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Autore: Lady Asia_20    05/06/2013    1 recensioni
Buongiorno a tutti!!!
Questa è la mia prima fanfiction. Ed eccomi qui, a sognare insieme a voi su di un cartone che come per me, ha incantato molti altri. Ricordo che quando lo seguivo, non sopportavo il poco spazio dedicato a Yuri, colui che secondo me, nascondeva un mondo particolare dentro di se. Questo lo reputo come un viaggio introspettivo, in Yuri e Miki, un viaggio verso i ricordi del cartone e nuove situazioni inventate con la mia fantasia. Il tutto ha inizio proprio quando Yuri scopre che Miki è sua sorella… Se vorrete seguirmi, ne sarò felicissima!!!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Miki: non sempre le scelte intraprese sono le più sagge!

Notte quasi insonne.

A fatica mi ero preparata e proprio non avevo parole per spiegare ad Ale il mio punto di vista. La parola d’ordine era chiarezza, l’unica che mi ero prefissata. Ale era talmente meraviglioso che  lo meritava, mi ero preparata tutto con calma e con precisione. Il cibo era nel cesto per il picnic, il costume l’avevo indossato, era tutto a posto, quindi dopo aver lasciato un biglietto ai miei, cominciai a percorrere la strada verso casa di Ale.

La colazione con la sua famiglia!

Mi sembrava di tornare indietro nel tempo, quando ero stata io a lasciare Yu, anche in quella occasione mi ero ritrovata in una situazione simile e adesso ero incasinata come allora, perché Ale era innamorato di me e io avevo comunque solo in testa Yuri. Lasciai cadere la testa avanti sbuffando e sospirando, mi domandai perché doveva sempre essere tutto così complesso, ma forse ero solo io a renderlo complesso, perché nella mia vita c’era una sola grande verità e realtà, tutto quindi doveva cominciare da quella nel mio chiarimento con Ale.

Le parole di Michael mi avevano fatto ragionare, semplicemente, se Yuri fosse tornato da me la mia scelta si sapeva quale sarebbe stata. Era palese! Non potevo farci niente…

Quando mi ritrovai davanti al cancello della casa di Ale, mi sentii svenire. Da un lato dirgli tutto mi spiaceva, forse l’avrei ferito per l’ennesima volta, ma da un lato sentivo anche di dover ribadire e chiarire la mia “assurda” parzialità per il mio unico amore. Presi coraggio e suonai al citofono di quella immensa casa.

Mi venne ad aprire la mamma di Ale, come sempre impeccabile ed elegante. Non c’era dubbio, una donna di grande classe…

-Oh Miki cara entra pure…- mi disse gentile…

-Buongiorno Signora, sono per caso in ritardo!?!?-

-Assolutamente no! Ti stavamo aspettando, ma siamo scesi da poco dalle nostre stanze..-

-Ciao piccola peste…- mi disse Ale salutandomi e dandomi un bacio sulla guancia..

-Ciao…- dissi io felice e calorosa.. –Pronto per la nostra giornata!?!?-

-Assolutamente…- disse sorridendo… -Andiamo in salotto, hanno appena apparecchiato…-

Lo segui volentieri verso il salotto dalle ampie vetrate, dove lui suonava il suo piano e ci accomodammo ai nostri posti.

-Vi siete divertiti ieri sera in discoteca!?!?- chiese la mamma di Ale…

-Moltissimo…- disse lui guardandomi e sorridendomi mentre portava alla bocca la tazza di latte freddo..

Io lo guardai ammonendolo e risposi evasiva…

-Si, è stato molto divertente…- dissi arrossendo..

-Sai mamma, sono stato sedotto in un certo senso ieri sera…-

Il pezzo di brioches che stavo mangiando mi andò di traverso, leggermente comincia a tossire e la madre di Ale preoccupandosi si avvicinò a me.

-Miki tesoro…tutto a posto!?!?-

-Oh…si! Tutto bene..- ripresi contegno e guardai Ale che dal suo posto e con un sorrisetto mozzafiato mi osservava attentamente…

-Dicevi Ale…sei stato sedotto? E da chi!!?!?-

-Beh…la sua identità rimane tutt’ora avvolta nel mistero, ma…devo dire che era interessante…-

-Ballava?-

-Mmm…- disse lui ingoiando il latte… -Eccome ed era piuttosto brava! Ha fatto impazzire i ragazzi della discoteca…-

-Doveva essere molto bella allora…-

-Puoi dirlo forte…- disse lui sorridendo..

-E tu Miki che ne dici della ragazza misteriosa?! Era davvero così bella?-

-Oh…beh…io…veramente non è che l’ho vista così bene! Sono arrivata un pò in ritardo, sa com’è. Mi sono preparata e il tempo è volato…-

-Comunque penso che la cercherò, è riuscita a incuriosirmi molto…- detto questo si era alzato

raggiungendo il piano, la melodia che stava suonando era molto dolce e melodiosa, mi piaceva tantissimo…

Avevo davvero bisogno di parlargli, forse lui si aspettava qualcosa da me. Qualcosa che forse io non avrei mai potuto dargli! Eravamo rimasti io, lui e il piano… Come nelle più belle melodie, l’esecutore sembrava un tutt’uno con lo strumento, ma io mi sentivo parte di loro, era in quel momento specialmente che la mia razionalità nei confronti di Ale vacillava. Riusciva ad entrare nella mia anima con la sua musica, ma il fatto era che comunque il mio cuore sentiva di appartenere solo ad una persona. E questo mi confondeva…perché non sapevo quale peso dare al mio affetto per Ale.

-Ale…- dissi avvicinandomi al piano… -Ci sono tante cose che vorrei dirti…-

Lui mi guardò comprensivo e mi fece sedere accanto a lui. Quei momenti mi facevano desiderare di ricominciare la mia vita, dimenticandomi del passato, forse se avessi perso il contatto con quella parte del mio passato, io avrei potuto amare liberamente Ale.

-Ti ascolto…qualsiasi cosa essa sia…-

-Forse questo non è il posto giusto, mi sento un pò a disagio nel parlartene qui…-

-Allora aspetta un pochino e abbi pazienza…- mi disse lui…

Continuò a suonarmi quella dolce melodia per un po’ e come promesso mi suonò tutti i pezzi che amavo di più. Da Chopin, Beethoven, Mozart e persino qualche pezzo moderno…

Quando decidemmo di partire era già tarda mattinata, ma il tragitto per arrivare in campagna era davvero breve, tanto che dopo un’oretta avevamo già sistemato il nostro lenzuolo per terra e avevamo cominciato a pescare cibo qua e la.

-Allora, non volevi dirmi qualcosa!?!?- disse prendendomi alla sprovvista…

Mi sentii immediatamente a disagio e pensai a quale fosse il modo migliore di affrontare un discorso così difficile e complesso.

-Non credo di avere le parole adatte, ma forse per nulla ci sono parole adatte a descrivere ciò che pensiamo…- dissi confusa…-Forse è che sono portata naturalmente a fare casino e a complicare le cose…-

-Non c’è nulla di complicato tra due persone consapevoli dei sentimenti e difficoltà che provano l’un l’altro…-

-Forse è proprio questo il mio problema…- dissi guardandolo… -Io non so nulla in questo momento e purtroppo non sono in grado di darti quello che meriteresti…-

Lui mi guardava, questa volta senza dire nulla.

-Vedi, in questo momento della mia vita, l’unica certezza e cosa che so, è che non riesco a dimenticare Yuri. E…non riesco a immaginare un futuro in cui qualcuno possa prendere il suo posto, nemmeno tu…- dissi triste e colpevole…

-Semplicemente perché nessuno può prendere il suo posto…- disse lui guardandomi triste… -Vedi Miki, io credo di aver capito che non potrai più amare nessuno con la stessa intensità con cui tu hai amato lui! E l’amore che nutrirai per quel nuovo qualcuno sarà completamente differente dal primo, è come se lui sarà sempre al primo posto per te…-

-Mi spiace Ale, tu non hai idea di quanto abbia desiderato di provare quel sentimento per te, ma…purtroppo certe cose non le puoi cambiare nemmeno volendo. Con questo non voglio dire che un giorno io non ti potrei amare, ma non posso darti nessuna certezza e se lui un giorno tornerà, anche se non per me, io non potrei non amarlo! Potrebbero cambiare centinaia di cose tra di noi, ma io non vorrei coinvolgerti e farti stare male. Capisci!?!?-

-Voglio solo sapere una cosa…- mi disse prendendomi la mano.. –Ieri sera, cos’hai provato!?!? Perché mi hai baciato?-

-Potrà sembrarti contraddittorio, non ti nego che sono confusa in questo periodo…- dissi pensierosa… -Però c’è sempre qualcosa che mi attrae verso di te e ti ho baciato perché in quel momento sentivo di farlo, era come se volessi farti capire che ci tengo a te, che ti voglio bene, che le cose possono cambiare col tempo, ma ho bisogno di un periodo per riordinare la mia vita. Non ti sto chiedendo di aspettarmi, sarà il tempo a dettare la nostra strada… Ma io…ho realmente bisogno di vivere questo periodo sentendomi libera di urlare la mia disperazione per aver perso l’unico uomo che io abbia mai amato! Non è per ferirti…credimi…-

-Mi basta Miki, l’unica cosa che non potrei sopportare da te è l’indifferenza! Col tempo magari, imparerai a volermi bene anche in modo più profondo. Tra noi c’è una sorta di attrazione è questo che probabilmente ti spinge verso di me…- disse facendo una breve pausa… -Io, le so dal principio, ho sempre saputo che dentro di te, lui, sarebbe sempre stato il più importante! Una volta che capisci questo, riesci ad accettare anche dei ruoli secondari nella vita di una persona. Purtroppo Miki, lui farà sempre parte di te e non credere che non mi faccia rabbia…-

-è tutto così complicato…- dissi guardandolo.. –Non so cosa fare!-

-E so anche che se lui tornasse, ti vedrei bruciare d’amore per lui. Sono pronto anche a questo, quello che sto cercando di dirti è che non mi hai illuso! Perché ti conosco troppo bene, sei trasparente per me…-

-Sto bene quando sono con te…davvero bene! Sono così serena, tranquilla… Hai la capacità di scrutarmi dentro come pochi..-

-Vorrei che non ti sentissi obbligata a ricambiarmi in qualcosa che per ora non ti viene naturale!! È normale che tu ti senta confusa e in difficoltà, ma a volte capita Miki di amare con tutto se stesso qualcuno e provare attrazione per qualcun altro! Non viverlo come uno sbaglio, non sarebbe giusto per te stessa… Siamo abbastanza adulti per capirci l’un l’altro, no?!?!?-

-Si…ma io non voglio commettere sbagli con te! Non me lo perdonerei mai capisci!?!?-

-Senti…facciamo così. Viviamola come viene, nel senso che cercheremo di non farci del male l’un l’altro, ma vivendo giorno per giorno quello che ci succede. Perché privarci di momenti di felicità se la vita ha deciso di concederceli!? Miki…- mi disse prendendomi il viso tra le mani… -La vita è troppo breve per non vivere la felicità che decide di darci. Non devi avere paura di vivere le tue emozioni, ricordati che nella nostra vita, passano dei treni che poi non tornano più indietro. Quindi, dobbiamo a volte viverli così come arrivano, anche essendo disposti a rischiare qualcosa di noi stessi…-

-Ho paura…-

-Lo so che hai paura…- disse stringendo le sue mani ancora di più sul mio viso e sorridendo… -Ma io voglio provare a non perderti questa volta…-  come sempre non riuscivo a trattenere le lacrime e mi odiavo terribilmente…

-Ascoltami Miki, dare tutto se stesso a qualcuno può essere molto rischioso e tu stai provando il dolore di tutto questo. Ma…a volte la vita ti da l’opportunità di essere serena, perché sprecarla con tanti pensieri e paure? Vivi…e basta!-

-Ci sono tante cose Ale che non puoi vivere e basta. Non se questo significa che puoi fare del male a qualcuno! Tu…mi hai sempre voluto bene, molto bene ed io non posso trascurare questo fatto, non posso vivere semplicemente facendo quello che mi passa per la mente. Tu ieri non hai frainteso il mio gesto, ma arriverà un giorno che forse anche per te sarà troppo complicato e ti pentirai di averla vissuta così, senza pensare alle conseguenze...-

-Miki…io non ho niente da perdere…- mi disse sorridendomi triste… -Perché un giorno, sarò comunque destinato a perderti…-

Rimasi quasi senza parole, ma un giorno, non lontano Yuri sarebbe ritornato e quell’amore mai nascosto, sarebbe comunque tornato a presentarsi alla mia porta.

-Vorrei tanto poterti dire che non mi perderai, ma so che arriverà un giorno che tu vorrai di più dalla vita… No!?!? Mi spiace davvero di non poterti dare quello che desideri…- e affranta mi allontanai dal suo viso addolorato…

Avrei tanto voluto evitargli tutti quei discorsi tristi e soprattutto avrei voluto essere la donna che lui voleva affianco. Ma non si poteva amare qualcuno e stare con un altro solo per renderlo felice!

-Dammi quello che puoi…- mi disse guardandomi intensamente… -L’affetto, l’amicizia, la tenerezza, quei momenti spensierati in cui ridiamo e siamo solo io e te. Non ti chiedo altro, solo di accettare questo compromesso, di essere come sei stata fino ad ora…-

Si era alzato dal lenzuolo e mi aveva tirato verso la radura che si apriva a pochi passi da noi. La sua mano stringeva forte la mia, ma qualcosa dentro di me, stava soffrendo, forse era la consapevolezza che in quel momento, avrei voluto vedere voltarsi verso di me, il viso sereno e sorridente di Yuri che mi guardava felice e spensierato. Mi sentivo sempre più spesso una persona orribile, perché in quei momenti di relativa intimità tra me ed Ale, io desideravo accanto a me qualcuno che non era lui…

Faceva freddo in quel piccolo sentiero profumato, c’erano migliaia di fiori diversi che coloravano i piccoli prati intorno a noi. Un piccolo scoiattolo raccoglieva ancora le piccole gocce di rugiada rimaste sulle foglie dei fiori e si lavava il musetto, guardandoci ogni tanto incuriosito.

Mi fermai ad osservarlo rapita, aveva dei colori stupendi e in quel momento pensai che essere un piccolo animaletto non doveva essere così male, forse almeno loro non soffrivano per amore…

-Lui…- mi disse Ale osservando con me lo scoiattolo.. –Lui coglie tutto quello che la natura e la vita può dargli. Raccoglie tutto quello che può portarlo a vivere una vita migliore, solo cogliendo l’attimo, vivendo quello che gli capita e forse senza farsi troppe domande. Sarebbe bello fare come lui…-

-Ma noi abbiamo anche una mente a cui dare ascolto…- dissi io sorridendo… -Una mente che ci suggerisce le nostre mosse, cosa è bene e cosa è male. Tutto è condizionato da essa, chissà se è così giusto alla fine..-

Ricominciammo a camminare nel sentiero, finché la radura non si aprì in un bellissimo laghetto, limpido e verde. Il sole filtrava tra i rami degli alberi, con bellissimi giochi di luce, era un posto incantevole e Ale mi spinse vicino alla riva.

-Perché non facciamo un bagno?!- dissi io, mentre toccavo l’acqua con la mano…

-Direi  che è una buona idea…- aveva sempre lo sguardo triste e la cosa mi fece sentire in colpa…

Avevo rovinato la giornata, le mie parole lo avevano visibilmente turbato e probabilmente la mia mancanza di delicatezza, non aveva certo contribuito a rendere la pillola più leggera da inghiottire. Si era tolto i jeans e la maglietta, Ale era davvero bellissimo…

Chiunque al mio posto, non ci avrebbe pensato due volte ad approfittare della sua parzialità nei miei confronti! Ma io…gli volevo troppo bene per fargli del male e per pensare solo a me stessa.

Che confusione, ero solo capace a complicare la vita già troppo incasinata!

Con un pò d’imbarazzo, mi ero tolta gli indumenti, mentre Ale, probabilmente per non farmi sentire in difficoltà, si era buttato in acqua,  aspettando che io mi introducessi con lui in quelle meravigliose acque verdi. Cominciai passo dopo passo a immergermi, ma l’acqua era terribilmente fredda…

-Dai Miki…buttati subito! Così patisci ancora di più..-

-Ma è gelata…no, è troppo fredda Ale! Per favore….-

-Va bene…- disse lui raggiungendomi… -Vorrà dire che ti aiuterò io…-

-No…no…me la cavo anche da sola…- dissi io mettendo una mano sul suo petto marmoreo e ghiacciato per fermarlo…

Immediatamente mi aveva abbracciato, rimasi senza fiato, un pò per il freddo, un pò per quell’improvviso contatto che non mi aspettavo. Non mi dava fastidio essere abbracciata da lui, ma subito mi percorreva una sensazione di disagio e di colpa, mi sentivo le guance più calde, nonostante la temperatura fosse fresca. Avevo la pelle d’oca, ma mi stavo abituando al contatto fresco e allo stesso tempo caloroso del corpo del mio amico. In quei momenti mi rendevo conto che non riuscivo a staccarmi da lui, che la ragione voleva evitare quei momenti di intimità, ma che la parte meno nobile ed egoistica di me stessa, si sentiva troppo protetta e al sicuro per privarsene.

Poi quando meno me lo aspettavo, Ale mi prese in braccio e mi fece scivolare in acqua con lui. Devo dire che non fu così traumatico, ero già un pò abituata al freddo…

-Ale…che cattivo!- dissi ridendo… -Non vale! –

-Tutto è lecito…- disse lui cominciando a schizzarmi…

-Devo ricordarmelo in futuro che sei un furbone!-

-Ma smettila…- disse lui cercando di avvicinarsi a me…

Giocammo così per diverso tempo, rincorrendoci l’un l’altro e dimenticandoci della prima parte dolorosa di quel picnic. Rincorrendoci sott’acqua, abbracciandoci qualche istante, forse entrambi riuscimmo a capire che se anche per poco, potevamo vivere quella strana amicizia, senza privarci di quei piccoli momenti in cui ci sentivamo bene. Pensai che comportandomi così forse non tradivo nemmeno la memoria di Yuri, semplicemente mi ero avvicinata a qualcuno che riusciva a farmi stare bene e a cui ero affezionata. Nessuno poteva capire fino in fondo cosa mi sentivo dentro…quindi era così sbagliato che volessi sentirmi meglio? Che volessi provare a ricostruire la mia vita facendomi aiutare dalle persone a cui tenevo? Era così sbagliato essere trasportata nelle braccia di Alessandro? Più me lo chiedevo e più non trovavo una risposta, quello che sapevo era che in quel momento non mi sentivo soffocare ed ero serena, come lo era lui.

Ci avvicinammo piano piano alla riva, stanchi, per i tuffi e gli inseguimenti in acqua, ci appoggiamo al terreno umido a pancia in giù e ci osservammo a vicenda sorridendo.

Aveva avvicinato la mano al mio viso e mi accarezzava delicatamente la guancia.

-Ieri sera…- disse guardandomi… -Ho cercato di trovare una sinfonia adatta che spiegasse l’emozione che ho provato dal primo momento che ti ho vista, fino a quando ho capito che eri tu. Ma poi ho capito che le note non sarebbero bastate a descrivere quello che sentivo in quel momento…-

-Non mi dire queste cose Ale…- dissi abbassando lo sguardo… -Non farmi sentire in colpa più di così. Devo combattere ogni giorno con il mio egoismo…-

-è così egoistico secondo te provare felicità e serenità nello stare semplicemente affianco a qualcuno?-

-Si, se quel qualcuno tiene a te in modo particolare…- dissi ammonendolo..

Lui socchiuse leggermente gli occhi, sospirando…

-Miki, quando quel giorno sei venuta a casa mia, per ringraziarmi dell’aiuto che ti avevo dato, io sapevo perfettamente a cosa stavo andando incontro. Avevo capito dal tuo sguardo che eri venuta a dirmi addio, anche se forse non eri completamente convinta, sapevo che il tuo unico obiettivo era non farmi del male. Ma…della mia vita decido io!! Sapevo sin dall’inizio che cosa significava starti accanto, ma quello che voglio più di ogni altra cosa è starti vicino per sostenerti, so che questo significa vederti soffrire ogni giorno per lui, io avevo la possibilità di decidere di voltarmi dall’altra parte lasciandoti da sola ad affrontare tutto, ma non ci riesco!! Quindi non mi importa cosa ne sarà tra qualche mese, tra qualche anno. Voglio solo viverti senza pensare a cosa ne sarà di noi…-

Era capace di entrare nella mia anima con la sua dolcezza e sapeva farmi piangere dentro disperatamente, era una persona preziosa a cui volevo davvero molto bene e forse magari col tempo sarei riuscita a vedere il nostro piccolo mondo con sentimenti anche più profondi.

Per ora volevo dargli tutto l’affetto di cui ero capace, sperando che almeno in parte compensasse l’amore che invece lui ogni giorno mi dimostrava nei piccoli gesti. Ma ne dubitavo, l’amore è sempre stato il nutrimento dell’animo umano e per rendere  l’uomo felice, doveva essere ricambiato con lo stesso sentimento. Il suo amore io lo ricambiavo con un’amicizia, forse particolare, ma pur sempre un affetto diverso dall’amore!

-Eri così bella l’altra sera! Mi hai tolto il fiato…-

Ero troppo vicina a lui in quel momento. Sentivo il suo respiro vicino alla mia guancia e per un istante, di nuovo quell’istinto d’attrazione, si era riacceso tra di noi, si era avvicinato dolcemente, senza spaventarmi, forse l’idea che lo rifiutassi, lo spaventava. Ma non so per quale motivo, mi arresi a quel momento, anche se dentro di me c’era sempre una bufera che scuoteva ogni cosa avessi intorno. Ale mi baciò dolcemente e per un istante mi dimenticai di tutto. Ricambia teneramente quel bacio, che a modo suo era passionale ma estremamente premuroso. In quei momenti ero consapevole, che ovviamente questa parte del nostro rapporto avrebbe ulteriormente complicato la nostra situazione. Eppure il suo modo di fare mi affascinava e mi trasportava verso di lui, quando le sue labbra si staccarono dalle mie, forse vedendo il mio viso, Ale si sentì forse di aver fatto una mossa sbagliata.

-Scusami Miki, scusami. Perdonami…- disse posando la fronte sulla mia…

- Sono stata io a incominciare ieri sera. No!?!? Io ho solo bisogno di tempo, non sono pronta. Ma di quello che ho fatto non mi pento, lo so che sono terribilmente egoista…-

-Le cose si fanno in due Miki. Io ieri sera non avrei mai fatto nulla per confonderti, voglio che tu lo sappia. Ma…sai perfettamente che ti voglio bene, in tanti modi ecco. Il più importante è l’affetto che sentiamo. Che decolli o meno tra di noi…-

-Ti voglio bene Ale…- dissi mentre una piccola lacrima di gioia mi attraversava il viso…

Lo abbracciai, sentendo che quel ragazzo era come un angelo, che mi era stato mandato per prendermi per mano e ad aiutarmi a percorrere quel cammino scosceso e ripido.  Quando mi staccai leggermente da quell’abbraccio, presi il suo viso tra le mani e lo guardai teneramente negli occhi cercando di fargli capire che c’era qualcosa dentro di me che non riuscivo a capire e che lo riguardava. Ammirare il suo viso fradicio, quegli occhi fiduciosi e così intensi mi faceva venire i capogiri, lui avvicinò nuovamente la sua bocca alla mia, per posarvi dei piccoli e dolci baci, che io ricambiavo con trasporto. Si era seduto sulla sabbia morbida, con una mano sosteneva il suo corpo, con l’altra aveva avvicinato il mio busto al suo torace scolpito e mi coccolava teneramente. Poteva sembrare assurdo, ma io non riuscivo a smettere di girare in quel meraviglioso vortice, il bacio divenne più profondo e intenso, avevo abbracciato il suo torace, avvicinandolo a me, in modo di  sentirlo più vicino e lui aveva fatto la stessa cosa, mentre le nostre labbra cercavano bramose quelle dell’altro. Quando ci staccammo, i nostri respiri erano più affannati, ci guardammo negli occhi appoggiando la fronte l’uno sull’altra e sorridemmo imbarazzati. Lui dolcissimo come sempre, mi aveva dato ancora un bacio a fior di labbra e non mi pentii affatto di quell’istante così profondo.

Da quel momento la giornata era stata piacevole, ed era passata senza nemmeno che ce ne accorgessimo. Avevo capito che forse, almeno per il momento, la cosa migliore era che vivessi le mie giornate per come erano, adesso come adesso, non potevo pretendere molto da me stessa. Ero stata sincera con Ale e chiarendo la mia posizione mi sentivo meglio.

Ora che ero seduta nella poltrona del salotto e guardavo il tramonto, mi sentivo un pò più leggera. Ma ancora mi mancava qualcosa, sentivo dentro un perenne senso di insoddisfazione, piano piano, sentivo che ogni giorno che passava, stavo leggermente meglio, ma non passava un singolo giorno in cui non mi sembrasse di sentire la sua voce tra quelle stanze.

Avevo bisogno di richiamare alla memoria, di mantenere sempre vivo il suo ricordo, perché solo così mi sembrava di averlo più vicino. Ricordavo una frase che mi aveva detto tanto tempo fa… 

-Quando smetterai di farmi innamorare sempre di più Yu!?!!?-

-Quando non avrò più fiato per potertelo dimostrare… Quel giorno dovrai vivere solo dei ricordi che abbiamo avuto Miki… E voglio lasciarti tutto quello che mi è possibile… Non avrò mai sufficienti parole per spiegarti cosa mi scateni dentro!!!-

Presi quell’album, cominciai a sfogliarlo, ma subito capii nuovamente che nessuno avrebbe potuto prendere il suo posto. MAI!!!

Lasciai la mano su una delle tante foto che ci ritraeva insieme, posando il dito sulla sua figura sorridente che mi teneva stretta, e scossi violentemente la testa cercando di evitare ulteriore confusione. Quello era l’album di famiglia, il nostro, strettamente personale, era custodito gelosamente tra le mie cose più care, ma ora non ero dell’umore adatto per sfogliarlo! Poi sentii due dolci braccia, cingermi lentamente e la voce di mia madre che mi cullava…

-Chi lo avrebbe mai detto che Yu ti sarebbe mancato così tanto!-

Sospirai guardandola…

-Lui…mi manca molto! È vero…-

-Miki perché non ti confidi con me?! Cos’è che ti affligge così?-

-Non è che non lo voglio fare mamma! È che…se ti parlassi di questa cosa dovrei toccare argomenti che mi farebbero troppo soffrire per il momento. Ed io….proprio non me la sento…-

-è un problema d’amore vero!?!?-

La guardai triste accennando con il capo…

-L’amore…- dissi lasciandomi sfuggire un risolino di scherno… -Darei ogni cosa adesso come adesso, per non essermi mai innamorata…-

-Yuri lo sa chi è? Pensi che lui ti aiuterebbe in questo momento, vero?-

-No..- dissi immediatamente, forse tradendo un pò di panico… -Cioè voglio dire, Yuri non lo sa. E forse ora come ora nemmeno lui potrebbe aiutarmi…-

-Magari se provi a parlargliene…-

-Non credo sarebbe una buona idea! Ma non ti devi preoccupare. Sto molto meglio! Basta follie..- dissi ridendo…

-E Ale!?!?- abbassai lo sguardo, anche quella era una difficoltà…

-Io…non posso dargli nulla, nulla che non sia sincero..- dissi ragionando.. –Ho cercato di fargli capire che per me era molto importante tenerlo fuori da tutti i miei casini. Ma…dice che a lui va bene così..-

-Forse vuole avere la libertà di scegliere per se stesso…-

-Ma io non posso dargli nulla di quello che lui desidererebbe…-

-Magari non ora, col tempo forse…-

-Hai mai amato qualcuno talmente tanto, da non poterti immaginare in un futuro con qualcun altro?- dissi lasciandola sorpresa…

Mi guardava come se volesse cercare la risposta adatta, ma a me serviva solo la verità. La mia situazione era diversa dalla sua…

-Per me…è sempre stato diverso Miki! Io ho amato molto solo due uomini nella mia vita. E per entrambi non riuscivo ad immaginarmi con qualcun altro. Ed ho amato solo loro due infatti…- era imbarazzata, ma sapeva che le due questioni erano differenti..

-Io non amo Alessandro!! È questa la differenza tra te e me…- la lasciai sul divano, mentre io furente con me stessa mi allontanavo…

Quando mi sentivo così male, avevo solo bisogno di non vedere nessuno, diventavo scorbutica e scostante e per l’ennesima volta, avevo coinvolto mia madre nella mia rabbia.

Nei giorni seguenti, mi sentivo braccata e soffocare, tutti avevano notato questa mia nuova ondata di sofferenza e il risultato era che mi stavano terribilmente addosso. Ale, inizialmente, aveva cercato di insistere spronandomi a uscire, ma quando aveva capito che per il momento non avevo voglia di lasciarmi coinvolgere, mi aveva pregato di chiamarlo almeno una volta al giorno per sapere come stessi. Adempievo a questo compito volentieri, passando molto tempo al telefono con lui, ma per il momento non mi sentivo ancora di vederlo!

Forse la verità era che ero una vigliacca, non volevo che lui rimanesse impigliato nei miei meccanismi perversi e soprattutto non volevo che lui si innamorasse ulteriormente di me. Credo che non avrei retto in questo periodo, se l’avessi visto soffrire ancora per me. Ero troppo fragile in quel periodo e il pensiero di fare del male a una persona, a cui per di più ero molto affezionata, mi avrebbe ulteriormente destabilizzato.

In generale, riuscivo a stare discretamente durante la giornata, mi trovavo sempre centinaia di cose da fare, in modo che la mia mente fosse sempre occupata in qualche attività. Lo studio, la casa, gli hobby…

Tre giorni passarono in fretta e quel giorno, Meiko, veniva da me. Sentii il campanello della porta e contemporaneamente squillare il telefono di casa. In un lampo afferrai il portatile e subito mi diressi verso la porta da dove la mia amica mi attendeva…

-Pronto…- dissi accendendo il telefono…

Feci cenno a Meiko di entrare e di aspettare un secondo che sarei stata subito da lei…

-Parlo con Miki…Miki Kohishikaua?-

-Si...sono io. Con chi parlo!?!?-

-Sono Edward Smile.. Della National Creation…-

-La National Creation!?! La casa di moda!??!-

-Esatto, vedo che la conosce…-

-Beh, non vedo come non potrei visto che ne parlano tre giorni si e uno no…- Meiko aveva sbarrato gli occhi e mi guardava quasi stupita.. Per non parlare poi di come gli avevo risposto io, ma ormai era troppo tardi!

-Emh mi scusi! Sono stata scortese…-

-No, nessun problema..-

-Senta non riesco però a capire in cosa potrei esserle utile…-

-Molto semplice. Ti ho scelta come la nostra modella di punta…-

-Cosa sta dicendo scusi!?!?-

-Ti ho vista l’altra sera, in discoteca! E…eri talmente bella e aggraziata che ti ho scelta…-

-Scusi ma ci deve essere qualcosa che non va. Quella sera io…-

-Tu hai utilizzato un travestimento no? Ti devi solo presentare al provino e hai la vittoria in pugno. La selezione è solo una proforma. Il direttore ti ha già vista in fotografia ed è già particolarmente interessato…-

-Fotografia? Selezione? Proforma!? Lei forse non ha valutato che non mi interessa fare la modella…- Meiko era ormai estasiata e mi rimproverava a bassa voce…

-Miki ascolta!! È come un gioco, potrai fare quello che vuoi, non ti costringeremo in nulla! Potrai anche rescindere dal contratto se non ti trovi e nessun compromesso…-

-Almeno posso pensarci un pochino?-

-Domani mattina hai il colloquio con lo staff…-

-Cosa?-

-Miki, mi spiace.. Ma ti ho visto in discoteca, avrei potuto parlartene ma ero in incognito è così che trovo nuovi talenti. Quando ti ho visto ho capito che eri quella giusta e quindi ho preparato tutto in fretta e furia! Dammi almeno un’opportunità, mi occuperò personalmente io di te…-

-Questo cosa significa? Lei è stato il manager di tutte le più importanti modelle degli ultimi tempi! Con me non ne ricaverà molto…-

-Fidati di me…-

-Non è questione di fidarsi. Quel mondo non mi piace, sono tutti pazzi pervertiti, i compromessi sono l’ordine del giorno e quel tipo di gente non mi piace…-

-Ti prometto che nulla di tutto questo ti passerà affianco. Allora!?!?-

Mi morsicai il labbro inferiore tormentandolo per un po’, Meiko continuava a sbraitare, sbattendo frenetica le mani.

-Domani! Ma l’ultima decisione sarà mia…-

-Aggiudicato! Non te ne pentirai, vieni nel mio ufficio per le 9. Ti farò leggere per intero il contratto, dimostrandoti che non ci sono fregature. Va bene!?!?-

-Ok! Ma non sono del tutto convinta, dovrà essere piuttosto convincente!- e così dicendo riattaccai…

-Dimmi che non stavi dicendo sul serio!? Vogliono che tu sia la loro modella di punta, ma l’hai capito Miki!?!? Quella è la più importante casa di moda!!!-

-Si, l’ho capito…l’ho capito, ma è tutto troppo strano Meiko…-

-Smettila, domani ti accompagno e tu accetterai…-

-Meiko…- dissi io protestando…

Ovviamente, questo nuovo evento, fu prontamente raccontato a tutte le persone a me vicine. Il risultato fu che io incontrai lo staff della National Creation e qui cominciò in qualche modo la mia carriera di modella..

Prima di accettare, come mio tipico, feci uno shampoo a tutti i presenti, chiarendo che odiavo tutto quanto comportasse dei compromessi e che volevo essere libera di scegliere della mia vita, senza essere vincolata da un contratto che mi obbligasse a fare qualcosa che non volevo fare. Ma con mio grande stupore, la professionalità di quelle persone e la mia forza di volontà, portò a buone conseguenze. Io avevo ottenuto un contratto serio e professionale, con una buona possibilità di scelta e loro avevano ottenuto in cambio la mia collaborazione, che  a quanto pare sembrava essere molto preziosa per loro.

Inizialmente il mio temperamento li aveva lasciati interdetti, pensavano fossi un dittatore pronto a dettar legge, ma presto capirono che la mia rigidità era dovuta alla paura di trovarmi implicata in fastidiosi e imbarazzanti questioni  e come promesso, Edward mi seguiva personalmente, tenendomi lontano da quelle stesse situazioni che io giudicavo spiacevoli.

Altra nota realmente interessante è che ottenni subito un elevato consenso da parte dei media. Tutti non facevano che lodare la mia bellezza, il mio fisico. Non che questo mi portasse ad essere narcisista o importanziosa, ma per l’ennesima volta mi resi conto che in questa società la vera cosa essenziale era essere belli e tutte le porte erano aperte. Potevo anche essere la più incompetente tra le indossatrici, ma sembrava che la bellezza compensasse tutto il resto!

Per mia fortuna, incomincia anche a prendere confidenza con la passerella e il risultato fu discreto. Il mio manager, aveva preso già molti contatti e uno in particolare sembrava elettrizzarlo…

-Miki…- mi disse un giorno mentre erano in corso delle selezioni… -Sono stato contatto dalla Shining…-

-Shining!? Perché mai!?-

-Dovrai pubblicizzare la loro nuova linea di rossetti! Ma siediti…perché la vera notizia bomba arriva adesso…-

-Ok, sono seduta.. Forza!-

-I cartelloni, grossissimi, raffiguranti il tuo viso sorridente saranno affissi in tutto il mondo…-

-Stai scherzando!?-

-Certo che no Miki! Tutti stanno parlando di te, tutti! Nessuno escluso. Faranno a ruba per averti…-

-Per me questo è un gioco e potrebbe pure finire molto presto, quindi non voglio complicazioni inutili…-

-Sai cos’è che mi stupisce di te!?- mi disse lui guardandomi e sorridendomi…

-Cosa!?!?- lo osservavo…

Edward era un ragazzo, molto gentile, simpatico. Era anche carino, non era molto alto, ma faceva molto tipo. Aveva un suo modo di essere intrigante e affascinante, tanto che si diceva che nel suo ambiente molte donne se ne erano innamorate, mi aveva preso sotto la sua ala protettrice e mi teneva lontano da tutte le insidie di quell’ambiente.  La competitività delle ragazze era impressionante, mi guardavano tutte storte e di soppiatto, la cosa mi spiaceva visto che la mia ambizione non era certo quella di fare la modella a vita.

-Tu a differenza delle altre sei rimasta esattamente com’eri prima. Semplice, autentica, assolutamente te stessa. Non hai idea di quante ragazze come te abbia incontrato e nel giro di poche settimane diventavano delle autentiche snob, pensavo che anche per te sarebbe stato lo stesso invece…sono passate 3 settimane da quando ti ho contattato la prima volta e tu sei esattamente come allora…-

-Io ho delle altre ambizioni dalla vita. Voglio andare all’università…laurearmi. Avere una famiglia, dei figli. Cosa c’è di più importante!?!?- quando parlavo di queste cose, il mio sguardo solitamente sorridente, diventava sempre più malinconico…

Tutti i miei sogni, pianificati e costruiti a poco a poco con lui, erano crollati tutto ad un tratto. Come l’acqua che spazza via un castello di sabbia accuratamente realizzato. Non mi importava di avere miliardi su miliardi, quando non potevo avere le cose basilari della vita. Per me, quel lavoro era un passatempo per guadagnarmi qualcosa e per riuscire a pesare meno sui miei genitori, per fare le modelle pagavano bene e in quel modo io mi sarei potuta mantenere all’università. Tra qualche anno, non si sarebbero nemmeno più ricordati di me ma la cosa non mi toccava, sarei tornata alla mia solita vita tranquillamente, senza sentirmi vuota o persa. Speravo solo nell’amore, nell’amicizia, nei sentimenti. Al mondo sono una tra le cose veramente importanti.

Mentre come sempre pensavo alle “disgrazie” della mia vita, non senza una nota sarcastica, notai due ragazze nell’ultimo angolo della stanza, che aspettavano di fare il provino.

Erano entrambe molto belle, seppur diverse tra di loro. Una aveva i capelli lisci lisci come degli spaghetti, castani chiari, gli occhi verdi e un viso gentile e aggraziato, come del resto tutta la sua figura. Doveva chiamarsi Charlotte, perché la ragazza che aveva affianco si era rivolta a lei poco fa chiamandola con quel nome.

La seconda invece aveva un testa riccioluta e ribelle, o almeno al primo impatto così sembrava. Aveva i capelli neri, con riflessi ramati e gli occhi di un cerbiatto, color miele. Come Charlotte sembrava estremamente timida, anche se aveva uno sguardo fiero e in un certo senso “glaciale”. Era visibile quando qualcuno non gli piaceva, aveva un no so che negli occhi che le permetteva di comunicare quello che pensava. Ma nell’osservarla, mi resi conto che in entrambe, in loro atteggiamento era volto a proteggersi dalle persone ignoranti e che non capiscono. 

Non so perché, ma fui portata ad avvicinarmi a loro, che timide aspettavano il loro turno. Mi piacevano, forse perché come me, non erano sfacciate e spregiudicate come la maggior parte di quelle ragazze presenti nella stanza. Pensai che magari saremmo potute diventare amiche a differenza che con le altre, che vedevano solo rivalità e competizione. A passo deciso mi avvicinai a loro che stranite mi guardavano perplesse. Sorrisi ad entrambe gioviale, facendole capire che ero venuta in pace e Charlotte, la meno ostile, ricambiò felice…

-Ciao…- dissi tranquilla.. –Vi ho visto qui intimidite e ho pensato che io ero esattamente come voi quel giorno. Mi chiamo Miki, Miki Kohishikaua. Piacere…- e lentamente porsi loro la mano..

Charlotte mi guardava serena e mi prese tranquillamente la mano..

-So chi sei! Sei molto famosa, è davvero un piacere conoscerti Miki. Mi chiamo Charlotte Senzo…-

-Sono l’amica di Charlotte. Mi chiamo Milena Sotsu. Piacere…- disse porgendomi la mano..

Fu così che conobbi quelle ragazze. Le giornate che passavamo in agenzia per provare e per i vari servizi fotografici, diventavano un piacere, con una bibita o un gelato in mano. Charlotte era molto dolce e allo stesso determinata, aveva davvero poca fiducia in se stessa e spesso cercava conforto in Milena e me, per avere un incoraggiamento. Quello che non comprendeva era che comunque rimaneva una ragazza talentuosa, che però mancava di autostima. Con me aveva legato abbastanza, ma avevo sempre l’impressione che non si fidasse del tutto nel raccontarmi di se, col tempo, mi affezionai tantissimo a lei, come del resto a Milena. Quest’ultima era l’opposto di Charlotte. La vedevo forte e determinata, avevo l’ idea che sapesse esattamente cosa voleva dalla vita, poi magari improvvisamente spuntava di lei un aspetto inedito che mai ti saresti aspettata. Col tempo, era diventata una ragazza chiacchierina, lasciando da parte, almeno con noi, il suo essere taciturna. Sapeva essere divertente e insieme spesso tornavamo bambine.

Nelle settimane a venire decisi di presentarle al resto dei miei amici, il risultato è che adesso, nel nostro gruppo, si sono aggiunte altre due persone che vanno molto d’accordo anche con il resto della brigata. Notai subito che Charlotte sembrava presentare una certa parzialità nei confronti di Ale, però come si può ben sapere, almeno per il momento, il mio amico, era troppo concentrato su di me per accorgersi che il mondo era popolato di altre ragazze. Però notavo che con Charlotte, lui parlava spesso e sembravano andare molto d’accordo, forse sarebbe bastato un pò di tempo e per loro le cose sarebbero potute cambiare di molto. Non ero gelosa della situazione, questo mi fece capire che io fondamentalmente volevo la felicità di Ale perché gli volevo molto bene, se l’avessi amato, non sarei mai riuscita a vederlo con affianco un’altra donna.

Poi pensavo che Charlotte sarebbe davvero stata bene accanto a lui, era così tenera e lui sarebbe riuscito tranquillamente a renderla felice.

Un giorno, in una delle nostre tante uscite tutti insieme, Charlotte cominciò a parlare di me ed Ale, creandomi qualche difficoltà…

-Senti Miki…- mi disse timida.. –Ho notato che Ale è molto innamorato di te…-

Quella frase, detta così a brucia pelo mi fece sentire nervosa. Charlotte e Milena non sapevano nulla della mia storia con Yuri, non che volessi nascondergliela, ma quello per me era diventato un argomento tabù e io mi sentivo male solamente al pensiero di doverlo prendere in considerazione.

-Non è come pensi Charlotte..- dissi per mettere in chiaro le cose.. –Vedi, in un certo senso il mio legame con Ale è molto forte.  E non posso negare che lui…beh…-

-Che lui sia innamorato di te…- mi aiutò Milena…

-Si..- dissi in imbarazzo… -Ma nel mio cuore c’è un’altra persona…-

Mi voltai immediatamente verso l’orizzonte che si apriva sul parco. Il vento mi accarezzava i capelli e antichi e nuovi profumi si aprivano nella mia mente, la confusione che avevo dentro, dettata dal fatto che Yuri se n’era andato e dal rapporto poco chiaro che avevo con Ale, mi strappava le ali. Non mi permetteva di essere serena.

-Miki!?- disse Milena avvicinandosi.. –Miki, stai piangendo… Perché?!?!?-

Entrambe si accostarono a me, in attesa di una risposta…

-No, non dovete preoccuparvi!! È una storia lunga…-

-Perché non ti confidi con noi!?! –

-Non ti fidi!?!?- mi disse Milena…

-Non è questo. Non è passato molto tempo da quando lui se n’è andato e…-

-Se n’è andato!?!?- mi disse Charlotte…

-Si, Yuri è a New York e prima di andarsene mi ha lasciato. Dopo molto tempo passato insieme…-

-Quindi Yuri…era anche il ragazzo che abitava con te? Vero!?!-

Le osservai stupita. Come lo sapevano!?!

-Scusaci…è che un giorno hanno parlato di lui gli altri e non sapendo chi era abbiamo chiesto a Michael…- disse Milena..

-Lui ci ha spiegato che abitava con te e che i vostri genitori stanno insieme. Ma non sapevamo che tu e lui, insomma… Ora però capisco come mai non parlavano di lui in tua presenza…-

-Ci sarà occasione di parlarvene, non è passato molto tempo e…fa ancora  male ecco..- dissi con una smorfia e un sorriso appena pronunciato…

Sembrava tutto così esagerato, ma io sentivo davvero che quando pensavo a lui il mio cuore faceva male. Cercavo di non pesare sui miei amici, infatti nelle ultime settimane ne parlavo pochissimo,   Meiko spesso mi osservava e mi sorrideva per incoraggiarmi. Lei capiva perfettamente quando fingevo per mascherare qualcosa che mi addolorava e anche Ale, sebbene non lo accennasse, lo capiva.

Le mie ultime settimane erano state accompagnate da impegni di lavoro, la mia “carriera” sembrava decollare e in un certo senso ero soddisfatta di me stessa. I miei genitori non facevano che rispondere al telefono ed erano molto fieri di me, lavoravo e avevo superato con successo l’esame di ammissione all’università.

Avevo anche affrontato la mia prima sfilata e mi ero divertita un sacco!

Essere la modella di punta di una sfilata, ti dava un sacco di responsabilità. Era come se fossi il biglietto da visita della casa di moda, questo significava che dovevo indossare i modelli importanti della sfilata e ciò mi rendeva felice, ma tutti quei flash puntati su di me erano veramente imbarazzanti. Io non ero mai stata abituata ad essere al centro dell’attenzione e ora mi ritrovavo sommersa di curiosi che volevano parlarmi in continuazione. Tutti parlavano che presto mi avrebbero richiesto anche per le sedi di National Creation che si trovavano in tutto il mondo, ma mi sembrava assurdo che questo sarebbe davvero potuto accadere.

Avevo fatto abbastanza fatica per comprendere il in modo in cui dovevo muovermi in passerella, non mi veniva così naturale, ma Edward sembrava entusiasta perché sosteneva che fossi sexy. Certamente il lavoro era stato un modo abbastanza utile per non pensare alla mia attuale vita da single depressa, ma ben presto, mi trovai in difficoltà!

L’attesa chiamata all’estero era arrivata. Edward era su di giri, era fierissimo di me. I miei cartelloni della pubblicità del rossetto di Shining, erano appesi in tutte le più importanti capitali. Era un mio primo piano, con un sorriso naturale. I miei lunghi capelli riccioli, che scendevano ribelli anche sul mio viso. Devo dire che era davvero bellissima quella foto. Ero venuta proprio bene…

-Mikiiiiiiiii…..- mi chiamò Edward da lontano mentre parlavo nello studio con Milena e Charlotte..

-Ehi…ciao! Sei su di giri oggi…- dissi serena…

-Ho una notizia bomba per te…-

-Addirittura una bomba?! Per caso mi hai trovato un fidanzato!?!?- dissi io sorridendo…

-Molto meglio…- disse lui prendendomi per le spalle…

-Dovrai partire molto presto..-

-E questo che significa!? Io non voglio lasciare il Giappone…-

-No…cos’hai capito! Nel senso che ti hanno chiamata per una sfilata all’estero!!!-

-Dici sul serio!?!? Io pensavo fosse impossibile…-

-E perché mai? Te lo avevo detto che avevo fatto centro scegliendoti!-

-E dimmi…- dissi ora più sorridente… -Di preciso dove dovrei andare?-

-A New York…- a quelle parole impallidii… 

Era come se vedessi muovere la bocca di Edward senza capire il significato di quelle parole…

-Ti rendi conto Miki!?!? New York è la nostra filiale più importante! Ti hanno chiamata dal centro più importante della moda, il fulcro è tutto lì!! Sei stata scelta tra migliaia di ragazze! Ma mi stai ascoltando!? Andremo a New York…New York…!-

-No…io non posso venire a New York…- dissi nel panico..

Non sarei mai riuscita a trattenermi nell’incontrarlo. Se non volevo peggiorare la mia situazione io dovevo restare lontana da Yuri. Comincia a raccogliere le mie cose, la borsa, legaccio, il cellulare, disseminati sul divano…

-Mi spiace, è stato davvero tutto meraviglioso ma non posso accettare…- detto questo superai la porta dell’ufficio di Edward e lui cominciò a rincorrermi..

-Miki! Miki…aspetta, non mi puoi mollare proprio ora! Sei davvero strana, al tuo posto chiunque farebbe i salti di gioia!! Perché non puoi accettare!?- mi disse prendendomi per il braccio e voltandomi verso di lui…

Affannata lo guardai nel viso, non so cosa lo stupì del mio, ma sentii la sua mano rallentare la presa dal mio braccio…

-L’uomo che amo è là…- dissi senza curarmi delle persone che avevo intorno.. –Non posso! Non ce la faccio..-

-Hai paura di vederlo è questo il problema vero!?-

-Scusami…- approfittai del momento in cui mi lasciò completamente il braccio per andarmene..

Uscita dagli studi mi sentii subito meglio. Sarei dovuta partire per New York, questo mi chiedeva il mio lavoro, Edward aveva ragione. Io avevo terribilmente paura di vedere Yuri. Non ero pronta per incontrarlo e volevo anche evitargli inutili imbarazzi!

Fino a quel momento ero stata felice di quel lavoro, ora invece, mi chiedevano di debuttare all’estero e io ero pronta a mollare tutto. Quello forse mi avrebbe aperto molte strade, ma si presentavano anche situazioni che non potevo ancora affrontare, entrai nella nostra gelateria preferita e come al solito trovai al tavolo tutti i miei amici.

-Ehi Miki, ciao piccolina…- mi disse Ale abbracciando la seggiola dove mi ero seduta…

-Ciao…- feci un piccolo sorriso, salutando tutti, ma ero troppo scossa…

-Che succede eh!? Hai una faccia…-

Guardai Ale e distolsi subito lo sguardo…

-Ho una notizia da darvi…-

-Parla…non farci stare sulle spine…- disse Arimi esortandomi a continuare…

-Mi hanno chiamata all’estero, dovrò andare a sfilare all’estero…-

-Cosa!?!?- un autentico boato si era aperto attorno a me…

Tutti si congratulavano, erano felicissimi per me, stavano ordinando del moscato per brindare, si organizzavano per preparare una festa in mio onore. Ma…io non avevo proprio voglia di niente.

-Ragazzi, non c’è proprio nulla da festeggiare…- dissi loro massaggiandomi le mani l’una sull’altra... -È a New York che devo andare…-

Se prima si era aperto un boato, ora intorno a me non volava una mosca. Alzai lo sguardo verso di loro, che in imbarazzo mi osservavano a disagio…

-Cosa…intendi fare?!- mi chiese Steve raggelato…

-Non lo so. Io non posso andare a New York. Sarebbe troppo doloroso…- Ale affianco a me era muto e immobile…

-Prima o poi lo rincontrerai Miki…- mi disse  Michael serio..

-Lo so, ma ora non è il momento! Io non sono pronta per vederlo. Per scorgere il suo viso impassibile quando mi vedrà…-

-Quindi cosa vuoi fare!?!?- mi disse Ghinta…

-Credo che lascerò questo lavoro…- dissi guardandoli.. –Se rimango lì, dovrò partire per forza, nel contratto ho l’obbligo di disponibilità in quel senso. Ma…come potevo sapere che tra tante città importanti proprio New York…-

-Ma guarda te che sfiga…- disse Elisa… -Perché deve andare sempre tutto per quel verso! Non capisco!!!-

-Io…se fossi in te ci penserei bene Miki…- Ale finalmente si era pronunciato…

-Perché!?- era pensieroso quasi malinconico..

-Potrebbe essere la volta buona, in cui magari ti metteresti l’anima in pace. Parliamoci chiaro Miki! Io credo che vederlo tra una settimana o tra due anni non fa molta differenza. Siete comunque in disparità! Tu lo ami…lui…non più! Non credi che prima affronterai i tuoi fantasmi e prima te ne libererai!?-

La sua visione non era poi così sbagliata…eppure, c’era qualcosa che non mi convinceva! 

 

-Ehi Yuri!?!?!? Ma dove vai, aspetta guarda questa…- mi disse Jinny che mi stava indicando una macchina fotografica digitale professionale…

-Beh….veramente carina. Non pensi!?!?- mi disse Brian…

Dovevo solo convincermi. Era veramente bella, anche se un pò costosa. Avevo risparmiato molto negli ultimi tempi, quindi pensai che una spesa extra per qualcosa che mi piaceva potevo anche permettermela. Entrai nel negozio e la comprai senza esitare!

Ultimamente il mio umore era migliorato, non l’avevo dimenticata ovviamente e spesso il tormento tornava, ma almeno ora, riuscivo a impegnare la mente con lo studio, tanto che mi ero già portato molto avanti per molti esami. Spesso uscivo con i miei amici che facevano davvero di tutto per recuperare, mi avevano deluso, questo si, ma volevano anche proteggermi in un certo senso. Mi stavano vicino come potevano, ma sapevo che stavano facendo davvero l’impossibile per farmi passare quelle settimane con meno agonia. Avevo davvero voglia di dare una sterzata alla mia vita, adesso come adesso, desideravo ancora di più diventare architetto.

 Pensavo che la realizzazione professionale, mi avrebbe permesso di essere più felice e magari di compensare l’assenza di Miki Ma questo era solo un alibi, mi concentravo sui libri, sullo studio, perché sapevo che quello era l’unico modo per non pensare continuamente a lei. Dovevo per forza terminare quegli esami altrimenti mi avrebbero bloccato quelli successivi e questo era appena sufficiente a impormi di affondare la testa li dentro per almeno il tempo in cui non c’erano gli altri.  Quel giorno mi sembrava lontano decenni e sentire la sua voce, mi aveva reso da un lato, allegro per molti giorni, ma dall’altro sapevo che la causa di quel tono malinconico era dovuto alla mia decisione. Avevo chiamato spesso a casa, ma non avevo più avuto modo di sentirla e devo ammettere che mi cominciava a pesare la cosa.

Poi qualcosa di immenso, un cartellone di Shining attirò la mia attenzione, tanto che la mia macchina fotografica perfettamente imballata per evitare che si rompesse, picchiò a terra con un tonfo sordo.

Il suo viso, che non vedevo da interminabili settimane, era fotografato in tutta la sua perfezione e bellezza.

-Oddio…- disse Brian senza riuscire a dire altro..

-Ehi Yuri, che ti succede!?!?- dissero gli altri vedendomi esterrefatto…

Alzarono gli occhi al cartellone e si ammutolirono. Io dal canto mio non ero in grado di spiaccicare parola e più osservavo quel viso naturalmente ritratto con un leggerissimo filo di trucco, più mi chiedevo come potesse essere così meravigliosa da togliermi il fiato ogni volta.

Ma nel complesso, nonostante il suo viso sorridente, io che la conoscevo bene, potevo capire che Miki in quel momento non era felice. La sua bocca sorrideva, ma i suoi occhi non brillavano come me li ricordavo io, erano spenti, addolorati..

In quel momento mi stavo chiedendo un sacco di cose. Cose di cui io non avevo risposta.

Perché era in quel cartellone!?!? Cos’era successo di così decisivo nella sua vita per essere la testimonial dei nuovi prodotti Shining!?!? E soprattutto, da quand’è che avevo perso il contatto con la sua vita, inestricabilmente legata alla mia!?!?!

Percorrendo la strada verso il college, mi domandavo cosa fosse successo realmente in Giappone. La città era tappezzata dei suoi cartelloni immensi e mi chiesi da quando Miki era diventata così famosa. Quando arrivammo a casa, decidemmo di guardare se la televisione diceva qualcosa e finalmente trovammo in un canale dedicato alla moda quello che cercavamo.

Fu così che appresi che Miki, aveva intrapreso la strada della moda, diventando molto famosa in Giappone. Era un reportage dedicato alle sfilate che aveva fatto, ai servizi fotografici e ai lavori finora conclusi, parlavano di lei come se la conoscessero, ma in realtà non ne sapevano nulla.

Si domandavano perché della sua vita privata non si sapesse nulla e si facevano un sacco di domande alle quali io avrei saputo dare una risposta, appresi che nonostante questa improvvisa popolarità lei non era cambiata per niente, era tipico del suo modo di essere. Dicevano che per lei quello era solo un gioco momentaneo, per pagarsi gli studi nella facoltà di Design d’interni in cui era riuscita ad accedere. Che la sua vita aveva bisogno di essere un pò movimentata per vari motivi…

E di quello compresi perfettamente il perché. Esattamente come me aveva bisogno di mantenere la testa occupata per soffrire meno, una top model della vita estremamente tenuta sotto una barriera protettiva. Era paradossale, ma possibile per Miki! Odiava mettere in campo gli affari suoi, non per niente i media si facevano un sacco di interrogativi sulla sua vita privata.

In particolare si chiedevano se una ragazza tanto bella avesse da qualche parte un fidanzato ed io ovviamente pensai: “Certamente…ed è stato pure talmente stupido da mollarla!!!”.

Ma forse un giorno qualcosa sarebbe potuto cambiare, però ancora non sapevo che la vita mi avrebbe messo di fronte a molte altre difficoltà. Che sarei stato allo stesso tempo felice e allo stesso tempo terribilmente triste. Che sarebbe entrato qualcuno nella mia vita, di estremamente importante, da farmi dimenticare che Miki era mia sorella e darmi il coraggio necessario per affrontare le migliaia di difficoltà che si sarebbero presentate!

Ancora non sapevo tutto questo…eppure, dentro di me, sentivo che una parte di me stesso prima o poi sarebbe stata finalmente felice con chi desideravo!

  
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