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Autore: Duchannes    06/06/2013    7 recensioni
Un libro, un paio di occhi, un tè, un sorriso, tutto quello che a volte ci può travolgere.
Perché siamo presi dalla nostra routine, dai nostri pensieri, poi basta un sorriso e tutto cambia.
L'amore è potente, ci fa cadere in un abisso senza fine, ed è proprio ciò che succederà ad Harry.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note Autrice: Salve gente c: Non ho molto da dire, è una os a cui ho dedicato molto tempo e per questo ho deciso di pubblicarla, per sapere cosa ne pensate. 
Mi piace molto e penso di andarne fiera, perché quando l'ho finita di scrivere e l'ho riletta, mi sono innamorata di ogni singolo rigo e spero che possiate innamorarvi anche voi.
Il protagonista è Harry, ma ho scelto questa foto perché rappresenta un po' quello che leggerete.
E' molto dolciosa, non consigliata a chi soffre di diabete ahahah.
Bene, non ho niente da dire, solo buona lettura.
Spero di sapere cosa ne pensate, ci tengo particolarmente.

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B
ooks and tea.


La pioggia scorreva indisturbata, come al solito, avevo deciso di andare a fare un giro per le strade di quella città che tanto amavo e mi ero dimenticato di portare con me un ombrello.
Era un anno che avevo casa a Londra e mi dimenticavo sempre di quanto il tempo lì, cambiasse in un secondo, in qualsiasi momento della giornata, le nuvole erano pronte dietro l’angolo.
Era una delle caratteristiche che mi portavano ad amarla come città.
Avevo un profondo amore per la pioggia, il rumore che trasmetteva, l’odore di terra bagnata che emanava, un vero calmante per i miei nervi.
Ma c’era anche un altro motivo per cui amavo la pioggia, grazie ad essa la gente si rinchiudeva in casa e le strade erano piuttosto deserte, questo oltre a regalarmi un po’ di silenzio, mi permetteva di camminare per le strade senza essere assalito ogni due minuti dalle nostre fans.
Perché sì, ero Harry Styles della band dei One Direction, il grande Harry Styles che amava con tutte se stesso le attenzioni delle fans, che le amava per averli portati così in cima, ma non in giorni in cui mi sentivo così malinconico, volevo solo stare da solo e lasciarmi cullare dalla musica trasmessa dal mio Ipod.
Quando la pioggia cominciò ad insistere, corsi al riparo nella prima caffetteria che incontrai su per la strada, entrai scrollando i miei capelli che erano ormai bagnati, infilai poi di nuovo il berretto di lana e mi sedetti ad un tavolino nell’angolo, molto lontano dal resto della gente.
Afferrai il mio Iphone per avvisare Louis che sarei tornato più tardi a causa della pioggia, per poi ordinare una tazza di tè caldo.
Quando alzai lo sguardo, notai che di fronte a me c’era una ragazza, aveva dei lunghi capelli castani, legati in uno chignon imperfetto, da cui fuoriuscivano alcuni capelli, dandole un’aria disordinata.
Teneva gli occhi puntati su un libro poggiato sul tavolino, mentre con l’altra mano sorseggiava quello che sembrava tè, da una tazza.
Era davvero bella, la sua pelle era molto chiara, aveva uno spruzzo di lentiggini sul naso e sulle guance un po’ rossastre.
Indossava una camicia a quadri rossa, con sotto un leggins nero e delle vans nere.
Quando la cameriera gli si avvicinò portandole dei biscotti, potei notare i suoi occhi per la prima volta, erano di un verde intenso, rivolse un sorriso luminoso alla cameriera ringraziandola e mi sembrò di non aver visto nulla di più bello.
 

*

Quando avevo parlato a Louis di quella ragazza mi aveva chiamato stupido circa otto volte per non essermi avvicinato e avergli rivolto la parola, ma il famoso Harry Styles, quello che aveva la fama da donnaiolo era sparito davanti a quegli occhi, mi ero sentito stupido e inadeguato per tanta bellezza, per la prima volta mi ero sentito insicuro e avevo avuto timore di avvicinarmi.
Mi aveva provocato tutti questi sentimenti con un solo sorriso, non osavo pensare a cosa fosse potuto succedere se mi avesse rivolto la parola.
Più o meno da quel giorno, ogni pomeriggio mi recavo a quel caffè, mi camuffavo un pochino più del solito, giusto per non essere scoperto dalle fans, una volta dentro, mi sedevo al tavolino nell’angolo guardando ogni persona che entrava facendo trillare il campanellino sulla porta, ma ogni volta una smorfia di delusione si dipingeva sul mio volto, lei non era più tornata lì.
Zayn continuava a prendermi in giro, diceva che tutta questa mia fissazione per una ragazza che avevo visto una sola volta di sfuggita, era stupida, che avrei dovuto cercare una più carina e dedicarle le mie attenzioni, ma quella ragazza era entrata nella mia mente, avevo tra i miei pensieri il ricordo del suo volto, ma il ricordo si sbiadiva e io avevo bisogno di rivederlo ancora una volta per ricordarlo più nitidamente.
Così non mi persi d’animo e continuai a frequentare quel caffè, sperando di rivederla.
 

*

Poi un giorno quando il campanellino aveva tintinnato, stufo di alzare lo sguardo, non mi ero accorto che proprio quella ragazza era entrata da quella porta, fino a quando non si era avvicinata e mi aveva chiesto titubante << I tavoli sono tutti occupati, ti dispiacerebbe se mi sedessi qui di fianco a te? Non ti darò neanche fastidio.>>
Quando avevo alzato lo sguardo non potevo credere che mi stesse chiedendo di sedersi al mio stesso tavolo, la sua voce era così limpida, sbattei un paio di volte le palpebre e lei si toccò i capelli imbarazzata << O-oh s-scusa, non mi ero accorta che tu fossi…>> disse balbettando.
Mi aveva riconosciuto, infondo erano poche le persone che non sapevano dell’esistenza della nostra band, la guardai per qualche secondo prima di sorriderle << Non sono nessuno, prego siediti, non mi disturbi affatto.>> avevo detto, facendole spazio sul divanetto.
Lei si sedette di fianco a me in silenzio, tirò fuori dalla sua borsa il libro consumato che leggeva la prima volta.
L’avevo osservata per tutto il tempo, fin quando la cameriera non si era avvicinata chiedendo se volessimo ordinare qualcosa, distogliendo per un attimo la mia attenzione, che poi era subito tornata a fissare quella pelle chiara e quegli occhi verdi.
Dopo qualche minuto si voltò verso di me facendo scontrare le nostre iridi e mi sentii quasi mancare il fiato.
Sorrise per un attimo prima di dire << Ho qualcosa fuori posto? No perché se continui a fissarmi così potrei scambiarti per un maniaco.>> mentre con le dita torturava le pagine del povero libro che aveva tra le mani.
Sorrisi ricordandomi che non era molto educato fissare le persone e feci spallucce << Non hai nulla fuori posto, è quello il problema.>> mi lasciai scappare, pentendomene subito dopo.
Lei strinse gli occhi cercando di decifrare la mia frase << Credo di non seguirti…>>
Sorrisi scuotendo la testa << Ero sovrappensiero, scusami.>>
Lei mi scrutò dettagliatamente << Ti capita spesso?>>
La guardai cercando di capire a cosa si riferisse << Perdermi nei miei pensieri?>>
Lei annuì senza smettere di fissarmi e io feci spallucce << Qualche volta.>>
Lei annuì distogliendo lo sguardo sussurrando un flebile << A me capita continuamente.>> così flebile che quasi sembrò di essermelo immaginato.
Quando tentai di chiederle il perché, una bambina bionda corse verso di lei con un grosso lecca-lecca tra le mani << Andiamo a casa? Sono stanca di correre su e giù per i negozi, Mandy ha detto che per lei va bene.>>
Lei sorrise teneramente alla bambina accarezzandole i lunghi capelli biondi << Certo, adesso andiamo via.>> disse riponendo il libro nella borsa, per poi alzarsi in piedi.
Accadde tutto così velocemente, che quasi mi persi l’occasione di sapere qualcosa di più su di lei, proprio mentre stava per essere trascinata via da quella bambina, la trattenni afferrandola per un polso << Potresti almeno dirmi il tuo nome?>>
Lei era sorpresa, fissò prima il mio polso e poi me, dicendo un flebile << J-Jane… mi chiamo Jane.>>
Le sorrisi lasciando andare la presa << E’ stato un piacere, Jane.>> dissi semplicemente, mentre lei mi fissava incredula.
Prima che potesse aggiungere qualcos’altro, la bambina la trascinò via.
Jane, mi sembra di non aver mai sentito un nome più bello.
 

*

Quando avevo raccontato tutto a Lou, che era il mio migliore amico, aveva cominciato a prendermi in giro dicendo che sembravo un bambino di fronte alla sua prima cotta di adolescente, avevo semplicemente alzato gli occhi al cielo per poi minacciarlo << Se continui a prendermi in giro non ti racconterò più niente.>>
Lui aveva subito implorato il mio perdono, facendomi scoppiare a ridere.
La notte avevo sognato quelle iridi verdi, quella carnagione bianca e quelle labbra rosse, che mi attraevano, terribilmente.
Tutti gli impegni con la band mi avevano tenuto fuori da quel caffè per quattro giorni e oggi, un giorno piovoso come un altro, sentivo quasi l’esigenza di tornare lì, con la speranza di incontrarla e riuscirle a strappare qualche nuova informazione.
Quando ero arrivato trafelato per la corsa, avevo intravisto quei capelli castani già dalla vetrina e avevo sorriso come un ebete, spingendo la porta d’ingresso.
Senza neanche pensarci troppo, mi ero subito seduto di fronte a lei, ma non si era smossa di una virgola, il libro le copriva il volto e probabilmente neanche si era accorta dalla mia presenza.
Mi schiarii la gola tentando di attirare la sua attenzione, ma lei non sembrò farci ancora caso.
Si accorse di me, solo quando la cameriera mi si avvicinò chiedendo la mia ordinazione, mi fissò per qualche secondo, per poi immergersi di nuovo in quel libro.
Mi sentii quasi offeso per essere stato ignorato così, quando però la cameriera andò via, lei abbassò il libro abbozzando un sorriso << Ti siedi di fronte a me e neanche mi saluti, Harry?>> disse pronunciando per la prima volta il mio nome, e per la prima volta mi sembrò di non aver mai sentito nessun pronunciare il mio nome così bene.
Le sorrisi distogliendomi dai miei pensieri << Ho cercato di attirare la tua attenzione, ma eri troppo presa dal tuo libro.>>
Lei lo richiuse poggiando tra le pagine il tovagliolo che fino a poco fa era sotto la sua tazza di tè << Scusami, ti ho detto che mi perdo spesso.>>
Le sorrisi cortesemente avvicinandomi a spostarle un capello ribelle che le era finito davanti al viso, lei si irrigidì alla mia vicinanza e mi allontanai subito << Mi dispiace aver osato, infondo non mi conosci.>>
Lei mi fissò per qualche secondo, prima di tirarsi indietro e poggiare la schiena allo schienale della sedia << Tutti ti conoscono.>> affermò quasi infastidita.
Corrugai le sopracciglia cercando di capire perché il suo tono risultasse infastidito, ma poi lasciai perdere affermando un semplice << Intendo conoscermi davvero, nessun giornalista mi conosce davvero.>>
Lei mi fissò in silenzio per poi controbattere << A volte anche le azioni delle persone possono dire qualcosa su di loro.>>
Io feci spallucce afferrando il tè che la cameriera mi aveva appena portato << A volte le persone sbagliano.>> aggiunsi semplicemente, stupendola di nuovo.
 

*

Avevo passato tutta la sera in quel caffè a parlare con Jane, era davvero una ragazza brillante, mi aveva raccontato dei suoi studi di psicologia, della sua passione per la lettura e per i romanzi di Jane Austen, passione tramandatole da sua madre che l’aveva chiamata così, proprio in onore della brillante scrittrice.
Sarei rimasto lì fermo su quella sedia consumata dal tempo, ad ascoltarla per ore, a conoscere ogni singola sfaccettatura della sua anima.
Aveva fatto alcune domande su di me, mi aveva chiesto della band, dei miei impegni, di parlarmi della mia passione, di descrivermi cos’era per me il semplice cantare.
Quell’interesse verso me mi aveva reso terribilmente felice, non ero l’unico a voler scoprire qualcosa di più su di lei.
Quello stesso pomeriggio le avevo chiesto di andare a vedere un film insieme, lei era stata inizialmente titubante di fronte alla mia proposta, poi aveva accettato stabilendo lei l’orario e il giorno.
Quel giorno era finalmente arrivato e io ero davvero su di giri e agitato, come un ragazzino alla sua prima cotta.
Avevo indossato un semplice pantalone nero, una t-shirt nera e le immancabili converse bianche.
Mi ero poi seduto in salone, facendo zapping, mentre il tempo passava lentamente.
Ci eravamo dati appuntamento per le nove, mi aveva detto che si sarebbe fatta trovare fuori il caffè dove ci incontravamo di solito.
Alle nove meno dieci ero già sceso per essere puntuale, ero di solito una persona che aveva imparato con il tempo a farsi scivolare i giudizi della gente, ma avevo paura di essere giudicato in maniera sbagliata da lei.
Stavolta persino Liam mi aveva preso in giro dicendo che stavo perdendo il mio fascino da conquistatore, ma nessuna delle loro prese in giro mi scalfivano minimamente, sapevo come sedurre una donna, ma il problema era che non volevo sedurla, volevo solo tenerla per mano e starla ad ascoltare per ore, mi bastava averla vicino per essere felice.
Quando arrivò al caffè si guardò intorno cercandomi, indossava un pantaloncino di jeans alta vita, una maglietta dei Gun s’n Roses, sotto il pantaloncino indossava delle calze nere e un paio di converse.
Dire che era bellissima era poco, probabilmente neanche esistevano parole per descriverla.
I suoi capelli castani ricadevano morbidi e mossi sulle spalle, restai ad osservarla per qualche minuto, per poi avvicinarmi e aprirle la porta << Avevo dimenticato di avere i finestrini scuri a portata di paparazzi.>>
Lei mi sorrise salendo in macchina << Pensavo mi avessi dato buca.>>
Scossi la testa partendo << Che brutta reputazione che mi porto sulle spalle.>>
Lei sorrise cambiando discorso << Ciao Harry, io sto bene e tu?>> disse riferendosi al mio mancato saluto.
Mi maledissi mentalmente in quindici lingue differenti per la figura da coglione che mi ritrovavo a fare ogni volta.
<< Perdonami Jane, ero incantato e ho dimenticato le buone maniere.>>
Lei sembrò irrigidirsi al mio complimento << Ti prego, non farlo, odio i complimenti.>> disse abbassando lo sguardo e cominciando a giocherellare con la stoffa del suo pantaloncino.
Corrugai le sopracciglia curioso, non mi ero sbagliato a pensare che fosse diversa rispetto alle altre.
<< E perché odi i complimenti?>> mi limitai a chiedere.
Lei fece spallucce << Perché mi imbarazzano, non so mai cosa rispondere e con la maggior parte di essi non sono neanche d’accordo.>>
Fissai la strada per qualche istante << E credi che i ragazzi li usino solo per rimorchiare, non perché lo pensino davvero.>> conclusi al posto suo.
Lei posò lo sguardo su di me << E non è così Harry?>>
Io le sorrisi facendo spallucce << La maggior parte delle volte è così, ma in questo caso non lo dicevo per quello, lo pensavo davvero.>> dissi estremamente serio.
Lei mi scrutò attentamente quasi cercando un segno nei miei occhi che le dicesse che mentivo, poi sorrise << Ti credo, ma niente complimenti con me, okay?>>
Annuii sorridendole << Okay, sei davvero bruttissima stasera, quella maglietta è orribile, per non parlare delle scarpe, che orrore di ragazza.>> dissi ironicamente e lei rise, la sua risata mi entrò dentro, il mio stomaco si ribaltò, non avevo mai sentito suono più bello, avrei voluto fermare il tempo, registrarla e farne una canzone, sarebbe stata sicuramente la mia canzone preferita.
Lei si accorse che ancora una volta ero taciturno, così cercò di parlare << Che film mi porti a vedere? Ti prego, dimmi che non è nessun film strappalacrime dove sarò così annoiata che baciarti mi sembrerà l’unica alternativa divertente.>> 
Sorrisi scuotendo la testa << Ma davvero i giornali mi descrivono così? Devo denunciarli!>>
Lei sorrise scuotendo la testa << Descrivevo solo una delle tecniche che i ragazzi usano per poter baciare le ragazze, i giornali dicono che non ti appartenga, ti descrivono come sfacciato e dipendente dal sesso, tutto ciò che non mi piace in un ragazzo.>>
La guardai curioso, sapevo che il mio modo di comportarmi con le ragazze non era mai stato del più elegante, ma non l’avrei mai fatto con lei.
<< Pensi anche tu questo di me, non è vero? E’ per questo che non mi lasci avvicinare di un millimetro.>>
Fece spallucce << Molte ragazze hanno dato testimonianza del fatto che tu sia sfacciato, ho letto di una signora che aveva portato le nipotine al vostro concerto e tu le hai mandato il tuo bodyguard a proporle di andare nel tuo camerino… andiamo Harry, non credo che le persone inventino tutto ciò.>>
Sorrisi scuotendo la testa, era davvero accaduto e mi resi conto di come potevo apparire alle persone, purtroppo non tutto quello che scrivevano era falso.
<< Perché allora hai accettato di uscire con me?>>
Lei fece spallucce fissandomi << Mi piace ricredermi sulle persone, mi piace rivalutarle, odio farmi pregiudizi.>>
Parcheggiai dietro al cinema voltandomi a fissarla << Voglio che tu sappia che la maggior parte delle cose che hai letto sono vere, che ho davvero fatto quella proposta a quella donna, che davvero a volte chiedo alle fan di passare una notte con me, non mentono su tutto, certo loro esagerano, ma è vero che passo ogni sera con una ragazza diversa, ma non sono solo questo, è tutta una facciata la mia e spero che tu riesca a capirlo con il tempo, mi piacerebbe farti ricredere.>>
Lei mi fissò seria << Spero di ricredermi, perché non mi piace la persona che tutti descrivono, odio quel tipo di persone.>>
Ci fissammo ancora a lungo, prima che sorridessi per smorzare la tensione << Andiamo a vedere questo film? Prometto che puoi sceglierlo tu stessa.>>
Lei sorrise prima di afferrare il mio braccio e guardarmi seria << Harry, devi farmi una promessa.>>
La guardai curioso di sapere cosa dovessi prometterle << Mi prometti di non provare a baciarmi? Se voglio farlo non avrò paura di avvicinarmi io stessa.>>
La fissai serio, quella promessa nascondeva qualcosa, ma ero troppo preso dal suo sguardo per chiederle qualsiasi cosa, così finii per annuire e basta.

*

Il cinema in cui l’avevo portata non era un cinema come gli altri, era un vecchio cinema con solo una sala, il padrone era un vecchio signore che avevo conosciuto personalmente e mi aveva dato a disposizione tutte le pellicole che aveva.
Quando entrammo mi sorrise porgendoci un libro << Qui sono segnate tutte le pellicole che ho a disposizione, sceglietene una e ve la proietto personalmente, il cinema stasera è tutto vostro.>>
Lei si illuminò fissandomi << Harry non dovevi affittare un intero cinema…>>
La guardai scuotendo la testa << Non ho chiesto nulla, è solo una persona che conosco da tempo e mi ha detto che questo era il suo giorno libero, che avremmo potuto vedere quello che volevamo, nessun pagamento extra.>>
Lei mi fissò prima di annuire e sorridere << Oh bé allora non ci resta che scegliere.>>
Sfogliò per bene tutto il catalogo per poi voltarsi verso di me << So di aver detto di non voler vedere nessun film strappalacrime, ma ti dispiacerebbe se guardassimo ‘Le pagine della nostra vita’? E’ uno dei miei film preferiti e non ho mai avuto l’occasione di guardarlo al cinema.>> lo disse con così tanta felicità nella voce che non potei fare altro che annuire e sorriderle.
Quando eravamo entrati in sala era andata dritta nelle ultime file, le sorrisi scuotendo la testa e lei mi guardò curiosa << Perché ridi?>>
Scossi la testa facendo spallucce << Di solito l’ultima fila è riservata alle coppiette che si sbaciucchiano per tutto il film.>>
Lei arrossì all’istante, tirandosi in piedi << O-oh bé è solo che mi piacciono le ultime file.>>
Sorrisi sedendomi di fianco a lei << Lo so, ti prendevo in giro.>>
 

*

Per tutto il film aveva tenuto gli occhi incollati allo schermo, guardava con estrema attenzione ogni scena, come se lo vedesse per la prima volta, ma io non riuscivo a concentrarmi sullo schermo, ero troppo impegnato ad osservarla, il modo in cui si toccava i capelli, il modo in cui ogni tanto si girava a guardarmi e mi sorrideva, tutto era perfetto di quella ragazza.
Quando ci fu l’intervallo lei si voltò a guardarmi << Ti stai annoiando vero? Non hai guardato nemmeno mezza volta lo schermo.>> chiese preoccupata.
Le sorrisi facendo spallucce << Mi hai detto di non farti complimenti, quindi non posso dirti perché non mi interessa il film.>>
Lei arrossì visibilmente abbassando lo sguardo << O-oh … vedi? Come si dovrebbe rispondere ad un complimento del genere?>>
Le sorrisi facendo spallucce << Non c’è bisogno di rispondere…>>
Lei mi fissò giocherellando con la collanina che aveva al collo << Ma questo film è bellissimo, non  potresti concentrarti?>>
Sospirai annuendo << E’ che mi distrae averti così vicina e non poterti sfiorare.>>
Lei mi guardò sicura di se questa volta << Se mi avessi più vicina credi che riusciresti a concentrarti?>>
La guardai cercando di capire dove volesse andare apparare, ma annuii semplicemente.
Lei tirò giù quello che era il bracciolo della poltrona avvicinandosi in modo che i nostri corpi fossero l’uno accanto all’altro, poggiò le sue gambe sulle mie con un sorriso << Così ne approfitto per stare più comoda.>>
Sorrisi tirandola per un braccio più vicina in modo che potesse appoggiare la testa sulla mia spalla, si accomodò senza rifiutare e cominciò a giocherellare con il bracciale che avevo al polso << Questo cinema sembra che non veda gente da molto tempo, perché è ancora aperto?>>
Annuii confermando la sua teoria << In realtà non ci viene mai nessuno, ma Edward, il signore che prima ci ha parlato, ha detto che questo è il cinema in cui si erano conosciuti lui e sua moglie, che l’avevano comprato insieme e che ora che non c’è più, è l’unico luogo in cui sente di avere un contatto con lei.>>
Lei mi scrutò con le sue iridi verdi << Che cosa romantica, allora esiste ancora il romanticismo da qualche parte nel mondo.>>
La guardai fingendomi offeso << Ti ho portato in questo vecchio cinema che pullula d’amore e mi dici che non sono romantico?>>
Lei scoppiò a ridere dicendo << Sei sempre quello che ha chiesto a quella donna di scopare senza mezzi termini.>>
Sorrisi facendo spallucce << Sono condannato?>>
Lei scosse la testa tirandomi a se << Oh no che non lo sei.>> disse stringendomi in un abbraccio.
La strinsi a me e il profumo della sua pelle invase le mie narici, era un misto tra pesca e ciliegie, ci staccammo dopo qualche minuto ritrovandoci improvvisamente vicini, fissai le sue labbra rosse che mi stavano praticamente invitando a baciarla, sentivo partire dallo stomaco il desiderio di baciarla, lei sorrise puntando i suoi occhi nei miei per poi portare una mano davanti alla mia bocca << Autocontrollo Styles, autocontrollo.>>
Le sorrisi scuotendo la testa, mentre il film ripartiva e lei si sistemava comoda per godersi la seconda parte.
Questa volta prestai attenzione alle scene che venivano proiettate sullo schermo, vidi che la sua mano tentava di avvicinarsi alla mia, ma la ritirava quasi sempre, così l’afferrai incrociando le nostre dita e lei sorrise senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
Mi piaceva da morire.
 

*

Dopo quella sera ci eravamo visti tante volte, tutte le volte mi aveva fatto promettere di non baciarla e io avevo resistito nonostante mi premesse la voglia di catturare quelle labbra rosse ogni volta che la vedevo.
Questa sera ci eravamo dati appuntamento ad un parco al centro di Londra, entrai nel parco trovandola seduta su una panchina molto appartata, con indosso dei leggins neri e una camicia consumata blu e nera a quadri, mi sorrise facendomi segno di avvicinarmi.
Mi avvicinai con un sorriso stampato sulle labbra, lei mi sorrise di rimando e la strinsi a me in un abbraccio caloroso, per poi tirarmi su gli occhiali da sole.
Era il tramonto, il sole stava calando dipingendo il cielo di quella sfumatura particolare che tanto amavo.
Aveva tra le mani un libricino consumato, mi accomodai di fianco a lei guardando il titolo << Cime tempestose? Adoro questo libro!>>
Lei si illuminò all’istante << Davvero? L’ho riletto un milione di volte, ti piace leggere?>> chiese sorpresa.
Io annuii << Sì, ma non ho molto tempo per farlo, sai considerato tutte le ragazze che devo soddisfare in una giornata…>> dissi scherzoso.
Lei mi diede un pugno sulla spalla scuotendo la testa << Stupido…>>
Sorrisi tirandola per stringerla a me, inspirò il mio odore prima di staccarsi e restare comunque vicinissima al mio viso, chiuse gli occhi stampandomi un bacio a fior di labbra.
Mi sorprese così tanto che non ebbi il tempo di fare nulla, così restai impassibile, lei si allontanò con un sorriso furbo << Sapevo che non avresti avuto il tempo di reagire.>>
Sorrisi scuotendo la testa << Devo migliorare i miei riflessi in tua presenza.>>
Lei sorrise allontanandosi per frugare nella sua borsa, tirò fuori un’altra copia di cime tempestose porgendomela << Non sapevo se ti sarebbe piaciuto, ma per una volta volevo essere io ad organizzare l’appuntamento.>>
Afferrai la copia annuendo << Mi piace la tua idea.>> dissi semplicemente, prima di immergermi nella lettura.
Di tanto in tanto mi distraevo sbirciando Jane che era completamente presa dal suo libro, ad un certo punto poggiò la testa sulle mie gambe distendendo le sue gambe lunghe sulla panchina.
Scossi la testa sorridendo e per la prima volta riemerse guardandomi curiosa << Che c’è?>>
<< Mi lasci farti un complimento?>> chiesi semplicemente.
Lei sorrise annuendo << Sono solo curiosa.>>
<< Sei bellissima.>> dissi serio, facendola arrossire, poi sorrise coprendosi il volto con il libro.
 << Smettila.>> disse facendomi sorridere spontaneamente.
Quando calò la sera e leggere al buio era impossibile lei tirò via il libro dalle mie mani con un sorriso << L’appuntamento è finito.>>
Le sorrisi scuotendo la testa << Mi piacerebbe coccolarti un po’ prima di accompagnarti a casa, non ci vedremo per molto tempo.>>
La tirai verso di me facendola sedere sulle mie gambe, lei mimò un broncio circondandomi il collo con le braccia << Dove devi andare?>>
<< Dobbiamo promuovere il nuovo album un po’ in giro, ritorneremo a Londra tra quattro settimane.>>
Lei sospirò tenendo lo sguardo basso, prima di puntarlo nel mio << Con quante ragazze starai per quattro settimane?>>
Sorrisi scuotendo la testa, prima di diventare terribilmente serio << Non mi interessa stare con nessuna ragazza se tu sei qui ad aspettarmi, ti porterei con me se fosse possibile.>>
Lei mi scrutò per tutto il tempo terribilmente seria << Mi stai promettendo che non sfiorerai nessuna ragazza Styles? Per quattro settimane non avrai rapporti con nessuna? Ti senti male?>> aggiunse scherzosa.
Sorrisi scuotendo la testa << Sto fin troppo bene, voglio stare con una sola ragazza, con nessun’altra.>>
Lei mi strinse a se inspirando il mio odore, quando si staccò ci ritrovammo di nuovo terribilmente vicini, con una mano portai la ciocca di capelli, sfuggita dal suo chignon disordinato, dietro l’orecchio, per poi chiedere in un sussurro << Tu mi aspetterai?>>
Lei sospirò prima di fare su e giù con la testa << Tu me lo prometti?>> soffiò a un centimetro dalle mie labbra.
Il suo odore invase le mie narici, la sua bocca era così vicina, stavo tentando con tutte le forze di non baciarla, pregandola con lo sguardo di far unire le nostre labbra.
Annuii senza staccare gli occhi dai suoi e con le mani alla base della sua schiena la tenni ferma in quella posizione, si sistemò meglio su di me in modo che i nostri petti venissero a contatto, mi guardò ancora per qualche secondo negli occhi prima di chiuderli.
Non si avvicinò di un millimetro, aspettava che la baciassi e non me lo feci ripetere due volte.
Mi avvicinai lentamente alle sue labbra e le catturai con altrettanta lentezza, cominciarono a modellarsi insieme, prima che la mia lingua chiedesse impaziente l’accesso che non mi negò, quando incontrai la sua lingua sentii quasi le farfalle nello stomaco, cominciammo ad intrecciarle lentamente e mi sembrò di non aver mai baciato in vita mia, non avevo mai aspettato tanto per un bacio e questo l’aveva reso migliore, a parte il fatto che baciava da Dio.
Quando ci staccammo la strinsi a me << Ti sei cacciato in un grosso guaio.>> mi sussurrò semplicemente e io sorrisi guardandola negli occhi << E’ un guaio che sono felice di sopportare.>>
E lei mi sorrise, mi sorrise spontaneamente, prima di baciarmi di nuovo.
Mi sarebbe mancata da morire.
 

*

‘Caro Harry, mi  sento così stupida a scrivertelo, non l’ho mai fatto in vita mia, chissà in quale parte del mondo sei e chissà quante ragazze ti staranno girando intorno, se ti ricordi ancora di me, sappi che mi manchi, da morire.’
Quando avevo ricevuto quel messaggio avevo sorriso così tanto che avevo rischiato una paralisi facciale, Niall aveva cominciato a prendermi in giro, rafforzato da Zayn e Louis che non perdevano occasione di dirmi che stavo perdendo punti da playboy.
Ma le loro prese in giro mi scivolarono addosso, afferrai l’Iphone scrivendole.
‘Jane mi manchi da morire anche tu e no, non ti ho dimenticato, come potrei? Mi circondano fin troppe ragazze, ma io penso solo ad una, ormai Liam, Zayn, Niall e Louis stanno perdendo le speranze di rivedere il vecchio playboy e io credo che non lo vedranno mai più.’
 

*

Il quinto giorno che passai senza rivederla, la chiamai direttamente, uscii dall’albergo sedendomi sui gradini nell’angolo, aspettai che rispondesse impaziente di sentire la sua voce.
‘Harry?’ disse semplicemente e bastò per farmi sorridere come un idiota.
‘Sì sono io, il cellulare non rende giustizia alla tua bellissima voce.’
La sentii schiarirsi la gola ‘Hai passato cinque giorni lontano da me e già hai dimenticato che non devi farmi complimenti?’
Sorrisi scuotendo la testa ‘Perdonami, è che sento tanto la tua mancanza.’
‘Mi manchi anche tu Harry, da morire, credo che nessuno mi è mai mancato così tanto e ho paura.’
‘Non devi averne Jane, non serve.’ Dissi cercando di rassicurarla.
La sentii sospirare ‘Come va la promozione dell’album?’
‘Bene, nulla di speciale, le solite cose, solo che ogni volta che mi chiedono se sono impegnato sbuchi tra i miei pensieri e non so cosa rispondere.’
La sentii sospirare di nuovo ‘Smettila Styles, vuoi farmi pensare a te ancora di più di quanto lo faccio adesso? Smettila.’
 Risi di cuore a quell’affermazione ‘Jane?’
‘Sì Harry?’
‘Ti voglio bene.’
‘Anch’io Harry, anch’io.’
Come farmi sentire la persona più felice di questo mondo con poche parole.
 

*

Chiamavo Jane ogni sera, io gli raccontavo la mia giornata e lei la sua, una sera in cui parlavo con lei Louis uscì cercandomi, quando mi vide sorridere come un ebete si avvicinò dicendo << Harry, andiamo smettila di sorridere come un ebete, saluta la meravigliosa ragazza dagli occhi verdi e vieni dentro che il cibo si raffredda!>> urlò per farsi sentire.
Sentii Jane ridere per poi dire << Salutamelo e ha ragione vai a mangiare!>>
Scossi la testa, perfetto un’altra alleata alla banda.
 

*

Quelle due settimane erano passate fin troppo lentamente per i miei gusti, la voglia di vedere Jane aumentava a dismisura.
Questa sera i ragazzi avevano deciso di andare a ballare, secondo loro era meglio approfittare del tempo libero adesso, che poi sarebbe diminuito quando avremmo cominciato il tour.
Già, il tour, in quel periodo avrei visto Jane ancora di meno e questo mi preoccupava, stavo cominciando a capire come si sentivano Zayn, Liam e Louis a mantenere una relazione a distanza.
Quando entrammo in discoteca la musica era davvero alta, c’erano con noi le compagne di band di Perrie.
Jade era una delle mie preferite, era una ragazza fantastica, sempre con il sorriso pronto, aveva una voce bellissima e ci capitava di andare a letto molte volte, almeno quando ne avevamo la possibilità.
Non c’era mai stato niente di serio, era solo sesso, per questo, mi sarei ritrovato a combattere contro i miei istinti sessuali, visto il vestito corto che indossava quella sera.
Le salutai tutte con un abbraccio caloroso, Jade si stranì visto che con lei ero solito baciarla sulla labbra, mi si avvicinò chiedendo << Che c’è Styles, hai trovato una nuova amica speciale?>>
Sorrisi facendo spallucce << Non è un amica e non ci scopo e basta.>> dissi semplicemente, mentre lei scuoteva la testa.
<< Non crederò all’Harry Styles innamorato, a meno che io stasera non mi ritrovi da sola nella mia camera d’albergo.>> urlò nelle mie orecchie per sovrastare la musica.
Sorrisi facendo spallucce mentre Niall ci interrompeva porgendomi un drink, lo afferrai cominciando a sorseggiarlo, mentre Perrie mi si avvicinava ballando << Andiamo Styles, muovi quel culo, no Styles no Party!>>
Sorrisi raggiungendoli nella pista del privè, cominciai a ballare con Perrie, poi Zayn, poi Niall, poi Louis, poi Leigh-Anne, poi toccò a Jade che si avvicinò a me muovendosi sensualmente, la fissai con un sorrisetto stampato sulle labbra, ballai con lei per circa dieci minuti, per poi decidere che non era il caso continuare << Mi allontano, non vorrei finire in preda agli istinti, quella ragazza mi piace davvero.>>
Jade alzò le mani in segna di resa tornando dagli altri e io mi spostai, stavo sicuramente impazzendo, perché fin dal primo minuto in cui Jade mi si era avvicinata, avevo pensato a Jane tutto il tempo.
Afferrai l’Iphone scrivendole subito ‘Che mi hai fatto? Le ragazze hanno provato a strusciarmisi contro e io ho pensato immediatamente a te.’
La sua risposta arrivò all’istante ‘Ti aspettano tanti baci Styles, non puoi farmi dichiarazioni del genere.’
E sorrisi come un ebete, ancora.

 
*

Tamburellai le dita impaziente di arrivare a destinazione, Jane mi aveva dato l’indirizzo di casa sua per rivederci e io non stavo più nella pelle, volevo stringerla e baciarla fino a farle mancare il fiato.
Quando fermai la macchina sul vialetto, la vidi spalancare la porta e sorridermi dalla soglia.
Aveva i capelli scompigliati come al solito, un leggins con una maglietta nera e larga che le copriva giusto il necessario.
Scesi di corsa dall’auto, fiondandomi tra le sue braccia aperte.
La strinsi così tanto che ancorò le gambe intorno alla mia vita, la strinsi così tanto che probabilmente le mancò il respiro, diavolo quanto mi era mancata.
 

*

<< Harry tieni le bacchette in modo errato, devi tenerle qui in mezzo per poter afferrare bene il cibo, se continui a tenerle come degli stuzzicadenti, non otterrai nulla.>>
Mi aveva costretto a provare del cibo cinese e io non riuscivo proprio a manipolare quelle fottute bacchette, quando ci riprovai fallendo miseramente lei scoppiò a ridere e io le mollai sul tavolo con un imprecazione.
Jane mi sorrise facendo segno di spostarmi di poco dal tavolo, quei fottuti cinesi, avevano anche l’abitudine di mangiare a terra.
Si posizionò tra le mie gambe, afferrò con le bacchette un pezzo di cibo e lo portò con attenzione alla mia bocca, lo afferrai con le labbra per poi masticarla, era davvero ottimo, aveva ragione.
<< Com’è?>> chiese impaziente di sentire il verdetto.
Le sorrisi annuendo << Avevi ragione, è buonissimo, ma scommetto che può migliorare…>> dissi facendole segno di mangiarne un pezzo, curiosa di sapere dovevo volevo andare a parare, afferrò un pezzo e lo portò alla bocca.
Quando finì di mangiarlo, mi avvicinai cautamente alle sue labbra, le rapii lentamente leccando il sapore di quel cibo particolare, poi feci scontrare le nostre lingue, mischiando i sapori a quegli aromi tanto strani.
Quando ci staccammo tirò un sospiro << Sì, è decisamente migliore.>> disse per poi catturare nuovamente le mie labbra.
Non ci saremmo stancati mai.
 
 

*

Louis aveva dato una festa a casa nostra, ne organizzava più o meno una ogni due settimane.
Odiavo quel tipo di feste, si riunivano con noi tutti i nostri amici e finivamo sempre tutti ubriachi e in fila per vomitare al bagno, tralasciando il fatto che la casa diventava un inferno e poi Louis non alzava un dito neanche per sistemare le nostre cose personali.
Sbuffai per l’ennesima volta quando vidi Louis buttare giù un altro bicchiere di un liquido strano, sarebbe finito di nuovo con la testa nel water.
Niall dall’altro alto era già ubriaco e ballava con Maynard improvvisando un balletto.
Liam li guardava torvi, poi buttava giù un altro sorso di birra e cominciava a sorridere brillo.
Io di solito mi univo alla congrega, ma stasera non ero dell’umore adatto.
Qualcosa sembrava aver stranito Jane dal pomeriggio, ma nonostante le mie richieste di chiarimento, lei continuava a sostenere che non c’era nulla di strano nel suo comportamento.
Così non riuscivo a pensare ad altro, stavo solo mettendo in rassegna tutti i discorsi affrontati quella giornata, per trovarne uno in cui avrei potuto infastidirla, ma più ci pensavo, più realizzavo che non mi sembrava di aver sbagliato di una virgola.
Nick mi squadrò da lontano, mi si avvicinò fissandomi << Andiamo Harry se proprio devi tenere su il muso, vai da lei e chiedile il motivo per cui è così strana, non otterrai nulla pensandoci.>>
Alzai gli occhi ad osservare Nick per un attimo, aveva ragione, non c’era modo migliore di scoprire cosa l’avesse portata ad essere strana, se non chiederglielo guardandola direttamente negli occhi.
Così ringraziai Nick al volo per poi uscire di casa e essere sotto quella di Jane dopo circa venti minuti.
Quando mi vide spalancò gli occhi sorpresa, afferrò una camicia di jeans che indossò sulla sua maglietta malandata dei Pink Floyd e venne verso di me << Che ci fai qui?>>
Non seppi che risponderle, così feci spallucce << Ti comporti in modo strano e  voglio sapere il perché.>> confessai, semplicemente.
Lei sospirò cominciando a giocherellare con la collanina che aveva al collo << Mi sento stupida e mi vergogno solo a dirlo.>>
Io la fissai portandole una mano sotto al mento, in modo che i suoi occhi fossero inchiodati ai miei << Jane, sai che non devi avere paura di dirmi niente.>>
Lei mi fissò per qualche momento ancora incerta sul confessare o meno, poi si arrese << Perché non mi hai invitato alla festa che davate stasera a casa tua? Ne parla tutto il quartiere.>>
Con quella semplice domanda realizzai tutto quanto, Jane pensava che mi vergognassi di portarla a casa con me, di presentarla ai miei amici, che mi vergognassi di lei.
Jane si era sentita ferita dal mio non-invito e realizzai per la prima volta che il mio non-invito era stato davvero scortese.
Sorrisi scuotendo la testa << Non ti ho invitato perché di solito ci riduciamo sempre male, tanto da finire in fila per usare il bagno. Jane tu sei la cosa più bella che io potessi trovare, perché credi che io non voglia mostrarti agli altri? Potrei vantarmi di aver avuto qualcosa di così raro e splendido.>>
I suoi occhi si illuminarono alle mie parole, si morse il labbro imbarazzata << M-mi dispiace.>> aggiunse semplicemente e io la tirai a me con un sorriso, la guardai negli occhi, per poi catturare le sue labbra.
Mi stavo innamorando di lei.
 

*

I ragazzi avevano invitato Jane a cena, avevano voluto conoscerla a tutti i costi e tutti l’avevano amata subito, Louis non aveva fatto altro che ripeterle di essere perfetta per me e Liam aveva detto che non c’era persona migliore per stare al mio fianco.
Jane aveva amato tutto ciò, glielo potevo leggere negli occhi ogni volta che parlavano di noi.
Aveva sorriso per tutta la serata e io ero semplicemente rimasto fisso a guardarla sorridere.
Poi i ragazzi ci avevano lasciati completamente soli, ognuno di loro avrebbe passato la serata con le rispettive fidanzate, tranne Niall, che invece aveva detto di andare a fare baldoria fino al mattino.
Io e Jane avevamo deciso di guardare un film, ma la distraevo continuamente.
Era seduta tra le mie gambe e la stavo baciando, lambivo le sue labbra carnose con la lingua, sempre con lentezza estrema, prima di farla incontrare con la sua e cominciare a farle danzare insieme.
Tra un bacio e l’altro ci lasciavamo scappare sospiri di piacere e più tardi dei semplici baci non bastarono.
Le nostre mani cominciarono a vagare le une sul corpo dell’altro, le sue si erano infiltrate sotto la mia maglietta, mentre le mie sbottonavano il suo reggiseno, lasciandolo scivolare via.
Lei bloccò le mie mani guardandomi negli occhi << H-Harry… i-io… sono vergine.>> disse arrossendo imbarazzata.
Il cuore mi salì in gola e cominciò a pulsare violentemente << Vuoi continuare?>> le chiesi semplicemente.
Lei non tentennò neanche un attimo, annuì subito sicura di quello che voleva.
La mia Jane era vergine, era vergine e voleva condividere la sua prima volta con me, forse non c’era emozione più bella.
 

*

Erano giorni che mi comportavo in maniera strana con Jane, continuavo a balbettare in sua presenza, mi mostravo distaccato e la stavo confondendo, Jane si stava preoccupando, lo sentivo, ma il problema era che io proprio non sarei riuscito a dirle ciò che volevo.
Oggi mi aveva praticamente costretto a incontrarci al nostro caffè, il nostro appuntamento era alle cinque, erano le quattro ed ero già agitato.
Quando arrivai fuori il caffè la vidi seduta al nostro tavolino all’angolo, mordicchiava un biscotto nervosa e io tirai un sospiro prima di entrare.
Quando mi vide le mostrai un sorriso poco convincente, che lei non ricambiò, era particolarmente turbata.
Quando mi sedetti di fronte a lei, non mi lasciò neanche lo spazio per un saluto << Io non voglio che tu cerchi di darmi la notizia addolcendo la pillola, sono un’adulta Harry, sono preparata a ricevere delusioni, quindi sii chiaro, dillo che non vuoi più stare con me e… bè me ne far->>
Jane pensava che volessi lasciarla? Stava davvero pensando che volessi mettere fine alla nostra storia?
Non la lasciai neanche continuare che proruppi << Jane io mi sono innamorato di te. I-io ti amo.>>
I suoi occhi si allargarono per la sorpresa, mi fissò incredula per qualche minuto, prima di farfugliare << Allora non vuoi lasciarmi…>>
E io le sorrisi, sorrisi per la sua ingenuità << No Jane, mi sono innamorato e non sapevo come dirtelo.>>
I suoi occhi le si riempirono di lacrime e in un attimo mi strinse a se << Ti amo anch’io Harry, ti amo anch’io.>> disse semplicemente e il mio cuore tirò un sospiro di sollievo.
Quel momento era perfetto, noi eravamo perfetti. 
   
 
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