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Autore: vane95    05/06/2013    1 recensioni
E a Ron bastò questo, bastò sentire di nuovo quella voce soave, la voce di Hermione, pronunciare il suo nome. Si sentì percorso da una strana eccitazione, da un gigantesco coraggio. Così si alzò e si diresse verso il pensatoio, prese una fialetta, quella con la scritta "Primo anno" incollata sopra di essa, e da qui inizia la storia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prologo

 
 
 
 
 
 
Caro Ron,
ti prego di incontrarci nel mio ufficio al Ministero domani sera, dopo il turno di lavoro.
Con affetto, 
Harry.
 
Ps: penso io ad avvisare Molly che farai tardi per cena. Ci ritroveremo tutti alla Tana, una volta finito quello che dobbiamo fare.
 
 
Un Ron assonnato rilesse per la quarta volta il biglietto stropicciato, mandato da Harry, che aveva appena tolto dal becco di un bellissimo gufo color pece dai grandi occhi gialli, e se lo rigirò per diversi minuti tra le mani dalle dita lunghe e affusolate, segnate in modo permanente qua e là da una guerra che non era ancora riuscito a superare definitivamente, nonostante fossero passati anni dalla sua conclusione. 
 
La Seconda Guerra magica aveva portato molti cambiamenti all'interno della sua vita e di quella dei suoi amici e famigliari. Harry e Ginny, per esempio, si erano sposati e avevano avuto un figlio, James Sirius, che nonostante la giovane età di undici mesi, era in grado, se lasciato solo anche per pochissimo tempo, di distruggere completamente la propria cameretta. Persino Percy aveva trovato l'amore: una graziosa ragazza dai capelli scuri e corti di nome Audrey. George ancora si domandava che cosa lei trovasse nel fratello, ma ogni volta che esplicava ad alta voce i suoi pensieri alle cene di famiglia, una padella volante minacciava di piombargli addosso da un momento all'altro.
L'unico Weasley, a parte Charlie, che ammetteva di preferire i draghi alle ragazze, che non si fosse sposato era Ron, il quale si aggirava per la Tana con le orecchie in fiamme, borbottando ai famigliari che prima o poi avrebbe chiesto a Hermione di diventare sua moglie. Sua madre insisteva nel domandargli perché non l'avesse ancora fatto, ma a questo non ebbe mai il coraggio di rispondere. In cuor suo, però, sapeva che era la paura a frenarlo, una paura che gli contorceva le budella, che non poteva sopportare. Hermione era la strega più brillante degli ultimi secoli, una donna affermata nel mondo del lavoro, forte, coraggiosa, bella.. Mentre lui era tutto ciò che lei non era e, ancora più deprimente, non avrebbe mai avuto nulla da darle, non avrebbe mai potuto garantirle tutte quelle agevolezze che invece si sarebbe meritata.
 
I suoi pensieri furono interrotti dal gufo che, non sopportando di essere ignorato, aveva incominciato a punzecchiargli il dorso della mano con il becco appuntito. 
Ron sospirò volgendo lo sguardo verso l'orologio in legno appeso sopra la porta e, dopo aver maledetto mentalmente Harry per averlo svegliato alle cinque del mattino e scritto sul retro del foglietto che l'indomani si sarebbe presentato all'appuntamento, diede il tutto al gufo, che partì senza degnarlo di uno sguardo alla ricerca del suo padrone.
Sbadigliò, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano ancora dolorante per colpa dell'animale, e si lasciò andare sul letto dalle lenzuola arancioni, abbinate perfettamente al resto della stanza, dalle tende ai poster dei giocatori della sua squadra preferita, i Cannoni di Chudley, il quale scricchiolò emettendo un rumore inquietante, ma a cui Ron non diede peso.
Rimase a fissare il soffitto per circa mezz'ora, ma poi, dato che il sonno lo aveva ormai abbandonato, si diresse in bagno, si fece una doccia e si vestì comodamente, com'era solito fare, e scese le cinque rampe di scale che dividevano la sua camera dalla piccola cucina, dove trovò il padre fare colazione in compagnia di Molly. Lo accolsero con un largo sorriso e la madre, con un colpo di bacchetta, gli servì dolcemente un piatto strabordante di uova e pancetta.
 
"Mamma", iniziò, cercando di parlare e di non ingozzarsi allo stesso tempo, nonostante la bocca piena. "Harry mi ha scritto circa un'ora fa. Mi ha chiesto di fermarmi domani dopo il lavoro. Probabilmente farò tardi per cena. Iniziate pure a mangiare senza di me, d'accordo?".
"Non dire scemenze, Ron. E' da mesi che Ginny organizza questa cena per il tuo compleanno. Cerca di fare in fretta, piuttosto. Sai per esperienza quanto siano forti le sue fatture orcovolanti" disse Molly. Arthur le lanciò uno sguardo d'intesa e si mise a ridacchiare.
"Sarà fatto, promesso. Ora mi conviene andare" e detto ciò si alzò, baciò la guancia della madre e uscì di casa.
 
"Arthur, caro, penso che Harry questa volta possa farcela" disse Molly.
"Lo penso anche io, mia dolce LollyMolly. Altro miele sulle fette biscottate?" e detto ciò continuarono la loro colazione, sperando che davvero questa volta Harry riuscisse dove tutti gli altri avevano fallito.
 
L'indomani Ron, dopo il solito turno di lavoro al Ministero come Auror, si recò nell'ufficio di Harry, che trovò vuoto. Si sedette allora alla scrivania, osservando attentamente le foto poste sopra di essa: una ritraeva i genitori di Harry, che si baciavano sotto la neve; tutte le altre, invece, Ginny e suo figlio, che aveva ereditato i capelli indomabili del padre e gli occhi di quel marrone sorprendentemente simile al cioccolato della sorella. Tutte, a parte una. Era vecchia, ormai logora dagli anni, e ritraeva tre giovani vestiti in modo elegante tenersi la mano e sorridere al fotografo. Ricordava benissimo quella giornata, il matrimonio di Bill e Fleur. Hermione, nel mezzo fra i due amici, con quel vestito lilla che ancora lo faceva impazzire e diventare del colore dei suoi capelli, di tanto in tanto lanciava sguardi fugaci verso il Ron della foto, senza farsi vedere da quest'ultimo.
 
"Scusa se ti ho fatto aspettare, Ron, ma il capo mi ha trattenuto" disse Harry, appoggiandosi allo stipite della porta.
"Volevi parlarmi?" chiese Ron, spostando malvolentieri il suo sguardo dalla foto all'amico.
"In effetti, no. Più che altro volevo darti il mio regalo di compleanno, lontano dagli occhi degli altri" iniziò. Poi, si diresse verso l'armadio alle spalle dell'amico e con un colpo secco della sua bacchetta, ne uscì un pensatoio, simile a quello di Silente. "Sono i miei ricordi di te e Hermione, Ron. Il mio regalo per te, intendo... Non capisco perché tu non riesca a lasciarti andare, a vivere la vita. Perciò ti voglio far vedere cosa perderesti se decidessi di lasciare andare tutto ai quattro venti. Perché lei ti ama, è sempre stato così e tu sei talmente stupido che non te ne sei mai accordo pienamente.
"Quando troverai il coraggio, e -per le mutande di Merlino- so quanto tu ne hai, versa i miei pensieri dentro al pensatoio, e loro faranno tutto il resto" aggiunse Harry. "Se non vuoi, beh.. io sono nel tuo ufficio a mangiare la confezione di Cioccorane che ti ha appena mandato George. Magari questa volta trovo la mia figurina" e dopo avergli sorriso, di un sorriso fraterno, se ne andò.
 
Se ne stette allora Ron incollato alla sedia, incapace di muoversi, con gli occhi fissi sul punto in cui Harry era appena scomparso. Si tastò infine la tasca dei pantaloni, alla ricerca del deluminatore donatogli anni addietro da Silente, sperando che anche questa volta potesse aiutarlo. Con cautela lo aprì e improvvisamente tutte le luci della stanza si spensero. Poi, facendosi forza, fece scattare di nuovo lo spegnino e una piccola luce azzurra si fermò a poca distanza da Ron. La pallina se ne stava immobile, quasi volesse osservare l'uomo che aveva difronte, e poi gli entrò nel petto, di nuovo, come in passato. E a Ron bastò questo, bastò sentire di nuovo quella voce soave, la voce di Hermione, pronunciare il suo nome. Si sentì percorso da una strana eccitazione, da un gigantesco coraggio. Così si alzò e si diresse verso il pensatoio, prese una fialetta, quella con la scritta "Primo anno" incollata sopra di essa, e da qui inizia la storia.


E così si conclude il prologo! Spero che la storia vi possa interessare, e spero di poterla continuare al più presto. Lasciatemi tutte le recensioni che avete da fare: i consigli, le critiche e le opinioni sono sempre ben accette! :)
Grazie del vostro tempo.




 
  
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