Sto seduta sulla
fredda seggiolina
della sala d'attesa per le emergenze. Mia sorella era entrata
da poco, ma
io sembro non essermene accorta.
"Perchè la mia sorellina non guarisce?" mi chiedo. Piango,
ormai
piango disperata.
Sento Sakito respirare accanto a me.
"Perchè, Sakichan? Perchè è successa a
lei una cosa simile?"
"Io non lo so. Molto probabilmente era destino. Cio' che è
successo a tua
sorella è atroce. Stai tranquilla, andrà tutto
bene."
"E' solo colpa mia! Lei molto probabilmente resterà
tetraplegica per il
resto dei suoi giorni. La colpa è mia, non sua..."
"Non darti la colpa di cose che non potevi prevedere, amore mio... Su,
ora
piangi. Potrai piangere finchè vorrai. Non ti giudico per
questo."
Così inizio a piangere, verso lacrime che sembrano non avere
una fine. Lacrime
salate, sono persa nella disperazione più totale.
Mi appoggio alle spalle del mio Sakito, ora è lui il mio
sostegno.
"Sakito"
"Cosa, amore?"
"Vieni con me, ti prego. Noi torniamo tra poco, se dovessero esserci
delle
novità..."
"Avvisateci subito." conclude lui.
Insieme ci allontaniamo.
"Sai, Sakito... Quando la mia sorellina si è ammalata, siamo
venute in
questo ospedale, per farla visitare. C'è anche una cappella.
Potresti
accompagnarmi a pregare per lei?" gli confesso, con un nodo alla gola.
Credo che ormai l'unica cosa che posso fare sia affidarsi al Signore.
Lui mi fa cenno di sì, e insieme entriamo nella piccola
cappella. Mi
inginocchio di fronte all'abside, guardando il crocifisso. Congiungo le
mani
davanti a me, e inizio la preghiera.
"Oh, Signore...Che cosa sta succedendo?? Perchè mai alla mia
piccola Lena
è successo tutto questo??
Il male che ha colpito la mia sorellina, è forse una
punizione per gli errori
che ho commesso in passato? Se è così colpisci
me, ma salva Lena!!" e
torno a piangere. Sento le mani del mio dolce Sakito che mi tengono
stretta.
"Sakito... Dove sei??"
"Shht...Shht...Sono qui... Non ti agitare, tua sorella si
sveglierà. Sono
sicuro che il signore ha ascoltato la tua preghiera disperata."
Lentamente, dopo aver finito la preghiera, torniamo dagli altri.
Guardo Yomi, che sembra essersi perduto. "Che ora è?"
domanda.
Hitsugi estrae il cellulare. "E' passata solo mezz'ora."
Mezz'ora. Solo mezz'ora.
Mezz'ora durante la quale prego e spero, che la mia piccola
sorellina Lena
si salvi. Yomi si attacca ancora di più a Niya. Che
può solo stringerlo e
pregare per lei, come credo che stiano facendo tutti.
"Niya...Ruka... Voi... Voi sapete se... Se Lena ce la
farà?"
"Io non... Certo. Certo che Yelena ce la farà"
è la pronta
risposta del bassista.
"Ce la farà. Dobbiamo solo avere fiducia nel medico." dice
Hitsugi,
che piano, si lascia abbracciare da Yomi.
Restiamo fermi immobili, in un tempo che pare essersi fermato. Un tempo
che ci
deride, perchè siamo solo impotenti esseri umani, che nulla
possono dinanzi al
destino, qualora esso sia crudele.
Oh, speranza, perchè mai la mia persona cara non
può essere serena? Perchè
sono così tormentato? dice Yomi.
Entro insieme agli altri ragazzi nella stanza della mia sorellina Lena, quando vedo che il medico esce. Parlo in russo con il medico.
Perchè vorrei capire meglio.
Quando abbiamo finito entriamo.
Lei sta lì, nel letto bianco, coperta da un
lenzuolo, di quelli da
ospedale, pure bianco. Quattro aghi le perforano le braccia, due sono
per i liquidi,
gli altri due non lo so.
il nome di queste medicine mi è oscuro, se solo lo sapessi,
potrei avere una
speranza. E’ intubata. Non può dirci come sta,
perché è del tutto incosciente.
“Se
io non le avessi mai chiesto di essere la migliore, forse tutto
questo non sarebbe mai accaduto…”. Gli altri mi
guardano atterriti. E’ vero, io ho chiesto a Lena di essere la migliore. “Forse avrei dovuto dosare le parole”
dico, colpevole e consapevole del suo stato.
Guardo
Yomi, che non crede ai suoi occhi, poi sposto lo sguardo sulla mia sorellina.
“Sorellina, sai, sei sempre stata tu la più piccola tra noi due. Dopo la morte di
nostra madre
Marina, ho cercato di crescerti prendendo io il suo ruolo nella tua
vita. Ho
cercato di essere una madre buona e generosa, che ti insegnasse a
distinguere
il bene dal male. Ma nessuna madre ammazzerebbe mai la propria
figlia… Scus-ami…”
Sakito mi è sempre vicino, forse spera che io non mi uccida
nel caso Lena
muoia, beh, si sbaglia di grosso. Ma se lui non tenesse a me, non
sarebbe qui accanto
ora.