In
sette anni di scuola, non c’era mai stato tanto silenzio durante una lezione
come quel lunedì mattina.
Stranamente,
quando erano entrati Evangeline era già in classe,
seduta sulla sua sedia di insegnante con tanto di registro aperto davanti e
penna pronta all’uso, gli occhiali già sistemati sul naso francese e i capelli
rigirati sulla nuca in una specie di corona che ricordava le acconciature
coreane.
Gli
studenti, prima chiassosi, si erano fatti, silenziosi e impacciati mentre
raggiungevano il banco assegnato e preparavano il rispettivo materiale di
lavoro.
Eva
stava guardando ciascuno con i suoi occhi azzurri, scrutando da parte a parte
gli allievi che tentavano di nascondere foglietti, scritte sul banco, appunti
presi con l’inchiostro invisibile e altre trovate.
Allo
scoccare delle nove e mezza del suo orologio, l’unico di cui si fidasse, si era
alzata in piedi lanciando una breve occhiata alle bancate.
-
Lei è Chachazero – disse in torno formale mentre una minuscola
bambolina dai lunghi capelli verdi e il vestito da principessa compariva in
aria – controllerà che non copiate o manomettiate domande e compiti – aveva
aggiunto – ah, vi consiglio anche di non tentarlo nemmeno perché ha una vena
fortemente sadica e non c’è speranza che io non venga a saperlo.
Allarmati
dal loro nuovo poliziotto-bambola, che nel frattempo spostava gli occhi
meccanici piuttosto sinistri, tutti avevano annuito mentre davanti a loro
compariva un foglio di pergamena con sopra annotate finemente le domande a cui
si doveva rispondere.
-
Avete
due ore e mezza – fu l’ultima cosa che disse, dopodiché girò la clessidra posta
sulla cattedra e si risedette facendo comparire per lei un libro di lettura e
disinteressandosi completamente.
Qualcuno
tentò effettivamente di copiare, ma Chachazero non
era proprio una bambola socievole, dolce e carina, non del tutto, almeno; come
aveva detto la sua padrona, aveva una vena sadica piuttosto spiccata che vedeva
la luce nel momento stesso in cui scorgeva qualche impreparato a copiare.
Passare
un compito non era reato.
Copiarlo
però sì.
E
così, furono più gli spaventi che i poveretti si trovarono mentre tentavano
qualche risposta azzardata che quelle che effettivamente giunsero al
destinatario.
In
ogni modo, erano tutti troppo agitati e presi dal proprio lavoro per curarsi
degli altri.
Al
termine del tempo concesso, si contavano i risultati in sopravvissuti, morti,
ritardatari e “consegno in bianco tanto non ne so una”.
I
sopravvissuti stavano giusto chiacchierando fra loro in fondo alla classe dopo
aver consegnato e si confrontavano le risposte date con più o meno
approfondimento; i morti erano usciti con aria sconsolata dall’aula nella
speranza di riuscire a fumare qualcosa di forte e tirarsi un po’ su; i
ritardatari, come Ron, stavano ancora scrivendo domande
a caso tra un foglio e l’altro, dicendo “aspetti!” e “un minuto” e nel
frattempo guardavano fisso il foglio e scrivevano impiastricciando tutto con
l’inchiostro sbavato sulla manica della camicia. I “consegno in bianco” erano i
più tranquilli: appostati sotto una finestra, si stavano liberamente facendo
gli affari loro senza preoccuparsi troppo, sicuri che almeno una T era
assicurata (forse).
Evangeline si alzò dal suo scranno e studiò il macello
che un semplice compito in classe riusciva a fare sui suoi allievi, chissà se,
se lei fosse venuta a Hogwarts, sarebbe stata come
loro?
Peccato
che al tempo della fondazione della scuola lei fosse appena diventata una
vampira, era sempre stata molto curiosa di scoprire in quale Casa il Cappello
Parlante l’avrebbe smistata, poteva sempre essere che, per la fine dell’anno,
Silente glielo lasciasse provare… non era mai stata a rimuginare troppo su quel
che aveva o non aveva fatto oppure su quel che sarebbe accaduto se avesse fatto
questa o quella cosa, ma in quel particolare caso, la regola non valeva.
-
Non
vedo Paciock, oggi – aggiunse all’indirizzo di Harry
ed Hermione che transitavano di fronte alla sedia
Panico.
Harry
finse di essere in ritardo mentre volava dalla porta, lasciando Hermione a
sbrigarsela con la prof, era sempre stata migliore di lui a trattare con gli
insegnanti
-
Ieri
sera ha avuto qualche problema di famiglia – ammise la riccia cercando di
calmare il nervosismo
-
Oh,
spero si risolva presto – disse quasi dispiaciuta la bionda, la Caposcuola
annuì
-
Lo
speriamo anche noi…
-
Niente
a che vedere con “i suoi genitori” – aggiunse in un sussurro, l’altra scosse la
testa
-
No, era
per sua nonna…
-
Oh…
Beh,
dopotutto, non era proprio una bugia, solo una mezza verità visto che sua nonna
era la principale persona coinvolta in quella storia del fidanzamento.
La
Caposcuola continuò a guardarsi attorno non ritrovando tra i presenti neppure
Daphne… strano.
Probabilmente
erano rimasti assieme a parlare, non avevano studiato e avevano saltato la
lezione.
Congedandosi
dalla prof, andò alla ricerca di Harry, maledetto traditore, che la lasciava
nei pasticci proprio quando avrebbe avuto bisogno di lui: tra i due, quello
delle scuse realistiche era senz’altro lui visto che una volta era riuscito a
convincere la Sprite di non averle portato una
relazione di 7 fogli su una certa pianta perché aveva avuto una convocazione
legale dal suo notaio babbano a Londra. Tsk, come se un minorenne potesse avere un notaio… Harry
poi ne avrebbe avuto bisogno giusto per fare testamento… ma nel mondo magico
quelle cose non le sapeva nessuno, così chi era stato tra i babbani
si era messo a sogghignare mentre la prof, un po’ svampita, annuiva con aria
convinta al suo allievo segnandogli di riconsegnarla per la lezione successiva.
E ovviamente per quella Harry aveva pronta una nuova scusa irresistibile.
* * *
La
campana del pranzo suonò richiamando gli studenti in Sala Grande.
Hermione
si sedette come suo solito al tavolo del Grifondoro
mentre Malfoy le sorrideva con il consueto ghigno made-in-Malfoy
dall’altra parte del salone
-
Vi
informo che le classi di Corvonero e Tassorosso del terzo, quinto e settimo anno quest’oggi
hanno verifica per il voto di primo semestre e quindi non parteciperanno al
pranzo, ma lo consumeranno al termine della prova scritta – annunciò la McGrannit per poi tornare a sedersi mentre compariva il
consueto pasto
-
Ehi, è
da un po’ che non vedo Lavanda in giro – fece notare una ragazza del terzo anno
a Hermione e Calì, sedute di fronte
-
Già,
non l’ho vista neppure io a pranzo, forse è a dieta – propose la Patil
-
O forse
è stata catturata dal maniaco di Cho Chang – azzardò Ginny sventolando
la sua forchetta che infilzava la porzione di arrosto
-
Il
maniaco di Cho Chang? –
domandò Hermione curiosa
-
Ma
come, non lo sai? Pare che la Corvonero sia stata
aggredita in uno dei corridoi mentre andava da Padre Royal
– le spiegò la rossa
-
Probabilmente
sarà solo uno dei suoi mille ex ragazzi che le ha fatto un’imboscata per
fargliela pagare – propose logicamente Colin Canon seduto accanto ad Hermione – è uscita con mezza
scuola e ha trattato tutti malissimo – specificò
-
Tu sei
troppo duro, Colin – lo riprese la Caposcuola –
chissà da dove ti nasce questo odio per Cho…
-
Preferisco
non parlarne – rispose freddo il biondino – comunque svolgerò qualche indagine,
se salta fuori un maniaco sarebbe un ottimo articolo da prima pagina per la
Gazzetta di Hogwarts
-
Beh,
quindi potrebbe essere stato questo a rapire anche Lavanda…
-
Lavanda
strilla così tanto che il maniaco l’avrebbe lasciata andare dalla disperazione
– fece notare seria Calì che, in teoria, era la sua
migliore amica
-
Beh, ma
è un pezzo che non mangia né a pranzo né a cena
-
Te l’ho
detto, sarà a dieta! – continuò la ragazza indiana
-
Effettivamente
sarebbe proprio da lei – fu il commento di Hermione che era ancora un po’
alterata per la piazzata che le aveva fatto prima di Capodanno
Dopo
pranzo, la ragazza si ritirò nella sua stanza.
La
verifica assegnata da Evangeline era massacrante per
di più si era fatta tre ore con Harry che aveva assunto la faccia da cane
bastonato, solo che lei mica poteva passargli il compito per ogni materia!
Soprattutto perché quella Chachazero era riuscita
perfino a spaventare Nott che si stava facendo
passare un foglio da Milicent Bulstrode
e per spaventare Nott, oltre a fargli “bu!” ce ne voleva…
Si
stese sul letto con una mano sugli occhi, quel pomeriggio la aspettavano
nientemeno che un’ora di astronomia e poi studio, studio e ancora studio per
Rune Antiche.
Qualcuno
bussò alla porta attirando la sua attenzione, disse “avanti” un po’
svogliatamente mentre si metteva a sedere sul letto ricomponendosi
un minimo per non sembrare appena uscita dalla casa degli orrori.
Daphne
aprì la porta che le era ormai familiare ed entrò assieme a Neville: non
avevano l’espressione sorridente che tutte le coppie che avevano risolto i loro
problemi sfoggiavano su fotoromanzi e romanzetti rosa, che fosse andato storto
qualcosa?
Beh,
in verità, se davvero fosse stato così, probabilmente Daphne avrebbe preso la
prima finestra e si sarebbe buttata e, a giudicare dal fatto che non aveva
lesioni gravi, sintomi di incorporeità e fosse arrivata accompagnata da Paciock lasciava a ben sperare…
-
Posso
chiudere la porta? – domandò la bionda, Herm annuì
mentre lei richiudeva dietro i sé
C’era
qualcosa di cui doveva assolutamente parlare, glielo leggeva in faccia dal modo
in cui tergiversava, chiudeva la porta e si sistemava la gonna.
Spostò
lo sguardo sul suo amico che, tuttavia, teneva gli occhi bassi sul distintivo
della maglietta e non le lasciava capire che razza di pensieri gli frullassero
per la testa.
-
Bene,
dimmi tutto! – propose alla sua amica che, nel frattempo, stava riponendo sul
comodino un libro momentaneamente per terra. Terminato quello si accorse di una
sciarpa un po’ penzolante dall’attaccapanni e si prodigò ad aggiustarla – Daph… - la riprese la riccia aspettando qualche segno di
vita che non fosse degno di Biancaneve
Daphne
arrossì con aria colpevole andando a posizionarsi in silenzio vicino al grifondoro.
Arrossì
un poco mentre prendeva la mano un po’ ciocciottella
del grifone che, se possibile, abbassò ancora di più la testa
-
Herm –
disse debolmente – io non sono più vergine…
In
quel preciso istante Hermione vide due facce tingersi di rosso scarlatto mentre
quella singola parola veniva pronunciata e sentì la sua mandibola precipitare
istantaneamente verso il dormitorio di serpeverde
diversi piani più in basso.
Beh,
non che lei avesse reazioni molto differenti, visto che arrossire era la sua
principale occupazione in compagnia di un certo “qualcuno”, ma ormai a stare
col biondastro ci stava facendo il callo a certi commenti lascivi.
Comunque,
in parte stava cominciando a capire, soprattutto sapendo che Daphne voleva
arrivare vergine al matrimonio, a questo punto, le mancavano solo i dettagli,
che l’avesse fatto come ultimo addio a Neville?
Beh,
la cosa aveva dell’assurdo visto che Neville non l’avrebbe mai sedotta e
probabilmente non si sarebbe mai aspettato niente di simile, che avessero preso
una qualche decisione tipo “Se i miei scoprono che sono incinta ci
costringeranno a sposarci e avremo due piccioni con una fava”?
Guardò
interrogativamente prima lui, che non accennava a riprendersi dallo shock, poi
lei
-
Sei
sorpresa? – le chiede
-
Sì, ma
vorrei che tu mi spiegassi… - disse come una nonnetta
-
Io e
Neville – disse rivolgendogli uno sguardo dolcissimo – alla fine vogliamo stare
insieme… prima non ci conoscevamo, poi ci siamo conosciuti e abbiamo deciso,
solo che lui non voleva darla vinta ai nostri genitori e così la tirava per le
lunghe… e adesso… avevi ragione tu – sussurrò appena
-
E i
vostri genitori? I vostri nonni? Come la prenderanno? Cosa direte loro? –
domandò un po’ in apprensione
-
Farò a
modo mio. – annunciò la bionda serpeverde – una volta
ti dissi che le ragazze purosangue si dividono in tre categorie, bene, ho
smesso di subire in silenzio, “Vivrò il
destino come ho scelto da sola, per questo non tornerò indietro!” era così
che si diceva, vero? – Hermione annuì sorridendole – me l’hai insegnata te
-
E io
l’ho imparata in un libro – si giustificò la riccia
-
Cosa ne
dici? – domandò Paciock aprendo per la prima volta
bocca
-
Avrete
vita grama, questo sì, ma almeno sarete felici…
-
Tu
approvi? – domandarono in coro
-
Io ho
sempre approvato – annuì loro da brava mammina – sono felice che alla fine
siate arrivati a questa decisione, credo che siate le persone più indicate a
stare insieme… ma ammetto che non mi sarei aspettata una simile… ehm… risoluzione,
ecco.
-
Non
dirlo in giro – la pregò ancora la rappresentante della Casa verde-argento – lo
dirò a Ginny quando avrò abbastanza coraggio, ma
volevo che te fossi la prima, visto che mi hai aiutata tanto – Hermione le
sorrise riconoscente mentre due fossette le si formavano ai lati della bocca
-
Terrò
il segreto. Cosa direte ai vostri parenti?
-
Neville
ha scritto una lettera ad entrambi – aggiunse Daphne – i miei pianteranno un
pandemonio, ma ormai sono maggiorenne, non possono costringermi a fare qualcosa…
per sua nonna… - lo guardò
-
Non
credo farà tante storie – ammise il grifondoro –
Daphne assomiglia un po’ alla mamma da giovane
-
Avete
preso una decisione difficile – ammise ancora la grifoncina
– soprattutto tu – e indicò la sua amica – e siete giovani
-
Prima o
poi dovevo farlo
-
Sono
felice che tu l’abbia fatto.
E
le due amiche si andarono incontro ad abbracciarsi, rimanendo così diversi
minuti, Daphne piangendo.
Hermione
andò ad abbracciare anche Neville, dopo tanto tempo, aveva diritto anche lui ad
una esistenza tranquilla e con una persona innamorata al suo fianco.
-
Abbiamo
deciso che ci sposeremo dopo aver finito la scuola – ammise ancora la Slytherin lasciando di sasso la Caposcuola – sappiamo che è
presto, ma penso sia la cosa giusta da fare…
-
Se voi
ve la sentite… allora fate tutto quel che vi pare.
Neville
sorrise, poi se ne andò, lasciando le due ragazze a raccontarsi qualche
pettegolezzo e qualche dettaglio sul fatto che Daphne non fosse più vergine.
In
verità, riflettè Hermione, la cosa un po’ la faceva
ridere, soprattutto l’idea di immaginare una bruciante notte di passione tra
quei due dal sangue freddo, ma chissà che anche Paciock
non avesse qualche lato nascosto, magari nei pantaloni…
Accipicchia,
stava prendendo quei pessimi modi di dire da Malfoy…!
* * *
Era
febbraio, il mese degli innamorati, il mese dove cade San Valentino, la festa
di tutti i fidanzati.
Ogni
ragazza a scuola stava organizzando minuziosamente quel giorno da trascorrere
con la persona speciale. Qualcuna progettava romantiche gite sul lago,
scampagnate per la brughiera, una cenetta romantica da Madama Piediburro o in qualche pub esclusivo e raffinato con tanto
di tovaglia a rose, candele profumate e violinista che suonava una melodiosa
musica in sottofondo. Insomma, le attrattive per quel giorno erano praticamente
infinite e ce n’era per i gusti più difficili, compresa una vecchia chiromante
a Hogsmead che prometteva l’amore eterno con un
filtro d’amore rarissimo che i prof avevano sconsigliato di prendere a tutti i
loro allievi perché di dubbia provenienza, insomma, un mezzo bidone.
Piton, dal canto suo, aveva tentato in tutti i modi di dimostrare
che le basi scientifiche e, soprattutto, nell’ambito delle pozioni, di
quell’intruglio erano praticamente nulle, roba da babbani,
insomma, ma tant’è ogni anno c’era pieno di
ragazzette immature e troppo sognatrici che si lanciava all’assalto della
chiromante e pretendevano che il loro ragazzo bevesse quel miscuglio di
ingredienti.
Draco
per la prima volta stava pensando a quella festa che, per quanto lo riguardava,
aveva sempre trascorso comodamente nel suo letto, non solo, certo, magari
assieme a qualcuna che considerava la cosa di buon auspicio, oppure che si
faceva consolare per essere stata appena scaricata, insomma, anche lì ce n’era
per i beati di scelta, certo è che in sette anni ne aveva viste, ma per quanto
lo riguardava, San Valentino per lui era tutti i giorni; anche perché era fuori
questione che fosse lui a fare qualcosa per una ragazza, semmai il
contrario.
Quell’anno
però, per uniformarsi al clima di follia che lo accompagnava ormai da circa sei
mesi, aveva deciso che, anche se non si sarebbe abbassato ad accompagnare la
mezzosangue al ristorante, alla festicciola popolare o stupidaggini del genere,
si sarebbe comunque sforzato di pensare qualcosa di carino per lei. Questo non
significava niente, certo, però, magari, una scatola di cioccolatini di
finissima fattura provenienti dalla Svizzera, oppure un mazzo di rose della
Bulgaria dalle quali avrebbe anche potuto distillare il profumo… ma insomma,
che si pretendeva da lui, poi? Non dicevano che era il pensiero quel che
contava?
Bene,
la mezzosangue, almeno, avrebbe capito.
Blaise, invece, era un amico inutile, a cominciare dal fatto che,
quando era andato a cercarlo per avere qualche consiglio a proposito (lui sì
che sapeva come raggirare le persone) questi si era messo a ridere tanto che,
probabilmente, si stava ancora rotolando sul letto da quanto l’aveva preso
l’ilarità del momento a vedere Draco Malfoy in difficoltà di fronte ad una cosa
del genere… e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe venuto anche quel giorno?
Alla
fine, dopo essersi fatto venire il singhiozzo, Zabini
aveva deciso di collaborare, peccato che tra lui e sua sorella non fossero in
grado di partorire una singola idea che non facesse pensare ad un cavaliere con
gravi problemi di identità e un forte bisogno di uno psichiatra.
Insomma,
chi rimaneva a cui chiedere aiuto?
…solo
Mirtilla, ma bisognava proprio cadere in basso per andare da lei.
E
infatti un pomeriggio, cercando di far sì che nessuno lo vedesse, era entrato
furtivo nel bagno del fantasma, ma anche questa era stata una mezza delusione
perché questo l’aveva brutalmente scacciato dicendo che aveva da fare con una
ragazza che aveva sicuramente problemi più gravi dei suoi.
Ovviamente,
dopo averla insultata, se n’era andato.
Di
chiedere a Potter neppure per l’idea, abbassasi un po’ ok,
ma non fino a quel punto!
E
poi, tanto per rimanere in tema di belle donne, la McGranitt
gli aveva chiesto un colloquio per quel pomeriggio, una vera cuccagna!
A
pensarci seriamente, l’ultima volta che era stato a parlare da solo con la
vicepreside era successo quando gli avevano appioppato la Granger perché
studiasse e, benché la cosa non gli piacesse, aveva avuto i suoi lati positivi:
la sua media era ormai impeccabile e usciva stabilmente con la mezzosangue.
Beh,
se quello fosse da considerarsi un dato positivo, soprattutto visto che era la
conseguenza prima della sua scarsa sanità mentale e dei suoi violenti sbalzi di
personalità, era tutta da vedere, ma era meglio trascurare, sennò lo
ricoveravano davvero al San Mungo.
* * *
Erano
le quattro del pomeriggio ed il corridoio buio fuori dell’ufficio era vuoto
come al solito.
Gli
studenti che passeggiavano lì di fronte stavano andando quasi tutti agli
allenamenti di quidditch per la partita di domenica
tra Tassi e Corvi nel girone di ritorno ed erano vestiti con la classica divisa
da giocatori.
Draco
li sorpassò senza degnarli di un’occhiata e si fermò di fronte alla porta chiusa
dello studio aspettando e, memore del colpo ricevuto dalla stessa Hermione
Granger quella memorabile volta, se ne rimase a debita distanza di sicurezza.
Giusto,
la Granger…
Erano
quasi tre giorni che la vedeva solo a pranzo o a cena per via di tutte quelle
verifiche che avevano messo e lei studiava come non mai. Avrebbe avuto tanta
voglia di rivederla in quel momento e di averla accanto prima di incontrare la
vecchia arpia pronta a cavargli gli occhi perché, ammettiamolo, se Piton era tremendamente favorevole a Serpeverde,
la McGranitt era una sporca Grifondoro
fino all’ultimo dei suoi capelli grigi!
…
sì, magari non faceva tutti i favoritismi dello zio Sev,
però se voleva rompere, rompeva anche di più! E forse era meglio veder sfuggire
la Coppa delle Case piuttosto che uscirne matti, anche perché le possibilità di
andarsene da quella scuola con tutte le rotelle a posto era pari a zero.
Prendendo
il consueto respiro, bussò una volta attendendo che la dolce voce della prof lo
invitasse ad entrare, esattamente come fece.
Lo
studio era illuminato dalla poca luce del pomeriggio, in parte schermata dai
pesanti tendaggi di velluto; la prof era seduta alla sua scrivania intenta ad
esaminare alcuni documenti e, come il biondo mise piede nella stanza, alzò gli
occhi oltre i vetri a mezzaluna posizionati sul naso nello scrutare il suo
studente che avanzava.
-
Prego
signor Malfoy, si accomodi – disse indicando le consuete poltrone – in verità,
il colloquio di oggi sarà piuttosto breve, non ho da riferirle particolari
cose, a parte che sono favorevolmente colpita dall’ottimo sprint che i suoi
voti hanno preso negli ultimi tempi, non nego che parte del merito vada alla
signorina Granger che si è così solertemente applicata ai suoi doveri con i
quali, forse, l’abbiamo decisamente oppressa, ma siamo molto orgogliosi della
collaborazione che siete riusciti ad instaurare se il risultato è stato questo.
Malfoy
annuì non comprendendo dove la vecchia megera volesse andare a parare.
La
prof prese un respiro, come se si stesse addentrando in un territorio
pericoloso con quel che presto avrebbe detto
-
In
verità – continuò la rappresentante dei grifoni – il motivo per cui oggi l’ho
chiamata qui riguarda proprio
Simulando
il minor interesse possibile, lo Slytherin sollevò un
sopracciglio nella miglior espressione menefreghista che, al momento, riuscisse
a ritrovare nel suo repertorio.
-
Ecco… è
stata
-
Quali
“circostanze”, mi scusi? – domandò la serpe scettica
-
Mi
lasci finire… sì, dunque, ecco…
-
Se si
tratta delle verifiche è senz’altro una cosa temporanea – quasi scherzò il Serpeverde
-
No
signor Malfoy, si tratta di problemi personali
Problemi
personali?
Se
Hermione avesse avuto degli stramaledettissimi problemi personali gliene
avrebbe parlato!
Lo
sapeva, l’avrebbe fatto di sicuro, cosa diamine aveva detto alla prof?
E
perché accidenti le aveva posto quella richiesta?
Studiavano
assieme tre pomeriggi su cinque ed era andato tutto bene fino ad una settimana
prima, che era accaduto, dannazione? Tutto insieme, poi…
-
Di che
genere di problemi si tratta? – domandò
-
Non
sono tenuta a riferirgliene – ammise quasi con tristezza la professoressa e, per
la prima volta, gli parve quasi che provasse dispiacere verso di lui, un
sentimento assai inconsueto per una irriducibile rosso-oro come lei.
-
Non
credo di stare capendo – ammise quasi francamente
-
Orsù,
signor Malfoy, si consideri semplicemente libero dall’impegno che le abbiamo
imposto
Che
Hermione fosse andata a pensare quella stupidaggine come regalo di San
Valentino?
Era
l’idea più idiota che gli fosse venuta in mente, ma sarebbe stata tremendamente
da lei.
Naaa, a pensarci seriamente non era assolutamente possibile, sì,
era ossessionata un po’ dalla scuola e dal rendimento, ma quando studiavano
insieme stavano bene, quindi, perché privarsi di una cosa che faceva piacere
anche a lei?
Dubitava
che avesse avuto la pensata che, forse, lui sarebbe stato meglio perché le
aveva detto in tutti i modi che lui stava bene solo quando era con lei, dunque,
di che diavolo si trattava?
-
Continuo
a non afferrare il concetto, prof – disse serio lui cercando di leggere oltre
le lenti qualche informazione subliminale
-
Mi
dispiace, ma non posso dirle altro… - ammise tristemente la vicepreside
-
Ma mi
spieghi almeno perché? O che tipo di problemi la perseguita, semmai si può
trovare una soluzione
Probabilmente
ora la McGranitt credeva che gli stesse davvero a
cuore la scuola.
A
Draco parve che la prof fosse quasi colpita da questo suo comportamento
ostinato nei confronti della Granger e gli sembrò che stesse per aggiungere
davvero qualcosa a quello che aveva appena detto, magari un qualche dettaglio
che lo aiutasse a capire che accidenti stava accadendo!
Però
si fermò in tempo, richiudendo le labbra che stavano per spifferare qualcosa.
Ma
che si erano dette quelle due matte? I segreti del cuore?
Avevano
fatto giuramento?
No
perché, da come si comportava,
Draco
la guardò mentre si faceva silenzio
-
Mi
dispiace di non riuscire a capire – disse quasi come se fosse stato offeso –
proprio adesso che si era instaurata questa collaborazione tra le nostre due
Case in genere rivali…
Ok, quello si chiamava colpo basso perché stava facendo leva sui
doveri di un insegnante. Proprio lui, poi, che non si era mai curato di quel
che dovessero o non dovessero fare.
Da
quando era ridotto così male?
Ma
poi, mica ci si poteva aspettare che una serpe giocasse pulito, andiamo, lo
sapevano perfino i poppanti!
L’effetto
però stava mettendo in crisi la prof che, presa nella morsa della giustizia
sociale, tentennava sulle sue posizioni.
-
Signor
Malfoy, mi creda, se potessi cercherei di risolvere questa situazione in un
modo o nell’altro, ma, mi creda, va al di là delle mie possibilità perché ha a
che fare con le precarie condizioni di salute della sua compagna…
Tombola!
Eh
no, però, tombola un cazzo!
Che
era sta storia delle “precarie condizioni di salute”?
-
Ora
esca, signor Malfoy – disse sbrigativa la McGranitt –
o finirò per dire più di quanto mi è concesso.
E
lo sospinse oltre la porta.
Maledetta
arpia, che diamine intendeva?
Quelle
parole, in genere, si usano quando una persona sta molto male, che diamine
aveva Hermione?
Una
malattia pericolosa?
Aveva
fatto qualche esperimento che non doveva con le pozioni o qualche incantesimo e
adesso si era di nuovo trasformata in un gatto gigante?
Cazzo però, non poteva lasciarlo così!
E
si riferiva sia alla prof che a quella testarda di una grifondoro,
accidenti a lei!
Ma
che le era preso tutto d’un tratto?
Avrebbe
dovuto dirglielo e parlargliene al più presto.
E
poi lo colse la folgorazione.
Salì
a razzo le scale che conducevano alla Torre del Grifondoro
finché non si ritrovò di fronte al ritratto della Signora Grassa che lo studiò
con sprezzo senza neppure chiedergli la consueta parola d’ordine.
-
Potter,
cazzo, apri questa maledetta porta! – urlò attraverso
il legno sbattendo i pugni sul quadro e facendo scappare la sua abitante.
Dall’altra
parte, un gruppetto di primini terrorizzati, non
avvezzi alle scenate del Principe delle Serpi, si stavano allontanando sempre
più dall’uscio mentre Harry Potter, svegliato da tutto quel baccano, scese dal
piano di sopra dove stava il dormitorio maschile avvicinandosi al chiavistello
-
Potter,
maledetto bastardo, apri questa porta o do fuoco a tutto il vostro fottutissimo dormitorio!
-
Cazzo
hai da gridare?! – fu la melodiosa risposta del bambino sopravvissuto mentre
studiava torvo Malferrett in posizione d’attacco,
arrabbiato come non mai, anzi, letteralmente furioso!
Cos’era,
Hermione gli dava buca?
-
Chiamami
la Granger – annunciò il biondo con fare autoritario – subito!
-
Non
sono il tuo schiavo! – gli rispose Potty con il suo
certo cipiglio, per niente contento delle parole dello Slytherin
-
Fa’
come ti dico!
-
Se
anche fosse non lo farei! – sbraitò
E
Draco si acquietò.
Cos’è
che aveva detto? “Se anche fosse”? Ma che significava?
-
Sfregiato,
che significa “se anche fosse”?
-
Significa
che Hermione non è qui alla Torre, cos’è, sei rincitrullito ora?
-
E dove cazzo sarebbe?
-
Modera
i termini quando parli di lei! – strillò Harry – e comunque non lo so, è da
questa mattina che non c’è, non è neppure venuta a lezione con i Ravenclaw…
-
Cosa
hai detto?
-
Ma cosa
sei, sordo? Ho detto che è da questa mattina che non la vedo!
-
Cazzo…
-
Beh,
adesso vuoi spiegarmi che succede? – chiese San Potter sistemandosi i capelli
mentre usciva del tutto dal vano della porta chiudendo dietro di se l’uscio per
lasciare un po’ in pace i primini e la gente
sconvolta che vagava ammutolita per
-
La McGranitt mi ha detto che Hermione ha dei problemi gravi di
salute – disse chiamandola per nome in un gesto di familiarità che non avevano
mai usato quando erano in compagnia di altri. Ma intanto se n’era già accorto
che Potter sapeva tutto, a cominciare da quella volta in cucina quando li aveva
visti allontanarsi ed era rimasto zitto
-
COSA?!
– urlò il bambino sopravvissuto
-
Beh, mi
hai chiesto che avevo… - protestò
-
Ma a me
non ha detto niente! – gridò ancora Harry costernato
-
Beh, a
me l’ha detto la TUA prof – sbraitò la serpe
-
Dammi
un secondo che arrivo – gli intimò il grifone andando all’interno, recuperando
un maglione, infilandolo e dirigendosi per i corridoi assieme all’erede di casa
Malfoy, entrambi piuttosto preoccupati, agitati e… arrabbiati.
* * *
-
Mi
sorprende che Hermione non mi abbia detto niente – sbottò Harry mentre si
dirigevano verso la casa di Hagrid – a me dice sempre
tutto
-
Beh,
forse non proprio tutto… - si premurò di fargli notare il biondo
-
Se ti
riferisci al fatto che stai con lei, lo sapevo già – fu l’acido commento del
moro
-
Quello
lo sapevo anche io – sbuffò la serpe mentre l’aria calda che usciva dalla bocca
si trasformava in una nuvoletta dell’ultimo inverno
-
E
allora parla come si deve
-
Io
parlo sempre come si deve
-
Cioè
insultando la gente – celiò Potter
-
Ehi,
bada a come parli, sono sempre in tempo ad andare a dire a Piton
di quel festino alla stanza delle necessità, sabato scorso – sbuffò contrariato
lo Slytherin
-
E come
mai non l’hai fatto?
-
Chissà…
- beh, ok dire qualcosa, ma non poteva certo spiegare
allo Sfregiato che Hermione l’aveva praticamente supplicato di tenere la bocca
chiusa, visto che quel giorno sarebbe stato di ronda lui
-
Guarda
che non sono il tuo fratellino a cui devi sempre salvare il culo
– fu il delicato commento del grifondoro
-
No,
guarda, non l’avrei mai detto! Eppure ci assomigliamo così tanto… - frecciò il
cercatore verde-argento con un ghigno quasi sarcastico sulle labbra
-
Se
fossi davvero tuo fratello, non avresti fatto in tempo a vedere la luce che
saresti già morto
-
Ti
voglio ricordare che sono nato prima di te, quindi, semmai, saresti un
“bambino non sopravvissuto” – spiegò la serpe
-
Se
fossi davvero mio fratello – sospirò drammaticamente Harry – mi sparerei un
colpo in testa
-
Ottimo
Potter, fosse la volta buona! – ironizzò il biondo beccandosi un’occhiataccia,
ma entrare nella cuccia di Hagrid era una punizione
sufficiente.
Dopo
due ore di ricerca, di Hermione non c’era ancora l’ombra.
Lo
sgomento che due persone come Potter e Malfoy portavano a girare insieme per i
corridoi, una cosa letteralmente inimmaginabile, fuori da ogni previsione, era
in parte attutito dalla paura che i loro sguardi cupi suscitavano in quei pochi
che riuscivano a guardarli in faccia prima di essere brutalmente travolti da
due rinoceronti alla carica.
Il
loro umore peggiorava ogni minuto trascorso insieme, sia perché della loro
compagna non c’era traccia, sia perché il cane prestato da Padma
Patil non aveva riscosso grandi risultati, a parte
aver scoperto un ripostiglio segreto di provviste.
Una
sciarpa rosso-oro e una sciarpa verde-argento svolazzavano insieme annodate
alla bella e meglio intorno ai mantelli scuri mentre percorrevano a passo
marziale il corridoio ancora più di pessimo umore.
Colin, per l’occasione e a rischio della vita, era perfino riuscito
a scattare una fotografia, peccato solo che le non tanto velate minacce dei due
non promettessero niente di buono per la sua vita, la sua famiglia e,
soprattutto, la sua adorata macchina fotografica.
A
quel punto, mancava solo un posto in cui cercare: il bagno di Mirtilla.
L’avevano
lasciato per ultimo per svariati motivi
1) si rischiava sempre di incontrare qualche
sgradita ospite venuta lì a confessare i suoi segreti desideri e le sue
frustrazioni
2) Mirtilla non era il massimo nella
conversazione e Harry sapeva che, se l’avesse avuto sotto tiro, sarebbero
serviti anni prima di poter nuovamente vedere il mondo esterno
3) Se era finita nel bagno di Mirtilla doveva
essere una cosa molto, ma molto grave.
-
Entro
prima io – annunciò Harry mettendo il naso oltre l’uscio e spiando l’interno
-
Perché?
– chiese il biondo facendo un tiro a quella che, dieci sigarette fa, doveva
essere l’ultima della giornata.
-
Così se
non c’è non devi entrare
-
Bravo,
e se ti becca la scorfana stiamo qui fino a domattina
– bofonchiò
-
Malfoy,
mi stai davvero non ti dico dove e se non la smetti ti assicuro che quella
sigaretta prenderà di sicuro un’attrattiva particolare
-
Sai che
minaccia, Potty, ho la pelle d’oca – continuò
sprezzante il ragazzo dagli occhi di ghiaccio
In
quel momento, mentre si spintonavano decidendo chi dovesse entrare per primo,
la porta di uno dei bagni si spalancò lasciando uscire una Hermione come non
l’avevano davvero mai vista.
Harry
spalancò la bocca stupito mentre Draco strabuzzava gli occhi sbigottito: santo
Cielo, ma che diamine le era successo??? Era davvero lei quella?
* * *
Spazio Autrice: lo so, sono da picchiare e non vi do torto…
avere terribilmente ragione se mi direte che sono un’idiota a lasciare in
sospeso un capito così, ma datemi tempo, arriverà anche la soluzione di questo
mistero e piuttosto in fretta, anche, perché mi piacerebbe terminare la fic per l’inizio dell’anno nuovo.
Da
domani sono ufficialmente in festa… quasi non ci credo, quando ho cominciato
stavo per iniziare la scuola e adesso che la ultimo siamo a Natale, come vola
il tempo…
Beh,
io spero che vi piaccia e anche che mi lascerete un commento… ciao!
Un Bacio e Buone Feste!
Nyssa
luana1985: non preoccuparti per la fine della storia,
effettivamente si sta avvicinando a grande velocità, ma sto scrivendone anche
un’altra e quindi non sentirete troppo la mia mancanza… (in verità credo che
tutti voi non aspettiate altro che di liberarvi di me).
Effettivamente
non è un cappy indispensabile, ma era un po’ che non
scrivevo di quotidianità e anche in questo ventisettesimo cappy
non succede granchè, però ci sono molto affezionata e
spero che piaccia anche a te… ciao e un bacio! Nyssa
potterina_88_: mentre scrivevo di questa nuova prof stavo
mentalmente pregando perché la mia prof di mate si trasfigurasse in Evangeline, sfortunatamente non è successo, ma se volete
farmi un regalo di Natale vi do il suo indirizzo.
Scherzo.
Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, in questo nuovo Neville e Daph ammettono un po’ di loro stessi, e loro non parlano
mai di loro stessi, quindi succede qualcosa in più, però almeno questo problema
si sistema…
Presto
arriverà la conclusione di tutta la storia, nel frattempo, un abbraccio! Nyssa
Shavanna: come hai potuto vedere ogni cosa è tornata
al suo posto e spero che il meccanismo vi sia piaciuto, anche se penso che
molti di voi si fossero già accorti che prima o poi qualcuno avrebbe messo i
bastoni tra le ruote a quei poveretti.
Sul
fatto che Draco sia piuttosto preso credo di aver detto qualcosa anche in
questo capitolo che spero ti piaccia. Harry effettivamente è un mito, anche se
è molto diverso dal libro. La ragazza che, invece, è entrata, è Rosleen, la fidanzata di Sirius,
sul fatto che sia pazza non garantisco, anche se tutti i personaggi della mia fic sono piuttosto sopra le righe…
A
presto, ciao e un bacione! Nyssa
Lord Martiya: beh, puoi sempre fare finta che Flitt sia stato bocciato a ripetizione vari anni e sia
rimasto… cmq hai ragione, dovevo fare più attenzione,
ma il problema è
In
questo capitolo, anche se è solo un’apparizione, compare Chachazero
che, tuttavia, non assomiglia per niente all’originale salvo, forse, essere
sadica allo stesso modo. Spero che ti piaccia e che mi lascerai un commentino,
ciao e a presto! Nyssa
jennybrava: tesoro, grazie mille per tutte le belle
cose che mi hai scritto, sono così contenta che il capitolo ti sia piaciuto…
quasi mi commuovo con la tua recensione, altro che annoiarmi! Per rimanere in
tema di momenti quotidiani arriva anche questo nuovo a combinare un po’ di
pasticcio e aprendo qualche dubbio, ma tranquilli che si risolveranno tutti.
Meno male che mi hai detto che Draco non è finito troppo OOC, già me lo vedevo
versione serafino…
Ti
ringrazio anche per tutti gli splendidi commenti sul mio modo di scrivere,
davvero, sono molto lusingata dalle tue parole e posso assicurare che questa è,
effettivamente, la mia prima fic, anche se non la
prima cosa che scrivo… ma preferisco tenere nascosti gli obbrobri infantili
pieni di zucchero fino a sentirsi male. Non mi ritengo una persona così talentuosa, ma grazie comunque, quando leggo certe cose mi
viene tantissima voglia di scrivere…. Grazie mille… a presto e un bacione! Nyssa
Kilkenny: oh, lo spero anche io… Nott
è troppo preso da se stesso, Eva-sensei, invece, dà
sempre il meglio e in questo capito, affiancata addirittura da una appena
accennata Chachazero, dimostra un po’ qualcosa di se,
anche se si parlerà di lei più avanti (non molto perché ormai siamo agli
sgoccioli).
Grazie
mille per il voto stratosferico che mi hai dato, quasi mi vengono le lacrime, thanks!
lolitosa: ecco qui il seguito, so di essere in
ritardo con le consegne, ma non hai idea di cosa sto passando per trovare tutti
i regali di Natale, mi sento come se dovessi cercare i cuccioli della Carica
dei 101 nei mondi di Kingdom Hearts…
cioè, mi sto perdendo.
Spero
che ti piaccia e che mi lascerai un nuovo commento! Ciao e un bacio!
Lisanna Baston: effettivamente a rileggere quanto ho
scritto l’unica cosa che potrei dire è proprio “degna della fidanzata di Sirius”, anche se nella versione originale era una specie
di angioletto tutto latte e miele, ma poi ho pensato che per tenere al
guinzaglio uno come Sirius Black un po’ di polso
bisogna averlo e così…
Spero
che ti piaccia anche questo capito, anche se non succede molto… Ciao, un bacio
e a presto!