Serie TV > Da Vinci's Demons
Segui la storia  |       
Autore: Yoan Seiyryu    05/06/2013    2 recensioni
[Ispirata all'episodio 1x07]
"Vanessa si morse le labbra rovinosamente, le avrebbe fatte sanguinare solo per il gusto di conoscere qualcosa di più forte, che andava oltre la passione stessa"
"Rinunciare a tutta la sua storia voleva dire rinnegare la fatica che continuava a portare avanti per dimostrare a Firenze che lui non era soltanto l’ombra del Magnifico, ma che valeva molto più di un dono offerto ad una famiglia nemica."
Breve storia ispirata alla puntata 1x07 in cui emerge la coppia Giuliano/Vanessa.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Giuliano Medici, Vanessa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Arda di dolcezza il core! '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lady Vanessa








Clarice Orsini entrò all’interno dello studio di Giuliano, sulla cui scrivania erano depositati libri aperti o socchiusi, da segnalibro fungeva ogni tipo di oggetto: dai fermacarte agli stiletti, dai nastri di tessuto ai lunghi fogli infilati orizzontalmente tra le pagine.
Gli occhi azzurri e freddi si soffermarono con rinnovato stupore sulla figura del cognato, intento a trascrivere su un taccuino le informazioni di cui era alla ricerca.
Teneva tra le mani il bicchiere riempito di quella sostanza che avrebbe dovuto aiutarla a generare un figlio maschio, l’odore che emanava era così fastidioso e forte che Giuliano si accorse della sua presenza soltanto grazie ad esso.

-Il vostro incedere è sempre così discreto da non destare alcun rumore- sollevò lo sguardo Giuliano, continuando a sorreggere il taccuino.

-Una donna sa quando è meglio rimanere da parte, una buona moglie emerge dalla sua ombra solo quando le viene richiesto- rispose appoggiando il palmo della mano sulla scrivania, prima di sollevarlo quel tanto che bastava per farlo sfiorare in ultimo soltanto con l’indice.

-Siete la Signora di Firenze, non avete bisogno di nascondervi. Qui le donne hanno una libertà meno parziale, inoltre Lorenzo è troppo preso dai suoi affari per potersi accorgere del vostro potenziale politico- riabbassò immediatamente gli occhi, si leggeva perfettamente nelle sue parole come  non avesse affatto gradito il venire a conoscenza che l’idea del matrimonio appartenesse proprio a lei.

-Siete ancora adirato con me, Giuliano. Non riuscite a nascondere il rammarico che provate nei miei confronti- si inumidì le labbra, iniziando a trascinare con leggerezza l’indice della mano lungo tutta la scrivania, per poi fermarsi all’angolo estremo.

-Come potrebbe essere diversamente?-  ancora una volta fu costretto ad abbandonare la concentrazione verso le nuove informazioni. Chiuse il taccuino, sapendo che non avrebbe avuto altra scelta: quando Clarice imponeva la sua presenza non vi era modo di sfuggirne.

-Sapete bene che avevamo bisogno di raggiungere un accordo con la famiglia Pazzi, nessuno vale più di un matrimonio per mettere pace a questa faida- teneva il calice stretto tra le dita, con una delicatezza femminile e quasi sensuale.

Giuliano scoppiò a ridere quasi simultaneamente alla risposta della cognata, battendo i palmi delle mani sulla scrivania.
-Le stesse parole che ha usato Lorenzo, a volte mi chiedo chi sia dei due ad essere l’uomo della famiglia- sputò quelle parole con rabbia, stava permettendo ad entrambi di appropriarsi di scelte che dovevano essere soltanto sue.

-Siete un Medici, è vostro dovere andare incontro a delle nozze che non desiderate, ma che convengono alla famiglia. Io e Lorenzo non ci siamo sposati per volontà propria, abbiamo affrontato ciò che è stato scelto per noi- si strinse nelle spalle riprendendo a far scorrere l’indice sulla superficie lignea fino ad arrivargli accanto, appoggiando di nuovo tutto il palmo della mano.

-Sono sempre stato il secondo dei Medici, nulla di più che uno strumento da utilizzare al servizio di chiunque- ironizzò mentre si alzava in piedi, per prendere le distanze da lei. Troppo spesso la sua vicinanza gli era sembrata eccessiva e ancora troppo spesso desiderava allontanarsene.
Non avrebbe mai potuto tradire suo fratello, né compiere atti riprovevoli. Nonostante i suoi istinti a volte fossero incontrollabili, teneva alla sua famiglia e a ciò che essa rappresentava per Firenze.
Per questo aveva accettato il matrimonio senza scatenare disordini, era un compromesso che lui stesso sapeva che sarebbe servito se i Pazzi fossero stati sinceramente disposti ad un unione simile.

-Vi sentirete come un agnello sacrificale dato in pasto ai lupi, ma so perfettamente quel che faccio Giuliano. Sarete voi il lupo in un gregge di pecore- rispose Clarice compiendo un ultimo passo, fino ad arrivargli di fronte e alzando leggermente il mento per poter incontrare meglio il suo sguardo.

-Definire la famiglia Pazzi come un gregge di pecore equivale a peccare di leggerezza. Sono iene travestite da pecore, certe maschere non portano mai a nulla di buono- sussurrò stringendo il pugno della mano con vigore, continuare quella conversazione non gli permetteva di ragionare e le emozioni stavano prendendo il sopravvento.

Clarice sorrise all’angolo delle labbra, come a volerlo schernire. Era davvero soltanto il fratello affascinante che tutta Firenze amava, niente di più?
Scrollò le spalle prima di avvicinare una mano al suo viso, sfiorandolo con leggerezza ed esitando con le punte delle dita sulla guancia, come a volerla catturare ed imprigionare.
-Ci renderai fieri, non rimarrai all’ombra di Lorenzo per sempre-.

Giuliano sussultò per qualche istante, ma rimase immobile ad osservarla senza tradire nessuna emozione.
Era avventato, incosciente molte volte e non si soffermava a ragionare sulla conseguenza delle proprie azioni.
Clarice coprì ancora una volta la distanza sollevandosi sulle punte dei piedi per potergli sfiorare la fronte con un bacio, aiutandosi con la mano per sospingere il viso verso di lei.

-Siete riuscito a trovare qualche nuova informazione che possa scagionare l’anima di Gentile Becchi?- quel momento fu interrotto dalle sue ultime parole, nel momento in cui abbandonò la presa su di lui e lo aggirò per allontanarsi lentamente verso l’uscita dello studio. Si voltò soltanto alla fine, per ascoltare la sua risposta.

-Mi trovo molto vicino ad una soluzione, sono certo della sua innocenza e non mi fermerò finchè non sarò venuto a capo di tutto questo. Becchi è stato incastrato, non ho mai dubitato di lui- disse una volta ripreso da quell’attimo in cui si era perduto nelle sue fantasticherie.
Clarice era a conoscenza della passata debolezza che Giuliano aveva nei suoi confronti e molto spesso ne approfittava, altre volte sembrava che volesse prendersi gioco di lui.

-Temo che siate l’unico a crederlo ancora, ma confido in voi Giuliano- sorrise prima di sollevare appena il calice in alto, per poi salutarlo ed uscire dalla stanza così come vi era entrata, producendo il minimo rumore.

 


~*~*~


 

 
Vanessa lo vide entrare all’interno della taverna, consumato da occhiaie profonde e l’incarnato reso ancora più pallido dalle fioche luci delle candele.
Stava terminando di strofinare alcuni piatti asciutti prima di poterli riutilizzare per portarli ai tavoli degli astanti, un mezzo sorriso comparve sulle labbra, le aveva detto che doveva confidarle una questione di cui non poteva parlare davanti a tutti.
Aveva forse trovato delle informazioni per venire a capo della morte di Becchi? In tal caso, non avrebbe avuto molto senso confidarlo a lei.
In fondo non rientrava nelle sue competenze o nei suoi doveri ascoltare nulla di simile.
Lo vide sedersi ad un tavolo, poco lontano dal bancone, aveva l’aria affranta e per nulla incline alla conversazione o alla risata.
Si domandò quali pensieri potessero affliggerlo, ma la curiosità che possedeva non sconfinava così tanto da volerlo sapere a tutti i costi.
Non avrebbe mai avuto nulla da lui se non un tipo di compagnia piacevole, di tanto in tanto. Era una novizia deflorata, aspirare a qualcosa di più alto voleva dire illudersi di poter ascendere su una scala che non era all’altezza della sua misura.
Troppo bassa per potervi salire, troppo fragile per poterne far parte.
Preparò un boccale di sidro e glielo lasciò sul tavolo, sfiorandogli il braccio per poterlo risvegliare da quella veglia distratta.

-Pensieri poco piacevoli affollano la mente di Giuliano De’ Medici?- appoggiò una mano sullo schienale della sedie, coprendogli parte della visuale con tutta la sua figura.

-Ultimamente ho dimenticato quanto fosse divertente non averne- rispose prima di ringraziarla con un sorriso per il boccale che gli aveva portato.

-Non è un bene porvi al centro dell’attenzione così spesso, finirete per dimenticarvi che esiste un mondo fuori di voi e che non tutti sono nati per giudicarvi- gli lasciò un bacio sulla guancia, prima di allontanarsi per tornare al bancone dove altri clienti desideravano essere serviti.

La leggerezza del suo comportamento era determinata dal naturale modo di comportarsi che aveva acquistato rimanendo accanto a Leonardo.
Lui le aveva insegnato molto più di quanto non volesse ammettere, ma l’idea di esser stata solo un fiore di passaggio nella sua vita ancora non le entrava in testa.
Di tanto in tanto lanciava uno sguardo di sottecchi a Giuliano, che trangugiava il sidro con calma serafica, per poi aprire il taccuino che portava sempre con sé per annotare qualunque cosa gli passasse per la testa.
Sorrise nel vederlo così preso dai suoi impegni, quasi se ne sentiva soddisfatta.
Per tutta la sera non ebbero modo di parlare, i clienti erano molti e gli unici momenti in cui riuscivano a scambiare qualche battuta erano quelli in cui Vanessa gli portava altro sidro, altri boccali, mentre lui diventava sempre più inconsapevole di sé.
Ormai si era fatto tardi, la taverna era diventata meno affollata e gli ultimi rimasti si erano addormentati sui tavoli, quasi come ogni sera.
Vanessa andò a svegliarli uno ad uno, per poterli mandare via.

-Ci credete se vi dico che mio fratello ha deciso che dovrò sposarmi- sussurrò Giuliano mentre ingoiava ancora altro sidro, ormai nella testa non aveva che pensieri confusi e distorti, iniziava persino a vedere offuscato davanti a sé.
-Con Camilla Pazzi-.

Vanessa udì le sue parole, ma non rispose. Nemmeno lo guardò, quando riuscì a far alzare l’ultimo cliente che continuava a dormire imperterrito.
Una volta che riuscì a sistemare i piatti ed i boccali usati e a strofinarsi le mani su un panno usato, catalizzò tutta l’attenzione su di lui.

-E’ tardi ormai, dovete andare a dormire anche voi- sussurrò.
In fondo aveva compreso che cosa avesse voluto dirle, ma non era un segreto per nessuno, a Firenze non si parlava d’altro in quei giorni. Si aspettava che non sarebbe venuta a saperlo?


Giuliano sollevò gli occhi su di lei, cercando di metterne a fuoco l’immagine con un certo sforzo.
-E se per una notte io decidessi di fare del tuo letto, la mia casa?- si alzò in piedi a tentoni, fu costretto a farsi aiutare da Vanessa per non ricadere sulla sedia.

Lei si fece sfuggire un sorrisetto di ostentata soddisfazione nell’udire una richiesta simile, la stava attendendo da svariato tempo ma non poteva fare il primo passo senza delle conseguenze.
Era pur sempre Giuliano De’ Medici e doveva essere lui a condurre i suoi passi da lei.

-Risponderei che siete troppo ubriaco per esserne consapevole. Ma non potrei mai negarvi il mio letto- un altro sussurro andò ad accarezzargli l’orecchio, tanto da farlo riprendere quel poco dall’ubriachezza.

Le afferrò il collo bianco con una mano, stringendolo con forza calcolata, prima di spingerla via verso le scale che conducevano alla camera di lei.
Iniziò a divorarla di baci lungo la clavicola, scostandole appena la spalla dell’abito per scoprirne la pelle chiara e perlacea. Riusciva a sentire il suo odore, come lei poteva assaporare il suo con un grande impeto.
Lui la sollevò per i fianchi per poter coprire più in fretta la distanza che vi era dalla sala della taverna alla camera da letto, così lei in tutta risposta si avvinghiò con le gambe alla sua vita stringendola con forza per potersi sorreggere.
Giuliano continuava a sfiorarle il collo con le labbra, mentre lei inclinava indietro la testa per assaporare ogni bacio, dal primo all’ultimo.
Salirono le scale lentamente, anche se la frenesia improvvisa dovuta all’ubriachezza di uno e all’eccitazione controllata dell’altra, era in contrasto con i movimenti che prima si mostravano lenti, poi più veloci.
Una volta raggiunta la soglia di ingresso lasciò la presa su di lei, facendola tornare a terra e spingendola contro la porta della stanza, inchiodandola ad essa come se non volesse darle via di fuga.
I baci eccedevano ancora nel calore di entrambi i loro corpi che sembravano richiamarsi come il canto di una sirena, ciò che fece scatenare in lui la tremenda voglia di farla sua fu il contatto delle labbra di Vanessa attorno al lobo dell’orecchio che iniziò a mordere lentamente, provocandogli un brivido lungo tutto la schiena.
Giunti in quelle circostanze non vi era altro da fare se non spingere con forza la porta per poter raggiungere il letto che sembrava accogliere perfettamente le loro forme unite dall’improvvisa passione.
Prima di sedersi Giuliano la fece voltare di schiena, continuando ad invadere il suo collo bianco con altri baci che rincorrevano la voglia di andare sempre più oltre. Iniziò a slegarle i lacci dell’abito con furia impaziente e quando trovò un ostacolo quasi glieli strappò a morsi per liberarla da quella gabbia.
Una volta che l’abito a fiori scivolò via dal suo corpo, come fosse stato seta, potette ammirarne le forme perfette e morbide che ad ogni angolo formavano un’isola che avrebbe desidero esplorare.
La fece voltare affinchè si sdraiasse sul materasso, per poi chinarsi ed afferrarle una gamba che iniziò a sfiorare con le dita, prima di percorrerla con intensi baci volti a divorare un corpo che considerava perfetto. Perfetto per il proprio.
Una volta raggiunta la coscia ed infine il bacino, fece per scivolare di nuovo nell’angolo più segreto di lei, ma Vanessa lo fermò e lo attirò a sé per farlo sdraiare di schiena sul letto.
Gli sfilò la camicia percorrendo il torace con la lingua dall’ombelico fino all’incavo del collo, per poi sedersi sulla sua vita ed incastrarlo con il suo corpo.
Quel momento fu spezzato da un giro di testa di Giuliano che lo costrinse a socchiudere gli occhi, annebbiati per la bevuta e per l’improvviso piacere provocato dalla vicinanza di lei.
 
-Credo di aver bevuto troppo sidro, il mio uccello non sa più cosa sia meglio per lui [1]- le parole uscirono in un sussurro smorzato, accompagnate dalla leggera risata di Vanessa.

-Per fortuna lo so io- disse prima di scivolare in basso verso il bacino.

Presto l’effetto del sidro scomparve per lasciare il posto ad una rinnovata eccitazione che gli rinvigorì l’animo ed il corpo.
Per tutto il resto della notte Giuliano non ebbe altro pensiero che quello di rendere sua una donna che somigliava così tanto ad una Ninfa da avergli catturato il cuore, o forse molto peggio.
Sentirla così vicina, così perfettamente incastonata a sé come un diamante nell’incavo di un anello gli fece ricordare che cosa davvero desiderasse per sé.
Vanessa non era Camilla Pazzi, non era nemmeno Clarice Orsini.
Vanessa era molto di più e lo capì nel momento in cui aveva raggiunto l’estasi dei movimenti intersecati tra loro. Lei stessa sapeva di essersi legata a lui più di quanto avrebbe desiderato fare. Un’altra volta aveva lasciato che qualcuno entrasse nella profondità della sua natura, ma non come aveva permesso di fare a Leonardo.
Questa volta lo era molto di più, poiché desiderava davvero la compagnia di Giuliano accanto a sé.
Non era un capriccio, o una giravolta divertente. Era seriamente desiderosa di averlo accanto.
Per tutta la notte Giuliano continuò a dirle che doveva sposare un’altra donna, che doveva confidargli un segreto che gli impediva di realizzare ciò che voleva.
Lei tutte le volte non rispose, piuttosto lo ascoltava in silenzio, senza dire nemmeno una parola in proposito.
Infine si addormentarono l’uno accanto all’altra. Vanessa consapevole di tutto ciò che era accaduto, Giuliano con gli effetti del sidro ancora confusi nella sua testa.




~*~*~


 



Vanessa aprì gli occhi lentamente, accorgendosi della luce del sole che penetrava dalle persiane e si depositava ai piedi del letto, illuminandolo appena.
Si accorse di avere una gamba avvinghiata alla vita di Giuliano, mentre una sua mano gliela sfiorava dolcemente.
Sorrise appena, depositando un bacio sulla fronte di lui, prima di divincolarsi da quella posizione e scivolare giù dal letto.
Giuliano iniziò a svegliarsi lentamente, ancora preso dalla sbornia della sera prima, aveva le idee confuse ma qualcosa riusciva a ricordare.
Quando le palpebre si sollevarono scoprendo le iridi arrossate riuscì ad intravedere le forme di Vanessa che si muovevano verso le finestre per poter far entrare più luce nella stanza.
Si sollevò con la schiena per potersi mettere a sedere.

-Buongiorno- disse lei, sembrava esser sbocciata tutto ad un tratto assieme a quel delicato sorriso.

-Vanessa…- rispose lui mentre si massaggiava lentamente le tempie –temo vi sia stato un errore. Devo confessarti una cosa- doveva assolutamente dirlo, non poteva continuare a tenerglielo nascosto.
-sono promesso a Camilla Pazzi-.

Vanessa non si voltò a guardarlo, si limitò semplicemente a scrollare le spalle.
-Lo so, me lo avete ripetuto stanotte un centinaio di volte-.

Lui rimase a guardarla per diversi e muti istanti, nella speranza di riuscire ad afferrare quei ricordi sfuggitigli dalla testa, ma non vi fu verso di riappropriarsene.
Perciò scosse il capo ed aggiunse: -Non credo di volerla in moglie, so per certo che non l’amerei. C’è qualcuno che mi interessa molto di più-.

Lei questa volta gli concesse uno sguardo interrogativo, mentre si avvicinava di nuovo al letto.
-Il matrimonio non è stato concepito per gli innamorati, Giuliano. Inoltre sappiamo tutti che essendo un Medici siete destinato ad una donna di buona famiglia e che abbia dei titoli alle spalle- come a voler coprire le sue eventuali parole aggiunse –io sono solo Vanessa-.

-Lady Vanessa- sorrise lui, portando le mani ad incrociarsi dietro la testa –mi piace-.

-Smettetela- rise lei divertita da quel gioco –voi sposerete Camilla Pazzi e compirete il vostro dovere. In fondo non siamo innamorati, giusto? Potrete tornare a trovarmi quando vorrete, non scapperò di certo da Firenze-.

Sembravano piuttosto serie le sue parole, tanto da non destare alcun dubbio in Giuliano.
Aggrottò la fronte pensieroso prima di incanalare quel discorso nella sua testa. Non erano innamorati? Certo che no! Non potevano esserlo, non vi era una strada che potessero percorrere insieme.
Quindi perché provare tanta avversità nei confronti della sua futura sposa?
Vanessa aveva ragione, il matrimonio non comprendeva in sé l’amore degli sposi, avrebbe potuto ricercarlo altrove.
Per ora si sarebbe accontentato di tornare a trovarla, quando possibile.
Si alzò dal letto, rivestendosi degli abiti che erano stati accantonati a terra, prima di avvicinarsi a lei e guardarla così come aveva fatto la notte stessa.
Vederla completamente nuda, con i capelli rossi che le circondavano i seni e finivano per appoggiarsi al bacino gli ricordarono tutto di quello che era accaduto.
Persino dei suoi vaneggiamenti sulla questione matrimoniale, ma finse di non avere idea di che cosa avesse detto quella notte.
In quel momento bussò alla porta Bertino che era in attesa del suo Signore per comunicargli le novità che era riuscito a trovare su tutti coloro che avevano lasciato Firenze in quel periodo.
Vanessa li lasciò da soli, dicendo che aveva delle altre cose da sbrigare e che non voleva intromettersi in questioni da uomini.
Prima di uscire dalla camera lanciò un ultimo sguardo di sottecchi a Giuliano. I suoi occhi dicevano tutto e al tempo stesso nulla.
 
 





Note: 
 
[1] Questa frase è stata ripresa dall’episodio 1x07 







/// Nda: 
Ed ecco qua anche questo capitolo, il centro dell'ispirazione dell'episodio che proseguirà poi nei prossimi con scene del tutto diverse da quelle che ci sono nella serie. 
Spero possa piacervi! 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Da Vinci's Demons / Vai alla pagina dell'autore: Yoan Seiyryu