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Autore: Touma    20/12/2007    3 recensioni
Se potessi esprimere un desiderio, che cosa chiederesti? E credi che sarebbe un desiderio legittimo? One Shot con i team 7, 8, 9, e 10 al completo, più Jiraya e un “ospite illustre”. Ma i veri protagonisti si scoprirà solo alla fine chi sono…
Genere: Romantico, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dono del primo dell'anno
Il dono del primo dell'anno
“Non c’è niente di più bello di una grigliata in compagnia! Soprattutto quando la carne è di prima qualità come questa! Gnam…”
“Chouji! E smettila per un attimo di mangiare, non siamo qui solo per questo…”
“Kiba ha ragione Chouji, aiutami a portare questa legna due minuti, è una vera seccatura farlo da solo… non pensare sempre a mangiare!”
“E tu invece non stare sempre a pensare Shika, rilass… Maledetto Kiba, ridammi quella braciola! Mi hai imbrogliato!”
“Aah, ottima, al sangue come piace a me! Proprio buona!”
“Tecnica del controllo dell’ombra!”
Shikamaru dovette abbandonare per un attimo la legna per bloccare i suoi due amici che stavano per darsele di santa ragione… “Per una braciola poi! Ma fatela finita! Siete proprio una seccatura quando litigate per il cibo… ce n’è in abbondanza per tutti!”
Il giovane chunin rilasciò la sua ombra e contemporaneamente i due ragazzi riacquistarono la libertà di movimento. Kiba aveva ancora mezza bistecca che sporgeva dalla bocca.
“Sì, ma quella l’avevo scelta personalmente e…”
“Su, su, non è il caso di prendersela per questo, Chouji!” lo interruppe il maestro Asuma.
"Piuttosto, ora che abbiamo la legna anche per il falò, accendiamolo, e cominciamo la tradizionale festa del racconto!"
“Sai che palle…” fu il commento sottovoce di Shikamaru.
Chouji, Naruto e Kiba, poco distanti, risero.
“Cosa, Shikamaru? Vuoi andare a prendere altra legna? Oh bravo, finalmente ti vedo volenteroso…”
“Oh, no! Maestro...”

Lepre, cinghiale, tigre… con un semplice jutsu Jiraya accese il falò, e annunciò con tono solenne l’inizio dei festeggiamenti di capodanno.
“ Ragazzi, questa è la vostra prima festa del racconto, benvenuti! Come saprete, questa tradizione è stata instaurata dal primo hokage in persona, con lo scopo di tener viva nella memoria dei giovani le tradizioni del nostro popolo e le gesta dei suoi eroi. Tutti i genin che hanno partecipato alle semifinali per la selezione dei chunin si ritrovano insieme ai loro maestri e compagni intorno al fuoco e si raccontano aneddoti e leggende. In quanto scrittore di fama mondiale, sono stato nominato anfitrione di questa festa e…”
“Eremita porcello, ci dà un taglio e cominciamo la festa?”
“Naruto, sei il solito screanzato! Ti pare il modo di rivolgerti al tuo maestro?”
“Ma perché non si guarda intorno invece di sbraitare tanto?”
Gettando uno sguardo al suo pubblico Jiraya si accorse che gli unici che stessero vagamente prestando attenzione a quanto stava dicendo erano Lee, che forse credeva di poter apprendere chissà che cosa dalle sue parole, e Shino, che lo guardava fisso e serio da dietro i suoi occhialetti.
Tutti gli altri, jonin compresi, si stavano bellamente facendo gli affari propri.
Chouji e Kiba, fatta pace, si stavano dividendo una lunga salsiccia, Ten Ten spronava Hinata a sciogliersi un po’ e venire nel gruppetto di ragazze a spettegolare con loro, Shikamaru e Ino stavano naturalmente litigando per un motivo futile come il posto alla tavolata. Neji stava aiutando, visibilmente controvoglia, la maestra Kurenai e Sakura a sistemare le decorazioni. Asuma e Gai infine, si stavano scolando un bicchierino di sakè, con Kakashi vicino a loro, in un angoletto, a leggere l’ultimo romanzo di Jiraya.
“Bella questa, calcola più il mio libro che me…”
“Su maestro, non si scoraggi! Dattebayo!”
La festa, nonostante i piccoli contrattempi, proseguì alla grande.
A turno, chi voleva poteva alzarsi e raccontare una storia a piacere per intrattenere gli altri: fiabe, aneddoti reali, buffi o spaventosi, miti e leggende, storie del terrore.
Una delle più gettonate fu di sicuro quella raccontata dal maestro Gai, mimando e gesticolando come un pazzo:
“Mi trovavo solo e disarmato nel paese dell’acqua, quando a un tratto mi si parò davanti un gigantesco panda: sarà stato alto almeno 3 metri! Avevo invaso il suo territorio, a quanto pare, e quindi non mi rimase che ingaggiare con lui una lotta all’ultimo sangue, che durò tre giorni e tre notti di seguito. Era un panda ferrato nelle arti magiche, sapete? Ma anche in quelle illusorie non se la cavava male: era capace di tramutarsi in un albero d’ulivo, e mimetizzarsi così tra i bambù.”
Sakura, Neji e Shikamaru esibivano una faccia decisamente perplessa mentre ascoltavano questo racconto, verosimile quanto una nevicata estiva a valle. Rock Lee invece ascoltava il suo maestro estasiato.
“All’alba del quarto giorno, ci fermammo per la prima volta a riprendere fiato e il nostro sguardo si incontrò. In quel momento, ci riconoscemmo come rivali e lui spezzò un bambù e me lo porse… mi invitava a dividere il suo pasto con lui, e io non potevo rifiutare la sua amicizia. Quindi cominciai a rosicare il bambù da un lato, mentre lui faceva lo stesso dall’altro. Quella canna doveva essere lunga ad occhio e croce più di dodici metri, e a furia di masticarla ci ritrovammo a fare a gara a chi finiva per primo. Io, con la mia suprema tecnica, gli tenevo testa, ma lui era più allenato di me, finché la sfida non si risolse in un pareggio, nel momento in cui ci baciammo per sbaglio. Lì decisi di darmela a gambe, in quanto scoprii che il panda in questione era una signora panda, e voleva che diventassi suo marito”
“Oh, maestro!! Che storia toccante! Mi sembra di averla vissuta insieme a lei!”
“Lee! Ma non ti rendi conto che è tutta una panzana? Testone!” e il pugno di Sakura si abbattè sul povero Rock Lee.
Era una bella serata, senza dubbio, e tutti si stavano divertendo. Ma nonostante l’aria di festa, tutto si svolgeva come da copione.
“Non ci posso credere Ino, tu che mangi dei dolci! Attenta che ingrassi, eh!” si rivolse sarcastico Shikamaru alla sua compagna, che intorno al falò stava arrostendo dei marshmellow insieme alle sue amiche.
“Idiota, non lo sai che arrostiti perdono il 75% dei grassi?”
“Sì, sì, credici”
“Che c’è, vuoi litigare?”
“Io? Ma figurati, chi me lo fa fare…”
“Shikamaru Nara! Non mi fare imbestialire come al solito!”
“Sarebbe una novità il vederti tranquilla, veramente…”
Già, proprio tutto da copione.
“Maestro Kakashi, maestro Kakashi! Mi sa dire perché siamo dovuti venire qui in questo posto lugubre a fare la festa quando il cortile del palazzo degli hokage era molto meglio?”
Kakashi chiuse il suo libro sospirando.
“Possibile che devi dare sempre un giudizio su tutto, Naruto? E comunque sappi che questo posto è un luogo storico, che viene aperto al pubblico solo durante questa festa”
“Davvero? Non lo sapevo… e perché sarebbe così importante questo posto?”
“Perché qui sorgeva la casa del primo hokage, prima che venisse distrutta dalla volpe a nove code più di dodici anni fa”
“Ah…” Naruto si rabbuiò di colpo a sentire parlare di un accadimento relativo alla bestia che aveva racchiusa dentro di sé. Fantastico, ora si sentiva indirettamente sulla coscienza anche la distruzione della casa originaria del primo hokage.
“Dai Naruto, non ti intristire, non è una cosa che ti riguarda e di cui devi sentirti responsabile. Piuttosto, vedete il tempio alla mia destra? Faceva parte del comprensorio della casa, e rimase miracolosamente intatto nonostante la distruzione di tutto il resto. E’ un tempio molto antico, si dice che fosse addirittura preesistente alla fondazione del villaggio, e che al suo interno vi dimorino spiriti saggi e potenti…”
“Kakashi ha ragione, Naruto. Anzi, perché non racconti tutta la leggenda che circonda questo santuario, invece di tornartene in disparte a leggere? Sono sicuro che i ragazzi la troveranno edificante” intervenne Jiraya.
“Mhh, ok, visto che comunque una storia la devo raccontare…
Allora, si narra che gli spiriti che dimorano questo tempio sono in grado di realizzare i desideri sinceri una volta l’anno, in cambio di un ‘vero dono’. Vedete quelle grosse campane? Si dice che nel momento in cui gli spiriti accolgono una richiesta, quelle suonino apparentemente da sole, come sospinte dal vento.
Da quando il villaggio è stato fondato decine di anni fa, a quanto pare questo miracolo è avvenuto solo quattro volte.
Eppure non c’è persona in Konoha che non abbia provato ad esprimere il suo desiderio davanti a quell’altare una volta o l’altra.
Sono venute devotamente in pellegrinaggio anche persone da altri paesi, recando offerte votive sempre diverse e spesso di gran pregio. Sapete, quando avevo la vostra età arrivò fin qui addirittura il sovrano di un paese al di là del mare, portando in dono quell’enorme statua del buddha che potete vedere lì in fondo. Fu un evento, ma mi ricordo che le campane non suonarono neanche quella volta e il re se ne andò via sdegnato.
Io stesso non ricordo di averle mai sentite suonare…
Si dice che l’ultima volta sia stata circa trent’anni fa, ad opera di un ragazzino, ma non so di più, forse è solo tutta una leggenda…”
Tutti avevano ascoltato la storia interessati.
Del resto, se c’è di mezzo qualcosa in grado di realizzare i propri desideri senza apparente fatica, si è sempre ben propensi a farlo.
Molti si misero a fantasticare su cosa avrebbero desiderato avverare se fosse stato possibile: essere meno timida per Hinata, un agriturismo di proprietà per Chouji, un buono vitalizio per il salone di bellezza per Ino…
Ma tutto a un tratto Jiraya interruppe quella sequela di sogni ad occhi aperti: “No Kakashi, non è una leggenda, io ricordo benissimo quel giorno di tanti anni fa e so come andarono le cose.
Quel ragazzino non conosceva neppure la storia di questo posto, era venuto qui solo a giocare, e incontrò un kitsune, uno spirito volpe, che si era travestito da vecchio monaco.
Il finto monaco lo trattò sgarbatamente: Cosa ci fai qui, marmocchio? Questo e' un luogo sacro, vi si puo' accedere solo una volta all’anno. Fila a casa!
Ma il bambino non si mostrò per nulla intimorito. Anzi con curiosità sincera gli chiese Ma tu vivi tutto solo qui?
Certo che vivo da solo! Vedi altri qui oltre a me e te? E ora vai via!
E non sei triste senza persone importanti a cui volere bene?
Il kitsune restò interdetto dall’atteggiamento del ragazzino e soprattutto dalle sue parole, e rispose stizzosamente Ma… ma cosa vuoi capirne tu, sei troppo piccolo per sapere cosa sono le cose importanti! E ora vattene, voglio stare in pace! e dicendo così, si voltò nella direzione opposta al bimbo e si acquattò in un angolo.
L’innocenza del ragazzino lo aveva sconvolto ma non voleva darlo a vedere. Sapete, i kitsune sono bestie orgogliose.
Vai via, bambino, vai via!
Ma il biondino non si muoveva. Anzi, lentamente cominciò ad avanzare verso di lui.
Il kitsune singhiozzava e imprecava, stava per perdere il controllo della sua trasformazione e compiere un grave gesto. Va' via, o ti mang… uh?
Se il finto monaco avesse potuto vedere negli occhi azzurri del ragazzino, avrebbe visto che il bimbo voleva sinceramente diventare suo amico.
Ma non gli servì voltarsi per realizzarlo.
Il ragazzo, avendolo visto tutto tremante, aveva pensato avesse freddo, quindi gli posò sulle spalle il suo soprabito bianco.
Moccioso, sniff… qual e' il tuo piu' grande desiderio?
Eh, beh… senza dubbio avere la forza per difendere gli abitanti di questo villaggio e le persone a cui voglio più bene. Però voglio essere abbastanza forte da riuscire a proteggere tutti, anche quelli che mi stanno antipatici. Voglio diventare il ninja più forte!
E sia...
In quel momento le campane cominciarono a suonare come impazzite, scosse da una tempesta.
“Che bella storia, maestro porcello! Peccato che sia solo una delle sue solite invenzioni da romanzo!”
“Naruto! Ci risiamo! Sempre a mettere in dubbio le parole del tuo maestro! E’ tutto vero, te lo posso assicurare sul mio onore di ninja leggendario!”
“Va bene, va bene, le credo, tanto non c’è modo di saperne di più”
“Maestro Jiraya, ho una domanda da farle!” Lee alzò la mano, chiedendo compostamente la parola come al solito.
“Prego, dimmi…”
“Che fine ha fatto il ragazzino che incontrò il kitsune? Riuscì davvero a diventare abbastanza forte da proteggere il villaggio e i suoi abitanti?”
“Ci puoi scommettere, ragazzo… ed è morto proprio proteggendo la sua gente da un grande pericolo, dando tutto se stesso fino a sacrificarsi”
A Lee luccicarono gli occhi. “Wow!! Era un grande eroe allora! Voglio essere come lui!”
“Ma, maestro… chi era costui? Possibile che non ne abbiamo mai sentito parlare?” fu la pertinente domanda di Sakura.
“Mai? La sua figura ci sovrasta tutti i giorni, sia in senso metaforico… che fisico!” Jiraya si voltò in direzione della montagna su cui erano scolpiti i volti degli hokage.
E tutti assunsero un’espressione soddisfatta. Tutti tranne un perplesso Naruto.

Alla fine della serata, quando tutti stavano tornando a casa, le ragazze erano ancora intente a parlare della storia raccontata da Kakashi e dall’eremita.
“Pensate che bello se esistesse davvero quel kitsune che esaudisce i desideri!” disse una raggiante Ten Ten.
“Già” fecero coro una Ino dall’aria trasognata e una titubante Hinata, con un filo di voce.
Sakura si avvicinò alla bionda e le sussurrò in un orecchio “Ino, puoi aiutarmi a preparare un bellissimo mazzo di fiori?”
“Eh? Certo Sakura, ma… cosa vorresti farci?”
“Che domande… lo porto in dono al kitsune! Magari può far tornare Sasuke in qualche modo!”
“Sarebbe bellissimo, ma… non ci crederai davvero? E’ solo una storia come tante che i grandi si inventano per tenerci buoni e farci la predica, in fondo”
“Sarà, ma tentar non nuoce, no? Componiamo il mazzo e poi lo portiamo al tempio stanotte, e…”
“Ma scherzi? Io in quel postaccio mezzo diroccato non ci andrei neanche in pieno giorno, figurati di notte!”
“Se non vuoi venire, almeno dammi una mano con i fiori dai, sono la tua specialità, no? Così, se Sasuke tornerà, sarà anche un po’ merito tuo!”
“Sakura, non pensavo fossi una credulona del genere, ma come dici tu, tentar non nuoce. E poi mi piace comporre mazzi di fiori, quindi… affare fatto!”
Circa un’ora dopo, una ragazza con un lungo vestito rosso e i capelli rosa si faceva strada nell’anticamera del tempio. In mano reggeva un bellissimo mazzo di fiori misti, tra cui spiccavano roselline di campo in tre diverse tonalità.
Senza alcun preavviso, quasi sbucando dal nulla, un gatto dal pelo chiazzato nero e bianco le tagliò la strada, per scomparire da una finestra.
“Brutto gattaccio spelacchiato! Farmi spaventare così!”
Si avvicinò quindi all’altare, e si rese conto che non sapeva se c’era bisogno di un rituale particolare o meno. Ripensando alla storia raccontata quella sera, pensò che non ce ne fosse bisogno, in finale.
Depose il mazzo di fiori sull’altare, congiunse le mani e si concentrò:
“Oh, grande spirito kitsune! Vengo qui a porti i miei omaggi e il mio rispetto, e per chiederti la grazia che il mio compagno di squadra Sasuke torni qui da noi, ci manca tanto, e soprattutto a me”
Silenzio.
Sakura attese qualche minuto in quel posto spettrale, ma niente, non riusciva a cogliere nessuna presenza sovrannaturale, niente che non fosse il fruscio del vento là fuori che fischiava fra l’erba.
“Brr… a ben vedere questo posto mette i brividi, e non solo di freddo… però a quanto pare non c’è nessuno spirito… me ne torno a casa, ho perso anche troppo tempo, accidenti a quando mi metto a credere a certe storielle…”
STUD!
Un tonfo sordo fece sobbalzare Sakura, che per la seconda volta in pochi minuti si prese un bello spavento.
E se fosse lo spirito che ora si è arrabbiato per quello che ho detto? Ora come faccio? Calma Sakura, calma…
Sentì dei passi venire verso di lei.
Chi sarà? Magari è il finto monaco! Oppure, più realisticamente, un altro credulone come me… ma nell’incertezza, meglio nascondersi.
Così dicendo, si riparò con un balzo dietro a una colonna in fondo al tempio.
Da dietro la sua postazione, Sakura vide il nuovo pellegrino che si affacciava sull’ingresso.
Ma è Naruto!
Il ragazzo si aggirò incuriosito nella grande sala principale del tempio, finché la sua attenzione non fu attratta dall’altare principale, e vi si diresse.
Si mise dritto davanti ad esso, chiuse gli occhi e giunse le mani, per formulare poi la sua personalissima preghiera:
“Ciao spirito kitsune, sono Naruto Uzumaki, e sono venuto qui per chiederti un grosso favore. Ci ho pensato tanto a cosa chiederti, ma non ti chiederò di diventare hokage, perché ho deciso che lo diventerò con le mie sole forze. Allora avevo pensato che sarebbe bellissimo se Sasuke tornasse qui a Konoha… Però è inutile se non lo fa di sua spontanea volontà… Non ti chiederò neanche che Sakura si accorga di me e mi accetti, l’ho già delusa troppe volte in passato e non voglio aiuti neanche per questo… Anche se per quanto tenti di essere gentile con lei, riesco solo a farmi sgridare, quindi… Poi questi tre desideri in fondo dipendono da me, e, che falliscano o no, voglio che rimanga così. Però vorrei una cosa per me davvero importante, ma che non dipende da me… e riguarda sempre Sakura.
Vorrei che fosse sempre felice, e riuscisse a realizzare i suoi sogni, qualunque essi siano. Io non riesco ad aiutarla, ma se potrai farlo tu, ti ringrazio!”
“Naruto…” Sakura guardava il suo amico, che ad occhi chiusi, chiedeva una cosa del genere al kitsune, con quel tono, con quella stessa semplicità con cui lei avrebbe chiesto al padre qualche spicciolo per lo shopping, a cuor leggero.
“Ah già, l’offerta!! Purtroppo a casa non avevo niente, però ho pensato che potevamo dividerci questi!” E posando lo zaino per terra, tirò fuori un grosso contenitore termico con sopra il simbolo dell’ichimeki ramen. Lo aprì, e ne tirò fuori due enormi scodelle fumanti.
Ne posò una sull’altare, con le bacchette a fianco.
L’altra invece fu ben felice di posarsela sulle ginocchia una volta sedutosi per terra.
“Ho pensato che chissà quanti anni sono che non mangi un bel piatto di ramen come si deve, e ti assicuro che questo è il migliore! Beh, buon appetito allora!!”
E felice e spensierato, spezzò le bacchette e cominciò a mangiare.
Sei proprio una testa quadra, Naruto, ma… ti voglio bene. Grazie. Mi hai fatto felice con quello che hai detto. Hai fatto tutto questo per me, e io per te invece, cosa faccio mai? Scemo… Una lacrima stava per scivolare dagli occhi della ragazza, ma lei la fermò in tempo, e decise di fargli un bello scherzo.
Io non riesco mai a dirti cosa penso di te, Naruto, ma forse in questo modo capirai che riesci a rendermi felice, anche quando sbagli tutto, anche se non te ne accorgi… perché comunque ce la metti tutta!
Senza farsi vedere, Sakura era giunta al campanile, e dopo essersi protetta le orecchie, le ci volle poco a far suonare quella vecchia campana arrugginita, che da decenni ormai non suonava più.
“Le campane! Stanno suonando!! Kitsune, mi hai ascoltato!! Grazie grazie!! Dattebayo!!”
Felice come non mai, Naruto finì di mangiare, posò la ciotola ormai vuota accanto a quella offerta in voto e si diresse correndo verso casa, con l’eco della percussione della campana che andava spegnendosi.
Sulla strada per il centro, trovò Sakura ad aspettarlo, sebbene lei fece sembrare il loro incontro un caso.
“Hey Sakura!! Ma che ci fai qui a quest’ora? E’ tardi!”
“Sì, lo so, ma ero con Ino e le altre ragazze e abbiamo fatto tardi, ma stavo tornando proprio ora…”
“Ah, sì? Credevo foste tornate a casa, mi sarò sbagliato… Oh, hai sentito? Le campane prima hanno suonato! Che bello!”
“Eh, già!” Sakura rise divertita. “Sarà la nascita di qualche grande eroe!”
“Ma smettila! Magari invece è la nascita di un grande amore, che ne dici eh, Sakura-chan!?”
“Ecco cosa ne dico, testa quadra!” Un sonoro ceffone arrivò sulla guancia di Naruto, che sbilanciandosi ruzzolò all’indietro.
“Mamma mia, neanche Nonna Tsunade tira certi sganassoni. Non cambi mai, eh? Neanche il kitsune potrebbe farti cambiare idea, mi sa” disse, massaggiandosi la guancia arrossata.
In quel mentre, le campane suonarono di nuovo. Ma non come prima, quando Sakura le mosse con un colpo ben assestato in modo che suonassero un po’ facendo avvertire la loro presenza.
Stavolta la scampanata si sentì in tutto il villaggio, vista la sua veemenza.
Molti accorsero al tempio, nella speranza di vedere il kitsune.
Ma l’unica cosa che trovarono di inusuale in quel luogo fu la presenza di due ciotole da ramen.
Vuote.
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Buenasalve a tutti, e benvenuti alla seconda fanfiction che pubblico!
Non pubblicavo da parecchio, lo so. Ma sono stato parecchio occupato, e sebbene lo scrivere abbia acquistato sempre più importanza nel corso dell'ultimo anno, ho dato priorità ad altre cose. Ora conto di pubblicare un pò di ff a distanza decisamente più ravvicinata ^^
Veniamo ora a questa simpatica storiella.
Innanzitutto, la dedica: siccome ci sarebbero una marea di persone che vorrei ringraziare, eviterò sfilze di nomi e soprannomi, e anzi la allargo quanto più possibile:
Dedico questa fanfic a tutti coloro che riescono a dare tanto agli altri senza niente chiedere, e spesso senza neanche ricevere anche solo un semplice "grazie".
Spesso la loro generosità è talmente sottile che non ci rendiamo neanche conto di quello che fanno ogni giorno per noi.
Di persone così meravigliose ce ne stanno tante al mondo, ma bisogna avere la fortuna di incontrarle e riconoscerle, perchè non stanno certo lì a dirti "io, io! sono io l'altruista!" XD
Semplicemente, grazie, chiunque voi siate e ovunque vi troviate in questo momento. Che stiate o meno leggendo queste quattro righe che non vi rendono giustizia, grazie.
Mi sento inoltre in dovere di ringraziare l'attore del quale ho visto qualche minuto di una sua performance in un vecchissimo programma tv in cui raccontava la storia dalla quale ho preso in parte ispirazione. Non so come si chiami nè se sia ancora in vita, ma comunque grazie.
Per il resto, che dire? Questa storia l'ho scritta di getto, come al solito ero partito per farne una molto più corta, ma è andata così... purtroppo ( o per fortuna forse dovrei dire, viva la fantasia!) mentre scrivo, mi vengono sempre nuove idee interessanti e provo a svilupparle in corsa, cercando di integrarle al meglio. Così una cosa che doveva essere di poche righe diventa lunga così e una storia che doveva essere in tre capitoli diventa di 16 XD
E anche questo commentino rischia di diventare troppo lungo, a ben vedere. XDDD
Indipercuiconciò vi lascio, ma non prima di richiedervi naturalmente di lasciare un piccolo commentino, sia che la storia vi sia piaciuta, sia che vi abbia fatto pena :P
Vi risponderò qui fra le note ^^
Non so dirvi se la prox che pubblicherò sarà un'altra delle ff narutose che ho in cantiere, quella ff su One Piece che mi sta facendo disperare (per motivi personalissimi) o una su Death Note.
Anyway, stay tuned!
Alla prox!
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[Naturalmente, i pg di questa fanfic sono tutti di fantasia, ogni similitudine con fatti o persone realmente accaduti, esistenti o esistiti è puramente casuale.
Naruto e tutti i suoi personaggi sono © Masashi Kishimoto/Kodansha/Tokyo TV/Panini Comics/ e ogni eventuale avente diritto, e sono usati al solo scopo didascalico e amatoriale, senza alcun fine di lucro.
Nessun Jiraya è stato maltrattato durante la realizzazione di questa fanfic.]
  
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