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Autore: Distress_And_Coma    04/06/2013    1 recensioni
Una relazione che si è da poco formata tra Sakito e una giovane ragazza, Sara. Ma Sara non è come le altre.
"Straniera" le dicono in Giappone. Ma lei straniera non è.
E' russa, e questa è la sua storia. Che forse finirà in tragedia per una persona che lei ama molto.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sto seduta sulla fredda seggiolina della sala d'attesa per le emergenze. Mia sorella era entrata da poco, ma io sembro non essermene accorta.
"Perchè la mia sorellina non guarisce?" mi chiedo. Piango, ormai piango disperata.
Sento Sakito respirare accanto a me.
"Perchè, Sakichan? Perchè è successa a lei una cosa simile?"
"Io non lo so. Molto probabilmente era destino. Cio' che è successo a tua sorella è atroce. Stai tranquilla, andrà tutto bene."
"E' solo colpa mia! Lei molto probabilmente resterà tetraplegica per il resto dei suoi giorni. La colpa è mia, non sua..."
"Non darti la colpa di cose che non potevi prevedere, amore mio... Su, ora piangi. Potrai piangere finchè vorrai. Non ti giudico per questo."
Così inizio a piangere, verso lacrime che sembrano non avere una fine. Lacrime salate, sono persa nella disperazione più totale.
Mi appoggio alle spalle del mio Sakito, ora è lui il mio sostegno. 
"Sakito"
"Cosa, amore?"
"Vieni con me, ti prego. Noi torniamo tra poco, se dovessero esserci delle novità..."
"Avvisateci subito." conclude lui.
Insieme ci allontaniamo.

"Sai, Sakito... Quando la mia sorellina si è ammalata, siamo venute in questo ospedale, per farla visitare. C'è anche una cappella. Potresti accompagnarmi a pregare per lei?" gli confesso, con un nodo alla gola. Credo che ormai l'unica cosa che posso fare sia affidarsi al Signore.
Lui mi fa cenno di sì, e insieme entriamo nella piccola cappella. Mi inginocchio di fronte all'abside, guardando il crocifisso. Congiungo le mani davanti a me, e inizio la preghiera.
"Oh, Signore...Che cosa sta succedendo?? Perchè mai alla mia piccola Lena è successo tutto questo??
Il male che ha colpito la mia sorellina, è forse una punizione per gli errori che ho commesso in passato? Se è così colpisci me, ma salva Lena!!" e torno a piangere. Sento le mani del mio dolce Sakito che mi tengono stretta.
"Sakito... Dove sei??"
"Shht...Shht...Sono qui... Non ti agitare, tua sorella si sveglierà. Sono sicuro che il signore ha ascoltato la tua preghiera disperata."

Lentamente, dopo aver finito la preghiera, torniamo dagli altri.
Guardo Yomi, che sembra essersi perduto. "Che ora è?" domanda.
Hitsugi estrae il cellulare. "E' passata solo mezz'ora."

Mezz'ora. Solo mezz'ora.

Mezz'ora durante la quale prego e spero, che la mia piccola sorellina Lena si salvi. Yomi si attacca ancora di più a Niya. Che può solo stringerlo e pregare per lei, come credo che stiano facendo tutti.
"Niya...Ruka... Voi... Voi sapete se... Se Lena ce la farà?"
"Io non... Certo. Certo che Yelena ce la farà" è la pronta risposta del bassista.
"Ce la farà. Dobbiamo solo avere fiducia nel medico." dice Hitsugi, che piano, si lascia abbracciare da Yomi.
Restiamo fermi immobili, in un tempo che pare essersi fermato. Un tempo che ci deride, perchè siamo solo impotenti esseri umani, che nulla possono dinanzi al destino, qualora esso sia crudele.
Oh, speranza, perchè mai la mia persona cara non può essere serena? Perchè sono così tormentato? dice Yomi.
Entro insieme agli altri ragazzi nella stanza della mia sorellina Lena, quando vedo che il medico esce. Parlo in russo con il medico. Perchè vorrei capire meglio.
Quando abbiamo finito entriamo.                                                                                                                                                                                             Lei sta lì, nel letto bianco, coperta da un lenzuolo, di quelli da ospedale, pure bianco. Quattro aghi le perforano le braccia, due sono per i liquidi, gli altri due non lo so.                                                                                                                                           il nome di queste medicine mi è oscuro, se solo lo sapessi, potrei avere una speranza. E’ intubata. Non può dirci come sta, perché è del tutto incosciente.                                                                                                     “Se io non le avessi mai chiesto di essere la migliore, forse tutto questo non sarebbe mai accaduto…”. Gli altri mi guardano atterriti. E’ vero, io ho chiesto a Lena di essere la migliore. “Forse avrei dovuto dosare le parole” dico, colpevole e consapevole del suo stato.                                                                                                                                                                                          Guardo Yomi, che non crede ai suoi occhi, poi sposto lo sguardo sulla mia sorellina.                                                               “Sorellina, sai, sei sempre stata tu la più piccola tra noi due. Dopo la morte di nostra madre Marina, ho cercato di crescerti prendendo io il suo ruolo nella tua vita. Ho cercato di essere una madre buona e generosa, che ti insegnasse a distinguere il bene dal male. Ma nessuna madre ammazzerebbe mai la propria figlia… Scus-ami…”  

Sakito mi è sempre vicino, forse spera che io non mi uccida nel caso Lena muoia, beh, si sbaglia di grosso. Ma se lui non tenesse a me, non sarebbe qui accanto ora.




  
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