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Autore: Marge    20/12/2007    5 recensioni
Una giornata di pioggia, Haruka sospesa fra un sogno e la realtà corre confusa sotto la pioggia. Non è nulla di che, l'ho scritta di getto una notte. Però è "morbida", ed è questa l'idea che volevo rendere.
Genere: Introspettivo, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Haruka corre sotto la pioggia.
È appena stata a casa di Usagi –la casa di Mamoru, che ora è anche casa di lei-, per un pomeriggio “tra donne”, come l’ha definito la stessa Usagi. Quando la minuta Koneko-chan la chiama con quel tono sconsolato e miagolante, Haruka sa che deve accorrere, perché è successo qualcosa: un nuovo litigio con Rei, un’incomprensione con Mamoru, la mancanza di Chibiusa…
Questa volta, invece, Usagi l’ha ricevuta sorridente, morbidamente avvolta in un maglione a collo alto nero, su cui i riccioli biondi del collo, sfuggiti agli stretti codini, si spargevano come raggi di sole che fanno capolino da una nube procellosa.
Ed Haruka, pronta ad affrontare pianti isterici o depressi mutismi, si è invece dovuta sorbire un pomeriggio di pettegolezzi. Tipici momenti da donne.

Così tremendamente calzanti, però, su Usagi…

**

Forse si sentiva un po’ sola, pensa Haruka, mentre la pioggia la inzuppa da capo a piedi; perché è uscita senz’ombrello, dannazione?
Forse aveva voglia di vederla, dopo qualche tempo che i rispettivi impegni le avevano tenute lontane l’una dall’altra. Ma perché non invitare anche Michiru? Che siano meno affiatate, è sempre stato chiaro, ma sono sempre andate d’accordo.
In realtà, Haruka ha un problema: ha fatto un sogno, questa notte. E nel sogno lei era china su Usagi, nuda ed accaldata, e tremendamente morbida – quel che ricorda soprattutto, del sogno, è la morbidezza di quel corpo chiaro, del letto, dell’aria, di tutto. Ricorda inoltre con chiarezza i loro bacini uniti; ed il fatto che lei fosse un uomo.
Si spreme le meningi cercando di ricordare qualcos’altro: aveva il seno? Le sue mani, com’erano? E i capelli, si mescolavano alle ciocche bionde di Usagi, o risaltavano neri? Non ricorda. C’era solo tanta morbidezza, nell’aria, e la sensazione precisa che fosse proprio Usagi, la donna sotto di lei.
Per questo Haruka si sente strana, ed è per questo che, alla fin fine, corre sotto la pioggia, con il fiatone ed i polmoni in gola, senza ombrello: ci sono alcuni sogni che lasciano sulla pelle sensazioni così vere, che faticano, durante il giorno, ad andarsene, e a non coprire tutta la realtà, come fossero accadute davvero. Quando Usagi le è apparsa sulla soglia, con il suo morbido maglione nero, ha sentito che quel sogno, forse, era reale, ed ha percepito elettricità nell’aria, ed una certa, forse solo immaginata, complicità.

**

Finalmente, Haruka giunge a casa. Chiude la porta alle sue spalle e vi si appoggia, contemplando la freschezza del luogo. Si china, gocciolante, per sciogliersi i lacci delle scarpe, e nel suo campo visivo compaiono i piedi pantofolati di Michiru.
“Haruka, ma cosa…?! Sei tutta bagnata!”
Michiru si precipita su di lei, prendendole il viso fra le mani. Haruka scuote la testa, quasi infastidita da tanta intimità, e risponde a monosillabi: “Piove, sai…”
L’altra le scompiglia i capelli, facendo cadere goccioline tutt’attorno.
“Ti aiuto a toglierti questi vestiti zuppi” dice un sorriso. Le slaccia il cappotto, bagnato come una spugna traboccante d’acqua, le apre uno per uno i bottoni del maglione, ed infine della camicia bianca, e rimane a guardare assorta, scoprendo che, sotto, Haruka non porta nulla: né canottiera né reggiseno. Pensierosa, le raccoglie un seno nella mano, a coppa, quasi a soppesarlo, e passa il dito sul capezzolo, rigido per il freddo. Haruka la osserva sbalordita, e sposta lo sguardo sul seno di lei, che, sicuramente più voluminoso, si protende verso il basso, cullato dall’ampia maglietta bianca che Michiru tiene in casa.
D’un tratto sembra avvertire la morbidezza dell’aria intorno a loro.
“…togliere i vestiti zuppi, eh?” ridacchia, ma Michiru non risponde e si china a baciare quell’areola rosa.

**

Quella sera, a letto, le luci sono spente da poco, e Michiru si gira verso Haruka, avvolgendola in un abbraccio. “Buonanotte” sussurra.
“Mh?” è la debole risposta.
“Già dormi?” sorride, quasi a prenderla in giro, e le stampa un bacio in fronte. “Mi raccomando, sognami” aggiunge in un mormorio.
“Mh…” abbozza un sorriso Haruka, nel buio.
  
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