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Autore: geachan    06/06/2013    3 recensioni
Matsuri Nakamura,sedici anni, ogni giorno la sua vita è un incubo senza fine, ma preso arriveranno degli angeli, ovvero degli angeli oscuri che la libereranno e la faranno avvicinare a ciò che le piaceva fin dalla più tenera età, la musica
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matsuri, Sabaku no Gaara , Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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                         Matsuri
Davanti al cancello della scuola superiore Okuma, tre ragazze erano sedute lì vicino e sembrava che stessero aspettando qualcosa o qualcuno.
Erano tre tipe non molto attraenti e dall’aria minacciosa:
La prima (che doveva essere sicuramente la leader del gruppo) aveva i capelli viola, ma questi avevano un taglio davvero particolare, infatti da una parte erano corti, dall’altra lunghi e davanti una frangetta, gli occhi erano grandi e neri, la carnagione chiara, ma la bocca talmente larga che sembrava quella di una rana.
La seconda invece aveva la pelle rosea, i capelli castano chiaro fatti stile afro degli anni 70’ e aveva un’espressione  molto minacciosa sul volto.
La terza, invece, aveva la carnagione olivastra, gli occhi anch’essi neri come la leader, ma capelli che erano rosso scuro, corti e a punta come quelli dei punk.
-Non vedo l’ora che arrivi Nakamura, ho veramente voglia di iniziare il primo giorno di scuola per bene.- Dichiarò la viola, -Hai ragione Ami, anche se è iniziata la scuola almeno avremo la soddisfazione di iniziarla pestando quella piccola troia!- Le rispose l’afro, -Sì, anch’io non vedo l’ora di dargliele e spero che per pranzo abbia qualcosa di buono da mangiare, mia madre mi ha fatto la solita cagata per quando vado a scuola!- Aggiunse la ragazza dai capelli a punta.-Statevi zitte voi due! I vostri commenti iniziano ad irritarmi!- Ordinò Ami innervosita dalle fastidiose voci delle sue amiche. Le ragazze tornarono di nuovo ad aspettare la tipa in questione, quella mattina per loro ci sarebbe stato veramente da divertirsi…..
-Ti auguro un meraviglioso primo giorno di scuola Matsuri-chan! Guarda, per l’ora di pranzo ti ho preparato  il tuo piatto preferito….. IL SASHIMI!- Esclamò una donna alta, magra, carnagione chiara, lunghi e lisci capelli castani ed occhi verdi. –Grazie mille Zia Eriko.- La ringraziò una ragazzina bassa, molto magra, capelli corti anche questi castani come quelli della donna, l’unica differenza che le distingueva era che quest’ultima aveva dei grandi occhi neri da cerbiatta. –Di niente tesoro!- Le disse sorridendo lei, anche se poi notò che negli occhi della nipote c’era preoccupazione anzi paura, ma di che cosa? –Ciao Zia! Ora devo andare o farò tardi va bene? Ciao!- La interruppe Matsuri dandole un bacia sulla guancia destra e prendendole il pranzo dalle mani. –Ehm….. Matsuri, aspetta un attimo!- La fermò prendendola per il braccio, meno male che aveva la divisa a maniche lunghe, faceva meno dolore quando la prendeva così. –Che c’è?- Le chiese la castagna, -Va tutto bene? Sei per caso nervosa che sia ricominciata la scuola?- Le chiese con aria preoccupata la donna. In quel momento, Matsuri rimase di stucco, avrebbe voluto dirle il problema che aveva, ma non poteva! Si vergognava troppo di questo e se poi si vendicassero? No! Non poteva dirlo! –No Zia, è solo che sono un po’ nervosa che inizi il nuovo anno scolastico, ma per il resto tutto a posto!- La rassicurò lei……..bugia.
-Ah! Ok, ma non ti preoccupare tu non sei stupida Matsuri-chan! Tu sei una ragazza molto intelligente! Devi solo avere più fiducia in te stessa!- Le consigliò Zia Eriko, -Hai ragione Zia! Grazie mille!- La ringraziò la castagna facendo finta di essere felice, di non avere problemi, -Ciao tesoro, divertiti a scuola.- La salutò poi la donna, -Ciao Zia!- La salutò lei prendendo la bici e iniziando a pedalare verso scuola anche se avrebbe mai voluto varcare l’uscita di casa.
Pedalò per un lungo tragitto fino ad arrivare alla scuola superiore Okuma, infatti era la stessa delle tre ragazze che erano davanti al cancello……….. sfortunatamente.
Vedendola arrivare, Ami si mise davanti alla via dove la ragazza pedalava e quest’ultima, pur di non prenderla, fu costretta a girare il manubrio e a frenare. La frenata però fu così forte che il suo mezzo oscillò davanti facendola cadere per terra e la bici anch’essa, ma addosso a lei.
-AH!- gemette lei per il dolore, si tolse il mezzo di dosso e notò che sulla coscia destra si era fatta un enorme livido viola e quando provava a muovere la gamba le faceva un dolore allucinante, Dio! Perché Ami doveva farla fermare sempre così? Forse perché era molto più divertente, sì! Quella era sicuramente l’unica risposta che si poteva dare. D’un tratto la viola la prese per i capelli e insieme alle sue amiche iniziò a strattonarla  oltre l’entrata fino ad arrivare in un angolo del campetto isolato dove nessuno le potesse vedere. Ami lasciò i capelli della povera Matsuri ma poi la prese per le spalle sbattendola sul muretto, -Ah!- Gemette ancora Matsuri per il dolore, cosa volevano da lei? Perché la trattavano sempre così?
-Lasciatemi stare ! Insomma, che cosa volete da me!?!- Chiese innervosita la castagna dimenandosi per cercare di sfuggire a quelle tre arpie. Quest’ultime si guardarono tra di loro e scoppiarono in una maligna risata. –Cosa sei Nakamura? Cretina? Sai, è appena ricominciata la scuola, ma noi non siamo proprio felici di questo. Quindi, per consolarci, abbiamo deciso di iniziarla per bene, pestandoti! Sei contenta?- Le chiese Ami con un falso sorriso amichevole. La castagna stava per rispondere, ma una violenta ginocchiata nello stomaco da parte della viola la bloccò. Stava  per urlare, ma decise di trattenersi, altrimenti se qualcuno l’avesse sentita, Ami gliel’avrebbe fatta  pagare, e tossì gocce di sangue. –Vedo che hai imparato a tenere la bocca chiusa, brava!- Le fece i complimenti la bulla mentre le sue scagnozze ridevano. –A proposito, grazie per il pranzo!- La ringraziò Fuki facendole vedere il suo pacchetto, -Ehy! Quello è il mio pranzo! Ridammelo!- Le ordinò la castagna, -Stai zitta puttanella!- La zittì Kasumi. La punk tolse il fazzoletto rosso a poà gialli dal piccolo vassoietto e guardò cosa c’era da mangiare. –Oh merda il sashimi! Lo detesto!- Disse inorridita per poi sbatterlo per terra. –NO!- Urlò Matsuri, il suo pranzo! Era lì, sul suolo, tutto sporco di terra! Adesso come avrebbe fatto per l’ora di pranzo? Sarebbe stata a digiuno? –E questo è per il pranzo!- Le urlò Fuki per poi darle un pugno sulla faccia che la interruppe brutalmente dai suoi pensieri, un altro dolore da trattenere. Una lunga scia di sangue le stava uscendo dalla bocca come le lacrime dagli occhi, perché le stavano facendo tutto questo? Perché? Perché aveva quella vita di merda? Che cosa aveva fatto di male per meritarsela? L’unica cosa che in quel momento poteva udire erano solo le sadiche risate di quelle tre infami, le odiava! Odiava che a quelle puttane le facesse divertire vederla soffrire  e si notava perfettamente come questo facesse eccitare Ami. –V-vi prego, l-lasciatemi andare.- Le pregò Matsuri con voce tremante, .Già ora? Ma come?- Chiese la leader del trio, poi si avvicinò all’orecchi sinistro e sussurrò –Ora inizia il vero divertimento.- . Detto questo,  tutte e tre iniziarono a malmenarla dandole ginocchiate e pugni, anche quando finì distesa a terra non la smettevano di continuare quella tortura e più la castagna piangeva ed implorava che la smettessero, più loro ridevano.
-Basta, credo che ne abbia avuto abbastanza…… per ora.- Disse Ami soddisfatta del lavoro svolto alle sue amiche che non la smettevano più di ridere, così le tre se ne andarono in classe. Matsuri, intanto, era ancora per terra e sentiva dolore da tutte le parti del corpo, erano così forti che quello alla coscia per la caduta in bici era una quanto una puntura di zanzara. Ma non si diede per vinta, anche se aveva avuto una bella batosta da Ami e le sue amiche , questo non le impediva di andare a lezione. Così, con tutta la forza che teneva, si rialzò  e andò a darsi una ripulita. Dopo essersi assicurata che il corridoio fosse vuoto,  andò al bagno delle ragazze. Si guardò in uno degli specchi e, come al solito, aveva una faccia piena di lividi, una bocca sporca di sangue  e una divisa sporca di terriccio. Non sopportando quell’immagine , tolse subito lo sguardò e iniziò a lavarsi il viso e ad aggiustarsi la divisa. Dopo si riguardò, il viso e la divisa erano di nuovo puliti, ma il ricordo dell’aggressione di quelle tre le era rimasto impresso nella mente, si ricordò di come la picchiavano, come le facevano male, per non parlare dei loro sguardi! Pieni di odio e di divertimento,  come godevano a vederla piangere e come ridevano quando gemeva e implorava pietà. A quei stramaledetti ricordi, la castagna non ce la fece più, prese la sua cartella e si chiuse in una delle toilette dove appena chiuse per bene la porte, srotolò la manica sinistra della sua divisa, aprì la cartella e da lì prese il suo taglierino, il suo migliore amico, lo avvicinò ad un braccio nudo pieno di tagli rossi e facendo oscillare la punta, ne compose uno fresco. Matsuri strinse i denti e trattenne il dolore, appena finì, si sentì sollevata, quel brutto ricordo era finalmente scomparso dalla sua mente. Per un momento, guardò il suo braccio, da quel nuovo taglio uscivano delle piccole gocce di sangue che iniziavano a comporre una scia sul braccio per poi andare a cadere sul pavimento.
Quella era la sua cura, il suo unico modo per sopravvivere a quell’inferno da cui non sarebbe mai uscita.
 
 
 
NOTA DELL’ AUTRICE:
Salve a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ho voluto scriverlo perché nelle mie precedenti scuole e campi estivi non sono stata vittima di bullismo, ma di prese in giro allora per sfogarmi ho deciso di scrivere questa fanfic. Vedrò di pubblicare il secondo capitolo, ora, scusate ma devo andare ciao a tutti! ^^
 
  
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