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Autore: Wocky    06/06/2013    3 recensioni
Un certo Paese delle Meraviglie.
Cosa succederebbe se Kamijo Toma si ritrovasse in Wonderland di punto in bianco? Un nemico minaccia questo mondo, e ovviamente a chi andrà il compito di fermarlo?
Una sola cosa è sicura: “Che sfigaaaaaaaaaaaaaaaa!”
(Note: Attualmente in pausa per mancanza di voglia, chiedo scusa.)
Genere: Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Accelerator, Kamijō Tōma, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Aaahhhhhhh!”
 
Kamijo Toma stava indubbiamente precipitando, sembrava come se sotto di lui ci fosse il vuoto assoluto. Come se fosse condannato a cadere per sempre.
 
Quel luogo era molto strano, il corpo di Kamijou precipitava velocemente, ma riusciva a distinguere diversi oggetti che addirittura fluttuavano. In particolare il ragazzo riconobbe vari oggetti come una bajour, un orologio a pendolo o anche un comodino
 
Un tonfo. Toma era atterrato sopra ad un letto, era molto morbido e soffice, l’ideale per farsi una bella dormita, ma aveva altro per la testa.
 
“Ma cosa diavolo sta succedend…!” Non ebbe nemmeno il tempo di concludere la frase che il letto si rovesciò facendolo nuovamente cadere verso il basso
 
“Che sfigaaaaaaaaaaaaaaaa!”
 
[…]
 
Kamijo Toma riaprì gli occhi, era forse svenuto?
Alzò la testa e vide uno strano soffitto a scacchiera, poi abbassò la testa e notò che sul pavimento vi era un lampadario bianco, probabilmente in stile gotico.
 
(Che strano, c’è un lampadario attaccato sul pavimento che pende verso l’alto. Un momento…!)
 
Si trovava sul soffitto. Che il mondo avesse scordato qualche legge della Fisica? A malapena il tempo di constatare la situazione che si ritrovò precipitare contro quello che doveva essere il vero pavimento, atterrando di testa.
 
“Ahia!”
 
Il suo corpo si accasciò sul terreno, era molto freddo al contatto con la pelle e se Kamijo non fosse frastornato dall’atterraggio, si sarebbe rialzato all’istante.
Passarono cinque secondi prima che il suo cervello analizzasse la situazione, Kamijo Toma si rizzò in piedi a causa del contatto freddo col suolo.
 
“Ma cosa diavolo sta succedendo? Dove mi trovo?”
 
Guardandosi attorno, si accorse di trovarsi in una stanza circolare illuminata da delle lampade e tre porte chiuse. Al centro della stanza si trovava un tavolo di vetro a forma circolare sul quale erano posti una chiave dorata e una bottiglietta di vetro, Kamijo non sapeva cosa contenesse, quindi la evitò. Prese invece la chiave con la mano destra, e provò ad aprire una delle porte. La chiave entrò senza problemi, e quando fu completamente dentro, Kamijo la girò e aprì la porta.
Della musica rap invase la stanza, un uomo dai capelli biondi e con un tatuaggio nero sul lato sinistro della faccia.
Kamijo non poteva conoscerlo, ma quell’uomo era Kihara Amata, uno scienziato che Accelerator conosce piuttosto bene…
Tornando al balletto rap, era davvero negato, ma ad un certo punto la musica cambiò di punto in bianco diventando più tranquilla, un balletto classico.
A Kihara spuntò un tutù da ballerina e cominciò a ballare sulle note di una musica classica.
Kamijo fece fatica a trattenere il vomito, quindi chiuse la porta all’istante.
 
“Che orrore…”
 
A questo punto Kamijo aprì la porta a sinistra, parecchio timoroso per ciò che aveva visto prima temendo si potesse ripetere qualcosa di simile, dopo averci pensato parecchio su, la aprì.
Un fracasso immenso invase la stanza, quella porta conduceva ad un concerto rock. Sul palcoscenico, distante circa 50 metri da Kamijo, la band che si stava esibendo era composta da sette persone: Accelerator e Misaka Mikoto avevano entrambi la chitarra elettrica e il microfono, Kakine Teitoku era alla batteria, Mugino Shizuri alla tastiera, Shokuhou Misaki un campionatore, Sogiita Gunha usava invece un basso elettrico, il settimo membro era un ragazzo, ma non si riusciva a vederlo in faccia, e lo strumento che usava era un altro basso elettrico.
 
Per un attimo a Kamijo parve che il suo sguardo e quello di Accelerator si fossero incontrati per qualche decimo di secondo, ma quest’ultimo distolse subito lo sguardo e continuò a suonare la sua chitarra. Sebbene la musica fosse fortissima e Accelerator e Misaka cantassero al microfono, Kamijo sentì delle fan girl gridare come forsennata cose come “Ti amo Accelerator!!” o “Sposami, Teitoku, amore mio!!”
 
Oramai avevano finito, e in seguito all’ultima strofa della canzone, vi fu una forte scarica elettrica da parte di Misaka sulla sua chitarra. Alla fine di ciò, Accelerator fece una specie di lancio del martello usando la sua chitarra elettrica e lanciandola su… esatto, su Kamijo Touma, che chiuse prontamente la porta, appena in tempo per sentire la chitarra sfracellarvisi contro. Tuttavia la porta non subì alcun danno.
 
“Cavolo, ma cosa sta succedendo?”
 
Lasciò scivolare il suo corpo contro la porta, cosa gli sarebbe successo alla prossima?
Si diede un pizzicotto, gli faceva male, non era un sogno. Ma allora cos’era?
Si diresse verso il tavolo centrale, sulla bottiglietta c’era scritto qualcosa “Bevimi”, Kamijo aveva un po’ di sete, quindi senza pensarci l’afferrò con la mano destra, e la bottiglietta scomparve, sorprendendo Kamijo. Che fosse di origine paranormale? Forse era stata creata da una magia?
 
“Maledizione, non ci capisco niente. Ma visto che non posso fare nient’altro allora…”
 
Guardò l’ultima porta, riafferrò la chiave con la mano destra, e la aprì.
 
Dall’altra parte vi era una foresta. Non avendo altra strada da seguire, Kamijo vi ci si addentrò, seguendo una strada a caso.
 
“Accidenti, mi chiedo che mi succederà adesso. Quanto vorrei che apparisse qualcuno per dirmi che fine ho fatto…”
 
Sul sentiero erano ben visibili le grosse radici degli alberi, che decoravano il percorso, Kamijo evitò di passarci sopra e mise i piedi nelle zone libere da radici, c’era troppo silenzio, e se da un lato era molto piacevole, dall’altro faceva presagire qualcosa di brutto.
 
Kamijo raggiunse un enorme albero senza foglie, che aveva un diametro di circa dieci metri, davanti a lui c’era una panchina illuminata dai raggi del Sole, su cui era seduta una ragazza con un abito cremisi a maniche corte, decorato da alcuni cuori neri ed una mini-gonna dalle stesse caratteristiche.
 
“Cavolo, dove sarà finita Kuroko?”
 
Quella ragazza frequentava il terzo anno della prestigiosa scuola media Tokiwadai. La terza Esper Level 5 di Academy City: Misaka Mikoto.
 
“M-Misaka Mikoto?!”
 
La ragazza, che prima stava guardando con sguardo perso l’erba sul terreno attorno all’albero, alzò lo sguardo verso Kamijo
 
“E tu chi sei?”
 
Quella frase disorientò Kamijo, non si ricordava di lui? Ma se le aveva persino salvato la vita!
 
“Come sarebbe a dire chi sono? Sono Kamijo, no? Kamijo Toma.”
 
“Kamijo Toma? Non conosco nessuno che si chiami così.”
 
(Cosa? Mi prendi forse in giro?)
 
La ragazza si alzò dalla panchina e fece qualche passo verso Kamijo “Beh? Cosa ti prende?”
 
“Onee-samaaaaaaaa!” una ragazza più piccola, vestita con un abito nero a maniche corte e mini-gonna con un grosso cuore bianco al centro del petto, apparve dal nulla, cadendo sopra a Misaka e stringendosi a lei.
 
“K-Kuroko?! Ma che f-”
“Onee-sama, non rovinare questo momento, in cui finalmente possiamo diventare una cosa sol- eh?”
 
Kuroko notò – con mala voglia –  la presenza di Kamijo
 
“E TU CHI SARESTI?! COSA VOLEVI FARE ALLA MIA ADORATA ONEE-SAMA?! EH, MALEDETTO PERVERTITO?!”
 
“Cosa? Io? Non volevo fare niente.”
 
“Dì la verità o ti farò tagliare la testa!” Ma questa frase non dovrebbe dirla una regina?
 
(E ora che faccio? L’unica verità che vuole mi farebbe finire comunque male. Ma perché ce l’ha sempre con me?!)
 
“In questo caso…” lo sguardo di Kuroko si assottigliò, e Kamijo ingoiò la sua saliva “…Arrivederci!” e cominciò a correre nella direzione da cui era venuto.
 
“Tu, feccia! Torna qu-!” Kamijo si ritrovò davanti un enorme sfera nera, si intravedevano degli occhi rossi all’interno, degli occhi taglienti, in grado di paralizzare il corpo dalla paura, gli occhi di Misaka si spalancarono “Attent-!” Kuroko la afferrò “Cosa fai Kuroko? Non possiamo lasciarlo qui!” “Non possiamo fare niente oramai.” Detto ciò Kuroko teletrasportò lei e Misaka, mentre la sfera nera esplose, inghiottendo tutta la foresta e facendola scomparire.
 
[…]
 
Kamijo si svegliò su di una panchina, alla cui destra era posizionato un albero, con i raggi del sole che, passando attraverso le foglie, gli accecavano la vista. Pose un braccio per impedire ai raggi di arrivare ai suoi occhi. Ebbe come la sensazione di essere osservato, guardò alla sua sinistra, incontrando uno strano terzetto intento a prendere il tè: Tsuchimikado Motoharu con delle strane orecchie da gatto ed anche i suoi vestiti, sebbene di fisionomia simile a quelli che conosceva Kamijo, erano in pelle di gatto, in più aveva dei guanti sempre in pelle di gatto. Alla sinistra di Tsuchimikado si trovava l’uomo-che-ballava-rap-e-danza-classica, altresì noto come Kihara Amata, ma non aveva differenza da quello normale – tuttavia Kamijo Toma non lo conosceva – Ma ciò che sorprese di più il ragazzo, fu la persona alla destra di Tsuchimikado. Un ragazzo della stessa età di Kamijo, dall’aspetto albino, capelli bianchi e occhi rossi, vestito da nobiluomo d’Inghilterra – con tanto di monocolo – che sorseggiava elegantemente il tè nella tazza che reggeva tra le mani. Il più forte Level 5 di Academy City, capace di controllare qualsiasi vettore con cui entra in contatto, Accelerator.
 
Kamijo si portò sulla difensiva, aspettandosi un qualche attacco da parte sua, facendo scaturire una certa sorpresa nell’insolito trio, che non si aspettava una reazione del genere.
 
“Oh, beh, sei stranito per caso? In ogni caso, sembra che tu stia bene, dopo che ti ho salvato da quell’esplosione, l’onda d’urto ci ha fatto ruzzolare a terra per almeno 3 metri.” Tsuchimikado un po’ strano mentre lo diceva
 
“Salvato?” Kamijo era evidentemente sorpreso, salvato da che cosa?
 
“Si, da quella sfera nera, non la ricordi?”
 
“Ah, quella.”
 
“…” l’espressione sul viso di Accelerator mutò in una smorfia di rabbia “Sei stato fortunato…”
Dopo aver detto ciò, il Level 5 si alzò, reggendosi con una stampella e buttò per terra il monocolo. Solo allora Kamijo si rese conto che il giardino in cui si trovavano, faceva parte di un area nella quale sorgeva un enorme castello di un candido bianco neve, Accelerator vi entrò, uscendo dal campo visivo del ragazzo.
 
“Scusalo, ha un problema legato con quella sfera nera, non farci caso.” Disse il biondo, cercando di cambiare discussione “Piuttosto permettimi di presentarmi, io sono Tsuchimikado Motoharu, altresì noto come Stregatto. E questo brutto signore accanto a me si chiama Kihara Amata. Mentre quel ragazzo che s’è n’è andato è il Cappellaio Matto, Accelerator.”
 
(Perché Tsuchimikado si sta presentando, in fin dei conti ci conosciamo gi- !)
 
E tu chi sei? Kamijo Toma? Non conosco nessuno che si chiami così.
 
Le parole di Misaka riecheggiarono nella testa di Kamijo, non si conoscevano? Era parecchio disorientato, ma cercò di sembrare il più naturale possibile
 
“Piacere, io mi chiamo Kamijo Toma. Tanto per sapere, ma cos’era quella cosa da cui mi hai salvato? – Comunque grazie –”
 
Tsuchimikado sorrise come un gatto del Cheshire [1]
 
“Noi lo chiamiamo Taker End, il Portatore della Fine. Con quell’esplosione oscura racchiude un’enorme area in una sfera nera, e la cancella dalla faccia dell’universo, se non sarà fermato in tempo, spazzerà via tutto Wonderland.”
 
“Wonderland?”
 
“E’ da un po’ che me lo chiedo. Tu non fai parte di questo mondo, vero?”
 
“Credo di no. E anzi, vorrei tornare nel mio.”
 
“Interessante, quindi in quest’altro mondo conosci la Regina di Cuori?”
 
“Eh?”
 
“Ho origliato la vostra breve discussione, l’hai pure chiamata per nome, quindi suppongo siate amici.”
“Beh, si, lo siamo.”
 
Lo sguardo di Tsuchimikado si assottigliò (Che questo Kamijo Toma sia colui di cui parla l’Oraculum?)
 
“Eh? C’è qualcosa che non va, Kamijo?”
 
“No, è che, stiamo ignorando a Kihara.”
 
Tsuchimikado voltò lentamente – molto lentamente – la testa verso Kihara, per poi tornare a guardare Kamijo
 
“Ah, non te ne preoccupare. Tanto lui è inutile.” Tsuchimikado rispose con una grossa risata
 
“Ehi! Chi sarebbe inutile, dannato teppista da quattro soldi?!”
 
Kihara, fingendosi offeso, si alzò e si diresse all’interno del castello.
 
(Ma guarda un po’ tu come vengo trattato da questi vermi.)
 
Continuò a camminare lungo il corridoio, un lungo corridoio bianco neve – con le pareti del medesimo colore – sovrastato da un tappeto rosso, con dei vasi attaccati al muro e contenenti tutti delle rose bianche, alla Duchessa piaceva molto il bianco – ma da come appariva il castello sembrava quasi un ossessione! –
 
Si udì il rumore di una porta che si chiudeva, Accelerator era appena uscito dalla camera della Duchessa e Kihara gli si avvicinò “Oh? Quella bamboccia si è già addormentata?” l’uomo venne fissato da quegli occhi rossi sangue, un’occhiata fredda di chi non esita ad uccidere la persona che ha davanti “Prova a torcerle anche solo un capello, e saranno guai per te.”
 
Kihara gli si avvicinò all’orecchio e gli sussurrò qualcosa, il ragazzo lo prese per il colletto e lo sbatté violentemente contro la parete “Tu!” In seguito all’impatto, si senti una voce provenire dalla stanza, la porta si aprì e uscì una bambina di più o meno dieci anni, con un pigiama verde chiaro con pallini più scuri, ed un cappello da notte con le stesse caratteristiche “Last Order…”
 
“Accelerator, ma cosa succede?”
 
Kihara si staccò dalla presa del ragazzo e si ricompose “Assolutamente niente, Duchessa, io e questo teppistello stavamo semplicemente avendo un interessante discussione, torni pure a dormire.” Rispose prendendo Accelerator per la spalla e stringendolo, come fossero due amici per la pelle – con un ovvia smorfia di disgusto da parte del ragazzo – e quando la Duchessa, ancora assonnata, chiuse la porta e tornò a letto, Accelerator si staccò da Kihara
 
“Lasciami andare, bastardo!”
 
“Cielo, cielo. Come sei volgare, beh, io me ne vado a fare una passeggiata.”
 
“Spero tanto che tu finisca vittima di Taker End.”
 
“Sinceramente, meglio finire vittima di lui che di te, non è vero, Accelerator?”
 
Gli occhi dell’albino si spalancarono, e quando Kihara svoltò l’angolo, si lasciò scivolare contro la parete, facendo cadere la stampella a terra.
Se ci pensava, poteva ancora vedere i loro volti spenti, privi di vita e macchiati di sangue. 10.031, le aveva contate una ad una, quei burattini che aveva ucciso uno ad uno, – arti strappati, crani fracassati, corpi schiacciati, inversione del flusso del sangue – le aveva uccise in ogni modo possibile. Si guardò la mano destra, gli sembrava ancora di vedere il sangue di cui si era sporcato quel giorno, sentì il vomito salirgli su per la gola, che tuttavia non si voleva decidere ad uscire.
Si diceva che l’aveva fatto per lei, per salvare quella bambina da quelle marionette impazzite, ma nel profondo del suo cuore sapeva che l’aveva fatto per se stesso, se non avesse fatto niente, anche lui sarebbe morto.
La sentiva ancora, la consapevolezza di poter manipolare la vita altrui, gli dava un senso di sicurezza e soddisfazione, come era stato per lui ora anche gli altri avrebbero patito quella sofferenza, quel momento in cui non senti più dolore e smetti di gridare, l’avrebbe fatta provare anche a quel verme di Kihara.
 
[…]
 
Kamijo Toma rimase terrorizzato, Tsuchimikado l’aveva portato nell’ultimo punto in cui era esplosa la sfera nera, la foresta in cui era finito non appena aveva varcato la soglia della porta che l’aveva condotto in quel mondo. Tuttavia della foresta non rimaneva più niente, al suo posto vi era soltanto un buco occupato da un enorme massa oscura.
 
“Kamijo, mentre venivamo qui mi hai detto che la tua mano destra contiene l’Imagine Breaker, qualcosa capace di distruggere qualsiasi forma di potere paranormale. Oramai per i luoghi distrutti non c’è più nulla da fare, ma se riuscissimo a sconfiggere Taker End, allora forse il mondo tornerebbe alla normalità, vorrei il tuo aiuto. Taker End sta cercando di uccidere la Regina di Cuori e la Duchessa, poiché sono le sovrane di questo mondo, ci aiuterai a proteggerle e a salvare questo mondo?”
 
“Io…”
 
Kamijo era ancora leggermente scioccato dallo scenario, ma strinse i pugni e annuì con la testa “Io vi aiuterò.”
 
[…]
 
Ancora sangue, si era sporcato ancora di sangue. L’odore in quella stanza era diventato sinonimo di morte. Si accasciò a terra, tenendosi la testa tra le mani. Sparsi per la stanza, giacevano sette cadaveri.
 
“Che stupidi, pensavate davvero di poter avere una chance di battermi? Lo pensavate davvero? Che idioti! Vi siete meritati di morire!” Dopo averlo detto, Accelerator scoppiò in una fragorosa risata. Una folle, pazza, risata.
 
Doveva ricomporsi, guardò nell’unico angolo della stanza che il sangue non aveva raggiunto. Una bambina stava riposando, dormiva ancora profondamente come fosse vittima di un qualche incantesimo. L’aveva fatto per lei, continuava a dirsi. Solo e unicamente per salvare quella mocciosa. Cercava di convincersene, ma nel profondo del suo cuore continuava a domandarsi se non era pura sete di vendetta, vendetta su persone che non centravano niente. Voleva solo farla pagare a qualcuno per ciò che aveva subito. Quando aveva visto i tirapiedi di Taker End entrare nella stanza, aveva seguito l’istinto, li aveva uccisi. Quello più vicino ad Accelerator aveva la testa leggermente staccata dal resto del corpo, si poteva vedergli persino le vene del collo, visto che l’aveva scorticato in quel punto. Era un mostro, di questo era sicuro. Una parte di lui voleva essere temuta dagli altri, mentre un'altra voleva essere accettata. Quale di questi due era il vero Accelerator?
 
Era ormai il tramonto, la sera era prossima. L’intero mondo sembrò tremare, e le lancette degli orologi smisero di girare.
 
Tsuchimikado uscì un orologio dalla tasca sinistra dei pantaloni in pelle di gatto. Accelerator spostò velocemente lo sguardo ai tre orologi appesi alle pareti della camera sporca di sangue. Misaka Mikoto aprì la porta del soggiorno e controllò l’orologio a pendolo accanto al camino. Kihara Amata si tirò leggermente su la manica destra della giacca e controllò il suo orologio da polso, dipingendosi un grosso sorriso sul volto. Inutile negarlo, le lancette del tempo avevamo smesso di muoversi.




[1] Sorridere come un gatto del Cheshire" (To grin like a cheshire cat) era un modo di dire molto comune ai tempi di Carrol. Lo scrittore ha quindi voluto ironizzare con questo detto, analogamente a quanto fatto nel caso dal cappellaio matto e del Leprotto marzolino. L'origine del proverbio è incerta. Secondo alcuni deriva dalla pratica di un pittore del Cheshire di disegnare leoni sorridenti sulle insegne delle locande, secondo altri dall'usanza nel Cheshire di fare un formaggio con la forma (o il cui marchio aveva la forma) di un gatto sorridente. [cit. Wikipedia sulla probabile origine del nome dello Stregatto/Gatto del Cheshire]

Angolo dell'autore:


Ebbene si, ho pubblicato anch'io qualcosa in questa sezione, sorpresi? u.u

Ci tengo a precisare che ci sono alcune caratteristiche mancanti rispetto alla serie di Index, ad esempio in questa storia Accelerator, sebbene porta la stampella non possiede il gira-collo collegato al Misaka Network, ma può eseguire normalmente i suoi calcoli. Poi forse farò che Tsuchimikado non ha problemi nell'uso della magia (non è sicuro).

Devo ammettere che mi spiace un pò aver fatto morire pure qui le 10.031 Sisters, potevo tenerle in vita >_>
In questa storia temo di essere andato un pò OOC, ma siccome ho sempre quest'impressione quando scrivo qualcosa riguardante personaggi di anime, lascio decidere a voi (va be' che tecnicamente, i personaggi non sarebbero gli stessi di Index, essendo che stanno solo a rappresentare i personaggi di Alice, quindi se vanno un pò OOC forse si può sorvolare)
In più ho dovuto mettere bollino arancione per la scena finale con Accel (si, quella del collo scorticato), ma non so quante scene simili aggiungerò xD

A proposito, trovate azzeccati i personaggi, che ne so, Tsuchimikado che è lo Stregatto, o vi immaginavate qualcun'altro al suo posto?

In più come dice Tsuchimikado, Taker End dovrebbe significarsi Portatore della Fine, ma non essendo un asso in inglese, credo di aver sbagliato.

Conto di fare altri 2 capitoli, per un totale di 3, più o meno dello stesso numero di pagine. Nel prossimo capitolo provvederò a spiegare alcune cose, come ciò a cui si riferisce Accelerator riguardo alla sua vendetta (o forse questo per il capitolo 3?).

Spero vivamente che vi sia piaciuta. Questo capitolo l'avrò finito circa due giorni fa, ma non avevo voglia di pubblicarlo xD
Bene, ora che sto scrivendo questa storia e che dovrà essere di soli tre capitoli, credo rallenterò per un pò il ritmo della mia storia principale (oddio, diventa ancora più lenta...) per dedicarmi di più a questa. Beh, ditemi se vi è piaciuta ^_^

See ya!
  
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