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Autore: _Zexion_    20/12/2007    6 recensioni
Cosa succederebbe se Edward non fosse quello che conosciamo? Almeno questo vorrebbe far credere.... pur di tenere lontano Bella, vuole farsi odiare, ma forse, è veramente così....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda, quella notte speciale, in cui il cielo era sgombro di nuvole, si poteva ammirare la luna, con le sue stelle. Un mare brillante, c’era un’altra eccezione, quella notte si ammirava la via Lattea. Mi fermai nella radura a contemplare il cielo stellato, con tutte le sue meraviglie. Era rara una situazione del genere a Forks, la città più piovosa d’America. Erano ormai 3 anni che io e la mia famiglia eravamo tornati in quella cittadina. La vita era tranquilla. Ognuno viveva la sua giornata, che non aveva mai fine. Sì, perché io e la mia famiglia siamo anime dannate. Siamo vampiri. Viviamo nascosti dalla luce del sole, non perché diventiamo cenere come si descrive nelle favole, o nelle storie. No, noi brilliamo. Cosa assurda da dirsi. Ci nutriamo della linfa vitale di altri esseri viventi, ci nutriamo di sangue. Ancora una volta però ci distinguiamo in una categoria poco diffusa. Io e la mia famiglia siamo “vegetariani” non beviamo sangue umano, ma sangue animale. Non perché siamo obbligati, la nostra è una scelta di vita. Il sangue animale non ci disseta del tutto, ma ci placa, così possiamo vivere in mezzo alla gente, come persone normali, anche se di normale non abbiamo niente. Ci tengono comunque alla larga, perché veniamo considerati perfetti. Pelle diafana, di un colorito pallido che risalta i lineamenti senza imperfezioni, gli occhi color dell’oro fuso, un vampiro che incontrai mi paragonò ad un Dio greco. Nella mia famiglia io ero l’unico solo. I miei genitori adottivi, Carlisle ed Esme, stavano insieme, così come i miei fratelli Emmett e Rosalie, Jasper e Alice. All’inizio Rosalie era stata trasformata con l’intenzione di essere la mia compagna, ma io non l’amavo. Da quando ero stato trasformato, credevo di aver perso tutti i miei sentimenti, non credevo più nell’amore, non volevo amare. Mi rifiutavo io stesso di fare quel passo che mi avrebbe segnato, non perché fosse meraviglioso ma semplicemente perché mi avrebbe rovinato. Innamorarsi di un vampiro significava condividerne l’eternità, ma non mi attraeva la loro perfezione. Più volte delle “donne” avevano cercato piacere con me. Ma io le rifiutavo tutte, nessuna mi affascinava, nessuno mi interessava. Innamorarsi di un essere umano significava stoltezza nella mente, nel cuore. Io mi sarei rifiutato di trasformarlo in quello che ero. Lei sarebbe morta e di nuovo, sarei rimasto solo. Non credevo nemmeno esistesse l’essere umano capace di accettarmi per quello che ero. Un essere eterno che non conosceva il limite del tempo, un essere soprannaturale, pericoloso, un vampiro. Lo credevo fino a quel giorno. Quel giorno nella radura. Era da poco tempo che a scuola si era trasferita la figlia dello sceriffo della città. Isabella Swan, ma che tutti chiamavano Bella. Dal primo momento in cui l’avevo vista, avevo notato qualcosa di diverso in lei. Non era un comune essere umano, il suo profumo mi attirava come nomai, ero preda della più dolce pena che mi avessero mai inferto. Stavo cedendo all’emozione che mi avrebbe rovinato per sempre la vita. Ci frequentavamo regolarmente tutti i giorni, il perché non lo sapevo nemmeno io, mi ritrovai ad accompagnarla ogni tanto in auto a casa sua, fermarmi per la cena. Tutti credevano che io e lei stessimo insieme, ma nessuno sapeva cosa in realtà, sarebbe accaduto. Bella il giorno precedente si era dichiarata, aveva confessato di amarmi, e io le avevo semplicemente risposto “mi dispiace ma non potrebbe funzionare” lei era irragionevole, non si sarebbe arresa al mio rifiuto. Lo sapevo la conoscevo. Quando tornai a casa, Alice mi venne incontro tirandomi uno schiaffo, urlandomi contro delle sofferenze che Bella stava provando in quel momento, del male che le avevo fatto, del mio più grande errore. L’unica cosa che feci fu salire in camera mia, chiudere la porta a chiave e accendere lo stereo a tutto volume inondami con le melodie di Debussy. E così eccoci arrivati al punto di inizio. La radura quella notte speciale. Mi ero steso sul prato, osservando quel cielo così raro, così perfetto più di qualsiasi altra cosa al mondo. Avevo appena finito la caccia e non avendo nulla da fare rimasi lì. Trascorsi tutto il resto della notte, avrei voluto addormentarmi ma i vampiri non potevano dormire, non potevano sognare. All’improvviso una voce mi riportò alla realtà, dietro di me, c’era una ragazza dal profumo inconfondibile che mi guardava sorridendo. -Edward…- la sua voce mi arrivò al petto come una fitta dolorosa, impossibile per noi vampiri. -Bella… cosa ci fai qui a quest’ora di notte?- la mia voce era gelida -Sono qui per te!- mi risposi così in fretta, decisa, che temetti di non aver capito -Come scusa?- -Sono qui per te, mi hai chiamato tu…- Sgranai gli occhi incredulo, cosa stava dicendo? Io non l’avevo chiamata, non volevo venisse, allora perché era lì ? -bella torna a casa la foresta è pericolosa di per sè, figuriamoci la notte…- Si avvicinò a me, chinandosi, circondando il mio corpo con le sue braccia, le nostre labbra erano vicine, troppo vicine Un’altra voce si aggiunse -Edward con chi stai parlando?- Mi voltai nella sua direzione -Alice?- chiesi, davanti a me la figura di Bella era scomparsa. Com’era possibile? -Chi altro poteva essere? Cosa stai facendo? Parli da solo?- Scossi il capo incredulo, avevo appena sognato ad occhi aperti Bella. -Edward?- Cercai di tornare in me, ma ero confuso, spiazzato. -Bella.. lei.. era qui fino un attimo fa…- Alice iniziò a ridere divertita -Sì certo, andiamo Edward ma a chi vuoi farlo credere? Non siamo degli stupidi….- Chinai il capo. Avevano ragione loro, era stupido, eppure lei era lì, non era un allucinazione, avevo ancora il suo profumo addosso. -Torniamo a casa…. Vieni anche tu?- Mi accorsi solo in quel momento che Alice stava parlando, non avevo ascoltato niente di quello che aveva pronunciato -No…- mi guardò stupita -Dove vuoi andare?- Mi alzai, serio in volto, incamminandomi -A casa di Bella…- iniziò a urlarmi dietro tutti gli insulti che conoscevo, a cercare di convincermi a non andare, ma io sono testardo, quando voglio fare qualcosa, io la faccio.
  
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