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Autore: Dakota Blood    04/06/2013    1 recensioni
Tutti i bambini sono innocenti, ma ce c'è uno che lo è ancora più degli altri. Ronnie non può parlare, non può difendersi, non può scegliere se andare via o decidere di affrontare i più grandi. Un bambino può diventare un manichino nelle mani degli uomini.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho tanto freddo.
Piango ma nessuno sembra ascoltarmi, intorno a me visi contenti. 
Sento delle persone ridere, qualcuno mi stringe la mano, troppo piccola per poter rispondere a quel gesto. La luce è accecante, le mie grida si mischiano alle urla di gioa delle donne che mi circondano.
Vedo un uomo che indossa un camice verde, ha le mani sporche di sangue. No, aspettate un attimo, non possono essere così bianche.
Ecco, questi sono quelli che un giorno mia mamma mi avrebbe insegnato a chiamare ' guanti' e quelle vicino all'uomo verde sono le 'infermiere'.
L'uomo mi prende in braccio, non mi piace per niente, mi solleva in alto, controlla che il mio battito cardiaco stia decelerando, poi si toglie lo stetoscopio e dice qualcosa alle due ragazze verdi che lo aiutano. 
Sembra che lo venerino o che lavorino per lui sino allo sfinimento. 
Sorridono mentre io non ho nemmeno più la forza e la voglia di gridare. Mi accascio, divento sempre più pallido, meno forte e sento di non pesare più di un chilo nelle mani di questa gente. 
Poi una porta, bianca con una grande croce rossa intagliata sopra,  si apre e vedo un lettino non troppo comodo, in ferro, dove sopra vi è un lenzuolo bianco.
Il dottore-alieno mi fa salire, mi fa sdraiare mentre io inizio ad agitarmi e piangere.
Mi muovo velocemente e l'unico rumore percettibile, assieme a quello delle mie grida, è quello del piccolo bracialetto che ho al polso, e che sbatte contro il ferro freddo.
Sopra vi è inciso un numero, ma non credo sia giusto.
Il numero è zero.
Non sono nessuno in questo mondo, sono soltanto un puntino, un cerchio troppo piccolo in questa realtà troppo grande. La stanza diventa improvvisamente buia, non riesco più a vedere il viso di mia mamma, quel viso dolce e bello, gli occhi marroni e le labbra rosse come il sangue.
Le persone che mi mi attorniavano con tanto fragore, adesso non ci sono più, sono andate via, passando da quella stessa porta bianca da cui sto uscendo io.
Non vedo niente, ma inizio a sentire qualcosa...
Un caldo improvviso, forte, che mi costringe ad agitarmi come in preda alle convulsioni.
Sono finito all'inferno per caso?
Le fiamme divampano, mi bruciano le mani, le piccole gambine, la testa mi fa male e non riesco a star zitto. Urlo, quasi rischio di svenire o di farmi venire un infarto, ma non succede niente di tutto questo.
Il dolore è lancinante, il caldo mi soffoca, ormai non respiro più, non rimane niente di me a parte quel piccolo bracialetto bianco che lentamente si consuma, assieme si lembi di pelle che cadono a pezzi.
Ero solo un bambino, e lei era la mia mamma.
Non potrò mai dire se avrei amato il mondo, ma soprattutto, non potrò mai dire quanto avrei amato lei.
Ciao mammina, ti avrei voluto tanto bene.


Angolo autrice:  Rieccomi con un'altra FF dove stavolta l'unico protagonista è il piccolo, minuscolo Ronnie che vorrebbe abbraciare la sua mamma ma viene portato via e ucciso.
Sono stata talmente tragica che bo.. mi sono preoccupata mentre la scrivevo. Mi è venuta una sorta di malinconia.
Spero apprezziate.
Un bacio.  Dak, Blood. 
   
 
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