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Autore: sorellageek    04/06/2013    0 recensioni
La storia che voglio raccontare (almeno negli intenti) è quella di una giovane donna che ha attraversato molte difficoltà e ha subito molti soprusi e dolori, tuttavia ha un animo forte e la forza dell'amore la porterà alla scoperta di nuove terre, nuovi amici, potenti nemici e un antica profezia.Inozialmente la giovane ragazza non da molta importanza a se stessa, ma è come se il desiderio di riabbracciare la sua donna offuschi tutto il resto.L'ambientazione è di tipo fantasy, in quanto penso di inserire l'uso della magia, ma non saranno presenti creature leggendarie e mitologiche.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 1

 

 

Il cigolare lento e monotono delle ruote dei carri in transito lo destarono dal suo fragoroso mal di testa. Lambert si toccò la testa quasi a sincerarsi che tutto il frastuono che udiva fosse il prodotto dell'abbondante sbronza della sera precedente. Era riuscito a vendere due schiavi per una bella cifra, tanto che decise di alzarsi dal suo giaciglio umido e maleodorante e di andare al bordello di Nan nan. Sotto l'influsso degli ultimi effetti del vino di Roth, Lambert varcò il massiccio portone della bottega Dei Piccoli Piaceri. Nan nan ,un donnone delle fredde terre di Voldar, stava controllando di sottecchi l'andamento dei suoi affari, Lambert si sedette al tavolo vicino al camino, dove un po' del calore riuscì a scaldare le sue fredda membra, guardò interessato le numerose ragazze sedute in circolo, regali e discinte, come bellissime ancelle in attesa di essere scelte. Il suo sguardo fu però attirato dal fumo che voluttuoso lambiva le fattezze di una giovane delle terra del Ambra, che nel angolo più buio del bordello, stava fumando una pipa d'argento. Lambert ne fu come ipnotizzato, le lunghe gambe, il sinuoso corpo della giovane contenuto nelle ruvide vesti e dagli schinieri di un'armatura,con gioia decise che quello sarebbe stato il suo banchetto. L'avrebbe posseduta con forza, avrebbe domato quegli occhi che parlavano di terre selvagge, caldo e libertà. Già si vedeva a contemplare le nudità di quel corpo, il desiderio già bruciava le viscere. Smanioso si avvicinò alla giovane e con un gesto le indicò le camere sul retro. Sapeva che le ragazze di Nan nan erano costrette ad accoppiarsi con chiunque le voleva, perciò non badò alla bieca occhiata che gettò su di lui la giovane. Lambert descrisse con novizia di particolari le sue prodezze e abilità amatorie. La giovane lo ascoltò impassibile per poi erompere in una sguaiata risata di gola e , soffiandogli il fumo della sua pipa in volto, rispose – in verità non mi state offrendo nulla che io già non abbia e nul altro di cui io senta la necessità!- detto ciò si alzò e si diresse a passo spedito verso il cerchio delle ragazze che distrattamente l'accolsero tra di loro. Lambert si fece paonazzo per la rabbia di esser rifiutato e quasi non credeva al enorme affronto che la puttana di colore le aveva fatto...

Lasciala perdere quella!Tra le mie ragazze ce ne sono di più belle e addomesticate!Ma quella, da quando l'ho presa al mercato degli schiavi della città Imperiale, non fa che causarmi problemi!”

Lambert quasi sobbalza, nel suo accesso d'ira non si è reso conto che Nan gli si è fatta incontro.

Che genere di problemi?Non dovresti tenerla, se quella puttana non vale quello che ci hai speso, dalla a qualcuno che la sappia addomesticare!Son sicuro che una frusta e un po' di buone maniere sapranno insegnarle qual'è il suo posto!”

In effetti ci ho pensato, ma attira molti clienti con quei suoi modi e poi da quando c'è lei le altre sono più tranquille!Adesso prendi Emily o Rose e dimentica questo empasse,ci penserò io a lei più tardi!”

Lambert getta una rapida occhiata alle due sorelle bionde e alla fine si allontana dal salone principale accompagnato dalla piccola Rose.

 

Si guarda intorno, quel escremento d'uomo l'ha irritata. Tutti così convinti del fatto che lei debba essere o debba fare qualcosa che in realtà ne desidera ne vuole. Son passati quarantatré giorni da quando è stata comprata per due dracme da Nan e altri venti da quando è stata per l'ultima volta sul caldo suolo dell'Arena della città Imperiale. Lei è una combattente, lo sa bene, lo è sempre stata. Ha dovuto combattere anche per vedere la luce, quando era piccola, la vecchia Rut l'affascinava sempre col racconto della sua nascita.”Per darti alla luce – diceva Rut- tua madre ha dovuto cavalcare sin dove la Terra incontra il cielo e lì il grande spirito degli Avi ha predetto che la tribù dei Nascar avrebbe continuato a dominare sulle Terre d'Ambra”Ma lei non ha ben capito come il Grande Spirito avesse intenzione di portare la profezia a compimento dato che anziché un maschio è nata lei e a dir la verità dei Nascar ben pochi devono esser sopravvissuti dopo le incursioni degli Imperiali. Ma non si è mai crucciata troppo dei problemi degli Dei. Ora deve trovare il modo di andarsene da quella topaia e soprattutto deve cercare Alyn.

E' notte e piove ancora quando il rumore delle bisbocce al piano di sopra sta via via scemando, un altro incubo l'ha risvegliata o forse dovrebbe dire che la realtà l'ha allontanata ancora una volta da Alyn.

Sempre il solito incubo, tutte le notti ,da sessantatré notti ,la fa risvegliare in un mare di sudore e lacrime.

Sogna Alyn e il loro mondo nascosto, il loro modo segreto di amarsi.

Alyn ha sedici anni ed è la figlia del lanista a cui è stata venduta dagli imperiali dopo che l'hanno strappata dalla sua casa e dalla sua calda terra per portarla nel freddo Nord. Lei è nata per combattere e questo è stato da subito chiaro anche agli imperiali, prima che quei porci la catturassero ne ha uccisi cinque, ma poi il numero ha giocato a suo sfavore. Nella scuola gladiatoria di Varo si è saputa distinguere, il suo coraggio e la sua audacia non erano inferiori a quelli dei gladiatori maschi, tanto che spesso Varo la faceva combattere contro di loro.

Ricorda che era un pomeriggio di tarda estate quando sfiancata da un allenamento particolarmente pesante s'era gettata sotto l'orba ristoratrice di un biancospino, respirava a occhi chiusi il profumo di uno dei pochi momenti di libertà di cui ancora godeva, quando udi una voce cristallina cantare gli antichi canti degli Dei dei boschi, destata dal suo torpore la vide per la prima volta, l'acerbo frutto di quella che presto sarebbe diventata una bellissima donna. Alyn non si accorse di lei e lei la lasciò cantare e di quel canto si inebriò. Da quel giorno cerca Alyn, il suo sguardo,la sua voce, sa che se qualcuno scoprisse il suo interesse per lei sarebbe la morte certa, non tanto perché anche lei è una donna, il bigotto impero si è da tempo tolto di dosso quella patina di ben pensiero, ma per chi è lei... lo scarto della società, l'ultima degli ultimi a cui il solo pensiero di poter concupire la figlia del lanista dovrebbe fargli contorcere le viscere dalla paura.

Basta!- pensa- me ne vado subito!Ora!”.

Lancia uno sguardo fugace alle altre due ragazze che dormono con lei, ma giacciono profondamente addormentate dopo una notte di eccessi, si desta e raccoglie le sue poche cose, poi si ferma un istante per controllare che nessuno l'abbia vista, cerca di far in silenzio e rovista tra la paglia che le fa da giaciglio e ne estrae una spada bastarda. La lama rifulge al chiaro dei pochi lumi della stamberga, si vede che è un oggetto di valore, e i suoi occhi per qualche istante sono catturati da quel bagliore, sente la sete, la sete del sangue e della vendetta, della vittoria e dell'acclamazione.

Ha già ucciso, ma nell'arena uccidere le da la sensazione di essere quasi come un potente Dio e avere il dono della vita o della morte quasi la ubriaca di emozioni contrastanti. Rinfodera la lama e se la cinge in vita, da un ultima occhiata alla stanza a mo di saluto a quelle ragazze che per un breve periodo hanno condiviso la sua vita e a volte il suo letto. Poi si infila nel piccolo pertugio che dovrebbe avere la funzione di finestra, ma è poco più che una porticciola per gatti randagi in cerca di qualche topo. Trattiene imprecazioni e dopo un grande sforzo si lascia cadere su un cumulo di paglia. Le sembra di aver fatto molto rumore, si raggomitola nel silenzio per qualche istante, poi lo vede, lui la sta guardando con gli occhi sbarrati. E' Wolder, il ragazzo muto che Nan usa come garzone, non sa che fare, teme che in qualche modo sventi il suo tentativo di fuga, ma si accorge che il ragazzo ha capito, forse non è così stupido come sembra!

Wol,calmo!Non voglio farti del male!Voglio solo andarmene da questo posto!” il ragazzo la fissa come se stesse pensando a chissà quale piano, una luce si accende sopra le loro teste, Wolder l'afferra per le braccia e la trascina nella stalla, dopo qualche istante la luce si spegne, era Nan che svuotava l'orinatoio prima di coricarsi.

Con fatica Wolder le indica una stanca giovenca e poi fa cenno a se stesso, lei non ha per nulla voglia di portarsi quel ragazzino appresso, ma forse perché anche lui un Nascar oppure per quell'aria un po' sorniona di chi ha già capito tutto dalla vita, lo fa montare dietro di lei poi con uno schiocco di briglia dirige la giumenta verso il sentiero che la porterà alla città Imperiale.

  
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