Tutto taceva. Le prime luci dell'alba lasciavano intravedere un'ombra che atterrava pian piano di fronte alla casa di Chichi. D'un tratto la porta si spalancò. Era tutto proprio come egli aveva lasciato: la disposizione dei tavoli, delle sedie, dei mobili, era tutto proprio come ricordava. Sorrise. Finalmente era tornato e non vedeva l'ora di riabbracciare i suoi cari: sua moglie e i suoi due figli. Erano passati due anni dal Cell Game e sapeva che era nato un altro bambino, gli era stato detto che gli somigliava molto, però ancora non conosceva il suo nome. Attraversò la casa, diede uno sguardo veloce agli oggetti… Ehi, ma quello non era il primo regalo fatto a Chichi? Proprio così; era anche uno dei pochi ricordi del marito a cui lei teneva molto e che faceva vedere spesso a Gohan e Goten. Il sole si accingeva a sorgere, mentre lui passava di stanza in stanza. Si fermò e girò lo sguardo; riconobbe la porta: era quella della camera di Gohan. Mise una mano sul pomello, ma dopo pochi istanti si frenò: “Saluterò Gohan più tardi”. Continuò a percorrere la casa fino all’ultima stanza. Non vedeva l’ora di vedere il piccolo e riabbracciare Chichi. Controllò bene la sua forza e aprì piano la porta scricchiolante. Una figura, come un angelo, dormiva tranquilla nell’ampio letto matrimoniale e una culla con un bambino addormentato dentro era visibile in un angolo della stanza. Goku si tolse la tuta, si avvicinò alla moglie e la baciò dolcemente stando attento a non svegliarla; “Tesoro sono tornato, ora e per sempre, so bene che è stato difficile senza di me, ma ti prometto che non ti farò soffrire più” Chichi si mosse e si svegliò; non appena i grandi occhi neri misero bene a fuoco la figura, brillarono e si riempirono di lacrime; “Goku, non posso crederci, sei proprio tu?!?!”. Il giovane asciugò le lacrime della moglie “Si tesoro sono io, non ti lascerò più, perdonami per quello che ho fatto, ma la terra aveva bisogno del mio aiuto e…”. Chichi troncò quelle parole con un lungo e profondo bacio “Promettimi che non ci lascerai più” e guardò verso la culla “Si chiama Goten e ti somiglia tantissimo”. Goku la prese fra le sue braccia “Oh Chichi non sai quanto ti amo…” Le mancava il respiro, sudava ed era affannata.. Si svegliò di soprassalto urlando “Goku!!!!”. Si guardò intorno. Non c’era. Aveva fatto lo stesso sogno come tutte le altre notti. Rimase delusa e sentì una fitta al cuore, ma poi si fece coraggio. “Può darsi che sia stato un sogno premonitore, speriamo sia così”. Come ogni notte non riuscì ad addormentarsi facilmente; si girò e rigirò nel letto parecchie volte; poi guardò il neonato e sorrise “Gli somiglia davvero tanto…”. Dal cielo una voce la rassicurò “Tornerò Chichi, anche per poco, ma tornerò”. Stavolta non aveva immaginato, né sognato, era tutto vero. Chiuse gli occhi sorridendo, ignara che la voce che l’aveva rassicurata poco prima, apparteneva all’uomo che non l’aveva smessa, neppure per un attimo, di guardarla dal cielo.