Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Anor    04/06/2013    3 recensioni
Stralci di pensiero di un uomo che spera nel ritorno del proprio amante. Uno spaccato di vita triste ma non privo di speranza. [53° posto su 872 partecipanti al premio letterario nazionale "Arte di Parole"]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

53° posto su 872 partecipanti al premio letterario nazionale "Arte di Parole": per me una soddisfazione immensa che volevo condividere con voi.
Se amate leggere con una sorta di "colonna sonora" mi permetto di consigliare "Gone Forever" dei Three Days Grace.

 


Briciole

 
 
Fa freddo. È umido, e il buio congelato si attacca ad ogni cosa: morde la carne, si insinua nelle ossa come una cattiva sensazione che ti tormenta, ti perseguita. La stanza –una camera spoglia di uno squallido motel, il primo incrociato lungo il mio infinito cammino– è invasa da un silenzio agghiacciante, irreale. C’è qualcosa che opprime nella prepotente immobilità di tutto quanto, qualcosa che non può essere sconfitto nemmeno dallo speranzoso bagliore delle stelle che bucano il cielo, lassù dove lo sguardo riesce a correre verso l’infinito. Sdraiato sopra le coperte ormai completamente sgualcite, mi rannicchio, tentando invano di ottenere conforto dal mio stesso calore. I brividi serpeggiano lungo le mie membra, a partire dai punti nei quali le coperte umide sono venute a contatto con la mia pelle nuda. Mi alzo, ancora vestito come lo ero una settimana fa –nel momento in cui ti ho perduto, nel momento in cui l’abisso si è aperto e il mio cuore ci è caduto dentro–.
Quando arrivi? Dove sei finito? Tu non sei mai in ritardo. Guardo l’orologio, ma quando torno a fissare la porta tu ancora non ci sei. La maniglia non si muove, i cardini non cigolano: mi hai lasciato, mi hai abbandonato in questo mondo disgustoso, dove non posso far altro che aspettare te, ubriacarmi e farmi del male. Non riesco a dormire. Ieri sera ho bevuto e per la strada, di notte, mi sono fatto picchiare da un gruppo di ragazzi. Il giorno prima ho rovinato la macchina –oh, piccola mia, cosa ti ho fatto?– andando a sbattere contro un albero, perché pensavo di averti visto arrancare sul ciglio della strada, con la barba sfatta e i vestiti sudici. E i giorni precedenti ho bevuto. E ancora, e ancora, con gli occhi iniettati di sangue e i sensi talmente annebbiati che anche solo tentare di ricordarti era divenuta un’impresa titanica. «Non c’è posto qui per me» mi avevi detto una volta. Anche quel giorno mi hai lasciato, anche quel giorno ho sofferto pene infinite e anche quel giorno la Terra è diventata il mio inferno. Ma poco dopo sei ricomparso, angelo mio, più bello e più potente di prima –e in quel momento, lo ammetto, ho sperato che tutto fosse finito, che ormai il peggio fosse passato–. Ma adesso non ritornerai, lo so. Non varcherai la soglia di quella maledetta porta e non comparirai ai piedi del mio letto salutandomi con un mormorio basso e roco, come se non te ne fossi mai andato. Come se tutto potesse tornare alla strana quotidianità che eravamo soliti vivere insieme.
Ricomincerò, mi ero detto. Mi rifarò una vita felice, magari avrò una moglie, dei figli e una fissa dimora.  E non penserò più a te.La speranza però, beffarda, si è insinuata dentro di me, ed io sono ancora qui ad aspettarti. E lo farò fino a che il tempo non mi avrà consumato, fino a che le ossa non reggeranno più il mio corpo corroso dall’alcool e corrotto da questa vita infelice. Ti aspetterò fino a che non tornerai, o fino a che, finalmente, non riuscirò a raggiungerti, ovunque tu sia. Ogni minuto, ogni secondo che le lancette battono è un pugno allo stomaco, ma io continuo ad attendere, testardo. Ti aspetto, perché dovresti essere già arrivato, perché il tuo posto è qui, tra le mie braccia. Perché non ti ho mai lasciato.
Le mie labbra adesso sono sigillate intorno al freddo vetro della bottiglia ed il liquore scorre in gola, bruciando, spazzando via ogni senso di colpa con il suo sapore dolciastro. Sorso dopo sorso le ore passano, inesorabili, e tu non ci sei. Ma forse è giusto così. «Non arriverà» la voce di mio fratello tuona nella mia mente, rimbomba, riecheggia dolorosamente tra le pareti della mia testa. Una sola lacrima, fredda e pungente, scende lungo il mio viso: anche lui se n’è andato, ed io sono rimasto solo, ad aspettare. Butto giù le ultime gocce e la bottiglia cade a terra. –O forse sono io a spingerla?
Il rumore dei vetri che si frantumano sotto le suole delle mie scarpe. Il battito furioso del mio cuore sul costato. Le voci nella mente che non mi danno tregua. Urlano, gridano, martellano. E tu non sei ancora arrivato. Raccolgo i vetri e qualche frammento taglia la mia pelle, ma non importa.
Non ho bisogno di te.
Le mie mani scivolano, bagnate di rosso, e la mia testa vortica in un turbine di sensazioni. Puro è il dolore dei cristalli incuneati sotto la mia pelle, e gradevole, se posto a confronto con la disperazione sorda della mia anima. Non demordo, ti aspetto nonostante la sensazione di vuoto pesante che continua a espandersi dentro di me, nonostante il senso di nausea sempre più forte, nonostante il respiro affannoso ed ormai irregolare. Mi aggrappo –e la pelle si lacera ancora contro i bordi affilati delle piccole schegge che penetrano sempre più in profondità nella mia carne– al tuo impermeabile logoro e sporco, l’unica cosa tangibile di te che sono riuscito a salvare. La tua immagine è chiara di fronte ai miei occhi, l’odore della tua pelle, il sapore delle tue labbra sono impressi a fuoco nella mia mente; ma questi sono solo fantasmi, ombre di una realtà magnifica che non è più.
Io però continuo ad aspettarti, perché so che prima o poi arriverai.
E ciò che resterà di te non saranno solo briciole.


Note dell'autrice
I personaggi potrebbero ricordarvi per alcuni aspetti, se conoscete la serie "Supernatural", Dean e Castiel.
Personalmente mentre scrivevo mi immaginavo proprio loro due, ma vista la mancanza di nomi o altri particolari, ho deciso di metterla nella sezione originali, in modo da dare a tutti la possibilità di immaginarsi chi più desidera.
Se ci fossero problemi per quanto riguarda questo non vi preoccupate a farmelo presente, la sposto.
Spero vivamente che vi piaccia, un bacione,
Anor

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Anor