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Autore: DesmoBlack    05/06/2013    1 recensioni
Sirius Black non riusciva a prendere sonno quella notte. Continuava a rigirarsi nel letto, cercando di convincersi che la sua insonnia fosse dovuta solo una posizione scomoda, ma la realtà era che aveva una brutta sensazione addosso. Le cause potevano essere molteplici, pensò, le missioni dell'Ordine, la questione del Custode Segreto...Ma c'era qualcos'altro che non quadrava: come una sorta di presentimento.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Rubeus Hagrid, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Black non riusciva a prendere sonno quella notte. Continuava a rigirarsi nel letto, cercando di convincersi che la sua insonnia fosse dovuta solo una posizione scomoda, ma la realtà era che aveva una brutta sensazione addosso. Le cause potevano essere molteplici, pensò, le missioni dell'Ordine, la questione del Custode Segreto...Ma c'era qualcos'altro che non quadrava: come una sorta di presentimento.

Decise di alzarsi dal letto, e andare in cucina a farsi una tazza di tè, e così cercare di distrarsi un po'. Attraversò il piccolo monolocale, notando appena il disordine che vi regnava: non se ne stupì, non aveva avuto tempo di fare nulla negli ultimi giorni.

Andò in cucina e, con un paio di rapidi incantesimi, trasfigurò velocemente una tazza di acqua fredda in un fumante tè Earl Gray con uno spicchio di limone al suo interno. Ci mise dentro un po' di zucchero e iniziò a mescolare, assorto. La pessima sensazione continuava a peggiorare, chiudendoli lo stomaco all'improvviso. Fece per bere, ma si bloccò con la tazza sollevata a mezz'aria. Poi, dopo qualche secondo, la mollò con poca grazia vicino al lavello e tornò rapidamente nella sua camera.

Aprì velocemente il primo cassetto del suo comodino, ed estrasse il suo fedele Specchio a Doppio Senso. Se lo avvicinò al viso, e chiamò con palese urgenza nella voce, senza sapere neanche il perché.

-James!JAMES!-

Nessuna risposta. La pessima sensazione si moltiplicò per mille. James non mancava mai di rispondere allo Specchio, soprattutto ora che si erano anche accordati per tenerlo ciascuno nelle proprie camere, a portata di mano, in caso di emergenza.

-JAMES!RISPONDI!-

Nient'altro che silenzio.

A Sirius bastò poco per decidere. Si ficcò rapido la bacchetta in tasca, e si precipitò immediatamente fuori di casa, salendo sulla sua motocicletta volante.

 

 

Stava viaggiando alla massima velocità consentita dalla sua moto, coprendo rapidamente i parecchi chilometri di distanza che separavano casa sua da Godric's Hollow; nel contempo sperando vivamente che tutto ciò fosse perfettamente inutile e che James aveva solamente lasciato lo Specchio abbandonato in qualche stupido angolo della casa. I suoi capelli erano in balia del vento e stava letteralmente congelando dal freddo, visto che era autunno inoltrato e dalla fretta di uscire non si era neanche portato dietro la giacca. Ma tutto questo non era importante: si sarebbe anche preso dieci polmoniti tutte in una notte, gli bastava sapere che James, Harry e Lily stavano bene.

Iniziò a perdere quota, perché aveva riconosciuto in lontananza la collina che ai suoi piedi ospitava il villaggio di Godric's Hollow. Si avvicinava rapidamente a quelle case dai contorni ormai così tanto famigliari, per poi virare pian piano verso il lato sinistro del villaggio, quello che ospitava la casa del suo migliore amico.

E pian piano, Sirius fu investito da un autentico, gelido, feroce terrore, come mai ne aveva provato nella sua vita.

Un lato della casa di James era letteralmente esploso, e mentre si avvicinava, si rese conto che si trattava della parte superiore dell'abitazione, esattamente dove c'era la camera di Harry.

A pochi centimetri da terra smontò dalla sua motocicletta, lasciandola cadere rovinosamente a terra e guardò terrorizzato le rovine della casa.

Con quel poco di raziocinio che gli restava iniziò a urlare come un pazzo:

-….JAMES!....LILY!-

Neanche questa volta, ci fu risposta.

Le gambe di Sirius ormai tremavano in maniera palese, il cuore gli batteva a mille e faticava a respirare, come se avesse corso chilometri e chilometri. Non riusciva più a pensare a niente, non sapeva cosa fare.

 

-E io che ti credevo un tipo apposto, amico!- disse James, un bambino sorridente e vispo, i capelli che sfidavano le leggi di gravità e gli occhi color nocciola dietro le lenti degli occhiali.

Aveva già deciso che sarebbero stati amici, anche se si conoscevano da mezzo secondo.

Sirius scrollò le spalle – Magari andrò contro la tradizione. Dove vorresti finire, se potessi scegliere?-

Lui alzò le mani come se stesse impugnando una spada invisibile: -Grifondoro! Culla dei coraggiosi di cuore!-

...E lo era veramente, una persona coraggiosa e di gran cuore...

 

 

-JAMES!RISPONDI, JAMES!-

Si sentì solo il rumore di alcune travi che si staccarono e crollarono violentemente a terra.

-...James...-

Recuperando un minimo di lucidità e cercando con tutte le sue forze di non pensare al peggio, iniziò a scavalcare il cancello della villetta, miracolosamente rimasto integro. “Forse hanno solo perso i sensi” tentò di convincersi Sirius disperato, cercando di non pensare che comunque il pianto di Harry avrebbe dovuto sentirlo.“Forse erano riusciti a scappare...”.

Doveva controllare.

 

-Sai, mi sembravi così simpatico sul treno!- disse James con un' innocenza candida, mentre si sedeva di fianco a me pochi minuti prima dell'inizio della lezione di Trasfigurazione, che avevamo in comune coi Serpeverde.

Lo ignorai bellamente.

-Perché non ci parli mai in dormitorio?- insistette.

Erano i miei primi giorni a Hogwarts dopo lo Smistamento, quando mi sentivo in colpa verso la mia famiglia per essere stato spedito a Grifondoro, e rifiutavo di instaurare qualsiasi rapporto sociale con chicchessia, compresi i miei compagni di dormitorio, coltivando l'illusione che così facendo avrei in qualche modo rimediato alla delusione che avevo provocato alla mia famiglia.

-Sai- risposi, maligno – Credo proprio che non siano affari tuoi-

Ma James non si scompose.

-Credo che troveresti Hogwarts più divertente, se ti facessi degli amici- sentenziò, sempre con quel tono innocente.

Pensai tra me e me che aveva assolutamente ragione, ma non mi degnai di rispondere.

-Io voglio essere tuo amico, sempre se ti va- continuò lui.

-In realtà, no- ribattei, acido.

-Non ti credo- mi rispose con una scrollata di spalle, sorridendo – E comunque, a me va.-

Rimasi impressionato dal fatto che nulla sembrava scoraggiarlo, anche il mio auto-imposto pessimo carattere.

-Per esempio, potremo iniziare ufficialmente la nostra amicizia lanciando pezzi di pergamena a Mocciosus, durante la lezione. È seduto esattamente sulla nostra traiettoria!- esclamò, esaltato.

Non riuscì a trattenermi dal ridere ricordando il nomignolo che avevo affibbiato a quel Serpeverde irritante; e colpito sia dall'idiozia e sia dalla genialità dell'idea, che si prospettava divertente.

-D'accordo- acconsentì, esibendomi mio primo vero sorriso dopo lo Smistamento – Magari così inizierà a lavarsi i capelli, no?-

 

 

Era appena atterrato dall'altra parte, quando dalle macerie, di colpo, si levò una figura gigantesca. Sirius era completamente esposto e troppo scioccato per fare qualsiasi cosa, figurarsi estrarre la bacchetta per difendersi. Ma fortunatamente per lui, non era né un Mangiamorte né una Creatura Oscura, ma la figura famigliare di Hagrid, che si fece largo tra i resti della casa, cercando di uscirne a larghe spallate, visto che le braccia erano occupate a reggere delicatamente un piccolo fagotto.

Il gigante buono notò l'alta figura in piedi davanti a sé.

-Sirius!Che ci fai qui?!?-

-....Hagrid...- riuscì solo a mormorare Sirius in risposta.

Hagrid gli si avvicinò con uno sguardo tristissimo in volto.

-Che ci fai qui?- domandò di nuovo, con un tono più delicato.

-Hagrid...Co-Cosa è successo?...James...Lily...-

-Sirius...Mi dispiace...- sussurrò piano lui, posandogli una mano enorme sulla spalla e sorreggendo il piccolo fagotto con l'altra mano. -James...E Lily...Sono...Sono morti, ecco.-

A Sirius sembrò che tutto il mondo stesse per crollare, le gambe gli iniziarono a tremare ancora più visibilmente, il volto ormai bianco come quello di un cadavere.

-...Cosa?- rispose, con voce debole.

 

Mi facevano male le gambe, da quanto stavo camminando. Avevo preso la metropolitana di Londra per allontanarmi più possibile da casa mia, sicuro che se anche i miei genitori avessero provato a cercarmi, ero perfettamente al sicuro, visto che non si sarebbero mai spinti in un posto così pieno di babbani. Poi, arrivato alla periferia della città, ero stato tentato di chiamare il Nottetempo, ma poi cambiai idea, perché poteva essere un mezzo troppo scontato da utilizzare, terrorizzato com'ero dall'idea che appena fossi salito sul mezzo, avrei potuto trovare mio padre Orion ad aspettarmi, pronto a riportarmi a casa. Così, decisi di muovermi con i mezzi babbani, cambiai tre pulman, viaggiando senza biglietto, e ci misi tutta la notte per arrivare al paese più vicino a Godric's Hollow. Poi iniziai ad attraversare chilometri e chilometri di campagna, per coprire la distanza che mi mancava dal paese dove abitava James.

Stavo gelando dal freddo, i capelli scompigliati dallo sferzante vento inglese, con addosso solo una camicia leggera che aveva anche una manica strappata, per la violenta colluttazione con mio padre. Le mie guance erano bagnate di lacrime, perché continuavo a pensare alla furiosa litigata di poche ore prima, e a quello che avevo fatto. Ora sarei stato sempre un reietto: avrei dovuto cavarmela da solo, ripudiato dalla mia famiglia, diseredato. Mi padre era stato molto chiaro: sarebbe stato questo il mio destino appena sarei uscito da quella casa. Ero impaurito e terribilmente triste, ma dentro di me sapevo che era la cosa giusta da fare. Non sopportavo più le loro idee, e non sopportavo più quello che volevano che diventassi. Ma nonostante tutto, non avevo più un famiglia. Ero stato tentato di andare da mio zio Alphard, ma i miei se lo sarebbero aspettati, e io volevo tagliare completamente i ponti con i Black.

Avevo solo James. Non sapevo da chi altro andare, a chi altro rivolgermi.

Mentre ero impegnato a riflettere su questi cupi pensieri, senza rendermene conto mi ritrovai davanti alla soglia della casa di James, infreddolito, solo, completamente esausto e come unico bagaglio il mio baule con dentro tutti i miei averi.

All'improvviso tutto questo viaggio mi sembrò una grande sciocchezza. Con che coraggio potevo bussare alla porta della casa del mio migliore amico nel cuore della notte, e digli che ero scappato di casa? I suoi che cosa avrebbero detto? Che figura avrei fatto? Cosa avrebbero pensato? E mi vergognavo. Mi vergognavo perché James aveva una famiglia felice, e io non c'è l'avevo. Lo invidiavo, perché lui sarebbe stato sempre amato, e io invece non lo sarei stato mai. Nuove lacrime iniziarono a sgorgarmi, impossibile da trattenere. Mi bagnarono le guance e mi appannarono la vista. Mi sentivo uno schifo. E non sapevo più cosa fare. Ero solo. Iniziai a singhiozzare, vergognandomi di me stesso e delle mie paure.

-Sirius?Sei sveglio?- sussultai. La voce di James proveniva dallo Specchio a Doppio Senso che avevo nella tasca dei pantaloni. Cercai di recuperare un certo contegno, e poi lo afferrai, rispondendo, con voce bassa e titubante: -...Sì...-

-Lo sapevo che eri sveglio!Non riesco a dormire, amico...- iniziò a blaterare di qualcosa che riguardava il sonno leggero e il pensiero della Evans, colpevole, secondo lui, di non farlo dormire bene. Lo ascoltavo solo per metà, impalato in mezzo al suo giardino, ma mi riscossi di colpo quando mi chiese: - E te Sirus?Che ci fai sveglio?Non dirmi che hai litigato ancora con i tuoi!-

Non risposi, non sapevo cosa dire.

-...Sirius?...Ci sei?-

-...James...Guarda fuori dalla finestra.-

-Che cosa?Ma che stai dicendo?-

-...Sono fuori da casa tua...-

Sentì un gran tafferuglio, ma forse era solo James che si stava alzando dal letto di tutta fretta, poi dei rapidi passi e lo vidi guardarmi scioccato dalla finestra della sua camera.

-Ma che...?!?-

Poi scomparve, e non sentì più nessun suono dallo Specchio. Evidentemente stava scendendo. Infatti, pochi istanti dopo, lo vidi aprire piano la porta d'ingresso della sua casa, strofinarsi gli occhi dietro gli occhiali, come se non stesse credendo a quello che stava vedendo e poi chiedere, completamente allucinato: - Ma che ci fai qui?!?-

Io non mi mossi e non parlai. James si avvicinò rapido, con uno sguardo preoccupato.

-...Sirius?..-

-...Sono scappato di casa, James...- riuscì solamente a dire, passandomi il gomito davanti agli occhi, cercando di nascondere le nuove lacrime.

-...Sirius...- disse lui, capendo al volo tutta la situazione. Si avvicinò e mi abbracciò, un abbraccio forte, caldo e consolatorio. Mi lasciai finalmente andare, piangendo come un bambino sulla sua spalla.

 

 

-Sì, è così Sirius...- Il gigante ormai si sforzava di trattenere le lacrime a sua volta. - Mi dispiace...-

-...Ma....Ma non può essere morto...-

Hagrid gli strinse la spalla con più forza, ma Sirius non riusciva più a reagire. Tremava solamente, guardando le rovine della casa, quella casa che nascondeva il corpo del suo migliore amico, senza più vita.

-Cosa...Cosa è successo?- ogni parola pronunciata minacciava di strappargli il cuore.

-Tu-Sai-Chi- ripose Hagrid semplicemente. Si sistemò il meglio il fagotto sulle braccia, e Sirius finalmente si rese conto che si trattava di Harry.

-...È...Vivo...?-

-Sì, ma ha una ferita grossa sulla fronte, poverino...-

Sirius non lo ascoltava neanche, ma guardò Harry come se fosse la sua ancora di salvezza. Era l'unica cosa che gli era rimasta di James.

 

Mi ero appena materializzato al San Mungo alle cinque e mezza di mattina, dopo che mi James mi aveva chiamato urgentemente dallo Specchio, urlando come un pazzo: - È nato!Sirius, è nato!- Avevo senza dubbio un pessimo aspetto, a giudicare dallo sguardo basito che mi lanciavano i Guaritori mentre mi dirigevo trafelato all'ala del secondo piano, dove sapevo che si trovava la camera Lily.

Percorsi rapidamente il corridoio, e entrai di slancio nella stanza. James, Remus e Peter erano intorno al letto di Lily, i capelli scompigliati intorno al viso, raggiante di felicità, che teneva in braccio il bambino più piccolo che avessi mai visto.

Lei mi vide e mi fece un grande sorriso, e anche gli altri si girarono verso di me.

-Sirius!-

-Scusate il ritardo...-

-Vieni, vieni a vedere Harry!Guarda, è uguale a me, no!?-

Lily alzò gli occhi al cielo, ma senza smettere di sorridere.

Mi avvicinai, un po' impacciato. Non avevo mai avuto un gran rapporto coi bambini, non sapevo come comportarmi con loro. Lo guardai da vicino: era così piccolo, con gli occhi e i pugnetti chiusi.

-Vuoi tenerlo in braccio, Sirius?- chiese dolcemente Lily.

-Co-cosa?!- chiesi, preso in contropiede. -No, meglio di no...-

-Dai, Felpato!Prova!-

-N-no James...Non sono capace...- dissi, debolmente.

Ma James si era già avvicinato a sua moglie per prendere in braccio il piccolo e passarmelo.

-...James...Ti prego, davvero...Non sono in grado...-

Tutti quanti risero, e mi resi conto che capitava raramente di vedere la mia persona timorosa e impacciata, che pregava James disperato. Un uomo grande e grosso che aveva paura di tenere un neonato!Effettivamente, c'era da ridere e come.

-Tieni, Sirius...-

-Mi raccomando, tienili la testa rialzata col braccio...- lo avvertì Lily.

-...E cerca di non farlo cadere, magari...- aggiunse James, ironico, e facendo scoppiare a ridere Peter e Remus.

James mi passò delicatamente il piccolino nelle braccia. Ero ero letteralmente preso dal panico, non sapevo come tenerlo, avevo paura di fargli male. Però, dopo alcuni secondi, mi tranquillizzai un poco: mi sembrava comunque di avere tra le braccia qualcosa di delicato come un pezzo di ceramica, ma almeno ci feci l'abitudine.

-Ti piace lo zio Sirius, Harry?Ti piace?-

Il bimbo, come se avesse riconosciuto la voce di James, d'un tratto mosse i pugnetti e aprì gli occhi, e iniziò a osservarmi, silenzioso. Lo guardai a mia volta: avevo paura che si mettesse a piangere, appena avesse capito che non era con la sua mamma. Ma invece, dopo qualche attimo, fece un versetto allegro, sbatté i pugnetti in aria e si esibì in qualcosa che assomigliava a un piccolo sorriso.

-Ehi, ti piace zio Sirius, allora!- esclamò James, al colmò della felicità.

Harry fece un altro piccolo suonò, come di conferma.

-Sirius...Vorremmo tanto che fossi il suo padrino- disse Lily, dolcemente.

-Cosa?...Io?-

-Sì, te Sirius...Pensiamo che tu sia la persona migliore- confermò lei, sorridendo.

Ero rimasto senza parole, non sapevo cosa dire. Tornai a guardare il bimbo, che continuava a farmi quella smorfia simile a un sorriso. Così, gli sorrisi anch'io.

-D'accordo...Sarò il suo padrino-

Ma in quelle semplici parole, c'era racchiuso tutto il mio affetto per quelle persone stupende che mi avevano cambiato la vita.

 

 

-Hagrid...Dammi Harry, sono il suo Padrino...Lo curo io...-

-Mi dispiace Sirius, non posso. Ordini di Silente. Andrà a stare coi suoi zii, mi ha detto...-

-Cosa?...NO!Sono io che mi devo occupare di lui!Sono il suo padrino, Hagrid!-

-Lo so...Mi dispiace, Sirius, ma Silente ha deciso così, e devo eseguire i suoi ordini-

Sirius voleva continuare a protestare, ma non ne aveva la forza.

Harry da i suoi zii...Perché?Perché erano arrivati a questo punto?...Peter era il Custode Segreto, come avrebbe potuto Voldemort trovare la loro casa?Peter...Peter...PETER!”

Una consapevolezza terribile nella sua crudità si fece strada dentro di lui, e gli gelò il sangue. Una voragine d'orrore lo prevalse. Gli veniva la nausea al pensiero che si faceva sempre più vero, concreto e reale, un secondo dopo l'altro.

È stato lui a tradire tutti noi, lui! LUI era il Custode Segreto, è tutta colpa sua, ha consegnato James, Lily e Harry a Voldemort!Come ha potuto farlo?Non è possibile...”

Hagrid fece per andarsene, forse non sapendo più come comportarsi per cercare di consolare Sirius. Fece per tirare fuori il suo ombrello rosa e fare un incantesimo, quando Sirius lo chiamò:

-Hagrid!Aspetta...-

-Cosa c'è, Sirius?-

-Se devi portare Harry dai suoi zii, prendi la mia moto...-

Hagrid rimase basito, perché sapeva che Sirius Black non si staccava mai dai quella motocicletta. Il fatto che lo stesse offrendo proprio a lui, era chiaramente una palese dimostrazione della gravità del momento. La moto era stata abbandonata su un lato della strada e Sirius andò a recuperarla, e la sistemò rapido, pronta per essere usata da Hagrid.

-Ehm...Sirius...Ne sei sicuro?-

-Sì. A me non serve più.-

-Ehm...Va bene...Grazie allora, ci si vede...-

-Sì, ci si vede.-

Sirius rimase a osservare il gigante decollare con la sua moto, e allontanarsi sempre di più. Si chiese solamente quando avrebbe visto Harry la prossima volta, visto quello che aveva intenzione di fare.

Si girò, e lanciò un ultima occhiata alla casa in rovina, distrutto, sofferente, ma con uno sguardo determinato, e un obbiettivo ben chiaro in testa.

- Prometto che vi vendicherò presto, fratello.- riuscì solo a dire, risoluto. Dopodiché con grande fatica e sofferenza, e con un cuore distrutto, voltò le spalle alla casa, e anche a Lily e James. Quindi si Smaterializzò.

 

 

 

 

 

 

Eccomi qua, con un'ispirazione dell'ultimo minuto. Un capitolo molto drammatico, ha commosso anche me mentre lo scrivevo...T.T....Povero Sirius!

La “storia” avrà al massimo un altro capitolo o due, in teoria. Poi, se avrò altra ispirazione, ben venga.

Non so quando scriverò l'altra parte, eh eh...

Comunque spero vi sia piaciuta,

alla prossima,

Desmoblack :*

  
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