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Autore: goingbacktothetime    05/06/2013    2 recensioni
«Hai ragione è vuota... Ma lo è solo fin quando non sta con me. È come una bottiglia, è vuota senza acqua e io sono la sua acqua. Senza di me è vuota ma io senza lei sono perso, non ho forma e mi perdo. Io la riempio e lei mi contiene, mi tiene unito»
 
Perché lui sapeva di essere un uragano con mille difetti, ma lei lo aveva accettato per quello che era…Acqua.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che doveva fare? Lasciarlo andare per fargli vivere il suo sogno oppure trattenerlo e vivere la "loro" vita? 
«Se mi chiedi di rimanere con te non parto, devi solo chiedermelo» gli aveva detto lui.
Ma come poteva fermarlo? Sapeva che quello era il suo sogno, ci aveva sperato fin da piccolo, e ora che ne aveva la possibilità non poteva fermarlo. Lo amava, ed è proprio per quell'amore che doveva lasciarlo andare, doveva fargli vivere il suo sogno senza ostacolarlo. 
D'altro canto anche lui non sapeva che fare. Era innamorato di lei, aveva lottato per quel rapporto, aveva lottato contro i genitori che erano contrari anche solo alla loro amicizia, aveva lottato contro l'ex fidanzato di lei che continuava a darle fastidio, aveva lottato contro tutti quelli che dicevano che il loro amore era sbagliato. All'inizio avevano dovuto nascondersi, poi una volta venuti allo scoperto affrontarono gli insulti, i pregiudizi e lottarono con i denti e con le unghie pur di non lasciarsi. E ora che finalmente erano riusciti a farsi accettare dovevano separarsi. Lui non sapeva se abbandonare tutto e correre da lei o salire su quel treno e realizzare il sogno che aveva fin da piccolo. Aveva fatto di tutto pur di salire su quell'astronave. E quando tre mesi prima aveva ricevuto la lettera non sapeva se piangere di gioia o di tristezza. Lei appena lo aveva saputo gli era saltata in braccio baciandolo e non faceva altro che ripetere «amore ci sei riuscito, sono fiera di te» non le era passato per la mante neanche un attimo che si sarebbero dovuti lasciare, era solo felice per il suo ragazzo. Fu quando lui le disse che sarebbe dovuto partire che lei si rese conto di cosa sarebbe successo a breve, e ora si ritrovava a correre per la strada per fermarlo. Aveva deciso, lo avrebbe fermato, gli avrebbe chiesto di rimanere, perché lei senza Louis non poteva stare, e nemmeno lui poteva stare senza Claire. Correva... Correva senza fermarsi, non aveva preso aria nemmeno un attimo. Aveva paura di non arrivare in tempo, e quella paura la faceva correre ancora più veloce. Erano le 10:55 e il treno sarebbe partito alle 11:00 precise e lei era ancora troppo lontana.
Louis entrò nella stazione e si sistemò su di una panchina nella speranza che lei lo fermasse. Perché alla fine lui non voleva partire, voleva solo essere fermato da Claire e voleva solo baciarla per un tempo infinito. 
Claire era appena arrivata alla stazione e stava cercando il binario giusto quando annunciarono la partenza del treno di Louis.
Iniziò a piangere e nemmeno se ne rese conto, le lacrime scivolavano lungo il suo viso. Si girò intorno più volte e lo vide. «Louis» gridò più volte, ma il ragazzo era troppo lontano per sentirla. Ma si stava girando intorno un ultima volta in cerca della sua ragazza. Lei nel frattempo continuava a correre sperando solo di riuscire a fermarlo, ma Louis stava entrando. Provò ancora una volta a gridare il suo nome ma niente, lui non la sentiva c'era troppo rumore. Claire si fece assalire dal panico, era lì a pochi metri da lei è non poteva fermarlo, non poteva dirgli quanto lo amasse. Nella folla non vide più Louis e li si sentì completamente persa, aveva perso anche la speranza. Come si dice? La speranza è l'ultima a morire? E beh Claire la perse quando vide le porte del treno chiudersi e dopo poco lo vide partire. 
Aveva perso tutto, la sua vita, la sua voce, la sua ragione di esistere, il suo amore... Aveva perso il suo Louis.
Senza rendersene nemmeno conto si trascinò su di una panchina e li si accasciò. Iniziò a piangere come mai aveva fatto prima d'ora, si sentiva come scoperta, senza protezione... si sentiva vuota.

«Mamma, papà... Vi presento Claire, la mia fidanzata» disse Louis
I genitori del ragazzo si guardarono negli occhi per un tempo che parve infinito, poi il padre di Louis si girò verso suo figlio e gli chiese di raggiungerlo nel suo studio... Doveva dirgli una cosa in privato.
«Mi aspettavo di peggio» sussurrò Louis all'orecchio di Claire, che sorride imbarazzata.
«Come diavolo ti è venuto in mente di fidanzarti con... con... con una come quella?» chiese il padre.
«Cosa hai contro Claire? Che ti ha fatto?» chiese Louis arrabbiato.
«È la figlia di un criminale, Louis... Come fai a fidarti?» 
«Hai detto bene. È la figlia di un criminale, non lo è lei.» disse il ragazzo, già stanco della conversazione.
«Louis figliolo, devi capire che i criminali ce l'hanno nel sangue, lei è la figlia di un criminale e come tale lo deve essere per forza anche lei. Come si dice? Tale padre tale figlio. Io sono preoccupato per te.» disse il padre cercando di convincerlo.
Ma Louis non era il tipo di ragazzo da arrendersi dopo il primo no, non demordeva, anzi... Davanti agli ostacoli si faceva quanta più forza e lo schiacciava.
«Tu non la conosci, non sai come è. Non puoi assolutamente parlare, Claire è la ragazza più buona che abbia mai conosciuto, a differenza delle altre ragazze con cui sono stato fidanzato e che ti piacevano tanto. Certo erano di buona famiglia ma stavano con me solo per avere più potere, solo perché sono tuo figlio.» disse Louis ripensando alle relazioni passate. 
«Appunto, sei sempre stato con persone di un certo ceto, perché ora vuoi rovinare il nome della nostra famiglia fidanzandoti con quella ragazza?» chiede il padre sedendosi sulla sua sedia in pelle. Louis qui non ci vide più e scoppiò.
«Quindi è di questo che si parla? Si parla di rovinare il buon nome della famiglia?» chiese arrabbiatissimo.
«Esatto» disse il padre.
«Beh sai cosa? Sono disposto a cambiare cognome pur di stare con Claire» detto ciò si alzò e uscì dallo studio. Arrivò in salotto e si si girò verso Claire, la vide piangere seduta sul salotto.
«Che cosa succede?» chiese guardando storto sua madre.
Andò vicino la sua ragazza e le asciugò le lacrime cercando di calmarla, e con una sola carezza ci riuscì. Le asciugò le lacrime e si girò verso sua madre in cerca di spiegazioni.
«Oh caro, le ho detto semplicemente che non è adatta a te e lei è scoppiata a piangere... Beh parliamoci chiaro lei in confronto a te è così... vuota» disse la donna.
«Mamma forse non ci siamo capiti... Lei è "adatta" a me perché mi ama e perché io amo lei, e di certo non la lascerò perché tu non la accetti. E poi hai ragione è vuota... Ma lo è solo fin quando non sta con me. È come una bottiglia, è vuota senza acqua e io sono la sua acqua. Senza di me è vuota ma io senza lei sono perso, non ho forma e mi perdo. Io la riempio e lei mi contiene, mi tiene unito» detto ciò prese per mano Claire e andò via non salutando nemmeno, dirigendosi verso la macchina. Louis accese il motore e partì, voleva allontanarsi il più possibile da quella casa.
«Io sono la tua bottiglia e tu la mia acqua?» chiese la ragazza sorridendo e asciugandosi una lacrima poiché si era commossa per il discorso del suo ragazzo. Certo non era il discorso più romantico che avesse mai sentito, ne tanto meno quello che ogni ragazza sogna, ma era il primo che gli avessero mai fatto e l'unico che avesse mai desiderato.
«Si. Significa che io senza te sono perso» rispose il ragazzo alla domanda di Claire.
«Beh io non voglio essere mai più vuota, voglio stare con te sempre.» 
«Mai più vuota... MAI» disse Louis sottolineando la parola mai.

Ora Claire si sentiva esattamente così... Vuota. Si sentiva come se avessero tolto l'acqua alla bottiglia.
Alzò la testa e si rese conto che la stazione stava iniziando a svuotarsi. Si guardò in torno e vide un ragazzo con una valigia in spalla avvicinarsi. Non riuscì a riconoscerlo subito, aveva gli occhi appannati dalle lacrime, ma quando questo si fece più vicino lo riconobbe, era il suo Louis... La sua acqua. 
Sgranò gli occhi e gli corse in contro saltandogli addosso.
«Sei qui... Oddio no sto sognando» continuava a ripetere la ragazza.
Louis posò la valigia a terra e strinse più a se la ragazza posandole una mano sul capo per stringerla meglio.
Avvicinò le sue labbra a quelle della ragazza e si baciarono, li in quella stazione in mezzo a milioni e milioni di persone, era un bacio dolce, probabilmente il più dove che si fossero mai dato. Claire di sentì nuovamente piena, il colmo in lei era stato riempito, il vuoto era andato via sostituito dalla sua acqua.
«Perché non sei partito?» chiese Claire sorpresa.
«Volevo tornare da te, sono sceso dal treno poco prima che partisse, ero deciso a tornare a casa, poi ti ho visto su quella panchina e ti sono venuto in contro.» disse il ragazzo sorridendo.
«È tornata la mia acqua» disse Claire sorridendo.
«E non andrà più via» rispose Louis.
I due ragazzi uscirono dalla stazione ferroviaria tenendosi per mano e arrivarono fino a casa di Claire.
Louis posò la valigia prese la ragazza per mano ed uscirono di nuovo.
Il ragazzo la portò a fare un giro e le comprò un gelato, voleva sentirla quanto più vicino possibile, voleva farla sentire bene per ne quando l'aveva vista disperata su quella panchina aveva capito che stava facendo la scelta giusta. Non gli importava se il suo sogno è sempre stato quello di partire, ora il suo sogno era lei, e non l'avrebbe fatta scappare. Senza si sarebbe sentito perso, come l'acqua senza la sua bottiglia, senza nessuno capace di contenerlo. Perché lui sapeva di essere un uragano con mille difetti, ma lei lo aveva accettato per quello che era…Acqua.

  
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