TUTTA
COLPA DEGLI OCCHIALI
Faceva freddo, e la
pioggia unita al vento impetuoso, non intendeva dare agli spettatori un attimo
di tregua per poter osservare al meglio ciò che stava avvenendo sopra le loro
teste, senza dover ricorrere a coprirsi o ripararsi il viso con sciarpe ,
cappelli od ombrelli. Allo stesso modo i giocatori di quidditch in campo
imprecavano contro il mal tempo che si era manifestato nel pieno del suo furore
solo una decina di minuti dopo l’inizio della partita. In quel momento infatti
un biondino di nostra conoscenza pensava tra sé:
“Maledetta questa pioggia! Maledetto questo
vento! E maledetto pure me che ho pensato bene di non prendere nulla per
proteggere gli occhi! I miei bellissimi occhi
azzurri….”
Aggiunse poi
inorgogliendosi. Ma non era certo quello il momento di gongolarsi per le proprie
qualità fisiche in quanto, proprio in quel momento, era in corso uno scontro che
non poteva assolutamente perdere. Infatti a una decina di metri di distanza,
leggermente più in basso di lui, si librava con grande disinvoltura, il
cercatore di grifondoro, noncurante della situazione atmosferica che rendeva la
vita difficile a tutti, ma a quanto sembrava, a tutti meno che a
lui.
“Come diavolo farà?” si domandò stringendo i denti dalla
rabbia (e in parte, diciamo la verità, anche dal freddo). Mentre nello stesso
tempo Harry pensava “grazie Hermione. Non
fosse stato per te che me lo hai suggerito, prevedendo che sarebbe venuto giù
questo acquazzone , non avrei mai preso questi occhialetti miracolosi!”
aggirandosi sopra il campo in
cerca del prezioso boccino d’oro. Gli occhiali che indossava infatti non erano i
soliti, bensì un paio molto più simili a quelli che indossano i nuotatori, che
gli aderivano perfettamente al volto, non permettendo così a neanche uno
spiffero o ad una goccia d’acqua, di infastidire la sua vista. In una situazione
del tutto diversa si trovava invece Malfoy che dal canto suo non poteva certo
muoversi con la stessa velocità del suo avversario, senza avere la sensazione
che il vento gli strappasse via dal viso brandelli di pelle, ad ogni accelerata
della sua scopa.
Fu così che dopo circa altri 20 minuti il
serpeverde vide sfrecciare, stavolta sopra la sua testa, il moro che sembrava
aver avvistato il boccino. Si diede immediatamente al suo inseguimento,
appiattendosi il più possibile, per aumentare la velocità, finchè non si ritrovò
a fianco del cercatore rosso e oro «Come va sfregiato? Sei pronto a perdere
questa volta?» Gridò all’altro
«Come al solito sei troppo convinto Malfoy!
Così la sconfitta sarà più amara! Lo dico per te, credimi!» rispose Harry
pungente quanto la pioggia che sferzava il volto del biondo, con un sorrisino
beffardo sulle labbra. E detto ciò aumentò ancor di più la velocità, allungando
un braccio per afferrare la piccola sfera, imitato dall’avversario, che trovò
nuovamente al suo fianco. Entrambi erano ben determinati a risolvere la partita
a proprio vantaggio e non concedere nulla all’altro. Si trovavano spalla a
spalla, le scope pericolosamente vicine, quando una raffica di vento più forte
delle precedenti investì i due
giocatori. Il moro dopo un attimo di sbandamento continuò imperterrito la sua
corsa, mentre l’altro colto alla sprovvista, istintivamente portò un braccio a
proteggere il viso, non riuscendo così, con una sola mano, a controllare la
direzione della sua scopa che prese a piroettare senza controllo qualche metro
più in là.
Purtroppo per lui quell’
attimo fu fatale e gli costò l’ennesima sconfitta nonostante, ad onor del vero,
la sua squadra prima della cattura del boccino da parte di Potter, si trovava in
vantaggio per
Così il serpeverde ancora
fradicio, con i capelli scomposti, mesto per gli eventi di poco prima, si
diresse verso gli spogliatoi, mentre la squadra avversaria si trovava ancora
sotto l’acqua a gioire di quella vittoria. Ma invece di buttarsi direttamente
sotto una bella doccia calda, pensò bene di fare una deviazione e recarsi negli spogliatoi dei
grifondoro per combinare qualcuna delle sue malefatte.
“ Potter Potter, come
potrei infastidirti questa volta? Ne devo pensare una davvero carina perché
battermi anche questa volta, al settimo anno, non la mando affatto giù! Tu e la
tua fortuna del c****!”
Così vagabondò per almeno
2 minuti buoni per la stanza, alla ricerca di qualcosa che gli facesse venire in
mente una giusta vendetta. Ma il tempo passava,la squadra stava per rientrare e
nessuna idea si era fatta spazio nella sua testa. Ma poco prima di andarsene,
ancora più avvilito, notò semicoperti da un panno un paio di occhiali a lui
molto familiari……..”AH AH! Ecco qualcosa
di interessante! Mi accontenterò di questo”
E preso l’oggetto, in
tutta fretta, se ne andò ridacchiando tra sé e sé pensando “In fondo mi pare pure giusto, nella sua
sfiga giornaliera di portare gli occhiali questa volta mi ha fregato di brutto.
Vediamo che gli succede senza…” ovviamente non poteva prevedere che
quella, anche se poteva sembrare la più stupida, era la vendetta più azzeccata che avesse mai
compiuto, che avrebbe provocato da lì ai giorni seguenti, le più disparate e
ridicole disavventure al giovane maghetto che, in un primo momento, non trovando
i suoi occhiali affermò semplicemente con
una scrollata di spalle «Li avrò dimenticati in sala comune» Ma una volta
lì… «Cavolo, dove li ho messi?»
«Che stai cercando Harry?» gli chiese
Hermione
«I miei occhiali. Li hai
visti per caso?»
«No..»
«Hai guardato nel
dormitorio? Ieri sera eri rimasto fino a
tardi a rileggere quella pergamena da consegnare a Piton o sbaglio? Può
darsi che tu li abbia dimenticati lì.» Gli suggerì invece Ron spaparanzato su
una poltrona vicino il camino.
«Mi pare strano, comunque vado a
controllare» Ma di lì a 10 minuti riscese in sala ancor più preoccupato di
prima. «Niente da fare»
«Non so che dirti Harry,
non ne hai un altro paio?» chiese Hermione
«No, ho solo quelli.
Di solito sono indistruttibili, o almeno questo ho potuto sperimentare in questi
anni. Non mi è mai servito averne altri» E si buttò sconsolato sul divanetto
vicino alla poltrona di Ron. «E’ così grave?» domandò lui «….be….non che senza morirò ma diciamo
che non ci vedo granché bene, anzi…vedo tutto sfocato. È fastidioso. Devo
rimediare al più presto.»
Ma la faccenda si rivelò
più difficile del previsto da affrontare, in quanto Harry imperterrito a voler
ritrovare i suoi occhiali e non volerli sostituire per nulla al mondo con un
paio di riserva,continuava a ripetere ad un insistente Hermione «Ma sono
praticamente indistruttibili ! E poi a chi mai interesserebbero? L’unica ipotesi
sarebbe quella che si siano smaterializzati !» a cui seguiva la risposta
repentina della ragazza, che fin dal primo anno a Hogwarts continuava a
ripetergli «Ma
Harry nulla all’interno della scuola puo essere smaterializzato!»
«….Hermione…era una battuta …» «Oh».
Così i giorni passarono e la situazione non
accennò a migliorare. Malfoy era più allegro che mai, nulla lo avrebbe distolto
dall’osservare la figura ridicola di Potter che andava girando con l’aria
smarrita , arricciando il naso e stringendo gli occhi per cercare di non
perdersi durante i cambi d’aula o le scuse che continuava a dare alle persone
con cui finiva quasi sempre, inevitabilmente con lo scontrarsi . Per non parlare
poi delle risate durante le lezioni, come trasfigurazione,incantesimi o pozioni.
Tutti sapevano che il maghetto non fosse un genio in materia ma i suoi
scarsissimi risultati dell’ultimo periodo erano quanto meno sconcertanti. Gli
ingredienti mischiati e le dosi finivano sempre per essere quelli sbagliati,data
la sua difficoltà nel distinguerli o leggere i procedimenti dal libro di testo.
Particolarmente divertente agli occhi del Serpeverde fu ad esempio il giorno in
cui, senza che Harry se ne accorgesse, cominciò a fuoriuscire dal suo calderone
un liquido marroncino che invase il tavolo da lavoro ,su cui poi, per altro, il
moro finì inavvertitamente per poggiare le mani… scoprendo così le proprietà di
quella pozione. Una specie di super colla che Piton non sembrò aver tanta fretta
di eliminare, lasciandolo nella stessa posizione per ben tutte e due le ore di
lezione. « Che le sia d’insegnamento Potter, ad essere meno sbadato in futuro»
aveva commentato il malvagio professore mentre il biondino, in un momento di
distrazione si era avvicinato al ragazzo e con una piuma d’oca aveva cominciato
ad infastidirlo sfiorandone il volto e il collo dicendo « Non mi dire che soffri il
solletico?» « Malfoy perché non prendi un po’ di
questa roba e te la spalmi sulla bocca?» aveva risposto Harry « Oh…
ti sto disturbando? Mi vorresti picchiare? Ma sbaglio o hai le mani impegnate?
AH AH AH AH » e
tornò al suo posto sghignazzando con i suoi amichetti.
Per non parlare poi delle
difficoltà che incontrava durante gli allenamenti di quidditch, (che ovviamente
Malfoy seguiva di nascosto) dove Harry più volte si ritrovò a correre dietro,
piuttosto che al boccino, ai luccichii dei gioielli delle ragazze della sua
squadra, fino ad arrivare al punto da appendersi letteralmente all’orecchio di
una di queste che urlò dal dolore esclamando «Harry! Lasciami! E’ il mio
orecchino!!!»
Ovviamente Malfoy si era
premurato di raccontare l’episodio all’intera scuola e a cambiare, in suo onore,
uno degli epiteti con cui più gli piaceva insultarlo, ossia «Hei fregiato!» in
«Hei Potter il ciecato!» Ma non fu
questo a preoccuparlo davvero. Vera a propria disperazione cominciò a crescere
nel grifondoro quando un pomeriggio, in sala comune…… «Senti Ron, fatti i compiti di
difesa contro le arti oscure?»
«Sì..» rispose lui con un sospiro. «Ecco, bene. Allora aiutami a “rivedere”
il mio tema.» disse Harry
«Ma perché non lo chiedi
ad Hermione, mi sembra più adatta…» replicò il rosso non avendo tanta voglia di
passare altro tempo su quegli argomenti, ma allo stesso tempo alzandosi e
andandosi a sedere vicino all’’amico per aiutarlo. «Si
rifiuta, dice che sono uno scemo.»
«In effetti…» bisbigliò Ron beccandosi
una delle occhiate più feroci del compagno a fianco a lui «Piuttosto dimmi..»
cominciò cambiando
bruscamente argomento «Ma è vero che Piton ti ha costretto a delle lezioni
supplementari con lui la sera?» «Purtroppo sì..» rispose afflitto il
grifondoro «Come se già non lo
odiassi abbastanza e dovrebbe
offrirmi un motivo in più per farlo.» E mentre iniziava una lista colorita degli
aggettivi più disparati per definire il professore che più detestava, Ron pensò
bene di mettersi comodo nella prospettiva del tempo che avrebbe trascorso ad
ascoltarlo, e sistemarsi così sul divano. Ma Harry non sembrò accorgersene e
continuò a parlare. Era arrivato al punto in cui aveva cominciato a rievocare i
più spiacevoli episodi che lo avevano visto protagonista quando Hermione entrò
nella sala, e dopo aver assistito per un attimo a quella strana situazione disse
«….ehm…Harry?» «Allora io gli faccio…eh…si?» «Si
può sapere con chi stai parlando?»
«Con
Ron?» rispose lui indicando quella che pensava essere la testa del suo amico, poggiata sul tavolo ad
ascoltarlo.
«H-Harry….» aggiunse la
ragazza soffocando le risate «Quello è Grattastinchi. Ron è lì.» precisò
indicando l’altro lato della stanza. Fu a quel punto che il grifondoro divenne
davvero cosciente della tragica situazione in cui si trovava. L’unico pensiero a
consolarlo in quei giorni, durante le ricerche dell’oggetto smarrito che
raddoppiarono, dato un Harry risoluto a dare un taglio a quella vicenda, fu “intanto peggio di così non può andare….”
Cosa da non dire e neanche
pensare assolutamente MAI, in qualunque situazione ci si trovi, dato che da quel
momento, state pur sicuri, andrà sempre fatalmente tutto PEGGIO di come andava
prima…. Infatti la mattina di
qualche giorno dopo, a colazione, oltre ad avere un gran mal di testa per la
vista perennemente annebbiata, Harry dovette subire un altro dei suoi
“sfortunati eventi” davanti a tutta la sala grande al completo. I gufi in quel
momento stavano planando sopra le teste dei studenti per consegnare gli
eventuali pacchi, lettere e roba varia, quando il piccolissimo gufo di Ron, Leo,
sfrecciò come era solito fare verso il suo padrone; ma facendo ciò, passò
contemporaneamente davanti al volto del ragazzo, ad un pelo dal suo naso, mentre
nello stesso momento stava per versarsi del succo di zucca nel bicchiere, che
ovviamente, dato lo spavento, mancò,versando il liquido sui propri pantaloni.
Harry a quel freddo contatto balzò istintivamente in piedi, ma non fece i conti
con il proprio equilibrio che
decise di venire a mancare in quel preciso istante, facendolo finire, tra
il trambusto generale e le risate delle altre tavole (soprattutto quella dei
serpeverde)con il sedere a terra.
Dopodichè una voce
riecheggiò nella sala, beffarda «Sfuggito di vista il gufo Potter?»
Quello per Harry fu
davvero troppo. Così una volta rimessosi in piedi, con gli occhi lucidi, più che
altro dalla la rabbia che non era ancora riuscito a sfogare, se ne andò a passo
svelto verso il luogo di ritrovo della sua casa, sperando in un tranquillo
ritiro grazie al quale poter trovare un po’ di pace. A quella vista il sorriso di Malfoy si
spense del tutto, sostituito sul suo viso da un’espressione pensierosa “Avrà raggiunto il limite? AH AH, la mia
vendetta si sta compiendo….certo che…..no no….niente spazio per la pietà!”
Il volto del moro, anche se tentava di
nasconderlo, lo aveva turbato. Quegli occhi verdi, lucidi, lo avevano
intenerito. Ma queste erano tutte cose che ancora non ammetteva con se stesso.
Fatto sta , che nonostante la sua presa di posizione, il protrarsi di quella
situazione, in cui il grifondoro ormai si riconosceva a stento, difendendosi a
mala pena dalle sue sfrecciatine, lo indusse alla fine, a restituirgli i
preziosi occhiali alla prima occasione buona. Questa si presentò abbastanza
presto, ossia due sere dopo, in occasione di una delle lezioni extra di pozioni
di Harry. Erano le sette quando Piton annunciò «Potter non provare a muoverti o
a toccare qualcosa. Devo recarmi
nel mio studio a prendere un ingrediente mancante…strano…ma sembra proprio così.
Quindi aspetta senza combinare uno dei tuoi soliti pasticci.» detto questo uscì
dall’aula con grande contentezza del grifondoro che finalmente potè rilassarsi
un po’, poggiando il capo sulle braccia incrociate sopra il banco. In un primo
momento cercò di interpretare la formula, per lui intelligibile, di una
complicatissima pozione, (così per passare il tempo) ma poi pian piano i suoi
occhi cominciarono a chiudersi per la stanchezza, finché non si addormentò
completamente. Quando Piton tornò e lo trovò in quello stato, non fu certo
contento… «Ingrato che non è altro, io spreco tempo a stargli dietro per cercare
di insegnargli qualcosa e lui che fa? Si mette a dormire.» Così, storcendo il
naso nel suo solito ghigno di superiorità, girò sui tacchi e se ne andò
definitivamente dalla stanza. Si fecero le otto ed Harry non accennava a
svegliarsi. I suoi sogni erano agitati, chissà perché c’entravano pure i suoi
occhiali, e poi c’era la figura di un ragazzo, che gli si avvicinava e gli
porgeva una mano con fare amichevole. Era biondo. Di certo non Malfoy. Non
avrebbe mai avuto un atteggiamento simile con lui, eppure spesso si era sorpreso
egli stesso a desiderarlo. Sperare che gli si rivolgesse in altri termini, non
con le sue solite frasette maligne.
Proprio in quel momento,
sull’entrata dell’aula, indugiava il serpeverde, combattuto sul da farsi. Dopo
averlo cercato per un po’, finalmente l’aveva trovato. Ora tutti si trovavano a
cena, per qualche minuto non si sarebbero accorti della sua assenza. Ma doveva
sbrigarsi, lasciare gli occhiali e andarsene.
“Ma che caspita sto facendo? Perché non me li
tengo un altro po’? uhm….non sarebbe più tanto divertente però, quello ha
un’aria così afflitta. E da quando ho cominciato a preoccuparmi per lui? Dovrei
fregarmene altamente….ma…..come si fa davanti a quella faccia? Sembra un cane
bastonato. Quello finisce che mi muore in qualche stupido incidente se non li
ritrova al più presto. E se così fosse come farei a continuare a
torturarlo?” così,
risolto (almeno per il momento) il dibattito con se stesso, entrò nella
camera.
Fu colpito dal fatto che
dentro era quasi completamente buio, a parte per due fiaccole ancora accese ed
il fascio di luce che entrava dalla porta appena aperta. La prima cosa che gli
venne da fare fu coprirsi il capo con il cappuccio del mantello, in quel modo
cercava di nascondere la propria identità. Non aveva certo intenzione di farsi
beccare proprio all’ultimo e svelare così il mistero. Fece qualche passo più
avanti e con sua grande sorpresa, notò il suo acerrimo rivale indifeso e
addormentato sotto i suoi occhi. Non potè non avvicinarsi ulteriormente e
soffermarsi, almeno per qualche attimo, sui tratti del suo viso, decisi,
definiti e in qualche modo più
rozzi dei suoi, invece eleganti e fini, ma allo stesso tempo li trovava
meravigliosi. “Devo ammettere che quando
dorme non è poi così male”
Pensò in quel momento.
Poi si avvicinò di altri
tre passi. Ora gli era davvero vicino. Provò uno strano impulso. Quello di
allungare una mano e sfiorare con le dita, per comprenderne la consistenza,
quelle labbra rosa ed invitanti, che ora erano appena schiuse. Ma non appena
provò a realizzare questo suo desiderio, si accorse di stringere nella mano gli
occhiali del moro, cosa che gli fece tornare in mente il vero motivo per cui si
trovava lì.
Quindi senza indugiare
oltre, li depose accanto a lui e dopo un ultimo fugace sguardo al bello
addormentato, si girò per andarsene. Ma all’improvviso si sentì afferrare
bruscamente per il mantello, cosa che gli provocò un bello spavento e allo
stesso tempo lo fece inciampare sulla gamba di uno dei tavoli, facendolo cadere
e trascinare con sé la persona che si era afferrata a lui, non intenzionata, a
quanto semrava, a mollare la presa. Ben nota è la reputazione dei serpeverde di
non possedere un cuor di leone, infatti in quel momento Malfoy, seduto a terra,
teneva a stento sotto controllo i battiti del proprio cuore, che decelerarono
solo dal momento in cui sia accorse che non era stato altri che Harry a
provocare quel disastro. Ora il moro, che evidentemente aveva notato la presenza
di qualcuno e si era svegliato di soprassalto, si trovava a terra, a gattoni,
proprio di fronte al biondino che confidando nella poca vista dell’altro, per
non essere riconosciuto, non fece altro che sistemarsi al meglio il cappuccio
sopra la testa, in modo da coprire in parte anche il volto. A quel punto Harry,
senza proferire parola, avanzò con le mani protese in sua direzione, fino ad
afferrargli una caviglia e provocandogli nuovamente un sussulto per la sorpresa.
Avrebbe potuto scansarlo ed andar via di lì, ma il suo corpo non era
intenzionato a muoversi.
L’atmosfera era sospesa.
Nessuno dei due parlava. A mutare fu solo la posizione delle mani del grifondoro
che andarono ad indagare il corpo della persona sconosciuta che gli stava di
fronte. Una mano giunse fino al ginocchio, per poi rimanere per un attimo
sospesa all’altezza dell’addome e ricadere sul petto di Malfoy, il cui cuore
cominciò di nuovo a battere all’impazzata, data la diminuzione notevole della
distanza tra i due. “Certo Potter, non ti
facevo così audace. Se fossi stato una ragazza a questo punto ti saresti già
meritato una bella cinquina!”
pensò di getto il biondo. Ma la mano continuò a salire, imperterrita, con
un tocco piuttosto delicato, ad accarezzargli il collo. Il viso del moro, come
potè notare anche Malfoy, sembrava perso nel vuoto, più che altro concentrato
nell’indagine che stava compiendo, come a voler comprendere qualcosa che gli
sfuggisse. “Bene, non mi ha
riconosciuto…..ma chi pensa che io sia?”
era curioso di sapere dove l’altro fosse andato a parare. Nel
frattempo Harry si era portato con il corpo tra le gambe piegate dell’altro,
finendo con la mano ad esplorare il volto del biondino. Prima il
mento,
poi le guance, tiepide e morbide, il
naso, diritto e regolare, con la parte finale leggermente all’insù.
La fronte ampia e
spaziosa, libera dai capelli portati all’indietro, cosa che però Harry non potè
notare dato il copricapo. Per un attimo il grifondoro si fermò, perplesso tanto
quanto il ragazzo di fronte a lui.
Ma subito dopo prese con
le proprie dita a sfiorare le labbra del serpeverde che rimase senza
fiato.
Le dita si muovevano,
lentamente, a delinearne i contorni, per poi spingersi timidamente verso
l’interno, per misurare la carnosità di quelle labbra. A quel punto il biondo,
evidentemente imbarazzato, se non fosse stato per il buio che nascondeva ogni
cosa, compreso il suo rossore, se ne sarebbe già andato.
Ma anche se avesse voluto,
non fece in tempo a prendere in considerazione l’idea, che Harry fece ciò che
Malfoy non si sarebbe mai aspettato. All’improvviso si gettò in avanti,
afferrando con entrambe le mani il suo viso e portandolo così vicino a sé, da
mettere in contatto le loro bocche. Dopo lo smarrimento e lo stupore iniziale,
il serpeverde si lasciò trascinare dalle emozioni, lasciando spazio all’
intraprendenza dell’ altro, che
dopo aver schiuso le labbra ed aver inclinato ancor di più la testa,
delicatamente anche se con decisione, ebbe accesso maggiormente nel suo intimo.
Qui si consumò un pericoloso gioco di passione e trasporto che permise loro di
intrecciare ed unire i rispettivi e veri esseri, per tanto tempo celati, per la
prima volta, in occasione di quello che fu il loro primo bacio. Quest’ ultimo al
giovane serpeverde sembrò durare un’eternità, finchè non furono costretti a
separarsi per riprendere entrambi fiato.
E fu proprio in quel
momento che Malfoy, deciso a non trattenersi oltre, ne approfittò per alzarsi
rapidamente dal pavimento, girarsi e correre verso
l’uscita.
Il giorno seguente,
durante la colazione, il serpeverde non potè nascondere totalmente il proprio
turbamento, specialmente ogni qual volta guardava con la coda dell’occhio Harry,
quasi per accertarsi che la persona che ora vedeva mangiare tranquillamente,
fosse la stessa che avesse condiviso con lui quei momenti la sera appena
trascorsa. Riportare alla mente quei pensieri lo agitava, gli colorava il viso
di rosso, decorava la sua fronte di gocce di sudore, comprese le mani che
cominciavano a muoversi senza l’intenzione di trovar pace. I suoi compagni
ovviamente, notarono questo insolito comportamento e cominciarono a fargli tutta
una serie di domande, a partire da Pansy che chiese
« Per caso c’è qualcosa
che non va Draco? Sei così strano…sembri nervoso
stamattina.»
«Ma che vai a pensare, sto
benissimo!» rispose lui scattando come una molla e allo stesso tempo dando la
conferma agli altri che qualcosa ci doveva pur essere.
«E che mi dici di ieri
sera? Perché non sei venuto a cena?» chiese incalzante
Blaise
«Ma un pacchetto di affari
tuoi?»
«ok ok….non è aria
oggi»
Poi uno scoppio di risate
dal tavolo dei grifondoro indusse tutti a voltarsi e a cercare di seguire la
conversazione che vi si stava tenendo.
«Harry, sei proprio scemo
certe volte!» esclamò Seamus tra una risata e l’altra
«Sei stato tutto questo
tempo senza occhiali, quando li avevi dimenticati nel tuo baule tra il kit di
manutenzione della scopa?» ripetè quasi incredulo Ron
«A me sembra strano….»
disse Hermione «Non avevi detto di averci già
controllato?»
«Non ricordo di aver mai
detto niente del genere.» rispose lui evasivo
«…………»
Contemporaneamente al
tavolo dei serpeverde
«Eh già, avete notato?
Potter ha ritrovato i suoi occhiali.» disse Goil
«Peccato, niente più
divertimento» aggiunse Tiger
«Eppure era passato
parecchio tempo, tanto da farmi pensare che più che persi glie li avessero
fregati…»
Affermò pensierosa Pansy
guardando Malfoy
«Che vuoi da me? Io non
c’entro niente con sta’ storia. E poi ti pare che se li avessi avuti, glie li
avrei ridati?»
«Già………penso di no.»
Il biondo cercò il più
possibile di contenersi, ma ad aumentare la sua agitazione fu notare, una volta
giratosi, che Harry lo stava guardando con sospetto. Ma poi fu distratto da
un’altra risata-domanda di
Seamus che urlò, attirando
nuovamente su di sé e il resto dei grifondoro l’attenzione
«AH AH, non mi darai
allora che ieri sera non ti sei fatto vedere proprio perché hai perso tempo a
cercarli o morivi dalla vergogna a dire dove li avevi ritrovati?!»
«In un certo senso…»
rispose imbarazzato il moro
«Quindi» aggiunse Blaise
«Non c’era neanche Potter a cena»
«Eh sì.» confermò Pansy
«L’avevo notato anche io»
«UH UH, che strano, tu e
Potter ieri non c’eravate! Una coincidenza, a me piacciono le coincidenze! UH
UH! Fico!»
«Goil è mai possibile che
quando parli lo fai sempre a sproposito? Ora mi vuoi dire questo che
c’entra?!!»
«Niente.» concluse lui
facendo spallucce, mentre Malfoy, disperato, si prendeva la testa tra le
mani.
“ACCIDENTI A TE STUPIDO BESTIONE!!” pensava in quel momento augurandosi che
nessuno lo avesse sentito, ma si sbagliava di grosso, avendo in prima persona
urlato a quel modo. Infatti…
«Ah già Harry, anche
Malfoy ieri non c’era a cena.»
disse Ron con disinvoltura
«Davvero?» rispose lui
semplicemente, girandosi a guardare il biondo, che si accorse lo stava guardando
a sua volta. Ma non appena i loro sguardi si incrociarono, il serpeverde si
rigirò immediatamente.
«Bhe , in effetti ,chissà
che avrà combinato quello lì..»disse Harry con un mezzo sorriso rivolto agli
amici.
«”Chissà che avrà fatto
quello lì..” Ma guarda te questo. Ha fatto tutto lui, altro ché! » si ritrovò a
bisbigliare il ragazzo.
«Hai detto qualcosa
Draco?» domandò Pansy
«No niente. » rispose
secco, quando ad un tratto, senza che se ne fosse accorto, dietro di lui apparve
Piton, che con il suo usuale tono chiese
«Draco Malfoy , non è
forse suo questo?» fece, porgendogli un bottone del suo mantello, estremamente
personalizzato, come usano portare tutti i membri della nobile famiglia
purosangue Malfoy, ovviamente.
«Hem……sì professore»
rispose prendendolo velocemente.
«Credo lei lo abbia perso
in corridoio, mentre ieri sera correva come un forsennato verso la sala di
ritrovo.» concluse allontanandosi.
“OH CAVOLO! Sono FINITO!
Ora avrà capito tutto!!” pensò Malfoy sbiancando
all’improvviso e girandosi per osservare un Harry attento a bisbigliare qualcosa
all’orecchio della Grenger.
“ E no merda! Non ti
permetterò di raccontarlo ad altri!”
Così si alzò
all’improvviso e si avviò deciso verso l’altro ragazzo, che una volta
trovatoselo di fronte, domandò «Che c’è Malfoy?»
« Devo
parlarti.»
« E si può sapere di
che?»
«………»
« Allora?» fece Harry per
niente intenzionato a scomodarsi.
« Non fare domande,
sfregiato del cavolo! E seguimi piuttosto!» tagliò corto il biondino
afferrandolo con forza per un braccio e trascinandolo con sé.
« Hei datti una calmata!»
disse infine Harry quando si trovarono nel corridoio deserto, sfregandosi il
braccio su cui, ne era sicuro, era stampato il segno lasciatogli
dall’altro.
«Ma che calmata!» esclamò
lui «Che stavi dicendo alla Grenger
eh? Si può sapere?»
« Affari
miei.»
«
DILLO!»
«Quanto rompi……le stavo
dicendo che sei stranissimo stamattina.»
« Ma davvero…sei
perspicace dato che ORMAI l’avevano capito TUTTI!!»
« Appunto, era una cosa
stupida no? Allora si può sapere che vuoi da me?» In quel momento Draco si
chiedeva se stesse recitando o fosse davvero così imbecille da non capire come
fossero andate la cose.
Più che altro la sua
domanda era “Ma se proprio non ha capito
che ero io, a chi diavolo pensa di averlo dato quel bacio? Spero che almeno non
mi abbia scambiato per una gallinella qualunque….” Così
decise di dare miglior prova del suo sangue freddo, e cercare di ribaltare la
situazione a suo vantaggio. Dopotutto se
fosse riuscito ad assicurarsi che Potter non aveva capito un tubo, poteva anche
stare tranquillo; perciò chiese
« Ero curioso di sapere
perché ieri non c’eri in sala grande.»
« Potrei fare la stessa
domanda a te…»
« Io……ehi l’ho chiesto
prima io!»
« Va be…per una volta che
hai ragione…Ero alla lezione supplementare di Piton e mi sono addormentato.
Quando mi sono svegliato… era troppo tardi, non avevo fame e sono andato
direttamente a dormire.»
Malfoy sapeva che non era
vero, ma come avrebbe fatto a fargli sputare il rospo?
«Davvero? A me hanno detto
che…che ti hanno beccato in flagrante con qualconO quando stavi lì» disse con
uno dei suoi sorrisini cercando di bluffare.
« Ah si?» rispose Harry
alzando un sopracciglio ma senza mostrare particolari
reazioni.
« Sai che potrei andare a
spifferare in giro quello che mi è stato detto riguardo alle
tue…PREFERENZE?»
« Qualche problema a
riguardo?» ribattè serio, a quel punto, il moro.
Bhe ,ora tanta sincerità
gli pareva esagerata, anzi lo colse proprio di sorpresa, perché finora non aveva
mai considerato il fatto che Potter avesse baciato consapevolmente un altro
ragazzo, la sua era stata un’affermazione tanto per provocarlo……quindi almeno
una cosa l’aveva capita, non era tardo fino a quel punto.
« Ah…ehm…certo che sì,
avrò altro su cui sfotterti.»
« Non penso che lo
farai.»
« Perchè non
dovrei?»
« Non sei così
infame…credo.» aggiunse dubbioso.
« Allora vediamo…»
cominciò a dire,avvicinandosi, con aria falsamente pensierosa « Facciamo così.
Io potrei decidere di non essere così… “infame” e andare a spifferare tutto… se
tu mi dici chi era quel ragazzo.» il suo cuore,dopo aver pronunciato questa
frase , cominciò ad accelerare i battiti. Bene. Ce l’aveva fatta. Ora doveva
solo ascoltare la risposta e sarebbe finita lì……
« Uhm…veramente…non so se
dirtelo.»
Il biondo si avvicinò
ancor di più, spingendo l’altro spalle al muro sulla parete del
corridoio.
« Se non me lo dici subito
ti farò MOLTO male, credimi.» disse mimando il lancio di un
incantesimo.
« Che hai da ridere?»
aggiunse poi quando si accorse del sorriso che aleggiava sulle labbra del
moro.
Quelle labbra che gli
facevano uno strano effetto. Che lo avrebbero spinto a saltargli addosso (ma non
per picchiarlo…) non fosse stato per non rovinare tutto
all’ultimo.
«Allora?»
« Bhe sai Malfoy…è che in
verità…non lo so.»
« Come non lo
sai..»
« Aveva messo il cappuccio
e una parte dalla faccia era coperta e poi io NON AVEVO I MIEI OCCHIALI…» disse
sottolineando l’ultima frase con particolare enfasi.
“A questo punto se non lo sa, inutile
insistere, meglio andarsene.” Pensò allora l’altro.
« Però a dirtela tutta, ho
avuto l’impressione che fosse proprio il ragazzo che…che mi piace, da un po’ di
tempo a questa parte.»aggiunse lui, per la prima volta, arrossendo
imbarazzato.
« Ah sì eh? In tal caso
saresti stato fortunato, per una volta in vita tua.»
“Ma pensa te che roba,
volevo solo sapere se mi avesse riconosciuto e ho scoperto i suoi gusti sessuali
e tra poco persino chi gli piace”
« Già …in effetti sembra
che mi abbia corrisposto…»disse timidamente Harry
Malfoy deglutì.
Riconosceva che aveva ragione. Altrochè se aveva corrisposto quel
bacio
« B-bhe … insomma si può
sapere chi è?»
A quel punto Harry, che
già si trovava a poca distanza dal biondino si avvicinò con grande sorpresa
dell’altro, fino a trovarsi con la propria bocca vicino al suo orecchio. Quindi
sussurrò.
«Tu lo sai. Mi hai
corrisposto vero Draco?»
A quelle parole il
serpeverde fece un salto all’indietro.
«M-ma tu! TU lo sapevi fin
dall’inizio allora?!»
«Sì. Ti ho riconosciuto
subito» disse tutto soddisfatto Harry. Malfoy lo guardava sbalordito. Non aveva
ancora ben realizzato la cosa. Dunque tutto quello che aveva appena detto…il
ragazzo che gli piace…era LUI?!?
«Bè che c’è? Tanto
sorpreso?» gli domandò il moro sorridendo all’altro che ormai era diventato muto
come un pesce, in grado solo do aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun
suono.
«Hei? Ci sei?» fece,
avvicinandosi nuovamente con le braccia tese per poter poi afferrare tra le mani
il volto del biondino, ancora un po’ inebetito.
«Ah, dimenticavo di dirti
che adoro la tua pelle, è soprattutto grazie a quella e il tuo odore che ho
capito chi eri» aggiunse abbassando il tono della voce, per far sì che solo il
ragazzo di fronte a lui lo sentisse.
Poi portò le labbra ad accarezzare le
guance di Malfoy che si incendiarono immediatamente.
Il moro lo baciò sul collo
più volte, provocando piccoli brividi di piacere all’altro, fino a risalire e
giungere vicino alla sua bocca. Lo stava per baciare una seconda volta quando il
serpeverde lo spinse via dicendogli
«C**** Potter questo non
dovrebbe succedere!»
«E chi l’ha detto scusa?»
rispose un po’ meravigliato del fatto che lo avesse fermato proprio in quel
momento, uscendosene fuori con quell’affermazione.
«Tu…tu a me non
piaci!»
«Ah
no?»
«No.»
«Sei
sicuro?»
«Sicurissimo.»
Seguì un attimo di
silenzio. Harry lo guardò con un’espressione che diceva chiaramente “Stai ancora cercando di prendermi in giro?
Guarda che non ci riesci.”
«Allora adesso come la
mettiamo?»
«Ora facciamo finta che
non è successo niente e dimentichiamo il fatto che io…che io ti piaccio e che
per un attimo, un solo dannatissimo attimo io ti abbia ricambiato.» affermò il
biondo con gli occhi rivolti verso il basso mentre l’altro lo guardava
deluso.
«Va bene, come vuoi
tu…»
Ma Malfoy notò quella nota
di delusione nella sua risposta e, quando alzò lo sguardo per osservarlo, vide
un’espressione disillusa e amara sul viso del moro, mentre un’unica e solitaria
lacrima scendeva sulla sua guancia, raccolta immediatamente con orgoglio, tipico
dei grifondoro, dalla manica del ragazzo. Pochi istanti dopo, quest’ultimo, si
girò e fece per andarsene, quando Malfoy non seppe trattenersi e
gridò
«POTTER!!»
«Che vuoi ancora?» ma non
fece in tempo ad accorgersene che fu preso, di nuovo, con prepotenza, per un
braccio, e trascinato via dalla sua posizione, per finire poi scaraventato
addosso alla parete.
«TI ODIO. Ti odio da
morire. Ti ho sempre odiato e non vorrei smettere di farlo per questo tuo
stupido comportamento e modo di fare da donnina affran……»
«Malfoy, non ti sembra un
po’ troppo?» lo interruppe Harry sull’orlo delle lacrime
«Oh no P……HARRY……non lo è
affatto per quello che mi stai portando a fare.»
E detto questo lo baciò,
prima con violenza e con passione, poi gustando lentamente ogni istante di quel
loro prolungato contatto.
Scostatosi di qualche millimetro dal viso del moro, prese poi a
giocherellare con il suo labbro inferiore, mordendolo, sfiorandolo con la
propria lingua…
«Draco…»
«Sì?»
«Ti odio anche io, da
morire.» fece sorridendo.
«Certo Potter,
certo.»
UNA SETTIMANA
DOPO
Harry barcollò qua e là
per il corridoio, andando a sbattere contro la figura di un ragazzo alto, dai
capelli biondi , dagli occhi azzurri, che sembrava tanto…
«Oh, scusa tanto
Malfoy!»
«Scusa un accidenti,
stupido di un Potter! Stai attento a dove metti i piedi!» disse urlando e
preoccupandosi che tutti quelli attorno a loro lo avessero ben
sentito.
«Cos’è. Persi di nuovo gli
occhiali?»
«Così pare…» rispose lui
con un’alzata di spalle.
«Uhm……» fece l’altro
chinandosi e avvicinandosi sempre di più al grifondoro, che preoccupato per il
fatto che il ragazzo avesse voluto baciarlo davanti agli altri disse
sottovoce.
«Hei Draco…stai
attento.»
«Sì,sì, mentre tu cerchi
di darmela a bere.»
«Ma dai……» rispose
furbescamente il moro.
«Che mi dici allora di
queste………………LENTI A CONTATTO?»
FINE
This Web Page Created with PageBreeze Free Website Builder