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Autore: Emmedoppiaw    05/06/2013    21 recensioni
Larry Stylinson con accenni Zarry; Harry's Version;
Non aggiungo altro.
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#Desclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.
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#Avvertenze: Se sei omofobo/a o il pairing non è di tuo gradimento sei pregato di NON aprire questo contenuto.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio il gruppo "Larry Stylinson is the way." per il sostegno.
Ringrazio il gruppo «my real first crush was Louis Tomlinson.» per avermi accolto e per avermi incentivato a scrivere questa nuova shots.


Era una settimana che non vedevo Louis; erano sette giorni che non vedevo Louis; erano 168 ore che non vedevo Louis; erano 10080 minuti che non vedevo Louis;    erano 604800 secondi che non vedevo Louis;
Potevo anche apparire un ossessionato – addirittura un malato – davanti agli occhi delle persone che non mi conoscevano, ma io avevo bisogno di lui, un immenso bisogno di lui.
Costretto a reprimere i miei sentimenti, me stesso, il mio amore verso un’altra persona dello stesso sesso: tutto questo perché? Solo perché facevo parte degli One Direction.
Quanto poteva importarmi? La priorità era la mia felicità, non una stupida carriera.
Mi sarei anche accontentato di rimanere un semplice ragazzo panetterie, se ciò significava poter amare il proprio ragazzo alla luce del giorno, davanti a tutti.
Mi faceva male, male davvero, sapere che lui era chissà dove con Eleanor, Tina o Grace, chiunque delle tre ragazze fosse.
Cosa c’era di male in noi? Cosa?
Respiravamo, mangiavamo, bevevamo, parlavamo come qualsiasi essere vivente sulla terra.
L’unica differenza era l’attrazione e i sentimenti nei confronti dello stesso sesso, ma questo poco doveva importare dato che una persona la si conosce per quel che è internamente e non basandosi solo sull’aspetto estetico e sui gusti.
Questo, però, la Modest!Management non lo capiva: non lo capiva proprio.
«Lo facciamo per voi!» Dicevano.   
«E’ per l’immagine della band!» Continuavano a ripetermi.
«Tante, tantissime fans non vi seguirebbero più e il denaro di ricavo dagli album diminuirebbe!»
Ecco cosa interessava a loro, realmente: il denaro.
Solo per me non era importante?
Ok, con il denaro potevi comprarti vestiti, accessori, tecnologie d’ultima generazione, ma non l’amore.
Io ero abituato al ‘per sempre felici e contenti’ delle favole, non alla cruda e cattiva realtà.
«Harry, dobbiamo andare in aeroporto o perderemo il volo per tornare a Londra!»
Zayn proruppe nella stanza senza nemmeno bussare.
La luce, quella forte luce, mi dava un tremendo fastidio agli occhi.
Preferivo di gran lunga il buio: tutto così silenzioso, tranquillo, nessuno a giudicarti o ad importi qualcosa da fare.
«Mio dio, cos’è successo?»
Subito mi fu addosso, subito mi abbracciò.
Avevo un aspetto così orrendo?
«Hai gli occhi gonfissimi, tutti rossi, i capelli spettinati e indossi ancora il pigiama. Chi ti ha ridotto così?»
Fortunatamente non aveva accennato ai tagli presenti sulle mie braccia, non era un argomento che mi andava molto a genio.
Il ragazzo era iperprotettivo nei miei confronti, mi teneva accoccolato sul suo petto.
L’unica frase decente che riuscii a formulare fu: «Non voglio partire, Zayn.»
«Ti manca, vero?»
Silenzioso, annuii.
«Non vuoi partire senza di lui, vero?»
Silenzioso, annuii per la seconda volta.
«Tornerà presto, vedrai.»
Mi stava massaggiando la cute, sapeva che era uno dei miei punti deboli: mi rilassava.
«Togli le tue manacce dal suo corpo, Zayn.»
Una terza voce, improvvisamente, risuonò nella stanza: la sua.
«Come, scusa?»
Il diretto interessato si alzò, pronto a fronteggiarlo.
«Perché sta piangendo? Eh?»
Da quando s’interessava a me? La sua priorità erano le sue false fidanzate, no?
La sua priorità era dare una falsa figura di se stesso, no?
«Che gli hai fatto?!»
Tono minaccioso, forte, rude, severo.
Quali risposte si aspettava di ottenere comportandosi così?
«Tu parti per una settimana, non ti fai né sentire, né vedere e la colpa vuoi darla a me? Dio mio, Louis! Apri gli occhi, ti stai facendo offuscare la vista dai management, ma non segui il tuo cuore e l’amore che provi nei confronti di Harry! Sei così cieco che non hai nemmeno visto come s’è ridotto le braccia!»
Una statua d’oro a quel ragazzo no, eh?
Vidi il castano abbassare lo sguardo, sapendo di essere il colpevole.
«E’ vero quel che sta dicendo, Harry?» Mormorò con un filo di voce.
«Sì, Louis.»
Parole fredde, secche, pungenti come schegge.
Delle lacrime incominciarono a cadere sul pavimento: le sue lacrime.
Avrei voluto andargli vicino, scacciarle via e baciargli quelle sottili, ma morbide labbra.
Avrei voluto abbracciarlo, dirgli che l’avrei perdonato, però no, non lo feci.
Ero stato male per un’intera settimana, se n’era altamente fregato di me e adesso dovevo essere io a tornare da lui?
Teoria sbagliata, signor Tomlinson.
«Vieni Hazza, andiamo!»
Uno Zayn indifferente – e con un cuore di pietra – mi afferrò la mano e mi trascinò fuori da quella stanza, lontano dal mio mondo.
Vedendomi senza forze, completamente impassibile a qualsiasi gesto, mi lavò, mi asciugò i capelli, mi vestì e mi portò con lui all’aeroporto, dove prendemmo il primo volo per Londra.
 
Il viaggio fu pesante, ma piacevole.
La compagnia di Zayn era buona, ma mai quanto quella di Louis che era ottima.
Mi mancava.
Avrei dovuto iniziare a fare a meno di lui?
Sicuramente sarebbe stato difficile, soprattutto perché noi due abitavamo nella stessa casa, dormivamo nella stessa stanza e condividevamo la stessa aria.
«Lui non ti darà fastidio, tranquillo! Gli parlerò prima di entrare in casa.»
«No, Zayn.»
Se loro due avessero parlato sarebbero finiti a prendersi a botte.
«Perché no?» Replicò.         
«Gli parlerò io, se mi toccherà farlo. Non voglio creare litigi nella band, non possiamo permettercelo e questo tu lo sai bene.»
Detto ciò gli voltai le spalle e.. «Vado in studio.»
La musica era l’unica via di fuga da tutto quello che mi stava succedendo, cantare era il miglior metodo di sfogo che potessi avere.
Solo che, una volta giunto in studio, trovai la sala di registrazione occupata: lui era anche lì.
Ossessione? No, a quel punto avrei dovuto dire persecuzione.
 
«People say we shouldn’t be together we’re too young to know about forever, but I say, they don’t know. What they’re talk, talk, talking about cause this love is only getting stronger so I don’t wanna wait any longer. I just wanna tell the world that you’re mine boy!»
 
They don’t know about us.
Voleva farmi prendere un infarto, per caso? Quella canzone era un tuffo al cuore, dannazione.
L’avevamo scritta insieme, ce l’eravamo dedicata e l’avevamo proclamata simbolo del nostro amore.
Entrai nella sala registrazione, cantai la canzone con lui.
Si sarebbe fatto chissà quale film mentale, ma ero lì solo per sfogarmi.
Finita la canzone uscii dallo studio di registrazione e iniziai a correre, volevo andare lontano, volevo andare nel mio posto preferito: sotto l’antica quercia del parco centrale.
Il tramonto, la brezza serale, il respiro della natura.. Tutto quello era così bello, così pacifico.
Immaginavo di poter stare tra le braccia di Lou, lì, di fronte a tutto quel bel panorama.
«Harry Milward Edward Styles, smettila! Sei troppo masochista!»
Mi rimproveravo da solo.
«Adesso parli anche da solo?»
Mi pietrificai.
«Ti prego, non cacciarmi! Voglio solo parlare, niente di più.»
Mi alzai di scatto, lo fulminai con lo sguardo.
«Parla, ti ascolto.»
Gli voltai le spalle, non avevo il coraggio di sostenere il suo sguardo che sembrava l’oceano.
«Sono stato una persona orrenda, ne sono cosciente. Ho trascorso questa settimana con Eleanor perché avevo bisogno di svuotare la testa, i pensieri.. Avevo bisogno di cambiare aria!
Non era mia intenzione farti stare male, davvero. Sei una delle persone che mi sta più a cuore e sai cosa provo e quant’è grande il sentimento che provo per te. Sono pentito al massimo per il male che t’ho fatto e non riesco a perdonarmelo!»
Le sue parole sembravano così sincere, così vere.
«Non posso perdonarti, Tomlinson.»
«Sai che odio essere chiamato per cognome. Ti prego, Hazza, fallo per il nostro amore, per la nostra relazione! Dammi un’altra possibilità, ultima! Non la sprecherò, te lo prometto. Sei l’essenziale per me
Mi stava abbracciando, da dietro, come non aveva mai fatto prima di allora.
Che davvero si fosse pentito?
Mi voltai verso di lui con le lacrime agli occhi, scosso dai brividi.
«Il mio orgoglio mi dice di mandarti a quel paese, ma il mio cuore mi dice di rimanerti accanto, quindi fammi stare di nuovo male e ti ritroverai il pistolino rotto!»
Entrambi scoppiammo a ridere, ma tornammo seri con poco.
«Devo chiederti una cosa, Harry, dato che ne ho occasione.»
Dovevano chiamarlo Louis sonolapersonachemettepiùansiaalmondo Tomlinson.
«E’ qualcosa di brutto?»
Avevo timore nel sapere cosa mi stava nascondendo.
«Se era qualcosa di brutto non ti chiedevo di restare con me per tutta la vita!»
«Cosa?»
Ero estremamente sorpreso.
«Guarda di fronte!» Mi ordinò.
Sbarrai gli occhi, spalancai la bocca.
Uno striscione con su scritto «Vuoi sposarmi, Harry?» fu davanti ai miei occhi.

 

QUI, «Sposiamoci anche noi, Harry.. Adesso.»

   
 
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