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Autore: Nyssa    22/12/2007    12 recensioni
I guai non arrivano mai da soli... Draco Malfoy se ne accorge la mattina in cui si ritrova con Pansy innamorata (e non di lui stranamente!), Goyle pescato a mettere petardi incendiari e un imminente coloquio con la McGranitt sul suo calo scolastico
Ovviamente niente potrebbe essere peggio, ma deve presto ricredersi, il collegio decide di assegnargli un tutor per recuperare nelle materie e chi meglio di Hermione Granger, la migliore studentessa di Hogwarts? Va bene, questo può anche andare a suo vantaggio, ma cosa succederebbe se oltre ai suoi voti Hermione cambiasse anche lui? E cosa ci fa un bambino in giro per la scuola?
Genere: Romantico, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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In sette anni di scuola, non c’era mai stato tanto silenzio durante una lezione come quel lunedì mattina

In sette anni di scuola, non c’era mai stato tanto silenzio durante una lezione come quel lunedì mattina.

Stranamente, quando erano entrati Evangeline era già in classe, seduta sulla sua sedia di insegnante con tanto di registro aperto davanti e penna pronta all’uso, gli occhiali già sistemati sul naso francese e i capelli rigirati sulla nuca in una specie di corona che ricordava le acconciature coreane.

Gli studenti, prima chiassosi, si erano fatti, silenziosi e impacciati mentre raggiungevano il banco assegnato e preparavano il rispettivo materiale di lavoro.

Eva stava guardando ciascuno con i suoi occhi azzurri, scrutando da parte a parte gli allievi che tentavano di nascondere foglietti, scritte sul banco, appunti presi con l’inchiostro invisibile e altre trovate.

Allo scoccare delle nove e mezza del suo orologio, l’unico di cui si fidasse, si era alzata in piedi lanciando una breve occhiata alle bancate.

-          Lei è Chachazero – disse in torno formale mentre una minuscola bambolina dai lunghi capelli verdi e il vestito da principessa compariva in aria – controllerà che non copiate o manomettiate domande e compiti – aveva aggiunto – ah, vi consiglio anche di non tentarlo nemmeno perché ha una vena fortemente sadica e non c’è speranza che io non venga a saperlo.

Allarmati dal loro nuovo poliziotto-bambola, che nel frattempo spostava gli occhi meccanici piuttosto sinistri, tutti avevano annuito mentre davanti a loro compariva un foglio di pergamena con sopra annotate finemente le domande a cui si doveva rispondere.

-          Avete due ore e mezza – fu l’ultima cosa che disse, dopodiché girò la clessidra posta sulla cattedra e si risedette facendo comparire per lei un libro di lettura e disinteressandosi completamente.

Qualcuno tentò effettivamente di copiare, ma Chachazero non era proprio una bambola socievole, dolce e carina, non del tutto, almeno; come aveva detto la sua padrona, aveva una vena sadica piuttosto spiccata che vedeva la luce nel momento stesso in cui scorgeva qualche impreparato a copiare.

Passare un compito non era reato.

Copiarlo però sì.

E così, furono più gli spaventi che i poveretti si trovarono mentre tentavano qualche risposta azzardata che quelle che effettivamente giunsero al destinatario.

In ogni modo, erano tutti troppo agitati e presi dal proprio lavoro per curarsi degli altri.

 

Al termine del tempo concesso, si contavano i risultati in sopravvissuti, morti, ritardatari e “consegno in bianco tanto non ne so una”.

I sopravvissuti stavano giusto chiacchierando fra loro in fondo alla classe dopo aver consegnato e si confrontavano le risposte date con più o meno approfondimento; i morti erano usciti con aria sconsolata dall’aula nella speranza di riuscire a fumare qualcosa di forte e tirarsi un po’ su; i ritardatari, come Ron, stavano ancora scrivendo domande a caso tra un foglio e l’altro, dicendo “aspetti!” e “un minuto” e nel frattempo guardavano fisso il foglio e scrivevano impiastricciando tutto con l’inchiostro sbavato sulla manica della camicia. I “consegno in bianco” erano i più tranquilli: appostati sotto una finestra, si stavano liberamente facendo gli affari loro senza preoccuparsi troppo, sicuri che almeno una T era assicurata (forse).

 

Evangeline si alzò dal suo scranno e studiò il macello che un semplice compito in classe riusciva a fare sui suoi allievi, chissà se, se lei fosse venuta a Hogwarts, sarebbe stata come loro?

Peccato che al tempo della fondazione della scuola lei fosse appena diventata una vampira, era sempre stata molto curiosa di scoprire in quale Casa il Cappello Parlante l’avrebbe smistata, poteva sempre essere che, per la fine dell’anno, Silente glielo lasciasse provare… non era mai stata a rimuginare troppo su quel che aveva o non aveva fatto oppure su quel che sarebbe accaduto se avesse fatto questa o quella cosa, ma in quel particolare caso, la regola non valeva.

 

-          Non vedo Paciock, oggi – aggiunse all’indirizzo di Harry ed Hermione che transitavano di fronte alla sedia

Panico.

Harry finse di essere in ritardo mentre volava dalla porta, lasciando Hermione a sbrigarsela con la prof, era sempre stata migliore di lui a trattare con gli insegnanti

-          Ieri sera ha avuto qualche problema di famiglia – ammise la riccia cercando di calmare il nervosismo

-          Oh, spero si risolva presto – disse quasi dispiaciuta la bionda, la Caposcuola annuì

-          Lo speriamo anche noi…

-          Niente a che vedere con “i suoi genitori” – aggiunse in un sussurro, l’altra scosse la testa

-          No, era per sua nonna…

-          Oh…

Beh, dopotutto, non era proprio una bugia, solo una mezza verità visto che sua nonna era la principale persona coinvolta in quella storia del fidanzamento.

La Caposcuola continuò a guardarsi attorno non ritrovando tra i presenti neppure Daphne… strano.

Probabilmente erano rimasti assieme a parlare, non avevano studiato e avevano saltato la lezione.

Congedandosi dalla prof, andò alla ricerca di Harry, maledetto traditore, che la lasciava nei pasticci proprio quando avrebbe avuto bisogno di lui: tra i due, quello delle scuse realistiche era senz’altro lui visto che una volta era riuscito a convincere la Sprite di non averle portato una relazione di 7 fogli su una certa pianta perché aveva avuto una convocazione legale dal suo notaio babbano a Londra. Tsk, come se un minorenne potesse avere un notaio… Harry poi ne avrebbe avuto bisogno giusto per fare testamento… ma nel mondo magico quelle cose non le sapeva nessuno, così chi era stato tra i babbani si era messo a sogghignare mentre la prof, un po’ svampita, annuiva con aria convinta al suo allievo segnandogli di riconsegnarla per la lezione successiva. E ovviamente per quella Harry aveva pronta una nuova scusa irresistibile.

 

*          *          *

 

La campana del pranzo suonò richiamando gli studenti in Sala Grande.

Hermione si sedette come suo solito al tavolo del Grifondoro mentre Malfoy le sorrideva con il consueto ghigno made-in-Malfoy dall’altra parte del salone

-          Vi informo che le classi di Corvonero e Tassorosso del terzo, quinto e settimo anno quest’oggi hanno verifica per il voto di primo semestre e quindi non parteciperanno al pranzo, ma lo consumeranno al termine della prova scritta – annunciò la McGrannit per poi tornare a sedersi mentre compariva il consueto pasto

-          Ehi, è da un po’ che non vedo Lavanda in giro – fece notare una ragazza del terzo anno a Hermione e Calì, sedute di fronte

-          Già, non l’ho vista neppure io a pranzo, forse è a dieta – propose la Patil

-          O forse è stata catturata dal maniaco di Cho Chang – azzardò Ginny sventolando la sua forchetta che infilzava la porzione di arrosto

-          Il maniaco di Cho Chang? – domandò Hermione curiosa

-          Ma come, non lo sai? Pare che la Corvonero sia stata aggredita in uno dei corridoi mentre andava da Padre Royal – le spiegò la rossa

-          Probabilmente sarà solo uno dei suoi mille ex ragazzi che le ha fatto un’imboscata per fargliela pagare – propose logicamente Colin Canon seduto accanto ad Hermione – è uscita con mezza scuola e ha trattato tutti malissimo – specificò

-          Tu sei troppo duro, Colin – lo riprese la Caposcuola – chissà da dove ti nasce questo odio per Cho

-          Preferisco non parlarne – rispose freddo il biondino – comunque svolgerò qualche indagine, se salta fuori un maniaco sarebbe un ottimo articolo da prima pagina per la Gazzetta di Hogwarts

-          Beh, quindi potrebbe essere stato questo a rapire anche Lavanda…

-          Lavanda strilla così tanto che il maniaco l’avrebbe lasciata andare dalla disperazione – fece notare seria Calì che, in teoria, era la sua migliore amica

-          Beh, ma è un pezzo che non mangia né a pranzo né a cena

-          Te l’ho detto, sarà a dieta! – continuò la ragazza indiana

-          Effettivamente sarebbe proprio da lei – fu il commento di Hermione che era ancora un po’ alterata per la piazzata che le aveva fatto prima di Capodanno

 

Dopo pranzo, la ragazza si ritirò nella sua stanza.

La verifica assegnata da Evangeline era massacrante per di più si era fatta tre ore con Harry che aveva assunto la faccia da cane bastonato, solo che lei mica poteva passargli il compito per ogni materia! Soprattutto perché quella Chachazero era riuscita perfino a spaventare Nott che si stava facendo passare un foglio da Milicent Bulstrode e per spaventare Nott, oltre a fargli “bu!” ce ne voleva…

 

Si stese sul letto con una mano sugli occhi, quel pomeriggio la aspettavano nientemeno che un’ora di astronomia e poi studio, studio e ancora studio per Rune Antiche.

Qualcuno bussò alla porta attirando la sua attenzione, disse “avanti” un po’ svogliatamente mentre si metteva a sedere sul letto ricomponendosi un minimo per non sembrare appena uscita dalla casa degli orrori.

Daphne aprì la porta che le era ormai familiare ed entrò assieme a Neville: non avevano l’espressione sorridente che tutte le coppie che avevano risolto i loro problemi sfoggiavano su fotoromanzi e romanzetti rosa, che fosse andato storto qualcosa?

Beh, in verità, se davvero fosse stato così, probabilmente Daphne avrebbe preso la prima finestra e si sarebbe buttata e, a giudicare dal fatto che non aveva lesioni gravi, sintomi di incorporeità e fosse arrivata accompagnata da Paciock lasciava a ben sperare…

-          Posso chiudere la porta? – domandò la bionda, Herm annuì mentre lei richiudeva dietro i sé

C’era qualcosa di cui doveva assolutamente parlare, glielo leggeva in faccia dal modo in cui tergiversava, chiudeva la porta e si sistemava la gonna.

Spostò lo sguardo sul suo amico che, tuttavia, teneva gli occhi bassi sul distintivo della maglietta e non le lasciava capire che razza di pensieri gli frullassero per la testa.

-          Bene, dimmi tutto! – propose alla sua amica che, nel frattempo, stava riponendo sul comodino un libro momentaneamente per terra. Terminato quello si accorse di una sciarpa un po’ penzolante dall’attaccapanni e si prodigò ad aggiustarla – Daph… - la riprese la riccia aspettando qualche segno di vita che non fosse degno di Biancaneve

Daphne arrossì con aria colpevole andando a posizionarsi in silenzio vicino al grifondoro.

Arrossì un poco mentre prendeva la mano un po’ ciocciottella del grifone che, se possibile, abbassò ancora di più la testa

-          Herm – disse debolmente – io non sono più vergine…

In quel preciso istante Hermione vide due facce tingersi di rosso scarlatto mentre quella singola parola veniva pronunciata e sentì la sua mandibola precipitare istantaneamente verso il dormitorio di serpeverde diversi piani più in basso.

Beh, non che lei avesse reazioni molto differenti, visto che arrossire era la sua principale occupazione in compagnia di un certo “qualcuno”, ma ormai a stare col biondastro ci stava facendo il callo a certi commenti lascivi.

Comunque, in parte stava cominciando a capire, soprattutto sapendo che Daphne voleva arrivare vergine al matrimonio, a questo punto, le mancavano solo i dettagli, che l’avesse fatto come ultimo addio a Neville?

Beh, la cosa aveva dell’assurdo visto che Neville non l’avrebbe mai sedotta e probabilmente non si sarebbe mai aspettato niente di simile, che avessero preso una qualche decisione tipo “Se i miei scoprono che sono incinta ci costringeranno a sposarci e avremo due piccioni con una fava”?

Guardò interrogativamente prima lui, che non accennava a riprendersi dallo shock, poi lei

-          Sei sorpresa? – le chiede la Slytherin. Accidenti a Daphne e alle sue domande retoriche, c’era bisogno di domandare una cosa tanto ovvia?

-          Sì, ma vorrei che tu mi spiegassi… - disse come una nonnetta

-          Io e Neville – disse rivolgendogli uno sguardo dolcissimo – alla fine vogliamo stare insieme… prima non ci conoscevamo, poi ci siamo conosciuti e abbiamo deciso, solo che lui non voleva darla vinta ai nostri genitori e così la tirava per le lunghe… e adesso… avevi ragione tu – sussurrò appena

-          E i vostri genitori? I vostri nonni? Come la prenderanno? Cosa direte loro? – domandò un po’ in apprensione

-          Farò a modo mio. – annunciò la bionda serpeverde – una volta ti dissi che le ragazze purosangue si dividono in tre categorie, bene, ho smesso di subire in silenzio, “Vivrò il destino come ho scelto da sola, per questo non tornerò indietro!” era così che si diceva, vero? – Hermione annuì sorridendole – me l’hai insegnata te

-          E io l’ho imparata in un libro – si giustificò la riccia

-          Cosa ne dici? – domandò Paciock aprendo per la prima volta bocca

-          Avrete vita grama, questo sì, ma almeno sarete felici…

-          Tu approvi? – domandarono in coro

-          Io ho sempre approvato – annuì loro da brava mammina – sono felice che alla fine siate arrivati a questa decisione, credo che siate le persone più indicate a stare insieme… ma ammetto che non mi sarei aspettata una simile… ehm… risoluzione, ecco.

-          Non dirlo in giro – la pregò ancora la rappresentante della Casa verde-argento – lo dirò a Ginny quando avrò abbastanza coraggio, ma volevo che te fossi la prima, visto che mi hai aiutata tanto – Hermione le sorrise riconoscente mentre due fossette le si formavano ai lati della bocca

-          Terrò il segreto. Cosa direte ai vostri parenti?

-          Neville ha scritto una lettera ad entrambi – aggiunse Daphne – i miei pianteranno un pandemonio, ma ormai sono maggiorenne, non possono costringermi a fare qualcosa… per sua nonna… - lo guardò

-          Non credo farà tante storie – ammise il grifondoro – Daphne assomiglia un po’ alla mamma da giovane

-          Avete preso una decisione difficile – ammise ancora la grifoncina – soprattutto tu – e indicò la sua amica – e siete giovani

-          Prima o poi dovevo farlo

-          Sono felice che tu l’abbia fatto.

E le due amiche si andarono incontro ad abbracciarsi, rimanendo così diversi minuti, Daphne piangendo.

Hermione andò ad abbracciare anche Neville, dopo tanto tempo, aveva diritto anche lui ad una esistenza tranquilla e con una persona innamorata al suo fianco.

-          Abbiamo deciso che ci sposeremo dopo aver finito la scuola – ammise ancora la Slytherin lasciando di sasso la Caposcuola – sappiamo che è presto, ma penso sia la cosa giusta da fare…

-          Se voi ve la sentite… allora fate tutto quel che vi pare.

Neville sorrise, poi se ne andò, lasciando le due ragazze a raccontarsi qualche pettegolezzo e qualche dettaglio sul fatto che Daphne non fosse più vergine.

In verità, riflettè Hermione, la cosa un po’ la faceva ridere, soprattutto l’idea di immaginare una bruciante notte di passione tra quei due dal sangue freddo, ma chissà che anche Paciock non avesse qualche lato nascosto, magari nei pantaloni…

Accipicchia, stava prendendo quei pessimi modi di dire da Malfoy…!

 

*          *          *

 

Era febbraio, il mese degli innamorati, il mese dove cade San Valentino, la festa di tutti i fidanzati.

Ogni ragazza a scuola stava organizzando minuziosamente quel giorno da trascorrere con la persona speciale. Qualcuna progettava romantiche gite sul lago, scampagnate per la brughiera, una cenetta romantica da Madama Piediburro o in qualche pub esclusivo e raffinato con tanto di tovaglia a rose, candele profumate e violinista che suonava una melodiosa musica in sottofondo. Insomma, le attrattive per quel giorno erano praticamente infinite e ce n’era per i gusti più difficili, compresa una vecchia chiromante a Hogsmead che prometteva l’amore eterno con un filtro d’amore rarissimo che i prof avevano sconsigliato di prendere a tutti i loro allievi perché di dubbia provenienza, insomma, un mezzo bidone.

Piton, dal canto suo, aveva tentato in tutti i modi di dimostrare che le basi scientifiche e, soprattutto, nell’ambito delle pozioni, di quell’intruglio erano praticamente nulle, roba da babbani, insomma, ma tant’è ogni anno c’era pieno di ragazzette immature e troppo sognatrici che si lanciava all’assalto della chiromante e pretendevano che il loro ragazzo bevesse quel miscuglio di ingredienti.

 

Draco per la prima volta stava pensando a quella festa che, per quanto lo riguardava, aveva sempre trascorso comodamente nel suo letto, non solo, certo, magari assieme a qualcuna che considerava la cosa di buon auspicio, oppure che si faceva consolare per essere stata appena scaricata, insomma, anche lì ce n’era per i beati di scelta, certo è che in sette anni ne aveva viste, ma per quanto lo riguardava, San Valentino per lui era tutti i giorni; anche perché era fuori questione che fosse lui a fare qualcosa per una ragazza, semmai il contrario.

Quell’anno però, per uniformarsi al clima di follia che lo accompagnava ormai da circa sei mesi, aveva deciso che, anche se non si sarebbe abbassato ad accompagnare la mezzosangue al ristorante, alla festicciola popolare o stupidaggini del genere, si sarebbe comunque sforzato di pensare qualcosa di carino per lei. Questo non significava niente, certo, però, magari, una scatola di cioccolatini di finissima fattura provenienti dalla Svizzera, oppure un mazzo di rose della Bulgaria dalle quali avrebbe anche potuto distillare il profumo… ma insomma, che si pretendeva da lui, poi? Non dicevano che era il pensiero quel che contava?

Bene, la mezzosangue, almeno, avrebbe capito.

 

Blaise, invece, era un amico inutile, a cominciare dal fatto che, quando era andato a cercarlo per avere qualche consiglio a proposito (lui sì che sapeva come raggirare le persone) questi si era messo a ridere tanto che, probabilmente, si stava ancora rotolando sul letto da quanto l’aveva preso l’ilarità del momento a vedere Draco Malfoy in difficoltà di fronte ad una cosa del genere… e chi l’avrebbe mai detto che sarebbe venuto anche quel giorno?

Alla fine, dopo essersi fatto venire il singhiozzo, Zabini aveva deciso di collaborare, peccato che tra lui e sua sorella non fossero in grado di partorire una singola idea che non facesse pensare ad un cavaliere con gravi problemi di identità e un forte bisogno di uno psichiatra.

Insomma, chi rimaneva a cui chiedere aiuto?

…solo Mirtilla, ma bisognava proprio cadere in basso per andare da lei.

 

E infatti un pomeriggio, cercando di far sì che nessuno lo vedesse, era entrato furtivo nel bagno del fantasma, ma anche questa era stata una mezza delusione perché questo l’aveva brutalmente scacciato dicendo che aveva da fare con una ragazza che aveva sicuramente problemi più gravi dei suoi.

Ovviamente, dopo averla insultata, se n’era andato.

Di chiedere a Potter neppure per l’idea, abbassasi un po’ ok, ma non fino a quel punto!

 

E poi, tanto per rimanere in tema di belle donne, la McGranitt gli aveva chiesto un colloquio per quel pomeriggio, una vera cuccagna!

A pensarci seriamente, l’ultima volta che era stato a parlare da solo con la vicepreside era successo quando gli avevano appioppato la Granger perché studiasse e, benché la cosa non gli piacesse, aveva avuto i suoi lati positivi: la sua media era ormai impeccabile e usciva stabilmente con la mezzosangue.

Beh, se quello fosse da considerarsi un dato positivo, soprattutto visto che era la conseguenza prima della sua scarsa sanità mentale e dei suoi violenti sbalzi di personalità, era tutta da vedere, ma era meglio trascurare, sennò lo ricoveravano davvero al San Mungo.

 

*          *          *

 

Erano le quattro del pomeriggio ed il corridoio buio fuori dell’ufficio era vuoto come al solito.

Gli studenti che passeggiavano lì di fronte stavano andando quasi tutti agli allenamenti di quidditch per la partita di domenica tra Tassi e Corvi nel girone di ritorno ed erano vestiti con la classica divisa da giocatori.

Draco li sorpassò senza degnarli di un’occhiata e si fermò di fronte alla porta chiusa dello studio aspettando e, memore del colpo ricevuto dalla stessa Hermione Granger quella memorabile volta, se ne rimase a debita distanza di sicurezza.

Giusto, la Granger…

Erano quasi tre giorni che la vedeva solo a pranzo o a cena per via di tutte quelle verifiche che avevano messo e lei studiava come non mai. Avrebbe avuto tanta voglia di rivederla in quel momento e di averla accanto prima di incontrare la vecchia arpia pronta a cavargli gli occhi perché, ammettiamolo, se Piton era tremendamente favorevole a Serpeverde, la McGranitt era una sporca Grifondoro fino all’ultimo dei suoi capelli grigi!

… sì, magari non faceva tutti i favoritismi dello zio Sev, però se voleva rompere, rompeva anche di più! E forse era meglio veder sfuggire la Coppa delle Case piuttosto che uscirne matti, anche perché le possibilità di andarsene da quella scuola con tutte le rotelle a posto era pari a zero.

 

Prendendo il consueto respiro, bussò una volta attendendo che la dolce voce della prof lo invitasse ad entrare, esattamente come fece.

 

Lo studio era illuminato dalla poca luce del pomeriggio, in parte schermata dai pesanti tendaggi di velluto; la prof era seduta alla sua scrivania intenta ad esaminare alcuni documenti e, come il biondo mise piede nella stanza, alzò gli occhi oltre i vetri a mezzaluna posizionati sul naso nello scrutare il suo studente che avanzava.

-          Prego signor Malfoy, si accomodi – disse indicando le consuete poltrone – in verità, il colloquio di oggi sarà piuttosto breve, non ho da riferirle particolari cose, a parte che sono favorevolmente colpita dall’ottimo sprint che i suoi voti hanno preso negli ultimi tempi, non nego che parte del merito vada alla signorina Granger che si è così solertemente applicata ai suoi doveri con i quali, forse, l’abbiamo decisamente oppressa, ma siamo molto orgogliosi della collaborazione che siete riusciti ad instaurare se il risultato è stato questo.

Malfoy annuì non comprendendo dove la vecchia megera volesse andare a parare.

La prof prese un respiro, come se si stesse addentrando in un territorio pericoloso con quel che presto avrebbe detto

-          In verità – continuò la rappresentante dei grifoni – il motivo per cui oggi l’ho chiamata qui riguarda proprio la signorina Granger

 

Simulando il minor interesse possibile, lo Slytherin sollevò un sopracciglio nella miglior espressione menefreghista che, al momento, riuscisse a ritrovare nel suo repertorio.

 

-          Ecco… è stata la signorina Granger stessa a porgermi questa richiesta e io, come rappresentate in questa scuola, valutando tutte le “circostanze” mi sento costretta ad accettarla…

-          Quali “circostanze”, mi scusi? – domandò la serpe scettica

-          Mi lasci finire… sì, dunque, ecco… la signorina Granger, visti gli ottimi risultati conseguiti, mi ha chiesto se era possibile interrompere il rapporto di ripetizione ai quali vi ho obbligati perché, tra tutto, non riesce a stare al passo con lo studio

-          Se si tratta delle verifiche è senz’altro una cosa temporanea – quasi scherzò il Serpeverde

-          No signor Malfoy, si tratta di problemi personali

 

Problemi personali?

Se Hermione avesse avuto degli stramaledettissimi problemi personali gliene avrebbe parlato!

Lo sapeva, l’avrebbe fatto di sicuro, cosa diamine aveva detto alla prof?

E perché accidenti le aveva posto quella richiesta?

Studiavano assieme tre pomeriggi su cinque ed era andato tutto bene fino ad una settimana prima, che era accaduto, dannazione? Tutto insieme, poi…

 

-          Di che genere di problemi si tratta? – domandò

-          Non sono tenuta a riferirgliene – ammise quasi con tristezza la professoressa e, per la prima volta, gli parve quasi che provasse dispiacere verso di lui, un sentimento assai inconsueto per una irriducibile rosso-oro come lei.

-          Non credo di stare capendo – ammise quasi francamente

-          Orsù, signor Malfoy, si consideri semplicemente libero dall’impegno che le abbiamo imposto

 

Che Hermione fosse andata a pensare quella stupidaggine come regalo di San Valentino?

Era l’idea più idiota che gli fosse venuta in mente, ma sarebbe stata tremendamente da lei.

Naaa, a pensarci seriamente non era assolutamente possibile, sì, era ossessionata un po’ dalla scuola e dal rendimento, ma quando studiavano insieme stavano bene, quindi, perché privarsi di una cosa che faceva piacere anche a lei?

Dubitava che avesse avuto la pensata che, forse, lui sarebbe stato meglio perché le aveva detto in tutti i modi che lui stava bene solo quando era con lei, dunque, di che diavolo si trattava?

 

-          Continuo a non afferrare il concetto, prof – disse serio lui cercando di leggere oltre le lenti qualche informazione subliminale

-          Mi dispiace, ma non posso dirle altro… - ammise tristemente la vicepreside

-          Ma mi spieghi almeno perché? O che tipo di problemi la perseguita, semmai si può trovare una soluzione

 

Probabilmente ora la McGranitt credeva che gli stesse davvero a cuore la scuola.

A Draco parve che la prof fosse quasi colpita da questo suo comportamento ostinato nei confronti della Granger e gli sembrò che stesse per aggiungere davvero qualcosa a quello che aveva appena detto, magari un qualche dettaglio che lo aiutasse a capire che accidenti stava accadendo!

Però si fermò in tempo, richiudendo le labbra che stavano per spifferare qualcosa.

Ma che si erano dette quelle due matte? I segreti del cuore?

Avevano fatto giuramento?

No perché, da come si comportava, la vecchia Minerva poteva essere presa per l’amichetta del cuore che deve tenere a tutti i costi il segretuccio sennò, se lo dice, addio amicizia e “io con te non ci parlo più!”.

 

Draco la guardò mentre si faceva silenzio

-          Mi dispiace di non riuscire a capire – disse quasi come se fosse stato offeso – proprio adesso che si era instaurata questa collaborazione tra le nostre due Case in genere rivali…

Ok, quello si chiamava colpo basso perché stava facendo leva sui doveri di un insegnante. Proprio lui, poi, che non si era mai curato di quel che dovessero o non dovessero fare.

Da quando era ridotto così male?

Ma poi, mica ci si poteva aspettare che una serpe giocasse pulito, andiamo, lo sapevano perfino i poppanti!

L’effetto però stava mettendo in crisi la prof che, presa nella morsa della giustizia sociale, tentennava sulle sue posizioni.

 

-          Signor Malfoy, mi creda, se potessi cercherei di risolvere questa situazione in un modo o nell’altro, ma, mi creda, va al di là delle mie possibilità perché ha a che fare con le precarie condizioni di salute della sua compagna…

 

Tombola!

Eh no, però, tombola un cazzo!

Che era sta storia delle “precarie condizioni di salute”?

 

-          Ora esca, signor Malfoy – disse sbrigativa la McGranitt – o finirò per dire più di quanto mi è concesso.

E lo sospinse oltre la porta.

Maledetta arpia, che diamine intendeva?

Quelle parole, in genere, si usano quando una persona sta molto male, che diamine aveva Hermione?

Una malattia pericolosa?

Aveva fatto qualche esperimento che non doveva con le pozioni o qualche incantesimo e adesso si era di nuovo trasformata in un gatto gigante?

Cazzo però, non poteva lasciarlo così!

E si riferiva sia alla prof che a quella testarda di una grifondoro, accidenti a lei!

Ma che le era preso tutto d’un tratto?

Avrebbe dovuto dirglielo e parlargliene al più presto.

 

E poi lo colse la folgorazione.

 

Salì a razzo le scale che conducevano alla Torre del Grifondoro finché non si ritrovò di fronte al ritratto della Signora Grassa che lo studiò con sprezzo senza neppure chiedergli la consueta parola d’ordine.

-          Potter, cazzo, apri questa maledetta porta! – urlò attraverso il legno sbattendo i pugni sul quadro e facendo scappare la sua abitante.

Dall’altra parte, un gruppetto di primini terrorizzati, non avvezzi alle scenate del Principe delle Serpi, si stavano allontanando sempre più dall’uscio mentre Harry Potter, svegliato da tutto quel baccano, scese dal piano di sopra dove stava il dormitorio maschile avvicinandosi al chiavistello

-          Potter, maledetto bastardo, apri questa porta o do fuoco a tutto il vostro fottutissimo dormitorio!

-          Cazzo hai da gridare?! – fu la melodiosa risposta del bambino sopravvissuto mentre studiava torvo Malferrett in posizione d’attacco, arrabbiato come non mai, anzi, letteralmente furioso!

Cos’era, Hermione gli dava buca?

-          Chiamami la Granger – annunciò il biondo con fare autoritario – subito!

-          Non sono il tuo schiavo! – gli rispose Potty con il suo certo cipiglio, per niente contento delle parole dello Slytherin

-          Fa’ come ti dico!

-          Se anche fosse non lo farei! – sbraitò

E Draco si acquietò.

Cos’è che aveva detto? “Se anche fosse”? Ma che significava?

-          Sfregiato, che significa “se anche fosse”?

-          Significa che Hermione non è qui alla Torre, cos’è, sei rincitrullito ora?

-          E dove cazzo sarebbe?

-          Modera i termini quando parli di lei! – strillò Harry – e comunque non lo so, è da questa mattina che non c’è, non è neppure venuta a lezione con i Ravenclaw

-          Cosa hai detto?

-          Ma cosa sei, sordo? Ho detto che è da questa mattina che non la vedo!

-          Cazzo

-          Beh, adesso vuoi spiegarmi che succede? – chiese San Potter sistemandosi i capelli mentre usciva del tutto dal vano della porta chiudendo dietro di se l’uscio per lasciare un po’ in pace i primini e la gente sconvolta che vagava ammutolita per la Sala Comune. – credevo che una volta usassi metodi un po’ più fini per corteggiare una ragazza… - frecciò quasi ghignando, peccato che il furetto non fosse della sua stessa opinione

-          La McGranitt mi ha detto che Hermione ha dei problemi gravi di salute – disse chiamandola per nome in un gesto di familiarità che non avevano mai usato quando erano in compagnia di altri. Ma intanto se n’era già accorto che Potter sapeva tutto, a cominciare da quella volta in cucina quando li aveva visti allontanarsi ed era rimasto zitto

-          COSA?! – urlò il bambino sopravvissuto

-          Beh, mi hai chiesto che avevo… - protestò

-          Ma a me non ha detto niente! – gridò ancora Harry costernato

-          Beh, a me l’ha detto la TUA prof – sbraitò la serpe

-          Dammi un secondo che arrivo – gli intimò il grifone andando all’interno, recuperando un maglione, infilandolo e dirigendosi per i corridoi assieme all’erede di casa Malfoy, entrambi piuttosto preoccupati, agitati e… arrabbiati.

 

*          *          *

 

-          Mi sorprende che Hermione non mi abbia detto niente – sbottò Harry mentre si dirigevano verso la casa di Hagrid – a me dice sempre tutto

-          Beh, forse non proprio tutto… - si premurò di fargli notare il biondo

-          Se ti riferisci al fatto che stai con lei, lo sapevo già – fu l’acido commento del moro

-          Quello lo sapevo anche io – sbuffò la serpe mentre l’aria calda che usciva dalla bocca si trasformava in una nuvoletta dell’ultimo inverno

-          E allora parla come si deve

-          Io parlo sempre come si deve

-          Cioè insultando la gente – celiò Potter

-          Ehi, bada a come parli, sono sempre in tempo ad andare a dire a Piton di quel festino alla stanza delle necessità, sabato scorso – sbuffò contrariato lo Slytherin

-          E come mai non l’hai fatto?

-          Chissà… - beh, ok dire qualcosa, ma non poteva certo spiegare allo Sfregiato che Hermione l’aveva praticamente supplicato di tenere la bocca chiusa, visto che quel giorno sarebbe stato di ronda lui

-          Guarda che non sono il tuo fratellino a cui devi sempre salvare il culo – fu il delicato commento del grifondoro

-          No, guarda, non l’avrei mai detto! Eppure ci assomigliamo così tanto… - frecciò il cercatore verde-argento con un ghigno quasi sarcastico sulle labbra

-          Se fossi davvero tuo fratello, non avresti fatto in tempo a vedere la luce che saresti già morto

-          Ti voglio ricordare che sono nato prima di te, quindi, semmai, saresti un “bambino non sopravvissuto” – spiegò la serpe

-          Se fossi davvero mio fratello – sospirò drammaticamente Harry – mi sparerei un colpo in testa

-          Ottimo Potter, fosse la volta buona! – ironizzò il biondo beccandosi un’occhiataccia, ma entrare nella cuccia di Hagrid era una punizione sufficiente.

 

Dopo due ore di ricerca, di Hermione non c’era ancora l’ombra.

Lo sgomento che due persone come Potter e Malfoy portavano a girare insieme per i corridoi, una cosa letteralmente inimmaginabile, fuori da ogni previsione, era in parte attutito dalla paura che i loro sguardi cupi suscitavano in quei pochi che riuscivano a guardarli in faccia prima di essere brutalmente travolti da due rinoceronti alla carica.

Il loro umore peggiorava ogni minuto trascorso insieme, sia perché della loro compagna non c’era traccia, sia perché il cane prestato da Padma Patil non aveva riscosso grandi risultati, a parte aver scoperto un ripostiglio segreto di provviste.

 

Una sciarpa rosso-oro e una sciarpa verde-argento svolazzavano insieme annodate alla bella e meglio intorno ai mantelli scuri mentre percorrevano a passo marziale il corridoio ancora più di pessimo umore.

Colin, per l’occasione e a rischio della vita, era perfino riuscito a scattare una fotografia, peccato solo che le non tanto velate minacce dei due non promettessero niente di buono per la sua vita, la sua famiglia e, soprattutto, la sua adorata macchina fotografica.

A quel punto, mancava solo un posto in cui cercare: il bagno di Mirtilla.

L’avevano lasciato per ultimo per svariati motivi

1)      si rischiava sempre di incontrare qualche sgradita ospite venuta lì a confessare i suoi segreti desideri e le sue frustrazioni

2)      Mirtilla non era il massimo nella conversazione e Harry sapeva che, se l’avesse avuto sotto tiro, sarebbero serviti anni prima di poter nuovamente vedere il mondo esterno

3)      Se era finita nel bagno di Mirtilla doveva essere una cosa molto, ma molto grave.

 

-          Entro prima io – annunciò Harry mettendo il naso oltre l’uscio e spiando l’interno

-          Perché? – chiese il biondo facendo un tiro a quella che, dieci sigarette fa, doveva essere l’ultima della giornata.

-          Così se non c’è non devi entrare

-          Bravo, e se ti becca la scorfana stiamo qui fino a domattina – bofonchiò

-          Malfoy, mi stai davvero non ti dico dove e se non la smetti ti assicuro che quella sigaretta prenderà di sicuro un’attrattiva particolare

-          Sai che minaccia, Potty, ho la pelle d’oca – continuò sprezzante il ragazzo dagli occhi di ghiaccio

 

In quel momento, mentre si spintonavano decidendo chi dovesse entrare per primo, la porta di uno dei bagni si spalancò lasciando uscire una Hermione come non l’avevano davvero mai vista.

Harry spalancò la bocca stupito mentre Draco strabuzzava gli occhi sbigottito: santo Cielo, ma che diamine le era successo??? Era davvero lei quella?

 

*          *          *

 

Spazio Autrice: lo so, sono da picchiare e non vi do torto… avere terribilmente ragione se mi direte che sono un’idiota a lasciare in sospeso un capito così, ma datemi tempo, arriverà anche la soluzione di questo mistero e piuttosto in fretta, anche, perché mi piacerebbe terminare la fic per l’inizio dell’anno nuovo.

Da domani sono ufficialmente in festa… quasi non ci credo, quando ho cominciato stavo per iniziare la scuola e adesso che la ultimo siamo a Natale, come vola il tempo…

Beh, io spero che vi piaccia e anche che mi lascerete un commento… ciao!

 

Un Bacio e Buone Feste!

Nyssa

 

luana1985: non preoccuparti per la fine della storia, effettivamente si sta avvicinando a grande velocità, ma sto scrivendone anche un’altra e quindi non sentirete troppo la mia mancanza… (in verità credo che tutti voi non aspettiate altro che di liberarvi di me).

Effettivamente non è un cappy indispensabile, ma era un po’ che non scrivevo di quotidianità e anche in questo ventisettesimo cappy non succede granchè, però ci sono molto affezionata e spero che piaccia anche a te… ciao e un bacio! Nyssa

 

potterina_88_: mentre scrivevo di questa nuova prof stavo mentalmente pregando perché la mia prof di mate si trasfigurasse in Evangeline, sfortunatamente non è successo, ma se volete farmi un regalo di Natale vi do il suo indirizzo.

Scherzo. Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, in questo nuovo Neville e Daph ammettono un po’ di loro stessi, e loro non parlano mai di loro stessi, quindi succede qualcosa in più, però almeno questo problema si sistema…

Presto arriverà la conclusione di tutta la storia, nel frattempo, un abbraccio! Nyssa

 

Shavanna: come hai potuto vedere ogni cosa è tornata al suo posto e spero che il meccanismo vi sia piaciuto, anche se penso che molti di voi si fossero già accorti che prima o poi qualcuno avrebbe messo i bastoni tra le ruote a quei poveretti.

Sul fatto che Draco sia piuttosto preso credo di aver detto qualcosa anche in questo capitolo che spero ti piaccia. Harry effettivamente è un mito, anche se è molto diverso dal libro. La ragazza che, invece, è entrata, è Rosleen, la fidanzata di Sirius, sul fatto che sia pazza non garantisco, anche se tutti i personaggi della mia fic sono piuttosto sopra le righe…

A presto, ciao e un bacione! Nyssa

 

Lord Martiya: beh, puoi sempre fare finta che Flitt sia stato bocciato a ripetizione vari anni e sia rimasto… cmq hai ragione, dovevo fare più attenzione, ma il problema è la zia Rowling non ci ha fornito molti nomi e bisogna campare con quelli che si hanno e la gente conosce, mi pareva di aver già inserito sufficienti personaggi secondari…

In questo capitolo, anche se è solo un’apparizione, compare Chachazero che, tuttavia, non assomiglia per niente all’originale salvo, forse, essere sadica allo stesso modo. Spero che ti piaccia e che mi lascerai un commentino, ciao e a presto! Nyssa

 

jennybrava: tesoro, grazie mille per tutte le belle cose che mi hai scritto, sono così contenta che il capitolo ti sia piaciuto… quasi mi commuovo con la tua recensione, altro che annoiarmi! Per rimanere in tema di momenti quotidiani arriva anche questo nuovo a combinare un po’ di pasticcio e aprendo qualche dubbio, ma tranquilli che si risolveranno tutti. Meno male che mi hai detto che Draco non è finito troppo OOC, già me lo vedevo versione serafino…

Ti ringrazio anche per tutti gli splendidi commenti sul mio modo di scrivere, davvero, sono molto lusingata dalle tue parole e posso assicurare che questa è, effettivamente, la mia prima fic, anche se non la prima cosa che scrivo… ma preferisco tenere nascosti gli obbrobri infantili pieni di zucchero fino a sentirsi male. Non mi ritengo una persona così talentuosa, ma grazie comunque, quando leggo certe cose mi viene tantissima voglia di scrivere…. Grazie mille… a presto e un bacione! Nyssa

 

Kilkenny: oh, lo spero anche io… Nott è troppo preso da se stesso, Eva-sensei, invece, dà sempre il meglio e in questo capito, affiancata addirittura da una appena accennata Chachazero, dimostra un po’ qualcosa di se, anche se si parlerà di lei più avanti (non molto perché ormai siamo agli sgoccioli).

Grazie mille per il voto stratosferico che mi hai dato, quasi mi vengono le lacrime, thanks!

 

lolitosa: ecco qui il seguito, so di essere in ritardo con le consegne, ma non hai idea di cosa sto passando per trovare tutti i regali di Natale, mi sento come se dovessi cercare i cuccioli della Carica dei 101 nei mondi di Kingdom Hearts… cioè, mi sto perdendo.

Spero che ti piaccia e che mi lascerai un nuovo commento! Ciao e un bacio!

 

Lisanna Baston: effettivamente a rileggere quanto ho scritto l’unica cosa che potrei dire è proprio “degna della fidanzata di Sirius”, anche se nella versione originale era una specie di angioletto tutto latte e miele, ma poi ho pensato che per tenere al guinzaglio uno come Sirius Black un po’ di polso bisogna averlo e così…

Spero che ti piaccia anche questo capito, anche se non succede molto… Ciao, un bacio e a presto!

 

 

 

 

   
 
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