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Autore: Loony Moony    05/06/2013    4 recensioni
"Nascondi, Remus, nascondi lo sguardo preoccupato con cui osservi la luna crescente, attraverso gli occhi malinconici di un bambino cresciuto troppo in fretta. Quella sfera lattea così perfetta, così candida."
"Nascondi, James, nascondi il riflesso nei tuoi occhi di capelli di fuoco e iridi smeraldo, perché non ti importa, non t’importa niente di lei, è solo l’ennesimo trofeo. Menti a te stesso, e non puoi fare a meno di farti pena."
"Nascondi, Sirius, nascondi le tracce delle ustionanti gocce di pioggia ancora attaccate alla schiena, alle spalle, ai capelli, dopo quella sera grigia in cui scappasti dalla tua prigione polverosa e guardasti per la prima volta ad un futuro incerto."
"Nascondi, Peter, nascondi la vigliaccheria che ti si appiccica addosso come stoffa bagnata, come le ali spezzate di un uccello caduto. Tu, però, non hai mai nemmeno volato."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Or dunque, questa cosa mi è venuta in un pomeriggio di noia e depressione, e ho voluto sperimentare per la prima volta le anafore e la seconda persona. Anzi, ripensandoci, questa è la prima ff che abbia mai scritto :o Credo si capisca di cosa tratti, le date sono scritte in alto, le parti in corsivo sono tutte dopo il 1981, ovviamente c: Se trovate la pazienza di leggerla, abbiate anche quella di lasciare due righe di commento (anche negativo, non mi offendo :) che è gratis (?).
 
 
[1972]
  Nascondi, Remus, nascondi lo sguardo preoccupato con cui osservi la luna crescente, attraverso gli occhi malinconici di un bambino cresciuto troppo in fretta. Quella sfera lattea così perfetta, così candida.
  Nascondi le lacrime al risveglio dall’ennesimo incubo, guardandoti intorno e soffocando i singhiozzi. Cerca di riaddormentarti nonostante l’immagine di quel mostro così terribile, così simile a te, ti tormenti, mentre si avvicina alla culla e si china famelico sul bambino innocente.
  Nascondi il senso di colpa e mettilo a riposare come si farebbe con un cobra che non vuole ritornare nel suo cesto, e nascondi le cicatrici e i tuoi occhi sotto i capelli chiari, convinto che ci si possa leggere la falsità delle tue menzogne, il ricordo dell’ennesima notte insonne, dei tuoi artigli innaturali che rendono il tuo corpo rannicchiato un ammasso di ossa, sangue e carne martoriata, in cui batte imperterrito il cuore, vivo, nonostante tutto, nonostante tu nell’ultimo doloroso momento di lucidità l’abbia pregato di fermarsi, perché no, non avresti potuto sopportarne un’altra.
  Un sorriso timido ed educato, il colletto della camicia ben stirata sui segni di quel morso maledetto, gentili occhi ambrati. Nessuno capirà.
 
[1975]
  Nascondi, James, nascondi le ferite di quei no, ripetuti fino allo sfinimento. Cosa possono fare a te, ragazzo viziato, vissuto con genitori amorevoli e circondato da amici? È solo una stupida ragazza.
  Nascondi il riflesso nei tuoi occhi di capelli di fuoco e iridi smeraldo, perché non ti importa, non t’importa niente di lei, è solo l’ennesimo trofeo. Menti a te stesso, e non puoi fare a meno di farti pena.
  Nascondi la tristezza nel tuo sguardo, la sfiducia in te stesso, che dilaga come un morbo in un’affollata città e nascondi gli occhi lucidi dietro ad un ciuffo di capelli ribelli. Quel ragazzo dall’ego smisurato, quello che cammina tronfio per i corridoi, mai solo, che lancia incantesimi agli studenti solo perché lo sa fare, cosa direbbero se sapessero che, dentro, si compiange. Considerato da tutti il massimo, si aggira per il castello con la sua bellezza modesta, vola libero sulla sua scopa, se solo sapessero che in realtà è il giudizio di una sola persona che vuole cambiare.
  Un sorriso gioioso e strafottente, la mano a spettinarsi sfrontatamente i capelli corvini, caldi occhi nocciola. Nessuno capirà.
 
[1976]
  Nascondi, Sirius, nascondi il dolore bruciante delle cruciatus sotto pelle, che annega nel tuo sangue, così puro, così nero. Chi te le ha inflitte, non lo rivedrai più.
  Nascondi le tracce delle ustionanti gocce di pioggia ancora attaccate alla schiena, alle spalle, ai capelli, dopo quella sera grigia in cui scappasti dalla tua prigione polverosa e guardasti per la prima volta ad un futuro incerto.
  Nascondi quel pezzo di te che ti ha lasciato, quando tuo fratello ti chiamò traditore e nascondi davanti a lui lo sgomento nel vederlo così cambiato, così diverso da quel bambino che ti si accucciava addosso quando aveva paura del buio. Quella casa è sempre stata buia, quella famiglia è sempre stata scura, e sporca. Qualche volta, la notte, quando non riesci a dormire, non visto prendi il rasoio per verificare che il tuo sangue non è come quello, non è nero, ma rosso, scarlatto, come gli stendardi a cui senti di appartenere, come i colori con cui hai imbrattato la tua stanza: l’inizio della fine.
  Un sorriso gelido e sprezzante, la bacchetta sempre pronta a punire quei maledetti e dimostrare il tuo valore, il tuo coraggio; freddi occhi grigi. Nessuno capirà.
 
[1981]
  Nascondi, Peter, nascondi la tua inguaribile codardia, quella che ti fa sentire indegno di stare con chiunque, men che meno con i tuoi amici. Mettila via, per una volta.
  Nascondi la vigliaccheria che ti si appiccica addosso come stoffa bagnata, come le ali spezzate di un uccello caduto. Tu, però, non hai mai nemmeno volato.
  Nascondi la paura onnipresente, dentro i tuoi occhi acquosi, e nascondi la tua insicurezza: devi essere sicuro, per una volta. Sicuro di te stesso, non protetto. Protetto lo sei sempre stato, dietro alle spalle larghe e alla popolarità dei tuoi amici forti, coraggiosi e leali, sempre e comunque. Ma ora, ora lo sai che il loro momento è arrivato, che la fiducia, in guerra, non si può mantenere. Pensi con soddisfazione agrodolce, con una stretta allo stomaco, che stai ragionando saggiamente, per una volta. Saranno traditi dalla loro stessa fiducia, quella di cui si riempiono la bocca, quella che hai visto nei loro occhi quando ti hanno nominato custode segreto. E ti senti importante, ti senti potente. Senti che per una voltapuoi sapere cosa fare, puoi decidere sulla vita o la morte di qualcuno. Senti che non hai niente da nascondere, che puoi volare, puoi essere libero.
  Oh Peter, non sai quanto stai sbagliando: un pipistrello in fondo non è più libero di un ratto.
 
  Visto, Remus? Sbagliavi, hanno capito. E nonostante tutto ti vollero bene, ti accolsero come un normale amico con un semplice “piccolo problema peloso”, un coniglio ribelle. Sacrificarono la vita per te, perché non pregassi più che il tuo cuore si fermasse. La sacrificarono più volte. E allora perché, perché ora sei solo con il tuo dolore?
 
  Visto, James? Sbagliavi, hanno capito. E anche lei capì, capì chi eri davvero e cosa avevi da offrirle. Fu così bello quando lei, alzando gli occhi smeraldo, disse quel . E lo disse anche un’altra volta, davanti all’altare, mentre stringeva la tua mano. E allora perché, perché ora la sua mano non la senti più?
 
  Visto, Sirius? Sbagliavi, hanno capito. E il futuro non fu incerto, perché lui era lì, sulla porta ad accoglierti, come un fratello, un vero fratello. Condivise con te la sua casa e i suoi stessi genitori, e fu uno dei momenti più belli della tua vita. E allora perché, perché ora, tra questi maledetti esseri neri e rancidi dal respiro roco, non senti più alcuna gioia?
 
  Un sorriso sicuro ma nervoso, la bocca pronta a parlare, a decidere sulla vita o la morte del tuo forte protettore, della rovina dei tuoi forti compagni, ora così deboli nelle tue mani, i piccoli occhi acquosi si chiudono e si aprono freneticamente.
  Capiranno?
  
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