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Autore: Their_Eyes    03/06/2013    15 recensioni
Dal testo:
Liam Payne, 27 anni;
Annabel Kick, 24 anni;
Edward Payne, 5 anni;
Loro erano una famiglia.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dear Annabel


 
 

25/02/1941
 

Cara Annabel,
oggi è stata una giornata molto faticosa e strana. Dopo un anno che sono partito , ho sentito più forte la tua mancanza. Forse, il continuo scriverti lettere e sperare che ti arrivino prima o poi, mi fa sentire vicino a casa anche se sono a migliaia di chilometri di distanza.
Ma oggi, intorno alle tre del pomeriggio, ho veramente pensato a come possa essere, lasciarti affrontare la nostra società.
La SS è entrata nel nostro settore puntandoci il fucile contro. Eravamo quattro lì dentro.
Ha borbottato qualcosa in tedesco (ancora, dopo un anno che sono qui, non ho imparato nemmeno una parola) e ha premuto il grilletto. Per fortuna il proiettile non ha colpito nessuno.
“Se dovete uccidere qualcuno, fatelo su di me, vi prego! Sono l’unico senza famiglia e senza una moglie e un figlio ad aspettarmi a casa” ha sussurrato il più piccolo di noi quattro.
Non ho avuto il tempo di reclamare che la SS si è presa il ragazzo e lo ha portato fuori. Pochi secondi dopo, uno sparo.
Come avrei fatto a lasciarti così? Senza nessuno? A crescere il piccolo Edward?
Non ti devi impaurire. Purtroppo la giornata è andata così. Domani andrà meglio. Hanno detto che ci devono dare una notizia. Spero in una bella.
Come vanno le cose là?
Edward sta bene? Si impegna con te? Salutalo tantissimo e stringilo forte da parte mia.
Tornerò, te lo prometto.
 
Ti amo,

Per sempre tuo, Liam

 
 
Le lacrime sgorgavano dagli occhi di Annabel, che con il piccolo Edward in braccio, leggeva la lettera del giovane marito, grazie alla poca luce che penetrava dalla finestra in un buio martedì sera.
La vita per lei era difficile.
Avere appena 24 anni e trovarsi a gestire se stessa e un figlio di cinque anni, in tempo di guerra era una grande fatica.
Suo marito, nonché padre di Edward era stato preso e portato nel campo di concentramento. L’uniche cose che avevano per comunicare erano pochi fogli e dell’inchiostro.
Tutti i giorni il bambino chiedeva alla madre dove fosse il babbo e se fosse mai tornato.
Annabel, tutti i giorni rispondeva e sperava che sarebbe tornato presto.
Prima di andare a letto, tutte le sere, pregava e chiedeva a Dio di rimandare quell’uomo tra di loro.
Aveva continuamente flashback che raffiguravano lei e Liam durante il matrimonio, abbracciati nel letto, a fare l'amore, alla nascita del bambino e quando, per la prima volta aveva conosciuto i suoi suoceri, un anno prima della loro morte.
 
Era mezzanotte e Edward, finalmente, si era addormentato, quando Annabel decise di rispondere alla lettera.
Corse velocemente fino al cassetto del suo comodino, prese uno dei pochi fogli di carta stropicciati che vi erano dentro e, tuffando la penna nell'inchiostro, cominciò a scrivere.

28/02/1941

Caro Liam,
Edward si è finalmente addormentato. Tutti i giorni chiede di te.
Non sai che spavento mi hai fatto prendere. Come avrei fatto a passare il resto della mia vita senza di te?
Mi manchi da morire. Tutti i giorni soffro, soffro perché penso che potrebbe essere l’ultimo.
Una bella notizia però te la devo dare, il nostro amico.. Ti ricordi? Louis! E’ finalmente salvo e ieri è tornato qui. Mi ha detto di dirti di farti forza perchè, come è successo a lui, faranno uscire anche te.
Ricordi quando, il giorno prima delle nozze mi avevi detto che avresti realizzato ogni mio desiderio? 
Ecco, quanto ci metti a tornare? 
Ti penso in ogni momento. Ho bisogno di te.
La candela si sta per spengere e non ne posso consumare un'altra. Vado a letto.
Aspetto tue notizie,
Ti amo

            Annabel

 
 
 
Era passata una settimana e di Liam non ce ne erano tracce. O meglio, lettere.
‘Che le poste si fossero bloccate?’ 
‘Che la sua lettera fosse stata persa?’ ‘Che lui si fosse dimenticato di spedirla?’ pensava Annabel.. 
Cercava il più possibile di non pensare male e di non pensare a tutte quelle cose che avrebbero potuto succedere in quella settimana di silenzio.

“Mamma?!” la chiamò il piccolo, vedendola preoccupata.
“Dimmi tesoro!” rispose lei, calma, sperando di apparire il più tranquilla possibile.
“Ma babbo?” le chiese mentre si avviavano in campagna.
“Sta bene, amore. Stai tranquillo. Tornerà, ne sono certa” lo rassicurò, cercando di credere nelle sue stesse parole.
“Prendi quel mazzo di legnetti là.. potrebbe servire per accendere il fuoco, stasera!” urlò Annabel ad Edward.
“Si, mamma!” obbedì lui guardandola e prendendo i legnetti in mano.
“Dai, andiamo! Ci fermiamo nel pollaio, prendiamo due uova per cena e andiamo a casa, va bene?” chiese. Il piccolo annuì.
Si fermarono al pollaio e presero le quattro uova che le poche galline avevano fatto nella notte e si incamminarono di nuovo verso casa.

 
 

08/03/1941

Cara Annabel,
Scusa se non mi sono fatto sentire, ma ci sono stati un po’ di contrattempi..
Ci vediamo più presto di quello che tu pensi.
Saluta il piccolino

Liam

 
 Erano appena tornati a casa e Annabel aveva trovato questa lettera appoggiata sul vasetto di rose al di fuori della posta. 
Perchè i postini erano passati così tardi? E perchè avevano messo lì la lettera quando c'è una cassetta della posta enorme con scritto: Posta per famiglia Payne?
Cosa significava più che altro quello che era scritto lì dentro?
Perché Liam aveva scritto così poco?
Il testo era corto ma era pieno di significato.
C’era qualcosa di strano, se lo sentiva.. Sperava solo che avrebbe cambiato le cose in meglio.

“Mamma cosa c’è?” le chiese Edward mentre guardava il fuoco scoppiettare.
“Niente, piccolo, aspetta un attimo!” rispose lei andando verso la sua camera, vogliosa di piangere.
Non poteva essere.
Non era lui.
No, aveva la allucinazioni.
Come era possibile che suo marito Liam, fosse lì davanti a lei?
Per un attimo si sentì mancare. Fu come la prima volta che si baciarono: gambe tremolanti, occhi increduli e tanta, tantissima emozione.
Ancora aveva da realizzare se quello che aveva davanti a lei, era un cartonato, un disegno o se, inaspettatamente, si era addormentata, cadendo così in un sogno bellissimo.
“L-Liam” balbettò stropicciandosi gli occhi.
“Che fai non mi abbracci?” le chiese sorridente e aprendo le braccia.
Annabel scoppiò a piangere non credendo ai suoi occhi. Era sempre lo stesso. Non era cambiato.
La guerra lo aveva preso, ma glielo aveva restituito intatto. 
Era passato un anno da quando lo avea visto per l'ultima volta, e non poteva credere di averlo con sé e di poterlo toccare con le sue mani.
“Shh, non piangere. Ora che sono tornato non partirò mai più!” le sussurrò stringendola e accarezzandole i capelli.
Si staccarono e si guardarono finalmente negli occhi, dopo così tanto tempo.
“Ti sono ricresciuti i capelli!” commentò la donna passandoci una mano sopra.
“Visto? Anche loro hanno ripreso vita. Come il nostro amore!” rispose lui felice.
“Liam ti amo” gli disse guardandoli fisso in quel marrone infinito.
“Anch’io, Annabel, anch’io ti amo!” le rispose lui
Le loro labbra combaciarono. Erano state un anno senza toccarsi, ma entrambe non avevano perso la forma delle altre.
“Vai, corri ad abbracciare il piccolo!” gli disse Annabel trascinandolo in cucina, dove Edward la stava aspettando.
 
“Babboooooo” urlò il bambino vedendo il padre e saltandogli addosso.

Liam lo afferrò con le sue braccia potenti e lo fece volare sopra di sé.
Era stato un anno difficile per lui. Aiutare la madre a fare le faccende di casa, andare per i campi a fare l'erba per i pochi animali che avevano in un piccolo recinto, e andare a piedi fino al paese per comprare qualcosa con cui sfamarsi.
Edward aveva sentito molto la mancanza del padre anche se era piccolo.
Ora, si sentiva al sicuro. Non che solo con Annabel si sentiva terrorizzato, ma la presenza di un uomo in casa lo tranquillizzava.
“Ti voglio bene! però non te ne andare più, ti prego” gli disse Edward stringendolo al collo mentre Annabel guardava la scena piangendo.
“Vieni qua, amore!” la chiamò Liam.
Si abbassarono entrambi all’altezza del figlio e con tanto ma tanto affetto si strinsero in un caloroso abbraccio.
 
Il fuoco scoppiettava alle spalle di Liam, Edward era sulle sue ginocchia e Annabel stava cercando di cuocere le uova che avevano preso prima dal pollaio.
Questo era quello che desideravano entrambi.
Avere una famiglia.
Liam Payne, 27 anni;
Annabel Kick, 24 anni;
Edward Payne, 5 anni;
Il bene e l'amore che provavano l'uno per l'altro lo sapeva solo Dio. 
Quella sera, si strinsero tutti nel grande letto e per la prima volta in un anno, si trovarono a ridere e a scherzare,
ricominciando così a provare quello che la guerra gli aveva tolto e gli aveva fatto dimenticare.


*Quattro anni dopo* 

"Vieni Edward.. Guarda!" esclamò Liam guardando dentro la vecchia culla. 
"Hope!" sussurrò il piccolo, guardo prima la sorellina e poi la mamma che annuì contenta ma affiticata dal difficile parto che aveva appena avuto.
La guerra era finalmente finita e ora, potevano essere sicuri del loro futuro perchè nessuno avrebbe mai più osato mettersi in mezzo.

Liam Payne, 31 anni;
Annabel Kick, 28 anni;
Edward Payne, 9 anni;
Hope Payne, esattamente 26 minuti.
Quella era la loro famiglia.

Una famiglia che sapeva quello che significava “essere lontani” .
Una famiglia che aveva superato la guerra.
Una famiglia che era riuscita a costruire un futuro in un presente incerto.
Una famiglia che aveva affrontato di tutto.
Una famiglia che era andata oltre la morte.
Una famiglia che si amava davvero.
Una famiglia che è riusciuta a ricostruire tutto quello che la guerra aveva distrutto. 







                   








CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
Non so da dove mi sia scappata questa Os
ma avevo voglia di scrivere qualcosa di diverso e 
questo è quello che mi è venuto.
Non ho mai letto cose del genere, ma forse mi sbaglio, e 
ce ne sono a centinaia in giro.
Beh, in ogni caso la volevo dedicare a
Chiara! :) <3 

Mi devo sotterrare o no? 
Fa schifo?
Fatemi sapere vi prego! :D 
RECENSITE! 


Ire




 

  
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