nulla
accadde… venne invaso da una dolce brezza primaverile, un
po’ frizzante. Urla
della gente. Terrorizzati. Ma perché? Aprì gli
occhi e… il corpo… quello stesso
corpo che sulla torre, quella notte, all’aria fredda fuori
dalla finestra, si
era concesso a lui spontaneamente, ora giaceva senza vita, no, senza
anima, su
di se. Lo prese, la gente ammutolita, gli scostò una ciocca
di capelli ribelli
dalla faccia, gli accarezzò la guancia col palmo della mano.
Fissò quella
faccia rilassata e dorata e lo baciò. Il loro primo bacio.
La gente trattenne
il respiro. Quel bacio, loro non lo sapevano, poveri ignoranti, ma
significava
un sentimento nascosto per molto tempo e scuse. Tante scuse; per il suo
ritardo. E per essere un figlio di puttana. E lui cosa gli disse?
No… non disse
nulla, era senza anima, era in quei bastardi ammantati ora, il suo
tesoro, ma
gli parve chiaramente di sentirle, quelle parole. Le sue parole.
…
Fa
niente, amore, lo sapevo…
Fine
Nota;
quando il Naka l’ha
letta ha detto che era illeggibile, poi ha detto che lo yaoi
è bello e
divertente XD! Mi sono inventata la poesia e poi ho scritto il resto!,
spero vi
piaccia ^^!
xla
RIDETE
E MANGIATE
CIOCCOLATO