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Autore: elsa    20/12/2007    1 recensioni
Un dispetto.Un'oggetto smarrito...e un sacco di guai!!Avere la vista perennemente annebbiata non è di certo una bella cosa...c'è sempre il rischio di non capire chi ci sta di fronte!!Oppure sì??
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fiction

 

TUTTA COLPA DEGLI OCCHIALI

 

Faceva freddo, e la pioggia unita al vento impetuoso, non intendeva dare agli spettatori un attimo di tregua per poter osservare al meglio ciò che stava avvenendo sopra le loro teste, senza dover ricorrere a coprirsi o ripararsi il viso con sciarpe , cappelli od ombrelli. Allo stesso modo i giocatori di quidditch in campo imprecavano contro il mal tempo che si era manifestato nel pieno del suo furore solo una decina di minuti dopo l’inizio della partita. In quel momento infatti un biondino di nostra conoscenza pensava tra sé:

Maledetta questa pioggia! Maledetto questo vento! E maledetto pure me che ho pensato bene di non prendere nulla per proteggere gli occhi! I miei bellissimi occhi azzurri….”

Aggiunse poi inorgogliendosi. Ma non era certo quello il momento di gongolarsi per le proprie qualità fisiche in quanto, proprio in quel momento, era in corso uno scontro che non poteva assolutamente perdere. Infatti a una decina di metri di distanza, leggermente più in basso di lui, si librava con grande disinvoltura, il cercatore di grifondoro, noncurante della situazione atmosferica che rendeva la vita difficile a tutti, ma a quanto sembrava, a tutti meno che a lui.

Come diavolo farà?”  si domandò stringendo i denti dalla rabbia (e in parte, diciamo la verità, anche dal freddo). Mentre nello stesso tempo Harry pensava “grazie Hermione. Non fosse stato per te che me lo hai suggerito, prevedendo che sarebbe venuto giù questo acquazzone , non avrei mai preso questi occhialetti miracolosi!”  aggirandosi sopra il campo in cerca del prezioso boccino d’oro. Gli occhiali che indossava infatti non erano i soliti, bensì un paio molto più simili a quelli che indossano i nuotatori, che gli aderivano perfettamente al volto, non permettendo così a neanche uno spiffero o ad una goccia d’acqua, di infastidire la sua vista. In una situazione del tutto diversa si trovava invece Malfoy che dal canto suo non poteva certo muoversi con la stessa velocità del suo avversario, senza avere la sensazione che il vento gli strappasse via dal viso brandelli di pelle, ad ogni accelerata della sua scopa.

 Fu così che dopo circa altri 20 minuti il serpeverde vide sfrecciare, stavolta sopra la sua testa, il moro che sembrava aver avvistato il boccino. Si diede immediatamente al suo inseguimento, appiattendosi il più possibile, per aumentare la velocità, finchè non si ritrovò a fianco del cercatore rosso e oro «Come va sfregiato? Sei pronto a perdere questa volta?»  Gridò all’altro  «Come  al solito sei troppo convinto Malfoy! Così la sconfitta sarà più amara! Lo dico per te, credimi!» rispose Harry pungente quanto la pioggia che sferzava il volto del biondo, con un sorrisino beffardo sulle labbra. E detto ciò aumentò ancor di più la velocità, allungando un braccio per afferrare la piccola sfera, imitato dall’avversario, che trovò nuovamente al suo fianco. Entrambi erano ben determinati a risolvere la partita a proprio vantaggio e non concedere nulla all’altro. Si trovavano spalla a spalla, le scope pericolosamente vicine, quando una raffica di vento più forte delle precedenti  investì i due giocatori. Il moro dopo un attimo di sbandamento continuò imperterrito la sua corsa, mentre l’altro colto alla sprovvista, istintivamente portò un braccio a proteggere il viso, non riuscendo così, con una sola mano, a controllare la direzione della sua scopa che prese a piroettare senza controllo qualche metro più in là.

Purtroppo per lui quell’ attimo fu fatale e gli costò l’ennesima sconfitta nonostante, ad onor del vero, la sua squadra prima della cattura del boccino da parte di Potter, si trovava in vantaggio per 60 a 40.

Così il serpeverde ancora fradicio, con i capelli scomposti, mesto per gli eventi di poco prima, si diresse verso gli spogliatoi, mentre la squadra avversaria si trovava ancora sotto l’acqua a gioire di quella vittoria. Ma invece di buttarsi direttamente sotto una bella doccia calda, pensò bene di fare una deviazione  e recarsi negli spogliatoi dei grifondoro per combinare qualcuna delle sue malefatte.

“ Potter Potter, come potrei infastidirti questa volta? Ne devo pensare una davvero carina perché battermi anche questa volta, al settimo anno, non la mando affatto giù! Tu e la tua fortuna del c****!”

Così vagabondò per almeno 2 minuti buoni per la stanza, alla ricerca di qualcosa che gli facesse venire in mente una giusta vendetta. Ma il tempo passava,la squadra stava per rientrare e nessuna idea si era fatta spazio nella sua testa. Ma poco prima di andarsene, ancora più avvilito, notò semicoperti da un panno un paio di occhiali a lui molto familiari……..”AH AH! Ecco qualcosa di interessante! Mi accontenterò di questo”

E preso l’oggetto, in tutta fretta, se ne andò ridacchiando tra sé e sé pensando “In fondo mi pare pure giusto, nella sua sfiga giornaliera di portare gli occhiali questa volta mi ha fregato di brutto. Vediamo che gli succede senza…”  ovviamente non poteva prevedere che quella, anche se poteva sembrare la più stupida, era la  vendetta più azzeccata che avesse mai compiuto, che avrebbe provocato da lì ai giorni seguenti, le più disparate e ridicole disavventure al giovane maghetto che, in un primo momento, non trovando i suoi occhiali affermò semplicemente con  una scrollata di spalle «Li avrò dimenticati in sala comune» Ma una volta lì… «Cavolo, dove li ho messi?»  

 «Che stai cercando Harry?» gli chiese Hermione

«I miei occhiali. Li hai visti per caso?» 

«No..» 

«Hai guardato nel dormitorio? Ieri sera eri rimasto fino a  tardi a rileggere quella pergamena da consegnare a Piton o sbaglio? Può darsi che tu li abbia dimenticati lì.» Gli suggerì invece Ron spaparanzato su una poltrona vicino il camino.                                                                                                                   «Mi pare strano, comunque vado a controllare» Ma di lì a 10 minuti riscese in sala ancor più preoccupato di prima. «Niente da fare»  

«Non so che dirti Harry, non ne hai un altro paio?» chiese Hermione                                                        «No, ho solo quelli. Di solito sono indistruttibili, o almeno questo ho potuto sperimentare in questi anni. Non mi è mai servito averne altri» E si buttò sconsolato sul divanetto vicino alla poltrona di Ron.                                                                   «E’ così grave?» domandò lui                                                                                                                     «….be….non che senza morirò ma diciamo che non ci vedo granché bene, anzi…vedo tutto sfocato. È fastidioso. Devo rimediare al più presto.»

 

Ma la faccenda si rivelò più difficile del previsto da affrontare, in quanto Harry imperterrito a voler ritrovare i suoi occhiali e non volerli sostituire per nulla al mondo con un paio di riserva,continuava a ripetere ad un insistente Hermione «Ma sono praticamente indistruttibili ! E poi a chi mai interesserebbero? L’unica ipotesi sarebbe quella che si siano smaterializzati !» a cui seguiva la risposta repentina della ragazza, che fin dal primo anno a Hogwarts continuava a ripetergli                                 «Ma Harry nulla all’interno della scuola puo essere smaterializzato!»                                                                          «….Hermione…era una battuta …»                                                                                                               «Oh».                                                                                                                                                            Così  i giorni passarono e la situazione non accennò a migliorare. Malfoy era più allegro che mai, nulla lo avrebbe distolto dall’osservare la figura ridicola di Potter che andava girando con l’aria smarrita , arricciando il naso e stringendo gli occhi per cercare di non perdersi durante i cambi d’aula o le scuse che continuava a dare alle persone con cui finiva quasi sempre, inevitabilmente con lo scontrarsi . Per non parlare poi delle risate durante le lezioni, come trasfigurazione,incantesimi o pozioni. Tutti sapevano che il maghetto non fosse un genio in materia ma i suoi scarsissimi risultati dell’ultimo periodo erano quanto meno sconcertanti. Gli ingredienti mischiati e le dosi finivano sempre per essere quelli sbagliati,data la sua difficoltà nel distinguerli o leggere i procedimenti dal libro di testo. Particolarmente divertente agli occhi del Serpeverde fu ad esempio il giorno in cui, senza che Harry se ne accorgesse, cominciò a fuoriuscire dal suo calderone un liquido marroncino che invase il tavolo da lavoro ,su cui poi, per altro, il moro finì inavvertitamente per poggiare le mani… scoprendo così le proprietà di quella pozione. Una specie di super colla che Piton non sembrò aver tanta fretta di eliminare, lasciandolo nella stessa posizione per ben tutte e due le ore di lezione. « Che le sia d’insegnamento Potter, ad essere meno sbadato in futuro» aveva commentato il malvagio professore mentre il biondino, in un momento di distrazione si era avvicinato al ragazzo e con una piuma d’oca aveva cominciato ad infastidirlo sfiorandone il volto e il collo dicendo      « Non mi dire che soffri il solletico?»                                                                                                            « Malfoy perché non prendi un po’ di questa roba e te la spalmi sulla bocca?» aveva risposto Harry           « Oh… ti sto disturbando? Mi vorresti picchiare? Ma sbaglio o hai le mani impegnate? AH AH AH AH »        e tornò al suo posto sghignazzando con i suoi amichetti.

Per non parlare poi delle difficoltà che incontrava durante gli allenamenti di quidditch, (che ovviamente Malfoy seguiva di nascosto) dove Harry più volte si ritrovò a correre dietro, piuttosto che al boccino, ai luccichii dei gioielli delle ragazze della sua squadra, fino ad arrivare al punto da appendersi letteralmente all’orecchio di una di queste che urlò dal dolore esclamando  «Harry! Lasciami! E’ il mio orecchino!!!»

Ovviamente Malfoy si era premurato di raccontare l’episodio all’intera scuola e a cambiare, in suo onore, uno degli epiteti con cui più gli piaceva insultarlo, ossia «Hei fregiato!» in «Hei Potter il ciecato!»  Ma non fu questo a preoccuparlo davvero. Vera a propria disperazione cominciò a crescere nel grifondoro quando un pomeriggio, in sala comune……                                                                                                                 «Senti Ron, fatti i compiti di difesa contro le arti oscure?»                                                                «Sì..» rispose lui con un sospiro.                                                                                                               «Ecco, bene. Allora aiutami a “rivedere” il mio tema.»  disse Harry                                         

«Ma perché non lo chiedi ad Hermione, mi sembra più adatta…» replicò il rosso non avendo tanta voglia di passare altro tempo su quegli argomenti, ma allo stesso tempo alzandosi e andandosi a sedere vicino all’’amico per aiutarlo.                                                                                                                              «Si rifiuta, dice che sono uno scemo.»                                                                                                     «In effetti…» bisbigliò Ron beccandosi una delle occhiate più feroci del compagno a fianco a lui «Piuttosto dimmi..»   cominciò cambiando bruscamente argomento «Ma è vero che Piton ti ha costretto a delle lezioni supplementari con lui la sera?»                                                                                           «Purtroppo sì..» rispose afflitto il grifondoro  «Come se già non lo odiassi abbastanza  e dovrebbe offrirmi un motivo in più per farlo.» E mentre iniziava una lista colorita degli aggettivi più disparati per definire il professore che più detestava, Ron pensò bene di mettersi comodo nella prospettiva del tempo che avrebbe trascorso ad ascoltarlo, e sistemarsi così sul divano. Ma Harry non sembrò accorgersene e continuò a parlare. Era arrivato al punto in cui aveva cominciato a rievocare i più spiacevoli episodi che lo avevano visto protagonista quando Hermione entrò nella sala, e dopo aver assistito per un attimo a quella strana situazione disse «….ehm…Harry?»                                                                                           «Allora io gli faccio…eh…si?»                                                                                                                     «Si può sapere con chi stai parlando?»                                                                                                  «Con Ron?» rispose lui indicando quella che pensava essere la testa  del suo amico, poggiata sul tavolo ad ascoltarlo.                                                                                                                                                 «H-Harry….» aggiunse la ragazza soffocando le risate «Quello è Grattastinchi. Ron è lì.»                       precisò indicando l’altro lato della stanza. Fu a quel punto che il grifondoro divenne davvero cosciente della tragica situazione in cui si trovava. L’unico pensiero a consolarlo in quei giorni, durante le ricerche dell’oggetto smarrito che raddoppiarono, dato un Harry risoluto a dare un taglio a quella vicenda, fu “intanto peggio di così non può andare….”  Cosa da non dire e neanche pensare assolutamente MAI, in qualunque situazione ci si trovi, dato che da quel momento, state pur sicuri, andrà sempre fatalmente tutto PEGGIO di come andava prima….  Infatti la mattina di qualche giorno dopo, a colazione, oltre ad avere un gran mal di testa per la vista perennemente annebbiata, Harry dovette subire un altro dei suoi “sfortunati eventi” davanti a tutta la sala grande al completo. I gufi in quel momento stavano planando sopra le teste dei studenti per consegnare gli eventuali pacchi, lettere e roba varia, quando il piccolissimo gufo di Ron, Leo, sfrecciò come era solito fare verso il suo padrone; ma facendo ciò, passò contemporaneamente davanti al volto del ragazzo, ad un pelo dal suo naso, mentre nello stesso momento stava per versarsi del succo di zucca nel bicchiere, che ovviamente, dato lo spavento, mancò,versando il liquido sui propri pantaloni. Harry a quel freddo contatto balzò istintivamente in piedi, ma non fece i conti con il proprio equilibrio che  decise di venire a mancare in quel preciso istante, facendolo finire, tra il trambusto generale e le risate delle altre tavole (soprattutto quella dei serpeverde)con il sedere a terra.

Dopodichè una voce riecheggiò nella sala, beffarda «Sfuggito di vista il gufo Potter?»

Quello per Harry fu davvero troppo. Così una volta rimessosi in piedi, con gli occhi lucidi, più che altro dalla la rabbia che non era ancora riuscito a sfogare, se ne andò a passo svelto verso il luogo di ritrovo della sua casa, sperando in un tranquillo ritiro grazie al quale poter trovare un po’ di pace.  A quella vista il sorriso di Malfoy si spense del tutto, sostituito sul suo viso da un’espressione pensierosa “Avrà raggiunto il limite? AH AH, la mia vendetta si sta compiendo….certo che…..no no….niente spazio per la pietà!”          Il volto del moro, anche se tentava di nasconderlo, lo aveva turbato. Quegli occhi verdi, lucidi, lo avevano intenerito. Ma queste erano tutte cose che ancora non ammetteva con se stesso. Fatto sta , che nonostante la sua presa di posizione, il protrarsi di quella situazione, in cui il grifondoro ormai si riconosceva a stento, difendendosi a mala pena dalle sue sfrecciatine, lo indusse alla fine, a restituirgli i preziosi occhiali alla prima occasione buona. Questa si presentò abbastanza presto, ossia due sere dopo, in occasione di una delle lezioni extra di pozioni di Harry. Erano le sette quando Piton annunciò «Potter non provare a muoverti o a  toccare qualcosa. Devo recarmi nel mio studio a prendere un ingrediente mancante…strano…ma sembra proprio così. Quindi aspetta senza combinare uno dei tuoi soliti pasticci.» detto questo uscì dall’aula con grande contentezza del grifondoro che finalmente potè rilassarsi un po’, poggiando il capo sulle braccia incrociate sopra il banco. In un primo momento cercò di interpretare la formula, per lui intelligibile, di una complicatissima pozione, (così per passare il tempo) ma poi pian piano i suoi occhi cominciarono a chiudersi per la stanchezza, finché non si addormentò completamente. Quando Piton tornò e lo trovò in quello stato, non fu certo contento… «Ingrato che non è altro, io spreco tempo a stargli dietro per cercare di insegnargli qualcosa e lui che fa? Si mette a dormire.» Così, storcendo il naso nel suo solito ghigno di superiorità, girò sui tacchi e se ne andò definitivamente dalla stanza. Si fecero le otto ed Harry non accennava a svegliarsi. I suoi sogni erano agitati, chissà perché c’entravano pure i suoi occhiali, e poi c’era la figura di un ragazzo, che gli si avvicinava e gli porgeva una mano con fare amichevole. Era biondo. Di certo non Malfoy. Non avrebbe mai avuto un atteggiamento simile con lui, eppure spesso si era sorpreso egli stesso a desiderarlo. Sperare che gli si rivolgesse in altri termini, non con le sue solite frasette maligne.

Proprio in quel momento, sull’entrata dell’aula, indugiava il serpeverde, combattuto sul da farsi. Dopo averlo cercato per un po’, finalmente l’aveva trovato. Ora tutti si trovavano a cena, per qualche minuto non si sarebbero accorti della sua assenza. Ma doveva sbrigarsi, lasciare gli occhiali e andarsene.

Ma che caspita sto facendo? Perché non me li tengo un altro po’? uhm….non sarebbe più tanto divertente però, quello ha un’aria così afflitta. E da quando ho cominciato a preoccuparmi per lui? Dovrei fregarmene altamente….ma…..come si fa davanti a quella faccia? Sembra un cane bastonato. Quello finisce che mi muore in qualche stupido incidente se non li ritrova al più presto. E se così fosse come farei a continuare a torturarlo?”   così, risolto (almeno per il momento) il dibattito con se stesso, entrò nella camera.

Fu colpito dal fatto che dentro era quasi completamente buio, a parte per due fiaccole ancora accese ed il fascio di luce che entrava dalla porta appena aperta. La prima cosa che gli venne da fare fu coprirsi il capo con il cappuccio del mantello, in quel modo cercava di nascondere la propria identità. Non aveva certo intenzione di farsi beccare proprio all’ultimo e svelare così il mistero. Fece qualche passo più avanti e con sua grande sorpresa, notò il suo acerrimo rivale indifeso e addormentato sotto i suoi occhi.  Non potè  non avvicinarsi ulteriormente e soffermarsi, almeno per qualche attimo, sui tratti del suo viso, decisi, definiti e  in qualche modo più rozzi dei suoi, invece eleganti e fini, ma allo stesso tempo li trovava meravigliosi. “Devo ammettere che quando dorme non è poi così male”  Pensò in quel momento.

Poi si avvicinò di altri tre passi. Ora gli era davvero vicino. Provò uno strano impulso. Quello di allungare una mano e sfiorare con le dita, per comprenderne la consistenza, quelle labbra rosa ed invitanti, che ora erano appena schiuse. Ma non appena provò a realizzare questo suo desiderio, si accorse di stringere nella mano gli occhiali del moro, cosa che gli fece tornare in mente il vero motivo per cui si trovava lì.

Quindi senza indugiare oltre, li depose accanto a lui e dopo un ultimo fugace sguardo al bello addormentato, si girò per andarsene. Ma all’improvviso si sentì afferrare bruscamente per il mantello, cosa che gli provocò un bello spavento e allo stesso tempo lo fece inciampare sulla gamba di uno dei tavoli, facendolo cadere e trascinare con sé la persona che si era afferrata a lui, non intenzionata, a quanto semrava, a mollare la presa. Ben nota è la reputazione dei serpeverde di non possedere un cuor di leone, infatti in quel momento Malfoy, seduto a terra, teneva a stento sotto controllo i battiti del proprio cuore, che decelerarono solo dal momento in cui sia accorse che non era stato altri che Harry a provocare quel disastro. Ora il moro, che evidentemente aveva notato la presenza di qualcuno e si era svegliato di soprassalto, si trovava a terra, a gattoni, proprio di fronte al biondino che confidando nella poca vista dell’altro, per non essere riconosciuto, non fece altro che sistemarsi al meglio il cappuccio sopra la testa, in modo da coprire in parte anche il volto. A quel punto Harry, senza proferire parola, avanzò con le mani protese in sua direzione, fino ad afferrargli una caviglia e provocandogli nuovamente un sussulto per la sorpresa. Avrebbe potuto scansarlo ed andar via di lì, ma il suo corpo non era intenzionato a muoversi.

L’atmosfera era sospesa. Nessuno dei due parlava. A mutare fu solo la posizione delle mani del grifondoro che andarono ad indagare il corpo della persona sconosciuta che gli stava di fronte. Una mano giunse fino al ginocchio, per poi rimanere per un attimo sospesa all’altezza dell’addome e ricadere sul petto di Malfoy, il cui cuore cominciò di nuovo a battere all’impazzata, data la diminuzione notevole della distanza tra i due. “Certo Potter, non ti facevo così audace. Se fossi stato una ragazza a questo punto ti saresti già meritato una bella cinquina!”  pensò di getto il biondo. Ma la mano continuò a salire, imperterrita, con un tocco piuttosto delicato, ad accarezzargli il collo. Il viso del moro, come potè notare anche Malfoy, sembrava perso nel vuoto, più che altro concentrato nell’indagine che stava compiendo, come a voler comprendere qualcosa che gli sfuggisse. “Bene, non mi ha riconosciuto…..ma chi pensa che io sia?”  era curioso di sapere dove l’altro fosse andato a parare. Nel frattempo Harry si era portato con il corpo tra le gambe piegate dell’altro, finendo con la mano ad esplorare il volto del biondino. Prima il mento,

 poi le guance, tiepide e morbide, il naso, diritto e regolare, con la parte finale leggermente all’insù.

La fronte ampia e spaziosa, libera dai capelli portati all’indietro, cosa che però Harry non potè notare dato il copricapo. Per un attimo il grifondoro si fermò, perplesso tanto quanto il ragazzo di fronte a lui.

Ma subito dopo prese con le proprie dita a sfiorare le labbra del serpeverde che rimase senza fiato.

Le dita si muovevano, lentamente, a delinearne i contorni, per poi spingersi timidamente verso l’interno, per misurare la carnosità di quelle labbra. A quel punto il biondo, evidentemente imbarazzato, se non fosse stato per il buio che nascondeva ogni cosa, compreso il suo rossore, se ne sarebbe già andato.

Ma anche se avesse voluto, non fece in tempo a prendere in considerazione l’idea, che Harry fece ciò che Malfoy non si sarebbe mai aspettato. All’improvviso si gettò in avanti, afferrando con entrambe le mani il suo viso e portandolo così vicino a sé, da mettere in contatto le loro bocche. Dopo lo smarrimento e lo stupore iniziale, il serpeverde si lasciò trascinare dalle emozioni, lasciando spazio all’ intraprendenza  dell’ altro, che dopo aver schiuso le labbra ed aver inclinato ancor di più la testa, delicatamente anche se con decisione, ebbe accesso maggiormente nel suo intimo. Qui si consumò un pericoloso gioco di passione e trasporto che permise loro di intrecciare ed unire i rispettivi e veri esseri, per tanto tempo celati, per la prima volta, in occasione di quello che fu il loro primo bacio. Quest’ ultimo al giovane serpeverde sembrò durare un’eternità, finchè non furono costretti a separarsi per riprendere entrambi fiato.

E fu proprio in quel momento che Malfoy, deciso a non trattenersi oltre, ne approfittò per alzarsi rapidamente dal pavimento, girarsi e correre verso l’uscita.

 

Il giorno seguente, durante la colazione, il serpeverde non potè nascondere totalmente il proprio turbamento, specialmente ogni qual volta guardava con la coda dell’occhio Harry, quasi per accertarsi che la persona che ora vedeva mangiare tranquillamente, fosse la stessa che avesse condiviso con lui quei momenti la sera appena trascorsa. Riportare alla mente quei pensieri lo agitava, gli colorava il viso di rosso, decorava la sua fronte di gocce di sudore, comprese le mani che cominciavano a muoversi senza l’intenzione di trovar pace. I suoi compagni ovviamente, notarono questo insolito comportamento e cominciarono a fargli tutta una serie di domande, a partire da Pansy che chiese

« Per caso c’è qualcosa che non va Draco? Sei così strano…sembri nervoso stamattina.»

«Ma che vai a pensare, sto benissimo!» rispose lui scattando come una molla e allo stesso tempo dando la conferma agli altri che qualcosa ci doveva pur essere.

«E che mi dici di ieri sera? Perché non sei venuto a cena?» chiese incalzante Blaise

«Ma un pacchetto di affari tuoi?»

«ok ok….non è aria oggi»

Poi uno scoppio di risate dal tavolo dei grifondoro indusse tutti a voltarsi e a cercare di seguire la conversazione che vi si stava tenendo.

«Harry, sei proprio scemo certe volte!» esclamò Seamus tra una risata e l’altra

«Sei stato tutto questo tempo senza occhiali, quando li avevi dimenticati nel tuo baule tra il kit di manutenzione della scopa?» ripetè quasi incredulo Ron

«A me sembra strano….» disse Hermione «Non avevi detto di averci già controllato?»

«Non ricordo di aver mai detto niente del genere.» rispose lui evasivo

«…………»

Contemporaneamente al tavolo dei serpeverde

«Eh già, avete notato? Potter ha ritrovato i suoi occhiali.» disse Goil

«Peccato, niente più divertimento» aggiunse Tiger

«Eppure era passato parecchio tempo, tanto da farmi pensare che più che persi glie li avessero fregati…»

Affermò pensierosa Pansy guardando Malfoy

«Che vuoi da me? Io non c’entro niente con sta’ storia. E poi ti pare che se li avessi avuti, glie li avrei ridati?»

«Già………penso di no.»

Il biondo cercò il più possibile di contenersi, ma ad aumentare la sua agitazione fu notare, una volta giratosi, che Harry lo stava guardando con sospetto. Ma poi fu distratto da un’altra risata-domanda di

Seamus che urlò, attirando nuovamente su di sé e il resto dei grifondoro l’attenzione

«AH AH, non mi darai allora che ieri sera non ti sei fatto vedere proprio perché hai perso tempo a cercarli o morivi dalla vergogna a dire dove li avevi ritrovati?!»

«In un certo senso…» rispose imbarazzato il moro

«Quindi» aggiunse Blaise «Non c’era neanche Potter a cena»

«Eh sì.» confermò Pansy «L’avevo notato anche io»

«UH UH, che strano, tu e Potter ieri non c’eravate! Una coincidenza, a me piacciono le coincidenze! UH UH! Fico!»

«Goil è mai possibile che quando parli lo fai sempre a sproposito? Ora mi vuoi dire questo che c’entra?!!»

«Niente.» concluse lui facendo spallucce, mentre Malfoy, disperato, si prendeva la testa tra le mani.

ACCIDENTI A TE STUPIDO BESTIONE!!”  pensava in quel momento augurandosi che nessuno lo avesse sentito, ma si sbagliava di grosso, avendo in prima persona urlato a quel modo. Infatti…

«Ah già Harry, anche Malfoy ieri non c’era a  cena.» disse Ron con disinvoltura

«Davvero?» rispose lui semplicemente, girandosi a guardare il biondo, che si accorse lo stava guardando a sua volta. Ma non appena i loro sguardi si incrociarono, il serpeverde si rigirò immediatamente.

«Bhe , in effetti ,chissà che avrà combinato quello lì..»disse Harry con un mezzo sorriso rivolto agli amici.

«”Chissà che avrà fatto quello lì..” Ma guarda te questo. Ha fatto tutto lui, altro ché! » si ritrovò a bisbigliare il ragazzo.

«Hai detto qualcosa Draco?» domandò Pansy

«No niente. » rispose secco, quando ad un tratto, senza che se ne fosse accorto, dietro di lui apparve Piton, che con il suo usuale tono chiese

«Draco Malfoy , non è forse suo questo?» fece, porgendogli un bottone del suo mantello, estremamente personalizzato, come usano portare tutti i membri della nobile famiglia purosangue Malfoy, ovviamente.

«Hem……sì professore» rispose prendendolo velocemente.

«Credo lei lo abbia perso in corridoio, mentre ieri sera correva come un forsennato verso la sala di ritrovo.» concluse allontanandosi.

“OH CAVOLO! Sono FINITO! Ora avrà capito tutto!!” pensò Malfoy sbiancando all’improvviso e girandosi per osservare un Harry attento a bisbigliare qualcosa all’orecchio della Grenger.

“ E no merda! Non ti permetterò di raccontarlo ad altri!”

Così si alzò all’improvviso e si avviò deciso verso l’altro ragazzo, che una volta trovatoselo di fronte, domandò «Che c’è Malfoy?»

« Devo parlarti.»

« E si può sapere di che?»

«………»

« Allora?» fece Harry per niente intenzionato a scomodarsi.

« Non fare domande, sfregiato del cavolo! E seguimi piuttosto!» tagliò corto il biondino afferrandolo con forza per un braccio e trascinandolo con sé.

« Hei datti una calmata!» disse infine Harry quando si trovarono nel corridoio deserto, sfregandosi il braccio su cui, ne era sicuro, era stampato il segno lasciatogli dall’altro.

«Ma che calmata!» esclamò lui  «Che stavi dicendo alla Grenger eh? Si può sapere?»

« Affari miei.»

« DILLO!»

«Quanto rompi……le stavo dicendo che sei stranissimo stamattina.»

« Ma davvero…sei perspicace dato che ORMAI l’avevano capito TUTTI!!»

« Appunto, era una cosa stupida no? Allora si può sapere che vuoi da me?» In quel momento Draco si chiedeva se stesse recitando o fosse davvero così imbecille da non capire come fossero andate la cose.

Più che altro la sua domanda era “Ma se proprio non ha capito che ero io, a chi diavolo pensa di averlo dato quel bacio? Spero che almeno non mi abbia scambiato per una gallinella qualunque….”                      Così decise di dare miglior prova del suo sangue freddo, e cercare di ribaltare la

 situazione a suo vantaggio. Dopotutto se fosse riuscito ad assicurarsi che Potter non aveva capito un tubo, poteva anche stare tranquillo; perciò chiese

« Ero curioso di sapere perché ieri non c’eri in sala grande.»

« Potrei fare la stessa domanda a te…»

« Io……ehi l’ho chiesto prima io!»

« Va be…per una volta che hai ragione…Ero alla lezione supplementare di Piton e mi sono addormentato. Quando mi sono svegliato… era troppo tardi, non avevo fame e sono andato direttamente a dormire.»

Malfoy sapeva che non era vero, ma come avrebbe fatto a fargli sputare il rospo?

«Davvero? A me hanno detto che…che ti hanno beccato in flagrante con qualconO quando stavi lì» disse con uno dei suoi sorrisini cercando di bluffare.

« Ah si?» rispose Harry alzando un sopracciglio ma senza mostrare particolari reazioni.

« Sai che potrei andare a spifferare in giro quello che mi è stato detto riguardo alle tue…PREFERENZE?»

« Qualche problema a riguardo?» ribattè serio, a quel punto, il moro.

Bhe ,ora tanta sincerità gli pareva esagerata, anzi lo colse proprio di sorpresa, perché finora non aveva mai considerato il fatto che Potter avesse baciato consapevolmente un altro ragazzo, la sua era stata un’affermazione tanto per provocarlo……quindi almeno una cosa l’aveva capita, non era tardo fino a quel punto.

« Ah…ehm…certo che sì, avrò altro su cui sfotterti.»

« Non penso che lo farai.»

« Perchè non dovrei?»

« Non sei così infame…credo.» aggiunse dubbioso.

« Allora vediamo…» cominciò a dire,avvicinandosi, con aria falsamente pensierosa « Facciamo così. Io potrei decidere di non essere così… “infame” e andare a spifferare tutto… se tu mi dici chi era quel ragazzo.» il suo cuore,dopo aver pronunciato questa frase , cominciò ad accelerare i battiti. Bene. Ce l’aveva fatta. Ora doveva solo ascoltare la risposta e sarebbe finita lì……

« Uhm…veramente…non so se dirtelo.»

Il biondo si avvicinò ancor di più, spingendo l’altro spalle al muro sulla parete del corridoio.

« Se non me lo dici subito ti farò MOLTO male, credimi.» disse mimando il lancio di un incantesimo.

« Che hai da ridere?» aggiunse poi quando si accorse del sorriso che aleggiava sulle labbra del moro.

Quelle labbra che gli facevano uno strano effetto. Che lo avrebbero spinto a saltargli addosso (ma non per picchiarlo…) non fosse stato per non rovinare tutto all’ultimo.

«Allora?»

« Bhe sai Malfoy…è che in verità…non lo so.»

« Come non lo sai..»

« Aveva messo il cappuccio e una parte dalla faccia era coperta e poi io NON AVEVO I MIEI OCCHIALI…» disse sottolineando l’ultima frase con particolare enfasi.

A questo punto se non lo sa, inutile insistere, meglio andarsene.” Pensò allora l’altro.

« Però a dirtela tutta, ho avuto l’impressione che fosse proprio il ragazzo che…che mi piace, da un po’ di tempo a questa parte.»aggiunse lui, per la prima volta, arrossendo imbarazzato.

« Ah sì eh? In tal caso saresti stato fortunato, per una volta in vita tua.»

“Ma pensa te che roba, volevo solo sapere se mi avesse riconosciuto e ho scoperto i suoi gusti sessuali e tra poco persino chi gli piace”

« Già …in effetti sembra che mi abbia corrisposto…»disse timidamente Harry

Malfoy deglutì. Riconosceva che aveva ragione. Altrochè se aveva corrisposto quel bacio

« B-bhe … insomma si può sapere chi è?»

A quel punto Harry, che già si trovava a poca distanza dal biondino si avvicinò con grande sorpresa dell’altro, fino a trovarsi con la propria bocca vicino al suo orecchio. Quindi sussurrò.

«Tu lo sai. Mi hai corrisposto vero Draco?»

A quelle parole il serpeverde fece un salto all’indietro.

«M-ma tu! TU lo sapevi fin dall’inizio allora?!»

«Sì. Ti ho riconosciuto subito» disse tutto soddisfatto Harry. Malfoy lo guardava sbalordito. Non aveva ancora ben realizzato la cosa. Dunque tutto quello che aveva appena detto…il ragazzo che gli piace…era LUI?!?

«Bè che c’è? Tanto sorpreso?» gli domandò il moro sorridendo all’altro che ormai era diventato muto come un pesce, in grado solo do aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono.

«Hei? Ci sei?» fece, avvicinandosi nuovamente con le braccia tese per poter poi afferrare tra le mani il volto del biondino, ancora un po’ inebetito.

«Ah, dimenticavo di dirti che adoro la tua pelle, è soprattutto grazie a quella e il tuo odore che ho capito chi eri» aggiunse abbassando il tono della voce, per far sì che solo il ragazzo di fronte a lui lo sentisse.

 Poi portò le labbra ad accarezzare le guance di Malfoy che si incendiarono immediatamente. 

Il moro lo baciò sul collo più volte, provocando piccoli brividi di piacere all’altro, fino a risalire e giungere vicino alla sua bocca. Lo stava per baciare una seconda volta quando il serpeverde lo spinse via dicendogli

«C**** Potter questo non dovrebbe succedere!»

«E chi l’ha detto scusa?» rispose un po’ meravigliato del fatto che lo avesse fermato proprio in quel momento, uscendosene fuori con quell’affermazione.

«Tu…tu a me non piaci!»

«Ah no?»

«No.»

«Sei sicuro?»

«Sicurissimo.»

Seguì un attimo di silenzio. Harry lo guardò con un’espressione che diceva chiaramente “Stai ancora cercando di prendermi in giro? Guarda che non ci riesci.”

«Allora adesso come la mettiamo?»

«Ora facciamo finta che non è successo niente e dimentichiamo il fatto che io…che io ti piaccio e che per un attimo, un solo dannatissimo attimo io ti abbia ricambiato.» affermò il biondo con gli occhi rivolti verso il basso mentre l’altro lo guardava deluso.

«Va bene, come vuoi tu…»

Ma Malfoy notò quella nota di delusione nella sua risposta e, quando alzò lo sguardo per osservarlo, vide un’espressione disillusa e amara sul viso del moro, mentre un’unica e solitaria lacrima scendeva sulla sua guancia, raccolta immediatamente con orgoglio, tipico dei grifondoro, dalla manica del ragazzo. Pochi istanti dopo, quest’ultimo, si girò e fece per andarsene, quando Malfoy non seppe trattenersi e gridò

«POTTER!!»

«Che vuoi ancora?» ma non fece in tempo ad accorgersene che fu preso, di nuovo, con prepotenza, per un braccio, e trascinato via dalla sua posizione, per finire poi scaraventato addosso alla parete.

«TI ODIO. Ti odio da morire. Ti ho sempre odiato e non vorrei smettere di farlo per questo tuo stupido comportamento e modo di fare da donnina affran……»

«Malfoy, non ti sembra un po’ troppo?» lo interruppe Harry sull’orlo delle lacrime

«Oh no P……HARRY……non lo è affatto per quello che mi stai portando a fare.»

E detto questo lo baciò, prima con violenza e con passione, poi gustando lentamente ogni istante di quel loro prolungato contatto.  Scostatosi di qualche millimetro dal viso del moro, prese poi a giocherellare con il suo labbro inferiore, mordendolo, sfiorandolo con la propria lingua…

«Draco…»

«Sì?»

«Ti odio anche io, da morire.» fece sorridendo.

«Certo Potter, certo.»

 

UNA SETTIMANA DOPO

 

Harry barcollò qua e là per il corridoio, andando a sbattere contro la figura di un ragazzo alto, dai capelli biondi , dagli occhi azzurri, che sembrava tanto…

«Oh, scusa tanto Malfoy!»

«Scusa un accidenti, stupido di un Potter! Stai attento a dove metti i piedi!» disse urlando e preoccupandosi che tutti quelli attorno a loro lo avessero ben sentito.

«Cos’è. Persi di nuovo gli occhiali?»

«Così pare…» rispose lui con un’alzata di spalle.

«Uhm……» fece l’altro chinandosi e avvicinandosi sempre di più al grifondoro, che preoccupato per il fatto che il ragazzo avesse voluto baciarlo davanti agli altri disse sottovoce.

«Hei Draco…stai attento.»

«Sì,sì, mentre tu cerchi di darmela a bere.»

«Ma dai……» rispose furbescamente il moro.

«Che mi dici allora di queste………………LENTI A CONTATTO?»

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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