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Autore: loulo    03/06/2013    1 recensioni
Si dice che bastino pochi secondi per capire se una persona sarà quella che ti cambierà la vita o meno. Uno sguardo, zero parole e l’amore dovrebbe sbocciare da sé come un qualsiasi fiore primaverile.
Questa almeno è l’opinione comune di molti poeti che incantano con le loro storielle.
[...]
Ed io lo sapevo in quel momento.
Lo sapevo che, da qualche parte, una di quelle vocette fastidiose ed ostinate a somigliare al narratore esterno di una qualche favola, contava quei famosi tre secondi che sarebbero stati la mia più atroce congiura.
[…]
“I’ll make your pet”
“What?”
“From now..I’m your dog.”
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si dice che bastino pochi secondi per capire se una persona sarà quella che ti cambierà la vita o meno. Uno sguardo, zero parole e l’amore dovrebbe sbocciare da sé come un qualsiasi fiore primaverile.
Questa almeno è l’opinione comune di molti poeti che incantano con le loro storielle.

 
Tutte un mucchio di stronzate.

 
Perché dopo ventiquattro anni di vita una deve pur capire che il principe azzurro non esiste, che le favole raccontate la sera dalle madri per farci addormentare sono un mucchio di fantasie elaborate da sfigati cinquantenni oltre a scapoli o zitelle decisamente frustrati che pur di dare un senso alla loro vita…Pensano bene di farci elaborare il prototipo di ragazzo inesistente per rovinare la nostra.

 
Quello che però non mi sarei mai aspettata e che non avevo compreso in tutti questi anni è che mai, e ripeto mai, le cose vanno come ci si aspetta.

 
Questo lo capii in quel momento quando in una stazione qualsiasi di New York, tra tutte le persone presenti in quel luogo equivalente al delirio di Dio, la mia spalla si scontrò proprio contro colui che mi avrebbe totalmente sconvolto ogni mia aspettativa.

 
Era solo questione di tempo.

 
Azzurro nell’azzurro, fu solo questione di attimi in cui ognuno scrutava e leggeva negli occhi dell’altro cose che probabilmente perfino noi stessi ignoriamo di conoscere.

 
Una di quelle sensazioni strane, fastidiose, frustranti al punto di farti sentire totalmente spogliato di ogni tuo più intimo segreto semplicemente per una banale, comune, innocua occhiata.

 
Ed io lo sapevo in quel momento.

 
Lo sapevo che, da qualche parte, una di quelle vocette fastidiose ed ostinate a somigliare al narratore esterno di una qualche favola, contava quei famosi tre secondi che sarebbero stati la mia più atroce congiura.

 
“Ella? Ti vuoi muovere? Dobbiamo essere sul set entro mezz’ora!”

 
Mi suonava terribilmente fastidiosa in quel momento la voce della mia migliore amica nonché assistente eppure fu quasi più forte di me spostare lo sguardo in sua direzione, spaesata come poche volte in vita mia.

 
“Arrivo, scusami! Ed anche tu scus-“
 
La mia frase però non fu mai terminata, perché il ragazzo misterioso dagli occhi azzurri ed i capelli castani era già sparito.
 
 
 
 
“Dunque devi fare in modo di finire il photoshoot in minimo un’ora o non riusciremo mai a tornare in tempo in agenzia per mostrare le foto e farle stampare,poi direi che…” Esmeralda continuava a parlare, a programmare e ricercare una mia opinione sulle sue decisioni.
 
Io però non c’ero, troppo presa ad osservare il paesaggio davanti a me: New York.
Non che abbia poi qualcosa di nuovo ma semplicemente era diversa ai miei occhi da viaggiatrice che non riusciva mai a stare nel proprio paese di origine per più di qualche mese da qualche anno a questa parte.
 
“Ella? Ella mi stai ascoltando?”
 
“Eh?!” Sobbalzai sul posto “Oh sì che ci sono! Dicevi che devo finire il set in un’ora..” Pregando che non avesse aggiunto altro a quella lista di cose da fare.
 
“In realtà adesso stavo dicendo che gli elefanti volano per vedere se ascoltavi e tu continuavi ad annuire” Come non detto.
 
“Scusami,ero con la testa altrove,ora ti ascolto”
 
“Come sta Niall?”
 
Niall Horan. Nonché mio fratello: Ella Horan. Nonché sterminatore di frigorifero a tempo perso. Nonché..troppe cose.
 
“Credo bene,starà per qualche giorno da me poi tornerà dai nostri genitori in Irlanda. Come mai?”
 
Alzai un sopracciglio con una nota di scetticismo fin troppo evidente nella mia espressione. Non reputavo di dover tenere mio fratello in una bolla di cristallo ma per quanto sapessi della cotta di Esme per lui. No,troppo grande ed in ogni caso rimaneva troppo poco tempo a casa mia per qualcosa di serio. Mi acquattai intanto sul sedile posteriore del Suv; le mani che strisciavano sul tessuto man mano che mi avvicinavo ed abbassavo come una qualche preda per raggiungere la mia assistente che, in quel momento, pareva voler fuggire dalla finestra. La mia destra si posò sulla guancia per sostenere il volto fin troppo pesante per i miei gusti e puntai lo sguardo sul viso altrui con il più furbo dei sorrisetti che manteneva le mie labbra costantemente incurvate all’insù.
 
“Lo sai che non devi avvicinarti a lui,vero?” Cinguettai con un tono amorevole; qualcosa di pericoloso per una che di amorevole non aveva proprio nulla effettivamente.
 
“S-sì lo so..Eh ma EHY! Sei tu quella che si è incantata prima!”
 
La sua accusa mi rimbombò nelle orecchie e nel cervello per qualche istante prima che mi rendessi veramente conto di cosa parlava. Scottata. Totalmente scottata da delle semplici lettere mentre scattavo indietro con il busto per raddrizzarmi nuovamente sul sedile,il gomito poggiato al finestrino e lo sguardo neutro,nuovamente fuori.
 
“Quanto manca?”.
 
 
 
Il flash della mia macchina fotografica scattò ancora un paio di volte prima che potessi ritenermi soddisfatta ed osservai la galleria per controllare che le foto fossero perfette come d’altronde ci si aspettava da me.
 
“Ok, basta, perfetto. Rihanna puoi andare”
 
Scattavo foto da sempre. Da una vita. Talmente tanto tempo che nemmeno ricordavo la prima volta in cui ho impugnato una macchina fotografica tra le mani. Prima un passatempo senza importanza, poi una vera e propria passione che con gli anni si è tramutata nel mio lavoro. Avevo diciannove anni quando la compagnia della SMCity* mi accolse a braccia aperte nella loro industria della musica, del cinema e della moda, rendendomi anno dopo anno una vera e propria fotografa di fama internazionale. Avevo visto in soli cinque anni talmente tante celebrità che probabilmente potevo perfino dire quanta cellulite avesse Madonna.
 
“Ella anche tu puoi rientrare”
 
Una mano si poggiò alla mia spalla sinistra ed io sussultai, scostandomi all’istante come se bruciata da quelle dita tanto sottili ed innocue della mia povera migliore amica, in quel momento leggermente sorpresa; questioni di secondi che però abbasso il braccio e mi rivolse un sorriso dolce. Tanto dolce da far male per come mi sono allontana bruscamente.
Non avevo problemi al contatto fisico. Ok, ne avevo un po’, spesso ritrovandomi a fare crisi di panico quando ero costretta a prendere i mezzi pubblici o ritrovarmi in mezzo a feste.
 
Ogni volta era una tragedia.
 
“Sì, ora vado, le foto sono qui dentro, sai cosa fare.” Le sorrisi leggermente, contenuta, come ogni volta d’altronde.
 
Il tempo di sistemare le mie cose, di dare le ultime indicazioni, che mi ritrovai nuovamente dentro alla macchina di azienda per farmi riportare a casa mia. Vivevo in un appartamento di modeste dimensioni al centro della Grande Mela, davanti ad Hyde Park. Ventiquattro anni e vivevo sola.
 
Nessun fidanzato, scopa-amico, o qualche flirt che ci si potrebbe aspettare da una ragazza giovane. Mi definivano troppo chiusa sulla mia carriera, troppo egocentrica per come parlavo poco con tutti in generale se non per impartire ordini, troppo mestruata per essere sopportata più di dieci minuti senza andarmi contro come Iene. Ed io mi sentivo sola sì.
Ma ero anche troppo orgogliosa per darlo a vedere e d’altronde, mi accontentavo di quelle poche persone a me conosciute per non deprimermi e magari diventare Emo e tagliarmi le vene, dai. Quando si dice il sarcasmo.
 
“Niall?”

La mia prima preoccupazione fu questa, nel momento in cui richiusi la porta del mio appartamento dietro di me. Sfilai i tacchi per abbandonarli nella scarpiera lì accanto. Buttai il cappotto rosso al suolo accompagnato fin da subito dalla borsa per accentuare il fatto che sì: ero una terribile disordinata.
 
Le mie pantofole strisciavano sul parquet del suolo mentre proseguivo per addentrarmi in casa, percorrendo il tipico corridoio che mi portava al salone ed alla cucina; un’unica stanza divisa da un semplice bancone di quelli più tipici ed americani.
 
“Niall guarda che sento la musica, vuoi farti vedere da tua sorella che non abbracci da tre mesi?” Sbuffai e guardai all’interno della camera degli ospiti abitualmente da lui sfruttata, situata più in là rispetto al salone in cui nemmeno diedi uno sguardo.
 
Una goffa tremenda. Ecco cos’ero. E lo appurai anche quando, tornando in salone, provai a sfilarmi il maglione grigio chiaro per rimanermene in canottiera. La mia opera comunque doveva pur trovare un impiccio da qualche parte ed a conti fatti rimasi incastrata con le braccia e la pancia mezza scoperta.
La mia fortuna furono delle mani che, con qualche difficoltà, riuscirono ad aiutarmi a sfilare il maglione almeno in parte, lasciandolo penzolare dal mio collo.
 
“Ti sei degnato di venirmi a sal-“
 
Ero destinata a non terminare le frasi e di questo ero certa.
 
Ma la cosa di cui ero più certa nel momento in cui i miei occhi si posarono sulla figura davanti a me, era che probabilmente Niall Horan sarebbe morto per mano di sua sorella in una splendida sera estiva in pieno Giugno.
 
Non ci potrebbe essere finale migliore se non con la mia solita raffinatezza, pronta fin da subito a rifarsi sentire con una semplice parola che fece allargare il sorriso di colui che mi stava davanti:
 
“Merda.”
 
 
Tah Tah Taaaaaah.
 
*SMCity non esiste come azienda e questo lo saprete ma diciamo che è uno di quei grattacieli molto gratta cielo (?) con una svariata categoria di artisti al suo interno. Almeno nella mia testa.
 
Bene. Vedrò di impegnarmi in questa storia, sperando che il titolo ed il primo capitolo vi abbia incuriosito.
 
Il volto di Ella è Rosie Tupper ed Esmeralda non c’è bisogno di saperlo. La sfrutterò solo ogni tanto, ecco.
 
I ragazzi qui non ci saranno, almeno per come immagino la storia adesso, soltanto Niall di tanto in tanto.
Grazie per aver letto, alla prossima!
  
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