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Autore: HermioneCH    05/06/2013    5 recensioni
Dopo aver scritto per la prima volta una longfic sulla coppia Hermione/Remus, ho deciso di continuare a dedicarmi a questo paring dai risvolti interessanti.
Questa storia si svolge dopo la seconda guerra, nella quale per licenza dell'autrice, Remus non è morto. Il giorno della commemorazione per il primo anno dopo la vittoria della guerra, Hermione e Remus si incontrano.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Commemorazione



Era passato un anno dalla grande guerra di Hogwarts, in quel giorno ricordavano le persone che avevano dato la vita perchè loro avessero un futuro migliore. Tante cose erano successe in quell'anno, Hermione aveva ritrovato i suoi genitori, aveva aiutato a ricostruire il castello ed era tornata a scuola. Tutto sembrava tornare alla normalità, ma Hermione si sentiva diversa, la divisa di Grifondoro che indossava la faceva sentire strana, come se non le appartenesse più. Aveva deciso di tornare a scuola, niente era più importante dell'istruzione, almeno così credeva. Si era impegnata a fondo nelle lezioni, ma la sua mente era distante un milione di passi. 
Passeggiava sulla riva del lago, la commemorazione ai morti era stata dura e triste, quello era il giorno della vittoria, ma era anche il giorno di Fred, Tonks, Colin e tanti altri. Mentre Harry incideva i loro nomi sulle mura del castello, avrebbe voluto stare accanto a Ron, ma lui era stretto tra le braccia di Susan Bones. Non era il pensiero di lui e Susan a darle fastidio, la storia tra loro non era funzionata ed era felice che lui aveva trovato conforto in una ragazza magnifica come Susan, ma lui era sempre uno dei suoi più grandi amici e vederlo soffrire la faceva soffrire. 
Si sedette sulla riva del lago, Maggio era un mese strano, caldo e freddo si alternavano, era una delle cose che faceva impazzire Hermione.  Si tolse la toga e si slacciò qualche bottone della camicetta mentre il sole picchiava sopra la sua testa. Trasse un profondo respiro.
"Uno zellino per i tuoi pensieri". 
Hermione si voltò e sorrise "Valgo così poco?"
"No" rispose Remus, sedendosi accanto a lei "Ma il resto delle monete che ho in tasca mi servono per ubriacarmi". 
"Giornata dura eh?" chiese Hermione, guardandolo per traverso. 
"Abbastanza" disse il Mannaro, guardando il lago. Hermione gli afferrò la mano, durante l'estate aveva imparato a conoscere diversi aspetti del suo ex professore di Difesa, aveva lottato per lui. Lei e Harry avevano compiuto una grande impresa e non stava pensando alla guerra, avevano tirato fuori Remus e Ron dal baratro della depressione, avevano lottato contro la morte ed erano riusciti a dar loro un nuovo inizio, nuove speranze per continuare a resistere. E quando era tornata a scuola poco era cambiato, aveva continuato a scrivere a Remus e lui con entusiasmo le aveva sempre risposto. Remus strinse la mano di Hermione e poi la lasciò andare. "Non mi hai ancora detto a cosa stavi pensando".
Hermione si strinse nelle spalle, mentre Remus si appoggiava con i gomiti sull'erba. Lei si distese sulla pancia, appoggiando a sua volta i gomiti. 
"Così ti sporcherai quella camicia bianca" disse Remus, facendo un cenno con la testa. 
"Non mi importa" rispose Hermione, alzando le spalle. 
"E non pensi a quei poveri elfi domestici che dovranno fare gli straordinari perché a te non importa?" 
Hermione spalancò la bocca e gli diede un pugno, scatenando le risatine di Remus. 
"Dov'è Teddy?"
"Con Harry e Dromeda, stasera dorme dalla nonna" rispose Remus. 
"Perché tu devi ubriacarti?" chiese Hermione, in tono di rimprovero. 
"Esatto" rispose Remus, si voltò sul fianco e sostenne il viso con una mano, mentre con l'altra giocava con i fili d'erba "Non continuare a sviare il discorso, a cosa stavi pensando?"
"Perché sei interessato a cosa stavo pensando?"
"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda" disse Remus, puntandole il dito contro. Hermione sbuffò e lui rise di nuovo. 
"Pensavo a questo e quello"
"Oggi sei davvero strana, ragazzina" disse Remus, dandole un buffetto sulla spalle. 
"Non sono più una ragazzina" rispose Hermione, arrabbiata. 
"Lo so".
Lei lo fissò torva, voleva dire a Remus a cosa stava pensando ma aveva paura di turbarlo, sembrava tranquillo per la prima volta da tanto tempo. "So che stavi pensando alla commemorazione e tutto il resto" disse Remus, all'improvviso "E so perché non volevi dirmelo, vorrei ricordarti che sono un Malandrino e un Lupo Mannaro, oltre che un attento osservatore. Ti ho visto oggi, mi hai guardato tutto il giorno, ma non c'è bisogno che mi controlli, Hermione. Non scoppierò, il dolore fa parte della mia vita, a volte ci è voluto molto tempo per accettarlo, ma ormai ho imparato a gestirlo". 
"Lo so, non è per questo che..." le parole di Hermione si spensero in gole e guardò altrove. 
"Che vuoi dire?"
"Lascia stare" rispose Hermione "Pensavo anche a Ron, non solo alla commemorazione". 
"Lo ami ancora?" chiese Remus, guardandola attentamente. 
"No" rispose Hermione, sincera "Se una possibilità c'era per noi, abbiamo aspettato troppo a coglierla, quello che mi lega a lui è solo l'affetto, gli voglio molto bene, ma tutto qui, sono felice che abbia trovato Susan". 
"Saggia" disse Remus, annuendo "Sei sicura di non avere cinquant'anni?" 
Hermione rise "Credimi, a volte me li sento" disse avvicinandosi leggermente a lui. 
"È meglio così, non c'è niente di peggio di amare una persona che non puoi avere" rispose Remus.
"Che vuoi dire?" domandò la ragazza, avvicinandosi un altro po'. 
"Non smetterò mai di amare Dora e non potrò mai più stare con lei" spiegò Remus, Hermione si ritrasse "E non potrai più amare un'altra donna?"
Remus la fissò "Perchè?" 
"Cosa? No, così" rispose la ragazza, alzandosi frettolosamente. 
"Hermione!" esclamò Remus, alzandosi a sua volta. Lei abbassò lo sguardo, lui le mise un dito sotto il mento e le alzò il volto, scrutandola negli occhi. 
"È come hai detto tu, no? Ti controllo, vorrei solo che tu non ti dessi per vinto, magari un giorno incontrerai una nuova persona, non voglio che tu perda le speranze. Sono una che controlla, l'hai detto anche tu, no?" disse Hermione. 
Remus la fissò "No" disse scrutando il suo volto "Sei solo una pessima bugiarda". Hermione abbassò di nuovo lo sguardo "Hermione, parliamone".
"Non c'è niente da dire" disse Hermione, raccolse la toga e si allontanò. Remus la raggiunse, afferrandola per un braccio la costrinse a voltarsi.
"Tonks sarà sempre nel mio cuore, Hermione. Ma questo non vuol dire che non vi sia spazio anche per te" disse Remus, stringendola a sè. 
"Ma solo come amica?" mormorò Hermione. Remus sciolse l'abbracciò e le accarezzò il viso, una lacrima scese lungo la guancia della ragazza e lui sorrise e gliela asciugò con il pollice. "Come qualsiasi cosa tu voglia essere".
Hermione si avvicinò lentamente e posò le sue labbra su quelle del Mannaro, percepì subito un delizioso gusto di cioccolato. Poi si allontanò e poggiò la sua fronte su quella di Remus.
"Voglio essere di più" disse, chiudendo gli occhi. 
"Voglio che tu sia di più". 

 

  
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