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Autore: LITTLETHINGS4    06/06/2013    3 recensioni
*Tratta dalla One Shot*
Ero riuscito finalmente a trovare la copia esatta della collana che avevo comprato per me qualche mese fa.
Avevo notato che a Louis era piaciuta così tanto che decisi regalarla anche a lui.
Sorrisi all'idea che avremo avuto qualcosa che ci avrebbe legati a vita..
“Hey, Terra chiama Harry” Niall mi passò una mano davanti al viso per farmi riprendere dai miei pensieri “Si, ci sono Niall”.
“Stavi pensando a Louis, vero?” riusciva sempre a leggermi nel pensiero, mi limitai ad annuire “Si vede” sorrise teneramente mentre io arrossivo come una femminuccia.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno io e Niall, il mio amico e compagno di classe, rientrammo dalle lezioni più tardi del previsto “Tutta colpa di questo esame di maturità di merda” imprecò il biondo dando un calcio ad un sasso immaginario “Capirai Niall! Siamo rimasti solo mezzora in più” dissi reprimendo una risata causata dalla sua espressione buffa “Tu sei felice solo perché hai trovato quella collana” disse indicando la bustina che tenevo in mano, convinto che la mia felicità fosse dovuta solo alla collana con il ciondolo a forma di aereoplanino di carta.
In effetti ci aveva preso in pieno. Ero riuscito finalmente a trovare la copia esatta della collana che avevo comprato per me qualche mese fa.
Avevo notato che a Louis era piaciuta così tanto che decisi regalarla anche a lui.
Sorrisi all’idea che avremo avuto qualcosa che ci avrebbe legati a vita..
“Hey, Terra chiama Harry” Niall mi passò una mano davanti al viso per farmi riprendere dai miei pensieri “Si, ci sono Niall”.
“Stavi pensando a Louis, vero?” riusciva sempre a leggermi nel pensiero, mi limitai ad annuire “Si vede” sorrise teneramente mentre io arrossivo come una femminuccia.
 
Arrivammo a casa mia, congedai Niall con un bacio sulla guancia e varcai la soglia.
Finalmente.
Dopo che avevo trascorso quella giornata a fare storia, matematica, fisica eccetera avrei rivisto l’amore della mia vita “Louis – gridai – amore sono a casa! Ho fatto più tardi del previsto, la prof Legge non riesce mai a regolarsi con gli orari” sorrisi immaginando già la battuta di Louis, ma non arrivò nessuna risposta.
“Louis sei in casa?” urlai più forte, forse era sotto la doccia e non riusciva a sentirmi.
Ancora una volta non mi rispose, così andai in bagno per verificare se effettivamente era sotto la doccia.
Non c’era nessuno.
Composi il numero sul cellulare e lo chiamai, la sua suoneria si attivò.
Quindi è in casa, pensai.
Gli squilli provenivano dalla nostra camera da letto.
Salii le scale e aprii la porta “Louis, ma che razza di scher..”
Cacciai un urlo.
Il corpo di Louis era disteso sul nostro letto inerme in una pozza di sangue “Oh mio Dio! Louis! Louis!” corsi davanti a lui scuotendolo per farlo riprendere “Louis svegliati” le calde lacrime stavano rigando il mio viso annebbiandomi la vista “Louis ti prego svegliati” gli urlai disperato.
I respiri si facevano sempre irregolari, rendendomi difficile anche il gesto più naturale del mondo, facevo fatica ad immagazzinare ossigeno ma non me ne fregava più nulla, volevo solo che lui aprisse gli occhi “Louis! Non è vero! Ti prego svegliati - Lo implorai ancora una volta – non mi abbandonare” Lo abbracciai sentendo il peso del suo corpo sopra il mio.
Era gelido come se avesse dormito su una lastra di ghiaccio. Non poteva essersene davvero andato via.
Più  la consapevolezza che non sarebbe stato più con me si faceva largo dentro la mia testa più avrei voluto soffocare nelle mie stesse lacrime e stare con lui ovunque fosse.
In quel momento abbassai lo sguardo e notai i suoi polsi e le braccia rigate di rosso ed una lametta sotto di lui.
“Non è vero” urlai preso ancora di più dalla disperazione, mi accasciai sul tappeto accanto al letto per poi prendere quella cazzo di lametta e scaraventarla lontano da lui.
Chiamai l’ambulanza che dopo vari tentativi di mantenere ferma la voce riuscii a farli capire dove si sarebbero dovuti fermare.
 
Mi aveva detto che aveva smesso di autolesionarsi. Me lo aveva promesso! Lo stava facendo perché mi amava, non poteva aver riiniziato, non poteva ridursi così.
Mi rialzai in piedi e riabbracciai di nuovo il suo petto, scostandogli i capelli per ammirare meglio il suo viso. Era così bello, era il mio tutto, non doveva lasciarmi andare.
Avremo dovuto fare tante altre cose insieme: fare una vacanza in Giappone non appena avrei finito gli esami, aprire un bar e tante altre fottutissime cose che non mi venivano più in mente, ma comunque sarebbe stato tutto stupendo, perché le avrei fatte insieme a lui.
Come avrei fatto senza la sua risata?
Come sarei potuto andare avanti senza il suo sorriso? Senza i suoi baci che mi toglievano il fiato, senza il suo tocco che mi faceva sentire speciale, senza i suoi sguardi provocanti?
Poi realizzai che non avrei più visto i suoi occhi azzurri come il cielo, cime il ghiaccio ma che in realtà avevano stessa intensità di un fuoco ardente.
Piansi ancora più forte.
Non avrei più sentito la sua voce cristallina, il modo in cui pronunciava il mio nome era una cosa assolutamente meravigliosa, lo rendeva il più bello di questo fottutissimo universo. “Louis ti prego, fallo per me, apri gli occhi” sussurrai di nuovo speranzoso che mi ascoltasse, con gli occhi inondati di lacrime che cadevano sul suo viso angelico.
Forse se l’avessi baciato avrebbe mostrato qualche reazione. Posai delicatamente le labbra sulle sue, premendo più forte a quel contatto.
Volevo che si svegliasse, lo volevo disperatamente.
 
***
 
Arrivò l’ambulanza che portò via Louis “Ha perso molto sangue commentò una ragazza dai capelli rossi al suo collega “Speriamo di non essere arrivati tardi”.
Ogni parola era una pugnalata al cuore.
Louis era forte, non poteva morire, mi aveva promesso che saremo stati insieme per sempre.
Saltai dentro l’ambulanza, non l’avrei lasciato solo proprio in quel momento “Ce la farà?” ebbi il coraggio di chiedere, ma mi pentii subito, avevo paura di vedere le mie poche speranze ridotte in brandelli “è molto grave – rispose il ragazzo – solo il medico potrà darti delle risposte concrete” di nuovo esplosi in fiume di lacrime e quella ragazza rossa di prima si avvicinò cingendomi la spalla.
“Devi essere forte per il tuo amico” disse dolcemente.
Louis non era mio amico.
Era il mio amante.
Era il mio confidente.
Era la gioia dei miei occhi.
Era il motivo per cui sorridevo.
Era la persone più speciale e dolce che conoscessi.
Era l’unico che riusciva a farmi rabbrividire anche con un semplice ciao.
Era il mi ragazzo.
Era l’amore della mia vita.
Mi pulii dalle lacrime con il dorso della mano, perché, dopotutto quella tipa aveva ragione, dovevo essere forte, dovevo esserlo per me e per lui.
 
***
 
Arrivati in ospedale lo portarono d’urgenza in sala trasfusioni, volevo seguirlo ma non fu possibile, mi sentivo dannatamente inutile.
Rimasi ad aspettare in sala quando un’infermiera altra con i capelli castani legati da una cosa si avvicinò a me “Lei si chiama Harry? Ha accompagnato Louis Tomlinson?” un groppo alla ola mi impedì di articolare una frase sensata così annuii spaventato da quello che poteva dirmi “Questo allora è suo, l’abbiamo trovato nella tasca dei jeans del ragazzo” mi porse un foglietto con scritto Per Harry, era stato scritto da Louis.
“Come sta Louis?” riuscii a sfuggire al groppo che avevo in gola “Non possiamo ancora dire nulla, i medici stanno provvedendo a lui” mi sorrise a mo’ di scusa e andò via.
Aprii quel foglio.
 
 
Caro Harry.
Non so quando leggerai queste mie righe, ma so che io non sarò più lì, al tuo fianco.
Ho scelto di essere un codardo, di non lottare.
Ho preferito dare un taglio alla mia vita e regalarmi l’attimo di eterno.
Non avercela con me, ti prego.
Ti chiedo scusa per non essere stato abbastanza forte per starti accanto.
Ho ripreso a tagliarmi da una settimana a questa parte, perdonami di nuovo.
Avevo promesso di non farlo più, ma quando avevano ripreso ad insultarmi, a riempirmi di botte solo perché secondo loro credo in un amore sbagliato non ci ho visto più.
Credevo che vedere quel sangue scorrere lungo i polsi, sentire il dolore bruciante che attraversava la mia pelle fosse la distrazione migliore a tutto quel male interiore che ho dentro.
Perdonami ancora se non ti ho parlato di nulla, ma ero sicuro di essere più forte di quanto credessi.
Oggi, dopo l’ennesima presa in giro mi sono accorto di non essere più degno di vivere, di non essere più in grado di sopportare queste offese gratuite.
Ti meriti di meglio Harry, ti meriti una persona forte, che ti sappia proteggere, non uno come me che cercava sicurezza tra le tue braccia.
Tu eri sempre pronto a cullarmi anche quando avevi problemi più urgenti da risolvere.
Di questo ti ringrazio.
Ti amerò per sempre Harry.
Louis.

 
Portai la lettera al petto e la strinsi, come se stessi stringendo il mio Louis.
Piansi ancora a dirotto, ormai le lacrime erano l’unica cosa che mi teneva lucido, quelle lacrime bruciavano di un dolore talmente forte che non l’avrei più scordato.
 
Passarono delle ore e io rimanevo ancora lì ad aspettare che qualcuno mi dicesse qualcosa. Rilessi talmente tante volte quella lettera che ormai l’avevo imparata a memoria.
 
Ma perché non mi aveva parlato dei suoi problemi? Gli avremo potuti risolvere insieme. Non poteva arrivare a togliersi la vita per dei coglioni che dell’amore non sanno proprio niente. Perché dovrebbe essere diverso l’amore che provo per Louis da quello che un uomo prova verso la donna? Che ne sanno loro? Sono dentro la mia testa, il mio cuore? Lo sanno che provo io?
No, non lo sanno. Eppure le persone continuano a giudicare, a credersi perfetti nel loro amore eterosessuale.
Mi fanno schifo. Io stavo perdendo il mio Louis per colpa loro.
 
“Abbiamo notizie su Tomlinson” una voce maschile mi riportò sull’attenti.
“La prego mi dica che sta bene” ripresi a piangere “Siamo riusciti a medicargli i tagli. Adesso sta finendo le trasfusioni. Ha bisogno di riposo adesso, ma ce l’abbiamo fatta” mi disse serio.
Io mi buttai sulle ginocchia incredulo di quello che avevo appena sentito.
Credevo di averlo perso per sempre, invece era vivo! Louis era vivo.
Non ero mai stato così felice “Grazie” riuscii a singhiozzare.
 
 
Il giorno dopo andai a trovarlo in ospedale. Il suo viso si illuminò non appena mi vide “Louis..” dissi felice di vedere il suoi viso e quegli occhi azzurri che amavo vedere “Harry..” rispose lui.
Mi buttai tra le sue braccia e un gemito di dolore lo fece sobbalzare “Non farlo mai più – singhiozzai – io ti amo”
“Ti amo anche io Harry scusa”.
Lo fissai dritto in quell’azzurro fondendolo col mio verde stampandogli un bacio profondo e dolce.
Louis Tomlinson era mio e lo sarebbe stato per sempre.
 

 

*spazio autrice*
Ok stanotte mi sono ispirata(?) e ho scritto una one shot Larry c:
Spero vi piaccia, recensite se vi va, vorrei sapere che ne pensate c:
A presto
Ale xx

  
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