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Autore: Misaki Kudo    05/06/2013    7 recensioni
MitsuAi♥
Aveva sbagliato Haibara, a nascere.
Tutta la sua vita era da sempre stata un tunnel, un corso infinito e tetro dove non esiste la luce del sole. L'unica cosa che riusciva a schiarire un po' l'atmosfera è un sottile puntino in lontananza che però sembrava irragiungibile, che si allontanava sempre di più, inesorabilmente.
Voleva arrivarci a quel puntino, Haibara. Cominciava a percepirne il calore e la sensazione che ne derivava non era affatto spiacevole, al contrario riusciva a creare all'interno del suo cuore un meccanismo complesso che però riusciva a renderla, come dire, felice.
Non poteva essere vero. Quel ragazzino era folle, lo pensava da sempre. Era folle perché non pensava prima di agire, era folle perché non ascoltava mai gli altri, era folle perché non si curava dei pericoli, era folle perché le prestava tali attenzioni.
«Fortunatamente ti sei ripresa, sono tutti fuori! Conan-kun ci ha tratto in salvo, ma mentre stavamo uscendo ho avuto uno strano presentimento e mi sono allontanato dal gruppo. Ti senti bene, non è vero? Vedrai che andrà tutto bene».
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Mitsuhiko Tsuburaya / Ai Haibara
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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My little hero saved me.
•••

Correva a perdifiato, Haibara. Sapeva che tutto stava per finire, si trovava all'interno di una trappola senza uscita, come un topolino in gabbia che attratto da qualcosa di astratto era stato catturato con la più grande facilità del mondo.
Aveva sbaglio in tutto, lo pensava da sempre ormai. Aveva sbagliato a continuare il lavoro del padre, a proseguire le sue folli ricerche su un farmaco miracoloso che in realtà l'unico miracolo che poteva portare era la morte, che tale non poteva essere definita.
Aveva sbagliato ad entrare nell'Organizzazione Nera e a stare sotto gli ordini di quei putridi carnefici, per cosa poi? Uno stupido sentimento che riusciva a renderla loro schiava, la paura. Aveva sbagliato a fidarsi di loro, a decidere di andare avanti nonostante tutto per quel poco che le restava, finché non le tolsero anche quello. L'unico sentimento di affetto che la ragazza avesse mai provato, nei confronti dell'amata sorella. Quella sorella che venne messa a tacere proprio da quei vili, da quei delinquenti senza pudore. Aveva sbagliato, Haibara, a nascere.
Tutta la sua vita era da sempre stata un tunnel, un corso infinito e tetro dove non esiste la luce del sole. L'unica cosa che riusciva a schiarire un po' l'atmosfera era un sottile puntino in lontananza, che però sembrava irraggiungibile, che si allontanava sempre di più, inesorabilmente.
Voleva arrivarci a quel puntino, Haibara. Cominciava a percepirne il calore, e la sensazione che ne derivava non era affatto spiacevole, al contrario riusciva a creare all'interno del suo cuore un meccanismo complesso che la rendeva, come dire, felice.
Tutto grazie a quei ragazzini, tutto grazie a Kudo-kun. Piano piano erano riusciti a conquistare la sua fiducia, a conquistare il suo cuore grazie alla loro allegria e spensieratezza. Le procuravano quel senso di gioia che la portava a pensare al fatto che la vita, nel bene e nel male, andava vissuta.
Doveva molto a loro, doveva molto a lui. Quello stupido presuntuoso di un Detective che riusciva a capirla, che riusciva a comprenderla a fondo, che riusciva ad apprezzarla sebbene avesse potuto evitare, sebbene avesse potuto considerarla un'assassina, una creatrice di veleni.
Non l'aveva fatto, al contrario l'aveva protetta. Sempre.
Adesso però la situazione era diversa, Haibara si ritrovò sola, rinchiusa all'interno di una stanza. Non l'aveva ascoltato, nemmeno quella volta. Le sue parole le riecheggiavano forti nella testa come se fossero un tamburo assordante. Un suono che la tormentava.
Haibara tu resta qui, io torno dentro a salvare Ran e i ragazzi, devi promettermi che rimarrai qui, intesi?
Non aveva mantenuto la promessa, per una volta voleva rendersi utile, voleva proteggere quei bambini che rappresentavano la sua sua nuova vita, la sua vera vita. Loro l'avevano salvata dal baratro, lei voleva fare lo stesso. Non ci era riuscita, nemmeno quella volta.
Un edificio stava andando in fiamme, tutti erano in pericolo compresi loro. Quel detective fannullone dell'agenzia, quella ragazza, sua figlia, tanto amata da Kudo, ma in particolare, quei bambini che avevano reso la sua vita, quella di un'inutile scienziata, migliore.
Tutto improvvisamente era come prima, era sola con i suoi pensieri, senza poter far nulla per porre fine alle sue sofferenze e a quelle dei suoi amici. Il primo pensiero che ebbe fu rivolto a lui, sapeva che prima o poi l'avrebbe salvata. Sapeva che lui avrebbe capito che anche lei si trovava lì, era un detective in fondo, il grande detective dell'Est, no?
Lui avrebbe capito che in realtà lei non aveva ascoltato il suo consiglio, che aveva tradito la sua promessa.  O perlomeno ci sperava.
Ma niente riuscì a salvarla quella volta, il vuoto prese possesso della sua coscienza. Si sentì mancare, presa da un sonno eterno.

•••

«Haibara-san, svegliati ti prego!»
Sentiva una voce in lontananza, le sembrava familiare.

«Fatti forza, dobbiamo uscire da qui alla svelta..»
Pensava di sognare, non poteva essere...

«HAIBARA-SAN!»
...Tsuburaya-kun?


Non poteva essere vero. Quel ragazzino era folle, lo pensava da sempre. Era folle perché non pensava prima di agire, era folle perché non ascoltava mai gli altri, era folle perché non si curava dei pericoli, era folle perché le prestava tali attenzioni.
«Fortunatamente ti sei ripresa, sono tutti fuori! Conan-kun ci ha tratto in salvo, ma mentre stavamo uscendo ho avuto uno strano presentimento e mi sono allontanato dal gruppo. Ti senti bene, non è vero? Vedrai che andrà tutto bene».
Sentì un grande senso di tranquillità solo grazie a quelle sue cinque parole. 
Stava succedendo l'immaginabile.
Lei, Shiho Miyano, scienziata con grandi conoscenze, ex-membro di un'organizzazione criminale, riusciva a tranquillizzarsi grazie alle parole di un ragazzino. Sorrise teneramente guardandolo con i grandi occhi azzurri.

Sei il mio piccolo grande eroe Tsuburaya-kun, sei riuscito a salvarmi da questa situazione e da me stessa.

•••

I due ragazzini vennero tratti in salvo da Conan e il Dottor Agasa, che accortasi dell'assenza dei due, erano tornati subito indietro. Fortunatamente tutto andò per il meglio e, quella volta, il merito non era esclusivamente di Conan.
«Haibara-san! Ce l'abbiamo fatta, te l'avevo detto!», affermava il ragazzino dalle lentiggini con grande gioia.
Sorrise ancora, Haibara. Perché aveva capito che per quanto dura fosse stata la situazione loro, i suoi amici, non si sarebbero tirati indietro, l'avrebbero protetta da qualunque situazione, sempre. Primo fra tutti Mitsuhiko, quel ragazzino che riusciva a renderla strana, che le rivolgeva quelle particolari attenzioni. Si vergognava un po', a dirla tutta.
«Tsuburaya-kun...grazie, davvero», sorrise sincera stringendo forte la manina paffuta del ragazzino.
Il viso del piccolo apprendista detective divenne improvvisamente paonazzo.

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«Tsuburaya-kun...arigatou, gozaimasu» 



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Salve a tutti! *schiva pomodori*
So che molto probabilmente tutte le CoAi, che già non mi sopportavano in precedenza, arrivate a questa shot organizzeranno una congiua contro di me maaa non posso farci niente! Questi due sono troppo pucci e mi ispiravano parecchio! Lo so che è strano che io shippi un bambino con una maggiorenne maaaaaaaaa it's the life!
Ho sempre pensato che a fine manga, Haibara decida di rimanere bambina, un po' per vivere (nemmeno rivivere) l'infanzia che le è stata privata e quindi perché non accettare la corte del piccolo bambino adorabile con le lentiggini? u.u *fugge*
Beh che altro dire, so che molto probabilmente nessuno recensirà o leggerà questa storia, ma comunque vi spiego un po', come spero abbiate capito siamo in una situazione un po' particolare, un edificio in fiamme dal quale non si può fuggire. Tutti intrappolati eccetto Haibara.
Conan corre a salvare la sua amata Ran (
), intimando Ai ad aspettarlo fuori, ma quest'ultima vuole salvare i Detective Boys e decide di entrare da sola all'interno del palazzo, rimane però intrappolata. Quando tutto sembra perduto il piccolo Mitsuhiko, grazie al suo sesto, senso capisce che la bambina è in pericolo e la salva.
Entrambi comunque alla fine vengono tratti in salvo da Conan (non potevo togliere del tutto la parte dell'eroe figo al niichan u.u) eeeeeeeee poi la parte finale blaaa blaaa blaaa! Cooooomunque, spero che non mi odierete più di tanto, non uccidetemi e non mandatemi l'Organizzazione a casa! Graaaaaaaazie! :*
Alla prossima, se sopravviverò!


Misaki

   
 
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