Notte
quasi
insonne.
A
fatica mi ero preparata e proprio
non avevo parole per spiegare ad Ale il mio punto di vista. La parola
d’ordine
era chiarezza,
l’unica che mi ero prefissata. Ale era talmente meraviglioso
che lo meritava, mi
ero preparata tutto con calma
e con precisione. Il cibo era nel cesto per il picnic, il costume
l’avevo
indossato, era tutto a posto, quindi dopo aver lasciato un biglietto ai
miei,
cominciai a percorrere la strada verso casa di Ale.
La
colazione con la sua famiglia!
Mi
sembrava di tornare indietro nel
tempo, quando ero stata io a lasciare Yu, anche in quella occasione mi
ero ritrovata
in una situazione simile e adesso ero incasinata come allora,
perché Ale era innamorato
di me e io avevo comunque solo in testa Yuri. Lasciai cadere la testa
avanti
sbuffando e sospirando, mi domandai perché doveva sempre
essere tutto così
complesso, ma forse ero solo io a renderlo complesso, perché
nella mia vita
c’era una sola grande verità e realtà,
tutto quindi doveva cominciare da quella
nel mio chiarimento con Ale.
Le
parole di Michael mi avevano
fatto ragionare, semplicemente, se Yuri fosse tornato da me la mia
scelta si
sapeva quale sarebbe stata. Era palese! Non potevo farci
niente…
Quando
mi ritrovai davanti al
cancello della casa di Ale, mi sentii svenire. Da un lato dirgli tutto
mi
spiaceva, forse l’avrei ferito per l’ennesima
volta, ma da un lato sentivo
anche di dover ribadire e chiarire la mia “assurda”
parzialità per il mio unico
amore. Presi coraggio e suonai al citofono di quella immensa casa.
Mi
venne ad aprire la mamma di Ale,
come sempre impeccabile ed elegante. Non c’era dubbio, una
donna di grande
classe…
-Oh
Miki cara entra pure…- mi disse
gentile…
-Buongiorno
Signora, sono per caso
in ritardo!?!?-
-Assolutamente
no! Ti stavamo
aspettando, ma siamo scesi da poco dalle nostre stanze..-
-Ciao
piccola peste…- mi disse Ale
salutandomi e dandomi un bacio sulla guancia..
-Ciao…-
dissi io felice e
calorosa.. –Pronto per la nostra giornata!?!?-
-Assolutamente…-
disse sorridendo…
-Andiamo in salotto, hanno appena apparecchiato…-
Lo
segui volentieri verso il
salotto dalle ampie vetrate, dove lui suonava il suo piano e ci
accomodammo ai
nostri posti.
-Vi
siete divertiti ieri sera in
discoteca!?!?- chiese la mamma di Ale…
-Moltissimo…-
disse lui guardandomi
e sorridendomi mentre portava alla bocca la tazza di latte freddo..
Io
lo guardai ammonendolo e risposi
evasiva…
-Si,
è stato molto divertente…-
dissi arrossendo..
-Sai
mamma, sono stato sedotto in
un certo senso ieri sera…-
Il
pezzo di brioches che stavo
mangiando mi andò di traverso, leggermente comincia a
tossire e la madre di Ale
preoccupandosi si avvicinò a me.
-Miki
tesoro…tutto a posto!?!?-
-Oh…si!
Tutto bene..- ripresi
contegno e guardai Ale che dal suo posto e con un sorrisetto mozzafiato
mi
osservava attentamente…
-Dicevi
Ale…sei stato sedotto? E da
chi!!?!?-
-Beh…la
sua identità rimane tutt’ora
avvolta nel mistero, ma…devo dire che era
interessante…-
-Ballava?-
-Mmm…-
disse lui ingoiando il
latte… -Eccome ed era piuttosto brava! Ha fatto impazzire i
ragazzi della
discoteca…-
-Doveva
essere molto bella allora…-
-Puoi
dirlo forte…- disse lui
sorridendo..
-E
tu Miki che ne dici della
ragazza misteriosa?! Era davvero così bella?-
-Oh…beh…io…veramente
non è che l’ho
vista così bene! Sono arrivata un pò in ritardo,
sa com’è. Mi sono preparata e
il tempo è volato…-
-Comunque
penso che la cercherò, è
riuscita a incuriosirmi molto…- detto questo si era alzato
raggiungendo
il piano, la melodia
che stava suonando era molto dolce e melodiosa, mi piaceva
tantissimo…
Avevo
davvero bisogno di parlargli,
forse lui si aspettava qualcosa da me. Qualcosa che forse io non avrei
mai
potuto dargli! Eravamo rimasti io, lui e il piano… Come
nelle più belle
melodie, l’esecutore sembrava un tutt’uno con lo
strumento, ma io mi sentivo
parte di loro, era in quel momento specialmente che la mia
razionalità nei
confronti di Ale vacillava. Riusciva ad entrare nella mia anima con la
sua
musica, ma il fatto era che comunque il mio cuore sentiva di
appartenere solo
ad una persona. E questo mi confondeva…perché non
sapevo quale peso dare al mio
affetto per Ale.
-Ale…-
dissi avvicinandomi al
piano… -Ci sono tante cose che vorrei dirti…-
Lui
mi guardò comprensivo e mi fece
sedere accanto a lui. Quei momenti mi facevano desiderare di
ricominciare la
mia vita, dimenticandomi del passato, forse se avessi perso il contatto
con
quella parte del mio passato, io avrei potuto amare liberamente Ale.
-Ti
ascolto…qualsiasi cosa essa
sia…-
-Forse
questo non è il posto
giusto, mi sento un pò a disagio nel parlartene
qui…-
-Allora
aspetta un pochino e abbi
pazienza…- mi disse lui…
Continuò
a suonarmi quella dolce
melodia per un po’ e come promesso mi suonò tutti
i pezzi che amavo di più. Da
Chopin, Beethoven, Mozart e persino qualche pezzo moderno…
Quando
decidemmo di partire era già
tarda mattinata, ma il tragitto per arrivare in campagna era davvero
breve,
tanto che dopo un’oretta avevamo già sistemato il
nostro lenzuolo per terra e
avevamo cominciato a pescare cibo qua e la.
-Allora,
non volevi dirmi
qualcosa!?!?- disse prendendomi alla sprovvista…
Mi
sentii immediatamente a disagio
e pensai a quale fosse il modo migliore di affrontare un discorso
così difficile
e complesso.
-Non
credo di avere le parole
adatte, ma forse per nulla ci sono parole adatte a descrivere
ciò che
pensiamo…- dissi confusa…-Forse è che
sono portata naturalmente a fare casino e
a complicare le cose…-
-Non
c’è nulla di complicato tra due
persone consapevoli dei sentimenti e difficoltà che provano
l’un l’altro…-
-Forse
è proprio questo il mio
problema…- dissi guardandolo… -Io non so nulla in
questo momento e purtroppo
non sono in grado di darti quello che meriteresti…-
Lui
mi guardava, questa volta senza
dire nulla.
-Vedi,
in questo momento della mia
vita, l’unica certezza e cosa che so, è che non
riesco a dimenticare Yuri.
E…non riesco a immaginare un futuro in cui qualcuno possa
prendere il suo
posto, nemmeno tu…- dissi triste e colpevole…
-Semplicemente
perché nessuno può
prendere il suo posto…- disse lui guardandomi
triste… -Vedi Miki, io credo di
aver capito che non potrai più amare nessuno con la stessa
intensità con cui tu
hai amato lui! E l’amore che nutrirai per quel nuovo qualcuno
sarà completamente
differente dal primo, è come se lui sarà sempre
al primo posto per te…-
-Mi
spiace Ale, tu non hai idea di
quanto abbia desiderato di provare quel sentimento per te,
ma…purtroppo certe
cose non le puoi cambiare nemmeno volendo. Con questo non voglio dire
che un
giorno io non ti potrei amare, ma non posso darti nessuna certezza e se
lui un
giorno tornerà, anche se non per me, io non potrei non
amarlo! Potrebbero
cambiare centinaia di cose tra di noi, ma io non vorrei coinvolgerti e
farti
stare male. Capisci!?!?-
-Voglio
solo sapere una cosa…- mi
disse prendendomi la mano.. –Ieri sera, cos’hai
provato!?!? Perché mi hai
baciato?-
-Potrà
sembrarti contraddittorio,
non ti nego che sono confusa in questo periodo…- dissi
pensierosa… -Però c’è sempre
qualcosa che mi attrae verso di te e ti ho baciato perché in
quel momento
sentivo di farlo, era come se volessi farti capire che ci tengo a te,
che ti
voglio bene, che le cose possono cambiare col tempo, ma ho bisogno di
un periodo
per riordinare la mia vita. Non ti sto chiedendo di aspettarmi,
sarà il tempo a
dettare la nostra strada… Ma io…ho realmente
bisogno di vivere questo periodo
sentendomi libera di urlare la mia disperazione per aver perso
l’unico uomo che
io abbia mai amato! Non è per
ferirti…credimi…-
-Mi
basta Miki, l’unica cosa che
non potrei sopportare da te è l’indifferenza! Col
tempo magari, imparerai a
volermi bene anche in modo più profondo. Tra noi
c’è una sorta di attrazione è
questo che probabilmente ti spinge verso di me…- disse
facendo una breve pausa…
-Io, le so dal principio, ho sempre saputo che dentro di te, lui,
sarebbe
sempre stato il più importante! Una volta che capisci
questo, riesci ad
accettare anche dei ruoli secondari nella vita di una persona.
Purtroppo Miki,
lui farà sempre parte di te e non credere che non mi faccia
rabbia…-
-è
tutto così complicato…- dissi
guardandolo.. –Non so cosa fare!-
-E
so anche che se lui tornasse, ti
vedrei bruciare d’amore per lui. Sono pronto anche a questo,
quello che sto
cercando di dirti è che non mi hai illuso! Perché
ti conosco troppo bene, sei
trasparente per me…-
-Sto
bene quando sono con te…davvero
bene! Sono così serena, tranquilla… Hai la
capacità di scrutarmi dentro come
pochi..-
-Vorrei
che non ti sentissi
obbligata a ricambiarmi in qualcosa che per ora non ti viene naturale!!
È
normale che tu ti senta confusa e in difficoltà, ma a volte
capita Miki di
amare con tutto se stesso qualcuno e provare attrazione per qualcun
altro! Non
viverlo come uno sbaglio, non sarebbe giusto per te stessa…
Siamo abbastanza adulti
per capirci l’un l’altro, no?!?!?-
-Si…ma
io non voglio commettere
sbagli con te! Non me lo perdonerei mai capisci!?!?-
-Senti…facciamo
così. Viviamola
come viene, nel senso che cercheremo di non farci del male
l’un l’altro, ma
vivendo giorno per giorno quello che ci succede. Perché
privarci di momenti di
felicità se la vita ha deciso di concederceli!?
Miki…- mi disse prendendomi il
viso tra le mani… -La vita è troppo breve per non
vivere la felicità che decide
di darci. Non devi avere paura di vivere le tue emozioni, ricordati che
nella
nostra vita, passano dei treni che poi non tornano più
indietro. Quindi,
dobbiamo a volte viverli così come arrivano, anche essendo
disposti a rischiare
qualcosa di noi stessi…-
-Ho
paura…-
-Lo
so che hai paura…- disse
stringendo le sue mani ancora di più sul mio viso e
sorridendo… -Ma io voglio
provare a non perderti questa volta…-
come sempre non riuscivo a trattenere le lacrime e mi
odiavo
terribilmente…
-Ascoltami
Miki, dare tutto se stesso
a qualcuno può essere molto rischioso e tu stai provando il
dolore di tutto
questo. Ma…a volte la vita ti da
l’opportunità di essere serena, perché
sprecarla
con tanti pensieri e paure? Vivi…e basta!-
-Ci
sono tante cose Ale che non
puoi vivere e basta. Non se questo significa che puoi fare del male a
qualcuno!
Tu…mi hai sempre voluto bene, molto bene ed io non posso
trascurare questo
fatto, non posso vivere semplicemente facendo quello che mi passa per
la mente.
Tu ieri non hai frainteso il mio gesto, ma arriverà un
giorno che forse anche
per te sarà troppo complicato e ti pentirai di averla
vissuta così, senza
pensare alle conseguenze...-
-Miki…io
non ho niente da perdere…-
mi disse sorridendomi triste… -Perché un giorno,
sarò comunque destinato a perderti…-
Rimasi
quasi senza parole, ma un
giorno, non lontano Yuri sarebbe ritornato e quell’amore mai
nascosto, sarebbe
comunque tornato a presentarsi alla mia porta.
-Vorrei
tanto poterti dire che non
mi perderai, ma so che arriverà un giorno che tu vorrai di
più dalla vita…
No!?!? Mi spiace davvero di non poterti dare quello che
desideri…- e affranta
mi allontanai dal suo viso addolorato…
Avrei
tanto voluto evitargli tutti
quei discorsi tristi e soprattutto avrei voluto essere la donna che lui
voleva
affianco. Ma non si poteva amare qualcuno e stare con un altro solo per
renderlo felice!
-Dammi
quello che puoi…- mi disse
guardandomi intensamente… -L’affetto,
l’amicizia, la tenerezza, quei momenti
spensierati in cui ridiamo e siamo solo io e te. Non ti chiedo altro,
solo di
accettare questo compromesso, di essere come sei stata fino ad
ora…-
Si
era alzato dal lenzuolo e mi
aveva tirato verso la radura che si apriva a pochi passi da noi. La sua
mano
stringeva forte la mia, ma qualcosa dentro di me, stava soffrendo,
forse era la
consapevolezza che in quel momento, avrei voluto vedere voltarsi verso
di me,
il viso sereno e sorridente di Yuri che mi guardava felice e
spensierato. Mi
sentivo sempre più spesso una persona orribile,
perché in quei momenti di relativa
intimità tra me ed Ale, io desideravo accanto a me qualcuno
che non era lui…
Faceva
freddo in quel piccolo
sentiero profumato, c’erano migliaia di fiori diversi che
coloravano i piccoli
prati intorno a noi. Un piccolo scoiattolo raccoglieva ancora le
piccole gocce
di rugiada rimaste sulle foglie dei fiori e si lavava il musetto,
guardandoci
ogni tanto incuriosito.
Mi
fermai ad osservarlo rapita,
aveva dei colori stupendi e in quel momento pensai che essere un
piccolo
animaletto non doveva essere così male, forse almeno loro
non soffrivano per
amore…
-Lui…-
mi disse Ale osservando con
me lo scoiattolo.. –Lui coglie tutto quello che la natura e
la vita può dargli.
Raccoglie tutto quello che può portarlo a vivere una vita
migliore, solo
cogliendo l’attimo, vivendo quello che gli capita e forse
senza farsi troppe
domande. Sarebbe bello fare come lui…-
-Ma
noi abbiamo anche una mente a
cui dare ascolto…- dissi io sorridendo… -Una
mente che ci suggerisce le nostre
mosse, cosa è bene e cosa è male. Tutto
è condizionato da essa, chissà se è
così giusto alla fine..-
Ricominciammo
a camminare nel
sentiero, finché la radura non si aprì in un
bellissimo laghetto, limpido e
verde. Il sole filtrava tra i rami degli alberi, con bellissimi giochi
di luce,
era un posto incantevole e Ale mi spinse vicino alla riva.
-Perché
non facciamo un bagno?!-
dissi io, mentre toccavo l’acqua con la mano…
-Direi che è una buona
idea…- aveva sempre lo
sguardo triste e la cosa mi fece sentire in colpa…
Avevo
rovinato la giornata, le mie
parole lo avevano visibilmente turbato e probabilmente la mia mancanza
di
delicatezza, non aveva certo contribuito a rendere la pillola
più leggera da
inghiottire. Si era tolto i jeans e la maglietta, Ale era davvero
bellissimo…
Chiunque
al mio posto, non ci
avrebbe pensato due volte ad approfittare della sua
parzialità nei miei
confronti! Ma io…gli volevo troppo bene per fargli del male
e per pensare solo
a me stessa.
Che
confusione, ero solo capace a
complicare la vita già troppo incasinata!
Con
un pò d’imbarazzo, mi ero tolta
gli indumenti, mentre Ale, probabilmente per non farmi sentire in
difficoltà,
si era buttato in acqua, aspettando
che
io mi introducessi con lui in quelle meravigliose acque verdi.
Cominciai passo
dopo passo a immergermi, ma l’acqua era terribilmente
fredda…
-Dai
Miki…buttati subito! Così
patisci ancora di più..-
-Ma
è gelata…no, è troppo fredda
Ale! Per favore….-
-Va
bene…- disse lui
raggiungendomi… -Vorrà dire che ti
aiuterò io…-
-No…no…me
la cavo anche da sola…-
dissi io mettendo una mano sul suo petto marmoreo e ghiacciato per
fermarlo…
Immediatamente
mi aveva
abbracciato, rimasi senza fiato, un pò per il freddo, un
pò per quell’improvviso
contatto che non mi aspettavo. Non mi dava fastidio essere abbracciata
da lui,
ma subito mi percorreva una sensazione di disagio e di colpa, mi
sentivo le
guance più calde, nonostante la temperatura fosse fresca.
Avevo la pelle d’oca,
ma mi stavo abituando al contatto fresco e allo stesso tempo caloroso
del corpo
del mio amico. In quei momenti mi rendevo conto che non riuscivo a
staccarmi da
lui, che la ragione voleva evitare quei momenti di intimità,
ma che la parte
meno nobile ed egoistica di me stessa, si sentiva troppo protetta e al
sicuro
per privarsene.
Poi
quando meno me lo aspettavo,
Ale mi prese in braccio e mi fece scivolare in acqua con lui. Devo dire
che non
fu così traumatico, ero già un pò
abituata al freddo…
-Ale…che
cattivo!- dissi ridendo…
-Non vale! –
-Tutto
è lecito…- disse lui
cominciando a schizzarmi…
-Devo
ricordarmelo in futuro che
sei un furbone!-
-Ma
smettila…- disse lui cercando
di avvicinarsi a me…
Giocammo
così per diverso tempo,
rincorrendoci l’un l’altro e dimenticandoci della
prima parte dolorosa di quel
picnic. Rincorrendoci sott’acqua, abbracciandoci qualche
istante, forse
entrambi riuscimmo a capire che se anche per poco, potevamo vivere
quella
strana amicizia, senza privarci di quei piccoli momenti in cui ci
sentivamo
bene. Pensai che comportandomi così forse non tradivo
nemmeno la memoria di
Yuri, semplicemente mi ero avvicinata a qualcuno che riusciva a farmi
stare
bene e a cui ero affezionata. Nessuno poteva capire fino in fondo cosa
mi
sentivo dentro…quindi era così sbagliato che
volessi sentirmi meglio? Che
volessi provare a ricostruire la mia vita facendomi aiutare dalle
persone a cui
tenevo? Era così sbagliato essere trasportata nelle braccia
di Alessandro? Più
me lo chiedevo e più non trovavo una risposta, quello che
sapevo era che in
quel momento non mi sentivo soffocare ed ero serena, come lo era lui.
Ci
avvicinammo piano piano alla
riva, stanchi, per i tuffi e gli inseguimenti in acqua, ci appoggiamo
al
terreno umido a pancia in giù e ci osservammo a vicenda
sorridendo.
Aveva
avvicinato la mano al mio
viso e mi accarezzava delicatamente la guancia.
-Ieri
sera…- disse guardandomi… -Ho
cercato di trovare una sinfonia adatta che spiegasse
l’emozione che ho provato
dal primo momento che ti ho vista, fino a quando ho capito che eri tu.
Ma poi
ho capito che le note non sarebbero bastate a descrivere quello che
sentivo in
quel momento…-
-Non
mi dire queste cose Ale…-
dissi abbassando lo sguardo… -Non farmi sentire in colpa
più di così. Devo
combattere ogni giorno con il mio egoismo…-
-è
così egoistico secondo te
provare felicità e serenità nello stare
semplicemente affianco a qualcuno?-
-Si,
se quel qualcuno tiene a te in
modo particolare…- dissi ammonendolo..
Lui
socchiuse leggermente gli
occhi, sospirando…
-Miki,
quando quel giorno sei
venuta a casa mia, per ringraziarmi dell’aiuto che ti avevo
dato, io sapevo
perfettamente a cosa stavo andando incontro. Avevo capito dal tuo
sguardo che
eri venuta a dirmi addio, anche se forse non eri completamente
convinta, sapevo
che il tuo unico obiettivo era non farmi del male. Ma…della
mia vita decido
io!! Sapevo sin dall’inizio che cosa significava starti
accanto, ma quello che
voglio più di ogni altra cosa è starti vicino per
sostenerti, so che questo
significa vederti soffrire ogni giorno per lui, io avevo la
possibilità di
decidere di voltarmi dall’altra parte lasciandoti da sola ad
affrontare tutto,
ma non ci riesco!! Quindi non mi importa cosa ne sarà tra
qualche mese, tra
qualche anno. Voglio solo viverti senza pensare a cosa ne
sarà di noi…-
Era
capace di entrare nella mia
anima con la sua dolcezza e sapeva farmi piangere dentro
disperatamente, era
una persona preziosa a cui volevo davvero molto bene e forse magari col
tempo
sarei riuscita a vedere il nostro piccolo mondo con sentimenti anche
più
profondi.
Per
ora volevo dargli tutto
l’affetto di cui ero capace, sperando che almeno in parte
compensasse l’amore
che invece lui ogni giorno mi dimostrava nei piccoli gesti. Ma ne
dubitavo, l’amore
è sempre stato il nutrimento dell’animo umano e
per rendere l’uomo
felice, doveva essere ricambiato con
lo stesso sentimento. Il suo amore io lo ricambiavo con
un’amicizia, forse
particolare, ma pur sempre un affetto diverso dall’amore!
-Eri
così bella l’altra sera! Mi
hai tolto il fiato…-
Ero
troppo vicina a lui in quel
momento. Sentivo il suo respiro vicino alla mia guancia e per un
istante, di
nuovo quell’istinto d’attrazione, si era riacceso
tra di noi, si era avvicinato
dolcemente, senza spaventarmi, forse l’idea che lo
rifiutassi, lo spaventava.
Ma non so per quale motivo, mi arresi a quel momento, anche se dentro
di me c’era
sempre una bufera che scuoteva ogni cosa avessi intorno. Ale mi
baciò
dolcemente e per un istante mi dimenticai di tutto. Ricambia
teneramente quel
bacio, che a modo suo era passionale ma estremamente premuroso. In quei
momenti
ero consapevole, che ovviamente questa parte del nostro rapporto
avrebbe
ulteriormente complicato la nostra situazione. Eppure il suo modo di
fare mi
affascinava e mi trasportava verso di lui, quando le sue labbra si
staccarono
dalle mie, forse vedendo il mio viso, Ale si sentì forse di
aver fatto una
mossa sbagliata.
-Scusami
Miki, scusami. Perdonami…-
disse posando la fronte sulla mia…
-
Sono stata io a incominciare ieri
sera. No!?!? Io ho solo bisogno di tempo, non sono pronta. Ma di quello
che ho
fatto non mi pento, lo so che sono terribilmente egoista…-
-Le
cose si fanno in due Miki. Io
ieri sera non avrei mai fatto nulla per confonderti, voglio che tu lo
sappia.
Ma…sai perfettamente che ti voglio bene, in tanti modi ecco.
Il più importante
è l’affetto che sentiamo. Che decolli o meno tra
di noi…-
-Ti
voglio bene Ale…- dissi mentre
una piccola lacrima di gioia mi attraversava il viso…
Lo
abbracciai, sentendo che quel
ragazzo era come un angelo, che mi era stato mandato per prendermi per
mano e
ad aiutarmi a percorrere quel cammino scosceso e ripido. Quando mi staccai
leggermente da
quell’abbraccio, presi il suo viso tra le mani e lo guardai
teneramente negli
occhi cercando di fargli capire che c’era qualcosa dentro di
me che non riuscivo
a capire e che lo riguardava. Ammirare il suo viso fradicio, quegli
occhi
fiduciosi e così intensi mi faceva venire i capogiri, lui
avvicinò nuovamente
la sua bocca alla mia, per posarvi dei piccoli e dolci baci, che io
ricambiavo
con trasporto. Si era seduto sulla sabbia morbida, con una mano
sosteneva il
suo corpo, con l’altra aveva avvicinato il mio busto al suo
torace scolpito e
mi coccolava teneramente. Poteva sembrare assurdo, ma io non riuscivo a
smettere di girare in quel meraviglioso vortice, il bacio divenne
più profondo
e intenso, avevo abbracciato il suo torace, avvicinandolo a me, in modo
di sentirlo
più vicino e lui aveva fatto la
stessa cosa, mentre le nostre labbra cercavano bramose quelle
dell’altro.
Quando ci staccammo, i nostri respiri erano più affannati,
ci guardammo negli occhi
appoggiando la fronte l’uno sull’altra e sorridemmo
imbarazzati. Lui dolcissimo
come sempre, mi aveva dato ancora un bacio a fior di labbra e non mi
pentii
affatto di quell’istante così profondo.
Da
quel momento la giornata era
stata piacevole, ed era passata senza nemmeno che ce ne accorgessimo.
Avevo
capito che forse, almeno per il momento, la cosa migliore era che
vivessi le
mie giornate per come erano, adesso come adesso, non potevo pretendere
molto da
me stessa. Ero stata sincera con Ale e chiarendo la mia posizione mi
sentivo meglio.
Ora
che ero seduta nella poltrona
del salotto e guardavo il tramonto, mi sentivo un pò
più leggera. Ma ancora mi
mancava qualcosa, sentivo dentro un perenne senso di insoddisfazione,
piano
piano, sentivo che ogni giorno che passava, stavo leggermente meglio,
ma non
passava un singolo giorno in cui non mi sembrasse di sentire la sua
voce tra
quelle stanze.
Avevo
bisogno di richiamare alla
memoria, di mantenere sempre vivo il suo ricordo, perché
solo così mi sembrava
di averlo più vicino. Ricordavo una frase che mi aveva detto
tanto tempo
fa…
-Quando
smetterai di farmi innamorare sempre di più Yu!?!!?-
-Quando non
avrò più fiato per
potertelo dimostrare… Quel giorno dovrai vivere solo dei
ricordi che abbiamo
avuto Miki… E voglio lasciarti tutto quello che mi
è possibile… Non avrò mai
sufficienti parole per spiegarti cosa mi scateni dentro!!!-
Presi
quell’album, cominciai a
sfogliarlo, ma subito capii nuovamente che nessuno avrebbe potuto
prendere il
suo posto. MAI!!!
Lasciai
la mano su una delle tante
foto che ci ritraeva insieme, posando il dito sulla sua figura
sorridente che
mi teneva stretta, e scossi violentemente la testa cercando di evitare
ulteriore confusione. Quello era l’album di famiglia, il
nostro, strettamente
personale, era custodito gelosamente tra le mie cose più
care, ma ora non ero
dell’umore adatto per sfogliarlo! Poi sentii due dolci
braccia, cingermi
lentamente e la voce di mia madre che mi cullava…
-Chi
lo avrebbe mai detto che Yu ti
sarebbe mancato così tanto!-
Sospirai
guardandola…
-Lui…mi
manca molto! È vero…-
-Miki
perché non ti confidi con
me?! Cos’è che ti affligge così?-
-Non
è che non lo voglio fare mamma!
È che…se ti parlassi di questa cosa dovrei
toccare argomenti che mi farebbero
troppo soffrire per il momento. Ed io….proprio non me la
sento…-
-è
un problema d’amore vero!?!?-
La
guardai triste accennando con il
capo…
-L’amore…-
dissi lasciandomi
sfuggire un risolino di scherno… -Darei ogni cosa adesso
come adesso, per non
essermi mai innamorata…-
-Yuri
lo sa chi è? Pensi che lui ti
aiuterebbe in questo momento, vero?-
-No..-
dissi immediatamente, forse
tradendo un pò di panico… -Cioè voglio
dire, Yuri non lo sa. E forse ora come
ora nemmeno lui potrebbe aiutarmi…-
-Magari
se provi a parlargliene…-
-Non
credo sarebbe una buona idea!
Ma non ti devi preoccupare. Sto molto meglio! Basta follie..- dissi
ridendo…
-E
Ale!?!?- abbassai lo sguardo,
anche quella era una difficoltà…
-Io…non
posso dargli nulla, nulla
che non sia sincero..- dissi ragionando.. –Ho cercato di
fargli capire che per
me era molto importante tenerlo fuori da tutti i miei casini.
Ma…dice che a lui
va bene così..-
-Forse
vuole avere la libertà di
scegliere per se stesso…-
-Ma
io non posso dargli nulla di
quello che lui desidererebbe…-
-Magari
non ora, col tempo forse…-
-Hai
mai amato qualcuno talmente
tanto, da non poterti immaginare in un futuro con qualcun altro?- dissi
lasciandola sorpresa…
Mi
guardava come se volesse cercare
la risposta adatta, ma a me serviva solo la verità. La mia
situazione era
diversa dalla sua…
-Per
me…è sempre stato diverso
Miki! Io ho amato molto solo due uomini nella mia vita. E per entrambi
non
riuscivo ad immaginarmi con qualcun altro. Ed ho amato solo loro due
infatti…-
era imbarazzata, ma sapeva che le due questioni erano differenti..
-Io
non amo Alessandro!! È questa
la differenza tra te e me…- la lasciai sul divano, mentre io
furente con me
stessa mi allontanavo…
Quando
mi sentivo così male, avevo
solo bisogno di non vedere nessuno, diventavo scorbutica e scostante e
per
l’ennesima volta, avevo coinvolto mia madre nella mia rabbia.
Nei
giorni seguenti, mi sentivo
braccata e soffocare, tutti avevano notato questa mia nuova ondata di
sofferenza e il risultato era che mi stavano terribilmente addosso.
Ale,
inizialmente, aveva cercato di insistere spronandomi a uscire, ma
quando aveva
capito che per il momento non avevo voglia di lasciarmi coinvolgere, mi
aveva
pregato di chiamarlo almeno una volta al giorno per sapere come stessi.
Adempievo a questo compito volentieri, passando molto tempo al telefono
con
lui, ma per il momento non mi sentivo ancora di vederlo!
Forse
la verità era che ero una
vigliacca, non volevo che lui rimanesse impigliato nei miei meccanismi
perversi
e soprattutto non volevo che lui si innamorasse ulteriormente di me.
Credo che
non avrei retto in questo periodo, se l’avessi visto soffrire
ancora per me.
Ero troppo fragile in quel periodo e il pensiero di fare del male a una
persona, a cui per di più ero molto affezionata, mi avrebbe
ulteriormente
destabilizzato.
In
generale, riuscivo a stare discretamente
durante la giornata, mi trovavo sempre centinaia di cose da fare, in
modo che
la mia mente fosse sempre occupata in qualche attività. Lo
studio, la casa, gli
hobby…
Tre
giorni passarono in fretta e quel
giorno, Meiko, veniva da me. Sentii il campanello della porta e
contemporaneamente squillare il telefono di casa. In un lampo afferrai
il
portatile e subito mi diressi verso la porta da dove la mia amica mi
attendeva…
-Pronto…-
dissi accendendo il
telefono…
Feci
cenno a Meiko di entrare e di
aspettare un secondo che sarei stata subito da lei…
-Parlo
con Miki…Miki Kohishikaua?-
-Si...sono
io. Con chi parlo!?!?-
-Sono
Edward Smile.. Della National
Creation…-
-La
National Creation!?! La casa di
moda!??!-
-Esatto,
vedo che la conosce…-
-Beh,
non vedo come non potrei
visto che ne parlano tre giorni si e uno no…- Meiko aveva
sbarrato gli occhi e
mi guardava quasi stupita.. Per non parlare poi di come gli avevo
risposto io,
ma ormai era troppo tardi!
-Emh
mi scusi! Sono stata scortese…-
-No,
nessun problema..-
-Senta
non riesco però a capire in
cosa potrei esserle utile…-
-Molto
semplice. Ti ho scelta come
la nostra modella di punta…-
-Cosa
sta dicendo scusi!?!?-
-Ti
ho vista l’altra sera, in discoteca!
E…eri talmente bella e aggraziata che ti ho
scelta…-
-Scusi
ma ci deve essere qualcosa
che non va. Quella sera io…-
-Tu
hai utilizzato un travestimento
no? Ti devi solo presentare al provino e hai la vittoria in pugno. La
selezione
è solo una proforma. Il direttore ti ha già vista
in fotografia ed è già
particolarmente interessato…-
-Fotografia?
Selezione? Proforma!?
Lei forse non ha valutato che non mi interessa fare la
modella…- Meiko era
ormai estasiata e mi rimproverava a bassa voce…
-Miki
ascolta!! È come un gioco,
potrai fare quello che vuoi, non ti costringeremo in nulla! Potrai
anche
rescindere dal contratto se non ti trovi e nessun
compromesso…-
-Almeno
posso pensarci un pochino?-
-Domani
mattina hai il colloquio
con lo staff…-
-Cosa?-
-Miki,
mi spiace.. Ma ti ho visto
in discoteca, avrei potuto parlartene ma ero in incognito è
così che trovo
nuovi talenti. Quando ti ho visto ho capito che eri quella giusta e
quindi ho
preparato tutto in fretta e furia! Dammi almeno
un’opportunità, mi occuperò
personalmente io di te…-
-Questo
cosa significa? Lei è stato
il manager di tutte le più importanti modelle degli ultimi
tempi! Con me non ne
ricaverà molto…-
-Fidati
di me…-
-Non
è questione di fidarsi. Quel
mondo non mi piace, sono tutti pazzi pervertiti, i compromessi sono
l’ordine
del giorno e quel tipo di gente non mi piace…-
-Ti
prometto che nulla di tutto
questo ti passerà affianco. Allora!?!?-
Mi
morsicai il labbro inferiore
tormentandolo per un po’, Meiko continuava a sbraitare,
sbattendo frenetica le
mani.
-Domani!
Ma l’ultima decisione sarà
mia…-
-Aggiudicato!
Non te ne pentirai,
vieni nel mio ufficio per le 9. Ti farò leggere per intero
il contratto,
dimostrandoti che non ci sono fregature. Va bene!?!?-
-Ok!
Ma non sono del tutto convinta,
dovrà essere piuttosto convincente!- e così
dicendo riattaccai…
-Dimmi
che non stavi dicendo sul
serio!? Vogliono che tu sia la loro modella di punta, ma
l’hai capito Miki!?!?
Quella è la più importante casa di moda!!!-
-Si,
l’ho capito…l’ho capito, ma è
tutto troppo strano Meiko…-
-Smettila,
domani ti accompagno e
tu accetterai…-
-Meiko…-
dissi io protestando…
Ovviamente,
questo nuovo evento, fu
prontamente raccontato a tutte le persone a me vicine. Il risultato fu
che io
incontrai lo staff della National Creation e qui cominciò in
qualche modo la
mia carriera di modella..
Prima
di accettare, come mio
tipico, feci uno shampoo a tutti i presenti, chiarendo che odiavo tutto
quanto
comportasse dei compromessi e che volevo essere libera di scegliere
della mia
vita, senza essere vincolata da un contratto che mi obbligasse a fare
qualcosa
che non volevo fare. Ma con mio grande stupore, la
professionalità di quelle
persone e la mia forza di volontà, portò a buone
conseguenze. Io avevo ottenuto
un contratto serio e professionale, con una buona
possibilità di scelta e loro
avevano ottenuto in cambio la mia collaborazione, che
a quanto pare sembrava essere molto preziosa
per loro.
Inizialmente
il mio temperamento li
aveva lasciati interdetti, pensavano fossi un dittatore pronto a dettar
legge,
ma presto capirono che la mia rigidità era dovuta alla paura
di trovarmi
implicata in fastidiosi e imbarazzanti questioni
e come promesso, Edward mi seguiva
personalmente, tenendomi lontano da quelle stesse situazioni che io
giudicavo spiacevoli.
Altra
nota realmente interessante è
che ottenni subito un elevato consenso da parte dei media. Tutti non
facevano
che lodare la mia bellezza, il mio fisico. Non che questo mi portasse
ad essere
narcisista o importanziosa, ma per l’ennesima volta mi resi
conto che in questa
società la vera cosa essenziale era essere belli e tutte le
porte erano aperte.
Potevo anche essere la più incompetente tra le indossatrici,
ma sembrava che la
bellezza compensasse tutto il resto!
Per
mia fortuna, incomincia anche a
prendere confidenza con la passerella e il risultato fu discreto. Il
mio
manager, aveva preso già molti contatti e uno in particolare
sembrava
elettrizzarlo…
-Miki…-
mi disse un giorno mentre
erano in corso delle selezioni… -Sono stato contatto dalla
Shining…-
-Shining!?
Perché mai!?-
-Dovrai
pubblicizzare la loro nuova
linea di rossetti! Ma siediti…perché la vera
notizia bomba arriva adesso…-
-Ok,
sono seduta.. Forza!-
-I
cartelloni, grossissimi,
raffiguranti il tuo viso sorridente saranno affissi in tutto il
mondo…-
-Stai
scherzando!?-
-Certo
che no Miki! Tutti stanno
parlando di te, tutti! Nessuno escluso. Faranno a ruba per
averti…-
-Per
me questo è un gioco e
potrebbe pure finire molto presto, quindi non voglio complicazioni
inutili…-
-Sai
cos’è che mi stupisce di te!?-
mi disse lui guardandomi e sorridendomi…
-Cosa!?!?-
lo osservavo…
Edward
era un ragazzo, molto
gentile, simpatico. Era anche carino, non era molto alto, ma faceva
molto tipo.
Aveva un suo modo di essere intrigante e affascinante, tanto che si
diceva che
nel suo ambiente molte donne se ne erano innamorate, mi aveva preso
sotto la
sua ala protettrice e mi teneva lontano da tutte le insidie di
quell’ambiente. La
competitività delle ragazze era
impressionante, mi guardavano tutte storte e di soppiatto, la cosa mi
spiaceva
visto che la mia ambizione non era certo quella di fare la modella a
vita.
-Tu
a differenza delle altre sei rimasta
esattamente com’eri prima. Semplice, autentica, assolutamente
te stessa. Non
hai idea di quante ragazze come te abbia incontrato e nel giro di poche
settimane diventavano delle autentiche snob, pensavo che anche per te
sarebbe
stato lo stesso invece…sono passate 3 settimane da quando ti
ho contattato la
prima volta e tu sei esattamente come allora…-
-Io
ho delle altre ambizioni dalla
vita. Voglio andare
all’università…laurearmi. Avere una
famiglia, dei figli.
Cosa c’è di più importante!?!?- quando
parlavo di queste cose, il mio sguardo
solitamente sorridente, diventava sempre più
malinconico…
Tutti
i miei sogni, pianificati e
costruiti a poco a poco con lui, erano crollati tutto ad un tratto.
Come
l’acqua che spazza via un castello di sabbia accuratamente
realizzato. Non mi
importava di avere miliardi su miliardi, quando non potevo avere le
cose
basilari della vita. Per me, quel lavoro era un passatempo per
guadagnarmi
qualcosa e per riuscire a pesare meno sui miei genitori, per fare le
modelle
pagavano bene e in quel modo io mi sarei potuta mantenere
all’università. Tra
qualche anno, non si sarebbero nemmeno più ricordati di me
ma la cosa non mi
toccava, sarei tornata alla mia solita vita tranquillamente, senza
sentirmi
vuota o persa. Speravo solo nell’amore,
nell’amicizia, nei sentimenti. Al mondo
sono una tra le cose veramente importanti.
Mentre
come sempre pensavo alle
“disgrazie” della mia vita, non senza una nota
sarcastica, notai due ragazze
nell’ultimo angolo della stanza, che aspettavano di fare il
provino.
Erano
entrambe molto belle, seppur
diverse tra di loro. Una aveva i capelli lisci lisci come degli
spaghetti,
castani chiari, gli occhi verdi e un viso gentile e aggraziato, come
del resto
tutta la sua figura. Doveva chiamarsi Charlotte, perché la
ragazza che aveva
affianco si era rivolta a lei poco fa chiamandola con quel nome.
La
seconda invece aveva un testa
riccioluta e ribelle, o almeno al primo impatto così
sembrava. Aveva i capelli
neri, con riflessi ramati e gli occhi di un cerbiatto, color miele.
Come
Charlotte sembrava estremamente timida, anche se aveva uno sguardo
fiero e in
un certo senso “glaciale”. Era visibile quando
qualcuno non gli piaceva, aveva
un no so che negli occhi che le permetteva di comunicare quello che
pensava. Ma
nell’osservarla, mi resi conto che in entrambe, in loro
atteggiamento era volto
a proteggersi dalle persone ignoranti e che non capiscono.
Non
so perché, ma fui portata ad
avvicinarmi a loro, che timide aspettavano il loro turno. Mi piacevano,
forse
perché come me, non erano sfacciate e spregiudicate come la
maggior parte di
quelle ragazze presenti nella stanza. Pensai che magari saremmo potute
diventare amiche a differenza che con le altre, che vedevano solo
rivalità e
competizione. A passo deciso mi avvicinai a loro che stranite mi
guardavano
perplesse. Sorrisi ad entrambe gioviale, facendole capire che ero
venuta in
pace e Charlotte, la meno ostile, ricambiò felice…
-Ciao…-
dissi tranquilla.. –Vi ho
visto qui intimidite e ho pensato che io ero esattamente come voi quel
giorno.
Mi chiamo Miki, Miki Kohishikaua. Piacere…- e lentamente
porsi loro la mano..
Charlotte
mi guardava serena e mi
prese tranquillamente la mano..
-So
chi sei! Sei molto famosa, è
davvero un piacere conoscerti Miki. Mi chiamo Charlotte
Senzo…-
-Sono
l’amica di Charlotte. Mi
chiamo Milena Sotsu. Piacere…- disse porgendomi la mano..
Fu
così che conobbi quelle ragazze.
Le giornate che passavamo in agenzia per provare e per i vari servizi
fotografici, diventavano un piacere, con una bibita o un gelato in
mano.
Charlotte era molto dolce e allo stesso determinata, aveva davvero poca
fiducia
in se stessa e spesso cercava conforto in Milena e me, per avere un
incoraggiamento. Quello che non comprendeva era che comunque rimaneva
una
ragazza talentuosa, che però mancava di autostima. Con me
aveva legato
abbastanza, ma avevo sempre l’impressione che non si fidasse
del tutto nel
raccontarmi di se, col tempo, mi affezionai tantissimo a lei, come del
resto a
Milena. Quest’ultima era l’opposto di Charlotte. La
vedevo forte e determinata,
avevo l’ idea che sapesse esattamente cosa voleva dalla vita,
poi magari
improvvisamente spuntava di lei un aspetto inedito che mai ti saresti
aspettata. Col tempo, era diventata una ragazza chiacchierina,
lasciando da
parte, almeno con noi, il suo essere taciturna. Sapeva essere
divertente e insieme
spesso tornavamo bambine.
Nelle
settimane a venire decisi di
presentarle al resto dei miei amici, il risultato è che
adesso, nel nostro
gruppo, si sono aggiunte altre due persone che vanno molto
d’accordo anche con
il resto della brigata. Notai subito che Charlotte sembrava presentare
una
certa parzialità nei confronti di Ale, però come
si può ben sapere, almeno per
il momento, il mio amico, era troppo concentrato su di me per
accorgersi che il
mondo era popolato di altre ragazze. Però notavo che con
Charlotte, lui parlava
spesso e sembravano andare molto d’accordo, forse sarebbe
bastato un pò di
tempo e per loro le cose sarebbero potute cambiare di molto. Non ero
gelosa
della situazione, questo mi fece capire che io fondamentalmente volevo
la
felicità di Ale perché gli volevo molto bene, se
l’avessi amato, non sarei mai
riuscita a vederlo con affianco un’altra donna.
Poi
pensavo che Charlotte sarebbe
davvero stata bene accanto a lui, era così tenera e lui
sarebbe riuscito tranquillamente
a renderla felice.
Un
giorno, in una delle nostre
tante uscite tutti insieme, Charlotte cominciò a parlare di
me ed Ale,
creandomi qualche difficoltà…
-Senti
Miki…- mi disse timida.. –Ho
notato che Ale è molto innamorato di te…-
Quella
frase, detta così a brucia
pelo mi fece sentire nervosa. Charlotte e Milena non sapevano nulla
della mia
storia con Yuri, non che volessi nascondergliela, ma quello per me era
diventato un argomento tabù e io mi sentivo male solamente
al pensiero di doverlo
prendere in considerazione.
-Non
è come pensi Charlotte..-
dissi per mettere in chiaro le cose.. –Vedi, in un certo
senso il mio legame
con Ale è molto forte.
E non posso
negare che lui…beh…-
-Che
lui sia innamorato di te…- mi
aiutò Milena…
-Si..-
dissi in imbarazzo… -Ma nel
mio cuore c’è un’altra
persona…-
Mi
voltai immediatamente verso
l’orizzonte che si apriva sul parco. Il vento mi accarezzava
i capelli e
antichi e nuovi profumi si aprivano nella mia mente, la confusione che
avevo
dentro, dettata dal fatto che Yuri se n’era andato e dal
rapporto poco chiaro
che avevo con Ale, mi strappava le ali. Non mi permetteva di essere
serena.
-Miki!?-
disse Milena avvicinandosi..
–Miki, stai piangendo… Perché?!?!?-
Entrambe
si accostarono a me, in
attesa di una risposta…
-No,
non dovete preoccuparvi!! È
una storia lunga…-
-Perché
non ti confidi con noi!?! –
-Non
ti fidi!?!?- mi disse Milena…
-Non
è questo. Non è passato molto
tempo da quando lui se n’è andato e…-
-Se
n’è andato!?!?- mi disse
Charlotte…
-Si,
Yuri è a New York e prima di
andarsene mi ha lasciato. Dopo molto tempo passato insieme…-
-Quindi
Yuri…era anche il ragazzo
che abitava con te? Vero!?!-
Le
osservai stupita. Come lo
sapevano!?!
-Scusaci…è
che un giorno hanno
parlato di lui gli altri e non sapendo chi era abbiamo chiesto a
Michael…- disse
Milena..
-Lui
ci ha spiegato che abitava con
te e che i vostri genitori stanno insieme. Ma non sapevamo che tu e
lui,
insomma… Ora però capisco come mai non parlavano
di lui in tua presenza…-
-Ci
sarà occasione di parlarvene,
non è passato molto tempo e…fa ancora
male ecco..- dissi con una smorfia e un sorriso appena
pronunciato…
Sembrava
tutto così esagerato, ma
io sentivo davvero che quando pensavo a lui il mio cuore faceva male.
Cercavo
di non pesare sui miei amici, infatti nelle ultime settimane ne parlavo
pochissimo, Meiko
spesso mi osservava e
mi sorrideva per incoraggiarmi. Lei capiva perfettamente quando fingevo
per
mascherare qualcosa che mi addolorava e anche Ale, sebbene non lo
accennasse,
lo capiva.
Le
mie ultime settimane erano state
accompagnate da impegni di lavoro, la mia
“carriera” sembrava decollare e in un
certo senso ero soddisfatta di me stessa. I miei genitori non facevano
che
rispondere al telefono ed erano molto fieri di me, lavoravo e avevo
superato
con successo l’esame di ammissione
all’università.
Avevo
anche affrontato la mia prima
sfilata e mi ero divertita un sacco!
Essere
la modella di punta di una
sfilata, ti dava un sacco di responsabilità. Era come se
fossi il biglietto da
visita della casa di moda, questo significava che dovevo indossare i
modelli
importanti della sfilata e ciò mi rendeva felice, ma tutti
quei flash puntati
su di me erano veramente imbarazzanti. Io non ero mai stata abituata ad
essere
al centro dell’attenzione e ora mi ritrovavo sommersa di
curiosi che volevano
parlarmi in continuazione. Tutti parlavano che presto mi avrebbero
richiesto
anche per le sedi di National Creation che si trovavano in tutto il
mondo, ma
mi sembrava assurdo che questo sarebbe davvero potuto accadere.
Avevo
fatto abbastanza fatica per
comprendere il in modo in cui dovevo muovermi in passerella, non mi
veniva così
naturale, ma Edward sembrava entusiasta perché sosteneva che
fossi sexy.
Certamente il lavoro era stato un modo abbastanza utile per non pensare
alla
mia attuale vita da single depressa, ma ben presto, mi trovai in
difficoltà!
L’attesa
chiamata all’estero era
arrivata. Edward era su di giri, era fierissimo di me. I miei
cartelloni della
pubblicità del rossetto di Shining, erano appesi in tutte le
più importanti
capitali. Era un mio primo piano, con un sorriso naturale. I miei
lunghi
capelli riccioli, che scendevano ribelli anche sul mio viso. Devo dire
che era
davvero bellissima quella foto. Ero venuta proprio bene…
-Mikiiiiiiiii…..-
mi chiamò Edward
da lontano mentre parlavo nello studio con Milena e Charlotte..
-Ehi…ciao!
Sei su di giri oggi…-
dissi serena…
-Ho
una notizia bomba per te…-
-Addirittura
una bomba?! Per caso
mi hai trovato un fidanzato!?!?- dissi io sorridendo…
-Molto
meglio…- disse lui
prendendomi per le spalle…
-Dovrai
partire molto presto..-
-E
questo che significa!? Io non
voglio lasciare il Giappone…-
-No…cos’hai
capito! Nel senso che
ti hanno chiamata per una sfilata all’estero!!!-
-Dici
sul serio!?!? Io pensavo
fosse impossibile…-
-E
perché mai? Te lo avevo detto
che avevo fatto centro scegliendoti!-
-E
dimmi…- dissi ora più
sorridente… -Di preciso dove dovrei andare?-
-A
New York…- a quelle parole
impallidii…
Era
come se vedessi muovere la
bocca di Edward senza capire il significato di quelle parole…
-Ti
rendi conto Miki!?!? New York è
la nostra filiale più importante! Ti hanno chiamata dal
centro più importante
della moda, il fulcro è tutto lì!! Sei stata
scelta tra migliaia di ragazze! Ma
mi stai ascoltando!? Andremo a New York…New
York…!-
-No…io
non posso venire a New
York…- dissi nel panico..
Non
sarei mai riuscita a
trattenermi nell’incontrarlo. Se non volevo peggiorare la mia
situazione io dovevo
restare lontana da Yuri. Comincia a raccogliere le mie cose, la borsa,
legaccio, il cellulare, disseminati sul divano…
-Mi
spiace, è stato davvero tutto
meraviglioso ma non posso accettare…- detto questo superai
la porta
dell’ufficio di Edward e lui cominciò a
rincorrermi..
-Miki!
Miki…aspetta, non mi puoi
mollare proprio ora! Sei davvero strana, al tuo posto chiunque farebbe
i salti
di gioia!! Perché non puoi accettare!?- mi disse prendendomi
per il braccio e
voltandomi verso di lui…
Affannata
lo guardai nel viso, non
so cosa lo stupì del mio, ma sentii la sua mano rallentare
la presa dal mio
braccio…
-L’uomo
che amo è là…- dissi senza
curarmi delle persone che avevo intorno.. –Non posso! Non ce
la faccio..-
-Hai
paura di vederlo è questo il
problema vero!?-
-Scusami…-
approfittai del momento
in cui mi lasciò completamente il braccio per andarmene..
Uscita
dagli studi mi sentii subito
meglio. Sarei dovuta partire per New York, questo mi chiedeva il mio
lavoro,
Edward aveva ragione. Io avevo terribilmente paura di vedere Yuri. Non
ero
pronta per incontrarlo e volevo anche evitargli inutili imbarazzi!
Fino
a quel momento ero stata
felice di quel lavoro, ora invece, mi chiedevano di debuttare
all’estero e io
ero pronta a mollare tutto. Quello forse mi avrebbe aperto molte
strade, ma si
presentavano anche situazioni che non potevo ancora affrontare, entrai
nella
nostra gelateria preferita e come al solito trovai al tavolo tutti i
miei
amici.
-Ehi
Miki, ciao piccolina…- mi
disse Ale abbracciando la seggiola dove mi ero seduta…
-Ciao…-
feci un piccolo sorriso,
salutando tutti, ma ero troppo scossa…
-Che
succede eh!? Hai una faccia…-
Guardai
Ale e distolsi subito lo
sguardo…
-Ho
una notizia da darvi…-
-Parla…non
farci stare sulle
spine…- disse Arimi esortandomi a continuare…
-Mi
hanno chiamata all’estero, dovrò
andare a sfilare all’estero…-
-Cosa!?!?-
un autentico boato si
era aperto attorno a me…
Tutti
si congratulavano, erano
felicissimi per me, stavano ordinando del moscato per brindare, si
organizzavano per preparare una festa in mio onore. Ma…io
non avevo proprio
voglia di niente.
-Ragazzi,
non c’è proprio nulla da
festeggiare…- dissi loro massaggiandomi le mani
l’una sull’altra... -È a New
York che devo andare…-
Se
prima si era aperto un boato,
ora intorno a me non volava una mosca. Alzai lo sguardo verso di loro,
che in
imbarazzo mi osservavano a disagio…
-Cosa…intendi
fare?!- mi chiese
Steve raggelato…
-Non
lo so. Io non posso andare a
New York. Sarebbe troppo doloroso…- Ale affianco a me era
muto e immobile…
-Prima
o poi lo rincontrerai Miki…-
mi disse Michael
serio..
-Lo
so, ma ora non è il momento! Io
non sono pronta per vederlo. Per scorgere il suo viso impassibile
quando mi
vedrà…-
-Quindi
cosa vuoi fare!?!?- mi
disse Ghinta…
-Credo
che lascerò questo lavoro…-
dissi guardandoli.. –Se rimango lì,
dovrò partire per forza, nel contratto ho
l’obbligo di disponibilità in quel senso.
Ma…come potevo sapere che tra tante
città importanti proprio New York…-
-Ma
guarda te che sfiga…- disse
Elisa… -Perché deve andare sempre tutto per quel
verso! Non capisco!!!-
-Io…se
fossi in te ci penserei bene
Miki…- Ale finalmente si era pronunciato…
-Perché!?-
era pensieroso quasi
malinconico..
-Potrebbe
essere la volta buona, in
cui magari ti metteresti l’anima in pace. Parliamoci chiaro
Miki! Io credo che vederlo
tra una settimana o tra due anni non fa molta differenza. Siete
comunque in
disparità! Tu lo ami…lui…non
più! Non credi che prima affronterai i tuoi fantasmi
e prima te ne libererai!?-
La
sua visione non era poi così
sbagliata…eppure, c’era qualcosa che non mi
convinceva!
-Ehi
Yuri!?!?!? Ma dove vai, aspetta
guarda questa…- mi disse Jinny che mi stava indicando una
macchina fotografica
digitale professionale…
-Beh….veramente
carina. Non
pensi!?!?- mi disse Brian…
Dovevo
solo convincermi. Era
veramente bella, anche se un pò costosa. Avevo risparmiato
molto negli ultimi
tempi, quindi pensai che una spesa extra per qualcosa che mi piaceva
potevo
anche permettermela. Entrai nel negozio e la comprai senza esitare!
Ultimamente
il mio umore era
migliorato, non l’avevo dimenticata ovviamente e spesso il
tormento tornava, ma
almeno ora, riuscivo a impegnare la mente con lo studio, tanto che mi
ero già
portato molto avanti per molti esami. Spesso uscivo con i miei amici
che
facevano davvero di tutto per recuperare, mi avevano deluso, questo si,
ma
volevano anche proteggermi in un certo senso. Mi stavano vicino come
potevano,
ma sapevo che stavano facendo davvero l’impossibile per farmi
passare quelle
settimane con meno agonia. Avevo davvero voglia di dare una sterzata
alla mia
vita, adesso come adesso, desideravo ancora di più diventare
architetto.
Pensavo che la realizzazione
professionale, mi
avrebbe permesso di essere più felice e magari di compensare
l’assenza di Miki
Ma questo era solo un alibi, mi concentravo sui libri, sullo studio,
perché
sapevo che quello era l’unico modo per non pensare
continuamente a lei. Dovevo
per forza terminare quegli esami altrimenti mi avrebbero bloccato
quelli
successivi e questo era appena sufficiente a impormi di affondare la
testa li
dentro per almeno il tempo in cui non c’erano gli altri. Quel giorno mi sembrava
lontano decenni e
sentire la sua voce, mi aveva reso da un lato, allegro per molti
giorni, ma
dall’altro sapevo che la causa di quel tono malinconico era
dovuto alla mia
decisione. Avevo chiamato spesso a casa, ma non avevo più
avuto modo di
sentirla e devo ammettere che mi cominciava a pesare la cosa.
Poi
qualcosa di immenso, un
cartellone di Shining attirò la mia attenzione, tanto che la
mia macchina
fotografica perfettamente imballata per evitare che si rompesse,
picchiò a
terra con un tonfo sordo.
Il
suo viso, che non vedevo da
interminabili settimane, era fotografato in tutta la sua perfezione e
bellezza.
-Oddio…-
disse Brian senza riuscire
a dire altro..
-Ehi
Yuri, che ti succede!?!?-
dissero gli altri vedendomi esterrefatto…
Alzarono
gli occhi al cartellone e
si ammutolirono. Io dal canto mio non ero in grado di spiaccicare
parola e più
osservavo quel viso naturalmente ritratto con un leggerissimo filo di
trucco,
più mi chiedevo come potesse essere così
meravigliosa da togliermi il fiato
ogni volta.
Ma
nel complesso, nonostante il suo
viso sorridente, io che la conoscevo bene, potevo capire che Miki in
quel
momento non era felice. La sua bocca sorrideva, ma i suoi occhi non
brillavano come
me li ricordavo io, erano spenti, addolorati..
In
quel momento mi stavo chiedendo
un sacco di cose. Cose di cui io non avevo risposta.
Perché
era in quel cartellone!?!?
Cos’era successo di così decisivo nella sua vita
per essere la testimonial dei
nuovi prodotti Shining!?!? E soprattutto, da
quand’è che avevo perso il
contatto con la sua vita, inestricabilmente legata alla mia!?!?!
Percorrendo
la strada verso il
college, mi domandavo cosa fosse successo realmente in Giappone. La
città era
tappezzata dei suoi cartelloni immensi e mi chiesi da quando Miki era
diventata
così famosa. Quando arrivammo a casa, decidemmo di guardare
se la televisione
diceva qualcosa e finalmente trovammo in un canale dedicato alla moda
quello
che cercavamo.
Fu
così che appresi che Miki, aveva
intrapreso la strada della moda, diventando molto famosa in Giappone.
Era un
reportage dedicato alle sfilate che aveva fatto, ai servizi fotografici
e ai
lavori finora conclusi, parlavano di lei come se la conoscessero, ma in
realtà
non ne sapevano nulla.
Si
domandavano perché della sua
vita privata non si sapesse nulla e si facevano un sacco di domande
alle quali
io avrei saputo dare una risposta, appresi che nonostante questa
improvvisa
popolarità lei non era cambiata per niente, era tipico del
suo modo di essere.
Dicevano che per lei quello era solo un gioco momentaneo, per pagarsi
gli studi
nella facoltà di Design d’interni in cui era
riuscita ad accedere. Che la sua
vita aveva bisogno di essere un pò movimentata per vari
motivi…
E
di quello compresi perfettamente
il perché. Esattamente come me aveva bisogno di mantenere la
testa occupata per
soffrire meno, una top model della vita estremamente tenuta sotto una
barriera
protettiva. Era paradossale, ma possibile per Miki! Odiava mettere in
campo gli
affari suoi, non per niente i media si facevano un sacco di
interrogativi sulla
sua vita privata.
In
particolare si chiedevano se una
ragazza tanto bella avesse da qualche parte un fidanzato ed io
ovviamente
pensai: “Certamente…ed è stato pure
talmente stupido da mollarla!!!”.
Ma
forse un giorno qualcosa sarebbe
potuto cambiare, però ancora non sapevo che la vita mi
avrebbe messo di fronte
a molte altre difficoltà. Che sarei stato allo stesso tempo
felice e allo
stesso tempo terribilmente triste. Che sarebbe entrato qualcuno nella
mia vita,
di estremamente importante, da farmi dimenticare che Miki era mia
sorella e
darmi il coraggio necessario per affrontare le migliaia di
difficoltà che si
sarebbero presentate!
Ancora
non sapevo tutto
questo…eppure, dentro di me, sentivo che una parte di me
stesso prima o poi
sarebbe stata finalmente felice con chi desideravo!