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Autore: edwardina twalentina    06/06/2013    1 recensioni
Lei è una ragazza semplice,nella norma. Ha degli amici,ma certe volte preferisce starsene per i fatti suoi. Ama leggere, e spesso vorrebbe restare a casa per dedicarsi alla lettura piuttosto che uscire con gli altri. Ha dei genitori,due fratelli...Vedendola si direbbe che vada tutto a posto. é una ragazza normale,che qualche volta tende ad isolarsi. Ma non sempre l'apparenza mostra ciò che proviamo veramente. Lei è una ragazza che non riesce a vivere pienamente il presente,perchè è troppo attaccata al suo passato. Una sera,per caso,si ritrova in luogo misterioso,dove una voce le parlerà,la conforterà,e la guiderà,verso il luogo dove si celano i suoi desideri...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bianco. Luminoso. Infinito.
Questo era quello che riuscivo a vedere in quel momento.
Non c’era niente. Solo il nulla.
Quello che mi chiedevo però era come fossi arrivata lì. Fino ad un momento fa ero in camera mia,sdraiata sul letto a leggere un libro. Ed ora ero qui. Nel vuoto.
Mi guardai intorno,sperando di scorgere qualsiasi cosa. Perfino una pianta o un animale andavano bene. Tutto tranne l’essere sola.
Stavo entrando nel panico. Perché c’ero solo io?
Proprio quando stavo per mettermi ad urlare,una brezza leggere iniziò a soffiare.
Mi voltai,sperando di vedere qualcosa.
Niente.
Ma dove mi trovavo?!
<<  Non agitarti >> disse una voce.
Mi girai di scattò,convinta che ci fosse allora qualcuno. Nessuno.
Eppure sentivo una presenza accanto a me. Si,c’era qualcuno,era evidente.
Osservai attentamente intorno a me. Ero sola.
Perché,però,continuavo ad avere la sensazione che ci fosse qualcuno al mio fianco?
<< C- chi sei?Dove ti trovi? >> domandai con voce tremante.
<<  Sono proprio qui accanto a te,solo non puoi vedermi. Nessuno può farlo >> mi rispose la voce.
Iniziai ad agitarmi:che cosa caspita era quella roba lì?
<< Cerca di calmarti >> mi disse  << non ho alcuna intenzione di farti del male,stai tranquilla. Fidati di me >> .
Stranamente,al suono di quelle parole mi sentii un pochino meglio. Certo,ero ancora bloccata lì,ma il sapere che quella cosa non aveva cattive intenzioni rendeva quella situazione più confortante. E poi,non so per quale bizzarro motivo, mi fidavo di quella voce. Era come un istinto naturale non essere diffidente verso di lei.
Feci due respiri profondi,poi dissi:<< Okay,sono abbastanza calma. Adesso,per cortesia,potresti dirmi dove mi trovo e cosa ci faccio qui? E,soprattutto,che cosa sei? >>.
Sentii una dolce risata vibrare nell’aria,poi la voce mi disse:<<  Tutto ciò deve apparirti molto strano,e non ti biasimo. Vedi,ci troviamo in un posto molto particolare,pensa che non è segnalato in nessuna cartina geografica,anzi,non esiste nel mondo reale. È un luogo tra sogno e realtà,tra inconscio ed altro. Non posso dirti altro su quest’argomento,scusami. Quanto a te, ti ho mandata qui perché ero molto curioso su alcuni aspetti della tua vita e del tuo carattere. Mi hanno colpito molto certi tuoi comportamenti che ho voluto incontrarti di persona per saperne di più su di te.  Per quanto riguarda me,posso solo dirti che è come se ci conoscessimo da sempre:so tutto di te. Cosa sono,puoi deciderlo tu a tuo piacimento >>.
Ero sempre più confusa. Di tutto ciò che aveva detto,niente aveva un senso logico. Non sapevo cosa fare. Decisi di proseguire la conversazione.
Titubante,gli domandai:<<  Va bene … Cosa devo fare?Cosa vuoi sapere? >>.
<< Che ne dici di camminare un po’? Ho un paio di cose da chiederti e da mostrarti,se ne hai voglia >>.
Annuii:prima avrei iniziato,prima avrei finito.
Iniziai a camminare. Non seguivo una direzione,anche perché lì era del tutto impossibile.
<< Cosa vorresti domandarmi? >> chiesi alla voce.
Quella mi rispose:<<  Dunque, so che non sei una persona facile da capire. La tua mente e la tua anima sono molto complicate. Spesso senza un perché preciso adotti atteggiamenti che vanno contro ciò che sei veramente. Vedi sempre il lato negativo delle cose,non mostri  quasi mai le tue vere emozioni. Hai delle amiche,si,ma preferisci startene per la maggior parte del tempo per conto tuo. Ti piace leggere,e a volte i libri diventano il tuo rifugio. Ha dei fratelli ed una famiglia alla quale tieni molto,ma che quando viene criticata dagli altri non difendi abbastanza. A scuola sei una ragazza nella norma, ma sai che se solo lo volessi potresti fare di meglio. Non hai fiducia in te né possiedi una grande considerazione di te stessa. Non ti piace vedere persone che bevono o fumano. Ti senti esclusa ed incompresa. Odi dover crescere,avere troppe responsabilità,prendere decisioni … E spesso vorresti ritornare con tutti il cuore a quando era una bambina >>
Tacevo. Non sapevo cosa dire. Quella “cosa” mi aveva denudato totalmente la mia personalità. Era come se facesse parte di me,tanto mi conosceva bene!
<< M -ma … come … voglio dire …  >> balbettavo a tutto spiano.
La voce rise:<< Te l’ho detto:conosco quasi tutto di te. Però sono molto curioso riguardo il tuo continuo rimpiangere la tua infanzia. Mi spiego:vorrei sapere quale sentimento ti spinge cosi tanto verso il passato >>.
Sospirai. Non era una cosa semplice. Chissà perché gli interessava …
<< C’entra per caso tua madre? >>mi chiese.
Abbassai lo sguardo. Aveva centrato in pieno.
<< Mmh  … capisco … I tuoi genitori sono separati vero? >>.
Annuii.
<< Perché non me ne parli un po’?  >>.
Non so cosa mi spinse a farlo,ma iniziai a raccontargli tutto,anche se probabilmente già lo sapeva.
<<  I miei genitori si separarono prima che io nascessi. Fu solamente mia madre a crescermi,aiutata ovviamente dal resto della sua famiglia. Vivevamo in città,in un piccolo appartamento solo per noi. Lei era il mio mondo,ed io il suo. Eravamo inseparabili. Quando iniziai la scuola materna,piangevo sempre la mattina perché non volevo separarmi da lei. Mi sedevo in un angolo,e attendevo con impazienza il momento in cui sarebbe venuta a riprendermi. La notte mi faceva dormire nel suo letto,abbracciata a lei. Avevo lo strano vizio di pizzicarle il gomito per addormentarmi. Questa vita continuò cosi,fino a che,quando avevo sei anni,mia madre si risposò. Da lì,penso di aver smesso di essere il suo centro. Dopo un po’ nacquero i miei fratelli,che amo con tutto il mio cuore. Però sentivo che non ero più l’unica ad essere importante per mia madre. Inoltre,suo marito non mi è mai stato molto simpatico. Non mi ci trovo bene,ma non gliel’ho mai detto,per paura di ferirla. È una donna a cui piace tantissimo cucinare,soprattutto i dolci e le torte. Mette l’anima in tutto quello che fa. Non gliel’ho mai detto,ma vorrei avere anche io la sua stessa forza. È una delle poche persone a cui tengo più di me stessa. Qualche volta litighiamo,è normale. Alcune persone la criticano,ed io sono troppo codarda per difenderla come si deve. Ma non la cambierei per niente al mondo! Ai miei occhi non c’è donna migliore di lei!  >>. Non mi ero accorta che i miei occhi stavano iniziando a diventare lucidi.
<< Capisco … >> disse la voce <<   L’affetto che provi per tua madre è molto potente. È raro che veda cose del genere,negli ultimi tempi. Voltati,voglio mostrarti una cosa >>.
Feci come mi aveva chiesto.
Improvvisamente davanti a me comparve un’immagine:c’era una bambina seduta per terra,vicino ad una ringhiera che dava sulla scala. Intorno a lei,gli altri bambini giocavano,correvano,si divertivano,come era giusto che facessero in una scuola materna. Ad un certo punto,una macchina si parcheggiò di fronte al cancello della scuola. La bambina che se stava tutta sola,alzò la testa,fissò la donna che scendeva dall’automobile,si alzò in piedi e corse verso di lei. << Mamma! >> urlava <<  Mamma,sei venuta,finalmente! >>. La giovane donna sorrise e ,una volta che il cancello si aprì,si diresse verso la figlia,che le corse incontro,buttandosi tra le sue braccia. Mamma e figlia si abbracciarono teneramente,poi la donna posò un dolce bacio sulla testa della bimba.
Alla vista di ciò,calde lacrime iniziarono a scendere sulle mie guancie. Riconoscevo quella scena,che faceva parte di un ricordo troppo lontano per i miei gusti.
<< Cosa vorresti in questo istante? >> mi chiese la voce. Bei giorni erano quelli! Certo,ora avevo dei fratelli,e non li avrei mai sostituiti con altro,però …
<< I -io …  >> dissi <<  io darei tutto l’oro del mondo … pur di poter rivivere anche solo per un istante un momento come quello >>.
<< Ne ero sicuro >>rispose la voce<< sospettavo che ti avresti detto la tipica frase “darei qualsiasi cosa pur …” ed invece non ti sei espressa cosi. Sai che possiedi delle cose molto importanti,che non puoi sacrificare,anche se questo vuol dire rinunciare ad un tuo desiderio. Sono molto lieto che tu comprenda certe cose. Ora il nostro incontro,purtroppo,si deve concludere. Mi ha fatto molto piacere chiacchierare con te. Ti ringrazio per la compagnia e per la chiacchierata. Hai risolto alcuni dubbi che avevo. Devo chiederti di non raccontare a nessuno di quest’evento. Buonanotte,cara ragazza. Spero che anche tu abbia gradito tutto questo … >> e la voce si affievolì,fino a spegnersi.
Io continuavo a fissare quella scena in lacrime. Poi notai che piano piano stava svanendo. No! Tesi una mano verso di lei,nel tentativo di riuscire a non farla scomparire. Dopo pochi istanti,tutto divenne buio.
 
Aprii gli occhi di scatto. Respiravo affannosamente. Mi guardai intorno:ero nella mia stanza. Mi tirai a sedere:stavo sul letto,il libro che stavo leggendo appoggiato accanto a me. Probabilmente mi ero addormentata per la stanchezza.
Guardai la sveglia sul comodino:erano le nove e un quarto. Notai un post-it sopra l’orologio. Lo afferrai;sopra c’era scritto Noi due siamo andati a fare colazione. Occhio ai bambini quando si svegliano. Mamma.
Improvvisamente mi tornò alla memoria tutto ciò che era successo prima. Strinsi forte il foglietto che avevo in mano. Le lacrime fecero la sua comparsa.
Il passato è passato,ed io non potevo riviverlo. Dovevo accontentarmi di quell’istante,di tutti i miei ricordi.
 
  
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