Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
Ricorda la storia  |      
Autore: Small Wolf    05/06/2013    2 recensioni
-Perchè piangi?-le chiese l'angelo.
-Perchè la vita fa schifo!-strillò lei, isterica.
L'angelo si avvicinò alla ragazza e, sollevandole il mento fra le dita, le sorrise.
Lei lo odiò per quella espressione serena che avevano assunto le sue pallide guance ma ugualmente non riuscì a staccargli gli occhi di dosso.
-No, finchè c'è qualcuno da amare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andy Biersack, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era chiusa in quello schifoso bagno della stazione da quasi un ora, seduta sulle mattonelle sudice a piangere. Fuori dalla porta alcuni uomini battevano i pugni, lamentandosi della sua lentezza ma a lei non interessava nulla. Le ginocchia nude, per gli strappi dei jeans, le aderivano al petto poco prosperoso, schiacciato dalle braccia incrociate.
Le mani le tremavano, specialmente quella in cui stringeva la piccola lama metallica che tanto l'attirava. 
Sarebbe bastata una piccola incisione appena sotto la mano, sulla pelle sottile e bianca del polso, dove piccole venature bluastre facevano scorrere il sangue che permetteva al suo cuore solitario di pompare vita.
L'ennesimo singhiozzo la convinse a fare ciò che l'avrebbe liberata per sempre dalla gabbia invisibile che la relegava al mondo ingiusto che tanto odiava e che si era portato via tutti coloro che amava, per ultimo Joey, il suo fratellino, poche ore prima all'ospedale.
Si sollevò le maniche della maglia scura e osservò nuovamente i suoi polsi già scanditi da numerose lineette bianche che testimoniavano i suoi antichi tagli e poi, voltata la lametta sul lato affondò il ferro nella pelle. Lo fece lentamente per sentire meglio i due lembi di pelle che lentamente si separavano e lasciavano sgorgare il sangue caldo di vita, rosso scuro come l'amore che non aveva mai realmente avuto.
Strinse i denti intanto che le lacrime riprendevano a scorrerle sulle guance, portandosi appresso la matita e il mascara che aveva attorno agli occhi neri come i suoi capelli lisci.
Ripetè l'azione con l'altro braccio e poi rimase in attesa, le mani abbandonate sulle gambe distese e la testa poggiata inerme contro il muro grigiastro.
Sentiva le forze abbandonarla più la pozza di sangue attorno a lei si allargava. Rise disperata finchè la lampadina giallastra sotto al soffitto non incominciò a diventare sfocata e successivamente, come apannata da un sottile velo, indistinguibile dalla vernice bianca dci muri.
Lentamente il candido la avvolse da ogni parte e quando riaprì gli occhi si ritrovò in una strana dimensione senza spazio.
Prese a camminare senza fatica dato che le sue ferite erano del tutto rimarginate.
Non fece in tempo a rendersi conto di dove fosse che i singhiozzi l'afferrarono nuovamente, interrotti poco dopo dall'arrivo di una luminosa figura.
Era un ragazzo dai lunghi capelli neri e il viso dai lineamenti mascolini e fini. I suoi grandi occhi azzuro mare si proiettarono sulla minuta figurina in lacrime e, come per farla sorridere, salancò il paio di ali piumate che aveva dietro la schiena, investendola con un'ondata di vento. 
-Perchè piangi?-chiese l'angelo.
-Perchè la vita fa schifo!-strillò istericamente.
L'angelo le si avvicinò e le sollevò il mento fra le dita, sorridendole. Lo odiò per l'espressione serena che aveva assunto eppure non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
-No, se c'è qualcuno da amare-le disse senza smettere di sorridere, i denti bianchissimi seminascosti dalle labbra rosse e spesse.
La ragazza si allontanò dall'essere con una stizza che non avrebbe voluto mostrare. Le sembrava strano, eppure quel ragazzo le trasmetteva una serenità incredibile.
-Sbagli-gli biscicò-che ami a fare qualcuno che non ti considera affatto? Che senso ha amare delle persone per cui tu non vali nulla?!
Il ragazzo scoppiò in una risata divertita.
-E' incredibile come a volte gli esseri umani possano essere tanto ciechi...-sospirò-e poi chi ha detto che bisogna amare per forza una persona?
-Mi prendi in giro?!
Lui scosse il capo corvino:
-Ti piace la musica, Stasy?
-C-come conosci il mio nome?
-Ti piace?-insistè senza dare spiegazioni.
Lei annuì lievemente, perplessa.
-Allora fa di lei la tua migliore amica. Fa che gli strumenti diventino i tuoi consiglieri, che lo spartito sia il tuo maestro per la vita e lascia viaggiare la tua mente fra le parole del tuo cuore... scrivi per te e vedrai che presto lo farai anche per gli altri...
-Non so fare musica...
-Non importa... guardati attorno, scopri le melodie che regala ogni giorno e, quando le avrei colte, allora sarai in grado di suonare ogni strumento. Vuoi provarci?
Stasy rimase titubante per alcuni secondi:-Che accadrà se non volessi?
-Quella è la porta della tua nuova casa, Stasy-le disse l'angelo indicando un'enorme portone d'orato-però spetta solo a te entrare la c'è anche Joey ma preferisce che tu stia ancora laggiù da dove vieni, inoltre, non sei in ritardo.
-Joey...-piagnucolò-A-allora... voglio tornare nel mio mondo... fammi tornare da dove sono venuta, perfavore!
L'angelo sorrise e acconsentì.
-Aspetta!-urlò Stasy mentre la luce attorno a lei rincominciava a scomparire-Come ti chiami?!
Lui le farfugliò qualcosa che non comprese. Le parve che iniziasse per A. Avrebbe voluto saperlo ma quando la luminosità si dissolse del tutto il dolore ai polsi ritornò accompagnatoeròdall'inaspettato calore delle braccia di qualcuno che le facevano d'appoggio per la testa mentre alcuni uomini in camice le garzavano le braccia colme di sangue, per bloccare l'emorraggia. 
Si guardò un pò attorno, scoprendo la porta del bagno della stazione sfasciata e la lampadina che emetteva luce intermittente. Poi alzò lievemente la testa e incontrò gli occhi azzurro mare del ragazzo che la reggeva, coperti a tratti da ciuffi di capelli neri.
-C-chi s-sei?-balbettò.
Il ragazzo sbarrò gli occhi e le sorrise.
-Sono Andy, che spavento hai fatto prendere a tutti.
Stasy infossò il viso contro il giubbotto scuro di quello sconosciuto che sentiva così vicino.
-Il mio angelo...-sussurrò fra le lacrime.
Continuò a mormorare schiacciata contro il suo petto finchè non sentì dire da uno dei paramedici che probabilmente stava delirando per lo shok.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides / Vai alla pagina dell'autore: Small Wolf