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Autore: StayThereWhateverHappen    05/06/2013    2 recensioni
Sarò il tuo sogno;
sarò il tuo desidero;
sarò la tua fantasia;
sarò la tua speranza;
sarò il tuo amore;
sarò tutto ciò di cui hai bisogno.
Ti amerò di più ad ogni respiro
e lo farò sinceramente pazzamente e profondamente.
Sarò forte e fedele
perché sto contando su
un nuovo inizio,
una ragione per vivere,
un significato più profondo.
[Larry Stylinson genteeeee]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME LA TELA DI UN RAGNO





Sai quando ti senti bruciare dentro?
Quando senti le viscere bruciare, quando i tuoi organi fanno attrito tra di loro e sembra nascere una fiamma? Che però poi comincerà ad incenerirti, prima dentro dove nessuno può vedere, per poi incenerirti anche fuori e qui si, si che gli altri possono vedere come sei ridotto.
Quello ero io, Harry Styles, un ragazzo di diciannove anni che bruciava senza che alcuno potesse vederlo, bruciava di gelosia.
Ero innamorato, innamorato perso di una persona che probabilmente mi riteneva un amico qualunque, uno come tutti gli altri, un amico e basta.
Eppure a me i suoi occhi non risultavano indifferenti, il suo fisico perfetto non passava inosservato e il suo carattere non poteva essere considerato uno qualunque.
Io lo volevo, volevo poter amare Louis, quel ragazzo sempre solare e sorridente, quel ragazzo che però dentro di sé era fragile, come la tela di un ragno che è flessibile ed elastica ma che prima o poi si spezza e anche piuttosto facilmente.
Louis non stava con nessuno, era single e non sentiva il bisogno di qualcuno al suo fianco, me lo aveva detto tante volte, non aveva la testa per impegnarsi e per rendere felice qualcuno.
Io invece volevo rendere felice qualcuno, volevo rendere felice lui. Il mio desiderio più grande era quello di far nascere un sorriso sulle sue labbra sottili con un mio gesto.
Amavo vederlo sorridere, quando le sue labbra si distendevano e si assottigliavano maggiormente facendo schiarire il rosa.
Spesso però i suoi occhi restavano impassibili, le labbra sorridevano ma gli occhi no, quelli restavano seri senza accennare ad un minimo di luminosità.
Non ero sempre stato innamorato di lui, prima anche io lo consideravo un ottimo amico, qualcuno con cui parlare, con cui confidarsi.
Poi le cose erano cambiate, eravamo diventati più affiatati e la maggior parte del tempo libero la trascorrevamo insieme. Senza accorgermene ero arrivato ad essere ossessionato dalla sua presenza, vederlo con gli altri mi infastidiva e anche solo un abbraccio di troppo o una pacca affettuosa con Liam, Zayn o Niall erano diventati logoranti.
Questo tipo di attenzioni che Louis donava agli altri facevano scatenare in me un incendio che nessuno però riusciva a vedere se non grazie ad un mio radicale cambiamento dell’ atteggiamento. Diventavo buio, cupo, mi isolavo e tendevo ad allontanarmi da ogni forma di vita.
Sapevo di non poter fare così, sapevo che sarebbe stato meglio diventare impassibile o continuare a comportarmi come al solito.
Non ci riuscivo però, era troppo dura.
Fortunatamente Louis non si era accorto di niente e continuava a sorridermi come sempre, forse mi considerava soltanto un po’ lunatico.
Io non ero capace di fingere, ogni volta che mi abbracciava o mi dava un bacio sulla guancia arrossivo: certe cose non le riuscivo a controllare.
L’ amore che provavo per lui non comprendeva l’attrazione fisica. Certo, era un bellissimo ragazzo ma ciò che provavo era talmente forte e potente che riusciva a dissolvere questo tipo di interesse.
Louis mi aveva sempre trattato bene, mi aveva sempre portato rispetto senza mai lasciarsi intimidire dalla consapevolezza della mia omosessualità, per questo gli riservavo un’ immensa gratitudine.
Molte persone erano scomparse dalla mia vita, allontanandosi da me avevano lasciato un grande vuoto che pareva incolmabile ma poi erano arrivati loro, i miei amici.
Avevo conosciuto il biondo, il moro e il castano durante un laboratorio a scuola: sin da subito ci eravamo legati uscendo insieme e trascorrendo serate gradevoli, prima a casa di uno e poi a casa dell’altro, a rotazione.
Louis lo conoscevo già, era stato il mio primo amico dopo il mio trasferimento che devo ammettere, mi aveva un po’ disorientato, entrambi eravamo nuovi in quella scuola ed entrambi avevamo bisogno di aiuto e di compagnia.
Non sapevo per quanto avrei dovuto continuare a fingere, considerandolo un amico normale tenendolo di tutto, dei miei sentimenti.
Mi dispiaceva mentirgli, mi sentivo in torto e non mi andava di trattarlo come gli altri tre, lui non era come loro, lui era Louis.

Ma come avrei potuto dirglielo?

Se mi mettevo nei suoi panni riuscivo a capire che sarebbe stato un duro colpo da poter accettare.
Se per esempio Niall, Liam o Zayn fosse venuto da me dicendo di amarmi, dicendomi che per lui ero la cosa più bella del mondo e che avrebbe fatto di tutto pur di rendermi felice, avrei sicuramente cambiato atteggiamento nei suoi confronti, sarei diventato diffidente allontanandomi da lui non potendolo ricambiare.
Quindi, se dirlo a Louis avrebbe portato a tutto questo, se avessi dovuto vederlo allontanarsi da me, avrei preferito di gran lunga tenermi tutto dentro nascondendogli ciò che provavo e soffrendo da solo.
Perché soffrire in due se si può far soffrire una persona sola? In questo caso quella persona ero io.
Dentro di me sentivo di starmi allontanando adottando una maschera di freddezza e indifferenza che io stesso odiavo. Non sopportavo il mio comportamento nei suoi confronti, odiavo dover non essere me stesso ma non potevo farci nulla, non ci riuscivo, la maschera si adagiava sul mio viso senza che me ne accorgessi, era talmente delicata e sottile che neanche la sentivo, non mi sembrava che il mio visto fosse da essa oscurato.
Forse parlarne con qualcuno mi avrebbe fatto bene, Liam, Niall e Zayn sapevano della mia omosessualità ma parlargli del mio amore per Louis mi sembrava una cattiva idea, loro lo conoscevano bene e magari avrebbero capito che alcune volte diventavo irascibile  o mi isolavo per colpa di alcuni suoi atteggiamenti.
I miei genitori? No, con loro non avrei mai parlato di certe cose, troppa vergogna, troppa soggezione.
Non ce la facevo più, questi pensieri erano costantemente nella mia testa e la rendevano pesante, dolorosa.
Non si poteva vivere così, faceva troppo male, dovevo parlare, parlare con qualcuno ma l’unica persona che si faceva spazio nella mia mente era lui, Louis.
La sua immagine appariva all’interno delle mie palpebre e così mi sentivo quasi in obbligo a parlare con lui.
Adesso ero deciso, mi sentivo pronto, avevo pensato per giorni e l’unica soluzione plausibile mi era sembrata parlare con il diretto interessato. La paura si faceva strada dentro di me, separava gli organi passando tra di essi fino ad arrivare al cuore che cominciava a battere folte facendo un tale rumore da poter essere confuso con lo scalpitio degli zoccoli di un cavallo che galoppa.
Arrivai di corsa davanti a scuola, avevo detto a Louis di farsi trovare lì prima del solito perché avrei dovuto parlargli, lui non aveva fatto domande, aveva acconsentito salutandomi e dicendo che ci saremmo visti il giorno dopo davanti al solito cancello. Il domani, adesso, era diventato oggi.
Le mie mani cominciarono a sudare quando vidi il castano poggiato al ferro del cancello arrugginito, con una sigaretta tra le labbra.
Mi avvicinai lentamente e mi posizionai davanti a lui con le braccia incrociate ma sorridendo timidamente. Louis appoggiò una mano sulla mia spalla stringendola e si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia.
Non era un tipico saluto da uomo virile ma lui non era proprio il ritratto della mascolinità, ad essere sinceri non ci somigliava neanche un po’.

“Lou, devo dirti una cosa, per favore non interrompermi perché sono talmente agitato da non riuscire nemmeno a capire come faccio ad essere qui.”

“Harry stai tranquillo! Sono qui e ti ascolto, dimmi tutto…mi stai facendo venire una certa ansia!” Louis sorrise e prese una mano del riccio tra le sue.

Harry si schiarì la voce e tirò un lungo respiro. Doveva cominciare a parlare, ora toccava lui.

“Louis, io…io non so da dove cominciare quindi la cosa più adatta mi sembra partire dall’inizio. Sei un ottimo amico, sin dal principio mi sono affezionato a te e trascorrere il mio tempo in tua compagnia era molto piacevole, tante volte mi sono confidato e ti ho aperto il mio cuore, tante volte ti ho considerato il mio più caro amico. Poi però le cose sono cambiate, ti vedevo trattarmi come uno qualunque mentre dentro di me la gelosia mi corrodeva, mi logorava.
La tua presenza è diventata fondamentale e le tue attenzioni indispensabili. So che in questo momento non riesci a seguire il mio discorso, so che sto parlando senza porre filtri tra il cervello e la bocca ma ti chiedo di aspettare ancora un attimo e di provare a seguire ciò che sto cercando di dirti.”

Gli occhi di Harry erano chiusi in due fessure e minacciavano di lasciar cadere lacrime piene di tensione, lacrime fragili e amare.
Il riccio ricominciò a parlare puntando gli occhi umidi in quelli del ragazzo davanti a se, che forse aveva già capito tutto, forse lo aveva sempre saputo.

“Stavo dicendo, le cose sono cambiate, mi sono accorto di essere innamorato di te Lou, si, io ti amo, ti amo talmente tanto che mi sono ritrovato coperto da una maschera che mi infondeva indifferenza pur di non farti soffrire.
Ti amo talmente tanto da pensare costantemente a come poterti rendere felice, a come poterti far sorridere con un solo gesto.
Louis il vorrei solo poterti amare, vorrei saper diventare ciò che a te manca, vorrei tramutarmi in quel qualcosa che ti serve e di cui hai bisogno.
So che adesso ti allontanerai da me e tutto cambierà, so di aver fatto una grandissima cazzata dicendoti tutto questo ma continuare a fingere, a mentirti, non mi sembra corretto quindi scusa se ti sto mettendo in difficoltà, scusami per essere così follemente innamorato di te, dei tuoi occhi, dei tuoi modi di fare, del tuo essere Louis Tomlinson.
Scusami e basta, sono uno sciocco e patetico ragazzo innamorato di una persona che non potrà mai ricambiare i miei sentimenti.”

Gli occhi di Louis sembravano allagati e il riccio era talmente preso dal suo discorso che non ci aveva fatto caso, non si era accorto neanche del sorriso che aveva stirato le labbra del castano.
Lo stava rendendo felice e non gli prestava attenzione.
Louis non sapendo come rispondere ad una dichiarazione così piena d’Amore, fece ciò che gli sembrava più adatto: strinse la mano di Harry che aveva tenuto tra le sue per tutta la durata del discorso e di scatto l’avvicinò al proprio petto posandola sul cuore che batteva ai limiti del possibile. Avvicinò il viso a quello del riccio e fece combaciare le loro labbra che cominciarono a sfiorarsi dando vita ad un dolce bacio, mandando così in tilt i cervelli dei due ragazzi.
Louis lasciò andare la mano di Harry che restò sul suo petto e con le sue andò ad incorniciare il viso del riccio che aveva sgranato gli occhi non riuscendo a rendersi conto di ciò che stava accadendo.
Louis si staccò dal bacio e fissò gli occhi in quelli di Harry facendogli capire che anche lui lo amava, che lui era già ciò che gli mancava e che finalmente poteva avere. Finalmente era suo.
Il riccio pensò che pur non avendo proferito parola, la dichiarazione di Louis era la più bella che avesse mai potuto desiderare: inaspettata, dolce, sincera e luminosa.
Louis aveva sempre trattato il riccio come un amico qualsiasi perché non voleva destare sospetti, non voleva spaventarlo o rovinare la loro amicizia.
Era sempre stato innamorato di quei due occhi che regalavano gioia e luce, era sempre stato incantato dai movimenti e dagli atteggiamenti eleganti che il riccio possedeva e non aveva mai smesso di pensare alle sue labbra rosse e carnose che differivano da tutte quelle che lui aveva visto durante i suoi ventun anni.
Anche Louis era gay, non lo aveva mai detto a nessuno se non a sua madre, gli importavano molto i pareri della gente e non gli andava di essere soggetto di uno scherno generale. Voleva essere considerato normale perché in fondo, lui lo era.

I due ragazzi ripresero a far sfiorare le loro labbra sorridendovi sopra e chiudendo gli occhi.
Non si erano neanche accorti della folla che ora li circondava, erano immersi nel loro amore che prima avevano considerato impossibile, sbagliato, ma che adesso li stava rassicurando facendogli capire che tutti i dubbi che avevano avuto, erano stupidi.
Adesso potevano considerarsi felici.
Perché? Perché potevano amarsi, si sentivano completi, erano una cosa sola.
In questo momento riuscirono a capire che dei pregiudizi, degli sguardi indiscreti e del disprezzo che la gente avrebbe potuto provare per loro, non gli importava. Quello che provavano l’uno per l’altro era così forte da riuscire a renderli superiori agli scherni che la gente avrebbe posto dinnanzi a loro.

Sarò il tuo sogno;
sarò il tuo desidero;
sarò la tua fantasia;
sarò la tua speranza;
sarò il tuo amore;
sarò tutto ciò di cui hai bisogno. 
Ti amerò di più ad ogni respiro 
e lo farò sinceramente pazzamente e profondamente.
Sarò forte e fedele 
perché sto contando su 
un nuovo inizio, 
una ragione per vivere,
un significato più profondo.




 

Ciao a tutti, questa OS credo di amarla, mi rispecchia immensamente e non sono riuscita a non concluderla con un lieto fine, vi ringrazio per essere arrivati a leggere fin qui e non nego che una vostra recensione mi farebbe moltissimo piacere.
Un bacio a tutti.
-Giulia-

  
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