Il ponte della nave era deserto. Mi sedetti sul piccolo muretto che costeggiava la piscina e alzai lo sguardo.
Il cielo notturno mi sovrastava nella sua immensità. Piccola e sperduta nell'immenso, mi ritrovai a pensare alla difficoltà provata dall'uomo nel vivere consapevole della propria piccolezza.
Alle mie spalle un rumore mi avvisò dell'arrivo di qualcuno; non mi voltai. Sapevo a chi appartenevano quei passi. Si sedette accanto a me e insieme ammirammo le stelle brillare nel cielo. Con lui accanto l'immenso si era ridotto a due profondi occhi verdi che si limitavano a fissarmi. Li guardai. Io che pensavo l'universo fosse infinito.