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Autore: sujicide    05/06/2013    0 recensioni
'guarda indietro,ritorna nel passato e dimmi,dimmi cosa vedi.'
'nero,solo dello stupido color nero'.
'im-pos-si-bi-le.'
credetemi,vale la pena leggerla.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'guarda indietro,ritorna nel passato e dimmi,dimmi cos'è che ancora tutt'oggi ti tormenta.'

non ci riuscivo,sapevo che c'era qualcosa di brutto,sapevo che se sarei tornata a ricordare sarei potuta ricadere nel vortice dell'infelicità che all'infanzia mi traumatizò.

'no,ti prego,non voglio'.

'sei venuta qui per ''guarire'',per finalmente riuscir a chiudere occhio la notte senza prima dover piangere disperatamente senza sapere il perché,quindi,che tu voglia o meno,devi ricordare.'

Piano piano,i ricordi sfocati che avevo di quell'infanzia devastante tornarono nella mia mente,i miei occhi si chiusero e tutto quello che riuscivo a fare era muovere le labbra e descrivere quel che vedevo.

'nero,nero,vedo solo dello stupido color nero'.

La mia mente si rifiuta di tornare,c'è qualcosa che mi ostacola.

'non posso,non ce la faccio.'

-la paura-

'com'è possibile?sforzati.'
eccoli.

*Flashback*.

13 anni,autolesionista.
tutto và male,il dolore,la paura,la tristezza,il nervosismo,la malinconia,l'ansia,il vuoto.. tutte sensazioni che mi assalgono appena la mattina apro gli occhi. 
la mia vita non può definirsi tale.
non lo è,quello che faccio ogni giorno non è vivere ma combattere.
io sopravvivo.

*Pausa dal flashback*.

Le mie orecchie udiscono una frase,molto confusa,meglio dire delle parole.

'che' 'succede' 'cosa'. eh? Non è possibile,non ha un significato.

Perché? Perché non riesco a muovere ossa e,soprattutto,perché non riesco ad aprire gli occhi?

'che cosa succede?' ecco cosa significava.

'non ce la faccio,non voglio tornare indietro,stò.. stò male.' al termine di questa frase senza che neanche me ne accorgessi stava calando di nuovo il buio TOTALE che prima,si era sbiadito come se i miei occhi fossero semi aperti e non me ne accorgessi,e ricominciai a ricordare nonostante non volessi.

*ricomincia flashback*.

'..io sopravvivo.'

12.11.2009

come sempre mi ero addormentata con le lacrime agli occhi e con il senso di vuoto che ormai si era impossessato di me tempo fà.
colazione? ahah.
non mangio da giorni,dovrei essere bellissima e invece.. sono sempre la stessa balena.
è tardi,devo andare in quella prigione,ma in fondo,se arrivo tardi o meno,chi cavolo se ne frega? Mi odiano tutti,compreso i professori,senza di me stanno meglio.

'gabriella,muoviti,devi andare a scuola.' la voce squillante e irritante di mia madre rimbombava nella casa.
'vabuò'. dissi scorbuticamente come mio solito.

misi il primo jeans e la prima maglietta che mi capitò di prendere nell'armadio,misi i miei soliti braccialetti,e lo zaino,diamo il via alla tortura.
Le quattro ore e quarantacinque sono passate in fretta,ma questo quarto d'ora sembra non voler passare mai.

*drin drin.*

finalmente.
Fin quando sono in classe,tutti mi escludono e diciamo che la cosa è più 'facile'.
ho messo il piede fuori dalla classe.
paura.
spintoni,risatine,insulti,sgambetti.
'sei una sfigata'.
all'udito di quelle parole il mio passo non è più lo stesso,si è trasformato,ha la velocità di una lepre.
mentre corro le lacrime rigano il mio viso,cado,mi sbuccio,sorrido.
perché?è iniziato un altro giorno pieno di dolore,in cui mi farò male,come sempre.
entro a casa,simulo un sorriso per togliermi dalle ovaie mamma e scappo di sopra.

'il bagno,il bagno.' questo pensiero tormenta la mia testa.

eccolo.

lamette,pillole,sangue,cicatrici vecchie,tagli nuovi.
ora stò bene,mi sono fatta male.

'me lo merito.'

mi alzo da quel freddo pavimento e cerco di guardarmi allo specchio cercando di non sputarci dentro per lo schifo che mi viene guardando il riflesso che c'è dentro, me.

'A mangiare'. ecco di nuovo la voce squillante di mia madre.

'non ho fame' urlo. 

'muoviti' disse con fare obbligatorio.

non devo mangiare,non posso,sono chiatta e,soprattutto,non merito di essere sazia,di stare bene sentendomi piena.

pasta,carne,frutta. tutta roba che dal mio stomaco è passata nel cesso.
ho vomitato,come sempre.

'vorrei ricordassi tra i drammi più brutti che il sole,esiste per tutti'.

questa frase sentita dal mio lettore musicale,non sò di quale canzone perché stranamente non c'è titolo,ha infestato il mio cervello. Sono giorni che ci penso,giorni che mi chiedo 'il sole esiste anche per me,allora?' e si cazzo,si. Basta,b a s t a  essere lo zimbello della scuola,basta piangere per ogni minima cosa,basta tagli,basta finti sorrisi.


la sveglia scuona,è ora di iniziare una ''nuova vita''. entro a scuola,rispondo ad ogni minimo insulto,sgambetto o cose così e loro? adesso calano il capo come per dire 'non è possibile'. si,ora i piedi in testa andrete a metterli in testa a qualcun'altro.
La giornata passa in fretta,i giorni cominciano a passare in fretta,ma c'è qualcosa che non và, un vuoto dentro me che quando sono sola mi fà riflettere molto. non sò per cosa. ma non mi interessa. è oira di vivere la mia vita.

*fine flashback*

'wow' queste sono le uniche parole che seppe pronunciare la psicologa,martina.
una fitta nela pancia,il mio mondo si scurisce,l'infelicità,come previsto,cala dentro me.

'da quanti anni hai smesso di stare così male?' 

Non sapevo che rispondere,c'è sempre stato qualcosa che mi turbava,qualcosa che mi portava a non essere mai pienamente felice.

'mai'.

spalancò gli occhi.

'im-pos-si-bi-le'

invece lo è. e sarà così per sempre,perché? non lo sò. Forse il mio passato m turba,mi impedisce di essere felice per paura che mi ricadi di nuovo tutto il mondo addosso come accadde un paio di anni fà.

'devi andare avanti.'

sono le ultime parole che riuscii ad udire,poi..

cala il buio.

3 giorni dopo.

'che succede?dove mi trovo?chi sei?chi sono?


  
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